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Alimentazione e integrazione dello sportivo

L’atleta, anche ad alti livelli, ha le stesse
esigenze nutrizionali richieste dall’individuo
sano non impegnato a livello agonistico, tranne
che per le richieste energetiche.
Il metabolismo basale dello sportivo risulta
lievemente aumentato per il maggior sviluppo
della massa muscolare.
Si ricorda che nella dieta dello sportivo non
sono assolutamente necessari né alimenti
particolari, né integratori speciali, a meno che
non intervengano richieste eccezionali
Alimentazione e integrazione dello sportivo
Non esistono alimenti particolari capaci di migliorare la
preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive
abitudini alimentari che condizionano l’efficienza metabolica e il
rendimento fisico ed atletico.
            Non esiste alcun alimento miracoloso capace di
            trasformare un brocco……




                                     ………in un campione
Alimentazione e integrazione dello sportivo
Il menù dell'atleta deve essere:
- Equilibrato
- Adeguato
- Completo
- Digeribile




                           Non è corretto proporre schemi dietetici rigidi
                           da adattare genericamente a tutte le discipline
                           sportive, è più corretto educare gli atleti a
                           gestire la propria alimentazione in modo sano,
                           insegnando loro che una corretta alimentazione è
                           alla base del benessere psico-fisico, premessa
                           indispensabile per il raggiungimento della migliore
                           performance!
Alimentazione e integrazione dello sportivo
                   Alimentazione deve essere adeguata
L’alimentazione è adeguata quando la quantità di
E assunta eguaglia quella consumata (M.B. + E
indispensabile per le comuni attività giornaliere
di lavoro e di vita + E necessaria per l’attività
fisica).
Non tutti gli atleti hanno fabbisogni energetici
elevati, ciò può esser vero in alcuni sport
particolarmente faticosi (canottaggio, nuoto,
basket, calcio…), altrettanto non si può dire per
altre discipline sportive dove l’impegno per
l’allenamento e per la gara risulta molto
contenuto (discipline del tiro, equitazione,
ginnastica artistica e ritmica…)


  Fabbisogno energetico giornaliero:
  Canottaggio: 5000-6000 Kcal
  Ginnastica artistica femminile: 1200-2000 Kcal
Alimentazione deve essere adeguata
Di solito chi pratica uno sport si allena
in media 2-3 volte a settimana , per una
durata massima di 2 ore circa.
Un'attività fisica di questa entità non
comporta quasi mai un fabbisogno
energetico aggiuntivo,nè tantomeno
richiede particolari aggiustamenti della
razione alimentare. Nel caso in cui le
entrate siano sistematicamente
superiori alle uscite si può ingrassare
anche in periodo di pieno allenamento.

                                    Ad esempio, una lezione di nuoto (40 minuti)
                                    comporta un consumo calorico medio di 160 Kcal.
                                    Il successivo appuntamento al bar ( 1 toast =
                                    270 Kcal + 200 ml di succo di frutta = 112 Kcal +
                                    un quadratino di cioccolata = 110 Kcal) assicura
                                    492 Kcal. Ad ogni nuotata, si guadagnano 332
                                    Kcal e al termine della stagione sportiva il peso
                                    può aumentare di 3 Kg.
Alimentazione deve essere completa ed equilibrata
L’alimentazione è completa quando fornisce il
giusto apporto di carboidrati, proteine, grassi,
minerali e vitamine.
Oltre ad essere completa, deve essere
equilibrata, cioè i nutrienti devono essere
giustamente ripartiti, con le giuste percentuali
                           RIPARTIZIONE NUTRIENTI:

                   - 55-60% Carboidrati (80% carboidrati
                     complessi, 20% carboidrati semplici)
                   - 25-30% Grassi (alimenti e condimenti)
                   - 15% Proteine (sia animali che vegetali)

                                       Nello sportivo assume grande importanza
L’alimentazione dello sportivo deve    l’apporto idrico per sopperire alle perdite dei
essere varia, cioè ricca di alimenti   liquidi: l’apporto idrico deve essere distribuito
diversi: pane, pasta, carne, pesce,    durante tutto l’arco della giornata , durante
uova, formaggi, frutta e verdura.      l’allenamento (anche bevande ipotoniche per
                                       permettere un assorbimento intestinale più
                                       veloce e quindi un più veloce ripristino)
Ripartizione dei nutrienti


Le proteine necessarie ad un atleta            PROTEINE
aumentano da 0,8-0,9 g/kg/die (quantità
ideale per un individuo sedentario) a 2-2,5
g/kg/die (15-17% delle calorie totali)

Tale aumento è giustificato perché in chi
pratica sport:
- C’è un aumento della massa magra
- Durante l’allenamento si consumano anche
  proteine
- Il turn over proteico è maggiore in un
  atleta rispetto ad un individuo sedentario
  perché la massa magra è maggiore
- L’allenamento in sé aumenta di per sé il
  turn over
Ripartizione dei nutrienti               PROTEINE

Bisogna ricordare che:

- Il muscolo si ingrossa quando le fibre
  muscolari aumentano di volume
- L’ipertrofia avviene se c’è la sintesi di
  nuove proteine
- L’allenamento stimola l’ipertrofia
- La sintesi di nuove proteine può avvenire
  solo se sono disponibili gli AA
- Non esistono depositi di AA nel corpo
- Se non si prendono a sufficienza tutte le
  proteine in un solo pasto, è possibile che
  non si disponga a sufficienza di tutti gli
  AA per la sintesi di nuove proteine
- E’ possibile monitorare l’aumento della
  massa magra mediante misurazioni BIA.
Ripartizione dei nutrienti                              PROTEINE
Per costruire le proprie proteine ciascun essere vivente necessita di 20 aminoacidi, di cui
12 sono sintetizzati dall'organismo, gli altri 8:

   fenilalanina, isoleucina, lisina, leucina, metionina, treonina, triptofano e valina

detti "aminoacidi essenziali" devono invece essere introdotti dall'esterno con gli
alimenti, in quanto non possono essere biosintetizzati direttamente da un organismo.
Gli alimenti che contengono proteine, potrebbero non contenere tutti gli aminoacidi
essenziali e sono denominati "proteici incompleti" . Se l'alimento contiene anche tutti gli
aminoacidi essenziali, si afferma che contiene "proteine nobili" e l'alimento viene
definito "proteico completo".
Sono denominate proteine nobili, o proteine ad alto valore biologico, quelle che
contengono tutti gli aminoacidi, compresa una buona percentuale di quelli essenziali.
Alcuni alimenti e principalmente quelli provenienti da alimenti di origine animale, come
carne, uova, latte e derivati, pesce, appartengono al gruppo delle proteine nobili
contenendole e sono considerati proteici completi.
la maggior parte degli alimenti di origine vegetale, come riso, legumi, cereali, verdura,
frutta. hanno minor valore biologico avendo basso contenuto di proteine e mancando di
aminoacidi essenziali e sono proteici incompleti. Ad esempio i Legumi sono carenti in
metionina, i Cereali: hanno carenza di lisina.
Per sintetizzare correttamente le proteine, l'organismo necessita della presenza
simultanea di tutti gli aminoacidi essenziali e nei giusti rapporti di proporzione
I carboidrati vanno consumati in quantità         CARBOIDRATI
superiore nell’atleta rispetto al sedentario
(fino all’80% dell’energia totale) sia nei gg
che nel pasto precedenti la gara.
I muscoli possono utilizzare, come fonte di
E, sia i carboidrati che i grassi.
Le molecole di glucosio, all’interno del
muscolo, sono polimerizzate a formare
glicogeno, molecola utilizzata per
immagazzinare in modo efficiente (molte
molecole in poco spazio) la più importante
fonte di E, il glucosio.
I muscoli contengono, mediamente, una
quantità di glicogeno pari a 500 g, pari a
2000 kcal, sufficienti ad un soggetto di 70
kg per percorrere circa 30 km di corsa.
Quando i muscoli hanno bisogno di glucosio,
smontano il glicogeno, infatti dopo un’attività
fisica, le scorte di glicogeno vanno
ripristinate con l’alimentazione mediante
assunzione di carboidrati ad alto indice
glicemico che comportano un’iperproduzione
di insulina che fa entrare glucosio nel
muscolo per la sintesi di glicogeno.
I lipidi rappresentano la forma di E per lavori
a bassa intensità.                                 LIPIDI
Durante la camminata, la maggior parte
dell'energia è ottenuta dai grassi: in questo
modo l'organismo è in grado di risparmiare la
fonte di energia più efficiente data dagli
zuccheri.
Purtroppo però la velocità di produzione
dell'energia utilizzando i lipidi è inferiore
rispetto al glucosio, quindi quando le richieste
aumentano (per esempio quando si passa dalla
camminata alla corsa o dalla corsa lenta a
quella veloce) il consumo di grassi diminuisce
fino quasi ad annullarsi
Inoltre, in assenza di carboidrati l'organismo
non è in grado di consumare i grassi, dunque
una volta che il glicogeno muscolare è
esaurito, rimane solamente la possibilità di
consumare le proteine, con un meccanismo
molto lento che fa crollare la prestazione .
L’attività sportiva attiva enzimi adibiti al
metabolismo dei grassi: ecco perché che fa
pratica sportiva metabolizza meglio i grassi
rispetto a chi fa vita sedentaria..
Ripartizione dei nutrienti                        LIPIDI

La quota lipidica dovrebbe corrispondere al
25-30% delle calorie totali.
Questa quota andrà poi gradualmente
aumentata negli sport di durata superiore ai
30 minuti, perché l’attività fisica intensa e
prolungata conduce ad un incremento
dell’utilizzazione dei grassi
I grassi introdotti con la dieta devono essere
di buona qualità: vanno limitati i grassi animali
che innalzano colesterolo LDL e trigliceridi,
anche se l’attività fisica determina un
miglioramento del quadro lipidemico                 La scelta giusta ricade
                                                    sicuramente sull’olio
(riduzione dei trigliceridi e aumento del
                                                    extravergine di oliva che
colesterolo HDL).                                   contiene acido oleico, acido
Sono da preferire i gli oli vegetali ricchi di      grasso monoinsaturo, e Vitamina
acidi grassi polinsaturi, i quali agiscono          E protettiva nei confronti dei
favorevolmente sui livelli del colesterolo ma       Radicali Liberi e dal loro
possono subire l’attacco dei radicali liberi        eventuale attacco.
con conseguente perossidazione.
Radicali Liberi
Un grosso problema che si pone nell’alimentazione dell’atleta è quello di limitare la formazione
dei Radicali Liberi.
Un radicale libero è una molecola o un atomo particolarmente reattivo che contiene
almeno un elettrone spaiato nel suo orbitale più esterno.
A causa di questa caratteristica chimica i radicali liberi sono altamente instabili e
cercano di tornare all'equilibrio rubando all'atomo vicino l'elettrone necessario per
pareggiare la propria carica elettromagnetica.
Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a
catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari.
I radicali liberi più conosciuti sono quelli a contenuto d'ossigeno (ROS da Reacting Oxygen
Species) come l'anione superossido (O2-) ed il perossido d'idrogeno (H2O2). In presenza
di metalli di transizione liberi (soprattutto ferro e rame) questi danno origine al radicale
ossidrile (OH-), particolarmente tossico e responsabile della perossidazione lipidica.
Radicali Liberi
La produzione di radicali liberi è
un evento fisiologico e si
verifica normalmente nelle
reazioni biochimiche cellulari,
soprattutto in quelle che
utilizzano ossigeno per produrre
energia. Gli stessi radicali liberi
possono essere prodotti anche a
causa di fattori esterni.
Fattori responsabili della produzione di radicali liberi

                                    FATTORI AMBIENTALI

                                         Inquinamento

                        Droghe, fumo attivo e passivo, alcol e farmaci

                           Raggi ultravioletti e radiazioni ionizzanti

                     Stress psicofisico prolungato (attività fisica intensa)


Alcuni additivi e sostanze tossiche presenti negli alimenti o sviluppate durante la loro cottura


                                     FATTORI ENDOGENI


            Trasporto di elettroni nei mitocondri (produzione aerobica di energia)


                        B-ossidazione (metabolismo degli acidi grassi)


      Reazioni del citocromo P450 (metabolizzazione di farmaci, sostanze tossiche ecc.)


                    Attività delle cellule fagocitarie (sistema immunitario)
Radicali Liberi
Una volta prodotti, i Radicali Liberi, come mine vaganti, attaccano ogni substrato
cellulare al fine di strappare l’elettrone mancante e raggiungere la stabilità:
attaccano i lipidi (perossidazione lipidica), modificano e a volte inattivano proteine
enzimatiche, provocano lesioni del DNA e degradano le proteine.
Questa cascata di eventi a livello cellulare si ripercuote sull’intero organismo
provocando patologie gravissime (patologie da stress ossidativo).
Radicali Liberi
La produzione di radicali liberi è un evento fisiologico e si verifica normalmente nelle
reazioni biochimiche cellulari, soprattutto in quelle che utilizzano ossigeno per produrre
energia.

Proprio per la loro estrema tossicità giocano un ruolo importantissimo nel combattere le
infezioni virali e batteriche.

Si formano in vari distretti cellulari, soprattutto nei mitocondri durante la respirazione
cellulare: si calcola che circa l’1-4% dell’ossigeno destinato alla produzione di ATP, porti
alla formazione di Radicali Liberi.
Dato che non è possibile impedirne la              Sistema antiradicalico
formazione, il nostro organismo ha elaborato            enzimatico
un proprio sistema di difese in grado di
neutralizzare buona parte degli effetti
negativi associati alla produzione di radicali
liberi.

Sistema antisossidante enzimatico:

la Superossidodismutasi (SOD) converte
l'anione superossido in perossido di idrogeno
(acqua ossigenata). Quest'ultima molecola è
particolarmente dannosa per le cellule poiché,
in presenza di ferro, libera il radicale
ossidrile che risulta particolarmente lesivo e
difficile da controllare.
Il nostro organismo, fortunatamente, possiede
un enzima in grado di impedire tale processo.
Questa proteina, chiamata catalasi (CAT) è
infatti in grado di convertire il perossido di
idrogeno in acqua ed ossigeno.

Il glutatione (GLU), infine, può agire da solo o
diventare il substrato di vari enzimi come la
glutatione perossidasi (GPX) ed agire in modo
analogo alla catalasi
Sport e Radicali Liberi
Durante il metabolismo energetico la maggior parte dell'ossigeno si combina con gli ioni H+
per formare acqua. Una piccola percentuale di O2, normalmente compresa tra il 2 ed il 5%,
sfugge a questo processo e contribuisce alla formazione dei radicali liberi.
Durante un esercizio fisico il consumo di ossigeno può aumentare fino a 20 volte rispetto
alla condizione di riposo; in particolare nei muscoli in attività tale incremento può essere
addirittura 100 volte superiore. Se da un lato l'aumentato flusso di ossigeno è
fondamentale per soddisfare le richieste energetiche, dall'altro fa crescere
notevolmente anche la produzione di agenti ossidanti. La quantità di radicali liberi prodotti
durante uno sforzo è direttamente proporzionale alla durata e all'intensità dell'esercizio
ed inversamente proporzionale al grado di allenamento di chi lo pratica. Il
condizionamento fisico migliora infatti la capacità antiossidante dell'organismo e consente
agli atleti allenati di contrastare con maggiore efficienza i radicali liberi prodotti.
Può comunque succedere che, per il scarso grado di preparazione fisica o per l'eccessiva
intensità e frequenza di allenamento, la produzione di radicali liberi finisca col superare le
capacità di difesa dell'organismo.
Sport e Radicali Liberi
Nel soggetto non allenato sottoposto ad un intenso sforzo fisico l'eccessiva
produzione di agenti ossidanti causa un danno diretto alla cellula muscolare e
contribuisce alla comparsa del classico indolenzimento muscolare post-
allenamento.
Tuttavia la pratica sportiva regolare induce un aumento delle difese endogene
contro i radicali liberi.
Ciò spiega come mai gli sportivi appaiano generalmente più giovani ed in forma
rispetto ai coetanei sedentari.
Qualora l’atleta, invece,fosse in uno stato di stress ossidativo, un’integrazione
con antiossidanti diventerebbe consigliabile, con contemporaneo monitoraggio
dello Stress Ox.
Sport e Radicali Liberi: dosaggio dei Radicali Liberi
Il d-RomTest è un esame diagnostico che si effettua su prelievo capillare (un prelievo dal
polpastrello del dito della mano): valuta la quantità di Radicali Liberi circolanti.
Il valore normale, non patologico, dei Radicali Liberi è compreso fra 250 – 300 U-CARR.
Valori superiori a 300 U-CARR indicano uno STRESS OSSIDATIVO!
Il d-Rom Test è un esame spettrofotometrico che consente
di determinare la concentrazoone degli idroperossidi
(ROOH) presenti nel siero.
ROM = Reactive Oxygen Metabolites.
Attraverso il d-RomTest gli idroperossidi, dopo aver reagito
con un cromogeno, sviluppano un derivato colorato (dal rosa
al rosso) rilevabile spettrofotometricamente.
Il principio è quello della reazione di Fenton:


        ROOH+Fe2+  RO*+OH-+Fe3+
        ROOH+Fe3+  ROO*+H++ Fe2+

                                 Radicale idroperossilico
            Fe   2+   Fe 3+
                                          Radicale alcossilico
   2 ROOH              RO* + ROO*
Sport e Radicali Liberi:
                   dosaggio dei Radicali Liberi
Nel d-Rom Test gli idroperossidi del siero vengono messi nelle condizioni previste da Fenton
per generare in vitro radicali idroperossilici ed alcossilici.

In pratica un’aliquota di siero viene diluita in una soluzione tampone a pH 4,8. In queste
condizioni il Fe ionico dapprima legato alle sieroproteine, si libera, catalizzando la scissione
degli idroperossidi presenti nel campione.
A questa soluzione viene aggiunto un cromogeno (N,N-dietil-parafenilendiammina) che si
lascia ossidare dai radicali idroperossilici e alcossilici, trasformandosi in una sostanza
cationica colorata che può essere letta a 505 o 546 nm.
La concentrazione del complesso colorato è direttamente proporzionale alla quantità di
idroperossidi del campione!


          ROOH + Fe2+  RO* + OH-+ Fe3+
          RO* + A-NH2  RO- + [A-NH2*]+
                                                               I risultati del d-Roms Test
                                                               vengono espressi in U-CARR
          ROOH + Fe3+  ROO* + H++ Fe2+                             (Unità Carratelli)

         ROO* + A-NH2  ROO- + [A-NH2*]+                      1 U CARR = 0.08 mg H2O2/dl)
D-Roms Test: interpretazione dei dati

IDROPEROSSIDI IDROPEROSSIDI Stress Ossidativo
   (U-CARR)     (mg H2O2/dl)    (gravità)
  300 – 320          24,08 – 25,60              Border-line

  321 – 340          25,68 – 27,20                 Lieve

  341 – 400          27,28 – 32,00                 Medio

  401 – 500          32,08 – 40,00                Elevato

    > 500                > 40,00                Elevatissimo

              Range normale: 250 – 300 U-CARR
              1 U-CARR = 0,08 mg/dl (H2O2)
Valutazione della composizione corporea di un atleta



                                     Misurazioni bioimpedenziometriche
                                                     BIA

La Bioimpedenziometria (BIA) è una tecnica che permette di valutare la
composizione corporea di un soggetto.
E’ una metodica assolutamente indolore e non invasiva che utilizza la
proprietà che hanno i tessuti di offrire una diversa resistenza al
passaggio di una bassissima corrente elettrica.
Si basa sul principio che diverse tipologie di tessuto esprimono una
conduttività elettrica specifica, tale da renderle riconoscibili.
In particolare: il tessuto adiposo offre un' alta resistenza al passaggio
elettrico, mentre il tessuto muscolare, notoriamente buon conduttore, una
bassa.
La misura viene effettuata posizionando due coppie di elettrodi: una
coppia sulla mano e l’altra coppia sul dorso del piede del soggetto; gli
elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di
misurazione. Si fa passare una corrente assolutamente impercettibile
attraverso gli elettrodi, questa corrente, viaggiando lungo il corpo,
incontrerà resistenze diverse a seconda dei vari distretti corporei: lo
strumento elaborerà queste resistenze e le trasformerà in dati clinici.
Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA
Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA

La BIOIMPEDENZIOMETRIA ci permette di misurare:

Massa Magra (FFM)
Massa Cellulare Attiva (ATM)
Massa Extracellulare Inattiva (ECM)
Massa Grassa (FM)
Acqua Corporea Totale (TBW)
Acqua Intracellulare (ICW)
Acqua Extracellulare (ECW)
Metabolismo Basale
Indice di Massa Corporea (BMI)
Indice di massa corporea (BMI)

   BMI = PESO (Kg) / ALTEZZA (m2)


      > 40                Grave obeso
      30-40               Obeso
      25-30               Sovrappeso
      18,5-25             Normale
      < 18,5              Magro


   Il BMI ha un valore assolutamente indicativo!
Facciamo un esempio di calcolo del BMI:
Un uomo alto 1,70 che pesa 90 kg che BMI avrà?


          BMI = PESO (Kg) / ALTEZZA (m2)

       BMI = 90 kg / (1,7 m X 1,7 m)2 = 32,8



> 40            Grave obeso
30-40           Obeso
25-30           Sovrappeso
18,5-25         Normale
< 18,5          Magro
Vantaggi di una dieta personalizzata (misurazioni BIA)

Il parametro BMI, pur essendo molto utile nella pratica ambulatoriale per la sua
semplicità, dà una valutazione alquanto approssimativa del reale contenuto di
adipe del soggetto in esame, in quanto è in grado di valutare solo la massa totale,
mentre il peso corporeo è condizionato non solo dalla massa grassa, ma anche
dalla massa magra.
Per es. un atleta e un impiegato di pari peso e altezza avranno lo stesso BMI, ma
sicuramente una diversa composizione corporea: il primo potrebbe avere una
prevalenza della massa magra, il secondo una prevalenza della massa grassa; il
primo non avrà bisogno di una dieta, il secondo sì!!
Per fare una corretta dieta sportiva e controllare gli effetti che questa ha
sull’atleta occorre conoscere la composizione corporea, in modo da valutare
l’ipertrofia muscolare, la ritenzione idrica e la costituzione scheletrica.
Le misurazioni Bioimpedenziometriche (BIA) servono proprio a questo: fanno un
vero e proprio check-up della composizione corporea, utile non solo in fase
diagnostica iniziale, ma anche per controllare gli effetti della dieta sui vari
distretti corporei
BIA nella pratica sportiva
Le misurazioni Bioimpedenziometriche nella pratica sportiva sono fondamentali per:

-   La programmazione corretta degli allenamenti
-   Valutazione del Metabolismo Basale e del Dispendio Energetico
-   Valutazione e monitoraggio dell’ATM
-   Valutazione e monitoraggio dei Fluidi Intra ed Extracellulari
-   Valutazione dell’Angolo di Fase come indice dello stato fisico generale

Molto importante, per uno sportivo, è controllare la Massa Cellulare Attiva (ATM): in
ambiente sportivo agonistico è facile rilevare un ATM maggiore di 40%.
E’ assolutamente necessario controllare che non vi sia una diminuzione del valore di ATM:
questo può verificarsi in caso di overtraining, cioè di allenamento troppo intenso o troppo
prolungato.
Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA


Qualora dopo una misurazione BIA si dovesse
notare una diminuzione dell’ATM rispetto alla
misurazione precedente, allora, l’allenatore ridurrà
l’intensità o la durata degli allenamenti o inserirà
delle pause fra gli stessi.
La stabilizzazione dell’ATM confermerà il recupero
dell’atleta e il corretto piano di allenamento
(carichi, riposo, allenamento) adatto al soggetto.
Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA
Un altro parametro importantissimo in uno sportivo e valutabile con il BIA è lo stato di
idratazione.
Una leggera disidratazione, del 4 – 5% può provocare considerevoli cali della
performance sportiva, arrivando fino al 20 – 30% in meno di efficienza fisica.
L’acqua contribuisce alla riserva di energia immagazzinata attraverso il glicogeno
muscolare: se non vi è una corretta idratazione, viene facilitata la trasformazione
del glucosio ematico in grasso piuttosto che in glicogeno.
Inoltre se le cellule muscolari non hanno sufficiente idratazione, l’acqua viene
sottratta al sangue, provocando un abbassamento della pressione arteriosa e
aumento dello stress cardiaco, oltre che uno stato di stanchezza che incide sulla
performance sportiva.
Quindi il controllo dell’acqua intra ed extracellulare nel periodo prossimo all’evento
agonistico, permette di raggiungere l’idratazione giusta per raggiungere la migliore
forma fisica ed anche estetica.
(Misurazioni BIA)
   ANGOLO DI FASE                     MASSA MAGRA

    Eta’       Maschi     Femmine     Eta’   Maschi   Femmine
    <30        6 – 8       6 – 7      <30    80-85%   78-80%
    <50       5,5 – 6      5 – 6      <50    78-80%   76-78%
    <70       5 – 5,6     4,8– 5,2    <70    75-80%   70-75%




           MASSA GRASSA                 MASSA CELLULARE

    Eta’       Maschi     Femmine     Eta’   Maschi   Femmine
    <30       15-18%      16-20%      <30    > 45%    > 42%
    <50       18-20%      22-26%      <50    > 43%    > 40%
    <70       20-22%      28-30%      <70    > 40%    > 38%




   ACQUA CORPOREA TOTALE             ACQUA EXTRACELLULARE

    Eta’       Maschi     Femmine     Eta’   Maschi   Femmine
    <30         65%         62%       <30    43-45%   43-47%
    <50         60%         58%       <50    46-49%   48-50%
    <70         58%         55%       <70    50-52%   52-55%



   INDICE DI MASSA CORPOREA

      < 18              Sottopeso
     18 – 25            Normopeso
     26 – 30            Soprappeso
      > 30               Obesità
Misurazioni BIA (prima visita e seconda visita)
Alimentazione deve essere completa ed equilibrata


La distribuzione dei pasti deve essere equilibrata e
l’energia totale giornaliera (ETG) dovrebbe essere
suddivisa in cinque pasti, di cui tre principali e due
spuntini:
                                   Questa suddivisione in 5 pasti evita il
                                   sovraccarico di lavoro dell’apparato
15 -20% prima colazione            digerente con assunzioni troppo copiose:
10 %     spuntino                  nell’atleta i singoli pasti devono essere
                                   adattati, in senso qualitativo e quantitativo,
30-35% pranzo                      alle sedute di allenamento.
10 %     merenda
25-30% cena

       Il pasto completo DEVE essere consumato almeno 3 ore prima
       dell’allenamento o della gara!
Alimentazione nei giorni che precedono la gara
               (discipline di lunga durata: > 60 min)

In queste discipline sportive (maratona,
ciclismo su strada, sci di fondo…) la
«preparazione nutrizionale» è fondamentale
tanto da condizionare la performance, e ha lo
scopo di ottimizzare la disponibilità di
glicogeno per tutta la gara.
Per ottenere un incremento della
concentrazione muscolare di glicogeno
(2,5/100 g di tessuto muscolare) è
sufficiente aumentare l’apporto glucidico
giornaliero dal 60% all’80% da distribuire
nell’arco dell’intera giornata nei 3 giorni che
precedono l’impegno agonistico.
L’apporto di carboidrati deve essere per
l’80% di carboidrati complessi (pasta, riso,
pane, patate, cereali, legumi…)
Alimentazione pre-gara
                    (discipline di lunga durata: > 60 min)
Il pasto prima della prestazione sportiva:
- deve essere leggero, cioè facilmente digeribile
- povero di fibre insolubili (responsabili del
   rapido svuotamento intestinale)
- non molto abbondante
- Deve essere consumato almeno 3 ore prima
   dell’allenamento per consentire la completa
   digestione e per normalizzare i picchi glicemici
   e la risposta insulinica; al contrario, alti livelli
   di insulina, possono produrre effetti
   sfavorevoli sulla prestazione atletica
   determinati dall’ipoglicemia riflessa e
   dall’inibizione della mobilizzazione dei lipidi di
   deposito che nelle gare di lunga durata                Inoltre, per evitare il
   vengono utilizzati come substrato energetico           rischio di ipoglicemia nei
   insieme ai glucidi.                                    primi 30 min di gara è
- deve essere a base di zuccheri complessi (70%           consigliabile fornire una
                                                          «razione di attesa»,
   dell’intero pasto) con il 30% rappresentato da
                                                          (razione idrica e glucidica),
   proteine e lipidi.                                     30 minuti prima della gara.
Razione di attesa: quale zucchero?
I glucidi della razione di attesa servono
a fornire una quota di E di pronto
impiego e a risparmiare il glicogeno
muscolare così faticosamente
accumulato nei gg precedenti alla gara.

SACCAROSIO e GLUCOSIO: per
molto tempo utilizzati, sono stati quasi
completamente banditi a causa
dell’ipersulinemia che segue la loro
ingestione.
FRUTTOSIO: provoca minori
alterazioni del metabolismo glucidico e
una minore lipolisi rispetto ad una pari
quantità di glucosio; tuttavia, per la sua
minore velocità di ossidazione, non
sembra produrre effetti favorevoli sul
glicogeno muscolare né sul tempo di
esaurimento in corso di esercizio fisico.
MALTODESTRINE: polimeri del
glucosio, che per le loro caratteristiche
chimiche e nutrizionali, rappresentano,
oggi, la più corretta scelta come
razione di attesa.
Maltodestrine                       La Destrosio-Equivalenza (D.E.) è un
                                               indice della complessità delle varie
Le maltodestrine sono polimeri di
                                               maltodestrine.
glucosio derivanti dall’idrolisi degli amidi
                                               La scala di D.E. va da un miniimo di
(di solito viene impiegato l’amido di mais
                                               4-6 ad un massimo di 36-39.
o di patate).
                                               Più alto è questo valore, più corte sono
Sono solubili in acqua, hanno un sapore
                                               le catene di polisaccaridi, e quindi più
gradevole e sono facilmente digeribili.
                                               veloci saranno l’assorbimento e
                                               l’utilizzazione.
                                               E’ consigliabile consumare
                                               maltodestrine di media D.E. (20-24).
                                               L’assorbimento delle maltodestrine è
                                               ottimale se vengono aggiunte ad acqua
                                               moderatamente refrigerata (10°C) con
                                               una % che varia dal 6 al 10% (60-100
                                               g/l).
                                               E’ consigliabile sorseggiare la bevanda
                                               anziché berla tutta in una volta


In alcuni soggetti le maltodestrine
possono causare nausea e problemi
gastrointestinali, per cui è bene
testarle durante l’allenamento per
pianificare le dosi e le modalità di
assunzione durante la competizione.
Alimentazione pre-gara
     (discipline di breve durata ed elevata intensità)
Mentre il mondo dello sport ha appurato che la disponibilità di carboidrati
come substrato (glicogeno muscolare) costituisce un fattore in grado di
influenzare la prestazione negli sport prolungati ed impegnativi, non c’è accordo
sul ruolo dei carboidrati negli impegni di breve durata ad alta intensità, perché
secondo alcuni autori (Saltin e Karlsson – 1971) la disponibilità di glicogeno non
è un fattore limitante, cioè le riserve di glicogeno non fanno in tempo ad
esaurirsi durante tali discipline.
Al contrario, altri Autori (Maughan e Poole – 1990) affermano che la
prestazione di alta intensità può migliorare aumentando l’apporto di carboidrati
e viceversa può peggiorare se tale apporto è inadeguato.
Secondo questa teoria il carico di carboidrati pre-gara potrebbe produrre
benefici non solo nelle prove di lunga durata ma anche in quelle di breve durata
Alimentazione durante la gara
          (rifornimento alimentare percompetitivo)


E’ importante solo in poche
discipline che durano più di 2 ore
(ciclismo su strada e maratona), in
realtà solo nelle corse ciclistiche su
strada è possibile e necessario
provvedere ad un vero rifornimento
che contempli oltre alle bevande
anche cibi solidi.
Questi cibi solidi devono essere:
- Di semplice consumazione
- Facilmente digeribili
- Buon valore energetico                 Il rifornimento di carboidrati durante
- Deve essere suddivisa in piccole       l’esercizio non induce la risintesi del
    porzioni, non superiori a 50         glicogeno muscolare, ma favorisce il
    grammi, a prevalente contenuto       risparmio del glicogeno già
                                         immagazzinato nelle fibrocellule
    di carboidrati.
                                         muscoari, consentendo così all’atleta di
                                         disporre di un ulteriore pool E da
                                         utilizzare nelle fasi finali della gara
Alimentazione durante la gara
                     (rifornimento idrico)
La reintegrazione delle quantità di acqua perdute per sudorazione e costituisce
una necessità per non compromettere lo stato di benessere dell’organismo e
mantenere il livello delle sue prestazioni.
La riduzione dell’acqua corporea determina un marcato deterioramento della
capacità lavorativa, specie nelle attività fisiche di lunga durata, e la mancata
reidratazione si manifesta con aumenti della temperatura corporea e della
frequenza cardiaca.
Già con perdite idriche pari al 2% del peso corporeo la sofferenza
dell’organismo si manifesta con una riduzione della capacità lavorativa del 20-
30%.
Alimentazione durante la gara
                     (rifornimento idrico)
L’eliminazione di quantità di acqua con la sudorazione comporta la perdita
contemporanea di alcuni sali minerali presenti nel sudore.

La perdita di questi minerali è dell’ordine di 40-60 mEq/l di
Cloro, 4-6 mEq/l di Potassio, e di 1,5-5 mEq/l di Magnesio.
Questi minerali hanno la funzione di mantenere l’equilibrio idrico-salino
nell’organismo tra i compartimenti intra ed extra-cellulari, e intervengono nella
dinamica dell’eccitabilità nervosa e muscolare.




                                                 La reintegrazione
                                                 durante e dopo
                                                 un’intensa attività
                                                 fisica è obbligatoria!
Alimentazione durante la gara
                         (reintegrazione idrica)
Per la reintegrazione idrico-salina posso essere utili gli integratori presenti in
commercio.
Tali integratori devono contenere quantità Sodio e Cloro corrispondenti
mediamente a quelle contenute nel sudore.
Facoltativa è l’aggiunta di Potassio, Magnesio e Calcio, poiché, date le modeste
quantità di essi perdute col sudore, molto difficilmente si instaura uno stato di
carenza con effetti negativi sulla prestazione sportiva e tale da richiedere una
loro assunzione in aggiunta a quella che avviene ai pasti.
Sono raccomandabili gli integratori idrico-salini con la seguente composizione:

Sodio (Na) = 600-1000 mg/l pari a 26-43 mEq/l
Cloro (Cl) = 600-1000 mg/l pari a 17-29 mEq/l
Potassio (K) = 50-250 mg/l pari a 1-5 mEq/l
Magnesio (Mg) = 10-100 mg/l pari a 0,25-2,5 mEq/l
Calcio (Ca) = 50-200 mg/l pari a 0,5-2,5 mEq/l

Requisito fondamentale degli integratori idrico-salini deve essere la ipotonicità o
isotonicità (250-300 mOsm). Tale caratteristica evita il richiamo di acqua
nell’apparato digerente e favorisce l’assorbimento dei minerali.
Alimentazione post-gara
Dopo una performance sportiva è fondamentale ripristinare, oltre le perdite
idrico-saline, anche le scorte di glicogeno.
Per questo obiettivo sono fondamentali i primi 15 minuti dopo l’allenamento: in
questa frazione di tempo c’è un aumento della Glicogeno Sintetasi e un forte
incremento della sensibilità dei GLUT4 (trasportatori insulina) per cui
l’assimilazione di zuccheri è molto veloce e l’insulina ci è amica.
Per ripristinare le scorte di glicogeno consumato, immediatamente dopo la gara è
utile assumere carboidrati ad alto indice glicemico: grazie a questi, la risintesi del
glicogeno è favorita.
Ottimo è l’utilizzo del Vitargo, uno zucchero a peso molecolare altissimo ricavato
dalla patata, con bassa osmolarità ed un assorbimento velocissimo senza dare
fastidi allo stomaco o all’intestino.


E’ inutile assumere grassi nel post-gara
perché l’organismo non è in grado di
trasformare i grassi in carboidrati.
Assumendo proteine nel post-gara, il
glicogeno si ripristina perché l’organismo è in
grado di trasformare le proteine in
carboidrati ma ciò avviene molto lentamente
e si corre il rischio di non ripristinare
completamente le scorte di glicogeno.
Riassumendo

Riassumendo, da quanto detto, si evince risalta il ruolo centrale energetico dei
carboidrati nell’alimentazione degli atleti, siano essi zuccheri semplici (razione di
attesa, razione percompetitiva e di recupero immediatamente dopo lo sforzo) o
complessi (alimentazione durante i giorni e le ore precedenti la gara, e la razione
di recupero dopo l’impegno sportivo), accompagnati da bevande semplici (succhi di
frutta, thè…) o appositamente studiate (maltodestrine, bevande idro-saline ipo-
isotoniche…)
Esempio di corretta alimentazione di un atleta


La prima colazione è un pasto fondamentale per l’atleta:
dovrebbe comprendere circa 1/4 delle calorie giornaliere
(comunque almeno 500-600 cal.)

                        Alimenti consigliati:
Cornflakes, latte, yogurt, pane/fette biscottate con miele/marmellata,
barrette energetiche, ricotta
Evitare le merendine preconfezionate (grasse e difficilmente digeribili).

Quale integrazione proteica è possibile assumere latte e/o succhi di frutta
con circa 15 gr. di proteine in polvere
Esempio di corretta alimentazione di un atleta

Tre ore prima dell’allenamento: consumare un pasto ricco di carboidrati
evitando i grassi (sughi e salse con oli e grassi, fritti, desserts con creme).
Poche proteine, no legumi o verdure (per esempio: un piatto di pasta col
pomodoro, una pezzo di parmigiano, un frutto)

Un’ora prima dell’allenamento: è consigliato fare uno spuntino a base di
carboidrati facilmente digeribili (per esempio: pane integrale, meglio se
tostato in quanto più digeribile, fette biscottate integrali con
miele/marmellata, barrette energetiche). Masticare bene!

Prima dell’attività fisica idratarsi bene, ma senza gonfiare lo stomaco;
smettere di bere 15-20 minuti prima dello sforzo.
Esempio di corretta alimentazione di un atleta


Durante l’attività fisica bere circa 1,5-2 dl di liquidi (bevande con
aggiunta di maltodestrine) ogni 15-20 minuti (regolarsi secondo la
temperatura). Non attendere di avere sete. Temperatura: fresca (15-
20°)
Subito dopo l’allenamento o la gara assumere sottoforma liquida 1
gr di carboidrati (maltodestrine) per chilo di peso per accelerare il
recupero (es. 60Kg = 60 grammi). Ottimi i succhi di frutta che
contengono potassio

Dopo un’ora circa consumare un pasto ricco di carboidrati e
proteine (riserve di energia, riparazione dei danni, sali minerali) e
frutta (per esempio: minestrone + 2 piatto a scelta + frutta)

In questo modo si ricostruiscono il più rapidamente possibile le
riserve energetiche muscolari (24 ore).

Prima di andare a letto, per chi necessita di un’integrazione
proteica, è possibile assumere 15 di proteine in polvere in un
bicchiere di latte o succo di frutta.
Strategie vincenti per il raggiungimento degli obiettivi

* Sia che si ricerchi il dimagrimento, o che si ricerchi l’ipertrofia
 muscolare o anche solo il miglioramento dello stato di salute è
 necessario partire da una situazione fisiologica caratterizzata
 da:


* assenza di infiammazione cronica
* corretta circadianità del cortisolo (rispettare i giusti ritmi
 circadiani sonno/veglia; evitare attività fisica troppo intensa,
 rispettare i tempi di recupero post-attività fisica)
* una buona idratazione.
Combattere lo stato infiammatorio



* Per combattere l’infiammazione si può agire su due fronti:
 l’attività fisica e un’alimentazione adeguata.
* L’attività fisica risulta fondamentale per combattere lo stato
 infiammatorio, in quanto se ben modulata, porta alla
 produzione di IL-6, la quale induce una diminuzione delle
 citochine pro-infiammatorie , quale per esempio il TNFα.
* L’alimentazione anti-infiammatoria prevede il consumo di cibi
 alcalinizzanti e/o dotati di nutrienti che spengono
 l’infiammazione.
Alimentazione antinfiammatoria

Scegliere alimenti ad alto potere nutritivo (evitare junk food)
Evitare i grassi trans (margarina)
Consumare alimenti ad alto contenuto di Omega 3 (pesce grasso:
salmone, alici, sgombro; semi di Chia)
Consumare pesce 2-3 volte alla settimana
Consumare frutta e verdura: verdure a pranzo e a cena, e frutta
come spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio)
Fra le verdure e ortaggi preferire: cavoli, broccoli, cavolini di
Bruxelles, verza, carciofi
Limitare i grassi saturi (burro)
Consumare al massimo 2 uova intere alla settimana e 4 albumi
Alimentazione nelle varie pratiche sportive

                       SPORT DI RESISTENZA

 Chi svolge sport di resistenza (maratona, fondo e mezzofondo, gli sciatori, i
ciclisti), infatti, necessita di una grande scorta di carboidrati che garantisca loro
un apporto di glicogeno sufficiente a fornire energia durante gli sforzi prolungati.
. Via libera, quindi, a pasta, riso, patate, pane, muesli, verdura, frutta fresca e
secca.

 • CARBOIDRATI: 60%
 • LIPIDI: 25%
 • PROTEINE: 15%
SPORT DI FORZA

Per chi invece pratica sport di forza, quali sollevamento pesi, lancio del peso,
martello o disco, è importante l'apporto proteico, che favorisce lo sviluppo della
massa muscolare; ovviamente, non deve mancare una buona percentuale di
carboidrati, che forniranno il necessario apporto di energia, senza il quale
l'organismo sarebbe costretto ad intaccare le riserve di proteine. L'apporto di
grassi deve essere invece moderato, per consentire un ottimale consumo delle
proprie energie.



  • CARBOIDRATI: 55%
  • LIPIDI: 20%
  • PROTEINE: 25%
SPORT DI VELOCITA’

Per gli sportivi che praticano attività di velocità e scatto (gare di sprint, salto in
lungo, 100 metri, nuoto sulle brevi distanze) sarà importantissimo un giusto
apporto di carboidrati, l'unico nutrimento che garantisce energia immediata con il
minor dispendio di ossigeno.
Inoltre, i carboidrati garantiscono la concentrazione mentale e la velocità di
reazione. Altrettanto importanti per questi sportivi sono le vitamine ed i sali
minerali, quindi la loro dieta deve prevedere molta frutta e verdura fresche,
carne magra, pesce, alimenti integrali.


 • CARBOIDRATI: 60%
 • LIPIDI: 20%
 • PROTEINE: 20%
Classificazione bioenergetica delle varie discipline sportive
        PROCESSO           COMBUSTIBILE          POTENZA     DURATA                         TIPO di SPORT

    REAZIONE di BASE             ATP             ALTISSIMA   FINO A 3”           GESTI SINGOLI 8salti, lanci, tuffi)

                                                                                          ATLETICA LEGERA
                            DISGREGAZIONE                                                     100 e 110 hs
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                                   (CP)
                                                                                   Salti (alto, lungo, triplo, asta)
                                                                           SOLLEVAMENTO PESI -PATTINAGGIO (velocità)


                                                                                          ATLETICA LEGERA
                                                                                          800 – 1500 – 400 hs.
                              SCISSIONE                                                     PATTINAGGIO
   ANAEROBICO LATTACIDO     del GLICOGENO         ELEVATA     15” – 45”
                               GLICOLISI                                          Ghiaccio 3000 mt. - Rotelle 1500 mt.
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Nutrizione e integrazione nella pratica sportiva naturalia IIi

  • 1. Alimentazione e integrazione dello sportivo L’atleta, anche ad alti livelli, ha le stesse esigenze nutrizionali richieste dall’individuo sano non impegnato a livello agonistico, tranne che per le richieste energetiche. Il metabolismo basale dello sportivo risulta lievemente aumentato per il maggior sviluppo della massa muscolare. Si ricorda che nella dieta dello sportivo non sono assolutamente necessari né alimenti particolari, né integratori speciali, a meno che non intervengano richieste eccezionali
  • 2. Alimentazione e integrazione dello sportivo Non esistono alimenti particolari capaci di migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano l’efficienza metabolica e il rendimento fisico ed atletico. Non esiste alcun alimento miracoloso capace di trasformare un brocco…… ………in un campione
  • 3. Alimentazione e integrazione dello sportivo Il menù dell'atleta deve essere: - Equilibrato - Adeguato - Completo - Digeribile Non è corretto proporre schemi dietetici rigidi da adattare genericamente a tutte le discipline sportive, è più corretto educare gli atleti a gestire la propria alimentazione in modo sano, insegnando loro che una corretta alimentazione è alla base del benessere psico-fisico, premessa indispensabile per il raggiungimento della migliore performance!
  • 4. Alimentazione e integrazione dello sportivo Alimentazione deve essere adeguata L’alimentazione è adeguata quando la quantità di E assunta eguaglia quella consumata (M.B. + E indispensabile per le comuni attività giornaliere di lavoro e di vita + E necessaria per l’attività fisica). Non tutti gli atleti hanno fabbisogni energetici elevati, ciò può esser vero in alcuni sport particolarmente faticosi (canottaggio, nuoto, basket, calcio…), altrettanto non si può dire per altre discipline sportive dove l’impegno per l’allenamento e per la gara risulta molto contenuto (discipline del tiro, equitazione, ginnastica artistica e ritmica…) Fabbisogno energetico giornaliero: Canottaggio: 5000-6000 Kcal Ginnastica artistica femminile: 1200-2000 Kcal
  • 5. Alimentazione deve essere adeguata Di solito chi pratica uno sport si allena in media 2-3 volte a settimana , per una durata massima di 2 ore circa. Un'attività fisica di questa entità non comporta quasi mai un fabbisogno energetico aggiuntivo,nè tantomeno richiede particolari aggiustamenti della razione alimentare. Nel caso in cui le entrate siano sistematicamente superiori alle uscite si può ingrassare anche in periodo di pieno allenamento. Ad esempio, una lezione di nuoto (40 minuti) comporta un consumo calorico medio di 160 Kcal. Il successivo appuntamento al bar ( 1 toast = 270 Kcal + 200 ml di succo di frutta = 112 Kcal + un quadratino di cioccolata = 110 Kcal) assicura 492 Kcal. Ad ogni nuotata, si guadagnano 332 Kcal e al termine della stagione sportiva il peso può aumentare di 3 Kg.
  • 6. Alimentazione deve essere completa ed equilibrata L’alimentazione è completa quando fornisce il giusto apporto di carboidrati, proteine, grassi, minerali e vitamine. Oltre ad essere completa, deve essere equilibrata, cioè i nutrienti devono essere giustamente ripartiti, con le giuste percentuali RIPARTIZIONE NUTRIENTI: - 55-60% Carboidrati (80% carboidrati complessi, 20% carboidrati semplici) - 25-30% Grassi (alimenti e condimenti) - 15% Proteine (sia animali che vegetali) Nello sportivo assume grande importanza L’alimentazione dello sportivo deve l’apporto idrico per sopperire alle perdite dei essere varia, cioè ricca di alimenti liquidi: l’apporto idrico deve essere distribuito diversi: pane, pasta, carne, pesce, durante tutto l’arco della giornata , durante uova, formaggi, frutta e verdura. l’allenamento (anche bevande ipotoniche per permettere un assorbimento intestinale più veloce e quindi un più veloce ripristino)
  • 7. Ripartizione dei nutrienti Le proteine necessarie ad un atleta PROTEINE aumentano da 0,8-0,9 g/kg/die (quantità ideale per un individuo sedentario) a 2-2,5 g/kg/die (15-17% delle calorie totali) Tale aumento è giustificato perché in chi pratica sport: - C’è un aumento della massa magra - Durante l’allenamento si consumano anche proteine - Il turn over proteico è maggiore in un atleta rispetto ad un individuo sedentario perché la massa magra è maggiore - L’allenamento in sé aumenta di per sé il turn over
  • 8. Ripartizione dei nutrienti PROTEINE Bisogna ricordare che: - Il muscolo si ingrossa quando le fibre muscolari aumentano di volume - L’ipertrofia avviene se c’è la sintesi di nuove proteine - L’allenamento stimola l’ipertrofia - La sintesi di nuove proteine può avvenire solo se sono disponibili gli AA - Non esistono depositi di AA nel corpo - Se non si prendono a sufficienza tutte le proteine in un solo pasto, è possibile che non si disponga a sufficienza di tutti gli AA per la sintesi di nuove proteine - E’ possibile monitorare l’aumento della massa magra mediante misurazioni BIA.
  • 9. Ripartizione dei nutrienti PROTEINE Per costruire le proprie proteine ciascun essere vivente necessita di 20 aminoacidi, di cui 12 sono sintetizzati dall'organismo, gli altri 8: fenilalanina, isoleucina, lisina, leucina, metionina, treonina, triptofano e valina detti "aminoacidi essenziali" devono invece essere introdotti dall'esterno con gli alimenti, in quanto non possono essere biosintetizzati direttamente da un organismo. Gli alimenti che contengono proteine, potrebbero non contenere tutti gli aminoacidi essenziali e sono denominati "proteici incompleti" . Se l'alimento contiene anche tutti gli aminoacidi essenziali, si afferma che contiene "proteine nobili" e l'alimento viene definito "proteico completo". Sono denominate proteine nobili, o proteine ad alto valore biologico, quelle che contengono tutti gli aminoacidi, compresa una buona percentuale di quelli essenziali. Alcuni alimenti e principalmente quelli provenienti da alimenti di origine animale, come carne, uova, latte e derivati, pesce, appartengono al gruppo delle proteine nobili contenendole e sono considerati proteici completi. la maggior parte degli alimenti di origine vegetale, come riso, legumi, cereali, verdura, frutta. hanno minor valore biologico avendo basso contenuto di proteine e mancando di aminoacidi essenziali e sono proteici incompleti. Ad esempio i Legumi sono carenti in metionina, i Cereali: hanno carenza di lisina. Per sintetizzare correttamente le proteine, l'organismo necessita della presenza simultanea di tutti gli aminoacidi essenziali e nei giusti rapporti di proporzione
  • 10. I carboidrati vanno consumati in quantità CARBOIDRATI superiore nell’atleta rispetto al sedentario (fino all’80% dell’energia totale) sia nei gg che nel pasto precedenti la gara. I muscoli possono utilizzare, come fonte di E, sia i carboidrati che i grassi. Le molecole di glucosio, all’interno del muscolo, sono polimerizzate a formare glicogeno, molecola utilizzata per immagazzinare in modo efficiente (molte molecole in poco spazio) la più importante fonte di E, il glucosio. I muscoli contengono, mediamente, una quantità di glicogeno pari a 500 g, pari a 2000 kcal, sufficienti ad un soggetto di 70 kg per percorrere circa 30 km di corsa. Quando i muscoli hanno bisogno di glucosio, smontano il glicogeno, infatti dopo un’attività fisica, le scorte di glicogeno vanno ripristinate con l’alimentazione mediante assunzione di carboidrati ad alto indice glicemico che comportano un’iperproduzione di insulina che fa entrare glucosio nel muscolo per la sintesi di glicogeno.
  • 11. I lipidi rappresentano la forma di E per lavori a bassa intensità. LIPIDI Durante la camminata, la maggior parte dell'energia è ottenuta dai grassi: in questo modo l'organismo è in grado di risparmiare la fonte di energia più efficiente data dagli zuccheri. Purtroppo però la velocità di produzione dell'energia utilizzando i lipidi è inferiore rispetto al glucosio, quindi quando le richieste aumentano (per esempio quando si passa dalla camminata alla corsa o dalla corsa lenta a quella veloce) il consumo di grassi diminuisce fino quasi ad annullarsi Inoltre, in assenza di carboidrati l'organismo non è in grado di consumare i grassi, dunque una volta che il glicogeno muscolare è esaurito, rimane solamente la possibilità di consumare le proteine, con un meccanismo molto lento che fa crollare la prestazione . L’attività sportiva attiva enzimi adibiti al metabolismo dei grassi: ecco perché che fa pratica sportiva metabolizza meglio i grassi rispetto a chi fa vita sedentaria..
  • 12. Ripartizione dei nutrienti LIPIDI La quota lipidica dovrebbe corrispondere al 25-30% delle calorie totali. Questa quota andrà poi gradualmente aumentata negli sport di durata superiore ai 30 minuti, perché l’attività fisica intensa e prolungata conduce ad un incremento dell’utilizzazione dei grassi I grassi introdotti con la dieta devono essere di buona qualità: vanno limitati i grassi animali che innalzano colesterolo LDL e trigliceridi, anche se l’attività fisica determina un miglioramento del quadro lipidemico La scelta giusta ricade sicuramente sull’olio (riduzione dei trigliceridi e aumento del extravergine di oliva che colesterolo HDL). contiene acido oleico, acido Sono da preferire i gli oli vegetali ricchi di grasso monoinsaturo, e Vitamina acidi grassi polinsaturi, i quali agiscono E protettiva nei confronti dei favorevolmente sui livelli del colesterolo ma Radicali Liberi e dal loro possono subire l’attacco dei radicali liberi eventuale attacco. con conseguente perossidazione.
  • 13. Radicali Liberi Un grosso problema che si pone nell’alimentazione dell’atleta è quello di limitare la formazione dei Radicali Liberi. Un radicale libero è una molecola o un atomo particolarmente reattivo che contiene almeno un elettrone spaiato nel suo orbitale più esterno. A causa di questa caratteristica chimica i radicali liberi sono altamente instabili e cercano di tornare all'equilibrio rubando all'atomo vicino l'elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari. I radicali liberi più conosciuti sono quelli a contenuto d'ossigeno (ROS da Reacting Oxygen Species) come l'anione superossido (O2-) ed il perossido d'idrogeno (H2O2). In presenza di metalli di transizione liberi (soprattutto ferro e rame) questi danno origine al radicale ossidrile (OH-), particolarmente tossico e responsabile della perossidazione lipidica.
  • 14. Radicali Liberi La produzione di radicali liberi è un evento fisiologico e si verifica normalmente nelle reazioni biochimiche cellulari, soprattutto in quelle che utilizzano ossigeno per produrre energia. Gli stessi radicali liberi possono essere prodotti anche a causa di fattori esterni.
  • 15. Fattori responsabili della produzione di radicali liberi FATTORI AMBIENTALI Inquinamento Droghe, fumo attivo e passivo, alcol e farmaci Raggi ultravioletti e radiazioni ionizzanti Stress psicofisico prolungato (attività fisica intensa) Alcuni additivi e sostanze tossiche presenti negli alimenti o sviluppate durante la loro cottura FATTORI ENDOGENI Trasporto di elettroni nei mitocondri (produzione aerobica di energia) B-ossidazione (metabolismo degli acidi grassi) Reazioni del citocromo P450 (metabolizzazione di farmaci, sostanze tossiche ecc.) Attività delle cellule fagocitarie (sistema immunitario)
  • 16. Radicali Liberi Una volta prodotti, i Radicali Liberi, come mine vaganti, attaccano ogni substrato cellulare al fine di strappare l’elettrone mancante e raggiungere la stabilità: attaccano i lipidi (perossidazione lipidica), modificano e a volte inattivano proteine enzimatiche, provocano lesioni del DNA e degradano le proteine. Questa cascata di eventi a livello cellulare si ripercuote sull’intero organismo provocando patologie gravissime (patologie da stress ossidativo).
  • 17. Radicali Liberi La produzione di radicali liberi è un evento fisiologico e si verifica normalmente nelle reazioni biochimiche cellulari, soprattutto in quelle che utilizzano ossigeno per produrre energia. Proprio per la loro estrema tossicità giocano un ruolo importantissimo nel combattere le infezioni virali e batteriche. Si formano in vari distretti cellulari, soprattutto nei mitocondri durante la respirazione cellulare: si calcola che circa l’1-4% dell’ossigeno destinato alla produzione di ATP, porti alla formazione di Radicali Liberi.
  • 18. Dato che non è possibile impedirne la Sistema antiradicalico formazione, il nostro organismo ha elaborato enzimatico un proprio sistema di difese in grado di neutralizzare buona parte degli effetti negativi associati alla produzione di radicali liberi. Sistema antisossidante enzimatico: la Superossidodismutasi (SOD) converte l'anione superossido in perossido di idrogeno (acqua ossigenata). Quest'ultima molecola è particolarmente dannosa per le cellule poiché, in presenza di ferro, libera il radicale ossidrile che risulta particolarmente lesivo e difficile da controllare. Il nostro organismo, fortunatamente, possiede un enzima in grado di impedire tale processo. Questa proteina, chiamata catalasi (CAT) è infatti in grado di convertire il perossido di idrogeno in acqua ed ossigeno. Il glutatione (GLU), infine, può agire da solo o diventare il substrato di vari enzimi come la glutatione perossidasi (GPX) ed agire in modo analogo alla catalasi
  • 19. Sport e Radicali Liberi Durante il metabolismo energetico la maggior parte dell'ossigeno si combina con gli ioni H+ per formare acqua. Una piccola percentuale di O2, normalmente compresa tra il 2 ed il 5%, sfugge a questo processo e contribuisce alla formazione dei radicali liberi. Durante un esercizio fisico il consumo di ossigeno può aumentare fino a 20 volte rispetto alla condizione di riposo; in particolare nei muscoli in attività tale incremento può essere addirittura 100 volte superiore. Se da un lato l'aumentato flusso di ossigeno è fondamentale per soddisfare le richieste energetiche, dall'altro fa crescere notevolmente anche la produzione di agenti ossidanti. La quantità di radicali liberi prodotti durante uno sforzo è direttamente proporzionale alla durata e all'intensità dell'esercizio ed inversamente proporzionale al grado di allenamento di chi lo pratica. Il condizionamento fisico migliora infatti la capacità antiossidante dell'organismo e consente agli atleti allenati di contrastare con maggiore efficienza i radicali liberi prodotti. Può comunque succedere che, per il scarso grado di preparazione fisica o per l'eccessiva intensità e frequenza di allenamento, la produzione di radicali liberi finisca col superare le capacità di difesa dell'organismo.
  • 20. Sport e Radicali Liberi Nel soggetto non allenato sottoposto ad un intenso sforzo fisico l'eccessiva produzione di agenti ossidanti causa un danno diretto alla cellula muscolare e contribuisce alla comparsa del classico indolenzimento muscolare post- allenamento. Tuttavia la pratica sportiva regolare induce un aumento delle difese endogene contro i radicali liberi. Ciò spiega come mai gli sportivi appaiano generalmente più giovani ed in forma rispetto ai coetanei sedentari. Qualora l’atleta, invece,fosse in uno stato di stress ossidativo, un’integrazione con antiossidanti diventerebbe consigliabile, con contemporaneo monitoraggio dello Stress Ox.
  • 21. Sport e Radicali Liberi: dosaggio dei Radicali Liberi Il d-RomTest è un esame diagnostico che si effettua su prelievo capillare (un prelievo dal polpastrello del dito della mano): valuta la quantità di Radicali Liberi circolanti. Il valore normale, non patologico, dei Radicali Liberi è compreso fra 250 – 300 U-CARR. Valori superiori a 300 U-CARR indicano uno STRESS OSSIDATIVO! Il d-Rom Test è un esame spettrofotometrico che consente di determinare la concentrazoone degli idroperossidi (ROOH) presenti nel siero. ROM = Reactive Oxygen Metabolites. Attraverso il d-RomTest gli idroperossidi, dopo aver reagito con un cromogeno, sviluppano un derivato colorato (dal rosa al rosso) rilevabile spettrofotometricamente. Il principio è quello della reazione di Fenton: ROOH+Fe2+  RO*+OH-+Fe3+ ROOH+Fe3+  ROO*+H++ Fe2+ Radicale idroperossilico Fe 2+ Fe 3+ Radicale alcossilico 2 ROOH RO* + ROO*
  • 22. Sport e Radicali Liberi: dosaggio dei Radicali Liberi Nel d-Rom Test gli idroperossidi del siero vengono messi nelle condizioni previste da Fenton per generare in vitro radicali idroperossilici ed alcossilici. In pratica un’aliquota di siero viene diluita in una soluzione tampone a pH 4,8. In queste condizioni il Fe ionico dapprima legato alle sieroproteine, si libera, catalizzando la scissione degli idroperossidi presenti nel campione. A questa soluzione viene aggiunto un cromogeno (N,N-dietil-parafenilendiammina) che si lascia ossidare dai radicali idroperossilici e alcossilici, trasformandosi in una sostanza cationica colorata che può essere letta a 505 o 546 nm. La concentrazione del complesso colorato è direttamente proporzionale alla quantità di idroperossidi del campione! ROOH + Fe2+  RO* + OH-+ Fe3+ RO* + A-NH2  RO- + [A-NH2*]+ I risultati del d-Roms Test vengono espressi in U-CARR ROOH + Fe3+  ROO* + H++ Fe2+ (Unità Carratelli) ROO* + A-NH2  ROO- + [A-NH2*]+ 1 U CARR = 0.08 mg H2O2/dl)
  • 23. D-Roms Test: interpretazione dei dati IDROPEROSSIDI IDROPEROSSIDI Stress Ossidativo (U-CARR) (mg H2O2/dl) (gravità) 300 – 320 24,08 – 25,60 Border-line 321 – 340 25,68 – 27,20 Lieve 341 – 400 27,28 – 32,00 Medio 401 – 500 32,08 – 40,00 Elevato > 500 > 40,00 Elevatissimo Range normale: 250 – 300 U-CARR 1 U-CARR = 0,08 mg/dl (H2O2)
  • 24. Valutazione della composizione corporea di un atleta Misurazioni bioimpedenziometriche BIA La Bioimpedenziometria (BIA) è una tecnica che permette di valutare la composizione corporea di un soggetto. E’ una metodica assolutamente indolore e non invasiva che utilizza la proprietà che hanno i tessuti di offrire una diversa resistenza al passaggio di una bassissima corrente elettrica. Si basa sul principio che diverse tipologie di tessuto esprimono una conduttività elettrica specifica, tale da renderle riconoscibili. In particolare: il tessuto adiposo offre un' alta resistenza al passaggio elettrico, mentre il tessuto muscolare, notoriamente buon conduttore, una bassa. La misura viene effettuata posizionando due coppie di elettrodi: una coppia sulla mano e l’altra coppia sul dorso del piede del soggetto; gli elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di misurazione. Si fa passare una corrente assolutamente impercettibile attraverso gli elettrodi, questa corrente, viaggiando lungo il corpo, incontrerà resistenze diverse a seconda dei vari distretti corporei: lo strumento elaborerà queste resistenze e le trasformerà in dati clinici.
  • 26. Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA La BIOIMPEDENZIOMETRIA ci permette di misurare: Massa Magra (FFM) Massa Cellulare Attiva (ATM) Massa Extracellulare Inattiva (ECM) Massa Grassa (FM) Acqua Corporea Totale (TBW) Acqua Intracellulare (ICW) Acqua Extracellulare (ECW) Metabolismo Basale Indice di Massa Corporea (BMI)
  • 27. Indice di massa corporea (BMI) BMI = PESO (Kg) / ALTEZZA (m2) > 40 Grave obeso 30-40 Obeso 25-30 Sovrappeso 18,5-25 Normale < 18,5 Magro Il BMI ha un valore assolutamente indicativo!
  • 28. Facciamo un esempio di calcolo del BMI: Un uomo alto 1,70 che pesa 90 kg che BMI avrà? BMI = PESO (Kg) / ALTEZZA (m2) BMI = 90 kg / (1,7 m X 1,7 m)2 = 32,8 > 40 Grave obeso 30-40 Obeso 25-30 Sovrappeso 18,5-25 Normale < 18,5 Magro
  • 29. Vantaggi di una dieta personalizzata (misurazioni BIA) Il parametro BMI, pur essendo molto utile nella pratica ambulatoriale per la sua semplicità, dà una valutazione alquanto approssimativa del reale contenuto di adipe del soggetto in esame, in quanto è in grado di valutare solo la massa totale, mentre il peso corporeo è condizionato non solo dalla massa grassa, ma anche dalla massa magra. Per es. un atleta e un impiegato di pari peso e altezza avranno lo stesso BMI, ma sicuramente una diversa composizione corporea: il primo potrebbe avere una prevalenza della massa magra, il secondo una prevalenza della massa grassa; il primo non avrà bisogno di una dieta, il secondo sì!! Per fare una corretta dieta sportiva e controllare gli effetti che questa ha sull’atleta occorre conoscere la composizione corporea, in modo da valutare l’ipertrofia muscolare, la ritenzione idrica e la costituzione scheletrica. Le misurazioni Bioimpedenziometriche (BIA) servono proprio a questo: fanno un vero e proprio check-up della composizione corporea, utile non solo in fase diagnostica iniziale, ma anche per controllare gli effetti della dieta sui vari distretti corporei
  • 30. BIA nella pratica sportiva Le misurazioni Bioimpedenziometriche nella pratica sportiva sono fondamentali per: - La programmazione corretta degli allenamenti - Valutazione del Metabolismo Basale e del Dispendio Energetico - Valutazione e monitoraggio dell’ATM - Valutazione e monitoraggio dei Fluidi Intra ed Extracellulari - Valutazione dell’Angolo di Fase come indice dello stato fisico generale Molto importante, per uno sportivo, è controllare la Massa Cellulare Attiva (ATM): in ambiente sportivo agonistico è facile rilevare un ATM maggiore di 40%. E’ assolutamente necessario controllare che non vi sia una diminuzione del valore di ATM: questo può verificarsi in caso di overtraining, cioè di allenamento troppo intenso o troppo prolungato.
  • 31. Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA Qualora dopo una misurazione BIA si dovesse notare una diminuzione dell’ATM rispetto alla misurazione precedente, allora, l’allenatore ridurrà l’intensità o la durata degli allenamenti o inserirà delle pause fra gli stessi. La stabilizzazione dell’ATM confermerà il recupero dell’atleta e il corretto piano di allenamento (carichi, riposo, allenamento) adatto al soggetto.
  • 32. Misurazioni bioimpedenziometriche: BIA Un altro parametro importantissimo in uno sportivo e valutabile con il BIA è lo stato di idratazione. Una leggera disidratazione, del 4 – 5% può provocare considerevoli cali della performance sportiva, arrivando fino al 20 – 30% in meno di efficienza fisica. L’acqua contribuisce alla riserva di energia immagazzinata attraverso il glicogeno muscolare: se non vi è una corretta idratazione, viene facilitata la trasformazione del glucosio ematico in grasso piuttosto che in glicogeno. Inoltre se le cellule muscolari non hanno sufficiente idratazione, l’acqua viene sottratta al sangue, provocando un abbassamento della pressione arteriosa e aumento dello stress cardiaco, oltre che uno stato di stanchezza che incide sulla performance sportiva. Quindi il controllo dell’acqua intra ed extracellulare nel periodo prossimo all’evento agonistico, permette di raggiungere l’idratazione giusta per raggiungere la migliore forma fisica ed anche estetica.
  • 33. (Misurazioni BIA) ANGOLO DI FASE MASSA MAGRA Eta’ Maschi Femmine Eta’ Maschi Femmine <30 6 – 8 6 – 7 <30 80-85% 78-80% <50 5,5 – 6 5 – 6 <50 78-80% 76-78% <70 5 – 5,6 4,8– 5,2 <70 75-80% 70-75% MASSA GRASSA MASSA CELLULARE Eta’ Maschi Femmine Eta’ Maschi Femmine <30 15-18% 16-20% <30 > 45% > 42% <50 18-20% 22-26% <50 > 43% > 40% <70 20-22% 28-30% <70 > 40% > 38% ACQUA CORPOREA TOTALE ACQUA EXTRACELLULARE Eta’ Maschi Femmine Eta’ Maschi Femmine <30 65% 62% <30 43-45% 43-47% <50 60% 58% <50 46-49% 48-50% <70 58% 55% <70 50-52% 52-55% INDICE DI MASSA CORPOREA < 18 Sottopeso 18 – 25 Normopeso 26 – 30 Soprappeso > 30 Obesità
  • 34. Misurazioni BIA (prima visita e seconda visita)
  • 35. Alimentazione deve essere completa ed equilibrata La distribuzione dei pasti deve essere equilibrata e l’energia totale giornaliera (ETG) dovrebbe essere suddivisa in cinque pasti, di cui tre principali e due spuntini: Questa suddivisione in 5 pasti evita il sovraccarico di lavoro dell’apparato 15 -20% prima colazione digerente con assunzioni troppo copiose: 10 % spuntino nell’atleta i singoli pasti devono essere adattati, in senso qualitativo e quantitativo, 30-35% pranzo alle sedute di allenamento. 10 % merenda 25-30% cena Il pasto completo DEVE essere consumato almeno 3 ore prima dell’allenamento o della gara!
  • 36. Alimentazione nei giorni che precedono la gara (discipline di lunga durata: > 60 min) In queste discipline sportive (maratona, ciclismo su strada, sci di fondo…) la «preparazione nutrizionale» è fondamentale tanto da condizionare la performance, e ha lo scopo di ottimizzare la disponibilità di glicogeno per tutta la gara. Per ottenere un incremento della concentrazione muscolare di glicogeno (2,5/100 g di tessuto muscolare) è sufficiente aumentare l’apporto glucidico giornaliero dal 60% all’80% da distribuire nell’arco dell’intera giornata nei 3 giorni che precedono l’impegno agonistico. L’apporto di carboidrati deve essere per l’80% di carboidrati complessi (pasta, riso, pane, patate, cereali, legumi…)
  • 37. Alimentazione pre-gara (discipline di lunga durata: > 60 min) Il pasto prima della prestazione sportiva: - deve essere leggero, cioè facilmente digeribile - povero di fibre insolubili (responsabili del rapido svuotamento intestinale) - non molto abbondante - Deve essere consumato almeno 3 ore prima dell’allenamento per consentire la completa digestione e per normalizzare i picchi glicemici e la risposta insulinica; al contrario, alti livelli di insulina, possono produrre effetti sfavorevoli sulla prestazione atletica determinati dall’ipoglicemia riflessa e dall’inibizione della mobilizzazione dei lipidi di deposito che nelle gare di lunga durata Inoltre, per evitare il vengono utilizzati come substrato energetico rischio di ipoglicemia nei insieme ai glucidi. primi 30 min di gara è - deve essere a base di zuccheri complessi (70% consigliabile fornire una «razione di attesa», dell’intero pasto) con il 30% rappresentato da (razione idrica e glucidica), proteine e lipidi. 30 minuti prima della gara.
  • 38. Razione di attesa: quale zucchero? I glucidi della razione di attesa servono a fornire una quota di E di pronto impiego e a risparmiare il glicogeno muscolare così faticosamente accumulato nei gg precedenti alla gara. SACCAROSIO e GLUCOSIO: per molto tempo utilizzati, sono stati quasi completamente banditi a causa dell’ipersulinemia che segue la loro ingestione. FRUTTOSIO: provoca minori alterazioni del metabolismo glucidico e una minore lipolisi rispetto ad una pari quantità di glucosio; tuttavia, per la sua minore velocità di ossidazione, non sembra produrre effetti favorevoli sul glicogeno muscolare né sul tempo di esaurimento in corso di esercizio fisico. MALTODESTRINE: polimeri del glucosio, che per le loro caratteristiche chimiche e nutrizionali, rappresentano, oggi, la più corretta scelta come razione di attesa.
  • 39. Maltodestrine La Destrosio-Equivalenza (D.E.) è un indice della complessità delle varie Le maltodestrine sono polimeri di maltodestrine. glucosio derivanti dall’idrolisi degli amidi La scala di D.E. va da un miniimo di (di solito viene impiegato l’amido di mais 4-6 ad un massimo di 36-39. o di patate). Più alto è questo valore, più corte sono Sono solubili in acqua, hanno un sapore le catene di polisaccaridi, e quindi più gradevole e sono facilmente digeribili. veloci saranno l’assorbimento e l’utilizzazione. E’ consigliabile consumare maltodestrine di media D.E. (20-24). L’assorbimento delle maltodestrine è ottimale se vengono aggiunte ad acqua moderatamente refrigerata (10°C) con una % che varia dal 6 al 10% (60-100 g/l). E’ consigliabile sorseggiare la bevanda anziché berla tutta in una volta In alcuni soggetti le maltodestrine possono causare nausea e problemi gastrointestinali, per cui è bene testarle durante l’allenamento per pianificare le dosi e le modalità di assunzione durante la competizione.
  • 40. Alimentazione pre-gara (discipline di breve durata ed elevata intensità) Mentre il mondo dello sport ha appurato che la disponibilità di carboidrati come substrato (glicogeno muscolare) costituisce un fattore in grado di influenzare la prestazione negli sport prolungati ed impegnativi, non c’è accordo sul ruolo dei carboidrati negli impegni di breve durata ad alta intensità, perché secondo alcuni autori (Saltin e Karlsson – 1971) la disponibilità di glicogeno non è un fattore limitante, cioè le riserve di glicogeno non fanno in tempo ad esaurirsi durante tali discipline. Al contrario, altri Autori (Maughan e Poole – 1990) affermano che la prestazione di alta intensità può migliorare aumentando l’apporto di carboidrati e viceversa può peggiorare se tale apporto è inadeguato. Secondo questa teoria il carico di carboidrati pre-gara potrebbe produrre benefici non solo nelle prove di lunga durata ma anche in quelle di breve durata
  • 41. Alimentazione durante la gara (rifornimento alimentare percompetitivo) E’ importante solo in poche discipline che durano più di 2 ore (ciclismo su strada e maratona), in realtà solo nelle corse ciclistiche su strada è possibile e necessario provvedere ad un vero rifornimento che contempli oltre alle bevande anche cibi solidi. Questi cibi solidi devono essere: - Di semplice consumazione - Facilmente digeribili - Buon valore energetico Il rifornimento di carboidrati durante - Deve essere suddivisa in piccole l’esercizio non induce la risintesi del porzioni, non superiori a 50 glicogeno muscolare, ma favorisce il grammi, a prevalente contenuto risparmio del glicogeno già immagazzinato nelle fibrocellule di carboidrati. muscoari, consentendo così all’atleta di disporre di un ulteriore pool E da utilizzare nelle fasi finali della gara
  • 42. Alimentazione durante la gara (rifornimento idrico) La reintegrazione delle quantità di acqua perdute per sudorazione e costituisce una necessità per non compromettere lo stato di benessere dell’organismo e mantenere il livello delle sue prestazioni. La riduzione dell’acqua corporea determina un marcato deterioramento della capacità lavorativa, specie nelle attività fisiche di lunga durata, e la mancata reidratazione si manifesta con aumenti della temperatura corporea e della frequenza cardiaca. Già con perdite idriche pari al 2% del peso corporeo la sofferenza dell’organismo si manifesta con una riduzione della capacità lavorativa del 20- 30%.
  • 43. Alimentazione durante la gara (rifornimento idrico) L’eliminazione di quantità di acqua con la sudorazione comporta la perdita contemporanea di alcuni sali minerali presenti nel sudore. La perdita di questi minerali è dell’ordine di 40-60 mEq/l di Cloro, 4-6 mEq/l di Potassio, e di 1,5-5 mEq/l di Magnesio. Questi minerali hanno la funzione di mantenere l’equilibrio idrico-salino nell’organismo tra i compartimenti intra ed extra-cellulari, e intervengono nella dinamica dell’eccitabilità nervosa e muscolare. La reintegrazione durante e dopo un’intensa attività fisica è obbligatoria!
  • 44. Alimentazione durante la gara (reintegrazione idrica) Per la reintegrazione idrico-salina posso essere utili gli integratori presenti in commercio. Tali integratori devono contenere quantità Sodio e Cloro corrispondenti mediamente a quelle contenute nel sudore. Facoltativa è l’aggiunta di Potassio, Magnesio e Calcio, poiché, date le modeste quantità di essi perdute col sudore, molto difficilmente si instaura uno stato di carenza con effetti negativi sulla prestazione sportiva e tale da richiedere una loro assunzione in aggiunta a quella che avviene ai pasti. Sono raccomandabili gli integratori idrico-salini con la seguente composizione: Sodio (Na) = 600-1000 mg/l pari a 26-43 mEq/l Cloro (Cl) = 600-1000 mg/l pari a 17-29 mEq/l Potassio (K) = 50-250 mg/l pari a 1-5 mEq/l Magnesio (Mg) = 10-100 mg/l pari a 0,25-2,5 mEq/l Calcio (Ca) = 50-200 mg/l pari a 0,5-2,5 mEq/l Requisito fondamentale degli integratori idrico-salini deve essere la ipotonicità o isotonicità (250-300 mOsm). Tale caratteristica evita il richiamo di acqua nell’apparato digerente e favorisce l’assorbimento dei minerali.
  • 45. Alimentazione post-gara Dopo una performance sportiva è fondamentale ripristinare, oltre le perdite idrico-saline, anche le scorte di glicogeno. Per questo obiettivo sono fondamentali i primi 15 minuti dopo l’allenamento: in questa frazione di tempo c’è un aumento della Glicogeno Sintetasi e un forte incremento della sensibilità dei GLUT4 (trasportatori insulina) per cui l’assimilazione di zuccheri è molto veloce e l’insulina ci è amica. Per ripristinare le scorte di glicogeno consumato, immediatamente dopo la gara è utile assumere carboidrati ad alto indice glicemico: grazie a questi, la risintesi del glicogeno è favorita. Ottimo è l’utilizzo del Vitargo, uno zucchero a peso molecolare altissimo ricavato dalla patata, con bassa osmolarità ed un assorbimento velocissimo senza dare fastidi allo stomaco o all’intestino. E’ inutile assumere grassi nel post-gara perché l’organismo non è in grado di trasformare i grassi in carboidrati. Assumendo proteine nel post-gara, il glicogeno si ripristina perché l’organismo è in grado di trasformare le proteine in carboidrati ma ciò avviene molto lentamente e si corre il rischio di non ripristinare completamente le scorte di glicogeno.
  • 46. Riassumendo Riassumendo, da quanto detto, si evince risalta il ruolo centrale energetico dei carboidrati nell’alimentazione degli atleti, siano essi zuccheri semplici (razione di attesa, razione percompetitiva e di recupero immediatamente dopo lo sforzo) o complessi (alimentazione durante i giorni e le ore precedenti la gara, e la razione di recupero dopo l’impegno sportivo), accompagnati da bevande semplici (succhi di frutta, thè…) o appositamente studiate (maltodestrine, bevande idro-saline ipo- isotoniche…)
  • 47. Esempio di corretta alimentazione di un atleta La prima colazione è un pasto fondamentale per l’atleta: dovrebbe comprendere circa 1/4 delle calorie giornaliere (comunque almeno 500-600 cal.) Alimenti consigliati: Cornflakes, latte, yogurt, pane/fette biscottate con miele/marmellata, barrette energetiche, ricotta Evitare le merendine preconfezionate (grasse e difficilmente digeribili). Quale integrazione proteica è possibile assumere latte e/o succhi di frutta con circa 15 gr. di proteine in polvere
  • 48. Esempio di corretta alimentazione di un atleta Tre ore prima dell’allenamento: consumare un pasto ricco di carboidrati evitando i grassi (sughi e salse con oli e grassi, fritti, desserts con creme). Poche proteine, no legumi o verdure (per esempio: un piatto di pasta col pomodoro, una pezzo di parmigiano, un frutto) Un’ora prima dell’allenamento: è consigliato fare uno spuntino a base di carboidrati facilmente digeribili (per esempio: pane integrale, meglio se tostato in quanto più digeribile, fette biscottate integrali con miele/marmellata, barrette energetiche). Masticare bene! Prima dell’attività fisica idratarsi bene, ma senza gonfiare lo stomaco; smettere di bere 15-20 minuti prima dello sforzo.
  • 49. Esempio di corretta alimentazione di un atleta Durante l’attività fisica bere circa 1,5-2 dl di liquidi (bevande con aggiunta di maltodestrine) ogni 15-20 minuti (regolarsi secondo la temperatura). Non attendere di avere sete. Temperatura: fresca (15- 20°) Subito dopo l’allenamento o la gara assumere sottoforma liquida 1 gr di carboidrati (maltodestrine) per chilo di peso per accelerare il recupero (es. 60Kg = 60 grammi). Ottimi i succhi di frutta che contengono potassio Dopo un’ora circa consumare un pasto ricco di carboidrati e proteine (riserve di energia, riparazione dei danni, sali minerali) e frutta (per esempio: minestrone + 2 piatto a scelta + frutta) In questo modo si ricostruiscono il più rapidamente possibile le riserve energetiche muscolari (24 ore). Prima di andare a letto, per chi necessita di un’integrazione proteica, è possibile assumere 15 di proteine in polvere in un bicchiere di latte o succo di frutta.
  • 50. Strategie vincenti per il raggiungimento degli obiettivi * Sia che si ricerchi il dimagrimento, o che si ricerchi l’ipertrofia muscolare o anche solo il miglioramento dello stato di salute è necessario partire da una situazione fisiologica caratterizzata da: * assenza di infiammazione cronica * corretta circadianità del cortisolo (rispettare i giusti ritmi circadiani sonno/veglia; evitare attività fisica troppo intensa, rispettare i tempi di recupero post-attività fisica) * una buona idratazione.
  • 51. Combattere lo stato infiammatorio * Per combattere l’infiammazione si può agire su due fronti: l’attività fisica e un’alimentazione adeguata. * L’attività fisica risulta fondamentale per combattere lo stato infiammatorio, in quanto se ben modulata, porta alla produzione di IL-6, la quale induce una diminuzione delle citochine pro-infiammatorie , quale per esempio il TNFα. * L’alimentazione anti-infiammatoria prevede il consumo di cibi alcalinizzanti e/o dotati di nutrienti che spengono l’infiammazione.
  • 52. Alimentazione antinfiammatoria Scegliere alimenti ad alto potere nutritivo (evitare junk food) Evitare i grassi trans (margarina) Consumare alimenti ad alto contenuto di Omega 3 (pesce grasso: salmone, alici, sgombro; semi di Chia) Consumare pesce 2-3 volte alla settimana Consumare frutta e verdura: verdure a pranzo e a cena, e frutta come spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio) Fra le verdure e ortaggi preferire: cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, verza, carciofi Limitare i grassi saturi (burro) Consumare al massimo 2 uova intere alla settimana e 4 albumi
  • 53. Alimentazione nelle varie pratiche sportive SPORT DI RESISTENZA Chi svolge sport di resistenza (maratona, fondo e mezzofondo, gli sciatori, i ciclisti), infatti, necessita di una grande scorta di carboidrati che garantisca loro un apporto di glicogeno sufficiente a fornire energia durante gli sforzi prolungati. . Via libera, quindi, a pasta, riso, patate, pane, muesli, verdura, frutta fresca e secca. • CARBOIDRATI: 60% • LIPIDI: 25% • PROTEINE: 15%
  • 54. SPORT DI FORZA Per chi invece pratica sport di forza, quali sollevamento pesi, lancio del peso, martello o disco, è importante l'apporto proteico, che favorisce lo sviluppo della massa muscolare; ovviamente, non deve mancare una buona percentuale di carboidrati, che forniranno il necessario apporto di energia, senza il quale l'organismo sarebbe costretto ad intaccare le riserve di proteine. L'apporto di grassi deve essere invece moderato, per consentire un ottimale consumo delle proprie energie. • CARBOIDRATI: 55% • LIPIDI: 20% • PROTEINE: 25%
  • 55. SPORT DI VELOCITA’ Per gli sportivi che praticano attività di velocità e scatto (gare di sprint, salto in lungo, 100 metri, nuoto sulle brevi distanze) sarà importantissimo un giusto apporto di carboidrati, l'unico nutrimento che garantisce energia immediata con il minor dispendio di ossigeno. Inoltre, i carboidrati garantiscono la concentrazione mentale e la velocità di reazione. Altrettanto importanti per questi sportivi sono le vitamine ed i sali minerali, quindi la loro dieta deve prevedere molta frutta e verdura fresche, carne magra, pesce, alimenti integrali. • CARBOIDRATI: 60% • LIPIDI: 20% • PROTEINE: 20%
  • 56. Classificazione bioenergetica delle varie discipline sportive PROCESSO COMBUSTIBILE POTENZA DURATA TIPO di SPORT REAZIONE di BASE ATP ALTISSIMA FINO A 3” GESTI SINGOLI 8salti, lanci, tuffi) ATLETICA LEGERA DISGREGAZIONE 100 e 110 hs ANAEROBICO ALATTACIDO della Fosfocreatina ALTA 10” – 15” Lanci (disco, giavellotto, martello, peso) (CP) Salti (alto, lungo, triplo, asta) SOLLEVAMENTO PESI -PATTINAGGIO (velocità) ATLETICA LEGERA 800 – 1500 – 400 hs. SCISSIONE PATTINAGGIO ANAEROBICO LATTACIDO del GLICOGENO ELEVATA 15” – 45” GLICOLISI Ghiaccio 3000 mt. - Rotelle 1500 mt. NUOTO 400 mt. ATLETICA LEGERA 200 e 400 piani SCISSIONE PATTINAGGIO ANAEROBICI del GLICOGENO ELEVATA 45” – 180” AEROBICI MASSIVI GLICOLISI Ghiaccio 5 - 10 Km. - Rotelle 3 – 20 Km. NUOTO 50 e 100 mt. stile libero ATLETICA LEGERA 3.000 siepi, 5.000 mt., 10.000 mt., maratona, marcia PATTINAGGIO OSSIDAZIONE degli SUPERIORI Ghiaccio 500 mt. - Rotelle 300 mt. AEROBICO MODERATA ZUCCHERI - GRASSI a 180” NUOTO 800 mt., 1.500 mt. CICLISMO SU STRADA, CANOA AEROBICO SPORT di SQUADRA – TENNIS - SQUASH ANAEROBICO ALTERNATO