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Scuola quadriennale di specializzazione in Psicoterapia della
Gestalt Espressiva
Sede di Perugia (Riconosciuta MIUR D. M. del 28/07/2014 pubblicato in
G.U. n.193 del 21/08/2014) e sede di Roma (Riconosciuta MIUR D.M. del
23/05/2016 pubblicato in G.U. n. 143 del 21/06/2016)
Direttore Scientifico
Dott. Oliviero Rossi
Direttore Didattico
Dott.ssa Anna Maria Acocella
Garante Scientifico
Prof. Stefano Federici
www.psicoterapiadellagestalt.it
PSICOTERAPIA GESTALT
ESPRESSIVA
PRINCIPI TEORICI E
METODOLOGICI
www.psicoterapiadellagestalt.it
LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: UN PO’ DI
STORIA
Ciao, mi chiamo Fritz Perls!
Oggi vi parlerò della
Psicoterapia della Gestalt!
Parleremo della storia della
Gestalt, delle origini
psicologiche,culturali e
filosofiche
Dei principi metodologici e
infine…
….della Psicoterapia
Gestaltica Espressiva
UN PO’ DI STORIA
Era un periodo
culturalmente e
artisticamente
ricco!
Io, mia moglie Laura e il
mio amico e filosofo Paul
Goodman abbiamo fondato
la Psicoterapia della
Gestalt negli anni 40’….
Nella filosofia si
affacciavano
l’ESISTENZIALISMO
e LA
FENOMENOLOGIA
UN PO’ DI STORIA
da un lato, mantenere viva
l’idea rivoluzionaria freudiana
dell’esistenza nell’individuo di
spinte e motivazioni che
ricadono al di fuori della
consapevolezza cosciente
Il nostro
Intento era
quello di
integrare
due
esigenze:
e, dall’altro lato,
ricucire tale idea in
un tessuto scientifico
e culturale più
ampio.
UN PO’ DI STORIA
La Gestalt è un
approccio umanistico, la
terza via tra la
Psicoanalisi freudiana e
il Comportamentismo
PSICOTERAPIA UMANISTICA
La Gestalt è una terapia
umanistica: stimola lo
sviluppo sia della
consapevolezza del cliente
sia delle sue capacità di
giungere autonomamente a
tale consapevolezza
lo psicoterapeuta non è
neutrale ma è attivamente
e personalmente coinvolto
con il cliente al fine di
accrescerne la
consapevolezza, la libertà,
l’autonomia e la capacità
di auto orientamento
sottrae centralità ed
importanza
all’interpretazione
dell’inconscio da parte
dello psicoterapeuta.
LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
ma le abbiamo
approcciate in modo
differente
Se l’interpretazione dei sogni e l’elaborazione del transfert e della
coazione a ripetere sono considerati elementi centrali della prassi
freudiana, non diversamente nella Psicoterapia della Gestalt si
procede elaborando i sogni, la relazione tra cliente e terapeuta e i
comportamenti ripetitivi.
Io e Fritz abbiamo avuto
diverse cose in comune
LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
i comportamenti ripetitivi
sono considerati come
tentativi di chiudere una
situazione rimasta
incompiuta (unfinished
business)
Nella Gestalt il
transfert è visto come
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non come proiezione
l’elaborazione del
sogno è, prima di
tutto, una possibilità
per scoprire e
sperimentare altre
parti di sé…
…e non l’occasione per
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rimosso.
LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
I punti di distacco tra la Gestalt e la Psicoanalisi:
• il disconoscimento del primato della libido come realtà pulsionale
primaria;
• la centralità del presente rispetto all’esperienza passata;
• il superamento della contrapposizione tra Es e SuperIo;
• il passaggio dalla dimensione conscio/inconscio a quella di
consapevolezza/inconsapevolezza;
• il mutamento nella visione della relazione terapeutica, da una
lettura in chiave transferale e interpretativa all’enfasi sugli aspetti
di realtà e sulla qualità della interazione tra due soggettività.
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
La Psicologia della
Gestalt è una scuola
psicologica
fenomenologica che
rivolge la sua attenzione
all’esperienza percettiva.
Secondo i gestaltisti, la
percezione dipende dai
pattern formati dagli
stimoli e
dall’organizzazione
dell’esperienza.
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
si fa risalire la nascita
della Psicologia della
Gestalt alla
pubblicazione degli studi
di Wertheimer sul fattore
‘phi’ (1912) al quale
sarebbe da attribuire la
percezione degli stimoli
come configurazioni
organizzate, continue e
dotate di significato.
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
Secondo la Gestalt quando qualsiasi configurazione
si presenta incompleta o discontinua il percipiente
tende a rappresentarsela intera e unitaria.
I fattori che favoriscono l’unificazione sono:
vicinanza, somiglianza, continuità di direzione,
direzionalità e orientamento, chiusura, pregnanza e
coerenza strutturale, articolazione senza resti ed
esperienza passata.
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
“Ciò che mi affascinava era
l’approccio gestaltico. Per la
prima volta si abbandonava la
dissezione e si otteneva una
prospettiva. E Kurt Goldstein
fu il primo a rivoluzionare la
neurologia, appunto a partire
dalla psicologia della Gestalt”
(Perls 1968, p. 19)
Ma la Gestalt non era solo studi
sulla percezione, ma anche sui
fattori cognitivi ed emotivi!
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
Fui assistente di
Goldstein e da lui
imparai che
l’essere umano è
caratterizzato da
un unico vero
istinto, che
presiede tutti gli
altri ed organizza
l’intero
comportamento:
l’impulso all’auto
realizzazione
(Goldstein 1939)
Il fine ultimo
del
comportamento
umano non è
ridurre la
tensione ma
interagire con
l’ambiente e
realizzare le
proprie
potenzialità.
LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
l’istinto di autorealizzazione è la
tendenza creativa della natura
umana, attraverso la quale
l’individuo dispiega il suo
potenziale e dà prova delle sue
capacità nel mondo reale
Secondo Goldstein, poi, qualsiasi
comportamento umano coinvolge
sempre l’organismo nella sua
totalità e non singole parti di esso
(Goldstein 1939, 1940)
LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO
Nella Teoria del Campo il mondo è considerato come una
rete sistematica di relazioni, continua nel tempo, e non
come un insieme di particelle discrete o dicotomiche
Il campo è lo sfondo di una mappa rappresentazionale
all’interno della quale emergono, di volta in volta, figure
differenti ma salienti rispetto agli scopi dell’organismo:
sono i bisogni ad organizzare il campo.
LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO
PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E RADICI FILOSOFICHE
La PDG affonda le sue radici
nell’approccio fenomenologico
esistenziale: è un’integrazione tra la
fenomenologia esistenziale di
Edmund Husserl e la fenomenologia
della Psicologia della Gestalt
Nel processo fenomenologico operano tre
regole fondamentali:
1) epoché: sospendere ogni speculazione
sulla verità o falsità di una qualsiasi
interpretazione della realtà;
2) descrizione: la realtà va descritta e
non interpretata;
3) parità, evitare qualsiasi assunzione
gerarchica in merito all’importanza
relativa di ciò che viene descritto.
PRINCIPI METODOLOGICI: LA FINALITÀ DELLA PDG
La finalità generale della
psicoterapia gestaltica coincide
con la consapevolezza e
l’ampliamento delle possibilità di
scelta
L’aumento della consapevolezza
può avvenire quando si
verificano alcuni presupposti:
l’autoconoscenza, la conoscenza
dell’ambiente, l’assunzione di
responsabilità per le proprie
scelte, l’auto-accettazione, la
capacità di contatto.
PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: PRINGIPI METODOLOGICI
Le sei componenti metodologiche
intrinseche alla terapia della Gestalt
sono: (a) il continuum
dell’esperienza, (b) il qui ed ora, (c)
la teoria paradossale del
cambiamento, (d) l’esperimento, (e)
l’incontro autentico, (f) la diagnosi
PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA
Consiste in uno schema
illustrativo
dell’organizzazione ideale
dell’esperienza. L’ho
definita anche CICLO
DEL CONTATTO
Il processo del continuum è
innescato da una sensazione
che, raggiunto il livello della
consapevolezza e attivato il
processo di eccitamento, spinge
all’azione per contattare
l’ambiente in un modo che
assicuri delle probabilità di
soddisfazione.
PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA
Il continuum dell’esperienza, o
ciclo del contatto, assume
rilevanza clinica quando si
verificano delle interruzioni
che possono collocarsi:
a) al livello della sensazione
(inibizione della percezione
sensoriale),
b) al livello della presa di
decisione (incapacità di
articolare ciò che si vuole),
c) al livello motorio
(riluttanza all’azione o, al
contrario, agire troppo
velocemente),
d) al livello della riflessione
(scarso apprendimento
dall’esperienza).
PRINCIPI METODOLOGICI: IL QUI ED ORA
La psicoterapia della Gestalt
privilegia il momento attuale e
lavora con i dati presenti nel qui
ed ora della relazione terapeutica
Di fronte ad un comportamento
caratteristico del cliente che si
manifesta nel corso della seduta,
il terapeuta della Gestalt orienta
l’esplorazione sulle determinanti
attuali di quel comportamento,
più che sulle cause ‘storiche’
Il fatto che il cambiamento avvenga nel presente non
comporta però disinteresse per i meccanismi o le
circostanze che hanno indotto lo sviluppo di
specifici pattern di interazione.
Spesso è il cliente stesso a connettere il passato con il
presente, individuando i collegamenti tra il lavoro
terapeutico e le proprie precoci esperienze di vita
PRINCIPI METODOLOGICI: PRINCIPIO PARADOSSALE DEL CAMBIAMENTO
“il cambiamento avviene
quando uno diventa ciò che è,
non quando tenta di diventare ciò
che non è.
…ma si verifica se quella
persona si permette il
tempo e lo sforzo
[necessari] per essere ciò
che è, per essere
pienamente centrato nella
sua attuale posizione”
Il cambiamento non avviene
attraverso il tentativo coatto fatto
da una persona o da qualcun altro
di cambiare o di cambiarlo…
PRINCIPI METODOLOGICI: ESPERIMENTO
Un esperimento è un’azione o
un’operazione intrapresa al fine di
scoprire alcuni principi o effetti
sconosciuti o di testare, stabilire o
illustrare alcune verità sconosciute
proposte, prove pratiche, dimostrazioni”
L’esperimento non costituisce, di
per sé, il cambiamento ma ha lo
scopo di ampliare la
consapevolezza del cliente sulle
possibilità di modificazione che
può permettersi di intraprendere.
PRINCIPI METODOLOGICI: RELAZIONE AUTENTICA
È il bisogno fondamentale
di avere contatti umani
genuini
Rimanda al concetto buberiano di
‘Io-Tu’ (Buber 1923) che è a
fondamento del compito richiesto
allo psicoterapeuta della Gestalt
di considerare l’altro come una
persona e non come un oggetto,
PRINCIPI METODOLOGICI: LA DIAGNOSI
Il terapeuta raccoglie i dati di
osservazione e valuta i punti di
forza e di debolezza del cliente
nello strutturarsi del ciclo del
contatto, individuando la
traiettoria del lavoro
necessario e gli obiettivi
desiderati della terapia
la diagnosi non è l’apposizione
di un’etichetta o
l’individuazione di un disturbo
specifico piuttosto, la
descrizione di un processo e
l’identificazione di una
direzione da esplorare
LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
in innumerevoli occasioni, in
seduta abbiamo cominciato ad
introdurre tecniche derivate
direttamente dalle discipline
artistiche…
…e ad utilizzare veri e propri
mediatori artistici all’interno
delle sedute terapeutiche.
La Psicoterapia della Gestalt si
sviluppa durante la fioritura, in
ambito artistico,
dell’Espressionismo (Bocian,
2012)
Anche la sedia vuota (la
principale tecnica gestaltica)
deriva dalla nostra
frequentazione e
apprezzamento del teatro
LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
Loro sono Oliviero Rossi e
Anna Maria Acocella, hanno
creato la Gestalt Espressiva
LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
La psicoterapia della
Gestalt espressiva pone
una particolare enfasi
sulla stretta analogia
esistente tra la creatività
impiegata nel processo
artistico e quella
sprigionata nel processo
terapeutico.
Principalmente da questa
assunzione procede la
possibilità di mettere
concretamente a
disposizione del paziente
tecniche e mediatori che ne
facilitino l’espressione.
LA RELAZIONE GIOCABILE
Per giocabilità si intende
l’opportunità cognitiva,
emotiva e relazionale di
accogliere, contenendole,
tutte le istanze psichiche,
comprese quelle vissute
come troppo pericolose o
minacciose per poter
essere attuate nella
propria vita di relazione
Il gioco costruisce abilità
tanto quanto per giocare è
necessario poter attingere
alla proprie risorse
trasformandole in abilità.
La giocabilità coincide con
la possibilità di
sperimentare visioni
diverse rispetto al proprio
copione di vita, mettendo
in atto e verificando
possibilità esistenziali
nuove.
METODOLOGIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
L’utilizzo della
drammatizzazione o di
mediatori si configura
come un ‘esperimento’,
condotto attraverso una o
più tecniche riconducibili
all’enactment (messa in
atto)
Il role playing, la simulata,
la sedia vuota, la video e
fototerapia (Rossi, 2009), il
lavoro sul sogno, il lavoro
sul corpo, il lavoro con
mezzi artistici….
…possono rappresentare
mezzi importanti e,
talvolta, insostituibili per
l’espressione di sé e
l’esplorazione/sviluppo di
strategie di problem
solving guidate dal
pensiero creativo.
LA CREATIVITÀ NELLA REALAZIONE
La creatività è definita
anche come la capacità di
vedere nuove connessioni
fra i dati della realtà.
Nell’avventura esplorativa
delle possibilità diverse,
altre e alternative è possibile
immettere o lasciare
irrompere il nuovo nella
quotidianità del proprio
esistere.
Il processo terapeutico quando
accoglie la possibilità creativa
del paziente spezza la circolarità
ripetitiva nevrotica, offrendo la
possibilità di riorientare le
proprie scelte esistenziali in
direzioni diverse dal copione di
vita abituale.
Grazie per la
vostra attezione!!!
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istitutogestaltespressiva@gmail.com
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Psicotarapia della Gestalt Espressiva

  • 1. Scuola quadriennale di specializzazione in Psicoterapia della Gestalt Espressiva Sede di Perugia (Riconosciuta MIUR D. M. del 28/07/2014 pubblicato in G.U. n.193 del 21/08/2014) e sede di Roma (Riconosciuta MIUR D.M. del 23/05/2016 pubblicato in G.U. n. 143 del 21/06/2016) Direttore Scientifico Dott. Oliviero Rossi Direttore Didattico Dott.ssa Anna Maria Acocella Garante Scientifico Prof. Stefano Federici www.psicoterapiadellagestalt.it
  • 2. PSICOTERAPIA GESTALT ESPRESSIVA PRINCIPI TEORICI E METODOLOGICI www.psicoterapiadellagestalt.it
  • 3. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: UN PO’ DI STORIA Ciao, mi chiamo Fritz Perls! Oggi vi parlerò della Psicoterapia della Gestalt! Parleremo della storia della Gestalt, delle origini psicologiche,culturali e filosofiche Dei principi metodologici e infine… ….della Psicoterapia Gestaltica Espressiva
  • 4. UN PO’ DI STORIA Era un periodo culturalmente e artisticamente ricco! Io, mia moglie Laura e il mio amico e filosofo Paul Goodman abbiamo fondato la Psicoterapia della Gestalt negli anni 40’…. Nella filosofia si affacciavano l’ESISTENZIALISMO e LA FENOMENOLOGIA
  • 5. UN PO’ DI STORIA da un lato, mantenere viva l’idea rivoluzionaria freudiana dell’esistenza nell’individuo di spinte e motivazioni che ricadono al di fuori della consapevolezza cosciente Il nostro Intento era quello di integrare due esigenze: e, dall’altro lato, ricucire tale idea in un tessuto scientifico e culturale più ampio.
  • 6. UN PO’ DI STORIA La Gestalt è un approccio umanistico, la terza via tra la Psicoanalisi freudiana e il Comportamentismo
  • 7. PSICOTERAPIA UMANISTICA La Gestalt è una terapia umanistica: stimola lo sviluppo sia della consapevolezza del cliente sia delle sue capacità di giungere autonomamente a tale consapevolezza lo psicoterapeuta non è neutrale ma è attivamente e personalmente coinvolto con il cliente al fine di accrescerne la consapevolezza, la libertà, l’autonomia e la capacità di auto orientamento sottrae centralità ed importanza all’interpretazione dell’inconscio da parte dello psicoterapeuta.
  • 8. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI ma le abbiamo approcciate in modo differente Se l’interpretazione dei sogni e l’elaborazione del transfert e della coazione a ripetere sono considerati elementi centrali della prassi freudiana, non diversamente nella Psicoterapia della Gestalt si procede elaborando i sogni, la relazione tra cliente e terapeuta e i comportamenti ripetitivi. Io e Fritz abbiamo avuto diverse cose in comune
  • 9. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI i comportamenti ripetitivi sono considerati come tentativi di chiudere una situazione rimasta incompiuta (unfinished business) Nella Gestalt il transfert è visto come assenza di contatto e non come proiezione l’elaborazione del sogno è, prima di tutto, una possibilità per scoprire e sperimentare altre parti di sé… …e non l’occasione per l’emergere del rimosso.
  • 10. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI I punti di distacco tra la Gestalt e la Psicoanalisi: • il disconoscimento del primato della libido come realtà pulsionale primaria; • la centralità del presente rispetto all’esperienza passata; • il superamento della contrapposizione tra Es e SuperIo; • il passaggio dalla dimensione conscio/inconscio a quella di consapevolezza/inconsapevolezza; • il mutamento nella visione della relazione terapeutica, da una lettura in chiave transferale e interpretativa all’enfasi sugli aspetti di realtà e sulla qualità della interazione tra due soggettività.
  • 11. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT La Psicologia della Gestalt è una scuola psicologica fenomenologica che rivolge la sua attenzione all’esperienza percettiva. Secondo i gestaltisti, la percezione dipende dai pattern formati dagli stimoli e dall’organizzazione dell’esperienza.
  • 12. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT si fa risalire la nascita della Psicologia della Gestalt alla pubblicazione degli studi di Wertheimer sul fattore ‘phi’ (1912) al quale sarebbe da attribuire la percezione degli stimoli come configurazioni organizzate, continue e dotate di significato.
  • 13. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT Secondo la Gestalt quando qualsiasi configurazione si presenta incompleta o discontinua il percipiente tende a rappresentarsela intera e unitaria. I fattori che favoriscono l’unificazione sono: vicinanza, somiglianza, continuità di direzione, direzionalità e orientamento, chiusura, pregnanza e coerenza strutturale, articolazione senza resti ed esperienza passata.
  • 14. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT “Ciò che mi affascinava era l’approccio gestaltico. Per la prima volta si abbandonava la dissezione e si otteneva una prospettiva. E Kurt Goldstein fu il primo a rivoluzionare la neurologia, appunto a partire dalla psicologia della Gestalt” (Perls 1968, p. 19) Ma la Gestalt non era solo studi sulla percezione, ma anche sui fattori cognitivi ed emotivi!
  • 15. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT Fui assistente di Goldstein e da lui imparai che l’essere umano è caratterizzato da un unico vero istinto, che presiede tutti gli altri ed organizza l’intero comportamento: l’impulso all’auto realizzazione (Goldstein 1939) Il fine ultimo del comportamento umano non è ridurre la tensione ma interagire con l’ambiente e realizzare le proprie potenzialità.
  • 16. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT l’istinto di autorealizzazione è la tendenza creativa della natura umana, attraverso la quale l’individuo dispiega il suo potenziale e dà prova delle sue capacità nel mondo reale Secondo Goldstein, poi, qualsiasi comportamento umano coinvolge sempre l’organismo nella sua totalità e non singole parti di esso (Goldstein 1939, 1940)
  • 17. LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO Nella Teoria del Campo il mondo è considerato come una rete sistematica di relazioni, continua nel tempo, e non come un insieme di particelle discrete o dicotomiche
  • 18. Il campo è lo sfondo di una mappa rappresentazionale all’interno della quale emergono, di volta in volta, figure differenti ma salienti rispetto agli scopi dell’organismo: sono i bisogni ad organizzare il campo. LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO
  • 19. PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E RADICI FILOSOFICHE La PDG affonda le sue radici nell’approccio fenomenologico esistenziale: è un’integrazione tra la fenomenologia esistenziale di Edmund Husserl e la fenomenologia della Psicologia della Gestalt Nel processo fenomenologico operano tre regole fondamentali: 1) epoché: sospendere ogni speculazione sulla verità o falsità di una qualsiasi interpretazione della realtà; 2) descrizione: la realtà va descritta e non interpretata; 3) parità, evitare qualsiasi assunzione gerarchica in merito all’importanza relativa di ciò che viene descritto.
  • 20. PRINCIPI METODOLOGICI: LA FINALITÀ DELLA PDG La finalità generale della psicoterapia gestaltica coincide con la consapevolezza e l’ampliamento delle possibilità di scelta L’aumento della consapevolezza può avvenire quando si verificano alcuni presupposti: l’autoconoscenza, la conoscenza dell’ambiente, l’assunzione di responsabilità per le proprie scelte, l’auto-accettazione, la capacità di contatto.
  • 21. PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: PRINGIPI METODOLOGICI Le sei componenti metodologiche intrinseche alla terapia della Gestalt sono: (a) il continuum dell’esperienza, (b) il qui ed ora, (c) la teoria paradossale del cambiamento, (d) l’esperimento, (e) l’incontro autentico, (f) la diagnosi
  • 22. PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA Consiste in uno schema illustrativo dell’organizzazione ideale dell’esperienza. L’ho definita anche CICLO DEL CONTATTO Il processo del continuum è innescato da una sensazione che, raggiunto il livello della consapevolezza e attivato il processo di eccitamento, spinge all’azione per contattare l’ambiente in un modo che assicuri delle probabilità di soddisfazione.
  • 23. PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA Il continuum dell’esperienza, o ciclo del contatto, assume rilevanza clinica quando si verificano delle interruzioni che possono collocarsi: a) al livello della sensazione (inibizione della percezione sensoriale), b) al livello della presa di decisione (incapacità di articolare ciò che si vuole), c) al livello motorio (riluttanza all’azione o, al contrario, agire troppo velocemente), d) al livello della riflessione (scarso apprendimento dall’esperienza).
  • 24. PRINCIPI METODOLOGICI: IL QUI ED ORA La psicoterapia della Gestalt privilegia il momento attuale e lavora con i dati presenti nel qui ed ora della relazione terapeutica Di fronte ad un comportamento caratteristico del cliente che si manifesta nel corso della seduta, il terapeuta della Gestalt orienta l’esplorazione sulle determinanti attuali di quel comportamento, più che sulle cause ‘storiche’ Il fatto che il cambiamento avvenga nel presente non comporta però disinteresse per i meccanismi o le circostanze che hanno indotto lo sviluppo di specifici pattern di interazione. Spesso è il cliente stesso a connettere il passato con il presente, individuando i collegamenti tra il lavoro terapeutico e le proprie precoci esperienze di vita
  • 25. PRINCIPI METODOLOGICI: PRINCIPIO PARADOSSALE DEL CAMBIAMENTO “il cambiamento avviene quando uno diventa ciò che è, non quando tenta di diventare ciò che non è. …ma si verifica se quella persona si permette il tempo e lo sforzo [necessari] per essere ciò che è, per essere pienamente centrato nella sua attuale posizione” Il cambiamento non avviene attraverso il tentativo coatto fatto da una persona o da qualcun altro di cambiare o di cambiarlo…
  • 26. PRINCIPI METODOLOGICI: ESPERIMENTO Un esperimento è un’azione o un’operazione intrapresa al fine di scoprire alcuni principi o effetti sconosciuti o di testare, stabilire o illustrare alcune verità sconosciute proposte, prove pratiche, dimostrazioni” L’esperimento non costituisce, di per sé, il cambiamento ma ha lo scopo di ampliare la consapevolezza del cliente sulle possibilità di modificazione che può permettersi di intraprendere.
  • 27. PRINCIPI METODOLOGICI: RELAZIONE AUTENTICA È il bisogno fondamentale di avere contatti umani genuini Rimanda al concetto buberiano di ‘Io-Tu’ (Buber 1923) che è a fondamento del compito richiesto allo psicoterapeuta della Gestalt di considerare l’altro come una persona e non come un oggetto,
  • 28. PRINCIPI METODOLOGICI: LA DIAGNOSI Il terapeuta raccoglie i dati di osservazione e valuta i punti di forza e di debolezza del cliente nello strutturarsi del ciclo del contatto, individuando la traiettoria del lavoro necessario e gli obiettivi desiderati della terapia la diagnosi non è l’apposizione di un’etichetta o l’individuazione di un disturbo specifico piuttosto, la descrizione di un processo e l’identificazione di una direzione da esplorare
  • 29. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA in innumerevoli occasioni, in seduta abbiamo cominciato ad introdurre tecniche derivate direttamente dalle discipline artistiche… …e ad utilizzare veri e propri mediatori artistici all’interno delle sedute terapeutiche. La Psicoterapia della Gestalt si sviluppa durante la fioritura, in ambito artistico, dell’Espressionismo (Bocian, 2012) Anche la sedia vuota (la principale tecnica gestaltica) deriva dalla nostra frequentazione e apprezzamento del teatro
  • 30. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA Loro sono Oliviero Rossi e Anna Maria Acocella, hanno creato la Gestalt Espressiva
  • 31. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA La psicoterapia della Gestalt espressiva pone una particolare enfasi sulla stretta analogia esistente tra la creatività impiegata nel processo artistico e quella sprigionata nel processo terapeutico. Principalmente da questa assunzione procede la possibilità di mettere concretamente a disposizione del paziente tecniche e mediatori che ne facilitino l’espressione.
  • 32. LA RELAZIONE GIOCABILE Per giocabilità si intende l’opportunità cognitiva, emotiva e relazionale di accogliere, contenendole, tutte le istanze psichiche, comprese quelle vissute come troppo pericolose o minacciose per poter essere attuate nella propria vita di relazione Il gioco costruisce abilità tanto quanto per giocare è necessario poter attingere alla proprie risorse trasformandole in abilità. La giocabilità coincide con la possibilità di sperimentare visioni diverse rispetto al proprio copione di vita, mettendo in atto e verificando possibilità esistenziali nuove.
  • 33. METODOLOGIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA L’utilizzo della drammatizzazione o di mediatori si configura come un ‘esperimento’, condotto attraverso una o più tecniche riconducibili all’enactment (messa in atto) Il role playing, la simulata, la sedia vuota, la video e fototerapia (Rossi, 2009), il lavoro sul sogno, il lavoro sul corpo, il lavoro con mezzi artistici…. …possono rappresentare mezzi importanti e, talvolta, insostituibili per l’espressione di sé e l’esplorazione/sviluppo di strategie di problem solving guidate dal pensiero creativo.
  • 34. LA CREATIVITÀ NELLA REALAZIONE La creatività è definita anche come la capacità di vedere nuove connessioni fra i dati della realtà. Nell’avventura esplorativa delle possibilità diverse, altre e alternative è possibile immettere o lasciare irrompere il nuovo nella quotidianità del proprio esistere. Il processo terapeutico quando accoglie la possibilità creativa del paziente spezza la circolarità ripetitiva nevrotica, offrendo la possibilità di riorientare le proprie scelte esistenziali in direzioni diverse dal copione di vita abituale.
  • 35. Grazie per la vostra attezione!!! Per approfondimenti clicca su: http://www.psicoterapiadellagestalt.it/
  • 36. Contatti: https://www.psicoterapiadellagestalt.it istitutogestaltespressiva@gmail.com 06/3725626 Affiliato FISIG – Federazione Italiana Scuole ed Istituti di Gestalt CNSP – Coordinamento Nazionale Scuole Psicoterapia FeIG – Federazione Italiana Gestalt, Psicoterapia e Counselling ad orientamento fenomenologico esistenziale