1. Scuola quadriennale di specializzazione in Psicoterapia della
Gestalt Espressiva
Sede di Perugia (Riconosciuta MIUR D. M. del 28/07/2014 pubblicato in
G.U. n.193 del 21/08/2014) e sede di Roma (Riconosciuta MIUR D.M. del
23/05/2016 pubblicato in G.U. n. 143 del 21/06/2016)
Direttore Scientifico
Dott. Oliviero Rossi
Direttore Didattico
Dott.ssa Anna Maria Acocella
Garante Scientifico
Prof. Stefano Federici
www.psicoterapiadellagestalt.it
3. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: UN PO’ DI
STORIA
Ciao, mi chiamo Fritz Perls!
Oggi vi parlerò della
Psicoterapia della Gestalt!
Parleremo della storia della
Gestalt, delle origini
psicologiche,culturali e
filosofiche
Dei principi metodologici e
infine…
….della Psicoterapia
Gestaltica Espressiva
4. UN PO’ DI STORIA
Era un periodo
culturalmente e
artisticamente
ricco!
Io, mia moglie Laura e il
mio amico e filosofo Paul
Goodman abbiamo fondato
la Psicoterapia della
Gestalt negli anni 40’….
Nella filosofia si
affacciavano
l’ESISTENZIALISMO
e LA
FENOMENOLOGIA
5. UN PO’ DI STORIA
da un lato, mantenere viva
l’idea rivoluzionaria freudiana
dell’esistenza nell’individuo di
spinte e motivazioni che
ricadono al di fuori della
consapevolezza cosciente
Il nostro
Intento era
quello di
integrare
due
esigenze:
e, dall’altro lato,
ricucire tale idea in
un tessuto scientifico
e culturale più
ampio.
6. UN PO’ DI STORIA
La Gestalt è un
approccio umanistico, la
terza via tra la
Psicoanalisi freudiana e
il Comportamentismo
7. PSICOTERAPIA UMANISTICA
La Gestalt è una terapia
umanistica: stimola lo
sviluppo sia della
consapevolezza del cliente
sia delle sue capacità di
giungere autonomamente a
tale consapevolezza
lo psicoterapeuta non è
neutrale ma è attivamente
e personalmente coinvolto
con il cliente al fine di
accrescerne la
consapevolezza, la libertà,
l’autonomia e la capacità
di auto orientamento
sottrae centralità ed
importanza
all’interpretazione
dell’inconscio da parte
dello psicoterapeuta.
8. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
ma le abbiamo
approcciate in modo
differente
Se l’interpretazione dei sogni e l’elaborazione del transfert e della
coazione a ripetere sono considerati elementi centrali della prassi
freudiana, non diversamente nella Psicoterapia della Gestalt si
procede elaborando i sogni, la relazione tra cliente e terapeuta e i
comportamenti ripetitivi.
Io e Fritz abbiamo avuto
diverse cose in comune
9. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
i comportamenti ripetitivi
sono considerati come
tentativi di chiudere una
situazione rimasta
incompiuta (unfinished
business)
Nella Gestalt il
transfert è visto come
assenza di contatto e
non come proiezione
l’elaborazione del
sogno è, prima di
tutto, una possibilità
per scoprire e
sperimentare altre
parti di sé…
…e non l’occasione per
l’emergere del
rimosso.
10. LE RADICI: GESTALT E PSICOANALISI
I punti di distacco tra la Gestalt e la Psicoanalisi:
• il disconoscimento del primato della libido come realtà pulsionale
primaria;
• la centralità del presente rispetto all’esperienza passata;
• il superamento della contrapposizione tra Es e SuperIo;
• il passaggio dalla dimensione conscio/inconscio a quella di
consapevolezza/inconsapevolezza;
• il mutamento nella visione della relazione terapeutica, da una
lettura in chiave transferale e interpretativa all’enfasi sugli aspetti
di realtà e sulla qualità della interazione tra due soggettività.
11. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
La Psicologia della
Gestalt è una scuola
psicologica
fenomenologica che
rivolge la sua attenzione
all’esperienza percettiva.
Secondo i gestaltisti, la
percezione dipende dai
pattern formati dagli
stimoli e
dall’organizzazione
dell’esperienza.
12. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
si fa risalire la nascita
della Psicologia della
Gestalt alla
pubblicazione degli studi
di Wertheimer sul fattore
‘phi’ (1912) al quale
sarebbe da attribuire la
percezione degli stimoli
come configurazioni
organizzate, continue e
dotate di significato.
13. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
Secondo la Gestalt quando qualsiasi configurazione
si presenta incompleta o discontinua il percipiente
tende a rappresentarsela intera e unitaria.
I fattori che favoriscono l’unificazione sono:
vicinanza, somiglianza, continuità di direzione,
direzionalità e orientamento, chiusura, pregnanza e
coerenza strutturale, articolazione senza resti ed
esperienza passata.
14. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
“Ciò che mi affascinava era
l’approccio gestaltico. Per la
prima volta si abbandonava la
dissezione e si otteneva una
prospettiva. E Kurt Goldstein
fu il primo a rivoluzionare la
neurologia, appunto a partire
dalla psicologia della Gestalt”
(Perls 1968, p. 19)
Ma la Gestalt non era solo studi
sulla percezione, ma anche sui
fattori cognitivi ed emotivi!
15. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
Fui assistente di
Goldstein e da lui
imparai che
l’essere umano è
caratterizzato da
un unico vero
istinto, che
presiede tutti gli
altri ed organizza
l’intero
comportamento:
l’impulso all’auto
realizzazione
(Goldstein 1939)
Il fine ultimo
del
comportamento
umano non è
ridurre la
tensione ma
interagire con
l’ambiente e
realizzare le
proprie
potenzialità.
16. LE RADICI: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E PSICOLOGIA DELLA GESTALT
l’istinto di autorealizzazione è la
tendenza creativa della natura
umana, attraverso la quale
l’individuo dispiega il suo
potenziale e dà prova delle sue
capacità nel mondo reale
Secondo Goldstein, poi, qualsiasi
comportamento umano coinvolge
sempre l’organismo nella sua
totalità e non singole parti di esso
(Goldstein 1939, 1940)
17. LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO
Nella Teoria del Campo il mondo è considerato come una
rete sistematica di relazioni, continua nel tempo, e non
come un insieme di particelle discrete o dicotomiche
18. Il campo è lo sfondo di una mappa rappresentazionale
all’interno della quale emergono, di volta in volta, figure
differenti ma salienti rispetto agli scopi dell’organismo:
sono i bisogni ad organizzare il campo.
LE RADICI: TEORIA DEL CAMPO
19. PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E RADICI FILOSOFICHE
La PDG affonda le sue radici
nell’approccio fenomenologico
esistenziale: è un’integrazione tra la
fenomenologia esistenziale di
Edmund Husserl e la fenomenologia
della Psicologia della Gestalt
Nel processo fenomenologico operano tre
regole fondamentali:
1) epoché: sospendere ogni speculazione
sulla verità o falsità di una qualsiasi
interpretazione della realtà;
2) descrizione: la realtà va descritta e
non interpretata;
3) parità, evitare qualsiasi assunzione
gerarchica in merito all’importanza
relativa di ciò che viene descritto.
20. PRINCIPI METODOLOGICI: LA FINALITÀ DELLA PDG
La finalità generale della
psicoterapia gestaltica coincide
con la consapevolezza e
l’ampliamento delle possibilità di
scelta
L’aumento della consapevolezza
può avvenire quando si
verificano alcuni presupposti:
l’autoconoscenza, la conoscenza
dell’ambiente, l’assunzione di
responsabilità per le proprie
scelte, l’auto-accettazione, la
capacità di contatto.
21. PSICOTERAPIA DELLA GESTALT: PRINGIPI METODOLOGICI
Le sei componenti metodologiche
intrinseche alla terapia della Gestalt
sono: (a) il continuum
dell’esperienza, (b) il qui ed ora, (c)
la teoria paradossale del
cambiamento, (d) l’esperimento, (e)
l’incontro autentico, (f) la diagnosi
22. PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA
Consiste in uno schema
illustrativo
dell’organizzazione ideale
dell’esperienza. L’ho
definita anche CICLO
DEL CONTATTO
Il processo del continuum è
innescato da una sensazione
che, raggiunto il livello della
consapevolezza e attivato il
processo di eccitamento, spinge
all’azione per contattare
l’ambiente in un modo che
assicuri delle probabilità di
soddisfazione.
23. PRINCIPI METODOLOGICI: IL CONTINUUM DELL’ESPERIENZA
Il continuum dell’esperienza, o
ciclo del contatto, assume
rilevanza clinica quando si
verificano delle interruzioni
che possono collocarsi:
a) al livello della sensazione
(inibizione della percezione
sensoriale),
b) al livello della presa di
decisione (incapacità di
articolare ciò che si vuole),
c) al livello motorio
(riluttanza all’azione o, al
contrario, agire troppo
velocemente),
d) al livello della riflessione
(scarso apprendimento
dall’esperienza).
24. PRINCIPI METODOLOGICI: IL QUI ED ORA
La psicoterapia della Gestalt
privilegia il momento attuale e
lavora con i dati presenti nel qui
ed ora della relazione terapeutica
Di fronte ad un comportamento
caratteristico del cliente che si
manifesta nel corso della seduta,
il terapeuta della Gestalt orienta
l’esplorazione sulle determinanti
attuali di quel comportamento,
più che sulle cause ‘storiche’
Il fatto che il cambiamento avvenga nel presente non
comporta però disinteresse per i meccanismi o le
circostanze che hanno indotto lo sviluppo di
specifici pattern di interazione.
Spesso è il cliente stesso a connettere il passato con il
presente, individuando i collegamenti tra il lavoro
terapeutico e le proprie precoci esperienze di vita
25. PRINCIPI METODOLOGICI: PRINCIPIO PARADOSSALE DEL CAMBIAMENTO
“il cambiamento avviene
quando uno diventa ciò che è,
non quando tenta di diventare ciò
che non è.
…ma si verifica se quella
persona si permette il
tempo e lo sforzo
[necessari] per essere ciò
che è, per essere
pienamente centrato nella
sua attuale posizione”
Il cambiamento non avviene
attraverso il tentativo coatto fatto
da una persona o da qualcun altro
di cambiare o di cambiarlo…
26. PRINCIPI METODOLOGICI: ESPERIMENTO
Un esperimento è un’azione o
un’operazione intrapresa al fine di
scoprire alcuni principi o effetti
sconosciuti o di testare, stabilire o
illustrare alcune verità sconosciute
proposte, prove pratiche, dimostrazioni”
L’esperimento non costituisce, di
per sé, il cambiamento ma ha lo
scopo di ampliare la
consapevolezza del cliente sulle
possibilità di modificazione che
può permettersi di intraprendere.
27. PRINCIPI METODOLOGICI: RELAZIONE AUTENTICA
È il bisogno fondamentale
di avere contatti umani
genuini
Rimanda al concetto buberiano di
‘Io-Tu’ (Buber 1923) che è a
fondamento del compito richiesto
allo psicoterapeuta della Gestalt
di considerare l’altro come una
persona e non come un oggetto,
28. PRINCIPI METODOLOGICI: LA DIAGNOSI
Il terapeuta raccoglie i dati di
osservazione e valuta i punti di
forza e di debolezza del cliente
nello strutturarsi del ciclo del
contatto, individuando la
traiettoria del lavoro
necessario e gli obiettivi
desiderati della terapia
la diagnosi non è l’apposizione
di un’etichetta o
l’individuazione di un disturbo
specifico piuttosto, la
descrizione di un processo e
l’identificazione di una
direzione da esplorare
29. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
in innumerevoli occasioni, in
seduta abbiamo cominciato ad
introdurre tecniche derivate
direttamente dalle discipline
artistiche…
…e ad utilizzare veri e propri
mediatori artistici all’interno
delle sedute terapeutiche.
La Psicoterapia della Gestalt si
sviluppa durante la fioritura, in
ambito artistico,
dell’Espressionismo (Bocian,
2012)
Anche la sedia vuota (la
principale tecnica gestaltica)
deriva dalla nostra
frequentazione e
apprezzamento del teatro
30. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
Loro sono Oliviero Rossi e
Anna Maria Acocella, hanno
creato la Gestalt Espressiva
31. LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
La psicoterapia della
Gestalt espressiva pone
una particolare enfasi
sulla stretta analogia
esistente tra la creatività
impiegata nel processo
artistico e quella
sprigionata nel processo
terapeutico.
Principalmente da questa
assunzione procede la
possibilità di mettere
concretamente a
disposizione del paziente
tecniche e mediatori che ne
facilitino l’espressione.
32. LA RELAZIONE GIOCABILE
Per giocabilità si intende
l’opportunità cognitiva,
emotiva e relazionale di
accogliere, contenendole,
tutte le istanze psichiche,
comprese quelle vissute
come troppo pericolose o
minacciose per poter
essere attuate nella
propria vita di relazione
Il gioco costruisce abilità
tanto quanto per giocare è
necessario poter attingere
alla proprie risorse
trasformandole in abilità.
La giocabilità coincide con
la possibilità di
sperimentare visioni
diverse rispetto al proprio
copione di vita, mettendo
in atto e verificando
possibilità esistenziali
nuove.
33. METODOLOGIA DELLA GESTALT ESPRESSIVA
L’utilizzo della
drammatizzazione o di
mediatori si configura
come un ‘esperimento’,
condotto attraverso una o
più tecniche riconducibili
all’enactment (messa in
atto)
Il role playing, la simulata,
la sedia vuota, la video e
fototerapia (Rossi, 2009), il
lavoro sul sogno, il lavoro
sul corpo, il lavoro con
mezzi artistici….
…possono rappresentare
mezzi importanti e,
talvolta, insostituibili per
l’espressione di sé e
l’esplorazione/sviluppo di
strategie di problem
solving guidate dal
pensiero creativo.
34. LA CREATIVITÀ NELLA REALAZIONE
La creatività è definita
anche come la capacità di
vedere nuove connessioni
fra i dati della realtà.
Nell’avventura esplorativa
delle possibilità diverse,
altre e alternative è possibile
immettere o lasciare
irrompere il nuovo nella
quotidianità del proprio
esistere.
Il processo terapeutico quando
accoglie la possibilità creativa
del paziente spezza la circolarità
ripetitiva nevrotica, offrendo la
possibilità di riorientare le
proprie scelte esistenziali in
direzioni diverse dal copione di
vita abituale.
35. Grazie per la
vostra attezione!!!
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