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MAPPA DEGLI INSEDIAMENTI RUPESTRI
Insediamenti rupestri in Puglia
La chiesa rupestre di  Santa Candida  è ubicata sul fianco destro della lama Picone (antico torrente Japigio) ad una distanza di circa 300 metri dalla tangenziale di Bari. La chiesa, datata al X-XI secolo, è stata scavata sulla parte alta della lama, e il ritrovamento sul piano dell'antico torrente di manufatti e di resti architettonici come muretti, gradini e pozzi confermano la presenza di un nucleo insediativo nella zona.  Santa Candida è la più grande basilica rupestre pugliese (circa 120 mq) e presenta una planimetria complessa e articolata detta  a ventaglio  in quanto sull'aula centrale di forma quadrangolare, si innestano quelle che, a prima vista, appaiono cinque navate divise da colonne con archi a tutto sesto e che si concludono con cinque absidi.  Santa Candida
Edificata sin dall'XI sec. per questa chiesa fu utilizzata una tecnica costruttiva e di escavazione diversa da quella utilizzata per le altre chiese rupestri, risalente a prima del 1000 e che si riflette nella planimetria a ventaglio e nel fatto che fu poco compromessa e intaccata la parete della Lama Picone.  Caratteristiche le decorazioni pittoriche: in alcune nicchie si intravedono affreschi raffiguranti S. Lucia e S. Nicola; vicino all’ingresso, sulla parete destra, sono visibili disegni a carboncino di caravelle e navi a vela blu. La caravella
Ipogeo di Via Martinez Per il complesso sviluppo spaziale (due navate asimmetriche absidate con impianto a ventaglio) e per la datazione (ante sec X), questo ipogeo si può considerare una delle testimonianze rupestri pugliesi più significative e antiche. L’insediamento comprende una chiesa, una grande camera centrale e una serie di vani di minori dimensioni, che ospitavano probabilmente una comunità monastica che assolveva anche funzioni lavorative di tipo agricolo in vani di servizio.  La chiesa presenta un finto ciborio con quattro colonne addossate alle pareti e poggianti direttamente sul muretto iconostatico.  Nella zona retroabsidale è stata ritrovata una tomba, la cui posizione nella parte più sacra della chiesa è un onore che solitamente era tributato solo ai Santi o alle persone ritenute tali, connotando questo ipogeo come una sorta di santuario.
Chiesa dei SS. Andrea e Procopio-Monopoli Questa chiesa rupestre fondata nell'XI sec., presenta uno schema planimetrico particolare, caratterizzato dalla duplicazione degli elementi architettonici: una grande aula quadrata separata dal santuario per mezzo di una doppia recinzione con coppia di porte, fiancheggiate da una coppia di ampie finestre e corrispondenti alle due absidi gemelle. Si   possono ancora osservare le tracce di affreschi, databili fra il XIII e XIV secolo, raffiguranti i Santi, una Vergine in trono e una Annunciazione. Da notare l’incisione dedicatoria sulla lunetta   d’ingresso, che riporta i nomi dei committenti che finanziarono la costruzione del «Templum», dell’esecutore dello scavo «… per manus   Iohannis …» e dei chierici che diedero avvio alle pratiche del culto.
Chiesa ipogea di Santa Maria delle grotte - Modugno Il santuario di S. Maria della Grotta di Modugno,  è sede di un’abbazia benedettina dall’XI secolo sorta su una precedente chiesa rupestre del VIII secolo. In stato di abbandono per diversi secoli, essa in tempi recenti è stata interessata da lavori di restauro, che ne hanno rimosso le aggiunte ottocentesche e riportato in evidenza la struttura della grotta-santuario.  Notizia curiosa è che, secondo un documento del 1189, fu l’eremo in cui visse e morì S. Corrado Bavaro (1105-1150). Attualmente della chiesa rupestre rimangono solo alcuni affreschi trecenteschi raffiguranti una scena del  Compianto su Cristo morto  e parte di una  Trinità,  ed i resti di un pavimento in  opus tesselatum , databile ai secoli XI-XII. Di particolare suggestione il gruppo scultoreo della  Pietà  datato al XIV-XV secolo.
Cripta di San Vito vecchio - Gravina Nel panorama degli exempla rupestri di Gravina e in generale pugliesi, merita certamente una visita la Chiesa di S.Vito vecchio, situata nel centro storico (via Lelio Orsini) della città murgiana e attualmente proprietà della Fondazione Pomarici Santomasi e del suo Museo, tappa fondamentale per chi giunge a Gravina. La cripta di questa chiesa, costruita tra il tardo XII e la metà del XIII, si presenta a navata unica, con un sedile che corre sul perimetro dell’abside, ed è stata interamente ricostruita nel Museo Pomarici Santomasi.  Gli affreschi, staccati, raffigurano una singolare teoria di Santi e risalgono alla fine del XIII secolo. Nel catino absidale invece campeggia la maestosa figura del Cristo.
Chiesa rupestre di San Nicola - Mottola L’impianto della chiesa è a tre navate absidate e sembra ricalcare altri modelli databili tra il  X e il XII secolo che utilizzano lo stesso schema di iconostasi a tre fornici, tra cui la già menzionata Santa Geffa di Trani.  Al suo interno le pareti sono arricchite da un ciclo di affreschi, che sembrano essere le uniche fonti attendibili per tracciare un ipotesi di datazione per la chiesa.  Non può mancare la Déesis che campeggia nel vano absidale centrale; ma significativo è anche l'affresco di S.Pietro olosomo, databile alla seconda metà del XII secolo. Risale invece agli inizi del XIII secolo il ciclo degli affreschi con S. Sabino, Santo benedicente con libro e dittici della parete destra.
Chiesa rupestre della Madonna della Buona Nuova-Massafra La chiesa rupestre è ancora una volta il fulcro dell’unità abitativa di un villaggio rupestre   presente nella gravina di Massafra, come rilevato dall’ indagine sistematica che ha interessato questa zona a partire dagli anni ’70. La chiesa, databile al XIV secolo, si presenta a pianta quadrangolare e della struttura originaria conserva ancora resti di altare alla latina nella zona absidale e gli affreschi raffiguranti  S. Caterina  e una  Madonna con Bambino .
Cripta della Candelora -Massafra Risalente alla fine del XII sec. è tra le più interessanti cripte della città di Massafra, la candelora è stata studiata già nell'800 dal Diehl il quale ipotizzava che originariamente la chiesa fosse preceduta da un vestibolo.  Si tratta di una chiesa a pianta inversa con abside e ingresso affiancati per rispetto dell’orientamento liturgico, costituita da sei campate ciascuna con una copertura diversa.  Tra le coperture degna di nota è la cupola lenticolare scolpita nella campata più oscura, che rileva una cura attenta nella resa plastica dei particolari architettonici ad opera di un’esperta scuola di lapicidi salentini. Lungo le pareti dell’aula si susseguono tredici arcate affrescate, divise da semicolonnine con rozzi capitelli compositi mentre esternamente, in posizione isolata, sorge la cappella funeraria annessa alla chiesa.
Chiesa di San Michele arcangelo-Monte Sant’Angelo All’interno di questa grotta naturale, secondo la tradizione religiosa, apparve per tre volte, tra il 490 ed il 493, l’Arcangelo Michele.  Fatti miracolosi che convinsero il Vescovo di Siponto, S. Lorenzo Maiorano, a costruire all'entrata della stessa una chiesa.  Dietro l’altare maggiore vi è "il pozzetto", che raccoglie la "stilla" d'acqua santa che cade dalla roccia.
Grotta di San Michele-Orsara Sotto la chiesa del Pellegrino si trova questa grotta naturale a cui si accede per mezzo di una scala scavata nella roccia. Sulle pareti si trovano numerose iscrizioni, fra cui anche un’epigrafe che indica che i lavori di miglioramento furono fatti da “Martinus et Mini de Altamura” nel 1527.
Cripta di San Biagio - Brindisi Al centro di un vero e proprio villaggio rupestre, la chiesa presenta un’ampia aula rettangolare con ingresso laterale, priva di partizioni; lungo la parete meridionale fino al bema è stato ricavato dal muro un basso sedile (sintrono).  Le pareti sono affrescate con un ciclo pittorico che è uno dei più interessanti della Puglia: sono raffigurati un ciclo cristologico quasi completo ed episodi tratti dai Vangeli apocrifi.
Cripta di Lama d’Antico - Fasano All'interno della lama omonima è presente un insediamento rupestre che trae origine ( secc. IX-XI) dall’abbandono della vicina città di Egnazia , i cui abitanti si dispersero nell’agro dell’odierna Fasano.  Si calcola che le grotte della Lama d’Antico ospitassero almeno settecento persone, organizzate in un vero e proprio villaggio, con strutture produttive (frantoi, trappeti) ed unità abitative parimenti alloggiate nelle grotte.  Fulcro della comunità era certamente la chiesa scavata al centro della lama.  Realizzata tra il X e XII sec. la cripta ha una pianta allungata a due navate di diversa lunghezza. In origine era coperta al centro da una grande cupola in muratura, ora crollata   lasciando a cielo aperto l’ambiente. La decorazione pittorica, di particolare pregio, versa in cattive condizioni di conservazione; gli affreschi rappresentano una scena di  Deesis  ed una serie di figure di Santi.
Cripta della Madonna delle Grazie – Carpignano Salentino La struttura, scavata nella roccia tra X e XI sec, con avancorpi in muratura, è   composta da due ambienti pseudorettangolari intercomunicanti, nei quali si riconosce una chiesa funeraria a due navate absidate preceduta da un nartece con tomba ad arcosolio. Le decorazioni murali della cripta, di notevole pregio, contengono una serie di iscrizioni greche riferentesi ai committenti, esecutori e datazione delle stesse. L’iscrizione più antica risale al 959 e accompagna l’affresco raffigurante  Cristo in trono e Annunciazione  nell’abside destra mentre una seconda iscrizione fissa l’esecuzione pittorica al 1020.  La chiesa è stata per lungo tempo meta di pellegrinaggio legato alla pratica del culto mariano.
Cripta dei SS. Stefani - Vaste Realizzata tra l' ultimo quarto del X sec e il primo quarto dell' XI sec. la cripta, di forma balisilicale, è a tre navate absidate divise da pilastri quadrangolari   che sottendono archi, con riseghe; le pareti laterali sono scandite da nicchie rettangolari a profilo curvo; una coppia di pilastri costituiva il triforio di accesso all’area sacra, le cui recinzioni a parapetti sono andate distrutte a causa di un abbassamento del livello del pavimento originario. La cripta costituisce uno dei più antichi esempi pugliesi in cui è presente la datazione epigrafica dei dipinti murali, l’affresco raffigurante  Cristo tra gli Arcangeli  reca infatti la data 1032.
Chiesa di Santa Croce - Andria Alcuni studiosi ritengono che la chiesa sia stata scavata nell’VIII secolo. Ricavata da un grosso blocco tufaceo e circondata da una serie di grotte (forse adibite in passato a celle monastiche), la chiesa è completamente affrescata con scene della “Leggenda della Croce”, di grande vividezza cromatica, che risalgono al XIII- XIV secolo.  Attualmente si presenta ai visitatori isolata sui quattro lati, ai margini dell’abitato moderno.
Chiesa di Santa Maria dei miracoli - Andria La chiesa rupestre, scavata tra IX e X sec. deve il suo nome al ritrovamento di un’immagine della Madonna col Bambino in grembo (databile al XIII secolo secondo le ipotesi più accreditate), ritrovata nel 1576 in un complesso ipogeo nella lama di S. Margherita, così chiamata per un affresco della santa presente in una delle grotte. L’affresco della madonna diventò ben presto oggetto di venerazione, a causa dei miracoli che venivano attribuiti all’immagine sacra. Fu costruito quindi un santuario su tre livelli di cui il complesso ipogeo rappresenta il livello inferiore. Attualmente la grotta, di cui sono ancora visibili le pareti rocciose con resti assai danneggiati di affreschi raffiguranti la Vergine, S. Margherita e S. Nicola, racchiude al centro un tempietto in marmo policromo con copertura in lamine d’argento.  La fronte del santuario rupestre è stata inglobata in una facciata in pietra calcarea dipinta di età barocca .
Insediamenti rupestri in Basilicata
Cripta del peccato originale - Matera La Cripta del Peccato Originale (VIII–IX sec. d.c. ), già chiesa del fronteggiante cenobio longobardo-benedettino, per il suo straordinario ciclo pittorico rappresenta una delle testimonianze più significative della pittura altomedievale dell’area mediterranea. Per il valore teologico e artistico del compendio pittorico, la chiesa-grotta è stata definita la Cappella Sistina’ della pittura parietale rupestre. La Cripta del Peccato Originale si trova lungo la parete della Gravina di Picciano ed è radicata nella memoria locale come la 'Grotta dei Cento Santi', poiché completamente illuminata da affreschi, la cui datazione è collocata all’inizio del IX secolo d. C.  In questo eccezionale oratorio rupestre, i cui dipinti sono stati realizzati cinquecento anni prima di Giotto, l’arte del Mezzogiorno d’Italia trova una delle sue tappe iniziali. Infatti, le straordinarie composizioni figurative rappresentano un unicum per la peculiarità del registro espressivo e per la rara scelta tematica: dal grande pannello della Genesi, autentica Bibbia figurata destinata al popolo dei fedeli, alle splendide triarchie poste nelle tre absidi.
Chiesa di Santa Maria de Idris-Matera E' una chiesa rupestre, tagliata nella roccia e si trova a destra dell' ingresso del museo all' aria aperta di Göreme, al sud della chiesa incisa nel blocco detto "Elmali" (della mela). E' stata fatta secondo una pianta a forme di croce a due colonne. Le ali nord, sud ed ovest sono con delle volte a forma di culla. C'è un'abside centrale e due laterali, ed una cupola centrale. Sulla cupola nord c'è un affresco del Cristo. Gli affreschi e disegni sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Siena. Queste chiese rupestrì risalgono al secolo XI e ci si possono vedere gli affreschi di Santa Barbara, San Michele e San Teodoro, dei motivi geometrici, dei disegni di bestie mitologiche e vari simboli. Benché questa chiesa sia stata interamente costruita nella roccia, all'interno dà l'impressione di essere stata costruita in pietra tinta.
San Giovanni in Monterrone-Matera Attraverso un cunicolo, a sinistra dell'altare di Madonna dell'Idris, si passa nella cripta di San Giovanni in Monterrone, risalente al X sec. e utilizzata prima come battistero, poi come luogo di sepolture. E' completamente scavata nella roccia, ad una sola navata che termina con l'abside sopraelevato.  Sulle pareti sono evidenti gli affreschi stupendi: nel corridoio si vedono il Cristo Pantocratore del XII-XIII sec, un Santo Monaco del XIII sec. e San Nicola del XII sec.;dall'altra parte l'Annunciazione del XIII-XIV sec., San Giacomo Minore e San Pietro del XII-XIII sec., Santi Vescovi e un palinsesto, dove si notano un'iscrizione di 'SANCTUS ANDREAS', sotto una Madonna con Bambino e ancora sotto un Santo ignoto. Dall'altra parte si vedono San Giovanni Battista con San Giovanni Evangelista (?). La facciata è crollata alla fine del Settecento ed è stata ricostruita nel 1803 come riporta l'iscrizione sul piccolo portale.
Chiesa rupestre di Santa Barbara-Matera La chiesa rupestre di santa Barbara di Matera, è  una delle strutture più interessanti dal punto di vista della realizzazione di chiese scavate nella roccia. La Chiesa, all'interno, si presenta molto complessa e ricca dal punto di vista architettonico, infatti presenta una pianta trapeziodale e lo spazio è diviso in tre spazi liturgici: un nartece (l'aula trapezoidale appunto),  il presbiterio ed il vano absidale che sono preceduti dall'iconostasi scavata interamente nella roccia tufacea. Al centro del  bema  sorgeva l'altare e a sinistra e a destra vi sono due cavità che probabilmente funzionavano da  prothesis  e  diaconicon.  La chiesa è arricchita da affreschi sulla parete di sinistra si vedono due raffigurazioni di santa Barbara che risalgono al XVI secolo.  Sull'iconostasi sono presenti gli affreschi più interessanti: a destra dell'arco di ingresso al presbiterio santa Barbara del XIV secolo,  a sinistra la Madonna con il Bambino, segue un altro affresco di santa Barbara, databile tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, che secondo gli studiosi è una delle migliori rappresentazioni di età angioina a Matera, e ancora a fianco un'altra santa Barbara.
Chiesa rupestre di Sant’Antonio Abate-Matera L'ingresso è anticipato da un piccolo pronao ed è sormontato da una cornice trilobata, identica a quella del portale d'ingresso del Convicinio. La Chiesa rupestre è a pianta rettangolare, divisa in tre navate da quattro pilastri. Nella navata di destra si nota un ingresso autonomo e un piccolo vestibolo, con una nicchia in cui è ricavata la croce equilatera. Lungo la navata centrale, sui pilastri si aprono altre nicchie che contengono alcuni affreschi come Sant'Antonio Abate, dal viso solenne con la barba bianca, di buona fattura del XVI secolo e un barocco San Sebastiano.
Chiesa rupestre di San Nicola dei Greci-Matera La chiesa, di rito bizantino-orientale, è databile al IX secolo e si sviluppa in due navate divise da un muro e terminanti entrambe in un presbiterio.  Sulla parete laterale della navata sinistra è ricavato un ambiente con volta a botte, sulla cui parete di fondo è stata ricavata un'apertura comunicante con i locali adiacenti.  Nonostante i restauri effettuati dalla Soprintendenza e gli interventi di consolidamento realizzati con i fondi della Regione Basilicata, la conservazione della chiesa appare mediocre.  La decorazione pittorica è molto interessante, infatti numerosi sono gli affreschi: nell'abside di sinistra vi sono Santa Barbara e San Pantaleone datatbili al XII secolo e San Nicola (un palinsesto) databile al XIV secolo.  Nella navata di destra si ammira una pregevole Crocifissione del XIV secolo, mentre le immagini di San Pietro Martire (rappresentato in piedi, trafitto da un pugnale, con la mannaia coficcata nel cranio) e Sant'Antonio Abate, due santi molto venerati dai contadini, risalgono al XVII secolo.
Insediamenti rupestri in Turchia
G öreme Il Parco Nazionale di  G ö reme , conosciuto al tempo dei romani sotto il nome di Cappadocia, è uno di quei rari luoghi al mondo nei quali l'opera dell'uomo si mescola sapientemente al paesaggio circostante. Delle abitazioni vennero scavate in questa roccia a partire dal 4000 a.C. Ai tempi di Bisanzio, cappelle e monasteri vennero scavati nella roccia; i loro affreschi con toni ocra, riflettono i colori del paesaggio circostante. Ancora oggi si vedono emergere armonicamente nel paesaggio abitazioni scavate nei coni di roccia e villaggi di tufo vulcanico. Il Museo all'aria aperta di  G ö reme , un complesso monastico di chiese e cappelle rupestri tappezzate di affreschi, è uno dei siti più famosi della Turchia. La maggior parte delle cappelle sono datate dal X al XIII secolo, periodo bizantino e selgiuchide, e sono costruite su un piano a forma di croce, la cui cupola centrale è corretta da quattro colonne. Nelle navate laterali di molte chiese ci sono delle tombe rupestri. Tra le chiese più famose di Goreme, citiamo la Chiesa di Elmali, la più recente e la più piccola del gruppo, la Chiesa Yilanli.
ELMALI Kilise (La chiesa della mela)   Fu scavata nella roccia a destra della stradina subito dopo il Monastero Femminile, nel museo all'aperto di Goreme. Ha una cupola sorretta da quattro colonne e tre absidi, una maggiore e due minori. Anche se gli affreschi risalenti al periodo iconoclastico sono relativamente ben conservati si notano alcune crepe e alcuni sgretolamenti. Ci sono degli affreschi che raffigurano: Gesù Pantocratore sulla cupola. e il battesimo di Gesù, l'entrata in Gerusalemme, l'ultima cena, la Crocifissione, il tradimento di Giuda, ed altre scene della vita di Cristo e dell'Antico Testamento sui muri e sulle volte. In uno degli affreschi un arcangelo fu raffigurato con un globo in mano e, poichè questa sfera assomiglia ad una mela. la chiesa fu chiamata "Elmali Kilise" (la chiesa della mela). Secondo alcuni studiosi questa sfera in mano all'arcangelo simboleggia in realtà il mondo.
YILANLI Kilise (La chiesa del serpente) Yilanli Kilise non ha colonne nè cupola ha un soffitto a volta e gli affreschi furono dipinti sui muri laterali. A sinistra dell'entrata furono raffigurati l'imperatore Constantino e sua madre, S. Elena, che tengono in mano la "vera croce" (la croce bizantina) e in un altro affresco furono raffigurati San Giorgio e San Teodoro che uccidono il drago, rappresentato da un serpente.
CHIESA DI CARIKLI (chiesa dei sandali) La Chiesa di Carikli è l'ultima del complesso monastico del Museo all'aria aperta di Göreme. La chiesa a tre absidi e quattro cupole é rivestita di affreschi simili a quelli della Chiesa Karanlik e Elmali. Gli affreschi della Chiesa Karanlik risalgono al XIII secolo come quelli della Chiesa di Carikli.  Come nelle altre chiese questi affreschi rappresentano scene di Cristo in croce, la deposizione dalla croce, la resurrezione di Lazzaro, le donne davanti al sepolcro vuoto, l'ospitalità di Abramo, l'infanzia di Cristo con la Vergine Maria, la trasfigurazione, l'entrata di Cristo a Gerusalemme.
Chiesa di Santa Barbara E' una chiesa rupestre, tagliata nella roccia e si trova a destra dell' ingresso del museo all' aria aperta di Göreme, al sud della chiesa incisa nel blocco detto "Elmali" (della mela). E' stata fatta secondo una pianta a forme di croce a due colonne. Le ali nord, sud ed ovest sono con delle volte a forma di culla. C'è un'abside centrale e due laterali, ed una cupola centrale. Sulla cupola nord c'è un affresco del Cristo. Gli affreschi e disegni sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Siena. Queste chiese rupestrì risalgono al secolo XI e ci si possono vedere gli affreschi di Santa Barbara, San Michele e San Teodoro, dei motivi geometrici, dei disegni di bestie mitologiche e vari simboli. Benché questa chiesa sia stata interamente costruita nella roccia, all'interno dà l'impressione di essere stata costruita in pietra tinta.
TOKALI KILISE (La chiesa della fibbia) La Tokah Kilise (chiesa della fibbia) è  una delle chiese più interressanti e senz'altro la più imponente.  Si apre su un portico da cui si accede a un nartece, sulla volta e sulle pareti si ammirano degli affreschi risalenti al 963 raffiguranti la vita di Gesù.  Attorno alla chiesa si trovano alcune cappelle scavate a diversi livelli raggiungibili con scale di ferro (Cappella di sant'Eustachio) e, nei pressi dell'ingresso, un affresco rappresenta Daniele nella fossa dei leoni.

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  • 3. La chiesa rupestre di Santa Candida è ubicata sul fianco destro della lama Picone (antico torrente Japigio) ad una distanza di circa 300 metri dalla tangenziale di Bari. La chiesa, datata al X-XI secolo, è stata scavata sulla parte alta della lama, e il ritrovamento sul piano dell'antico torrente di manufatti e di resti architettonici come muretti, gradini e pozzi confermano la presenza di un nucleo insediativo nella zona. Santa Candida è la più grande basilica rupestre pugliese (circa 120 mq) e presenta una planimetria complessa e articolata detta a ventaglio in quanto sull'aula centrale di forma quadrangolare, si innestano quelle che, a prima vista, appaiono cinque navate divise da colonne con archi a tutto sesto e che si concludono con cinque absidi. Santa Candida
  • 4. Edificata sin dall'XI sec. per questa chiesa fu utilizzata una tecnica costruttiva e di escavazione diversa da quella utilizzata per le altre chiese rupestri, risalente a prima del 1000 e che si riflette nella planimetria a ventaglio e nel fatto che fu poco compromessa e intaccata la parete della Lama Picone. Caratteristiche le decorazioni pittoriche: in alcune nicchie si intravedono affreschi raffiguranti S. Lucia e S. Nicola; vicino all’ingresso, sulla parete destra, sono visibili disegni a carboncino di caravelle e navi a vela blu. La caravella
  • 5. Ipogeo di Via Martinez Per il complesso sviluppo spaziale (due navate asimmetriche absidate con impianto a ventaglio) e per la datazione (ante sec X), questo ipogeo si può considerare una delle testimonianze rupestri pugliesi più significative e antiche. L’insediamento comprende una chiesa, una grande camera centrale e una serie di vani di minori dimensioni, che ospitavano probabilmente una comunità monastica che assolveva anche funzioni lavorative di tipo agricolo in vani di servizio. La chiesa presenta un finto ciborio con quattro colonne addossate alle pareti e poggianti direttamente sul muretto iconostatico. Nella zona retroabsidale è stata ritrovata una tomba, la cui posizione nella parte più sacra della chiesa è un onore che solitamente era tributato solo ai Santi o alle persone ritenute tali, connotando questo ipogeo come una sorta di santuario.
  • 6. Chiesa dei SS. Andrea e Procopio-Monopoli Questa chiesa rupestre fondata nell'XI sec., presenta uno schema planimetrico particolare, caratterizzato dalla duplicazione degli elementi architettonici: una grande aula quadrata separata dal santuario per mezzo di una doppia recinzione con coppia di porte, fiancheggiate da una coppia di ampie finestre e corrispondenti alle due absidi gemelle. Si possono ancora osservare le tracce di affreschi, databili fra il XIII e XIV secolo, raffiguranti i Santi, una Vergine in trono e una Annunciazione. Da notare l’incisione dedicatoria sulla lunetta d’ingresso, che riporta i nomi dei committenti che finanziarono la costruzione del «Templum», dell’esecutore dello scavo «… per manus Iohannis …» e dei chierici che diedero avvio alle pratiche del culto.
  • 7. Chiesa ipogea di Santa Maria delle grotte - Modugno Il santuario di S. Maria della Grotta di Modugno, è sede di un’abbazia benedettina dall’XI secolo sorta su una precedente chiesa rupestre del VIII secolo. In stato di abbandono per diversi secoli, essa in tempi recenti è stata interessata da lavori di restauro, che ne hanno rimosso le aggiunte ottocentesche e riportato in evidenza la struttura della grotta-santuario. Notizia curiosa è che, secondo un documento del 1189, fu l’eremo in cui visse e morì S. Corrado Bavaro (1105-1150). Attualmente della chiesa rupestre rimangono solo alcuni affreschi trecenteschi raffiguranti una scena del Compianto su Cristo morto e parte di una Trinità, ed i resti di un pavimento in opus tesselatum , databile ai secoli XI-XII. Di particolare suggestione il gruppo scultoreo della Pietà datato al XIV-XV secolo.
  • 8. Cripta di San Vito vecchio - Gravina Nel panorama degli exempla rupestri di Gravina e in generale pugliesi, merita certamente una visita la Chiesa di S.Vito vecchio, situata nel centro storico (via Lelio Orsini) della città murgiana e attualmente proprietà della Fondazione Pomarici Santomasi e del suo Museo, tappa fondamentale per chi giunge a Gravina. La cripta di questa chiesa, costruita tra il tardo XII e la metà del XIII, si presenta a navata unica, con un sedile che corre sul perimetro dell’abside, ed è stata interamente ricostruita nel Museo Pomarici Santomasi. Gli affreschi, staccati, raffigurano una singolare teoria di Santi e risalgono alla fine del XIII secolo. Nel catino absidale invece campeggia la maestosa figura del Cristo.
  • 9. Chiesa rupestre di San Nicola - Mottola L’impianto della chiesa è a tre navate absidate e sembra ricalcare altri modelli databili tra il X e il XII secolo che utilizzano lo stesso schema di iconostasi a tre fornici, tra cui la già menzionata Santa Geffa di Trani. Al suo interno le pareti sono arricchite da un ciclo di affreschi, che sembrano essere le uniche fonti attendibili per tracciare un ipotesi di datazione per la chiesa. Non può mancare la Déesis che campeggia nel vano absidale centrale; ma significativo è anche l'affresco di S.Pietro olosomo, databile alla seconda metà del XII secolo. Risale invece agli inizi del XIII secolo il ciclo degli affreschi con S. Sabino, Santo benedicente con libro e dittici della parete destra.
  • 10. Chiesa rupestre della Madonna della Buona Nuova-Massafra La chiesa rupestre è ancora una volta il fulcro dell’unità abitativa di un villaggio rupestre presente nella gravina di Massafra, come rilevato dall’ indagine sistematica che ha interessato questa zona a partire dagli anni ’70. La chiesa, databile al XIV secolo, si presenta a pianta quadrangolare e della struttura originaria conserva ancora resti di altare alla latina nella zona absidale e gli affreschi raffiguranti S. Caterina e una Madonna con Bambino .
  • 11. Cripta della Candelora -Massafra Risalente alla fine del XII sec. è tra le più interessanti cripte della città di Massafra, la candelora è stata studiata già nell'800 dal Diehl il quale ipotizzava che originariamente la chiesa fosse preceduta da un vestibolo. Si tratta di una chiesa a pianta inversa con abside e ingresso affiancati per rispetto dell’orientamento liturgico, costituita da sei campate ciascuna con una copertura diversa. Tra le coperture degna di nota è la cupola lenticolare scolpita nella campata più oscura, che rileva una cura attenta nella resa plastica dei particolari architettonici ad opera di un’esperta scuola di lapicidi salentini. Lungo le pareti dell’aula si susseguono tredici arcate affrescate, divise da semicolonnine con rozzi capitelli compositi mentre esternamente, in posizione isolata, sorge la cappella funeraria annessa alla chiesa.
  • 12. Chiesa di San Michele arcangelo-Monte Sant’Angelo All’interno di questa grotta naturale, secondo la tradizione religiosa, apparve per tre volte, tra il 490 ed il 493, l’Arcangelo Michele. Fatti miracolosi che convinsero il Vescovo di Siponto, S. Lorenzo Maiorano, a costruire all'entrata della stessa una chiesa. Dietro l’altare maggiore vi è "il pozzetto", che raccoglie la "stilla" d'acqua santa che cade dalla roccia.
  • 13. Grotta di San Michele-Orsara Sotto la chiesa del Pellegrino si trova questa grotta naturale a cui si accede per mezzo di una scala scavata nella roccia. Sulle pareti si trovano numerose iscrizioni, fra cui anche un’epigrafe che indica che i lavori di miglioramento furono fatti da “Martinus et Mini de Altamura” nel 1527.
  • 14. Cripta di San Biagio - Brindisi Al centro di un vero e proprio villaggio rupestre, la chiesa presenta un’ampia aula rettangolare con ingresso laterale, priva di partizioni; lungo la parete meridionale fino al bema è stato ricavato dal muro un basso sedile (sintrono). Le pareti sono affrescate con un ciclo pittorico che è uno dei più interessanti della Puglia: sono raffigurati un ciclo cristologico quasi completo ed episodi tratti dai Vangeli apocrifi.
  • 15. Cripta di Lama d’Antico - Fasano All'interno della lama omonima è presente un insediamento rupestre che trae origine ( secc. IX-XI) dall’abbandono della vicina città di Egnazia , i cui abitanti si dispersero nell’agro dell’odierna Fasano. Si calcola che le grotte della Lama d’Antico ospitassero almeno settecento persone, organizzate in un vero e proprio villaggio, con strutture produttive (frantoi, trappeti) ed unità abitative parimenti alloggiate nelle grotte. Fulcro della comunità era certamente la chiesa scavata al centro della lama. Realizzata tra il X e XII sec. la cripta ha una pianta allungata a due navate di diversa lunghezza. In origine era coperta al centro da una grande cupola in muratura, ora crollata lasciando a cielo aperto l’ambiente. La decorazione pittorica, di particolare pregio, versa in cattive condizioni di conservazione; gli affreschi rappresentano una scena di Deesis ed una serie di figure di Santi.
  • 16. Cripta della Madonna delle Grazie – Carpignano Salentino La struttura, scavata nella roccia tra X e XI sec, con avancorpi in muratura, è composta da due ambienti pseudorettangolari intercomunicanti, nei quali si riconosce una chiesa funeraria a due navate absidate preceduta da un nartece con tomba ad arcosolio. Le decorazioni murali della cripta, di notevole pregio, contengono una serie di iscrizioni greche riferentesi ai committenti, esecutori e datazione delle stesse. L’iscrizione più antica risale al 959 e accompagna l’affresco raffigurante Cristo in trono e Annunciazione nell’abside destra mentre una seconda iscrizione fissa l’esecuzione pittorica al 1020. La chiesa è stata per lungo tempo meta di pellegrinaggio legato alla pratica del culto mariano.
  • 17. Cripta dei SS. Stefani - Vaste Realizzata tra l' ultimo quarto del X sec e il primo quarto dell' XI sec. la cripta, di forma balisilicale, è a tre navate absidate divise da pilastri quadrangolari che sottendono archi, con riseghe; le pareti laterali sono scandite da nicchie rettangolari a profilo curvo; una coppia di pilastri costituiva il triforio di accesso all’area sacra, le cui recinzioni a parapetti sono andate distrutte a causa di un abbassamento del livello del pavimento originario. La cripta costituisce uno dei più antichi esempi pugliesi in cui è presente la datazione epigrafica dei dipinti murali, l’affresco raffigurante Cristo tra gli Arcangeli reca infatti la data 1032.
  • 18. Chiesa di Santa Croce - Andria Alcuni studiosi ritengono che la chiesa sia stata scavata nell’VIII secolo. Ricavata da un grosso blocco tufaceo e circondata da una serie di grotte (forse adibite in passato a celle monastiche), la chiesa è completamente affrescata con scene della “Leggenda della Croce”, di grande vividezza cromatica, che risalgono al XIII- XIV secolo. Attualmente si presenta ai visitatori isolata sui quattro lati, ai margini dell’abitato moderno.
  • 19. Chiesa di Santa Maria dei miracoli - Andria La chiesa rupestre, scavata tra IX e X sec. deve il suo nome al ritrovamento di un’immagine della Madonna col Bambino in grembo (databile al XIII secolo secondo le ipotesi più accreditate), ritrovata nel 1576 in un complesso ipogeo nella lama di S. Margherita, così chiamata per un affresco della santa presente in una delle grotte. L’affresco della madonna diventò ben presto oggetto di venerazione, a causa dei miracoli che venivano attribuiti all’immagine sacra. Fu costruito quindi un santuario su tre livelli di cui il complesso ipogeo rappresenta il livello inferiore. Attualmente la grotta, di cui sono ancora visibili le pareti rocciose con resti assai danneggiati di affreschi raffiguranti la Vergine, S. Margherita e S. Nicola, racchiude al centro un tempietto in marmo policromo con copertura in lamine d’argento. La fronte del santuario rupestre è stata inglobata in una facciata in pietra calcarea dipinta di età barocca .
  • 21. Cripta del peccato originale - Matera La Cripta del Peccato Originale (VIII–IX sec. d.c. ), già chiesa del fronteggiante cenobio longobardo-benedettino, per il suo straordinario ciclo pittorico rappresenta una delle testimonianze più significative della pittura altomedievale dell’area mediterranea. Per il valore teologico e artistico del compendio pittorico, la chiesa-grotta è stata definita la Cappella Sistina’ della pittura parietale rupestre. La Cripta del Peccato Originale si trova lungo la parete della Gravina di Picciano ed è radicata nella memoria locale come la 'Grotta dei Cento Santi', poiché completamente illuminata da affreschi, la cui datazione è collocata all’inizio del IX secolo d. C. In questo eccezionale oratorio rupestre, i cui dipinti sono stati realizzati cinquecento anni prima di Giotto, l’arte del Mezzogiorno d’Italia trova una delle sue tappe iniziali. Infatti, le straordinarie composizioni figurative rappresentano un unicum per la peculiarità del registro espressivo e per la rara scelta tematica: dal grande pannello della Genesi, autentica Bibbia figurata destinata al popolo dei fedeli, alle splendide triarchie poste nelle tre absidi.
  • 22. Chiesa di Santa Maria de Idris-Matera E' una chiesa rupestre, tagliata nella roccia e si trova a destra dell' ingresso del museo all' aria aperta di Göreme, al sud della chiesa incisa nel blocco detto "Elmali" (della mela). E' stata fatta secondo una pianta a forme di croce a due colonne. Le ali nord, sud ed ovest sono con delle volte a forma di culla. C'è un'abside centrale e due laterali, ed una cupola centrale. Sulla cupola nord c'è un affresco del Cristo. Gli affreschi e disegni sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Siena. Queste chiese rupestrì risalgono al secolo XI e ci si possono vedere gli affreschi di Santa Barbara, San Michele e San Teodoro, dei motivi geometrici, dei disegni di bestie mitologiche e vari simboli. Benché questa chiesa sia stata interamente costruita nella roccia, all'interno dà l'impressione di essere stata costruita in pietra tinta.
  • 23. San Giovanni in Monterrone-Matera Attraverso un cunicolo, a sinistra dell'altare di Madonna dell'Idris, si passa nella cripta di San Giovanni in Monterrone, risalente al X sec. e utilizzata prima come battistero, poi come luogo di sepolture. E' completamente scavata nella roccia, ad una sola navata che termina con l'abside sopraelevato. Sulle pareti sono evidenti gli affreschi stupendi: nel corridoio si vedono il Cristo Pantocratore del XII-XIII sec, un Santo Monaco del XIII sec. e San Nicola del XII sec.;dall'altra parte l'Annunciazione del XIII-XIV sec., San Giacomo Minore e San Pietro del XII-XIII sec., Santi Vescovi e un palinsesto, dove si notano un'iscrizione di 'SANCTUS ANDREAS', sotto una Madonna con Bambino e ancora sotto un Santo ignoto. Dall'altra parte si vedono San Giovanni Battista con San Giovanni Evangelista (?). La facciata è crollata alla fine del Settecento ed è stata ricostruita nel 1803 come riporta l'iscrizione sul piccolo portale.
  • 24. Chiesa rupestre di Santa Barbara-Matera La chiesa rupestre di santa Barbara di Matera, è una delle strutture più interessanti dal punto di vista della realizzazione di chiese scavate nella roccia. La Chiesa, all'interno, si presenta molto complessa e ricca dal punto di vista architettonico, infatti presenta una pianta trapeziodale e lo spazio è diviso in tre spazi liturgici: un nartece (l'aula trapezoidale appunto), il presbiterio ed il vano absidale che sono preceduti dall'iconostasi scavata interamente nella roccia tufacea. Al centro del bema sorgeva l'altare e a sinistra e a destra vi sono due cavità che probabilmente funzionavano da prothesis e diaconicon. La chiesa è arricchita da affreschi sulla parete di sinistra si vedono due raffigurazioni di santa Barbara che risalgono al XVI secolo. Sull'iconostasi sono presenti gli affreschi più interessanti: a destra dell'arco di ingresso al presbiterio santa Barbara del XIV secolo, a sinistra la Madonna con il Bambino, segue un altro affresco di santa Barbara, databile tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, che secondo gli studiosi è una delle migliori rappresentazioni di età angioina a Matera, e ancora a fianco un'altra santa Barbara.
  • 25. Chiesa rupestre di Sant’Antonio Abate-Matera L'ingresso è anticipato da un piccolo pronao ed è sormontato da una cornice trilobata, identica a quella del portale d'ingresso del Convicinio. La Chiesa rupestre è a pianta rettangolare, divisa in tre navate da quattro pilastri. Nella navata di destra si nota un ingresso autonomo e un piccolo vestibolo, con una nicchia in cui è ricavata la croce equilatera. Lungo la navata centrale, sui pilastri si aprono altre nicchie che contengono alcuni affreschi come Sant'Antonio Abate, dal viso solenne con la barba bianca, di buona fattura del XVI secolo e un barocco San Sebastiano.
  • 26. Chiesa rupestre di San Nicola dei Greci-Matera La chiesa, di rito bizantino-orientale, è databile al IX secolo e si sviluppa in due navate divise da un muro e terminanti entrambe in un presbiterio. Sulla parete laterale della navata sinistra è ricavato un ambiente con volta a botte, sulla cui parete di fondo è stata ricavata un'apertura comunicante con i locali adiacenti. Nonostante i restauri effettuati dalla Soprintendenza e gli interventi di consolidamento realizzati con i fondi della Regione Basilicata, la conservazione della chiesa appare mediocre. La decorazione pittorica è molto interessante, infatti numerosi sono gli affreschi: nell'abside di sinistra vi sono Santa Barbara e San Pantaleone datatbili al XII secolo e San Nicola (un palinsesto) databile al XIV secolo. Nella navata di destra si ammira una pregevole Crocifissione del XIV secolo, mentre le immagini di San Pietro Martire (rappresentato in piedi, trafitto da un pugnale, con la mannaia coficcata nel cranio) e Sant'Antonio Abate, due santi molto venerati dai contadini, risalgono al XVII secolo.
  • 28. G öreme Il Parco Nazionale di G ö reme , conosciuto al tempo dei romani sotto il nome di Cappadocia, è uno di quei rari luoghi al mondo nei quali l'opera dell'uomo si mescola sapientemente al paesaggio circostante. Delle abitazioni vennero scavate in questa roccia a partire dal 4000 a.C. Ai tempi di Bisanzio, cappelle e monasteri vennero scavati nella roccia; i loro affreschi con toni ocra, riflettono i colori del paesaggio circostante. Ancora oggi si vedono emergere armonicamente nel paesaggio abitazioni scavate nei coni di roccia e villaggi di tufo vulcanico. Il Museo all'aria aperta di G ö reme , un complesso monastico di chiese e cappelle rupestri tappezzate di affreschi, è uno dei siti più famosi della Turchia. La maggior parte delle cappelle sono datate dal X al XIII secolo, periodo bizantino e selgiuchide, e sono costruite su un piano a forma di croce, la cui cupola centrale è corretta da quattro colonne. Nelle navate laterali di molte chiese ci sono delle tombe rupestri. Tra le chiese più famose di Goreme, citiamo la Chiesa di Elmali, la più recente e la più piccola del gruppo, la Chiesa Yilanli.
  • 29. ELMALI Kilise (La chiesa della mela) Fu scavata nella roccia a destra della stradina subito dopo il Monastero Femminile, nel museo all'aperto di Goreme. Ha una cupola sorretta da quattro colonne e tre absidi, una maggiore e due minori. Anche se gli affreschi risalenti al periodo iconoclastico sono relativamente ben conservati si notano alcune crepe e alcuni sgretolamenti. Ci sono degli affreschi che raffigurano: Gesù Pantocratore sulla cupola. e il battesimo di Gesù, l'entrata in Gerusalemme, l'ultima cena, la Crocifissione, il tradimento di Giuda, ed altre scene della vita di Cristo e dell'Antico Testamento sui muri e sulle volte. In uno degli affreschi un arcangelo fu raffigurato con un globo in mano e, poichè questa sfera assomiglia ad una mela. la chiesa fu chiamata "Elmali Kilise" (la chiesa della mela). Secondo alcuni studiosi questa sfera in mano all'arcangelo simboleggia in realtà il mondo.
  • 30. YILANLI Kilise (La chiesa del serpente) Yilanli Kilise non ha colonne nè cupola ha un soffitto a volta e gli affreschi furono dipinti sui muri laterali. A sinistra dell'entrata furono raffigurati l'imperatore Constantino e sua madre, S. Elena, che tengono in mano la "vera croce" (la croce bizantina) e in un altro affresco furono raffigurati San Giorgio e San Teodoro che uccidono il drago, rappresentato da un serpente.
  • 31. CHIESA DI CARIKLI (chiesa dei sandali) La Chiesa di Carikli è l'ultima del complesso monastico del Museo all'aria aperta di Göreme. La chiesa a tre absidi e quattro cupole é rivestita di affreschi simili a quelli della Chiesa Karanlik e Elmali. Gli affreschi della Chiesa Karanlik risalgono al XIII secolo come quelli della Chiesa di Carikli. Come nelle altre chiese questi affreschi rappresentano scene di Cristo in croce, la deposizione dalla croce, la resurrezione di Lazzaro, le donne davanti al sepolcro vuoto, l'ospitalità di Abramo, l'infanzia di Cristo con la Vergine Maria, la trasfigurazione, l'entrata di Cristo a Gerusalemme.
  • 32. Chiesa di Santa Barbara E' una chiesa rupestre, tagliata nella roccia e si trova a destra dell' ingresso del museo all' aria aperta di Göreme, al sud della chiesa incisa nel blocco detto "Elmali" (della mela). E' stata fatta secondo una pianta a forme di croce a due colonne. Le ali nord, sud ed ovest sono con delle volte a forma di culla. C'è un'abside centrale e due laterali, ed una cupola centrale. Sulla cupola nord c'è un affresco del Cristo. Gli affreschi e disegni sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Siena. Queste chiese rupestrì risalgono al secolo XI e ci si possono vedere gli affreschi di Santa Barbara, San Michele e San Teodoro, dei motivi geometrici, dei disegni di bestie mitologiche e vari simboli. Benché questa chiesa sia stata interamente costruita nella roccia, all'interno dà l'impressione di essere stata costruita in pietra tinta.
  • 33. TOKALI KILISE (La chiesa della fibbia) La Tokah Kilise (chiesa della fibbia) è una delle chiese più interressanti e senz'altro la più imponente. Si apre su un portico da cui si accede a un nartece, sulla volta e sulle pareti si ammirano degli affreschi risalenti al 963 raffiguranti la vita di Gesù. Attorno alla chiesa si trovano alcune cappelle scavate a diversi livelli raggiungibili con scale di ferro (Cappella di sant'Eustachio) e, nei pressi dell'ingresso, un affresco rappresenta Daniele nella fossa dei leoni.