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La deriva dei continenti


E’ così definita una ipotesi formulata dal meteorologo tedesco

Alfred Wegener esposta nel 1912.
La deriva dei continenti
Secondo la sua ipotesi, nel Triassico le terre emerse furono
raggruppate in un unico, enorme continente che lo stesso
Wegener denominò Pangea.
La deriva dei continenti
Le acque contemporaneamente costituivano un solo
sterminato oceano denominato Panthalassa.
La deriva dei continenti
A da partire da circa 200 milioni di anni fa la Pangea avrebbe
cominciato a frantumarsi…
La deriva dei continenti
Una frattura, sul prolungamento dell’Oceano Tetide avrebbe
suddiviso la Pangea nei due supercontinenti Laurasia e
Gondwana…
La deriva dei continenti
Successivamente si verificò la scissione del Sudamerica e
dell’Africa, con l’apertura dell’Atlantico meridionale…
La deriva dei continenti
Lo spostamento verso nord dell’Africa e la relativa collisione
con la placca europea diede origine al corrugamento alpino…
La deriva dei continenti
Nel Cenozoico l’Australia si separò dall’Antartide e il
Nordamerica dall’Eurasia
La deriva dei continenti
La collisione dell’India con l’Asia generò la catena himalayana
La deriva dei continenti




   Una visione d’insieme…
I continenti si sarebbero mossi, secondo Wegener, come enormi

zattere di SIAL galleggianti sul SIMA
Struttura interna secondo la “vecchia” terminologia

•   crosta terrestre : strato più esterno, comprende le masse continentali e
    i fondali oceanici. Spessore variabile dai 5/10 km ai 70 km. Consistenza
    solida ( SIAL: silicati di alluminio ).

•   mantello : strato intermedio, sotto la crosta terrestre. Spessore circa 2900
    km. Consistenza intermedia tra stato solido e stato liquido (plastica ). E'
    formato da SIMA( silicati di magnesio e ferro ).

•   nucleo : strato più interno della Terra, costituito da NIFE ( nichel e ferro ).
    E' suddiviso in nucleo esterno (stato liquido) e nucleo interno ( stato
    solido) con temperatura di 4000/5000 gradi.
…Le forze chiamate in causa da Wegener per spiegare il
 movimento dei continenti sono:



1) La forza di marea (determina un rallentamento delle parti
superficiali della Terra rispetto a quelle più profonde);



2) La repulsione dai poli (la risultante fra spinta di Archimede e
gravità, che non coincidono, è diretta verso l’equatore).
Le prove di Wegener




1) Prove geofisiche: sono basate sul concetto di isostasia; se i
continenti possono spostarsi verticalmente possono farlo anche
orizzontalmente;
Le prove di Wegener




2) Prove geologiche: sono basate sul confronto di rocce
corrispondenti che si trovano sulle coste atlantiche di Europa,
Africa e Americhe.
Le prove di Wegener




3) Prove paleontologiche: basate sulla somiglianza di piante e
animali in zone oggi separate dall’oceano
Le prove di Wegener




Prima di Wegener queste analogie venivano spiegate con
l’esistenza dei ponti continentali, successivamente sprofondati
nell’Oceano..
Le prove di Wegener




4) Prove paleoclimatiche: sono le prove più importanti. Sono
basate sullo studio della distribuzione dei climi in passato grazie
alle analisi delle tilliti, depositi che indicano la posizione di
antiche coltri glaciali.
Le prove di Wegener


Wegener afferma che le tilliti
dell’emisfero australe si
formarono durante una
glaciazione permocarbonifera
e che successivamente sono
state trasportate dai continenti
in aree climatiche differenti.
Le critiche alla teoria di Wegener
Anche se i continenti erano zattere di sial galleggianti sul sima,
quale forza era in grado di superare l'enorme attrito e di
spingerli lungo la superficie terrestre?
Il geofisico britannico Harol Jeffreys calcolò che i meccanismi di
Wegener erano troppo deboli per superare l'attrito tra i
continenti e la crosta sottostante.
Il paleomagnetismo
…si tratta di un magnetismo fossile registrato nelle rocce
…la magnetizzazione di rocce coeve indicava una posizione
del polo nord magnetico diversa da quella attuale
Il paleomagnetismo
…due spiegazioni erano possibili a questa situazione:

1) Si erano spostati i poli
2) Si erano spostati i continenti
Le migrazioni apparenti del Polo
                                 Nord dal Cambriano ad oggi..




..le indagini provarono che i poli non potevano essersi
spostati…


…quindi si erano spostati i continenti!
La scoperta delle dorsali oceaniche


Rappresenta un passo
fondamentale nello studio
della dinamica dei
continenti..



Avvenne negli anni ’50
del XX° secolo grazie
all’uso
dell’ecoscandaglio
La scoperta delle dorsali oceaniche




Sono rilievi del fondo oceanico aventi una direzione allungata
parallela, nell'insieme o a tratti, ai bordi delle masse
continentali.
La scoperta delle dorsali oceaniche




Le dorsali formano un sistema di rilievi sommersi
interconnesso, presente in tutti gli oceani, molto spesso
nella parte mediana degli stessi, per uno sviluppo
complessivo di 80.000 km.
La scoperta delle dorsali oceaniche




Importanti furono anche le osservazioni relative
all’andamento del flusso di calore;

Abbiamo già visto, infatti, come esso sia massimo in
corrispondenza delle dorsali stesse;
Le anomalie magnetiche


Sono delle piccole deviazioni dai valori medi del campo
geomagnetico


Le anomalie positive presentavano valori superiori alla media


Le anomalie negative presentavano valori inferiori alla media
Le anomalie magnetiche

Il “pattern zebrato”



                                            Le anomalie positive
                                            sono regolarmente
                                            alternate a quelle
                                            negative
Il parallelismo delle anomalie magnetiche




Si noti la simmetria rispetto all'asse della dorsale.
Le anomalie magnetiche

Il “pattern zebrato”



                                            Inoltre il parallelismo
                                            delle anomalie a volte è
                                            interrotto da dislocazioni.
Le scoperte di Harry Hess




…la teoria dell’espansione dei fondali oceanici.
Studiando le anomalie gravimetriche suppose che la crosta oceanica
venisse riassorbita nel mantello dal ramo discendente di una cella
convettiva, in corrispondenza di una fossa oceanica.
I rami ascendenti delle celle convettive del mantello sosterrebbero
invece le dorsali oceaniche, dalle quali si forma nuova crosta
trasportata passivamente verso le fosse..
Studiando i depositi fossili Hess arrivò inoltre a concludere che…




   Gli oceani sono strutture giovani
                 circa 200 milioni di anni

La crosta oceanica sarebbe costituita da:

3) Strato di sedimenti
4) Strato basaltico, proveniente dalle dorsali
5) Serpentinite, una roccia derivante dal mantello
Le prove dell’espansione

1) Le faglie trasformi


Nelle faglie trasformi gli ipocentri
dei terremoti sono localizzati solo
nella parte centrale;
Le prove dell’espansione

1) Le faglie trasformi



Questo perché i
blocchi crostali si
muovono in
direzione opposta
accumulando
energia elastica.
Le prove dell’espansione

 2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963)

Le anomalie magnetiche
si ripetono
ordinatamente ai due lati
della dorsale..

Il parallelismo delle
bande magnetiche si
giustifica col fatto che,
una volta fuoriuscito, il
magma basaltico
“congeli” la
magnetizzazione del
momento…
Le prove dell’espansione

 2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963)


Successivamente il
magma magnetizzato si
espande
simmetricamente ai lati
della dorsale..

I basalti con uguale
magnetizzazione
risultano quindi
coevi
Le prove dell’espansione

  3) l’età dei sedimenti oceanici


L’analisi
micropaleontologica dei
sedimenti ha dimostrato
che l’età dei fondali
oceanici aumenta via via
che ci si allontana dalla
dorsale;


Inoltre anche lo spessore
dei fondali aumenta
allontanandosi da essa.
Le prove dell’espansione

  4) Il piano di Benioff



In corrispondenza degli
archi insulari del Pacifico,
gli ipocentri diventano
sempre più profondi
procedendo verso il
continente, e sono situati su
un piano inclinato.
Le prove dell’espansione

  4) Il piano di Benioff



Evidentemente la placca
pacifica si insinua sotto
quella continentale per poi
essere rifusa nel mantello.
Le prove dell’espansione




  Il piano di Benioff
La teoria della tettonica a placche (1967)


La litosfera terrestre è suddivisa in circa 20 placche rigide,
diverse per forma e dimensione.



Le placche sono costituite da litosfera (crosta + porzione
superficiale del mantello)


Alcune placche sono costituite solo da crosta continentale,
altre solo da crosta oceanica, altre ancora da crosta di
entrambi i tipi)
La teoria della tettonica a placche (1967)




     Le principali placche litosferiche
I margini fra le placche


1) Margini divergenti o costruttivi: sono localizzati in
corrispondenza delle dorsali;


2) Margini convergenti o distruttivi: sono localizzati dove la crosta
sprofonda lungo un piano di subduzione (piano di Benjoff)


3) Margini trascorrenti o conservativi: sono localizzati dove le
placche scivolano una accanto all’altra senza costruzione né
distruzione di crosta
Zone di divergenza




In queste zone si verifica la formazione di nuova crosta
oceanica..

Nelle zone in cui avviene questo fenomeno si verifica una
distensione della litosfera e la resistenza crostale diminuisce
sempre di più fino a portare alla lacerazione della crosta,
Zone di divergenza




I magmi basaltici profondi risalgono lungo le grandi
fratturazioni che vengono a crearsi e danno origine ad una
intensa attività vulcanica.
Zone di divergenza




Quando il fondo della fossa raggiunge il livello del mare, le
acque la invadono e si genera un oceano in espansione.


La lunga linea di vulcani che è caratteristica di questa
struttura viene chiamata DORSALE.
Zone di divergenza




Le rift valley (tra le quali la più imponente e spettacolare
è in Africa Orientale) hanno questa origine.
Zone di divergenza

              La dorsale più famosa e
              studiata è la dorsale
              medioatlantica, che
              attraversa in senso
              latitudinale tutto l’oceano
              Atlantico;


               I vulcani che la formano in
               alcuni punti giungono a
               superare il livello del mare
               formando isole famose
               come Sant’Elena, le Isole di
               Capo Verde, le Azzorre,
               l’Islanda.
Zone di divergenza




             Caratteristici fenomeni
             eruttivi che si verificano in
             corrispondenza delle dorsali
             sono quelli che portano alla
             formazione di “lave a pillows”
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




In queste zone si verifica una subduzione crostale
accompagnata da vulcanismo,metamorfismo e sedimentazione
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Una placca viene subdotta, si riscalda e rifonde nel mantello: il
magma che si origina risale e fonde parzialmente la crosta
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Distinguiamo quindi una fossa oceanica, un piano di Benjoff, un
bacino sedimentario, un arco magmatico e un’area retroarco.
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




L’arco vulcanico è una fascia circa parallela alla fossa..
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




L’arco vulcanico intraoceanico si forma quando la
collisione avviene fra due porzioni di crosta oceanica.
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Archi vulcanici di questo tipo sono situati nella cintura di
fuoco del Pacifico
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Le isole vulcaniche sono separate dal continente asiatico
da bacini retroarco, come il Mar del Giappone.
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Quando la collisione avviene fra una placca oceanica e una
continentale, si forma un arco magmatico di margine
continentale
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




La placca oceanica, più densa, viene subdotta sotto quella
continentale…
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




Si originano magmi che alimentano una cordigliera, mentre
l’area retroarco è colmata da sedimenti.
Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa




L’esempio più tipico è
fornito dalla
Cordigliera delle
Ande:


la placca di Nazca
viene subdotta sotto
la placca
Sudamericana
Zone di convergenza: collisione tra continenti

Si verifica
quando avviene
lo scontro fra
due placche
continentali..

Questo caso si
manifesta quando il
fondale oceanico
che le separava è
stato
completamente
subdotto..
Zone di convergenza: collisione tra continenti


Siccome una placca
continentale non
può essere
subdotta, si verifica
un accavallamento
dei due blocchi..
Zone di convergenza: collisione tra continenti




Il risultato è la formazione di una catena montuosa a
pieghe
Margini trascorrenti




Lungo questi margini si ha un semplice scorrimento
laterale dei blocchi rocciosi
Margini trascorrenti




Il moto di scorrimento può essere dovuto a diversa
velocità di movimento delle zolle oppure a movimento
opposto lungo il piano di contatto tra i due blocchi,
piano che prende il nome di faglia.
Margini trascorrenti

Una tra le più famose
faglie è quella di
S. Andreas, in
California, responsabile
dei grandi terremoti che
periodicamente devastano
l’area di San Francisco e
le zone vicine, originati
dallo “sfregamento” tra la
placca del Pacifico e la
placca nordamericana.
Pennacchi e punti caldi




I pennacchi sono dei flussi di magma ascendenti che
trasportano calore dal mantello..
Pennacchi e punti caldi




I punti caldi sono vulcani attivi, anche molto lontani dai
margini di placca
Pennacchi e punti caldi

             Un punto caldo si troverebbe
             in corrispondenza del vulcano
             attivo Kilauea, nelle Hawaii..




             Questo arcipelago è molto
             lontano dai margini di
             placca, inoltre le isole più
             antiche sono a ovest
Pennacchi e punti caldi

           Dal Kilauea a Midway
           osserviamo un cordone di
           isole..


            Da Midway l’arcipelago
            continua con le isole
            sommerse (guyot) della
            Catena dell’Imperatore
Pennacchi e punti caldi




Interpretazione: inizialmente la placca pacifica si
spostava verso nord, oggi si muove verso nord-ovest.
Pennacchi e punti caldi




In corrispondenza del punto caldo, la litosfera genera un
vulcano subaereo …
Pennacchi e punti caldi




..tale vulcano viene trascinato dalla placca, si allontana
dal punto caldo, diventa sottomarino e infine, grazie
all’erosione, un guyot!

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16 i modelli geodinamici

  • 1. La deriva dei continenti E’ così definita una ipotesi formulata dal meteorologo tedesco Alfred Wegener esposta nel 1912.
  • 2. La deriva dei continenti Secondo la sua ipotesi, nel Triassico le terre emerse furono raggruppate in un unico, enorme continente che lo stesso Wegener denominò Pangea.
  • 3. La deriva dei continenti Le acque contemporaneamente costituivano un solo sterminato oceano denominato Panthalassa.
  • 4. La deriva dei continenti A da partire da circa 200 milioni di anni fa la Pangea avrebbe cominciato a frantumarsi…
  • 5. La deriva dei continenti Una frattura, sul prolungamento dell’Oceano Tetide avrebbe suddiviso la Pangea nei due supercontinenti Laurasia e Gondwana…
  • 6. La deriva dei continenti Successivamente si verificò la scissione del Sudamerica e dell’Africa, con l’apertura dell’Atlantico meridionale…
  • 7. La deriva dei continenti Lo spostamento verso nord dell’Africa e la relativa collisione con la placca europea diede origine al corrugamento alpino…
  • 8. La deriva dei continenti Nel Cenozoico l’Australia si separò dall’Antartide e il Nordamerica dall’Eurasia
  • 9. La deriva dei continenti La collisione dell’India con l’Asia generò la catena himalayana
  • 10. La deriva dei continenti Una visione d’insieme…
  • 11. I continenti si sarebbero mossi, secondo Wegener, come enormi zattere di SIAL galleggianti sul SIMA
  • 12. Struttura interna secondo la “vecchia” terminologia • crosta terrestre : strato più esterno, comprende le masse continentali e i fondali oceanici. Spessore variabile dai 5/10 km ai 70 km. Consistenza solida ( SIAL: silicati di alluminio ). • mantello : strato intermedio, sotto la crosta terrestre. Spessore circa 2900 km. Consistenza intermedia tra stato solido e stato liquido (plastica ). E' formato da SIMA( silicati di magnesio e ferro ). • nucleo : strato più interno della Terra, costituito da NIFE ( nichel e ferro ). E' suddiviso in nucleo esterno (stato liquido) e nucleo interno ( stato solido) con temperatura di 4000/5000 gradi.
  • 13. …Le forze chiamate in causa da Wegener per spiegare il movimento dei continenti sono: 1) La forza di marea (determina un rallentamento delle parti superficiali della Terra rispetto a quelle più profonde); 2) La repulsione dai poli (la risultante fra spinta di Archimede e gravità, che non coincidono, è diretta verso l’equatore).
  • 14. Le prove di Wegener 1) Prove geofisiche: sono basate sul concetto di isostasia; se i continenti possono spostarsi verticalmente possono farlo anche orizzontalmente;
  • 15. Le prove di Wegener 2) Prove geologiche: sono basate sul confronto di rocce corrispondenti che si trovano sulle coste atlantiche di Europa, Africa e Americhe.
  • 16. Le prove di Wegener 3) Prove paleontologiche: basate sulla somiglianza di piante e animali in zone oggi separate dall’oceano
  • 17. Le prove di Wegener Prima di Wegener queste analogie venivano spiegate con l’esistenza dei ponti continentali, successivamente sprofondati nell’Oceano..
  • 18. Le prove di Wegener 4) Prove paleoclimatiche: sono le prove più importanti. Sono basate sullo studio della distribuzione dei climi in passato grazie alle analisi delle tilliti, depositi che indicano la posizione di antiche coltri glaciali.
  • 19. Le prove di Wegener Wegener afferma che le tilliti dell’emisfero australe si formarono durante una glaciazione permocarbonifera e che successivamente sono state trasportate dai continenti in aree climatiche differenti.
  • 20. Le critiche alla teoria di Wegener Anche se i continenti erano zattere di sial galleggianti sul sima, quale forza era in grado di superare l'enorme attrito e di spingerli lungo la superficie terrestre? Il geofisico britannico Harol Jeffreys calcolò che i meccanismi di Wegener erano troppo deboli per superare l'attrito tra i continenti e la crosta sottostante.
  • 21. Il paleomagnetismo …si tratta di un magnetismo fossile registrato nelle rocce …la magnetizzazione di rocce coeve indicava una posizione del polo nord magnetico diversa da quella attuale
  • 22. Il paleomagnetismo …due spiegazioni erano possibili a questa situazione: 1) Si erano spostati i poli 2) Si erano spostati i continenti
  • 23. Le migrazioni apparenti del Polo Nord dal Cambriano ad oggi.. ..le indagini provarono che i poli non potevano essersi spostati… …quindi si erano spostati i continenti!
  • 24. La scoperta delle dorsali oceaniche Rappresenta un passo fondamentale nello studio della dinamica dei continenti.. Avvenne negli anni ’50 del XX° secolo grazie all’uso dell’ecoscandaglio
  • 25. La scoperta delle dorsali oceaniche Sono rilievi del fondo oceanico aventi una direzione allungata parallela, nell'insieme o a tratti, ai bordi delle masse continentali.
  • 26. La scoperta delle dorsali oceaniche Le dorsali formano un sistema di rilievi sommersi interconnesso, presente in tutti gli oceani, molto spesso nella parte mediana degli stessi, per uno sviluppo complessivo di 80.000 km.
  • 27. La scoperta delle dorsali oceaniche Importanti furono anche le osservazioni relative all’andamento del flusso di calore; Abbiamo già visto, infatti, come esso sia massimo in corrispondenza delle dorsali stesse;
  • 28. Le anomalie magnetiche Sono delle piccole deviazioni dai valori medi del campo geomagnetico Le anomalie positive presentavano valori superiori alla media Le anomalie negative presentavano valori inferiori alla media
  • 29. Le anomalie magnetiche Il “pattern zebrato” Le anomalie positive sono regolarmente alternate a quelle negative
  • 30. Il parallelismo delle anomalie magnetiche Si noti la simmetria rispetto all'asse della dorsale.
  • 31. Le anomalie magnetiche Il “pattern zebrato” Inoltre il parallelismo delle anomalie a volte è interrotto da dislocazioni.
  • 32. Le scoperte di Harry Hess …la teoria dell’espansione dei fondali oceanici.
  • 33. Studiando le anomalie gravimetriche suppose che la crosta oceanica venisse riassorbita nel mantello dal ramo discendente di una cella convettiva, in corrispondenza di una fossa oceanica.
  • 34. I rami ascendenti delle celle convettive del mantello sosterrebbero invece le dorsali oceaniche, dalle quali si forma nuova crosta trasportata passivamente verso le fosse..
  • 35. Studiando i depositi fossili Hess arrivò inoltre a concludere che… Gli oceani sono strutture giovani circa 200 milioni di anni La crosta oceanica sarebbe costituita da: 3) Strato di sedimenti 4) Strato basaltico, proveniente dalle dorsali 5) Serpentinite, una roccia derivante dal mantello
  • 36. Le prove dell’espansione 1) Le faglie trasformi Nelle faglie trasformi gli ipocentri dei terremoti sono localizzati solo nella parte centrale;
  • 37. Le prove dell’espansione 1) Le faglie trasformi Questo perché i blocchi crostali si muovono in direzione opposta accumulando energia elastica.
  • 38. Le prove dell’espansione 2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963) Le anomalie magnetiche si ripetono ordinatamente ai due lati della dorsale.. Il parallelismo delle bande magnetiche si giustifica col fatto che, una volta fuoriuscito, il magma basaltico “congeli” la magnetizzazione del momento…
  • 39. Le prove dell’espansione 2) Le anomalie magnetiche (Vine e Matthews, 1963) Successivamente il magma magnetizzato si espande simmetricamente ai lati della dorsale.. I basalti con uguale magnetizzazione risultano quindi coevi
  • 40. Le prove dell’espansione 3) l’età dei sedimenti oceanici L’analisi micropaleontologica dei sedimenti ha dimostrato che l’età dei fondali oceanici aumenta via via che ci si allontana dalla dorsale; Inoltre anche lo spessore dei fondali aumenta allontanandosi da essa.
  • 41. Le prove dell’espansione 4) Il piano di Benioff In corrispondenza degli archi insulari del Pacifico, gli ipocentri diventano sempre più profondi procedendo verso il continente, e sono situati su un piano inclinato.
  • 42. Le prove dell’espansione 4) Il piano di Benioff Evidentemente la placca pacifica si insinua sotto quella continentale per poi essere rifusa nel mantello.
  • 43. Le prove dell’espansione Il piano di Benioff
  • 44. La teoria della tettonica a placche (1967) La litosfera terrestre è suddivisa in circa 20 placche rigide, diverse per forma e dimensione. Le placche sono costituite da litosfera (crosta + porzione superficiale del mantello) Alcune placche sono costituite solo da crosta continentale, altre solo da crosta oceanica, altre ancora da crosta di entrambi i tipi)
  • 45. La teoria della tettonica a placche (1967) Le principali placche litosferiche
  • 46. I margini fra le placche 1) Margini divergenti o costruttivi: sono localizzati in corrispondenza delle dorsali; 2) Margini convergenti o distruttivi: sono localizzati dove la crosta sprofonda lungo un piano di subduzione (piano di Benjoff) 3) Margini trascorrenti o conservativi: sono localizzati dove le placche scivolano una accanto all’altra senza costruzione né distruzione di crosta
  • 47. Zone di divergenza In queste zone si verifica la formazione di nuova crosta oceanica.. Nelle zone in cui avviene questo fenomeno si verifica una distensione della litosfera e la resistenza crostale diminuisce sempre di più fino a portare alla lacerazione della crosta,
  • 48. Zone di divergenza I magmi basaltici profondi risalgono lungo le grandi fratturazioni che vengono a crearsi e danno origine ad una intensa attività vulcanica.
  • 49. Zone di divergenza Quando il fondo della fossa raggiunge il livello del mare, le acque la invadono e si genera un oceano in espansione. La lunga linea di vulcani che è caratteristica di questa struttura viene chiamata DORSALE.
  • 50. Zone di divergenza Le rift valley (tra le quali la più imponente e spettacolare è in Africa Orientale) hanno questa origine.
  • 51. Zone di divergenza La dorsale più famosa e studiata è la dorsale medioatlantica, che attraversa in senso latitudinale tutto l’oceano Atlantico; I vulcani che la formano in alcuni punti giungono a superare il livello del mare formando isole famose come Sant’Elena, le Isole di Capo Verde, le Azzorre, l’Islanda.
  • 52. Zone di divergenza Caratteristici fenomeni eruttivi che si verificano in corrispondenza delle dorsali sono quelli che portano alla formazione di “lave a pillows”
  • 53. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa In queste zone si verifica una subduzione crostale accompagnata da vulcanismo,metamorfismo e sedimentazione
  • 54. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Una placca viene subdotta, si riscalda e rifonde nel mantello: il magma che si origina risale e fonde parzialmente la crosta
  • 55. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Distinguiamo quindi una fossa oceanica, un piano di Benjoff, un bacino sedimentario, un arco magmatico e un’area retroarco.
  • 56. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa L’arco vulcanico è una fascia circa parallela alla fossa..
  • 57. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa L’arco vulcanico intraoceanico si forma quando la collisione avviene fra due porzioni di crosta oceanica.
  • 58. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Archi vulcanici di questo tipo sono situati nella cintura di fuoco del Pacifico
  • 59. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Le isole vulcaniche sono separate dal continente asiatico da bacini retroarco, come il Mar del Giappone.
  • 60. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Quando la collisione avviene fra una placca oceanica e una continentale, si forma un arco magmatico di margine continentale
  • 61. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa La placca oceanica, più densa, viene subdotta sotto quella continentale…
  • 62. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa Si originano magmi che alimentano una cordigliera, mentre l’area retroarco è colmata da sedimenti.
  • 63. Zone di convergenza: i sistemi arco-fossa L’esempio più tipico è fornito dalla Cordigliera delle Ande: la placca di Nazca viene subdotta sotto la placca Sudamericana
  • 64. Zone di convergenza: collisione tra continenti Si verifica quando avviene lo scontro fra due placche continentali.. Questo caso si manifesta quando il fondale oceanico che le separava è stato completamente subdotto..
  • 65. Zone di convergenza: collisione tra continenti Siccome una placca continentale non può essere subdotta, si verifica un accavallamento dei due blocchi..
  • 66. Zone di convergenza: collisione tra continenti Il risultato è la formazione di una catena montuosa a pieghe
  • 67. Margini trascorrenti Lungo questi margini si ha un semplice scorrimento laterale dei blocchi rocciosi
  • 68. Margini trascorrenti Il moto di scorrimento può essere dovuto a diversa velocità di movimento delle zolle oppure a movimento opposto lungo il piano di contatto tra i due blocchi, piano che prende il nome di faglia.
  • 69. Margini trascorrenti Una tra le più famose faglie è quella di S. Andreas, in California, responsabile dei grandi terremoti che periodicamente devastano l’area di San Francisco e le zone vicine, originati dallo “sfregamento” tra la placca del Pacifico e la placca nordamericana.
  • 70. Pennacchi e punti caldi I pennacchi sono dei flussi di magma ascendenti che trasportano calore dal mantello..
  • 71. Pennacchi e punti caldi I punti caldi sono vulcani attivi, anche molto lontani dai margini di placca
  • 72. Pennacchi e punti caldi Un punto caldo si troverebbe in corrispondenza del vulcano attivo Kilauea, nelle Hawaii.. Questo arcipelago è molto lontano dai margini di placca, inoltre le isole più antiche sono a ovest
  • 73. Pennacchi e punti caldi Dal Kilauea a Midway osserviamo un cordone di isole.. Da Midway l’arcipelago continua con le isole sommerse (guyot) della Catena dell’Imperatore
  • 74. Pennacchi e punti caldi Interpretazione: inizialmente la placca pacifica si spostava verso nord, oggi si muove verso nord-ovest.
  • 75. Pennacchi e punti caldi In corrispondenza del punto caldo, la litosfera genera un vulcano subaereo …
  • 76. Pennacchi e punti caldi ..tale vulcano viene trascinato dalla placca, si allontana dal punto caldo, diventa sottomarino e infine, grazie all’erosione, un guyot!