2. Era «necessario» scrivere la musica?
Fino all’800 non esisteva una vera e propria scrittura
musicale così come la intendiamo noi oggi.
Venivano più che altro usati dei metodi per riportare alla
memoria dei «cantori» le melodie che già conoscevano.
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5. Come veniva scritta la musica?
La scrittura NEUMATICA non
indicava l’esatta altezza dei suoni,
e nemmeno la loro durata.
Con questo sistema si indicava
solo la direzione approssimativa
della melodia (verso le note acute
o gravi)
neuma denominazione Effetto
/ Accento acuto La voce tende a
salire
Accento grave La voce tende a
scendere
^ Accento
circonflesso
La voce prima sale
e poi scende
. punto Indica una pausa
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6. Come veniva scritta la
musica?
La scrittura DIASTEMATICA (dal
greco «distanza tra»).
Primo tentativo di rappresentare la
distanza tra i suoni mediante la loro
distanza fisica sulla pagina.
Viene introdotta una linea (rossa) di
riferimento.
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7. La scrittura musicale si evolve
Guido d’Arezzo, monaco benedettino nato intorno al 992,
ebbe alcune brillanti intuizioni per risolvere il problema
dell’altezza dei suoni.
Anzitutto portò a 4 i righi musicali!!!
TETRAGRAMMA (dal greco tetra = quattro)
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8. Guido d’Arezzo
Definì, in modo univoco,
il nome dei suoni della
scala, estraendoli da un
inno liturgico.
INNO A SAN GIOVANNI
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes
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9. UT RE MI FA SOL LAUT RE MI FA SOL LA
L’Inno a San Giovanni
rappresenta una specie di
promemoria, una bussola
musicale da utilizzare per
orientarsi senza difficoltà
nell’intonazione di nuove
melodie.
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10. E la durata??????
Qualche secolo dopo Francone di
Colonia (vissuto nel 1200) stabilì dei
simboli per indicare i valori di durata
delle note, in modo tale che il ritmo
non fosse più di libera interpretazione!
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