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Design Report
Made with style
Fatti e opinioni dal Fashion World; Arte: Big Apple, Big Art!
Il Salone del Mobile secondo: Alessandro Mendini, Mario Bellini,
Matteo Thun, Marc Sadler, Aldo Cibic, Giulio Iacchetti, Matali Crasset,
Markus Benesch, Odoardo Fioravanti
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Stefano Guerrini
From fashion to
design and back
Moda e design. Binomio che negli anni si è spesso rivelato ambivalente. I detrattori di tutto ciò che riguarda la creatività di moda hanno spesso
accusato questo settore di essere troppo commerciale per avvicinarsi all’arte e troppo poco concettuale e intellettuale per farsi design. Per altri
è vero il contrario, cioè che la moda è progettazione per cui già nel suo percorso, prima ancora di diventare commercio, sarebbe design. In
tutto questo è innegabile che la moda flirti con tutto ciò che è legato al living, grazie all’ideazione di singoli oggetti o di ere e proprie home
collections. Come si pone quindi la moda nei confronti del design? Abbiamo interpellato importanti esponenti del fashion system. Queste le
domande e di seguito le risposte che non mancheranno di allargare gli ambiti della discussione.
1) Può a suo avviso la moda dialogare con altri ambiti del design? Se si, in che modo?
2) C’è un capo della sua collezione che prende ispirazione dal design?
3) Qual è il suo oggetto di design di culto?
Ennio Capasa (C’N’C Costume National)
1) La moda e qualunque attività artistica che rientri nell’ambito del design fanno parte del “creative
system”, oggi accessibile a tutti grazie a manifestazioni come il Salone del Mobile di Milano e,
soprattutto, grazie a internet. Nel corso degli anni, le contaminazioni tra design e moda, si sono
intensificate per creare un unico prodotto che unisce creatività, tecnologia e spesso anche tradizione.
2) La silhouette di Costume National nasce della scultura, una disciplina che ho sempre praticato con
passione e che continua a influenzare notevolmente il mio lavoro sul corpo. Ho sempre cercato di
sviluppare un concetto legato alla materia, un concetto fisico della forma. La collezione donna per la
p/e 2009 è un gioco di opposti tra strutturato e decostruito. Ho usato la poesia e le tecniche della
progettazione architettonica virtuale e della grafica 3D per sottolineare volumi e silhouette, per
evidenziare il corpo e gli elementi base della costruzione dei capi. Ho anche giocato sull’accessorio,
ad esempio con la scarpa con tacco gabbia.
3) Ammiro il lavoro di tanti designer: quello del mio amico Fabio Novembre in Italia e quello
dell’olandese Maarten Baas che presenterà i suoi ultimi lavori sul tempo nel mio showroom di via
Fogazzaro durante il Salone di quest’anno.
Andrew Mackenzie
1) A mio avviso la moda, in particolar modo la mia idea di essa, non si lega con gli altri ambiti di
design. Il progetto di una linea di abbigliamento si allontana dalla possibilità di trovare un filo
conduttore con tutti gli altri settori del design. Il dialogo avviene quando il brand deve essere
presentato, in quel preciso momento si legano le altre forme di progettazione. È molto importante
riuscire a contestualizzare il proprio prodotto con una immagine. È proprio allora che subentra
l’importanza di un’architettura che si lega all’immagine dello stilista. Elementi come mobili, packaging
e colore vengono a dialogare con il mondo della moda e l’immagine del marchio.
2) Come ho risposto in precedenza, tutto ciò che riguarda la creazione di una linea di abbigliamento si
allontana dalla progettazione di altre forme di design.
3) Ettore Sottsass, mobile ‘Beverly’, Memphis 1981.
Pierantonio Gaspari
1) Il design è ricerca di forma, spazio, volume, gioco di luce e ombre, equilibrio e disequilibrio. La
moda si muove in questi ambiti costantemente, attirando, talvolta da protagonista, tutta l’energia dello
spazio che la circonda e, se sublime, dialoga col design assoluto rappresentato dal corpo femminile.
2) Frequentemente è l’architettura la mia fonte di ispirazione. La collezione inverno ’09-’10 è pensata
sui progetti e i lavori di Zaha Hadid. Le sue forme liquide e fluide sono come le ali di farfalla del pull
kimono stampato e sfumato.
3) Senza dubbio la ‘Lounge Chair’ di Charles & Ray Eames. Un oggetto capace di irrompere nel
futuro coniugando genialità e praticità estreme.
Simona Gazzarrini (Gazzarrini)
1) La moda è design, quindi non si tratta di parlare di dialogo, ma piuttosto di evoluzione costante di
un’idea che da linea si trasforma in abito, da spazio diventa volume, da funzione anticipa una tendenza.
Il tema della “domesticità” per esempio, che coinvolge sempre di più il design degli oggetti e degli
arredi, è allo stesso tempo trattato nella moda. Gli abiti e gli accessori tenderanno sempre di più al
filone della “intimità” e della riscoperta di valori essenziali, così come sta accadendo nell’arredamento
delle nostre case.
2) Molte giacche nascono da una vera e propria “architettura” di linee e di forme, la nostra collezione
cerca sempre di equilibrare tutto con estrema eleganza, prestando attenzione a quei piccoli dettagli
che, come per un tavolo o per una sedia, trasformano un oggetto “normale” in uno di “design”.
3) Ce ne sono molti, dalle ‘Tube Chair’ di Joe Colombo ai pezzi modernisti di Pierre Pauline e a tutto
il design scandinavo dagli anni Venti ai Settanta. Di recente sono stata alla Dansk Møbelkunst Gallery
di Copenhagen ed ho trovato pezzi eccezionali di Poul Henningsen, Arne Jacobsen, Verner Panton
e Hanse J. Wegner.
3. Manuela Arcari (Ter et Bantine)
1) Tutti gli ambiti del design dialogano tra loro. L’architettura contiene
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i vestiti, la moda può vestire i mobili con tessuti e colori e viceversa.
È uno scambio inconscio.
2) Nessuno in particolare e tutti in assoluto. Sicuramente una collezione
invernale ha maggiori possibilità di usare tessuti che costruiscono volumi.
3) Più che un oggetto singolo, è una categoria di oggetti: sedie,
poltrone e luci.
Agatha Ruiz De La Prada
1) Non solo fra moda e design, ma c’è un chiaro legame fra arte, architettura, cultura e così via. Non
si può separare moda e design, è un’unione totale.
2) La mia ultima collezione presentata a Milano è stata ispirata dal Surrealismo. Normalmente però
per me è difficile trovare da dove deriva di preciso l’ispirazione, perché spesso è un processo inconscio.
3) Mi piace Karim Rashid, per il senso dell’umorismo e per i colori brillanti che usa nei suoi lavori.
Per tutta la mia vita ho anche amato molti designer italiani come Sottsass.
Tom Notte e Bart Vandebosch (Les Hommes)
1) Per noi c’è sempre una forte interazione tra la moda e le altre forme del design. Ogni forma che il
design è in grado di assumere, che si tratti di arte, moda, espressioni video, influenza in qualche modo
tutte le altre.
2) La nostra ultima collezione è stata ispirata dalle armature di epoca rinascimentale, momento cui
storicamente si può far risalire l’origine del design. Quelle forme sono moderne ancora oggi
e continueranno certamente a esserlo.
3) Non riteniamo che esista un singolo oggetto di culto, a ogni corrente di design ne appartiene uno
che si può descrivere come tale.
Bianca Maria Gervasio (Mila Schön)
1) Sì, a mio avviso le ispirazioni nascono da ciò che ci circonda: dalle forme, dai colori, dai materiali,
dalle texture presenti soprattutto nell’ambito del design, in continua evoluzione proprio come la moda.
2) Sì, in generale tutti i capi della collezione Mila Schön si ispirano al design, dalle sue forme pulite,
essenziali alle costruzioni matematiche e volumetriche. In modo particolare il top con gonna a stella
tutto studiato con patterns micro-macro scalino bianco e nero, molto grafico.
3) La lampada di Castiglioni: una base in marmo, un arco, un segno e la luce.
Floriana Orsetto (Malloni)
1) Il rapporto dialogico tra moda e design è fondamentale per qualsiasi creazione. Partendo,
per esempio, dal concept di un oggetto, piuttosto che studiandone la filosofia che ha portato alla sua
realizzazione finale.
2) Non c’è un capo preciso, bensì un’anima che prende vita da un geometrismo costruttivista, preso
e capovolto, che vive nell’intera collezione; un altro esempio sono alcuni accessori della collezione a/i
’09-’10 che abbiamo presentato durante la settimana della moda: una collana in plexi, formata da cubi
intersecati tra di loro, sino a formare un disegno tridimensionale sulla pelle stessa della silhouette.
3 ) Sono, da sempre, affascinata da un oggetto in particolare: la lampada; vintage o contemporanea
dona “luce” ad ogni lifestyle che mi rispecchi.
Mauro Grifoni
1) Sì, certo. Spesso si vedono esempi eclatanti. La collezione Mauro Grifoni, per esempio, questa
stagione si è ispirata agli anni ’30 e agli anni ’50, sia per le forme, sia per i colori. Sono da sempre
attento alle tendenze del design del momento e questo sicuramente mi ispira anche nella
creazione delle mie collezioni. Ritengo che le vocazioni della moda e del design siano complementari
e si influenzino reciprocamente. È stato fondamentale per me occuparmi del concept del mio primo
monomarca a Milano, che ho curato personalmente, in occasione del quale ho potuto concretamente
far convivere moda e design. Essenziale che tra il mood delle collezioni e lo spazio che le accoglie vi
sia coerenza per creare un’atmosfera che comunichi la vera essenza del brand.
2) C’è un abito a balze, ispirato al lampadario ‘PH Artichoke’.
3) Proprio il lampadario del 1957, che citavo, detto anche ‘Carciofo’, lo disegnò Poul Henningsen
per Louis Poulsen.