Che cosa è il web e cosa ne facciamo noi? Possiamo parlare di sovracultura e di nuove socialità? E' un nuovo mondo da esplorare e comprendere utilizzando gli strumenti dell'antropologia classica.
1. il web
Un nuovo mondo da esplorare e da comprendere utilizzando
anche gli strumenti dell’antropologia classica
martedì 14 maggio 2013
2. Che cosa è il web?
Luogo
Porzione determinata dello spazio
considerato in senso letterale o astratto.
Non luogo
Marc Augé (1935) antropologo francese
http://en.wikipedia.org/wiki/Marc_Aug%C3%A9
spazio non identitario, non storico nel quale non si sviluppano relazioni.
Il rapporto tra il non luogo e i suoi abitanti avviene tramite simboli
(es. cartelli stradali).
martedì 14 maggio 2013
3. Che cosa fa unʼantropologa in rete?
Studia, scopre, indaga
come gli esseri umani e la tecnologia interagiscono assieme e come possono
evolvere assieme.
Studia come le persone agiscono nel web.
Analizza nuovi significati e nuove relazioni.
Qual è la natura sociale delle nostre abitudini?
La cultura non esiste se non esistono corpi che agiscono e la mettono in pratica.
martedì 14 maggio 2013
4. Il digitale e le persone
- Il digitale intensifica la naturale dialettica della cultura
- Esiste una natura pre digitale dell’essere umano,
questa va indagata ma non va considerata come la natura giusta
- Il digitale non sempre e non solo omogeneizza
- La cultura digitale è ambigua: apertura e chiusura, autenticità e ambivalenza
- Materialità del mondo digitale: sta diventando un qualcosa che gli esseri
umani fanno.
Il digitale ha proliferato in moltissimi campi della cultura umana.
La cultura umana integra il digitale e il cambiamento.
Digitale: tutto ciò che può essere condotto al codice binario 0 1, ora è associato a moltissimi dei suoi
sviluppi e non può essere ricondotto a nulla di simile.
martedì 14 maggio 2013
5. Come abitiamo questo luogo?
Insieme ma soli
- Sempre accesi. Le tecnologie della connessione
- Schiavi delle nostre insicurezze (compulsione a controllare sempre la mail)
- Rispondiamo alle vibrazioni come i cani di Pavlov
- Impoverimento della nozione di spazio: siamo in spazi pubblici e non interagiamo, ognuno è
collegato al proprio dispositivo
- Maleducazione: conversazioni e riunioni continuamente interrotte da messaggi email
(anni fa nessuno leggeva una lettera personale durante una riunione, oggi si)
- Multitasking, non è efficace come sembra.
- La tecnologia è effimera. Su skype non rimane nulla come le lettere dei nonni.
Sherry Turkle (1948) Professor of the Social Studies of Science and Technology at the Massachusetts Institute of Technology.
http://en.wikipedia.org/wiki/Sherry_Turkle
Insieme ma soli, perché ci aspettiamo sempre di più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri-2011
martedì 14 maggio 2013
6. Insieme ma soli
-E’ vero. Come ci fa sentire la tecnologia? Siamo davvero meno soli?
-E’ vero. La mail gratifica il nostro ego: sapere che qualcuno sta chiedendo il nostro aiuto ci
fa sentire al centro dell’attenzione, anche se ci lamentiamo dello stress e delle continue
mail ci sentiamo importanti.
-E’ vero. Il cellulare diventa anche la nostra priorità.
-E’ vero. Tutte le domande le facciamo ai nostri dispositivi. Solo 10 anni fa arrivavamo in un
luogo e chiedevamo ai passanti in quale direzione andare, non avevamo sempre una
mappa.
-E’ vero. Può però essere un atteggiamento utile perché in tempo reale possiamo ricevere
degli aggiornamenti su quanto stiamo dicendo.
-E’ vero. L’efficacia dipende dalle nostre capacità e dalle esigenze del momento.
-E’ vero ma non del tutto. Il supporto cambia: non è cartaceo e sembra immateriale ma non
lo è. Un foglio di carta una volta bruciato svanisce, se si rompe il computer non si perdono
le attività svolte nel web. Le mail si recuperano. La conservazione può essere eterna ma
non da tutti accessibile.
martedì 14 maggio 2013
7. Marcel Mauss e le tecniche del corpo
Il corpo è il primo e più naturale strumento dell’uomo.
Tutte le nostre pratiche hanno un processo di apprendimento
Il comportamento è un prodotto storico che si inscrive nella corporeità dell’individuo
Ebbi una specie di rivelazione, mentre ero degente in un ospedale di New York. Mi chiedevo dove
avessi visto delle signorine che camminavano come le mie infermiere. […] Mi ricordai che le avevo
viste al cinema. Tornato in Francia, notai, soprattutto a Parigi, la frequenza di questa andatura; le
ragazze erano francesi e camminavano allo stesso modo. In effetti, grazie al cinema, il modo di
camminare americano cominciava ad arrivare anche da noi. Era un’idea suscettibile di
generalizzazione. La posizione delle braccia, quella delle mani mentre si cammina costituiscono
una idiosincrasia sociale, e non semplicemente il prodotto di non so quali congegni e meccanismi
puramente individuali, quasi interamente psichici. […] Date queste condizioni, occorre dire moltosemplicemente:
abbiamo a che fare con tecniche del corpo. Il corpo è il primo e più naturale
strumento dell’uomo. […] Ci troviamo dappertutto di fronte a montaggi fisio-psico-sociologici di
serie di atti, i quali sono più o meno abituali o più o meno antichi nella vita dell’individuo e nella
storia della società.
Marcel Mauss (1872 - 1950) Antropologo francese
https://it.wikipedia.org/wiki/Marcel_Mauss
Le tecniche del corpo -1936
martedì 14 maggio 2013
8. Identità
Lʼidentità è un fatto di decisioni.
L’identità non inerisce all’essenza di un oggetto; dipende dalle nostre decisioni.
Francesco Remotti (1943) antropologo
http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Remotti
Contro l’identità 1996
Uno, nessuno e centomila 1926
Luigi Pirandello (1867-1936) drammaturgo e scrittore
http://it.wikipedia.org/wiki/Pirandello
La vita è teatro. Ogni contesto chiama un comportamento, siamo attori e spettatori
e non recitiamo sempre la stessa parte
Ervin Goffman (1922-1982) sociologo canadese
http://it.wikipedia.org/wiki/Goffman
La vita quotidiana come rappresentazione 1959
Lʼidentità viene costruita e inventata
martedì 14 maggio 2013
9. Il digitale
È un processo
È in azione
È qualcosa che gli esseri umani fanno in modi originali e creativi.
martedì 14 maggio 2013