XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
Cristina,aurora e alissa 3°c emigrazione italiana x d
1.
2. -Fra il 1880 e il 1915 approdano negli Stati Uniti quattro
milioni di italiani, su nove milioni circa di emigranti
che scelsero di attraversare l'Oceano verso le Americhe.
Le cifre non tengono conto del gran numero di persone
che rientrò in Italia: una quota considerevole ( 50/60%)
nel periodo 1900-1914.
-Circa il settanta per cento proveniva dal Meridione,
anche se fra il 1876 ed il 1900 la maggior parte degli
emigrati era del Nord Italia con il 45% composto solo
da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.Le
motivazioni che spinsero masse di milioni di
Meridionali ad emigrare furono molteplici.
3. numero emigrati
Tra il 1860 e il 1985 sono state registrate più di 29
milioni di partenze dall'Italia. Nell'arco di poco più
di un secolo un numero quasi equivalente
all'ammontare della
popolazione al momento dell'
Unità d'Italia (23 milioni
nel primo censimento
italiano) si trasferì in quasi
tutti gli Stati del mondo
occidentale e in parte del
Nord Africa.
4. Si trattò di un esodo che toccò tutte le regioni italiane. Tra il 1876
e il 1900 interessò prevalentemente le regioni settentrionali, con
tre regioni che fornirono da sole il 47% dell'intero contingente
migratorio:
il Veneto , il Friuli-Venezia Giulia ed
il Piemonte. Nei due decenni successivi il
primato migratorio passò alle regioni
meridionali, con quasi tre milioni di
persone emigrate soltanto da Calabria,
Campania, Puglia e Sicilia, e quasi
nove milioni da tutta Italia.
5. Le cause avanzate per spiegare l’imponente crescita dei flussi sono varie, e
si concentrano per lo più sul mondo delle campagne, il “serbatoio”
inesauribile di emigranti. La società agraria appare attraversata da
una crisi profonda, strutturale, non riconducibile esclusivamente alla
pur grave crisi agraria (1873-1879), dovuta all’invasione dei grani
americani che, sfruttando i progressi della navigazione a vapore e
beneficiando della meccanizzazione del settore che consentiva costi di
produzione infinitamente minori, annientarono, semplicemente, ogni
agricoltura aperta al mercato. la crescente pressione fiscale dello Stato
unitario, ben più rigida, al Sud, delle precedenti. Inoltre, la vendita dei
beni della Chiesa, l’abolizione degli usi civici e la liquidazione dei
demani avevano favorito l’ascesa dei nuovi ceti borghesi, privando il
mondo contadino di antichi diritti comunitari che, spesso, costituivano
importanti voci nei bilanci familiari.