Presentazione dedicata all'illustrazione delle sinergie tra Sistemi di Gestione della Sicurezza e Lean Production e sulla Buona Prassi approvata dalla Commissione Consultiva.
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Sistemi di Gestione della Sicurezza e Lean Production - Presentazione 2-4-2015
1. Sistemi di Gestione della Sicurezza e
Salute Integrato con la Lean Production
Ing. Ivan Stefani
stefani.ivan@studiostefani.eu
Bando INAIL ISI 2014
Sistemi e Modelli di Gestione della Sicurezza
Perugia, 02 Aprile 2015
Hotel Giò Jazz - Via Ruggero D’Andreotto, 19
3. Modello Swiss-Cheese
Analisi eventi incidentali
Alcuni buchi sono
dovuti a errori attivi
Altri sono dovuti
a condizioni latenti
PERICOLO
INCIDENTE
3
4. Analisi degli eventi incidenti
Morte
Incidente con
assenza da lavoro
Incidente senza
assenza da lavoro
Medicazioni
Mancati incidenti (Near-Miss)
Comportamenti a rischio
AREA SGSSL
AREA BBS
4
5. Obiettivi di un SGSSL
• MAGGIORE EFFICIENZA dovuta a:
riduzione degli infortuni;
riduzione perdite di tempo in fase produttiva;
riduzione turn-over per la sostituzione degli infortunati/ malati.
• MIGLIORE GESTIONE DEI RISCHI mediante la definizione di:
obiettivi;
tempi;
responsabilità;
risorse;
finalità.
5
Obiettivi di un SGSSL
6. Obiettivi di un SGSSL
• RIDUZIONE dei COSTI ASSICURATIVI (es. OT24)
• ACQUISIZIONE nuovi CLIENTI
• MIGLIOR CONTROLLO della CONFORMITÀ
LEGISLATIVA
• AUMENTO della CULTURA DELLA SICUREZZA
• MIGLIORAMENTO dell'IMMAGINE AZIENDALE
• RIDUZIONE dei RISCHI di SANZIONI PENALI
6
7. Obiettivi di un SGSSL
• DIMOSTRAZIONE dell‘ IMPEGNO nella PREVENZIONE
E PROTEZIONE
• COMUNICAZIONE più EFFICACE
• RESPONSABILIZZAZIONE DEL PERSONALE
• IMPEGNO DA PARTE DEL PERSONALE
7
10. POLITICA
4.2 Politica per la sicurezza
e salute sul lavoro
C - Politica per la sicurezza e
salute sul lavoro
Art. 15
OHSAS 18001:07 Linee Guida UNI INAIL D.Lgs. 81/08
10
11. PIANIFICAZIONE
4.3.1 PIANIFICAZIONE PER
L’IDENTIFICAZIONED
EI PERICOLI, LA
VALUTAZIONE EDIL
CONTROLLO DEI
RISCHI
D- PIANIFICAZIONE Artt. 15, 28 e 29
4.3.2 PRESCRIZIONI LEGALI
E ALTRE
4.3.3 OBIETTIVI e
PROGRAMMI
Art. 28
OHSAS 18001:07 Linee Guida UNI INAIL D.Lgs. 81/08
11
12. ATTUAZIONE
4.4.1 Risorse, ruoli, responsabilità ed
autorità
E.2 Definizione dei compiti e delle
responsabilità
Artt. 17, 16, 18,
19, 22, 25, 33, 43,
47
4.4.2 Competenze, addestramento e
consapevolezza
E.4 Formazione, addestramento,
consapevolezza
Artt. 36, 37, 71,
73, …
4.4.3 Comunicazione, partecipazione
e consultazione
E. 3 Coinvolgimento del personale
E.5 Comunicazione, informativo e
cooperazione
Artt. 15, 29, 35,
50, 102, 193, 241,
257
4.4.4 Documentazione
E.6 Documentazione4.4.5 Controllo dei documenti e dei
dati
4.4.6 Controllo operativo E.7 Integrazione della salute e sicurezza
nei processi aziendali e gestione
operativa
Artt. 33, 132
Artt. 15, 18, 226,
237
4.4.7 Preparazione emergenze e
risposta
OHSAS 18001:07 Linee Guida UNI INAIL D.Lgs. 81/08
12
13. CONTROLLO
4.5.1Misurazione e sorveglianza
delle prestazioni
F.1 Monitoraggio interno della
sicurezza (monitoraggio di 1° livello)
Art. 33
comma 1 a) e
b)F.3 Piano del monitoraggio
4.5.2 Valutazione della conformità F.3 Piano del monitoraggio
4.5.3 Non conformità, azioni
correttive e preventive
F.1 Monitoraggio interno della
sicurezza (monitoraggio di 1° livello)
Artt. 18
comma 1 r),
185, 229F.3 Piano del monitoraggio
4.5.4 Registrazioni e loro gestione E.6 Documentazione
Artt. 53, 35,
28 e 26
4.5.4 Audit interni
F.1 Monitoraggio interno della
sicurezza (Monitoraggio di 2° livello)
Art. 18
comma 3-
bis,Art. 30F. 2 Caratteristiche e responsabilità
dei verificatori
OHSAS 18001:07 Linee Guida UNI INAIL D.Lgs. 81/08
13
16. 1. Dichiarazione della politica
2. Il Documento di Valutazione dei Rischi con allegato il:
a. Piano degli interventi per il miglioramento nel tempo
delle condizioni di SSL;
b. Protocollo di sorveglianza sanitaria
c. Piano di formazione per ciascuna mansione
d. Piano di manutenzione e di verifica periodica delle
attrezzature e dell’ambiente di lavoro
e. Piano di DPI per ciascuna mansione
DOCUMENTAZIONE PREVISTA PER
L’IMPLEMENTAZIONE DI UN SGSSL
DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
16
17. 3. I documenti di valutazione dei rischi interferenziali (DUVRI);
4. Piano di Emergenza
5. L’individuazione e valutazione degli adempimenti legislativi e
volontari a cui l’azienda è sottoposta;
6. Piano, obiettivi e traguardi che si vogliono raggiungere con
descrizione delle modalità, tempi e responsabilità per
l’attuazione
7. Piano di sorveglianza (scadenziario di legge) e delle misure di
prevenzione e protezione
DOCUMENTAZIONE PREVISTA PER
L’IMPLEMENTAZIONE DI UN SGSSL
DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
17
18. 8. Il mansionario aziendale per gli aspetti di SSL;
9. I risultati della sorveglianza e misurazione;
10. Le registrazioni, che forniscono informazioni sui risultati
conseguiti e le evidenze dell’attuazione del SGSSL;
11. Piano di audit;
12. Le procedure gestionali (PRS, …) ed operative (ISL, IOP, …)
DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
DOCUMENTAZIONE PREVISTA PER
L’IMPLEMENTAZIONE DI UN SGSSL
18
19. DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
1. Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi;
2. Identificazione dei requisiti legali applicabili e
monitoraggio;
3. Gestione della formazione;
4. Gestione della comunicazione interna ed esterna e
consultazione delle parti interessate;
5. Gestione della documentazione del SGSSL;
PROCEDURE GESTIONALI PREVISTE PER
RISPONDERE ALLA NORMA BS OHSAS 18001:07
19
20. 6. Controllo operativo;
7. Gestione delle emergenze;
8. Sorveglianza e misurazione;
9. Gestione delle non conformità e delle azioni correttive
e preventive;
10. Gestione delle registrazioni ed archiviazione;
11. Gestione degli audit;
12. Gestione del Riesame della Direzione.
DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
PROCEDURE GESTIONALI PREVISTE PER
RISPONDERE ALLA NORMA BS OHSAS 18001:07
20
21. DOCUMENTAZIONE DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA E SALUTE
Documentazione
SOSTENIBILE
dall’organizzazione
Eccessiva
BUROCRATIZZAZIONE
dell’organizzazione
21
22. Andare in campo
Gemba: il luogo dove succedono le cose
Abbandonare la gestione dagli uffici per
muoversi “fisicamente” dove le cose
succedono.
22
24. LEAN
Il termine Lean Production (produzione
snella) è stato ideato nel 1992 dai
ricercatori del MIT Womack e Jones, nel
loro best-seller “La Macchina che ha
cambiato il mondo”, in cui illustrano il
sistema di produzione che ha permesso
negli anni 40 alla Toyota di ottenere
risultati con
• la Massima Qualità
• nel Minor Tempo possibile ed
• Usando Meno Risorse
• Con Meno Sprechi possibili
24
25. LEAN
Il modello della Lean Production è stato affinato,
assumendo anche altre denominazioni, quali:
• Lean Organization,
• Lean Manufacturing,
• Lean Thinking.
25
26. LEAN
World Class Manufacturing (WCM) è
un’evoluzione originale del modello Lean,
propria del Gruppo Fiat e applicata in tutti i suoi
stabilimenti.
26
29. Concentrarsi su ciò che CREA
“valore” per il cliente.
Ma anche su ciò che NON toglie
valore al cliente.
1 – Valore/Spreco
29
30. Mappare il flusso del valore e
individuare le attività che non
generano valore
2 – Flusso di valore
30
31. MUDA, MURI e MURA
IN OTTICA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
MURI
SOVRACCARICO
MURA
CARICO MAL DISTRIBUITO
MUDA
OGNI FORMA DI SPRECO 31
32. MUDA o SPRECHI
IN OTTICA DELLA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO
EMISSIONI
SCORTE
MOVIMENTAZIONI
TRASPORTI
SPRECHI RELAZIONALI
PROCESSI
INUTILI SOVRAPPRODUZIONE
ATTESE
DIFETTI
MUDA
32
33. Il flusso deve “scorrere” senza barriere
ed ostacoli.
3 – FLUSSO
33
34. Il prodotto deve essere “tirato” dal cliente
finale, e non “spinto” attraverso il
processo. Si produce solo quello che serve,
quando serve, nella qualità richiesta (Just
In Time).
4 – Pull
34
35. Non c’è un limite al miglioramento. Ogni
soluzione ad un problema è solo una
“contromisura”, in attesa di una
soluzione migliore.
5 – Perfection
35
36. Gestire i problemi quando sono
ancora “caldi”
Enfasi sulla loro soluzione in modo rapido.
Un piccolo miglioramento è meglio di
niente. Nel dubbio, è meglio fare. 36
MIGLIORAMENTO CONTINUO
37. Perché questo sistema è diverso?
Perché incarna due dimensioni
filosofiche:
1) Miglioramento Continuo
2) Rispetto per le persone
37
38. STRUMENTI LEAN
per il miglioramento anche della Sicurezza e Salute
• CMS (Contenent Management System)
• Visual Management
• TPM
• 5S + Safety
• Spaghetti Chart
• Lean learning – OPL
• Lean learning – e-Learning
• Poka-Yoke
• Andon
• Safety Standard Work
1
Definizione
CURRENT
STATE MAP
2
Definizione
FUTURE
STATE MAP
38
43. STRUMENTI LEAN
TPM
Il “Total Productive Maintenance”
è il miglior approccio al
miglioramento continuo degli
stabilimenti produttivi e delle
performance delle macchine.
43
46. 5S: Ordinare per vedere
Le 5s (Separare, Ordinare, Pulire,
Standardizzare, Migliorare ulteriormente) è un
sistema per coinvolgere le persone attorno al
miglioramento della propria attività.
PRIMA
DOPO
46
52. STRUMENTI LEAN
Andon
1) L’operatore 2
identifica un
possibile problema
e schiaccia il
pulsante giallo
3) Il supervisore del
processo va alla
postazione 2 ad aiutarlo
2) La luce relativa
alla postazione 2
cambia colore
52
55. Fare emergere i problemi come
opportunità
Dalla caccia all’errore, alla caccia al
problema. Si premiano gli sforzi per trovarli
e risolverli. “No problem is a problem”. 55
55
Fare emergere i problemi come
opportunità
Dalla caccia all’errore, alla caccia al
problema. Si premiano gli sforzi per trovarli
e risolverli. “No problem is a problem”.
56. Andare a vedere le cose: “Go See”
56
Comprendere la causa radice dei problemi. Diffondere
l’abitudine a ragionare prima di saltare alle conclusioni.