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123
L’ALLENAMENTO
TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI
L’alzatore fonda la propria prestazione pallavolistica sull’alzata e perciò sulla capacità
di creare una condizione di attacco ottimale per i giocatori chiamati in causa dalle sue
scelte tattiche. Esso rappresenta la regia dell’azione di gioco ed è anche il fulcro da cui
partono tutte le strategie tattiche offensive. La sua prestazione è complessa perché im-
plica una serie di fattori prestativi tutti di primaria importanza:
⊙ la capacità di generare traiettorie di alzata adeguate allo sviluppo del gioco tatti-
co del sistema d’attacco contro il sistema di muro (componente tecnico–motoria e
cognitiva della prestazione);
⊙ la capacità di non risultare prevedibile nelle scelte tattiche al sistema di muro av-
versario (componente tecnico–motoria e psicologico–comportamentale della pre-
stazione);
⊙ la capacità di monitorare attraverso la distribuzione delle alzate la condizione di
competitività dei propri attaccanti, adeguando i criteri di scelta nei vari momenti
della partita (componente cognitiva e mnemonica della prestazione);
⊙ la capacità di esprimere un significativo livello di competitività in almeno un al-
tro fondamentale tra quelli che rientrano nelle sue specifiche competenze (com-
ponente tecnico–motoria e programmatica espressa soprattutto nella qualità del
sistema di allenamento);
⊙ altri fattori di prestazione meno oggettivi, spesso legati ad indicazioni culturali, talo-
ra anche a luoghi comuni, frutto di esperienze e di principi metodologici.
5.1
L’ALLENAMENTO DELL’ALZATORE
È opinione comune, tra gli allenatori di pallavolo, considerare quello dell’alzatore
come il ruolo più importante, sia nel sistema formativo, nel corso dell’attività giovanile,
sia nella gestione della prestazione di squadra, fattore più incidente sul risultato spor-
tivo, nell’età seniores. Di fatto, un’idea dell’importanza di questo ruolo la si può avere
già semplicemente considerando il numero di azioni a cui esso partecipa: studi condotti
su alcuni modelli prestativi, in diversi livelli di qualificazione, sia nel settore maschile
che nel settore femminile, consentono di quantificare il numero di attacchi, su alzata
dell’alzatore, in un range compreso tra il 92%-97% delle azioni di primo attacco per il
cambio palla e in un range compreso tra il 46%-61% delle azioni di contrattacco.
rientrano in questo aspettouna serie di considerazioniche descrivono l’importanzadell’alzatore sulla base dielementi legati ad esperienzesoggettive. In questo modo, intutti i criteri di identificazionedell’alzatore, gli allenatoripuntualizzano i primi 4 aspettiindicati e nel contempo neaggiungono ancora un numerosignificativo, anche se soggettivie non necessariamente condivisida tutti.
124
L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5
5.1.1: IL RISCALDAMENTO SPECIFICO DELL’ALZATORE
Rispetto a quanto avviene in alcuni ruoli della pallavolo, il lavoro tecnico individuale sul
palleggio può essere utilizzato come riscaldamento, come lavoro di sensibilizzazione
del tocco, come mezzo per la correzione di eventuali errori esecutivi e per la stabilizza-
zione delle traiettorie di alzata. Questo significa che la fase introduttiva all’allenamento
differenziato dell’alzatore è anche un momento di lavoro tecnico individuale molto im-
portante che, da un lato consente di sviluppare le tecniche di base verso le specificità
che caratterizzano l’interpretazione che il suddetto ruolo fa di esse, dall’altro consente
di effettuare un ottimale numero di ripetizioni nel tempo a disposizione, modulando
il fattore intensità di esercizio alle esigenze di apprendimento implicate. L’alzatore può
svolgere il proprio allenamento in forma individuale per una significativa percentuale di
lavoro complessivo.
In questa fase iniziale di allenamento, gli aspetti metodologici che devono essere salva-
guardati sono la possibilità di controllo della qualità esecutiva del gesto tecnico e il nu-
mero di tocchi di palla effettivamente eseguibili nello svolgimento di un dato esercizio.
Sul piano strutturale, le proposte di eser-
cizio adeguate per questa fase di alle-
namento devono essere identificabili
attraverso una serie di aspetti caratteri-
stici:
⊙ esercizi semplici, sul piano esecu-
tivo, in modo che il giocatore possa
pensare al movimento da eseguire,
ossia al “come” affrontare la situa-
zione di intervento sulla palla;
⊙ esercizi che focalizzano un gesto
segmentario molto particolare, ga-
rantendone un importante numero
di ripetizioni;
⊙ esercizi non necessariamente calati
nella situazione di gioco, ossia più o
meno inseriti in specifici tempi tec-
nicidiazioneoinspecifichesequen-
ze situazionali.
relazione con la traiettoria
della palla durante il
posizionamento per
l’esecuzione del palleggio;
ossia, relazione tra la postura
al momento del tocco di
palla e l’efficacia delle spinte
nell’esecuzione del palleggio.
essendo una fase di
riscaldamento, di correzione
e di affinamento coordinativo,
il toccare frequentemente
la palla diventa un aspetto
metodologico imprescindibile.
queste forme specifiche
di esercizio richiedono
l’utilizzo di aspetti facilitanti
l’intervento sulla palla, per
cui una sequenza di alzate
su lancio dell’allenatore, che
gestisce personalmente la
difficoltà del compito motorio
o situazionale richiesto al
giocatore, è un esempioadeguato.
in queste forme di esercizio
rientrano: tutti gli esercizi
che utilizzano la parete; quelli
che utilizzano accorgimenti
particolari, come ad esempio
le posizioni inginocchiate
o sedute, per enfatizzare
un’azione di spinta delle mani,
che sia autonoma rispetto alle
spinte degli arti inferiori; che
utilizzano i bersagli, etc..
effettivamente questa fase
non necessità di attinenza
situazionale, ossia le proposte
che costituiscono il lavoro
di riscaldamento specifico
possono essere eseguite
anche fuori dal campo e dalla
caratteristica situazione di
gioco.
125
L’ALLENAMENTO
TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI
Gli obiettivi della suddetta fase dell’allenamento dell’alzatore richiamano e sviluppano
gli obiettivi identificati nell’impostazione delle tecniche di base. Essi sono: il richiamo e
lo sviluppo della sensibilità nel tocco di palla e della velocità di uscita dalle mani della
traiettoria di alzata (attraverso esercizi alla parete, o nello spazio di gioco), il richiamo
e lo sviluppo della neutralità di approccio al palleggio (esercizi nello spazio di gioco e
contro un avversario che lavora sul fondamentale muro in contrapposizione tattica con
l’alzata), il richiamo e lo sviluppo della precisione di posizionamento sotto la palla, di
ricerca della corretta frontalità al momento del tocco (esercizi nello spazio di gioco o
fuori dal contesto campo in relazione esclusiva con la traiettoria della palla).
Alla parete l’alzatore può svolgere gran parte del lavoro di riscaldamento specifico. Infat-
ti, le esercitazioni alla parete presentano tutte le caratteristiche necessarie per un utiliz-
zo significativo negli spazi di attivazione: sono dinamiche semplici sul piano esecutivo,
focalizzano il contatto tra le mani e la palla e l’azione delle mani sulla palla e consen-
tono un numero di ripetizioni, nell’unità di tempo, molto elevato. Tra le esercitazioni
alla parete meritano una considerazione particolare quelle che utilizzano un particolare
piano di rimbalzo, inclinato di circa 30°-35°, che risulta un espediente molto utile sia per
sensibilizzare e velocizzare la flesso–estensione del polso, quando la palla è completa-
mente “dentro le mani”, salvaguardando la simmetria di approccio al tocco, sia per in-
tensificare la spinta sulla palla e migliorare progressivamente la velocità di uscita della
stessa, aspetto determinante nella gestione delle traiettorie di alzata veloci.
È importante, nella suddetta tipologia di esercitazioni, mantenere un atteggiamento
del busto perpendicolare al pavimento e una posizione dell’avambraccio relativamen-
te stabile; l’obiettivo principale consiste nella progressiva acquisizione della capacità di
gestire il palleggio quasi esclusivamente attraverso l’azione del polso. Raggiunti questi
obiettivi le forme di esercizio di palleggio alla parete o contro un piano inclinato diventa-
no esercitazioni duttili e adattabili a combinazioni metodologiche di vario genere:
⊙ è possibile combinare ad essi
piccoli e rapidi spostamen-
ti in cui il tempo per muoversi,
e riposizionarsi correttamente
sotto la palla è estremamen-
te ridotto. In essi è il giocatore
stesso che cambia continua-
mente il punto di rimbalzo della
palla sulla parete, o sul piano in-
clinato, determinando rimbalzi
acuisidevepoiadattarerapida-
mente. Diventa così una forma
di esercizio autogestita molto
interessante anche per le indi-
cazioni che offre sugli aspetti
comportamentali e mentali del
giocatore;
nel corso Allievo Allenatore,
la sequenza cronologica degli
obiettivi didattici era: corretta
impostazione delle mani
della postura di approccio al
tocco, differenziazione delle
spinte, sviluppo delle sequenze
specifiche di spostamento e
palleggio finalizzato, palleggio
nelle situazioni di gioco. Questi
obiettivi sono indicati in una
progressione didattica facilitante
i processi di apprendimento
perciò la suddetta sequenza
resta un principio metodologico
dell’allenamento specifico
dell’alzatore.
la posizione stabiledell’avambraccio significa,dal punto di vista esecutivo,che nell’azione sulla pallanon ha prevalso la spintadell’arto superiore, a carico delmovimento di estensione delgomito, rispetto alla spinta dellemani.
tutte le forme di esercitazione
indicate hanno degli scopi
precisi per cui è possibile
pianificare il loro utilizzo rispetto
ad esigenze identificate nella
motricità tecnica del giocatore,
valutata nel suo operato in
gioco, nell’esercizio di sintesi e
nell’esecuzione sia tecnica che
analitica del gesto.
l’allenamento autogestitopresuppone un livello dimaturazione e motivazioneparticolari; è spesso frutto diuna adeguata percezione delproprio corpo e della propriamotricità. Queste caratteristichesono molto influenti sulledinamiche di apprendimento delmovimento e quindi possonofornire indicazioni importantinella previsione dell’evoluzionedella competitività del giocatore.
128
L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5
5.1.2: L’ALLENAMENTO ANALITICO DIFFERENZIATO DELL’ALZATORE
L’allenamento differenziato dell’alzatore riguarda principalmente lo sviluppo dell’alza-
ta e degli aspetti qualitativi che la caratterizzano (stabilità di traiettoria, precisione sul
punto di attacco, velocità di uscita della palla dalle mani per garantire la corretta forma
di traiettoria, altezze adeguate dell’apice della traiettoria rispetto alle esigenze di tem-
po di attacco, etc.). L’allenamento delle competenze complementari dell’alzatore può
essere inserito e considerato nel lavoro differenziato ma, in realtà, questo lavoro non è
caratteristico del ruolo, bensì analogo e assolutamente confrontabile con quello svolto
da altri ruoli. Ad esempio, la difesa è sicuramente un fondamentale molto importante
per l’alzatore; in tal senso l’allenamento differenziato sulla difesa non avrà caratteristiche
differenti rispetto al lavoro che sulla difesa svolge il libero, per il quale essa è un aspetto
caratterizzante il sistema di allenamento differenziato. Perciò, l’allenamento differenzia-
to dell’alzatore ha i seguenti obiettivi:
⊙ facilitare il transfert nel gioco delle corrette posture di approccio al tocco e del
grado di autonomia delle mani, qualità identificate, acquisite e sviluppate attraver-
so le esercitazioni analitiche. Questo obiettivo richiama l’esigenza di sviluppare, in
questo specifico spazio di allenamento esclusivo, tutta una serie di esercitazioni di
alzataincuiilcontrolloesecutivodebbaesseremantenutoalcentrodelfocusatten-
tivo. In queste esercitazioni, i fattori allenanti sono l’autocorrezione attuata attraver-
so il feedback continuo che arriva al giocatore e il volume delle ripetizioni che com-
plessivamente viene proposto per ogni singola traiettoria o esercitazione;
⊙ facilitare il transfert nell’esercizio situazionale della capacità di gestire le usci-
te della palla in modo imprevedibile e non leggibile dai giocatori avversari a muro.
Questo obiettivo contempla anche la capacità di sviluppare gestualità particolari
che producono l’effetto di una vera e propria finta;
⊙ facilitare l’acquisizione degli specifici tempi di spostamento nello spazio di gioco
in modo da verificare quanta casistica situazionale può essere inserita nel sistema di
allenamento del giocatore. Ossia testare il rapporto tra abilità delle mani e capacità
di spostamento nello spazio: identificare quali distanze compromettono il controllo
esecutivo del tocco di palla e la precisione di traiettoria; identificare quali tempi di
spostamento compromettono la qualità nel posizionamento sotto la palla con una
postura corretta o, comunque, adeguata per effettuare un’alzata ottimale; identifi-
care quale situazione caratteristica del gioco compromette la neutralità della po-
stura al momento del tocco di palla. Tutte queste variabili sono fondamentali per
sviluppare un sistema di allenamento differenziato efficace perché stimolante, os-
sia, stabilmente ai limiti delle capacità tecniche e motorie individuali;
⊙ facilitare la stabilizzazione delle altezze di traiettoria (determinanti per il fattore
tempo d’attacco) e delle ampiezze di traiettoria (determinanti affinché l’attaccan-
te possa esprimere competitività tattica contro il muro avversario) nella progressiva
acquisizione delle intese con i propri attaccanti. Questo obiettivo identifica la stra-
ordinaria importanza dell’esercizio semplice di alzata e attacco con cui è possibile
costruireinmodoefficaceestabilel’intesa.Precursoridelsuddettoeserciziofonda-
mentale sono le esercitazioni analitiche che sviluppano la capacità di differenziare
l’azione delle mani mantenendo stabile un parametro della traiettoria (altezza, pun-
to di impatto, distanza da rete, etc.). Per questo la presenza di riferimenti e bersagli
diventa una strategia opportuna.
questo significa che in questatrattazione specifica sarannoaffrontate solo le competenzeprimarie, rimandando latrattazione delle competenzecomplementari ai capitolirelativi ai ruoli che di essene fanno una competenza
primaria.
nell’alzata, è improprio parlare
di finta, almeno nell’accezione
più comune con cui il concetto
di finta è rappresentato nella
bibliografia sportiva. Infatti,
la finta è un movimento
attuato per indurre un
comportamento all’avversario
diretto. In tal senso, un
tocco di palla così rapido
può risultare efficace solo se
l’attenzione dell’avversario è
rivolta al movimento generale
e non è focalizzata sul tocco.
Perciò, in riferimento all’alzata
appare corretto utilizzare i
concetti di ritardo esecutivo
e di esecuzione capace di
mascherare le reali intenzioni
tattiche.
129
L’ALLENAMENTO
TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI
In tutte le forme di esercizio ipotizzabili nell’allenamento differenziato dell’alzatore è
necessario considerare un obiettivo tanto specifico quanto particolare e situazionale:
ossia, lo sviluppo della capacità di osservazione del muro avversario durante la fasi
immediatamente precedenti il tocco di alzata (osservazione delle posizioni di partenza
del muro con la possibilità di cogliere punti di forza e punti deboli della linea, eventuali
spostamenti anticipati del centrale avversario a muro, eventuali movimenti dei giocatori
laterali rispetto agli sviluppi del proprio sistema d’attacco, ecc.). L’utilizzo di quella che
in passato è stata identificata con il termine di visione periferica in realtà rappresenta
un’abilità del giocatore di guardare rapidamente per cogliere i riferimenti necessari.
Ciòsignificachel’alzatorevaesercitatoatrovareilmomentoperguardarerapidamen-
te cosa succede oltre la rete, significa che tale abilità cresce con l’esperienza e con
l’abitudine a fare questo sempre e che da tale comportamento tattico si genera una
vera e propria contrapposizione con il sistema di muro avversario, in particolare con
il centrale, che suggerisce stimolanti e funzionali modalità esecutive delle esercitazioni
proposte.
Questo spazio di allenamento consente anche l’introduzione e lo sviluppo delle nuove
proposte tecniche e delle nuove traiettorie di alzata, ossia l’insegnamento di tecniche
di alzata particolari come l’alzata in salto e l’alzata in bagher oppure l’approccio allo
sviluppo dei tempi d’attacco nuovi, richiesti dal modello prestativo, nell’evoluzione della
generale capacità di gioco, sono tutti obiettivi particolari caratterizzanti il lavoro diffe-
renziato dell’alzatore.
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  • 1. 123 L’ALLENAMENTO TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI L’alzatore fonda la propria prestazione pallavolistica sull’alzata e perciò sulla capacità di creare una condizione di attacco ottimale per i giocatori chiamati in causa dalle sue scelte tattiche. Esso rappresenta la regia dell’azione di gioco ed è anche il fulcro da cui partono tutte le strategie tattiche offensive. La sua prestazione è complessa perché im- plica una serie di fattori prestativi tutti di primaria importanza: ⊙ la capacità di generare traiettorie di alzata adeguate allo sviluppo del gioco tatti- co del sistema d’attacco contro il sistema di muro (componente tecnico–motoria e cognitiva della prestazione); ⊙ la capacità di non risultare prevedibile nelle scelte tattiche al sistema di muro av- versario (componente tecnico–motoria e psicologico–comportamentale della pre- stazione); ⊙ la capacità di monitorare attraverso la distribuzione delle alzate la condizione di competitività dei propri attaccanti, adeguando i criteri di scelta nei vari momenti della partita (componente cognitiva e mnemonica della prestazione); ⊙ la capacità di esprimere un significativo livello di competitività in almeno un al- tro fondamentale tra quelli che rientrano nelle sue specifiche competenze (com- ponente tecnico–motoria e programmatica espressa soprattutto nella qualità del sistema di allenamento); ⊙ altri fattori di prestazione meno oggettivi, spesso legati ad indicazioni culturali, talo- ra anche a luoghi comuni, frutto di esperienze e di principi metodologici. 5.1 L’ALLENAMENTO DELL’ALZATORE È opinione comune, tra gli allenatori di pallavolo, considerare quello dell’alzatore come il ruolo più importante, sia nel sistema formativo, nel corso dell’attività giovanile, sia nella gestione della prestazione di squadra, fattore più incidente sul risultato spor- tivo, nell’età seniores. Di fatto, un’idea dell’importanza di questo ruolo la si può avere già semplicemente considerando il numero di azioni a cui esso partecipa: studi condotti su alcuni modelli prestativi, in diversi livelli di qualificazione, sia nel settore maschile che nel settore femminile, consentono di quantificare il numero di attacchi, su alzata dell’alzatore, in un range compreso tra il 92%-97% delle azioni di primo attacco per il cambio palla e in un range compreso tra il 46%-61% delle azioni di contrattacco. rientrano in questo aspettouna serie di considerazioniche descrivono l’importanzadell’alzatore sulla base dielementi legati ad esperienzesoggettive. In questo modo, intutti i criteri di identificazionedell’alzatore, gli allenatoripuntualizzano i primi 4 aspettiindicati e nel contempo neaggiungono ancora un numerosignificativo, anche se soggettivie non necessariamente condivisida tutti.
  • 2. 124 L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5 5.1.1: IL RISCALDAMENTO SPECIFICO DELL’ALZATORE Rispetto a quanto avviene in alcuni ruoli della pallavolo, il lavoro tecnico individuale sul palleggio può essere utilizzato come riscaldamento, come lavoro di sensibilizzazione del tocco, come mezzo per la correzione di eventuali errori esecutivi e per la stabilizza- zione delle traiettorie di alzata. Questo significa che la fase introduttiva all’allenamento differenziato dell’alzatore è anche un momento di lavoro tecnico individuale molto im- portante che, da un lato consente di sviluppare le tecniche di base verso le specificità che caratterizzano l’interpretazione che il suddetto ruolo fa di esse, dall’altro consente di effettuare un ottimale numero di ripetizioni nel tempo a disposizione, modulando il fattore intensità di esercizio alle esigenze di apprendimento implicate. L’alzatore può svolgere il proprio allenamento in forma individuale per una significativa percentuale di lavoro complessivo. In questa fase iniziale di allenamento, gli aspetti metodologici che devono essere salva- guardati sono la possibilità di controllo della qualità esecutiva del gesto tecnico e il nu- mero di tocchi di palla effettivamente eseguibili nello svolgimento di un dato esercizio. Sul piano strutturale, le proposte di eser- cizio adeguate per questa fase di alle- namento devono essere identificabili attraverso una serie di aspetti caratteri- stici: ⊙ esercizi semplici, sul piano esecu- tivo, in modo che il giocatore possa pensare al movimento da eseguire, ossia al “come” affrontare la situa- zione di intervento sulla palla; ⊙ esercizi che focalizzano un gesto segmentario molto particolare, ga- rantendone un importante numero di ripetizioni; ⊙ esercizi non necessariamente calati nella situazione di gioco, ossia più o meno inseriti in specifici tempi tec- nicidiazioneoinspecifichesequen- ze situazionali. relazione con la traiettoria della palla durante il posizionamento per l’esecuzione del palleggio; ossia, relazione tra la postura al momento del tocco di palla e l’efficacia delle spinte nell’esecuzione del palleggio. essendo una fase di riscaldamento, di correzione e di affinamento coordinativo, il toccare frequentemente la palla diventa un aspetto metodologico imprescindibile. queste forme specifiche di esercizio richiedono l’utilizzo di aspetti facilitanti l’intervento sulla palla, per cui una sequenza di alzate su lancio dell’allenatore, che gestisce personalmente la difficoltà del compito motorio o situazionale richiesto al giocatore, è un esempioadeguato. in queste forme di esercizio rientrano: tutti gli esercizi che utilizzano la parete; quelli che utilizzano accorgimenti particolari, come ad esempio le posizioni inginocchiate o sedute, per enfatizzare un’azione di spinta delle mani, che sia autonoma rispetto alle spinte degli arti inferiori; che utilizzano i bersagli, etc.. effettivamente questa fase non necessità di attinenza situazionale, ossia le proposte che costituiscono il lavoro di riscaldamento specifico possono essere eseguite anche fuori dal campo e dalla caratteristica situazione di gioco.
  • 3. 125 L’ALLENAMENTO TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI Gli obiettivi della suddetta fase dell’allenamento dell’alzatore richiamano e sviluppano gli obiettivi identificati nell’impostazione delle tecniche di base. Essi sono: il richiamo e lo sviluppo della sensibilità nel tocco di palla e della velocità di uscita dalle mani della traiettoria di alzata (attraverso esercizi alla parete, o nello spazio di gioco), il richiamo e lo sviluppo della neutralità di approccio al palleggio (esercizi nello spazio di gioco e contro un avversario che lavora sul fondamentale muro in contrapposizione tattica con l’alzata), il richiamo e lo sviluppo della precisione di posizionamento sotto la palla, di ricerca della corretta frontalità al momento del tocco (esercizi nello spazio di gioco o fuori dal contesto campo in relazione esclusiva con la traiettoria della palla). Alla parete l’alzatore può svolgere gran parte del lavoro di riscaldamento specifico. Infat- ti, le esercitazioni alla parete presentano tutte le caratteristiche necessarie per un utiliz- zo significativo negli spazi di attivazione: sono dinamiche semplici sul piano esecutivo, focalizzano il contatto tra le mani e la palla e l’azione delle mani sulla palla e consen- tono un numero di ripetizioni, nell’unità di tempo, molto elevato. Tra le esercitazioni alla parete meritano una considerazione particolare quelle che utilizzano un particolare piano di rimbalzo, inclinato di circa 30°-35°, che risulta un espediente molto utile sia per sensibilizzare e velocizzare la flesso–estensione del polso, quando la palla è completa- mente “dentro le mani”, salvaguardando la simmetria di approccio al tocco, sia per in- tensificare la spinta sulla palla e migliorare progressivamente la velocità di uscita della stessa, aspetto determinante nella gestione delle traiettorie di alzata veloci. È importante, nella suddetta tipologia di esercitazioni, mantenere un atteggiamento del busto perpendicolare al pavimento e una posizione dell’avambraccio relativamen- te stabile; l’obiettivo principale consiste nella progressiva acquisizione della capacità di gestire il palleggio quasi esclusivamente attraverso l’azione del polso. Raggiunti questi obiettivi le forme di esercizio di palleggio alla parete o contro un piano inclinato diventa- no esercitazioni duttili e adattabili a combinazioni metodologiche di vario genere: ⊙ è possibile combinare ad essi piccoli e rapidi spostamen- ti in cui il tempo per muoversi, e riposizionarsi correttamente sotto la palla è estremamen- te ridotto. In essi è il giocatore stesso che cambia continua- mente il punto di rimbalzo della palla sulla parete, o sul piano in- clinato, determinando rimbalzi acuisidevepoiadattarerapida- mente. Diventa così una forma di esercizio autogestita molto interessante anche per le indi- cazioni che offre sugli aspetti comportamentali e mentali del giocatore; nel corso Allievo Allenatore, la sequenza cronologica degli obiettivi didattici era: corretta impostazione delle mani della postura di approccio al tocco, differenziazione delle spinte, sviluppo delle sequenze specifiche di spostamento e palleggio finalizzato, palleggio nelle situazioni di gioco. Questi obiettivi sono indicati in una progressione didattica facilitante i processi di apprendimento perciò la suddetta sequenza resta un principio metodologico dell’allenamento specifico dell’alzatore. la posizione stabiledell’avambraccio significa,dal punto di vista esecutivo,che nell’azione sulla pallanon ha prevalso la spintadell’arto superiore, a carico delmovimento di estensione delgomito, rispetto alla spinta dellemani. tutte le forme di esercitazione indicate hanno degli scopi precisi per cui è possibile pianificare il loro utilizzo rispetto ad esigenze identificate nella motricità tecnica del giocatore, valutata nel suo operato in gioco, nell’esercizio di sintesi e nell’esecuzione sia tecnica che analitica del gesto. l’allenamento autogestitopresuppone un livello dimaturazione e motivazioneparticolari; è spesso frutto diuna adeguata percezione delproprio corpo e della propriamotricità. Queste caratteristichesono molto influenti sulledinamiche di apprendimento delmovimento e quindi possonofornire indicazioni importantinella previsione dell’evoluzionedella competitività del giocatore.
  • 4. 128 L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5 5.1.2: L’ALLENAMENTO ANALITICO DIFFERENZIATO DELL’ALZATORE L’allenamento differenziato dell’alzatore riguarda principalmente lo sviluppo dell’alza- ta e degli aspetti qualitativi che la caratterizzano (stabilità di traiettoria, precisione sul punto di attacco, velocità di uscita della palla dalle mani per garantire la corretta forma di traiettoria, altezze adeguate dell’apice della traiettoria rispetto alle esigenze di tem- po di attacco, etc.). L’allenamento delle competenze complementari dell’alzatore può essere inserito e considerato nel lavoro differenziato ma, in realtà, questo lavoro non è caratteristico del ruolo, bensì analogo e assolutamente confrontabile con quello svolto da altri ruoli. Ad esempio, la difesa è sicuramente un fondamentale molto importante per l’alzatore; in tal senso l’allenamento differenziato sulla difesa non avrà caratteristiche differenti rispetto al lavoro che sulla difesa svolge il libero, per il quale essa è un aspetto caratterizzante il sistema di allenamento differenziato. Perciò, l’allenamento differenzia- to dell’alzatore ha i seguenti obiettivi: ⊙ facilitare il transfert nel gioco delle corrette posture di approccio al tocco e del grado di autonomia delle mani, qualità identificate, acquisite e sviluppate attraver- so le esercitazioni analitiche. Questo obiettivo richiama l’esigenza di sviluppare, in questo specifico spazio di allenamento esclusivo, tutta una serie di esercitazioni di alzataincuiilcontrolloesecutivodebbaesseremantenutoalcentrodelfocusatten- tivo. In queste esercitazioni, i fattori allenanti sono l’autocorrezione attuata attraver- so il feedback continuo che arriva al giocatore e il volume delle ripetizioni che com- plessivamente viene proposto per ogni singola traiettoria o esercitazione; ⊙ facilitare il transfert nell’esercizio situazionale della capacità di gestire le usci- te della palla in modo imprevedibile e non leggibile dai giocatori avversari a muro. Questo obiettivo contempla anche la capacità di sviluppare gestualità particolari che producono l’effetto di una vera e propria finta; ⊙ facilitare l’acquisizione degli specifici tempi di spostamento nello spazio di gioco in modo da verificare quanta casistica situazionale può essere inserita nel sistema di allenamento del giocatore. Ossia testare il rapporto tra abilità delle mani e capacità di spostamento nello spazio: identificare quali distanze compromettono il controllo esecutivo del tocco di palla e la precisione di traiettoria; identificare quali tempi di spostamento compromettono la qualità nel posizionamento sotto la palla con una postura corretta o, comunque, adeguata per effettuare un’alzata ottimale; identifi- care quale situazione caratteristica del gioco compromette la neutralità della po- stura al momento del tocco di palla. Tutte queste variabili sono fondamentali per sviluppare un sistema di allenamento differenziato efficace perché stimolante, os- sia, stabilmente ai limiti delle capacità tecniche e motorie individuali; ⊙ facilitare la stabilizzazione delle altezze di traiettoria (determinanti per il fattore tempo d’attacco) e delle ampiezze di traiettoria (determinanti affinché l’attaccan- te possa esprimere competitività tattica contro il muro avversario) nella progressiva acquisizione delle intese con i propri attaccanti. Questo obiettivo identifica la stra- ordinaria importanza dell’esercizio semplice di alzata e attacco con cui è possibile costruireinmodoefficaceestabilel’intesa.Precursoridelsuddettoeserciziofonda- mentale sono le esercitazioni analitiche che sviluppano la capacità di differenziare l’azione delle mani mantenendo stabile un parametro della traiettoria (altezza, pun- to di impatto, distanza da rete, etc.). Per questo la presenza di riferimenti e bersagli diventa una strategia opportuna. questo significa che in questatrattazione specifica sarannoaffrontate solo le competenzeprimarie, rimandando latrattazione delle competenzecomplementari ai capitolirelativi ai ruoli che di essene fanno una competenza primaria. nell’alzata, è improprio parlare di finta, almeno nell’accezione più comune con cui il concetto di finta è rappresentato nella bibliografia sportiva. Infatti, la finta è un movimento attuato per indurre un comportamento all’avversario diretto. In tal senso, un tocco di palla così rapido può risultare efficace solo se l’attenzione dell’avversario è rivolta al movimento generale e non è focalizzata sul tocco. Perciò, in riferimento all’alzata appare corretto utilizzare i concetti di ritardo esecutivo e di esecuzione capace di mascherare le reali intenzioni tattiche.
  • 5. 129 L’ALLENAMENTO TECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI In tutte le forme di esercizio ipotizzabili nell’allenamento differenziato dell’alzatore è necessario considerare un obiettivo tanto specifico quanto particolare e situazionale: ossia, lo sviluppo della capacità di osservazione del muro avversario durante la fasi immediatamente precedenti il tocco di alzata (osservazione delle posizioni di partenza del muro con la possibilità di cogliere punti di forza e punti deboli della linea, eventuali spostamenti anticipati del centrale avversario a muro, eventuali movimenti dei giocatori laterali rispetto agli sviluppi del proprio sistema d’attacco, ecc.). L’utilizzo di quella che in passato è stata identificata con il termine di visione periferica in realtà rappresenta un’abilità del giocatore di guardare rapidamente per cogliere i riferimenti necessari. Ciòsignificachel’alzatorevaesercitatoatrovareilmomentoperguardarerapidamen- te cosa succede oltre la rete, significa che tale abilità cresce con l’esperienza e con l’abitudine a fare questo sempre e che da tale comportamento tattico si genera una vera e propria contrapposizione con il sistema di muro avversario, in particolare con il centrale, che suggerisce stimolanti e funzionali modalità esecutive delle esercitazioni proposte. Questo spazio di allenamento consente anche l’introduzione e lo sviluppo delle nuove proposte tecniche e delle nuove traiettorie di alzata, ossia l’insegnamento di tecniche di alzata particolari come l’alzata in salto e l’alzata in bagher oppure l’approccio allo sviluppo dei tempi d’attacco nuovi, richiesti dal modello prestativo, nell’evoluzione della generale capacità di gioco, sono tutti obiettivi particolari caratterizzanti il lavoro diffe- renziato dell’alzatore.
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