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IL VOLTO
INTERIORE
DELLA
SCRITTURA
Anna Maria Vissani
IL VOLTO
INTERIORE
DELLA
SCRITTURA
Anna Maria Vissani
3
presentazione
Sono stata insegnante di Grafologia di Anna Maria Vis-
sani per 3 anni, e per un insegnante è sempre una gran-
de soddisfazione e una gioia profonda rendersi conto di
essere riuscita a trasmettere la sua stessa passione ai pro-
pri allievi. Se poi, com’è successo in questi anni, si è po-
tuto condividere qualche momento parlando del nostro
amore per la persona umana e per Chi guida e protegge
la vita di tutti, allora può nascere una collaborazione, tal-
volta un’amicizia. E così è stato.
Il presente libro è nato dalla volontà di Suor Vissani di
rielaborare la sua tesi di diploma, facendone non solo un
testo che illustra come e in quali ambiti la Grafologia può
essere un ottimo strumento di indagine, ma anche – e so-
prattutto – un testo sulla scelta, sullo spaccato di vita di al-
cune donne consacrate del XXI secolo, sull’intervento
della Grazia.
Anni fa mi ero stupita che Padre Moretti, il fondatore
del metodo grafologico italiano che proprio da lui prende
nome, di tutti i “segni” grafici codificati (sono circa 100!)
ne indicasse per la spiritualità solo 3 o 4. Poi con l’espe-
rienza di vita, osservando le grafie di persone visitate dalla
Grazia, e con la conferma di questo studio, ho capito
“quante cose fa in noi l’Onnipotente”: è pressoché inutile
cercare la scrittura ideale della persona che si dedica com-
pletamente a Dio, poiché la fede e la Grazia sono doni
spinte motivazionali di alcune giovani donne consacrate,
portando contemporaneamente all’attenzione del lettore la
scienza Grafologica, per troppo tempo rimasta relegata a
ruolo di secondo piano.
La speranza che nasce dalla serenità interiore di queste
donne, i potenziali della scienza grafologica, il presente
studio fatto con appassionata serietà: tutto è a servizio della
persona umana.
Alessandra Cervellati,grafologa
“trasversali” che mettono in luce la nostra unicità, sono
motore e motivazione del nostro condurre limiti e talenti
in un cammino di crescita e d’amore.
Così abbiamo per esempio la forza dirompente di Madre
Teresa, la ribellione di San Francesco, l’acuta fermezza di
San Gaspare del Bufalo, la forte femminilità, fuori dagli
schemi del tempo, di Santa Maria de Mattias, la sensibilità
di San Pio da Pietrelcina... ognuno ha offerto ciò che gli ap-
parteneva. E a Dio è piaciuto.
Così è stato ciò che abbiamo trovato in questa ricerca:
forse non abbiamo trovato “il fenomeno”, “la donna idea-
le” ma delle giovani donne “normali”, figlie dei tempi piut-
tosto oscuri che stiamo attraversando, alcune delicate, in-
certe, alcune più gioiose, alcune chiuse e rigorose; tutte
hanno fatto una scelta radicale, totalizzante. Una scelta dif-
ficile, che non è scontata (come poteva essere solo poche
generazioni fa) in un’epoca, come la nostra, di disimpe-
gno ed edonismo. Una scelta che ci fa ipotizzare che que-
ste donne non siano poi così incerte e vulnerabili, se sono
sostenute dall’Alto. Una scelta che speriamo sia l’inizio e la
continuazione di un lungo cammino.
Gli accenni grafologici che ricorrono nel presente libro
non sono minuziosamente dettagliati, né esaustivi della
conoscenza grafologica, quanto piuttosto “narrati” per chi
grafologo non è. Rimandiamo alle note, in fondo al libro,
l’approfondimento analitico delle scritture presentate (in-
dividuazione dei Segni Morettiani e quantificazione del
grado) e alla bibliografia i testi che possono essere con-
sultati per approfondire gli aspetti relativi all’indagine gra-
fologica.
Nostra intenzione era quella di indagare, con un meto-
do discreto e innovativo, la genesi e il consolidarsi delle
4 5
6 7
Introduzione
GRAFOLOGIA MORETTIANA
“Scrivere” è stata una tappa fondamentale per lo svi-
luppo dell’umanità, tanto che per secoli fu considerata
un’attività sacra, spesso riservata a una casta sacerdotale.
Attraverso importanti e rigorosi studi scientifici, i neu-
rofisiologi sono giunti alla conclusione che il gesto grafi-
co è il movimento più complesso e raffinato che l’uomo
possa produrre, perché investe molteplici piani della real-
tà neuro-fisio-psicologica del soggetto scrivente: dal-
l’aspetto percettivo a quello sensoriale, la relazione col
mondo archetipico, le funzioni espressive del corpo, l’am-
bito mnemonico, visivo, midollare, muscolare, emotivo
conscio e inconscio. Pertanto il tracciato grafico descrive
una mappa a tutto tondo del nucleo vitale dell’individuo.
L’interpretazione di questo movimento permette quindi
allo studioso del gesto scrittorio, il Grafologo appunto, di
indagare in ampiezza e in profondità la personalità dello
scrivente, conoscendone le modalità di approccio con la
realtà, il quadro biotipologico, il tipo e le specificità della
sua intelligenza, le capacità comunicative, il temperamen-
to, l’affettività, i conflitti risolti e non risolti.
La Grafologia oggi rientra fra le scienze umane speri-
mentali (come la psicologia, l’antropologia…), ed ha come
oggetto di studio il Gesto Grafico Spontaneo, ovvero lo
scarabocchio, il disegno, la firma e la scrittura. Alla luce di
fica nell’Assalto, Attesa, Resistenza, Cessione. I tempera-
menti informano del quadro biotipologico del soggetto.
Ad oggi i più usuali campi di applicazione della Gra-
fologia sono:
• ambito Peritale: per la disconferma o meno dell’au-
tenticità di uno scritto;
• ambito dell’Età Evolutiva: per la comprensione delle
fasi evolutive di soggetti molto giovani, orientare i ragaz-
zi nelle scelte scolastiche stimolandone le potenzialità,
prevenire le forme di devianza e disagio adolescenziale;
• ambito Professionale: per l’orientamento scolastico
o lavorativo, selezione del personale, riorganizzazioni
aziendali;
• ambito Relazionale: per lo studio delle dinamiche fa-
miliari e di coppia, la strutturazione di team di lavoro;
• ambito Grafoterapeutico: grazie al quale vengono
“rieducate” le persone a riappropriarsi di un gesto grafico
equilibrato e personale, liberandosi da scompensi ener-
getici, disagi grafomotori e somatizzazioni che impedisco-
no un disinvolto comportamento scrittorio.
Le categorie grafiche individuate da Padre Girolamo
Moretti, ognuna delle quali racchiude diversi segni, sono:
Profilo delle Lettere: cioè Angolosità o Curvilineità delle
lettere. Indica la capacità di adattamento e/o reazione, l’at-
tività-passività, aggressività-accoglienza.
Larghezze: la “luce” all’interno delle lettere con oc-
chiello (a, o e derivate). La larghezza tra le lettere di una
stessa parole o fra una parola e l’altra ci parla della quali-
tà dell’intelligenza e della potenza ragionativa.
Calibro: cioè la grandezza delle lettere. Indica la per-
cezione che il soggetto scrivente ha di sé, e conseguen-
temente della realtà circostante. Tendenze introversive o
estroversive.
quanto detto sopra, il grafologo quindi analizza quel pro-
cesso espressivo così personale e così profondamente in-
dividualizzante che coniuga il messaggio verbale scritto
con il simbolo e il linguaggio non verbale.
L’indagine grafologica, prendendo spunto dalle tenden-
ze individuali poste in relazione alle tracce del vissuto e al-
l’atmosfera socio culturale in cui è immerso il soggetto,
mette in luce un ritratto dello scrivente – nel momento in
cui ha vergato lo scritto – per poterlo comprendere nel
“qui ed ora” ma anche in un percorso evolutivo.
In Italia la Grafologia nasce con Padre Girolamo Maria
Moretti (1879-1963), francescano, che in tutta autonomia
fonda un suo metodo volto alla conoscenza dell’uomo
nella sua unità somatopsichica. Egli fonda un metodo ri-
goroso e attendibile, che lo porta a individuare circa cento
“segni”, suddivisi in varie categorie grafiche. Ogni segno
manifesta una tendenza che si esplica nell’aspetto intellet-
tivo, volitivo, emotivo, affettivo, somatico del soggetto scri-
vente. In questo metodo egli prevede precisi criteri di
identificazione e quantificazione dei segni, gerarchie per
importanza e principi di relazione dei segni fra loro e con
i relativi significati psicologici. Non esistono segni “com-
pletamente positivi” o segni “completamente negativi”,
poiché ognuno acquista una valenza diversa e motivata
alla luce del contesto grafico in cui è inserito. Il quadro di
personalità che emerge è quindi dato dalle tendenze
(segni), dall’intensità con cui si manifestano (graduazione)
e dalla loro interazione in termini di rinforzo o conflitto di
significato (combinazioni) racchiusi in una sintesi organi-
ca e dinamica. Per facilitare poi un riconoscimento di mas-
sima del soggetto scrivente. Padre Moretti ordina i diversi
segni catalogandoli per temperamenti (risposte comporta-
mentali sistematiche agli stimoli dell’ambiente) che identi-
8 9
dono ad una chiamata di Dio e fanno della loro vita un
dono d’amore e una generosa disponibilità verso gli altri,
senza particolari interessi personali. La loro scelta di vita
è fortemente motivata da una intensa e costante adesione
all’amore di Dio che si manifesta in atteggiamenti di li-
bertà interiore, di gioia di vivere e di tensione verso valo-
ri alti e spirituali.
L’antropologia che sostiene questo studio è quella che
San Paolo esplicita nella lettera ai Galati: “Voi… fratelli
siete stati chiamati a libertà” (Gal 5, 13).
Nel cuore di una cultura, come la nostra, dominata da
narcisismo e profitto, la donna consacrata dovrebbe espri-
mere, nelle sue scelte di vita, altruismo, dono di sé, pre-
mura disinteressata per le persone, comunione profonda
con il Mistero divino, che si manifesta nella serenità e nella
trasparenza di intenzioni.
Abbiamo voluto analizzare alcune grafie (14) di suore
sotto i 36 anni di età, quindi abbastanza giovani per rap-
presentare la società odierna, con la curiosità di trovare in
esse segni grafologici che rivelano spinte spirituali, aper-
tura e gioia di vivere e di donarsi al prossimo in modo del
tutto gratuito. Sono suore di vita apostolica, quindi inseri-
te nel contesto sociale e attivo dell’apostolato e suore clau-
strali, che hanno fatto una scelta di maggiore rottura con
il mondo e quindi di particolare attenzione all’interiorità e
alla vita fraterna.
La domanda di fondo, con la quale abbiamo letto e in-
terpretato le grafie è questa: “le donne consacrate a Dio,
in una particolare missione di amore, manifestano una rot-
tura con la cultura narcisistica, oppure portano nel loro
stile di vita le tendenze dei giovani o giovani-adulti di
oggi?”. Insieme a questa curiosità, vogliamo rispondere
anche all’urgente attesa degli uomini e delle donne di
Inclinazione: se le lettere tendono a piegarsi in avanti,
o indietro o restano perpendicolari al rigo. Indica l’incli-
nazione affettiva verso un oggetto esterno.
Legamenti: valuta se le lettere all’interno di una stessa
parola sono collegate fra loro. Indica la capacità di asso-
ciazione, analisi e/o sintesi, la continuità affettiva.
Ritmo: ci parla dei tempi di reazione di un soggetto.
Pressione: è la categoria grafica che valuta l’energia in-
dividuale.
Tenuta del rigo: si osserva se la scrittura tende ad alzarsi
dal rigo, o scendere o a mantenersi sul rigo di base: indi-
ca volontà e aderenza o meno al piano del reale.
Accuratezza: si valuta l’adesione formale o la persona-
lizzazione rispetto al modello grafico ufficiale. Indica il con-
dizionamento sociale, la preoccupazione del giudizio degli
altri, o al suo contrario, la spontaneità e la libertà interiore.
Chiarezza-Oscurità: osserva la nitidezza della lettera, o
quanto il modello è stato “tradito”, valutandone il signifi-
cato profondo simbolico.
Ordine, disordine, armonia: si prendono in considera-
zioni quegli elementi che ci portano dal rigore schematico
all’estemporaneità, con particolare attenzione alla plastici-
tà e all’originalità del gesto armonioso e senza eccessi.
Ricci e gesti fuggitivi: sono quegli elementi “aggiunti”
alla lettera con pretesa di distinzione e originalità.
Firma: il “biglietto da visita” del soggetto scrivente, esa-
minato in relazione al testo.
SCRITTURE DI DONNE CONSACRATE A DIO
La presente ricerca poggia su scritture di donne consa-
crate a Dio nella Vita Religiosa Apostolica e Claustrale.
Donne consacrate, abbastanza giovani di età, che rispon-
10 11
12
oggi: “Dove e in chi trovare riferimenti spirituali, per as-
saporare la vera libertà dei Figli di Dio, quindi la vera gioia
di vivere, in un mondo come il nostro che sembra sfidar-
ci con la sua notte?”.
La persona si consacra a Dio non per cercare una sua
particolare realizzazione e neppure per essere economi-
camente efficiente, ma per puro amore, per perdersi, nella
dimensione più alta dell’esistere, in Dio e relazionarsi,
senza preoccupazione del compenso e del ritorno. Il mo-
dello unico e sommo è Cristo, che ha fatto del suo essere
Dio-Uomo un puro dono d’amore, senza pretendere dal-
l’umanità una riconoscenza. Il Signore Gesù ha indicato a
noi come unico impegno quello di accettare la sua rela-
zione gratuita, lasciarsi abbracciare e perdonare dall’amo-
re del Padre, diventando a nostra volta liberi e capaci di
sostenere la libertà altrui, aperti sempre al dono di noi
stessi senza riserve.
Solo dopo aver elencato e descritto i Segni che posso-
no essere indicatori di scelta di valori alti e espressione di
apertura verso gli altri e gioia di vivere, abbiamo tentato
di dire se e in quale misura in queste suore è presente e
trasparente la libertà di donazione, libertà libera da utili-
tarismi e la libertà per il bene esclusivo degli altri. Nella li-
bertà libera e nella gioia di vivere per gli altri è conden-
sata la vita spirituale del cristiano, che, poi, in ogni per-
sona acquista una sua forma e ritmi di consapevolezza e
di maturazione diversi tra loro.
13
– I –
ASPETTI ANTROPOLOGICI
DELLA VOCAZIONE CRISTIANA
Per poter pensare alla vita umana come vocazione oc-
corre procedere su due binari:
– la conoscenza del fine al quale Dio chiama. Tale co-
noscenza la deduciamo dalla Rivelazione;
– la conoscenza delle disposizioni umane che possono
predisporre il nostro io a ricevere e a rispondere a tale chia-
mata1.
Il primo è di interesse teologico, mentre il secondo è di
competenza anche delle scienze umane. La teologia che in-
daga sul progetto di Dio deve anche tener conto delle spe-
cifiche condizioni umane che influiscono sul come il mes-
saggio rivelato possa essere ricevuto e compreso dalle per-
sone. Una sana antropologia teologica tiene conto dei dati
empirico-esistenziali forniti dalle scienze umane.
La ricerca grafologica dei segni che indicano valori spiri-
tuali e motivazioni altruistiche della scelta di vita in donne
consacrate, tenta di dare un contributo al secondo binario
della persona. La ricerca rimane entro una cristiana visione
antropologica della vocazione consacrata.
Da notare bene due premesse:
1. dal punto di vista antropologico si può parlare solo di
strutture psichiche che predispongono, ma non determina-
no o causano, la ricezione-risposta, la quale dipende inve-
ce dall’azione della grazia nel cuore umano;
te, il più possibile, da motivazioni utilitaristiche e difensi-
ve. Amo come Cristo, perché Cristo è il Cristo, il Figlio del
Dio vivo.
La vocazione alla sequela di Cristo dice l’entità del dono
di sé (come amare) e le modalità del dono (perché amare).
Un esempio. Non è ancora un amore “vocato” quello filan-
tropico-sociale di un generico “servire gli ultimi”. Ci trove-
remmo altrimenti ad una riduzione del cristianesimo ad
umanesimo cristiano. “Dio chiama la profondità del nostro
essere, il nostro “cuore” alla libertà per l’autotrascendenza
teocentrica”3. Il Concilio Vaticano II, nel suo documento
“Gaudium et Spes”, afferma esplicitamente che l’uomo in
questa trascendenza teocentrica trova la realizzazione non
solo del suo essere cristiano, ma anche del suo semplice es-
sere umano4.
Entriamo nel vivo dell’argomentazione.
La persona è relazione
L’essere umano è fatto per relazionarsi in modo più o
meno intenzionale – con un oggetto dato (persone, cose,
idee, valori, Dio...) verso il quale si trascende. Tale ogget-
to non è solo qualcosa di esterno alla persona di cui pren-
dere atto, ma è costitutivo del suo io: attraverso la rela-
zione con quell’oggetto la persona costruisce il suo esse-
re e dover essere.
Le sue scelte oggettuali possono essere dettate dall’im-
pulso, dalla pressione del gruppo, dalla cultura dominan-
te: parliamo in questo caso di scelte immediate, piú o
meno istintive.
Oppure può scegliere in base ad una riflessione critica:
solo in questo caso parliamo di scelta prevalentemente de-
liberata e conscia.
2. lo studio delle disposizioni riguarda il problema della
motivazione: una risposta esistenziale a Dio presuppone che
esista nella motivazione umana un punto di contatto, attra-
verso il quale la persona possa elevarsi a Dio.
Quali sono dunque i fattori psichici, operanti nei diversi
livelli di consapevolezza, che intervengono nel pensare la
propria vita come scelta spirituale (o vocazionale)?
La persona aperta alla trascendenza di sé
Una prospettiva antropologica non può prescindere da
questa considerazione più filosofica e teologica. L’uomo è
chiamato alla santità, cioè a vivere in modo da raggiungere
l’unione con Dio e l’imitazione di Cristo attraverso i consi-
gli evangelici. Santità comune a tutti i cristiani, e le cui di-
verse modalità di attuazione differenziano i vari stati di vita2.
Questa chiamata modifica e orienta in modo totale il
senso della vita di una persona: basti ricordare la vita dei
santi per capirlo.
È una chiamata del tutto specifica sia per il contenuto of-
ferto sia per la motivazione richiesta.
Contenuto: chiamati ad amare come Cristo ha amato, con
un amore che non è di questo mondo, ma che è stato rive-
lato dal messaggio biblico in genere e dalle parole-esempi
di Gesù. Si tratta quindi di una chiamata – rivolta ad ogni
uomo – all’amore come virtù soprannaturale (carità) che è
simultaneamente e inscindibilmente amore di Dio e del
prossimo. Il Concilio Vaticano II, nel documento “Gaudium
et Spes” parla in questi termini dell’uomo finalisticamente
orientato: “l’uomo è stato creato «a immagine di Dio», capa-
ce di conoscere e di amare il proprio creatore” (n. 12).
Motivazione: amare con libertà di cuore. Il motivo che
porta alla sequela è l’amore disinteressato per Dio, esen-
14 15
monio per convenienza e il farlo perché altrimenti qualco-
sa di bello andrebbe perduto. È la differenza fra la corsa
agli acquisti e la capacità di contemplazione, fra l’amore
possessivo e l’amore oblativo.
L’importante per me è ambiguo per la trascendenza. È in-
fatti una motivazione che mette il soggetto stesso al centro
del suo mondo motivazionale, produce un desiderio che ri-
mane dentro all’orizzonte del proprio essere; l’oggetto è fun-
zionale al proprio io. (I segni grafici saranno quelli del nar-
cisismo: Estesa, Ampollosa, Stretto tra Lettere, Sovracompen-
sazioni, Curva eccessiva come anche eccessiva Angolosità,
con Acuta, Irta, Secca).
L’importante in sé favorisce la trascendenza perché spin-
ge l’uomo ad oltrepassare se stesso per relazionarsi con
qualcosa (o qualcuno) che ha valore in sé. (I segni grafici
saranno: Sinuosa, Ascendente, Fluida, Disuguale Metodico
del Calibro, Pendente, Filiforme, Minuta, tendenza al Parca,
Allunghi Superiori svettanti).
L’impostazione di vita di chi sceglie di consacrarsi a Dio
non è un problema di preferenze istintive (“mi piace fare
questo o quello...”), né di esplicitazione di potenzialità
(“sono capace di fare questo o quello”), e neanche que-
stione di autorealizzazione (“lo faccio per realizzarmi, per
essere me stesso...”). Si tratta di collocare fuori di sé la ri-
cerca del fondamento della propria esistenza, in un “og-
getto” desiderabile perché sommamente apprezzabile e
affascinante. E il suo fascino non dipende solo dalla spe-
ranza che io possa ricavarne qualcosa di utile per la mia
vita, ma dall’intuizione che in quell’oggetto c’è una fonte
inesauribile di bellezza e significato che invita ad essere
esplorata, non con la mira di un appagamento personale,
ma con la passione di chi vuole sempre più gioire per ciò
che già esiste.
Attraverso la successione delle scelte, ogni persona si
crea il proprio sistema motivazionale che guida più o meno
stabilmente le sue azioni successive. Questo sistema moti-
vazionale può condurre l’uomo verso la sua maturità come
essere autotrascendente o lontano da essa come essere au-
tomatico e reattivo.
L“importante per me”e l’“importante in sé”:
due oggetti di valore
Quando la persona umana si relaziona ad un oggetto, lo
può fare seguendo due percorsi, due classi di motivazioni
o categorie di giudizio. Si tratta di due diversi punti di vista,
due punti di osservazione: a seconda del punto di osserva-
zione l’oggetto assumerà una certa importanza per l’osser-
vatore. Noi tutti usiamo queste diverse categorie di impor-
tanza per le scelte quotidiane (giudizi di fatto), ma soprat-
tutto per i giudizi di valore e quindi per le decisioni di vita.
Si tratta in definitiva di due diversi modi di desiderare, ossia
di provare attrazione per un oggetto.
Una categoria di importanza segue il criterio del “im-
portante per me”, e l’altra segue il criterio del “importan-
te in sé”.
Secondo il primo modo di giudicare e decidere, un
oggetto è desiderabile perché piacevole e soddisfacente
per me.
Nel secondo caso, è desiderabile perché vale in se stes-
so, intrinsecamente, indipendentemente dall’effetto che può
produrre in me. In questo secondo caso ci mettiamo di fron-
te ad un oggetto “la cui importanza noi non possiamo cam-
biare, né aumentandola, né diminuendola; la sua importan-
za non deriva da noi, ma sta di fronte a noi con un mes-
saggio che ci eleva e ci porta verso l’auto-trascendenza”5.
È la differenza che passa fra il salvare il proprio matri-
16 17
di emozioni o desideri sensibili. Le valutazioni in base ai va-
lori favoriscono desideri e affetti razionali.
Esse si trovano anche nel bambino, perché tendenze
innate. Il bambino possiede già una certa capacità di va-
lutazione: è capace di dirsi (confondendo bisogni e valo-
ri) che l’oggetto di cui ha bisogno è anche importante. Svi-
luppando poi la sua capacità intellettiva, imparerà ad
astrarre: non rimarrà chiuso solo a ciò di cui ha bisogno
qui e ora. Col passare degli anni sarà capace di risponde-
re anche a ideali valutati come intrinsecamente importan-
ti. È una apertura di sé al al-di-là del qui e ora. Ma questa
capacità era già innata.
In ogni persona umana esistono due modalità distinte di
progettarsi. La logica del bisogno segue il ritmo più o meno
deterministico di deficit – soddisfazione – appagamento, se-
condo il modello omeostatico e di coazione a ripetere, ben
studiati da Freud. (Avremo allora i segni di insicurezza, in-
sieme a molta accuratezza, mancanza di respiro fra lettere,
fra parole e fra righe – fino alla ritualizzazione della coa-
zione a ripetere – Minuziosa, Uguale, e i segni di grande
avarizia ).
La logica del valore è di tutt’altro genere: pienezza d’es-
sere da condividere, accoglienza di un appello dal di fuori
e dal di sopra di sé (ideale) che richiede di essere “energiz-
zato” dall’io, disponibilità dell’io a mettersi in un processo
infinito di progressiva attuazione di quell’appello. (Se la per-
sona ne è consapevole, avremo scrittura Personalizzata, dal
ritmo Fluida e impostazione ariosa, Largo tra Lettere, At-
taccata, equilibrio tra Curva e Angolo, Accurata Spontanea,
Sinuosa).
Tale logica è quella della trascendenza: affermare se stes-
si di fronte ad un valore (che per il cristiano non è un idea-
le astratto, ma una Persona – Gesù Cristo).
Questi giudizi di valore più o meno consci e deliberati,
(associati ai relativi affetti), si ripetono nel corso del nostro
sviluppo, e con gli anni lasciano un residuo, cioè delle di-
sposizioni a scegliere, che diventano sempre più abituali.
Producono una facilità a rispondere, a scegliere determina-
ti oggetti piuttosto che altri. Diventano atteggiamenti di vita,
cioè predisposizioni abituali a rispondere. Certamente, chi si
è esercitato a giudicare e scegliere prevalentemente secon-
do il “per me” avrà difficoltà a pensare la propria vita come
donazione gratuita di sé, e se anche la pensasse così, da
questa vocazione esclude (perché incapace di comprender-
li) quegli aspetti di essa che con il solo criterio del “per me”
appaiono assurdi e disumani. Questa può essere una spie-
gazione della poca tenuta di decisioni di vita (matrimonia-
li, sacerdotali, consacrazione religiosa, volontariato...) pre-
senti anche fra i cristiani “maturi”. (I segni grafici, come in-
dizi della poca tenuta delle decisioni di vita, presenti nelle
loro scritture potranno essere: Disordine, Non Omogeneità
nelle categorie grafiche, Segni di Cessione come Titubante,
Discendente, Sciatta, Spadiforme cui possono aggiungersi
segni indicanti scarsa consapevolezza di sé con la concen-
trazione nella zona media, Accartocciata, Estesa, Ampollo-
sa, Stretto tra Lettere...).
Bisogni e Valori: due spinte motivazionali.
I bisogni e i valori sono le forze o energie che inclinano
verso la valutazione secondo l’importante per me e l’im-
portante in sé.
I bisogni sono tendenze innate a rispondere agli oggetti
secondo “l’importante per me”. I valori sono tendenze in-
nate a rispondere agli oggetti in quanto “importanti in se
stessi”.
Le valutazioni secondo i bisogni favoriscono il formarsi
18 19
riori, Non Omogeneità nelle categorie grafiche evidenti,
segni di eccessiva estroversione, Accuratezza esagerata,
Strettezze, Accartocciamenti). È anche evidente che questa
distorsione del bisogno sul valore è più forte dell’altra ten-
denza correttiva del valore sul bisogno a causa della legge
dell’inconscio, secondo la quale l’inconscio non tiene conto
della realtà, ma influisce sulla realtà.
Che cosa accade? Esistono delle forze psichiche che fa-
voriscono la percezione dell’importante per me come se si
trattasse dell’importante in sé e fanno vivere secondo un
ideale che solo apparentemente poggiano su valori tra-
scendenti, mentre in realtà riguarda un contenuto del pro-
prio io. Per esempio, si può parlare di amore di carità
mentre – di fatto – si tratta solo di un amore filantropico-
sociale o di un amore che cerca di farsi apprezzare per
quanto fa. La persona, in buona fede, crede di vivere nella
trascendenza teocentrica mentre in realtà è alla ricerca
della propria gratificazione. Basti pensare all’innamora-
mento irrealista che la persona vive come amore maturo,
ma che la vita quotidiana seguente denuncerà come illu-
sorio. Queste distorsioni hanno una importanza enorme
per la perseveranza e per la capacità di maturare voca-
zionalmente attraverso le esperienze di vita. Alcuni segni
grafici, possono essere veri indizi di questa realtà più o
meno nascosta nella persona, in modo particolare la scrit-
tura Non Omogenea e ricca di Gesti Fuggitivi. La vocazio-
ne richiede la capacità nella persona di elevarsi al di sopra
di sé e di interpretare la vita come realtà da donare e non
come realtà da servire o da realizzare egoisticamente. A
volte, anche il valore trascendente è rinchiuso nella men-
talità consumistica del bisogno: afferri un bene e, fruen-
done, soddisfi te stesso; la religione diventa un bene im-
materiale che può soddisfare tanti bisogni umani. La chia-
La vocazione consacrata richiede la capacità di liberarsi
dalla logica stringente del bisogno. Presuppone atteggia-
menti di attenzione e invocazione. Attenzione: porre l’in-
tervallo fra stimolo e risposta dato dalla mediazione del si-
gnificato. Uscire dalla logica dell’immediato (con i segni di
Ritmi incalzanti: Impaziente, Impulsiva, Molto Veloce, Non-
omogenietà, Disordinata) per vivere in uno stato di sana vi-
gilia (con i segni di Attesa, anche Titubante con buone lar-
ghezze). Invocazione: indipendentemente dalle poche o
molte qualità psichiche-intellettuali, vedersi oggetto e sog-
getto di amore che cerca e accoglie la rivelazione di un idea-
le per potersi attuare (con i segni di equilibrate Larghezze,
Chiara, armonia tra Curva e Angolo, Fluida, Allunghi su-
periori come ricerca di Assoluto…).
Come i bisogni e i valori interagiscono tra loro
Poiché l’io umano è olistico, le parti di cui è composto
sono differenziate ma non distinte. I valori e i bisogni inte-
ragiscono fra loro, insieme agli affetti. E così l’ideale, che
dovrebbe essere caratterizzato dall’importante in sé (a causa
del desiderio razionale che si fonda sui valori), può essere
disordinato, ossia incapace di favorire la trascendenza di sé.
Il bisogno viene scambiato per valore: si afferma e si vive
come valore ciò che di fatto è un bisogno da gratificare.
Questo uso disfunzionale del valore è tanto più probabile
quanto più prevale nella persona la forza dell’inconscio. Se
non riesco a discernere (perché non li conosco) i veri mo-
tivi del mio agire, e se questi motivi sconosciuti sono in di-
sarmonia con la logica trascendente del valore, è evidente
che agiscono indisturbati sulla mia percezione-valutazione-
accettazione del valore stesso (prevalgono i Segni di Curva
eccessiva, Sciatta, mancanza di Allunghi Inferiori e Supe-
20 21
emotiva. Questa dialettica favorisce dunque il formarsi del-
l’inconscio, tramite la repressione, che col tempo mantiene
e aumenta la opposizione dialettica.
Questa contraddizione non è la conseguenza dei condi-
zionamenti ambientali, ma è parte inerente alla natura
umana. L’uomo nasce diviso in se stesso, non è che lo di-
venti a causa della società, della cattiva educazione, del-
l’ambiente. C’è in noi l’anelito per l’infinito a cui tendiamo
con i nostri ideali, ma anche l’attaccamento al finito della
realtà immediata; c’è un io che si dona agli altri, gioisce, sof-
fre per loro, ma anche un io attaccato a se stesso, interes-
sato ad autosoddisfarsi. Eppure è sempre lo stesso io.
Tre dimensioni abituali della persona
La dialettica di base si sviluppa, con il passare del
tempo e sotto l’influenza di fattori ambientale ed educati-
vi, esprimendosi secondo tre dimensioni. In altre parole,
la persona umana si apre al mondo dei valori attraverso tre
disposizioni abituali, di solito simultaneamente presenti in
tutti noi.
– La prima è la disposizione della volontà ad aprirsi ai
valori morali e religiosi e a impostare la propria vita su di
essi. Per valori morali e religiosi intendiamo quegli ideali
che si caratterizzano per un appello alla trascendenza di sé.
Richiedono all’uomo l’esercizio della sua libertà e respon-
sabilità (avremo nella scrittura segni come Disuguale Meto-
dico del Calibro, Accurata Spontanea, Dritta, Aste Rette –
non superiore alla media – Omogeneità, grafie toniche), il
coinvolgimento di tutto il suo essere e non solo di una parte
di sé. È proprio in rapporto ad essi che l’uomo può ritrovarsi
virtuoso o peccatore.
Si tratta di una tensione conscia fra valori trascendenti e
mata alla trascendenza potrebbe essere così ricerca di
auto-realizzazione.
L’io centrato e l’io che si trascende: interazione
La nostra struttura psichica dice dunque che siamo fatti
con una spinta notevole verso l’Assoluto, ma dice anche
che tutti rimaniamo persone divise in se stesse. L’uomo è
caratterizzato da una dialettica di base: è un essere con-
traddittorio.
C’è interazione fra l’io centrato e l’io che si trascende.
L’io centrato è l’io che percepisce e sente, gioisce e soffre,
è attaccato a se stesso, è il punto di riferimento di sé che
tende ad auto-valorizzarsi. L’io che si trascende è l’io che
indaga e riflette, concepisce intelligentemente e giudica
ragionevolmente; è un essere disinteressato, che è coor-
dinato con altre realtà fuori di lui e che ha un destino che
deve essere scoperto o inventato, approvato o disdegna-
to, accettato o ripudiato (avremo segni di introspezione:
Calibro Piccolo, Minuta, Largo tra Parole, ritmo fluido,
equilibrio tra Attaccata e Staccata e fra Curva e Angolo,
Filiforme, qualche elemento che favorisce l’intuizione
come Slanciata, Sinuosa).
Questi due aspetti sono però lo stesso e unico io. La per-
sona umana è una unità esistenziale, anche se differenzia-
ta. C’è quindi una relazione tra termini opposti fra i quali ci
può essere tensione: l’in sé porta alla trascendenza teocen-
trica mentre il per me è ambiguo per la trascendenza. Que-
sta dialettica fra forze che portano ad oltrepassare se stessi
e forze che ci tengono legati a noi stessi può innescare una
sana tensione di crescita, oppure una tensione frenante che
può essere sopportata solo con la rimozione dalla coscien-
za delle tendenze non accettabili, specie quelle di natura
22 23
bene per me, ossia quel bene che corrisponde alla situa-
zione esistenziale della singola persona, ciò che io dovrei
fare nella mia condizione. Il bene apparente con il tempo
può intaccare indirettamente il bene reale.
– La terza dimensione riguarda il confronto solo con i va-
lori naturali, cioè la dimensione che regola la normalità o
la psicopatologia dell’inserimento sociale. Le forze motivanti
sono esclusivamente i valori naturali
Queste tre dimensioni ci dimostrano che la capacità di
autotrascendenza teocentrica può essere influenzata, dimi-
nuita, bloccata da tre fattori:
1. la carenza di conoscenza oggettiva dei valori cristiani
e vocazionali e la loro poca attrattiva sul soggetto,
2. le inconsistenze psichiche che producono una ridu-
zione interpretativa della vocazione cristiana e degli impe-
gni che essa comporta, creando una contraddizione fra l’esi-
genza del dono di sé richiesto dalla vocazione cristiana e le
motivazioni che di fatto portano il soggetto ad accettare e
proclamare tale valore. La persona non riesce a vivere ap-
pieno quanto pure vorrebbe vivere e i valori non vengono
vissuti secondo la loro esigenza di trascendenza teocentrica.
3. i limiti psicopatologici di ogni genere.
Un atteggiamento di disponibilità agli altri può essere
segno di normalità psichica, segno di vita virtuosa e con-
temporaneamente segno di bene apparente: in tutta buona
fede l’individuo è disponibile e generoso, ma non si accor-
ge di essere dispersivo, di farlo a scapito dei suoi doveri di
stato; e così, non sa approfittare di questa sua disponibilità
per farne una occasione di impegno totale di vita nella lo-
gica della trascendenza di sé. Tale individuo è normale,
buono, bravo, ma nonostante la sua generosità non arriva a
fare una scelta vocazionale totalizzante: rimane un dilettan-
te della donazione, sulla logica del “fin tanto che...”.
limiti o forze opposte. In questa dimensione non entra an-
cora la considerazione dell’inconscio: si tratta dell’uso che la
persona fa della propria libertà e quindi il suo comporta-
mento può essere valutato con le categorie di bene e di
male, di virtù o di peccato.
– La seconda dimensione è l’apertura ai valori morali-
religiosi (trascendenti) vissuta in modo congiunto ai valo-
ri naturali (ad es. la verità, la bellezza, l’amicizia, fraterni-
tà, collaborazione...). Infatti quando l’uomo vive il suo im-
pegno morale-religioso lo fa attraverso la mediazione di
valori naturali: amo Dio attraverso la collaborazione con
gli altri, sono buono vivendo la giustizia e l’onestà. Que-
sta seconda dimensione considera la relazione fra queste
due classi di valori. I valori naturali sono visti come sim-
boli: attraverso di essi, la persona vive ciò che essi non
contengono completamente perché specifico dei valori
trascendenti. Questa dimensione non parla più sulla virtù
o sul peccato dell’uomo, ma sul come l’uomo riesce a or-
dinare e integrare gerarchicamente i valori naturali e tra-
scendenti .
A differenza della prima, in questa seconda dimensione
entra anche il ruolo dell’inconscio che può ostacolare l’in-
tegrazione fra l’io della persona e i valori (naturali e tra-
scendenti). Ad esempio, un forte bisogno di aggressività può
ostacolare o limitare la solidarietà con gli altri e la vita di
carità. La persona vuole perseguire dei valori, ma motiva-
zioni inconsce vi si oppongono. Non si tratta più di valuta-
re in termini di bene o di male, ma si tratta di discernere se
l’intenzionalità della persona è orientata al bene reale o ad
un bene apparente.
Per “bene reale” intendiamo non il bene in sé (cioè il
bene in assoluto, quello che si dovrebbe fare teoricamente
da parte di tutti, la cui omissione sarebbe un male), ma il
24 25
– II –
La donna consacrata a dio
Attitudini psicologiche della donna
E. Mounier lasciò scritto: “La donna è la più ricca riser-
va di umanità”6. Questa ricchezza le deriva dal fatto che,
per lei, il massimo valore è costituito dalla vita, dalla per-
sona, sia propria che altri; ella interiorizza la realtà e la
anima con la propria sensibilità. Per avvicinarsi al suo pros-
simo ella parte da ciò che vive in lei, perché solo la vita
può incontrare la vita, e per lei la vita è tutto il suo essere.
Il “partire da ciò che vive in lei” presuppone un contatto
spontaneo e duraturo col proprio mondo interiore, che è
fonte di vita alimentata dal silenzio. Questo la dispone ad
accogliere e comprendere: è un’oasi in cui può rinforzare
le difese contro i condizionamenti dei messaggi disturban-
ti dell’ambiente, calmare il tumulto dei pensieri e delle
emozioni, attingere nuove risorse presenti in lei.
Nella donna, inoltre, vi è una spiccata attitudine a per-
cepire e a recepire i valori umani e spirituali, e ciò la rende
capace di mantenere viva la dimensione umana e spiri-
tuale in un mondo materializzato, di dare un’anima all’at-
tività orientata unicamente verso il progresso economico
e con finalità edonistica, di promuovere una forma più ar-
moniosa di civilizzazione7. La donna è il punto di incon-
tro tra Dio e l’uomo a motivo della sua attitudine alla re-
cettività e all’interiorità, e si pone come simbolo dell’inte-
grazione religiosa della natura umana.
2726
È soprattutto nell’apertura ai valori trascendenti che si
gioca il rapporto tra dinamiche psichiche e vita spirituale.
Nella prima dimensione si fa l’esame su ciò che è libero nel-
l’uomo e sull’uso che fa di questa sua libertà. Nella secon-
da dimensione si considera tutta la persona, comprese le
parti di sé meno libere e inconsce, in relazione con tutti i va-
lori – naturali e trascendenti – per vedere quanto sa com-
penetrare e integrare il tutto in una graduale e crescente
configurazione a Cristo.
Il ruolo dell’inconscio è importante nel funzionamento
della seconda dimensione. Infatti l’inconscio può favorire
un’integrazione disordinata dei valori naturali e trascenden-
ti. Tuttavia queste associazioni disordinate con matrice in-
conscia non sono in grado di abolire la libertà essenziale
dell’uomo: sono restrizioni che possono restringere il campo
ma non annullare la capacità fondamentale dell’uomo a de-
cidere liberamente. Proprio perché la libertà essenziale ri-
mane, la persona può diventare santa anche quando il rag-
gio della sua libertà è limitato: l’essenziale è che conscia-
mente faccia la sua decisione per Dio, offrendo a lui ciò che
è a disposizione della sua libertà effettiva.
Nelle scritture che esamineremo ci aspettiamo di trovare
segni di trascendenza e quindi di un amore che va oltre la
dimensione filantropico-sociale e superi la sola realizzazio-
ne personale. Cercheremo di individuare in esse anche i
segni che ci rivelano l’integrazione tra l’io personale e la ca-
pacità ad uscire da sé, per un Valore sommo e di piena rea-
lizzazione in Cristo.
donazione di sé a Dio, mentre la rinuncia è solo una con-
seguenza; il dono di sé a Dio non limita il dono agli altri;
il “Dio solo basta” non può essere inteso come un’esclu-
sione delle creature dal nostro amore.
Parlando della maturità di una persona che decide di
consacrarsi a Dio, è bene rilevare i vari aspetti nei quali il
processo maturativo va promosso in modo armonico:
l’aspetto intellettuale, che porta alla consapevolezza della
realtà e al senso del reale; le scelte non avvengono a caso,
ma in funzione dei valori; si richiede un’adeguata cono-
scenza di sé, degli altri e di Dio; l’aspetto etico del caratte-
re, che abbraccia sia l’aspetto psicologico (come la forza di
volontà) sia quello morale (orientamento verso i valori au-
tentici); la scelta vocazionale, il cui indice di maturità è
dato dalla libertà nel decidere e dalla capacità di rimanere
fedele all’impegno, sbarrando con risolutezza le strade in-
compatibili con quella scelta (legge della canalizzazione).
Le condizioni per poter iniziare e portare avanti il pro-
cesso di maturazione psichica e spirituale possono essere
ridotte alle seguenti: comprensione e accettazione di sé;
capacità di tollerare le frustrazioni richieste dall’impegno
per raggiungere i valori autentici; capacità di controllare se
stessi e di avere coerenza e stabilità nel comportamento;
accettazione serena del proprio passato.
Il processo di maturazione religiosa e vocazionale pre-
senta la duplice fonte di condizionamento, che vale per
tutti: lo sviluppo psico-affettivo nell’infanzia, e l’incidenza
ambientale.
Apertura al Trascendente
Il celebre teologo ortodosso P. Evdokimov sostiene che
il principio religioso si esprime attraverso la donna in
Maturazione umana e spirituale
1. Le esigenze psicologiche e spirituali
In ognuno di noi è presente e operante la tendenza a
realizzarsi nel raggiungimento dei valori specifici della scel-
ta di vita operata. Per chi si consacra a Dio in una istituzio-
ne, i valori ultimi o “terminali” sono l’unione con Dio e l’imi-
tazione di Cristo, in conformità allo Spirito del Fondatore,
ma si danno anche dei valori intermedi o “strumentali”, che
sostanzialmente si configurano nei voti e nella vita comune8.
La realizzazione del proprio ideale presuppone la rea-
lizzazione di sè come persona. Non si tratta di una dupli-
ce autorealizzazione, ma dell’impegno costante a svilup-
pare al massimo le potenzialità e le aspirazioni di tutta la
persona nella sua triplice dimensione: fisica, psichica, e
spirituale-vocazionale.
La tendenza a realizzare se stessi, a raggiungere valori
a diverso livello, è alimentata da bisogni o esigenze di
base che si traducono in motivazioni che, a loro volta, co-
stituiscono il fattore dinamico che porta a comportamenti
adeguati a raggiungere i valori ai quali si tende.
2. Maturazione umana e religiosa
Il processo di maturazione riguarda la totalità della per-
sona nella sua triplice dimensione: somatica, psichica e spi-
rituale. Nel passato, specialmente negli ambienti religiosi,
le tre dimensioni venivano considerate come componenti
separate, se non proprio antagoniste e inconciliabili.
Nel presente, per ciò che concerne il processo di ma-
turazione della giovane che si consacra a Dio, viene anzi-
tutto richiamata la necessità di tener conto della dimen-
sione umana, spesso trascurata o condannata da una certa
ascetica poco evangelica. La consacrazione a Dio consiste
principalmente in una libera scelta preferenziale e nella
28 29
l’onda del femminismo più oltranzista e disumano, P. Ev-
dokimov osserva: «La donna ha una percezione intuitiva,
intima, dei valori dello Spirito Santo, è dotata naturalmente
del senso religioso; il detto di Tertulliano, “l’anima è na-
turalmente cristiana”, si riferisce innanzi tutto alle donne.
I marxisti lo hanno ben capito. L’emancipazione della
donna e l’uguaglianza dei sessi hanno il primo posto tra
le loro preoccupazioni; la virilizzazione della donna tende
a modificare il suo tipo antropologico, a renderla interior-
mente, nella sua psiche, identica per natura all’uomo.
Questo progetto di livellamento porta alla luce la lotta ac-
canita contro le leggi di Dio perché qui si tratta dell’an-
nullamento dello stato carismatico femminile. Ora, le te-
stimonianze contemporanee sono unanimi. La fede, nella
Russia sovietica, mantenuta in vita dalla donna russa. Il
rinnovamento religioso, così come la continuità della tra-
dizione, dipendono dalla sposa e dalla madre. Le donne,
le ragazze russe, in pieno movimento progressista, per la
maggior parte del tempo, aspirano in maniera stupefa-
cente a interiorizzare e a vivere la verità che leggono sulle
icone della Theotokos»11.
Lo stesso autore commenta che dal cuore femminile
sgorga spontaneamente, istintivamente, la resistenza in-
vincibile al materialismo e a tutti gli elementi demoniaci
della decomposizione della civiltà moderna.
A. Ulanov, studiosa della psicologia analitica e del ruolo
della donna nella teologia cristiana, analizza il posto della
donna nello sviluppo umano e la dinamica che ella intro-
duce nelle relazioni interpersonali in relazione all’aspira-
zione verso il trascendente. Tali aspetti dinamici sono così
riassunti da L. Pinkus12:
1.La donna possiede un’intelligenza intuitiva, arricchita
dalla componente affettiva, che la porta a cogliere e ad
modo più diretto e personale che non attraverso l’uomo:
«Nella sua struttura, l’uomo è ad immagine di Dio; egli è
conforme a chi è Padre nella sua essenza, e la scoperta più
strana consiste nel fatto che l’uomo non ha l’istinto pater-
no come la donna ha l’istinto materno. Conquistatore, av-
venturiero, costruttore, l’uomo non è paterno nella sua es-
senza: è un grande paradosso. Significa che l’uomo non ha
nulla di immediato nella sua natura che risponda sponta-
neamente alla categoria religiosa fondamentale che è ap-
punto quella della paternità. Significa che il principio re-
ligioso, nell’umano si esprime attraverso la donna, che la
particolare sensibilità allo spirituale, nella sua purezza, è
nell’ anima e non nell’ animus, e che è la donna ad esse-
re più vicina alle fonti della Genesi. Questo è così vero
che persino la paternità spirituale si serve delle immagini
della maternità: “Continuo a soffrire le doglie del parto,
finché non sia formato Cristo in voi” (Gal 4, 19)9.
Lo stesso autore illustra il diverso ruolo svolto dalla
donna e dall’uomo nella comunicazione della Verità: «L’uo-
mo crea la scienza, l’arte, la filosofia e persino la teologia,
intese come sistemi, ma tutto ciò porta ad una terribile og-
gettivazione della verità. Ma fortunatamente c’è la donna
che è predestinata a diventare la portatrice di questi valo-
ri, il luogo in cui essi si incarnano e vivono. In cima al
mondo, proprio nel cuore dello spirituale, c’è la Serva di
Dio, manifestazione dell’essere umano riportato alla sua
verità originaria. Proteggere il mondo degli uomini in
quanto madre e salvarlo in quanto vergine, dando a que-
sto mondo un’anima, la propria anima, questa è la voca-
zione della donna»10.
Riferendosi al movimento che il marxismo iniziò in Rus-
sia per livellare la psiche della donna ai parametri di quel-
la dell’uomo, proprio come è successo in occidente sul-
30 31
32
amare i valori spirituali, favorisce la ricerca di dimensioni
che vanno al di là del mondo materiale e la spinge ad en-
trare in contatto con persone ricche di esperienze religiose;
2. Inoltre, la donna vive il tempo con ritmo diverso dal-
l’uomo: sa attendere, sa sperare anche nei segni di vita
appena percettibili, sa rimanere in atteggiamento recettivo
nei confronti delle ispirazioni. Sembra che tra la donna e
il tempo esista una certa complicità: «il tempo non le op-
pone resistenza perché essa porta in sé una parte più
grande di eternità, essa è in gestazione»13;
3. Infine, la donna è più vicina alla vita, è la stessa fonte
della vita, per cui prova una delicata sensibilità per la vita
che è ancora in potenza, percepisce e accoglie istanze non
ancora presenti, ma che esigono di essere accettate per
tradursi in atto.
Questi elementi relativi all’ esistenza tendono a porta-
re la donna verso la Vita e a entrare in relazione col Tra-
scendente. Per questo un profondo conoscitore dell’animo
femminile lasciò scritto: «Gli studi teorici mostrano che la
donna, più dell’uomo, trova nel proprio modo di esistere
e nella dinamica del comportamento la possibilità di svi-
luppare le più alte qualità morali; qualità che purtroppo
assai raramente vengono raggiunte»14.
33
– III –
la spiritualità nella scrittura
Oggi l’uomo è interessato più che mai all’esistenza og-
gettiva delle cose e considera reale solo ciò che è esterno
a lui, tangibile. Vengono penalizzate pertanto le relazioni
personali, la vita interiore. Vivere in una realtà tutta og-
gettiva significa vivere in un mondo a noi indifferente, in
cui nessuna parte si cura delle altre. L’indifferenza porta
alla noia, e la noia altre realtà. Quando non si cerca la Ve-
rità, basta che le cose interessano unicamente le leggi che
governano il mondo. Esse però non danno l’esistenza a
niente, l’esserci viene da una relazione d’amore: quel “ci”
sta ad indicare che si è per qualcuno15.
Abbiamo dunque le relazioni vere e proprie che, in
quanto amore, danno vita, e le relazioni oggettive che, in
quanto indifferenza reciproca, non danno niente. Morire
interiormente è morire alle relazioni; più la vita si fa og-
gettiva, più si muore in tale senso. In seguito al diffuso
processo di secolarizzazione, si è creata una dicotomia
tra verità oggettive e verità soggettive; si ritiene che le
prime siano le uniche degne di questo nome, chiamando
le altre opinioni o atti di fede da relegare nell’ambito del
privato. Il mondo dello spirito ne esce deprezzato, ridot-
to a speculazioni o idealizzazioni prive di aggancio con la
realtà condivisa, ovvero illusioni; non si vuol riconoscere
che la realtà dell’intelletto, pur essendo di altra natura ri-
spetto a quella della ragione e pur ricoprendo altri domi-
quello spirituale vengono soltanto separati, ma di fatto la
separazione è una negazione dello spirito, al quale si cerca
di togliere ogni potere di influire sulla vita dell’uomo. Il
nostro spirito cerca con l’intelletto quelle verità che danno
senso all’esistenza, ma la verità è diventata monopolio
della ragione, che qualifica come opinioni le verità del-
l’intelletto.
La spiritualità non può fermarsi al livello della ragione,
deve evolvere nell’intelletto. Le vie dello spirito restano
percorribili se non si mette un tetto al cielo e se non si ri-
duce la vita a materia organizzata.
L’interesse per lo spirito riflesso nella scrittura
Essendo il mondo dello spirito realtà cui vengono dati
significati vari e differenti, solitamente si tende a confon-
dere l’interesse per l’astrazione speculativa con quello per
lo spirito vero e proprio, per la realtà immateriale dialo-
gale. La nostra cultura promuove la capacità d’astrazione
fine a se stessa, necessaria per il pensiero scientifico (ma-
tematica innanzitutto) e il progresso che ne consegue, non
per lo sviluppo dello spirito, indispensabile per il pensie-
ro intellettivo e la crescita interiore. Per lo sviluppo spiri-
tuale ci vogliono delle qualità che sono negative per quan-
to riguarda la competitività e l’affermazione di sé: amore
del prossimo, umiltà e amor di verità. Ci sono scritture che
non paiono sprizzare spiritualità, eppure sono di santi: Dio
non chiama chi secondo noi è degno, ma chi a Lui piace.
La santità non la si vede nella scrittura, è una cosa tutta in-
teriore. Chi è in relazione con Dio non scrive in un modo
particolare: Dio non fa parte della sua personalità, ma del
suo essere interiore, che è invisibile com’è invisibile Lui
stesso.
ni, è essenziale e indispensabile per l’uomo, perché apre
al trascendente.
L’immaterialità come astrattezza e spiritualità
L’astratto è il contrario del concreto, del materiale, ma
entrambi sono inanimati; invece lo spirituale è il contrario
del corporeo, ma entrambi sono vivi. Non bisogna ridur-
re lo spirito all’astratto: in comune hanno solo l’immate-
rialità. Con lo spirito ci si mette in relazione, poiché è vivo;
l’astratto in sé, invece, lo si conosce per via logica, col ra-
gionamento, essendo qualcosa di inanimato. Occorre di-
stinguere l’interesse per l’astratto dall’interesse per lo spi-
rito: il primo richiede logica, il secondo intuizione intel-
lettuale, apertura al trascendente. L’astratto, da solo, è alla
portata dell’uomo, è descrivibile con un linguaggio filo-
sofico o matematico, cioè col linguaggio della ragione. Lo
spirito, invece, è ineffabile, rientra nel linguaggio religio-
so e artistico, e richiede lo sviluppo dell’intelletto. Lo spi-
rito viene vissuto, implica una relazione biunivoca, inti-
ma; l’astratto è qualcosa di oggettivo, di a-relazionale. Non
si può distinguere dalla scrittura chi in alto mette degli
ideali creati dall’uomo e chi mette Dio, né si può vedere
la ricerca di Dio o la Sua presenza nella vita della perso-
na. Comunque, gli ideali amati sono dei valori, rappre-
sentano ciò che è elevato nell’uomo, che non necessaria-
mente è lo Spirito; esistono infatti anche una morale laica
e dottrine filosofico-religiose che sono dei sistemi etici ma
atei (senza Dio), come il buddismo.
Come Dio, in quanto Amore, non può esistere solo per
Sé – ha bisogno degli uomini – così anche lo spirito del-
l’uomo non può esistere per sé, ha bisogno degli altri,
della vita quotidiana. Apparentemente il mondo terreno e
34 35
e/o sarà leggera. La scrittura sarà svettante ed eretta se si
vive il mondo dello spirito come un mondo di valori su-
premi ed eterni. Se si aspira a uno spirito “disincarnato”,
a un’esistenza angelicata, la scrittura sarà statica e slegata.
Questi atteggiamenti d’introversione spirituale impedisco-
no un inserimento adeguato in una società dinamica e in
rapido cambiamento come quella contemporanea. Dalla
scrittura possiamo ricavare alcune delle motivazioni che
influiscono sul comportamento, ma non quelle di ordine
superiore, legate a un credo. Il credo, la fede, orientano la
personalità, ma non ne sono parti costitutive, poiché sono
situati a un livello più profondo, quello dell’Io più auten-
tico; noi possiamo dire come una persona si comporta ma
non possiamo sapere il perché del suo comportamento, a
meno che lei stessa non ce lo riveli. In generale, il com-
portamento è in funzione dell’ideale di vita, che è costi-
tuito da valori che non si possono ricavare dalla scrittura.
Un interesse più equilibrato per il mondo dello spirito,
che permetta di vivere anche in questo mondo terreno, si
rivela in quei segni indicativi di uno sviluppo della perso-
nalità che non penalizza le esigenze relazionali dell’esse-
re umano. Sono segni di rapporto con sé e con l’Altro,
quindi segni di ascolto, di introspezione, di capacità di
astrazione, di speranza in un domani migliore, di amore
per la concordia, di spontaneità (amore per la vita), di li-
bertà, di moralità, di desiderio di elevarsi interiormente:
Larga tra Lettere, Larga tra Parole, Interrigo Largo, Cali-
bro Piccolo, Filiforme, Pendente, Curva, Allunghi Supe-
riori equilibrati, Ascendente, Spontaneità della forma,
Fluida, Scrittura personalizzata, Disuguale Metodico del
Calibro, Dritta, Aperture a Capo delle a e delle o, lettere d
e h ben fatte. La spontaneità della vita è la sua libertà, e si
manifesta nella fluida; la libertà dello spirito individuale si
Dalla scrittura possiamo vedere se il tempo vissuto dal
soggetto ha le caratteristiche evolutive che gli sono proprie,
oppure si avvicina al tempo lineare. La mancanza di Spa-
zio tra Lettere è indicativa di un impedimento all’evoluzio-
ne e alla crescita personale, di un tempo senza una vera
progettualità: c’è poco futuro, non si guarda avanti. Non si
è realizzata una crescita adeguata della persona come indi-
viduo. La formazione dell’individualità implica sia l’uscita
dall’incessante divenire del tempo lineare che l’uscita dalla
comunità simbiotica, poiché le due cose vanno insieme. Il
tempo evolutivo, con le sue pause di ascolto e di riflessio-
ne, è il tempo della crescita, che allontana il bambino dalla
vita fusionale e gli permette di distinguere se stesso dagli
altri: è il tempo vissuto individualmente. Ma quando tutto
è programmato e scandito dall’orologio in una vita di
massa, non è più necessario ascoltare niente, nemmeno i
propri ritmi di vita naturali; si è come un ingranaggio di
una macchina, risucchiati dal tempo cronometrico. Uno
Spazio tra Lettere molto Stretto può essere indicativo di una
pratica di vita comunitaria di tipo religioso, in cui non si
pensa al futuro perché ci si affida alla Provvidenza; in que-
sto caso c’è una crescita spirituale insieme con gli altri,
mentre quella individuale è tenuta in sotto tono, senza che
per questo si possa parlare di simbiosi: è un tempo vissu-
to in comunione con gli altri. Dove c’è comunione col pros-
simo, quindi amore, là c’è lo spirito.
La ricerca dello spirito può portare disequilibrio nella
propria esistenza, perché non è facile conciliare l’eterno
col transeunte, le esigenze superiori con quelle della na-
tura umana, il razionale con lo spontaneo. Se l’interesse
per le cose dello spirito e per la vita interiore prevale su
quello per le cose di questo mondo, la scrittura presente-
rà gli Allunghi Superiori più estesi degli allunghi inferiori
36 37
38
manifesta invece nel Disuguale Metodico del calibro e
nella grafia personalizzata. La capacità di sublimare le
pulsioni e gli aspetti materiali più limitanti è data dal Fili-
forme. Il luogo della fiducia, la capacità di affidarsi all’al-
tro è rappresentata dal Larga tra Lettere. La spontaneità
della vita e la libertà dello spirito sono un bene, ma men-
tre l’Inconscio è uno, gli individui sono tanti, perciò l’Io
deve tenere conto anche del diritto altrui alla libertà; essa
deve avere quindi delle limitazioni, alle quali provvede il
Super-Io. Oggi accade di frequente che l’individuo non
voglia avere dei limiti; ciò impedisce la costituzione del
Super-Io e porta invece alla formazione di un ideale del-
l’Io grandioso e al cosiddetto individualismo duro. Spe-
riamo di non trovare questo tipo di chiusura nelle scrittu-
re che stiamo per esaminare.
Padre Moretti, nei suoi testi, indica pochissimi segnali
che, trovandosi insieme nella stessa scrittura, possono dare
un’indicazione al grafologo circa la spinta alla spiritualità:
Filiforme – Pendente – Ascendente – Aperture a capo delle
a e delle o.
39
– IV –
scritture di donne consacrate
Le nostre attese
Cosa ci aspettiamo di trovare nella mente e nel cuore
di una donna che si consacra a Dio? Come ci aspettiamo
che sia il suo rapporto col Signore, come pensiamo lo col-
tivi, quali i sentimenti e le disponibilità di animo con cui
queste giovani si accostano a Dio, ma anche come questi
sentimenti possono svilupparsi nel tempo, alla luce di que-
sto dialogo incessante? Ma soprattutto c’è la disponibilità
ad affidarsi a Lui accettando che compia in queste donne
i suoi disegni?
Alla luce di queste domande, abbiamo ipotizzato quali
caratteristiche è possibile, se non auspicabile, ritrovare
nelle scritture di donne consacrate a Dio, e cosa riteniamo
essere in contraddizione o non opportuno per vivere que-
sta esperienza.
Ipotizziamo che in genere le grafie non dovrebbero
presentare ritmi troppo veloci, soprattutto i segni Impa-
ziente e Impulsiva, perché la relazione col Signore va cer-
cata, coltivata, gustata, e anche dopo le cadute e i silenzi,
è importante aver la pazienza di affrontare le risalite.
La relazione spirituale è una relazione che spesso nasce
da una ricerca, quindi potremmo avere scritture con ritmi
pacati, anche se dinamizzate da una vivacità interiore:
Calme, Fluide, Spigliate. Non si esclude che col tempo l’in-
dividuo possa anche velocizzarsi, perché la persona che
va verso la sintesi dei grandi valori non si ferma a girova-
Auspichiamo (per quanto non sempre necessaria) una
misurata salita del rigo verso l’alto a indicare l’anelito su-
periore. Così pure ritenevamo positivo il segno Attaccata
per la fedeltà all’idea originale, il bisogno di fusione nel-
l’altro, la percezione della mancanza quando la relazione
si interrompe.
Le scritture evolute e personalizzate e fluide possono in-
dicare la capacità di porsi le grandi domande esistenziali,
la capacità di vedere Dio nella bellezza di un tramonto, ma
anche di un’opera d’arte, di capirne filosoficamente l’esi-
stenza.
Dobbiamo tener presente una spiritualità dei semplici,
di coloro che con ingenuità e consapevolezza della pro-
pria piccolezza si aprono alla Grazia divina senza difese.
Allora perché non accettare di trovare un Titubante, che
nell’animo è rimasto bambino, con la capacità di stupirsi
di fronte al mistero, a quell’amorevole Padre che gli è
mancato? Una scrittura Titubante può manifestare la sua
relazione spirituale con Dio come un bambino, nella sua
ingenuità. Una fede che scaturisce dal Titubante va soste-
nuta, direzionata, ma, molto spesso, è anche più genuina
e pura che in altri. È anche vero che un Titubante ha mag-
giore bisogno dell’istituzione, quindi di regole di vita e di
protezione dalla prepotenza e dalla malizia umana. Nes-
suno però può comprendere quanto profonda sia la ca-
pacità di penetrare il Mistero divino, da parte di un animo
semplice e senza difese personali.
L’analisi grafologica di personalità
Con il termine personalità si intende l’insieme delle ca-
ratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali
che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella
gare nella ricerca, mentre le giovani sono ancora in atte-
sa di sintesi personale interiore.
Non ci sorprenderebbe trovare il segno Scattante per
lo slancio passionale, che nell’animo di donne appassio-
nate per il Signore è piuttosto presente, purché non sia
eccessivo.
Vorremmo trovare Aste Svettanti per il richiamo al-
l’idealità e al senso di responsabilità. Il segno Sinuosa per
il bisogno di andare a sondare oltre il tangibile e il quoti-
diano. Un buon Largo tra Lettere per la capacità di rinno-
varsi, di confrontarsi, di accettare il diverso, di dialogare
con se stessi e con gli altri e con il Signore, di affidarsi a
Lui con generosità.
Certamente ci aspettiamo di riscontrare una buona sen-
sibilità (Filiforme), che andrà o meno sostenuta – a secon-
da dell’ambito in cui la giovane andrà a svolgere la propria
missione – dalla tonicità di una buona energia vitale.
Un grado di Chiara per non brancolare nel buio, a
meno che non siano presenti tanti segni di intuizione.
Nelle scritture di giovani suore potremmo anche trovare
qualche segno d’introversione per la ricerca interiore, come
il Minuta. Si auspica di trovare scritture non troppo enfati-
che, esuberanti o cariche di ricci, per non farsi distrarre dalla
mondanità e dalla esteriorità dell’esistenza e delle cose.
Se non ci fossero segni di Resistenza, per mantenersi
saldi in tempi di prova, quando Dio sembra non rispon-
dere, oppure di fronte al rifiuto della gente e ai giudizi ne-
gativi, avremmo persone che con facilità lasceranno la
strada intrapresa, ripiegandosi su se stesse. È superfluo
specificare che la resistenza per affrontare le scelte della
vita e viverle con crescente maturità interiore non implica
un grado troppo elevato di Fermezza, che si trasforme-
rebbe in testardaggine e difficoltà ad integrarsi.
40 41
GRAFIA 1
Laurea in Scienze dell’educazione – anni 32 16
Scrittura caratterizzata da buona organizzazione spa-
ziale e nitidezza infraverbale – Buon livello energetico
(Pressione) – Accuratezza non esasperata, che comunque
induce a controllare il ritmo individuale – Curva con Este-
sa – Dritta con prevalenza di aste rette a tratti anche pa-
rallele – Buon grado di fermezza.
La scrivente si caratterizza per essere dotata di notevo-
le energia, anche se non la esprime pienamente, causa
una certa rigidità di comportamento.
È mossa da un’intelligenza pratica e organizzativa, che la
stimola all’azione e alla realizzazione dei propri progetti. È
curiosa e a tratti intuitiva, ma prima di accettare ipotesi e
punti di vista esterni li passa al vaglio del ragionamento e
dell’osservazione critica; se le ritiene sciocchezze o cose ir-
realizzabili o senza senso, le scarta senza riserve. Anche se
dotata di spirito pragmatico, la scrivente si pone domande
di carattere superiore; le risposte cui giunge, quando possi-
bile, sono spesso per lei delle certezze, perché vi è perve-
nuta per vie razionali e dopo un profondo dialogo interno.
Per questi motivi può essere piuttosto testarda, intran-
43
molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si svi-
luppa. La personalità pertanto è un sistema strutturato,
composto di svariati, complessi elementi che interagisco-
no tra loro allo scopo di matenere in equilibrio il sistema
stesso. Ogni singolo segno grafico esercita un peso in que-
sto senso. La personalità rappresenta la nostra unicità psi-
cologica che scorre in parallelo con la nostra unicità fisi-
ca, qualsiasi sia il potenziale intellettivo e affettivo che essa
rappresenta. È ciò che ci conduce nel mondo, e con quel-
la visione e quei limiti, noi ci realizziamo nel mondo. Ca-
pire la personalità significa entrare nel gioco strategico di
svelamento di potenzialità innate, attraverso fasi alterne di
apertura/chiusura che si estrinsecano con modalità ope-
rative del tutto individuali.
Non esistono due grafie uguali, perché non esistono due
personalità uguali; la scrittura è un elemento così indivi-
dualizzante che anche quella dissimulata o contraffatta con-
tiene sempre segni grafici distintivi di chi l’ha eseguita.
Il profilo di personalità di ogni scrivente consente di
pervenire ad una particolareggiata descrizione degli aspet-
ti intellettivi, temperamentali, nelle dinamiche affettive-re-
lazionali, degli interessi ed attitudini, al fine di una mag-
giore consapevolezza di sé e di una positiva e personale
maturazione umana e spirituale.
Analizziamo ora la grafia di 14 scriventi (donne consa-
crate a Dio nella Vita Religiosa, al di sotto dei 36 anni di
età), attraverso il rilevamento dei segni grafologici di Gi-
rolamo Moretti e la loro combinazione all’interno di tutto
il loro tracciato grafico (foglio A4 e senza righe).
Le singole persone sono citate in maniera anonima
(Grafia1, Grafia 2 etc...).
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zione profonda e partecipazione che ora sono un po’ cir-
coscritti da un certo rigore razionale.
GRAFIA 2
Studentessa universitaria – anni 2317
Scrittura delicata, piccola, nervosa, pervasa da una vi-
vacità trattenuta. Presenta elementi di titubanza e ten-
denza alla minuziosità. Le 3 zone della lettera appaiono
ben sviluppate. La larghezza fra le lettere risulta spesso ri-
dotta e l’inclinazione non sempre costante.
Tipo introverso, che talvolta può manifestare qualche
difficoltà a restare con i piedi per terra.
Nella vita di relazione sociale tende a difendersi per in-
sicurezza e timidezza, inoltre è molto sensibile e tende ad
avvertire ogni intervento esterno come invadente. Rischia
di essere preoccupata del giudizio altrui.
Tende ad alti ideali e per questo è raramente soddisfatta
di sé; possiede un fortissimo senso della responsabilità e ca-
pacità di sacrificio, anche se non sempre riesce a essere coe-
rente e costante. Tuttavia nel tempo il suo anelito di perfe-
zione e la sua razionalità la sostengono. Presenta delle insi-
45
sigente e non si lascia commuovere dalle scuse che gli
altri accampano soprattutto per “non fare”. Infatti, anche
se apparentemente accogliente e a volte anche capace di
qualche tenerezza, è una donna “di opere”, concreta, che
tendenzialmente sa andare al nocciolo delle questioni, e
mal sopporta disimpegno e indolenza.
Ha bisogno di un certo spazio d’azione, anche se si
sente meglio se sostenuta e direzionata da principi e
norme sicure. È tuttavia determinata e dotata della neces-
saria energia per portare a termine le cose.
Pretende molto da sé e da chi le sta intorno, per que-
sto spesso è tesa, e se le cose non vanno come si è pre-
fissata si irrigidisce, diventa tagliente e tende ad appellar-
si a principi più teorici che realistici faticando a compren-
dere le problematiche altrui. Si fa maggiormente indaga-
trice, da autorevole diventa autoritaria tendendo ad ac-
centrare le cose sotto la sua supervisione e atteggiandosi
come se tutti gli altri l’avessero profondamente delusa.
Ma i maggiori sussulti la colgono quando è lei a vive-
re momenti di disorientamento, di spegnimento del pro-
prio entusiasmo, di calo di tensione e stanchezza, perché
da se stessa non se li aspetta e fatica a perdonarseli.
Nei rapporti con gli altri la scrivente è riservata e in
grado di giudizi piuttosto equanimi, a volte si fa un po’ ri-
cercare restando in disparte per osservare ciò che le ac-
cade intorno. Nel porgere la sua attenzione e la sua di-
sponibilità agli interlocutori può a volte avere atteggia-
menti un po’ normativi ma non rifiuta il dialogo, anche
perché sa di non disperdersi nell’altro. È in grado di con-
trollare la propria sotterranea aggressività, che la porta a
non demordere di fronte agli ostacoli. Se riuscisse ad ab-
bandonare un po’ della sua eccessiva fermezza, certa-
mente riuscirebbe a dar voce ai suoi potenziali di intui-
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curezze che la fanno un po’ tentennare, a tratti la spaventa-
no. Si nota anche una forte tensione che tende a stancarla
e a crearle delle somatizzazioni. Vive un po’ di contrasto fra
il suo bisogno di autonomia e ciò che le assicura sicurezza.
Cerca affetto e rassicurazioni per trovare la forza di espri-
mersi in modo più autentico e compiuto, ma poi teme che
questo suo scoprirsi la riveli inadeguata e indifesa, e questa
situazione di non armonia le richiede molta energia e pro-
cura sofferenza. Pur essendo una ragazza delicata può quin-
di avere manifestazioni reattive un po’ brusche, o cervello-
tiche, o imbarazzate, o commosse.
La sua vivacità non è quasi mai serenità o vera legge-
rezza. Fortemente introspettiva, chiede troppo a se stessa.
Aiutata ad essere più serena e a perdonarsi, può esprime-
re i suoi grandi potenziali intellettivi e sensibili.
GRAFIA 3
Laurea in lingue – anni 35 18
Grafia molto accurata con elementi di vezzosità e levi-
gatezza che vanno in parte a mitigare gli indici di fer-
mezza. Le aste dritte e svettanti si stagliano sull’inclina-
zione dritta della scrittura. Buona la larghezza fra le pa-
role; il Curva-Estesa convive con una certa angolosità.
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La scrivente è un’ottima osservatrice: analizza, riflette,
critica e tende a non farsi sfuggire nulla, anche se l’ap-
proccio con la realtà appare disinvolto e gioioso. È molto
precisa e attenta, a volte pignola, alla ricerca di un’armo-
nia interiore ed esteriore. È sensibile e fortemente vibrati-
le, per cui i sistemi di vigilanza sono costantemente al-
l’erta e quindi fatica a rilassarsi e ad abbandonarsi. Proba-
bilmente la famiglia d’origine è stata molto esigente e non
troppo espansiva a livello affettivo, per cui il soggetto ha
strutturato un forte senso della responsabilità, tensione e
una certa diffidenza. È come se avesse fame di ideale per
sostenersi. Fatica a lasciarsi alle spalle il passato. È piutto-
sto orgogliosa intellettivamente, e si aspetta qualche rico-
noscimento per questo e per l’impegno che profonde
verso il raggiungimento di un ambizioso ideale di perfe-
zione. Si impegna con costanza e dedizione, anche spirito
di sacrificio, purché sostenuta da una certa idealità. A volte
per il suo atteggiamento resistivo pare complicarsi la vita,
e non conta nulla portarle esempi o dati per convincerla
del contrario: piuttosto sta male ma persiste nella sua idea.
Malgrado l’atteggiamento brioso, tende ad essere forte-
mente critica, quasi incontentabile, per cui, soprattutto se
si sente contrastata, tende a irrigidirsi, può incorrere nel ri-
schio di non saper perdonare o tollerare leggerezze e di-
fetti altrui.
Fatica a dismettere una certa rigidità e diffidenza, per
cui è capace di una certa autoironia, ma è permalosa se la
critica viene dall’esterno.
Le doti intellettive sono notevoli, la scrivente di fatto
non è particolarmente espansiva, e a tratti può apparire
anche un po’ algida. Gli atteggiamenti briosi e vivaci spes-
so nascondono un certo nervosismo e una sorta di rigidi-
tà più interiore che palesemente manifestata.
messa in discussione e il consenso ad effettuare percorsi,
anche se parziali, di autentica consapevolezza. Pur se in
ascolto di un certo suo mondo interiore, non è dotata di
forte spirito critico, di capacità previsionale e di profonda,
oggettiva consapevolezza, per cui può accaderle che ciò
che le sembrava chiaro e scontato all’inizio d’improvviso
le sembri diverso, e può trovarsi in momentanea difficol-
tà per ripensare e ripianificare un progetto che le sem-
brava consolidato. Sono comunque presenti discreti po-
tenziali auto correttivi. La comunicativa è calda, simpatica,
a tratti inarrestabile, a volte tagliente e “peperina”, altre
volte più addolcita e comunque sempre sensibile a im-
magini e metafore di notevole effetto suggestivo. Il pen-
siero è sovente ritornante su concetti e aspetti già visti, e
questo non aiuta né la sintesi, né a liberarsi del passato,
né a semplificare – per sé e per gli altri – le idee che la
scrivente intende esprimere.
La scrivente è persona attiva, che ha necessità di svol-
gere la propria attività con e per gli altri, facendo della con-
divisione il suo punto di forza. È in grado di personalizza-
re il proprio operato, anche se un po’ teme il peso della re-
sponsabilità e preferisce appoggiarsi a persone di riferi-
mento autorevoli e significative. Tende infatti, se non sti-
molata, ad una certa passività. L’attività e la relazione attu-
tiscono l’ansia e il senso di vuoto di cui a volte è vittima.
È divenuta quindi molto sensibile alla freddezza altrui,
e se l’interlocutore non la ricambia con la comprensione
e l’attenzione che ella si aspetta, può cadere in momenti
di malinconia, smarrimento, rifiuto. Evita lo scontro (anche
se si difende con tenacia se si sente attaccata o criticata)
perché l’idea di “perdere il contatto” tende a destabiliz-
zarla. È quindi anche probabile che la scelta di vita della
scrivente sia stata motivata in buona parte dalla convin-
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GRAFIA 4
Laurea in scienze sociali – anni 31 19
Spazio grafico organizzato in modo un po’ invadente,
con la grafia che si sviluppa prevalentemente nella zona
media. Curva ed Accurata, presenta forme estese e am-
pollose caratterizzate in parte da un certo infantilismo.
Scarse le pause fra le parole. Molti i gesti – di cui alcuni
flemmatici – che tolgono essenzialità e chiarezza alle sin-
gole lettere.
La scrivente si muove con apparente estroversione, at-
tenta a cogliere ciò che le accade intorno. Apprende in
modo prevalentemente assimilativo, concreto, anche se
tendenzialmente soggettivo.
Tende a esprimersi con una loquacità vivace e cordia-
le, a volte un po’ narcisistica e compiaciuta, più che in
una vera e propria apertura allo scambio, al nuovo, al di-
verso e ad un autentico dialogo tra le parti. Il soggetto in-
fatti tende a mantenere un atteggiamento di difesa delle
proprie istanze ed opinioni, a tratti di decisa diffidenza e
suscettibilità, un certo soggettivismo nell’espressione di
giudizi su persone e situazioni, che va a frenare quindi
l’ascolto e l’accettazione delle proposte altrui, la propria
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50
zione di trovare un porto di quiete in cui si sarebbe po-
tuta percepire concretamente protetta e amata incondi-
zionatamente, e grazie a questo e a un dialogo intermina-
bile con il Signore, incoraggiata e sospinta ad attivarsi per
rendere testimonianza di questo amore.
GRAFIA 5
Diploma di Licenza Media – anni 32 20
Grafia leggera, piuttosto grande, inclinata a sinistra.
La grande cura, gli stacchi che si susseguono quasi ad
ogni lettera e una ferma ricerca di chiarezza frenano no-
tevolmente il ritmo scrittorio, dando un’impressione di pe-
danteria e artificiosità.
La scrivente risulta dotata di intelligenza tecnica, tenden-
zialmente pragmatica e organizzata, metodica fino allo sche-
matismo. Il suo costante bisogno di avere il controllo delle
situazioni interne ed esterne la induce a ricercare in tutto la
chiarezza, la trasparenza e la certezza di essere nel giusto.
L’accoglienza di proposte nuove e richieste esterne viene
rallentata anche da una sorta di chiusura pregiudiziale nei
confronti di quelle argomentazioni che potrebbero turbare
51
il suo equilibrio e la sua visione delle cose. Possiede una
notevole memoria, soprattutto di tipo nozionistico.
È metodica e precisa, cauta e attenta affinché tutto pro-
ceda su binari noti e rassicuranti, che allontanino da lei il ti-
more di cadere nell’errore. Teme pertanto di abbandonarsi
a una rielaborazione personale di ciò che apprende o le ac-
cade, preferendo conformarsi a ciò che ha fatto proprio se-
condo gli schemi noti.
La sensibilità è notevole, ma in gran parte volta a man-
tenere uno stato di vigilanza con cui si difende dall’inge-
renza delle situazioni che la circondano. Anche la vitalità
della scrivente viene in buona parte convogliata a mante-
nere un costante autocontrollo che la induce a inibire pul-
sioni e intuizioni, e mantenere uno standard di rendimento
apparentemente sempre di buon livello. La capacità di giu-
dizio del soggetto è tendenzialmente soggettiva per la diffi-
coltà a mettersi nei panni altrui ed accettare l’imprevisto;
causa proprio questo soggettivismo, il suo spirito analitico
e la presunzione di essere molto prossima alla perfezione,
la scrivente rischia di essere piuttosto giudicante.
Si presenta un po’ rigidamente, ma con modi garbati,
cauti, formali e comunque molto gentili. Sotto pelle vibra
una certa aggressività, che la scrivente tiene costantemente
sotto controllo. È riservata, abbastanza solerte all’obbedien-
za anche se fatica ad accettare ingerenze.
Malgrado un’apparente e formale disponibilità all’ac-
coglienza, la scrivente rivela difficoltà ad entrare in rap-
porto empatico e di risonanza con gli altri, verso i quali
pone una certa distanza. Le tenerezze rivolte a lei, – per
quanto le siano “necessarie” – la imbarazzano profonda-
mente, anche perché probabilmente appartengono a un
linguaggio che le è in buona parte sconosciuto. Sopperi-
sce con il ricorso alle tradizioni e alle ricorrenze la sua ca-
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renza nel creare un’aria di familiarità intorno a lei. Le
“buone” abitudini, il vivere in un’atmosfera rarefatta dove
tutto è “pulito” la tranquillizzano molto.
Sarebbe importante che la giovane potesse rilassarsi a li-
vello fisico, ma anche mentale, così da portarla ad un’ac-
cettazione serena di se stessa e della propria umanità, e di
quella degli altri, unica via per poter provare e ispirare
amore e compassione. I potenziali intellettivi e relazionali
che potrebbero emergere sono notevoli.
GRAFIA 6
Diploma magistrale – anni 33 21
La grafia presenta una certa vivacità, anche se proce-
de un po’ a “singhiozzo” per una canalizzazione energe-
tica non ottimale. Appare infantile, grande, con qualche
gesto spavaldo che va a compensare una certa impressio-
ne di trascuratezza.
La scrivente rivela buoni potenziali intellettivi, anche se
al momento non riescono ad essere espressi con conti-
nuità nella loro pienezza. È curiosa e facilmente si stupi-
sce di fronte alle potenti manifestazioni dell’insondabile. È
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dotata di notevole sensibilità e di gusto per la musica. È
fantasiosa, e a volte si ritira in un mondo un po’ suo. La
memoria non è eccezionale e tende a ricordare maggior-
mente ciò che l’ha emotivamente colpita.
Sia in fase di apprendimento che negli impegni quoti-
diani procede un po’ a singhiozzo: a tratti si affaccenda
nervosamente intorno a qualcosa, ha momenti di disim-
pegno, poi improvvisamente vi si riavvicina con maggior
curiosità e vivacità. Dà sostanzialmente l’impressione di
essere piuttosto capricciosa, anche se di fatto la sua diffi-
coltà a risolversi è data da nervosismo e tormento che in-
terferiscono con lo spirito organizzativo e l’espressione di
sé a tutti i livelli. Se le viene fatta notare la sua disconti-
nuità può avere reazioni brusche, ma fondamentalmente
cerca di porvi rimedio.
Si può supporre che le figure genitoriali non abbiano aiu-
tato la scrivente a “crescere” e a strutturare un’identità defi-
nita. Non ha avuto sostegno e rassicurazione, è un po’ come
se fosse stata lasciata sola a “comporre i propri pezzi”. Da
qui un certo infantilismo, una certa difficoltà a difendersi, un
rapporto contraddittorio con la ricerca di autonomia, degli
atteggiamenti un po’ spavaldi che, se da un lato sono stati
quelli che probabilmente le hanno dato la spinta negli studi
e una certa volontà di riscatto, dall’altro a volte la rendono
un po’ contraddittoria e rischiano di inquinare le relazioni.
È generalmente buona d’animo e ha bisogno di accoglien-
za, si affeziona ma ha difficoltà a esprimere con pienezza i
suoi sentimenti. Sente fortemente il senso di appartenenza,
anche se a volte può avere atteggiamenti provocator e in-
sofferenti. Avverte però il peso delle aspettative che si con-
vogliano su di lei, e allora cerca di dare il meglio, torna
anche sui propri passi per cercare di migliorarsi.
Si trova a suo agio a lavorare coi bambini.
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GRAFIA 7
Diploma di scuola superiore – anni 22 22
Grafia fortemente omogenea e costante nelle sue carat-
teristiche di cura, dimensione, inclinazione a destra, di-
sposizione nello spazio. Talvolta gli allunghi inferiori vanno
a toccare le righe sottostanti creando una lieve sensazione
di confusione. Ritmo controllato, emotività vibrante.
L’autrice della grafia presenta una buona capacità di
apertura mentale. Non è persona avventata, anzi pare piut-
tosto cauta e prudente, con momenti di indecisione che la
inducono a tornare sulle proprie scelte per verificarne la
validità. Ha un fondamentale bisogno di chiarezza e di
certezze sia sul piano dell’approccio con la realtà che in
fase di pianificazione delle idee.
La capacità di giudizio è a volte inquinata da qualche
chiusura pregiudiziale, dal timore di perdere qualcosa di
sé nella tensione oblativa, qualche momento di ansia che
può momentaneamente togliere lucidità in fase organiz-
zativa e di scelta, anche se generalmente la giovane è piut-
tosto determinata e capace di procedere verso i propri
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obiettivi con buona chiarezza di programmazione. È do-
tata di senso pratico, che la porta a fare tesoro delle pro-
prie esperienze.
I suoi tempi sono cadenzati in modo regolare al limite
della monotonia, raramente demorde dai suoi obiettivi; a
volte però la tensione può crearle momenti di affatica-
mento e perdita di tono.
La riservatezza non le impedisce di essere partecipe; è
cordiale e gentile, anche se a volte un po’ incalzante. Tut-
tavia, malgrado la sensibilità, può a volte apparire un po’
distante proprio perché molto misurata. Ambisce a una
sorta di umile e calibrata perfezione, ha pazienza e, nel
tempo, potrebbe arrivare ad essere una donna fattiva e se-
rena. Fatica a lasciarsi alle spalle il passato, a voltare pa-
gina, e questo – se non sufficientemente rielaborato – può
indurla a ripetere costantemente gli stessi copioni com-
portamentali, gli stessi errori.
Ora le incertezze e i moti d’ansia possono dipendere
anche dalla giovane età e dal percorso ancora in itinere,
dal timore di non essere all’altezza dei doveri che si è pre-
fissata. Pertanto al momento si tiene un po’ trincerata at-
traverso una certa rigidità e normatività che le dà maggior
sicurezza.
GRAFIA 8
Laurea in Scienze della formazione primaria – anni 3523
La scrittura è abbastanza grande, curva, piuttosto
lenta anche se rivelatrice di un’intensa emotività. La
forma un po’ infantile mantiene una buona chiarezza; la
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gestione energetica non pare sempre ben canalizzata;
l’inclinazione risente di tentennamenti delle lettere al-
l’interno delle parole.
La scrivente appare una persona capace di percepire la
realtà con buona ampiezza, anche se non sempre in modo
particolarmente articolato o arricchito da approfondimenti
critici e originali. Per una sorta di incertezza torna più volte
sulle cose per evitare errori o leggerezze, tuttavia le do-
mande che si pone non hanno una forte valenza strategica,
né si proiettano nel lungo periodo. La memoria è discreta.
È piuttosto incerta sul da farsi, soprattutto se deve de-
cidere in fretta, perché ha necessità di avere ben chiari gli
elementi di un problema. Non è dotata di una grande vi-
talità, tuttavia, soprattutto in ambienti che le sono fami-
liari e in cui avverte di poter contare sull’accettazione e
la protezione degli altri, si propone in modo più vivace,
quasi da essere al centro dell’attenzione. È molto sensi-
bile, talvolta permalosa, talvolta ingenua.
Talora l’ansia, anche per piccole cose, riduce la sua
capacità di aprirsi al mondo e allora tende a chiudersi e
a diventare più diffidente. È curiosa e anche loquace, ma
non è realmente sempre immediata nell’accoglienza di
idee altrui. Talvolta pare vivere in un mondo tutto suo, da
cui stenta ad uscire. Riesce a mantenere fede agli obiet-
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tivi che si è prefissata, anche se a volte, perdendo di con-
centrazione, rischia di attraversare momenti di defaillan-
ce in cui si sente confusa e in balia di spinte contrappo-
ste, fra le quali ha difficoltà a decidere.
È molto portata a lavorare coi bambini, perché per
molti versi è come loro, ha gli stessi entusiasmi e a volte
la stessa trasparenza, fantasia vivace, la voglia di giocare.
A livello affettivo la scrivente appare leggermente di-
pendente, non aggressiva, timorosa dell’abbandono.
Questo aspetto così fanciullesco si può probabilmen-
te ricondurre a modelli genitoriali e/o educativi che non
l’hanno aiutata a crescere; forse non sono stati modelli
particolarmente stimolanti tanto da aver suscitato in lei
una sorta di diffidenza verso il mondo degli adulti.
GRAFIA 9
Diploma in Scienze Religiose – anni 32 24
La scrittura appare vergata con chiarezza e compitez-
za, occupando tutto lo spazio a disposizione. Procede in
modo cauto, insicuro, alternando gesti di chiusura ad
altri maggiormente infantili, altri ancora aperti ed evolu-
ti. Forma molto curva, scarsamente reattiva e tonica, pres-
sione poco differenziata.
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La scrivente apprende con pragmatismo e concretezza,
supportata da una buona memoria che le permette di ri-
cordare anche i particolari.
Legge gli eventi in modo soggettivo, non sempre obiet-
tivo e razionale, poiché anche lo spirito critico di cui è do-
tata rischia a volte di diventare ipercritica. Fa fatica a en-
trare nella profondità delle cose per insufficiente forza ar-
gomentativa. Una vivacità intellettiva, quella della scriven-
te, appoggiata da sufficiente chiarezza, ma sacrificata e sof-
focata dall’inibizione. L’insicurezza di fondo le rende diffi-
coltoso aprirsi autenticamente all’altro e accettare uno
scambio di crescita. Un buon potenziale di altruismo e
adattamento sono quindi in contrasto con una disponibili-
tà all’ascolto non pienamente vissuta, né nei confronti delle
istanze altrui, né delle proprie, più intime. L’estroversione
è espressa dalla scrivente soprattutto attraverso una lo-
quacità vivace e cordiale. La difficoltà all’accoglienza si ac-
compagna all’incapacità di stare sola, di affrontare il di-
stacco e la solitudine; inoltre l’insicurezza la porta a ricer-
care il riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento
degli altri. La giovane appare come intrappolata dalle sue
paure, che non le permettono di andare liberamente verso
gli altri e di sentirsi amata nel più profondo di se stessa e
di amare con gratuità. Vive ancora una relazione stretta
con la figura simbolicamente legata al materno, dalla quale
attende aiuto e protezione dagli imprevisti e dai pericoli
della vita, mantenendo così vivi alcuni comportamenti di-
pendenti. Rispetta la tradizione in modo anche conformi-
stico, limitando le sue possibilità di evoluzione personale,
perché impedita nell’iniziativa di fare esperienze proprie.
Ha interiorizzato gli antichi valori, per cui il passato con-
diziona il presente. Piuttosto abitudinaria, rispettosa degli
anziani, ascolta i “grandi”, con il bisogno della loro ap-
59
provazione per le proprie scelte di vita. Nutre pertanto una
forte esigenza di primeggiare tra i colleghi di lavoro o i
coetanei. Il quotidiano tende a prevalere sulla spiritualità,
con qualche tormento interiore che non le permette di re-
stare a lungo negli interessi di ordine superiore. La scri-
vente avverte dentro di sé la voglia di uscire da ogni forma
di inibizione e nello stesso tempo non trova la serenità suf-
ficiente per ascoltarsi e ascoltare la vita che la circonda.
GRAFIA 10
Operatrice sistemi elettronici gestionali – anni 32 25
La grafia procede con ritmo trattenuto dal bisogno di
accuratezza e controllo, andamento austero e verticaleg-
giante. Dritta e piuttosto essenziale, tende ad amplificare
l’impressione di rigidità per la mancanza di ariosità fra le
lettere e le parole.
Persona che anela ad incarnare un ideale di perfezio-
ne, e con questo proposito s’impegna moltissimo cercan-
do continuo miglioramento. La tensione verso questo fine
però l’ha portata a irrigidirsi e a chiudersi al dialogo in-
terno ed esterno per non mettere a confronto le proprie
60
certezze con le proprie incertezze. Così facendo spreca
energie e non elabora le proprie normalissime umane in-
sicurezze, nel tentativo poi di superarle o di accettarsi.
È quindi una donna meticolosa, attenta, prudente,
cauta, molto vigile a non essere colta in errore, attenta a
rispettare con precisione norme e regole. È obbediente,
anche se molto suscettibile. Stenta a rilassarsi, e ciò è in
conflitto col suo lato infantile che vorrebbe sentirsi libero
e giocare. Ha un forte senso di responsabilità, che non
vive però come coraggio e decisionalità quanto come os-
sequio alle normative e a un’immagine ideale di sé e del-
l’ambiente che la circonda. Risulta quindi buona la capa-
cità di sopportazione del disagio e della fatica.
Non possiede forte senso critico e ciò rallenta in lei un
percorso di rivisitazione e adattamento costruttivo. È in-
vece dotata di una forte memoria, chiarezza, notevole re-
sistenza, anche se la tensione può nel tempo tendere a
stancarla. I ritmi sono quelli necessari alla chiarezza e al
controllo costante.
Cortese e garbata, a volte supera una certa timidezza
con momenti di aggressività che si esplica solo verbal-
mente. Il suo rigore formale può crearle qualche difficol-
tà nell’integrazione spontanea dei gruppi.
GRAFIA 11
Assistente sociale – anni 3126
Scrittura grande e movimentata, a tratti quasi impa-
ziente. Alterna forme quasi infantili ad altre più evolute e
dinamiche. Procede con slancio verso destra, riempiendo
tutto il foglio con moto ascendente e inclinato a destra.
Lieve l’impressione di disordine.
61
La scrivente è dotata di forte vitalità e vivacità che non
sempre riesce a gestire perfettamente. Si mostra entusiasta
e tendenzialmente estroversa, immediata nelle sue risposte,
collaborativa e apparentemente pronta ad accettare nuove
sfide. Spesso è in grado di risolvere in modo personale i
problemi, senza fossilizzarsi su schemi rigidi e monotoni.
Tuttavia permane una certa difficoltà a percepirsi vera-
mente sicura, per cui insicurezza e cautela le creano un
conflitto tale da non rendere il suo slancio costante e con-
tinuativo. Pur vivendo contrasti e incertezze, il soggetto
tende a stancarsi della stesse cose, e preferisce proporsi at-
tivamente “nel fare” per evitare la frustrazione della noia.
È piuttosto spontanea e simpatica, pronta a ridere di sé,
anche se a tratti ha punte di orgoglio e chiusura.
Possiede enormi potenziali intellettivi e umani, frenati
però da un’emotività che la fa saltellare fra alti e bassi
d’umore, in una percezione di sé un po’ altalenante. Que-
sto le crea delle difficoltà organizzative e nelle previsioni
a lungo termine. È curiosa e spinta da forte idealità, dal de-
siderio di migliorare il mondo e di poter agire concreta-
mente in tutto questo. Se adeguatamente aiutata (un po’
più di centratura, una maggior calma e razionalità) può
diventare una vera forza propulsiva.
62
GRAFIA 12
Laurea in Scienze dell’educazione – anni 35 27
La scrittura appare quasi stilizzata, piccola ma arric-
chita da allunghi inferiori e superiori importanti. Estre-
mamente sobria, piuttosto angolosa, presenta larghezze
infraverbali e infraletterali ben definite. Eleganti nella sua
essenzialità, procede con ponderazione, trasmettendo una
sensazione di razionalità e controllo.
La scrivente rivela un’intelligenza dotata di capacità os-
servative raffinatissime, grande abilità analitica e di verifi-
ca, intelligenza capace di settorializzare con efficacia gli
argomenti sottoposti alla sua attenzione.
Queste abilità presentano comunque un altro aspetto,
che è quello di portare incertezza e rallentare un poco le
fase di scelta e quella decisionale per il bisogno di troppo
verificare e controllare. Il soggetto avverte fortissimo il
senso di responsabilità e il bisogno di rispondere positi-
vamente alle aspettative che sente pesare su di lei, così
come pure avverte l’impellenza di una parte istintuale che
non è stata sufficientemente nutrita e gratificata durante
l’infanzia. La figura materna, non affettiva e in difficoltà a
trasmettere affetto e accoglienza, ha portato la giovane a
63
ricercare tenerezza e rassicurazione in una figura paterna
che pare non essere stata neppure lei gratificante. Attual-
mente l’Io della scrivente appare sofferente, e le cadute
del tono tensivo, la percezione dell’Io, che quasi va scom-
parendo, indicano che forse c’è bisogno di sostegno e rie-
quilibrio fra un ruolo che ha voluto assumersi e la sua
forza reale. L’anelito al Padre, a non deluderlo, a cercarlo
per potervisi finalmente abbandonare è molto forte: forti
possono essere quindi i sensi di colpa che la giovane vive
nel percepire le sue difficoltà.
GRAFIA 13
Diploma Liceo socio pedagogico – Anni 30 28
Grafia piccola, accurata , con gesti di moderata esube-
ranza, talora un poco insicuri. Procede su un rigo ondu-
lato che verso la fine del foglio tende a cadere verso il
basso. La sensibilità è delicata, la vivacità contenuta, la
cura minuziosa.
64
La scrivente presenta un’intelligenza dotata di spirito
osservativo, riflessivo, analitico. Torna più volte a ragio-
nare sugli stessi elementi per evitare la superficialità e l’in-
genuità, ritardando, talvolta, le decisioni e il distacco dal
passato per passare definitivamente ad altro.
L’insicurezza che traspare la porta a inibire in parte la
spontaneità e l’autenticità della relazione a favore di un
rapporto più intimista, anche se a volte “bambineggia” per
ottenere il favore altrui. Può quindi apparire, soprattutto ai
primi incontri, cauta e quasi diffidente. Anche la sua fidu-
cia è riposta in poche persone, che ascolta e stima, perché
la rassicurano.
In ambienti in cui si sente sostenuta ed accettata è cer-
tamente più propositiva e anche allegra; l’espressione
della propria vivacità è spontanea. Non sempre riesce a re-
stare a lungo concentrata sugli obiettivi, anche se è molto
preoccupata di fare bene e non deludere le aspettative. È
dotata di riflessività e quindi in grado di una certa capaci-
tà di autocorrezione. La fisicità è percepita e forse anche
enfatizzata: ha qualche problema alimentare.
Ha bisogno di rassicurazioni sui suoi veri valori per
poter vivere con maggior serenità i propri talenti.
GRAFIA 14
Operatrice commerciale – Anni 35 29
Scrittura delicata e accurata, aggraziata, ingentilita da
piccoli gesti alla fine e all’inizio delle parole. Piccola e drit-
ta, pur procedendo con movimento misurato, manifesta
una sua spigliatezza, frutto in parte anche di una calda
emotività.
65
La scrivente appare dotata di vivacità, che tiene però
tendenzialmente controllata. È organizzata e dotata di
senso pratico, sensibile e delicata. Tuttavia mostra note-
vole volontà e determinazione; qualora i suoi progetti en-
trino in frizione con le aspettative esterne tende a irrigi-
dirsi e a mostrare segni di tensione, in quanto la sua sen-
sibilità le rende difficoltoso reggere la discussione con
l’interlocutore.
È persona piuttosto cauta; a volte tende a chiudersi in
modo pregiudiziale di fronte a ciò che sente minacciare la
sua immagine e tutto ciò che ritiene appartenerle. Tende
pertanto a filtrare gli stimoli e fatica a porsi in una situa-
zione di autentico dialogo e ascolto, anche perché l’emo-
tività potrebbe turbarla. È rispettosa delle norme e delle
gerarchie. Fatica a decidere con immediatezza soprattutto
se si sente divisa fra spinte egualmente forti, non tanto
perché non sappia quello che vuole, piuttosto perché non
sa bene come ottenerlo, o è un po’ spaventata dal prezzo
da pagare. Torna quindi più volte sulle stesse cose, fati-
cando a lasciarsi andare e a vedersi proiettata nel futuro.
È precisa, forse a volte un po’ pignola e prolissa, ma
mossa comunque da una buona vivacità e da una certa
curiosità. È persona riservata e a tratti timida, ma quando
66
ha acquisito sicurezza e non subisce la tensione emotiva
è maggiormente disponibile, lucida, riflessiva. Sa assu-
mersi responsabilità, anche in conseguenza di un’educa-
zione un po’ inibente che le ha fatto sentire il peso delle
proprie richieste.
67
– V –
Interesse per lo spirito
riflesso nella scrittura
Quali segni grafici?
Per quanto riguarda la possibilità di identificazione
della dimensione spirituale delle persone, e nel presente
lavoro della vita spirituale di donne consacrate a Dio, nella
vita claustrale e nella vita apostolica, Girolamo Moretti
aveva individuato alcuni segni: Pendente, Filiforme, Aper-
tura a capo della o e della a, e per l’apertura agli altri il
Largo tra Lettere, la Triplice Larghezza equilibrata, la
Chiarezza... Noi, ipotizziamo altri segni, oltre quelli di Mo-
retti, che possono indicare la tensione verso l’Alto e la
oblatività della vita come espressione di libertà interiore,
gioia di vivere, amore gratuito verso Dio e verso il prossi-
mo (che porta in sé anche ampiezza di vedute e apertura
alla novità). Questi altri segni possono essere: Ascenden-
te, Aste rette, Attaccata, Calibro piccolo-Minuta, Calma,
Chiara, Curva in giusto grado, Disuguale Metodico, Flui-
da, Intozzata 1° modo, Mantiene il Rigo, Sinuosa, Titu-
bante, Vezzosa grazia, insieme ad una buona Omogenei-
tà generale.
Nel presente capitolo – pur non volendo dare a questo
volume l’impronta del manuale grafologico – riportiamo, in
ordine alfabetico, a giustificazione delle conclusioni cui si
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Il Volto Interiore della Scrittura

  • 3. 3 presentazione Sono stata insegnante di Grafologia di Anna Maria Vis- sani per 3 anni, e per un insegnante è sempre una gran- de soddisfazione e una gioia profonda rendersi conto di essere riuscita a trasmettere la sua stessa passione ai pro- pri allievi. Se poi, com’è successo in questi anni, si è po- tuto condividere qualche momento parlando del nostro amore per la persona umana e per Chi guida e protegge la vita di tutti, allora può nascere una collaborazione, tal- volta un’amicizia. E così è stato. Il presente libro è nato dalla volontà di Suor Vissani di rielaborare la sua tesi di diploma, facendone non solo un testo che illustra come e in quali ambiti la Grafologia può essere un ottimo strumento di indagine, ma anche – e so- prattutto – un testo sulla scelta, sullo spaccato di vita di al- cune donne consacrate del XXI secolo, sull’intervento della Grazia. Anni fa mi ero stupita che Padre Moretti, il fondatore del metodo grafologico italiano che proprio da lui prende nome, di tutti i “segni” grafici codificati (sono circa 100!) ne indicasse per la spiritualità solo 3 o 4. Poi con l’espe- rienza di vita, osservando le grafie di persone visitate dalla Grazia, e con la conferma di questo studio, ho capito “quante cose fa in noi l’Onnipotente”: è pressoché inutile cercare la scrittura ideale della persona che si dedica com- pletamente a Dio, poiché la fede e la Grazia sono doni
  • 4. spinte motivazionali di alcune giovani donne consacrate, portando contemporaneamente all’attenzione del lettore la scienza Grafologica, per troppo tempo rimasta relegata a ruolo di secondo piano. La speranza che nasce dalla serenità interiore di queste donne, i potenziali della scienza grafologica, il presente studio fatto con appassionata serietà: tutto è a servizio della persona umana. Alessandra Cervellati,grafologa “trasversali” che mettono in luce la nostra unicità, sono motore e motivazione del nostro condurre limiti e talenti in un cammino di crescita e d’amore. Così abbiamo per esempio la forza dirompente di Madre Teresa, la ribellione di San Francesco, l’acuta fermezza di San Gaspare del Bufalo, la forte femminilità, fuori dagli schemi del tempo, di Santa Maria de Mattias, la sensibilità di San Pio da Pietrelcina... ognuno ha offerto ciò che gli ap- parteneva. E a Dio è piaciuto. Così è stato ciò che abbiamo trovato in questa ricerca: forse non abbiamo trovato “il fenomeno”, “la donna idea- le” ma delle giovani donne “normali”, figlie dei tempi piut- tosto oscuri che stiamo attraversando, alcune delicate, in- certe, alcune più gioiose, alcune chiuse e rigorose; tutte hanno fatto una scelta radicale, totalizzante. Una scelta dif- ficile, che non è scontata (come poteva essere solo poche generazioni fa) in un’epoca, come la nostra, di disimpe- gno ed edonismo. Una scelta che ci fa ipotizzare che que- ste donne non siano poi così incerte e vulnerabili, se sono sostenute dall’Alto. Una scelta che speriamo sia l’inizio e la continuazione di un lungo cammino. Gli accenni grafologici che ricorrono nel presente libro non sono minuziosamente dettagliati, né esaustivi della conoscenza grafologica, quanto piuttosto “narrati” per chi grafologo non è. Rimandiamo alle note, in fondo al libro, l’approfondimento analitico delle scritture presentate (in- dividuazione dei Segni Morettiani e quantificazione del grado) e alla bibliografia i testi che possono essere con- sultati per approfondire gli aspetti relativi all’indagine gra- fologica. Nostra intenzione era quella di indagare, con un meto- do discreto e innovativo, la genesi e il consolidarsi delle 4 5
  • 5. 6 7 Introduzione GRAFOLOGIA MORETTIANA “Scrivere” è stata una tappa fondamentale per lo svi- luppo dell’umanità, tanto che per secoli fu considerata un’attività sacra, spesso riservata a una casta sacerdotale. Attraverso importanti e rigorosi studi scientifici, i neu- rofisiologi sono giunti alla conclusione che il gesto grafi- co è il movimento più complesso e raffinato che l’uomo possa produrre, perché investe molteplici piani della real- tà neuro-fisio-psicologica del soggetto scrivente: dal- l’aspetto percettivo a quello sensoriale, la relazione col mondo archetipico, le funzioni espressive del corpo, l’am- bito mnemonico, visivo, midollare, muscolare, emotivo conscio e inconscio. Pertanto il tracciato grafico descrive una mappa a tutto tondo del nucleo vitale dell’individuo. L’interpretazione di questo movimento permette quindi allo studioso del gesto scrittorio, il Grafologo appunto, di indagare in ampiezza e in profondità la personalità dello scrivente, conoscendone le modalità di approccio con la realtà, il quadro biotipologico, il tipo e le specificità della sua intelligenza, le capacità comunicative, il temperamen- to, l’affettività, i conflitti risolti e non risolti. La Grafologia oggi rientra fra le scienze umane speri- mentali (come la psicologia, l’antropologia…), ed ha come oggetto di studio il Gesto Grafico Spontaneo, ovvero lo scarabocchio, il disegno, la firma e la scrittura. Alla luce di
  • 6. fica nell’Assalto, Attesa, Resistenza, Cessione. I tempera- menti informano del quadro biotipologico del soggetto. Ad oggi i più usuali campi di applicazione della Gra- fologia sono: • ambito Peritale: per la disconferma o meno dell’au- tenticità di uno scritto; • ambito dell’Età Evolutiva: per la comprensione delle fasi evolutive di soggetti molto giovani, orientare i ragaz- zi nelle scelte scolastiche stimolandone le potenzialità, prevenire le forme di devianza e disagio adolescenziale; • ambito Professionale: per l’orientamento scolastico o lavorativo, selezione del personale, riorganizzazioni aziendali; • ambito Relazionale: per lo studio delle dinamiche fa- miliari e di coppia, la strutturazione di team di lavoro; • ambito Grafoterapeutico: grazie al quale vengono “rieducate” le persone a riappropriarsi di un gesto grafico equilibrato e personale, liberandosi da scompensi ener- getici, disagi grafomotori e somatizzazioni che impedisco- no un disinvolto comportamento scrittorio. Le categorie grafiche individuate da Padre Girolamo Moretti, ognuna delle quali racchiude diversi segni, sono: Profilo delle Lettere: cioè Angolosità o Curvilineità delle lettere. Indica la capacità di adattamento e/o reazione, l’at- tività-passività, aggressività-accoglienza. Larghezze: la “luce” all’interno delle lettere con oc- chiello (a, o e derivate). La larghezza tra le lettere di una stessa parole o fra una parola e l’altra ci parla della quali- tà dell’intelligenza e della potenza ragionativa. Calibro: cioè la grandezza delle lettere. Indica la per- cezione che il soggetto scrivente ha di sé, e conseguen- temente della realtà circostante. Tendenze introversive o estroversive. quanto detto sopra, il grafologo quindi analizza quel pro- cesso espressivo così personale e così profondamente in- dividualizzante che coniuga il messaggio verbale scritto con il simbolo e il linguaggio non verbale. L’indagine grafologica, prendendo spunto dalle tenden- ze individuali poste in relazione alle tracce del vissuto e al- l’atmosfera socio culturale in cui è immerso il soggetto, mette in luce un ritratto dello scrivente – nel momento in cui ha vergato lo scritto – per poterlo comprendere nel “qui ed ora” ma anche in un percorso evolutivo. In Italia la Grafologia nasce con Padre Girolamo Maria Moretti (1879-1963), francescano, che in tutta autonomia fonda un suo metodo volto alla conoscenza dell’uomo nella sua unità somatopsichica. Egli fonda un metodo ri- goroso e attendibile, che lo porta a individuare circa cento “segni”, suddivisi in varie categorie grafiche. Ogni segno manifesta una tendenza che si esplica nell’aspetto intellet- tivo, volitivo, emotivo, affettivo, somatico del soggetto scri- vente. In questo metodo egli prevede precisi criteri di identificazione e quantificazione dei segni, gerarchie per importanza e principi di relazione dei segni fra loro e con i relativi significati psicologici. Non esistono segni “com- pletamente positivi” o segni “completamente negativi”, poiché ognuno acquista una valenza diversa e motivata alla luce del contesto grafico in cui è inserito. Il quadro di personalità che emerge è quindi dato dalle tendenze (segni), dall’intensità con cui si manifestano (graduazione) e dalla loro interazione in termini di rinforzo o conflitto di significato (combinazioni) racchiusi in una sintesi organi- ca e dinamica. Per facilitare poi un riconoscimento di mas- sima del soggetto scrivente. Padre Moretti ordina i diversi segni catalogandoli per temperamenti (risposte comporta- mentali sistematiche agli stimoli dell’ambiente) che identi- 8 9
  • 7. dono ad una chiamata di Dio e fanno della loro vita un dono d’amore e una generosa disponibilità verso gli altri, senza particolari interessi personali. La loro scelta di vita è fortemente motivata da una intensa e costante adesione all’amore di Dio che si manifesta in atteggiamenti di li- bertà interiore, di gioia di vivere e di tensione verso valo- ri alti e spirituali. L’antropologia che sostiene questo studio è quella che San Paolo esplicita nella lettera ai Galati: “Voi… fratelli siete stati chiamati a libertà” (Gal 5, 13). Nel cuore di una cultura, come la nostra, dominata da narcisismo e profitto, la donna consacrata dovrebbe espri- mere, nelle sue scelte di vita, altruismo, dono di sé, pre- mura disinteressata per le persone, comunione profonda con il Mistero divino, che si manifesta nella serenità e nella trasparenza di intenzioni. Abbiamo voluto analizzare alcune grafie (14) di suore sotto i 36 anni di età, quindi abbastanza giovani per rap- presentare la società odierna, con la curiosità di trovare in esse segni grafologici che rivelano spinte spirituali, aper- tura e gioia di vivere e di donarsi al prossimo in modo del tutto gratuito. Sono suore di vita apostolica, quindi inseri- te nel contesto sociale e attivo dell’apostolato e suore clau- strali, che hanno fatto una scelta di maggiore rottura con il mondo e quindi di particolare attenzione all’interiorità e alla vita fraterna. La domanda di fondo, con la quale abbiamo letto e in- terpretato le grafie è questa: “le donne consacrate a Dio, in una particolare missione di amore, manifestano una rot- tura con la cultura narcisistica, oppure portano nel loro stile di vita le tendenze dei giovani o giovani-adulti di oggi?”. Insieme a questa curiosità, vogliamo rispondere anche all’urgente attesa degli uomini e delle donne di Inclinazione: se le lettere tendono a piegarsi in avanti, o indietro o restano perpendicolari al rigo. Indica l’incli- nazione affettiva verso un oggetto esterno. Legamenti: valuta se le lettere all’interno di una stessa parola sono collegate fra loro. Indica la capacità di asso- ciazione, analisi e/o sintesi, la continuità affettiva. Ritmo: ci parla dei tempi di reazione di un soggetto. Pressione: è la categoria grafica che valuta l’energia in- dividuale. Tenuta del rigo: si osserva se la scrittura tende ad alzarsi dal rigo, o scendere o a mantenersi sul rigo di base: indi- ca volontà e aderenza o meno al piano del reale. Accuratezza: si valuta l’adesione formale o la persona- lizzazione rispetto al modello grafico ufficiale. Indica il con- dizionamento sociale, la preoccupazione del giudizio degli altri, o al suo contrario, la spontaneità e la libertà interiore. Chiarezza-Oscurità: osserva la nitidezza della lettera, o quanto il modello è stato “tradito”, valutandone il signifi- cato profondo simbolico. Ordine, disordine, armonia: si prendono in considera- zioni quegli elementi che ci portano dal rigore schematico all’estemporaneità, con particolare attenzione alla plastici- tà e all’originalità del gesto armonioso e senza eccessi. Ricci e gesti fuggitivi: sono quegli elementi “aggiunti” alla lettera con pretesa di distinzione e originalità. Firma: il “biglietto da visita” del soggetto scrivente, esa- minato in relazione al testo. SCRITTURE DI DONNE CONSACRATE A DIO La presente ricerca poggia su scritture di donne consa- crate a Dio nella Vita Religiosa Apostolica e Claustrale. Donne consacrate, abbastanza giovani di età, che rispon- 10 11
  • 8. 12 oggi: “Dove e in chi trovare riferimenti spirituali, per as- saporare la vera libertà dei Figli di Dio, quindi la vera gioia di vivere, in un mondo come il nostro che sembra sfidar- ci con la sua notte?”. La persona si consacra a Dio non per cercare una sua particolare realizzazione e neppure per essere economi- camente efficiente, ma per puro amore, per perdersi, nella dimensione più alta dell’esistere, in Dio e relazionarsi, senza preoccupazione del compenso e del ritorno. Il mo- dello unico e sommo è Cristo, che ha fatto del suo essere Dio-Uomo un puro dono d’amore, senza pretendere dal- l’umanità una riconoscenza. Il Signore Gesù ha indicato a noi come unico impegno quello di accettare la sua rela- zione gratuita, lasciarsi abbracciare e perdonare dall’amo- re del Padre, diventando a nostra volta liberi e capaci di sostenere la libertà altrui, aperti sempre al dono di noi stessi senza riserve. Solo dopo aver elencato e descritto i Segni che posso- no essere indicatori di scelta di valori alti e espressione di apertura verso gli altri e gioia di vivere, abbiamo tentato di dire se e in quale misura in queste suore è presente e trasparente la libertà di donazione, libertà libera da utili- tarismi e la libertà per il bene esclusivo degli altri. Nella li- bertà libera e nella gioia di vivere per gli altri è conden- sata la vita spirituale del cristiano, che, poi, in ogni per- sona acquista una sua forma e ritmi di consapevolezza e di maturazione diversi tra loro. 13 – I – ASPETTI ANTROPOLOGICI DELLA VOCAZIONE CRISTIANA Per poter pensare alla vita umana come vocazione oc- corre procedere su due binari: – la conoscenza del fine al quale Dio chiama. Tale co- noscenza la deduciamo dalla Rivelazione; – la conoscenza delle disposizioni umane che possono predisporre il nostro io a ricevere e a rispondere a tale chia- mata1. Il primo è di interesse teologico, mentre il secondo è di competenza anche delle scienze umane. La teologia che in- daga sul progetto di Dio deve anche tener conto delle spe- cifiche condizioni umane che influiscono sul come il mes- saggio rivelato possa essere ricevuto e compreso dalle per- sone. Una sana antropologia teologica tiene conto dei dati empirico-esistenziali forniti dalle scienze umane. La ricerca grafologica dei segni che indicano valori spiri- tuali e motivazioni altruistiche della scelta di vita in donne consacrate, tenta di dare un contributo al secondo binario della persona. La ricerca rimane entro una cristiana visione antropologica della vocazione consacrata. Da notare bene due premesse: 1. dal punto di vista antropologico si può parlare solo di strutture psichiche che predispongono, ma non determina- no o causano, la ricezione-risposta, la quale dipende inve- ce dall’azione della grazia nel cuore umano;
  • 9. te, il più possibile, da motivazioni utilitaristiche e difensi- ve. Amo come Cristo, perché Cristo è il Cristo, il Figlio del Dio vivo. La vocazione alla sequela di Cristo dice l’entità del dono di sé (come amare) e le modalità del dono (perché amare). Un esempio. Non è ancora un amore “vocato” quello filan- tropico-sociale di un generico “servire gli ultimi”. Ci trove- remmo altrimenti ad una riduzione del cristianesimo ad umanesimo cristiano. “Dio chiama la profondità del nostro essere, il nostro “cuore” alla libertà per l’autotrascendenza teocentrica”3. Il Concilio Vaticano II, nel suo documento “Gaudium et Spes”, afferma esplicitamente che l’uomo in questa trascendenza teocentrica trova la realizzazione non solo del suo essere cristiano, ma anche del suo semplice es- sere umano4. Entriamo nel vivo dell’argomentazione. La persona è relazione L’essere umano è fatto per relazionarsi in modo più o meno intenzionale – con un oggetto dato (persone, cose, idee, valori, Dio...) verso il quale si trascende. Tale ogget- to non è solo qualcosa di esterno alla persona di cui pren- dere atto, ma è costitutivo del suo io: attraverso la rela- zione con quell’oggetto la persona costruisce il suo esse- re e dover essere. Le sue scelte oggettuali possono essere dettate dall’im- pulso, dalla pressione del gruppo, dalla cultura dominan- te: parliamo in questo caso di scelte immediate, piú o meno istintive. Oppure può scegliere in base ad una riflessione critica: solo in questo caso parliamo di scelta prevalentemente de- liberata e conscia. 2. lo studio delle disposizioni riguarda il problema della motivazione: una risposta esistenziale a Dio presuppone che esista nella motivazione umana un punto di contatto, attra- verso il quale la persona possa elevarsi a Dio. Quali sono dunque i fattori psichici, operanti nei diversi livelli di consapevolezza, che intervengono nel pensare la propria vita come scelta spirituale (o vocazionale)? La persona aperta alla trascendenza di sé Una prospettiva antropologica non può prescindere da questa considerazione più filosofica e teologica. L’uomo è chiamato alla santità, cioè a vivere in modo da raggiungere l’unione con Dio e l’imitazione di Cristo attraverso i consi- gli evangelici. Santità comune a tutti i cristiani, e le cui di- verse modalità di attuazione differenziano i vari stati di vita2. Questa chiamata modifica e orienta in modo totale il senso della vita di una persona: basti ricordare la vita dei santi per capirlo. È una chiamata del tutto specifica sia per il contenuto of- ferto sia per la motivazione richiesta. Contenuto: chiamati ad amare come Cristo ha amato, con un amore che non è di questo mondo, ma che è stato rive- lato dal messaggio biblico in genere e dalle parole-esempi di Gesù. Si tratta quindi di una chiamata – rivolta ad ogni uomo – all’amore come virtù soprannaturale (carità) che è simultaneamente e inscindibilmente amore di Dio e del prossimo. Il Concilio Vaticano II, nel documento “Gaudium et Spes” parla in questi termini dell’uomo finalisticamente orientato: “l’uomo è stato creato «a immagine di Dio», capa- ce di conoscere e di amare il proprio creatore” (n. 12). Motivazione: amare con libertà di cuore. Il motivo che porta alla sequela è l’amore disinteressato per Dio, esen- 14 15
  • 10. monio per convenienza e il farlo perché altrimenti qualco- sa di bello andrebbe perduto. È la differenza fra la corsa agli acquisti e la capacità di contemplazione, fra l’amore possessivo e l’amore oblativo. L’importante per me è ambiguo per la trascendenza. È in- fatti una motivazione che mette il soggetto stesso al centro del suo mondo motivazionale, produce un desiderio che ri- mane dentro all’orizzonte del proprio essere; l’oggetto è fun- zionale al proprio io. (I segni grafici saranno quelli del nar- cisismo: Estesa, Ampollosa, Stretto tra Lettere, Sovracompen- sazioni, Curva eccessiva come anche eccessiva Angolosità, con Acuta, Irta, Secca). L’importante in sé favorisce la trascendenza perché spin- ge l’uomo ad oltrepassare se stesso per relazionarsi con qualcosa (o qualcuno) che ha valore in sé. (I segni grafici saranno: Sinuosa, Ascendente, Fluida, Disuguale Metodico del Calibro, Pendente, Filiforme, Minuta, tendenza al Parca, Allunghi Superiori svettanti). L’impostazione di vita di chi sceglie di consacrarsi a Dio non è un problema di preferenze istintive (“mi piace fare questo o quello...”), né di esplicitazione di potenzialità (“sono capace di fare questo o quello”), e neanche que- stione di autorealizzazione (“lo faccio per realizzarmi, per essere me stesso...”). Si tratta di collocare fuori di sé la ri- cerca del fondamento della propria esistenza, in un “og- getto” desiderabile perché sommamente apprezzabile e affascinante. E il suo fascino non dipende solo dalla spe- ranza che io possa ricavarne qualcosa di utile per la mia vita, ma dall’intuizione che in quell’oggetto c’è una fonte inesauribile di bellezza e significato che invita ad essere esplorata, non con la mira di un appagamento personale, ma con la passione di chi vuole sempre più gioire per ciò che già esiste. Attraverso la successione delle scelte, ogni persona si crea il proprio sistema motivazionale che guida più o meno stabilmente le sue azioni successive. Questo sistema moti- vazionale può condurre l’uomo verso la sua maturità come essere autotrascendente o lontano da essa come essere au- tomatico e reattivo. L“importante per me”e l’“importante in sé”: due oggetti di valore Quando la persona umana si relaziona ad un oggetto, lo può fare seguendo due percorsi, due classi di motivazioni o categorie di giudizio. Si tratta di due diversi punti di vista, due punti di osservazione: a seconda del punto di osserva- zione l’oggetto assumerà una certa importanza per l’osser- vatore. Noi tutti usiamo queste diverse categorie di impor- tanza per le scelte quotidiane (giudizi di fatto), ma soprat- tutto per i giudizi di valore e quindi per le decisioni di vita. Si tratta in definitiva di due diversi modi di desiderare, ossia di provare attrazione per un oggetto. Una categoria di importanza segue il criterio del “im- portante per me”, e l’altra segue il criterio del “importan- te in sé”. Secondo il primo modo di giudicare e decidere, un oggetto è desiderabile perché piacevole e soddisfacente per me. Nel secondo caso, è desiderabile perché vale in se stes- so, intrinsecamente, indipendentemente dall’effetto che può produrre in me. In questo secondo caso ci mettiamo di fron- te ad un oggetto “la cui importanza noi non possiamo cam- biare, né aumentandola, né diminuendola; la sua importan- za non deriva da noi, ma sta di fronte a noi con un mes- saggio che ci eleva e ci porta verso l’auto-trascendenza”5. È la differenza che passa fra il salvare il proprio matri- 16 17
  • 11. di emozioni o desideri sensibili. Le valutazioni in base ai va- lori favoriscono desideri e affetti razionali. Esse si trovano anche nel bambino, perché tendenze innate. Il bambino possiede già una certa capacità di va- lutazione: è capace di dirsi (confondendo bisogni e valo- ri) che l’oggetto di cui ha bisogno è anche importante. Svi- luppando poi la sua capacità intellettiva, imparerà ad astrarre: non rimarrà chiuso solo a ciò di cui ha bisogno qui e ora. Col passare degli anni sarà capace di risponde- re anche a ideali valutati come intrinsecamente importan- ti. È una apertura di sé al al-di-là del qui e ora. Ma questa capacità era già innata. In ogni persona umana esistono due modalità distinte di progettarsi. La logica del bisogno segue il ritmo più o meno deterministico di deficit – soddisfazione – appagamento, se- condo il modello omeostatico e di coazione a ripetere, ben studiati da Freud. (Avremo allora i segni di insicurezza, in- sieme a molta accuratezza, mancanza di respiro fra lettere, fra parole e fra righe – fino alla ritualizzazione della coa- zione a ripetere – Minuziosa, Uguale, e i segni di grande avarizia ). La logica del valore è di tutt’altro genere: pienezza d’es- sere da condividere, accoglienza di un appello dal di fuori e dal di sopra di sé (ideale) che richiede di essere “energiz- zato” dall’io, disponibilità dell’io a mettersi in un processo infinito di progressiva attuazione di quell’appello. (Se la per- sona ne è consapevole, avremo scrittura Personalizzata, dal ritmo Fluida e impostazione ariosa, Largo tra Lettere, At- taccata, equilibrio tra Curva e Angolo, Accurata Spontanea, Sinuosa). Tale logica è quella della trascendenza: affermare se stes- si di fronte ad un valore (che per il cristiano non è un idea- le astratto, ma una Persona – Gesù Cristo). Questi giudizi di valore più o meno consci e deliberati, (associati ai relativi affetti), si ripetono nel corso del nostro sviluppo, e con gli anni lasciano un residuo, cioè delle di- sposizioni a scegliere, che diventano sempre più abituali. Producono una facilità a rispondere, a scegliere determina- ti oggetti piuttosto che altri. Diventano atteggiamenti di vita, cioè predisposizioni abituali a rispondere. Certamente, chi si è esercitato a giudicare e scegliere prevalentemente secon- do il “per me” avrà difficoltà a pensare la propria vita come donazione gratuita di sé, e se anche la pensasse così, da questa vocazione esclude (perché incapace di comprender- li) quegli aspetti di essa che con il solo criterio del “per me” appaiono assurdi e disumani. Questa può essere una spie- gazione della poca tenuta di decisioni di vita (matrimonia- li, sacerdotali, consacrazione religiosa, volontariato...) pre- senti anche fra i cristiani “maturi”. (I segni grafici, come in- dizi della poca tenuta delle decisioni di vita, presenti nelle loro scritture potranno essere: Disordine, Non Omogeneità nelle categorie grafiche, Segni di Cessione come Titubante, Discendente, Sciatta, Spadiforme cui possono aggiungersi segni indicanti scarsa consapevolezza di sé con la concen- trazione nella zona media, Accartocciata, Estesa, Ampollo- sa, Stretto tra Lettere...). Bisogni e Valori: due spinte motivazionali. I bisogni e i valori sono le forze o energie che inclinano verso la valutazione secondo l’importante per me e l’im- portante in sé. I bisogni sono tendenze innate a rispondere agli oggetti secondo “l’importante per me”. I valori sono tendenze in- nate a rispondere agli oggetti in quanto “importanti in se stessi”. Le valutazioni secondo i bisogni favoriscono il formarsi 18 19
  • 12. riori, Non Omogeneità nelle categorie grafiche evidenti, segni di eccessiva estroversione, Accuratezza esagerata, Strettezze, Accartocciamenti). È anche evidente che questa distorsione del bisogno sul valore è più forte dell’altra ten- denza correttiva del valore sul bisogno a causa della legge dell’inconscio, secondo la quale l’inconscio non tiene conto della realtà, ma influisce sulla realtà. Che cosa accade? Esistono delle forze psichiche che fa- voriscono la percezione dell’importante per me come se si trattasse dell’importante in sé e fanno vivere secondo un ideale che solo apparentemente poggiano su valori tra- scendenti, mentre in realtà riguarda un contenuto del pro- prio io. Per esempio, si può parlare di amore di carità mentre – di fatto – si tratta solo di un amore filantropico- sociale o di un amore che cerca di farsi apprezzare per quanto fa. La persona, in buona fede, crede di vivere nella trascendenza teocentrica mentre in realtà è alla ricerca della propria gratificazione. Basti pensare all’innamora- mento irrealista che la persona vive come amore maturo, ma che la vita quotidiana seguente denuncerà come illu- sorio. Queste distorsioni hanno una importanza enorme per la perseveranza e per la capacità di maturare voca- zionalmente attraverso le esperienze di vita. Alcuni segni grafici, possono essere veri indizi di questa realtà più o meno nascosta nella persona, in modo particolare la scrit- tura Non Omogenea e ricca di Gesti Fuggitivi. La vocazio- ne richiede la capacità nella persona di elevarsi al di sopra di sé e di interpretare la vita come realtà da donare e non come realtà da servire o da realizzare egoisticamente. A volte, anche il valore trascendente è rinchiuso nella men- talità consumistica del bisogno: afferri un bene e, fruen- done, soddisfi te stesso; la religione diventa un bene im- materiale che può soddisfare tanti bisogni umani. La chia- La vocazione consacrata richiede la capacità di liberarsi dalla logica stringente del bisogno. Presuppone atteggia- menti di attenzione e invocazione. Attenzione: porre l’in- tervallo fra stimolo e risposta dato dalla mediazione del si- gnificato. Uscire dalla logica dell’immediato (con i segni di Ritmi incalzanti: Impaziente, Impulsiva, Molto Veloce, Non- omogenietà, Disordinata) per vivere in uno stato di sana vi- gilia (con i segni di Attesa, anche Titubante con buone lar- ghezze). Invocazione: indipendentemente dalle poche o molte qualità psichiche-intellettuali, vedersi oggetto e sog- getto di amore che cerca e accoglie la rivelazione di un idea- le per potersi attuare (con i segni di equilibrate Larghezze, Chiara, armonia tra Curva e Angolo, Fluida, Allunghi su- periori come ricerca di Assoluto…). Come i bisogni e i valori interagiscono tra loro Poiché l’io umano è olistico, le parti di cui è composto sono differenziate ma non distinte. I valori e i bisogni inte- ragiscono fra loro, insieme agli affetti. E così l’ideale, che dovrebbe essere caratterizzato dall’importante in sé (a causa del desiderio razionale che si fonda sui valori), può essere disordinato, ossia incapace di favorire la trascendenza di sé. Il bisogno viene scambiato per valore: si afferma e si vive come valore ciò che di fatto è un bisogno da gratificare. Questo uso disfunzionale del valore è tanto più probabile quanto più prevale nella persona la forza dell’inconscio. Se non riesco a discernere (perché non li conosco) i veri mo- tivi del mio agire, e se questi motivi sconosciuti sono in di- sarmonia con la logica trascendente del valore, è evidente che agiscono indisturbati sulla mia percezione-valutazione- accettazione del valore stesso (prevalgono i Segni di Curva eccessiva, Sciatta, mancanza di Allunghi Inferiori e Supe- 20 21
  • 13. emotiva. Questa dialettica favorisce dunque il formarsi del- l’inconscio, tramite la repressione, che col tempo mantiene e aumenta la opposizione dialettica. Questa contraddizione non è la conseguenza dei condi- zionamenti ambientali, ma è parte inerente alla natura umana. L’uomo nasce diviso in se stesso, non è che lo di- venti a causa della società, della cattiva educazione, del- l’ambiente. C’è in noi l’anelito per l’infinito a cui tendiamo con i nostri ideali, ma anche l’attaccamento al finito della realtà immediata; c’è un io che si dona agli altri, gioisce, sof- fre per loro, ma anche un io attaccato a se stesso, interes- sato ad autosoddisfarsi. Eppure è sempre lo stesso io. Tre dimensioni abituali della persona La dialettica di base si sviluppa, con il passare del tempo e sotto l’influenza di fattori ambientale ed educati- vi, esprimendosi secondo tre dimensioni. In altre parole, la persona umana si apre al mondo dei valori attraverso tre disposizioni abituali, di solito simultaneamente presenti in tutti noi. – La prima è la disposizione della volontà ad aprirsi ai valori morali e religiosi e a impostare la propria vita su di essi. Per valori morali e religiosi intendiamo quegli ideali che si caratterizzano per un appello alla trascendenza di sé. Richiedono all’uomo l’esercizio della sua libertà e respon- sabilità (avremo nella scrittura segni come Disuguale Meto- dico del Calibro, Accurata Spontanea, Dritta, Aste Rette – non superiore alla media – Omogeneità, grafie toniche), il coinvolgimento di tutto il suo essere e non solo di una parte di sé. È proprio in rapporto ad essi che l’uomo può ritrovarsi virtuoso o peccatore. Si tratta di una tensione conscia fra valori trascendenti e mata alla trascendenza potrebbe essere così ricerca di auto-realizzazione. L’io centrato e l’io che si trascende: interazione La nostra struttura psichica dice dunque che siamo fatti con una spinta notevole verso l’Assoluto, ma dice anche che tutti rimaniamo persone divise in se stesse. L’uomo è caratterizzato da una dialettica di base: è un essere con- traddittorio. C’è interazione fra l’io centrato e l’io che si trascende. L’io centrato è l’io che percepisce e sente, gioisce e soffre, è attaccato a se stesso, è il punto di riferimento di sé che tende ad auto-valorizzarsi. L’io che si trascende è l’io che indaga e riflette, concepisce intelligentemente e giudica ragionevolmente; è un essere disinteressato, che è coor- dinato con altre realtà fuori di lui e che ha un destino che deve essere scoperto o inventato, approvato o disdegna- to, accettato o ripudiato (avremo segni di introspezione: Calibro Piccolo, Minuta, Largo tra Parole, ritmo fluido, equilibrio tra Attaccata e Staccata e fra Curva e Angolo, Filiforme, qualche elemento che favorisce l’intuizione come Slanciata, Sinuosa). Questi due aspetti sono però lo stesso e unico io. La per- sona umana è una unità esistenziale, anche se differenzia- ta. C’è quindi una relazione tra termini opposti fra i quali ci può essere tensione: l’in sé porta alla trascendenza teocen- trica mentre il per me è ambiguo per la trascendenza. Que- sta dialettica fra forze che portano ad oltrepassare se stessi e forze che ci tengono legati a noi stessi può innescare una sana tensione di crescita, oppure una tensione frenante che può essere sopportata solo con la rimozione dalla coscien- za delle tendenze non accettabili, specie quelle di natura 22 23
  • 14. bene per me, ossia quel bene che corrisponde alla situa- zione esistenziale della singola persona, ciò che io dovrei fare nella mia condizione. Il bene apparente con il tempo può intaccare indirettamente il bene reale. – La terza dimensione riguarda il confronto solo con i va- lori naturali, cioè la dimensione che regola la normalità o la psicopatologia dell’inserimento sociale. Le forze motivanti sono esclusivamente i valori naturali Queste tre dimensioni ci dimostrano che la capacità di autotrascendenza teocentrica può essere influenzata, dimi- nuita, bloccata da tre fattori: 1. la carenza di conoscenza oggettiva dei valori cristiani e vocazionali e la loro poca attrattiva sul soggetto, 2. le inconsistenze psichiche che producono una ridu- zione interpretativa della vocazione cristiana e degli impe- gni che essa comporta, creando una contraddizione fra l’esi- genza del dono di sé richiesto dalla vocazione cristiana e le motivazioni che di fatto portano il soggetto ad accettare e proclamare tale valore. La persona non riesce a vivere ap- pieno quanto pure vorrebbe vivere e i valori non vengono vissuti secondo la loro esigenza di trascendenza teocentrica. 3. i limiti psicopatologici di ogni genere. Un atteggiamento di disponibilità agli altri può essere segno di normalità psichica, segno di vita virtuosa e con- temporaneamente segno di bene apparente: in tutta buona fede l’individuo è disponibile e generoso, ma non si accor- ge di essere dispersivo, di farlo a scapito dei suoi doveri di stato; e così, non sa approfittare di questa sua disponibilità per farne una occasione di impegno totale di vita nella lo- gica della trascendenza di sé. Tale individuo è normale, buono, bravo, ma nonostante la sua generosità non arriva a fare una scelta vocazionale totalizzante: rimane un dilettan- te della donazione, sulla logica del “fin tanto che...”. limiti o forze opposte. In questa dimensione non entra an- cora la considerazione dell’inconscio: si tratta dell’uso che la persona fa della propria libertà e quindi il suo comporta- mento può essere valutato con le categorie di bene e di male, di virtù o di peccato. – La seconda dimensione è l’apertura ai valori morali- religiosi (trascendenti) vissuta in modo congiunto ai valo- ri naturali (ad es. la verità, la bellezza, l’amicizia, fraterni- tà, collaborazione...). Infatti quando l’uomo vive il suo im- pegno morale-religioso lo fa attraverso la mediazione di valori naturali: amo Dio attraverso la collaborazione con gli altri, sono buono vivendo la giustizia e l’onestà. Que- sta seconda dimensione considera la relazione fra queste due classi di valori. I valori naturali sono visti come sim- boli: attraverso di essi, la persona vive ciò che essi non contengono completamente perché specifico dei valori trascendenti. Questa dimensione non parla più sulla virtù o sul peccato dell’uomo, ma sul come l’uomo riesce a or- dinare e integrare gerarchicamente i valori naturali e tra- scendenti . A differenza della prima, in questa seconda dimensione entra anche il ruolo dell’inconscio che può ostacolare l’in- tegrazione fra l’io della persona e i valori (naturali e tra- scendenti). Ad esempio, un forte bisogno di aggressività può ostacolare o limitare la solidarietà con gli altri e la vita di carità. La persona vuole perseguire dei valori, ma motiva- zioni inconsce vi si oppongono. Non si tratta più di valuta- re in termini di bene o di male, ma si tratta di discernere se l’intenzionalità della persona è orientata al bene reale o ad un bene apparente. Per “bene reale” intendiamo non il bene in sé (cioè il bene in assoluto, quello che si dovrebbe fare teoricamente da parte di tutti, la cui omissione sarebbe un male), ma il 24 25
  • 15. – II – La donna consacrata a dio Attitudini psicologiche della donna E. Mounier lasciò scritto: “La donna è la più ricca riser- va di umanità”6. Questa ricchezza le deriva dal fatto che, per lei, il massimo valore è costituito dalla vita, dalla per- sona, sia propria che altri; ella interiorizza la realtà e la anima con la propria sensibilità. Per avvicinarsi al suo pros- simo ella parte da ciò che vive in lei, perché solo la vita può incontrare la vita, e per lei la vita è tutto il suo essere. Il “partire da ciò che vive in lei” presuppone un contatto spontaneo e duraturo col proprio mondo interiore, che è fonte di vita alimentata dal silenzio. Questo la dispone ad accogliere e comprendere: è un’oasi in cui può rinforzare le difese contro i condizionamenti dei messaggi disturban- ti dell’ambiente, calmare il tumulto dei pensieri e delle emozioni, attingere nuove risorse presenti in lei. Nella donna, inoltre, vi è una spiccata attitudine a per- cepire e a recepire i valori umani e spirituali, e ciò la rende capace di mantenere viva la dimensione umana e spiri- tuale in un mondo materializzato, di dare un’anima all’at- tività orientata unicamente verso il progresso economico e con finalità edonistica, di promuovere una forma più ar- moniosa di civilizzazione7. La donna è il punto di incon- tro tra Dio e l’uomo a motivo della sua attitudine alla re- cettività e all’interiorità, e si pone come simbolo dell’inte- grazione religiosa della natura umana. 2726 È soprattutto nell’apertura ai valori trascendenti che si gioca il rapporto tra dinamiche psichiche e vita spirituale. Nella prima dimensione si fa l’esame su ciò che è libero nel- l’uomo e sull’uso che fa di questa sua libertà. Nella secon- da dimensione si considera tutta la persona, comprese le parti di sé meno libere e inconsce, in relazione con tutti i va- lori – naturali e trascendenti – per vedere quanto sa com- penetrare e integrare il tutto in una graduale e crescente configurazione a Cristo. Il ruolo dell’inconscio è importante nel funzionamento della seconda dimensione. Infatti l’inconscio può favorire un’integrazione disordinata dei valori naturali e trascenden- ti. Tuttavia queste associazioni disordinate con matrice in- conscia non sono in grado di abolire la libertà essenziale dell’uomo: sono restrizioni che possono restringere il campo ma non annullare la capacità fondamentale dell’uomo a de- cidere liberamente. Proprio perché la libertà essenziale ri- mane, la persona può diventare santa anche quando il rag- gio della sua libertà è limitato: l’essenziale è che conscia- mente faccia la sua decisione per Dio, offrendo a lui ciò che è a disposizione della sua libertà effettiva. Nelle scritture che esamineremo ci aspettiamo di trovare segni di trascendenza e quindi di un amore che va oltre la dimensione filantropico-sociale e superi la sola realizzazio- ne personale. Cercheremo di individuare in esse anche i segni che ci rivelano l’integrazione tra l’io personale e la ca- pacità ad uscire da sé, per un Valore sommo e di piena rea- lizzazione in Cristo.
  • 16. donazione di sé a Dio, mentre la rinuncia è solo una con- seguenza; il dono di sé a Dio non limita il dono agli altri; il “Dio solo basta” non può essere inteso come un’esclu- sione delle creature dal nostro amore. Parlando della maturità di una persona che decide di consacrarsi a Dio, è bene rilevare i vari aspetti nei quali il processo maturativo va promosso in modo armonico: l’aspetto intellettuale, che porta alla consapevolezza della realtà e al senso del reale; le scelte non avvengono a caso, ma in funzione dei valori; si richiede un’adeguata cono- scenza di sé, degli altri e di Dio; l’aspetto etico del caratte- re, che abbraccia sia l’aspetto psicologico (come la forza di volontà) sia quello morale (orientamento verso i valori au- tentici); la scelta vocazionale, il cui indice di maturità è dato dalla libertà nel decidere e dalla capacità di rimanere fedele all’impegno, sbarrando con risolutezza le strade in- compatibili con quella scelta (legge della canalizzazione). Le condizioni per poter iniziare e portare avanti il pro- cesso di maturazione psichica e spirituale possono essere ridotte alle seguenti: comprensione e accettazione di sé; capacità di tollerare le frustrazioni richieste dall’impegno per raggiungere i valori autentici; capacità di controllare se stessi e di avere coerenza e stabilità nel comportamento; accettazione serena del proprio passato. Il processo di maturazione religiosa e vocazionale pre- senta la duplice fonte di condizionamento, che vale per tutti: lo sviluppo psico-affettivo nell’infanzia, e l’incidenza ambientale. Apertura al Trascendente Il celebre teologo ortodosso P. Evdokimov sostiene che il principio religioso si esprime attraverso la donna in Maturazione umana e spirituale 1. Le esigenze psicologiche e spirituali In ognuno di noi è presente e operante la tendenza a realizzarsi nel raggiungimento dei valori specifici della scel- ta di vita operata. Per chi si consacra a Dio in una istituzio- ne, i valori ultimi o “terminali” sono l’unione con Dio e l’imi- tazione di Cristo, in conformità allo Spirito del Fondatore, ma si danno anche dei valori intermedi o “strumentali”, che sostanzialmente si configurano nei voti e nella vita comune8. La realizzazione del proprio ideale presuppone la rea- lizzazione di sè come persona. Non si tratta di una dupli- ce autorealizzazione, ma dell’impegno costante a svilup- pare al massimo le potenzialità e le aspirazioni di tutta la persona nella sua triplice dimensione: fisica, psichica, e spirituale-vocazionale. La tendenza a realizzare se stessi, a raggiungere valori a diverso livello, è alimentata da bisogni o esigenze di base che si traducono in motivazioni che, a loro volta, co- stituiscono il fattore dinamico che porta a comportamenti adeguati a raggiungere i valori ai quali si tende. 2. Maturazione umana e religiosa Il processo di maturazione riguarda la totalità della per- sona nella sua triplice dimensione: somatica, psichica e spi- rituale. Nel passato, specialmente negli ambienti religiosi, le tre dimensioni venivano considerate come componenti separate, se non proprio antagoniste e inconciliabili. Nel presente, per ciò che concerne il processo di ma- turazione della giovane che si consacra a Dio, viene anzi- tutto richiamata la necessità di tener conto della dimen- sione umana, spesso trascurata o condannata da una certa ascetica poco evangelica. La consacrazione a Dio consiste principalmente in una libera scelta preferenziale e nella 28 29
  • 17. l’onda del femminismo più oltranzista e disumano, P. Ev- dokimov osserva: «La donna ha una percezione intuitiva, intima, dei valori dello Spirito Santo, è dotata naturalmente del senso religioso; il detto di Tertulliano, “l’anima è na- turalmente cristiana”, si riferisce innanzi tutto alle donne. I marxisti lo hanno ben capito. L’emancipazione della donna e l’uguaglianza dei sessi hanno il primo posto tra le loro preoccupazioni; la virilizzazione della donna tende a modificare il suo tipo antropologico, a renderla interior- mente, nella sua psiche, identica per natura all’uomo. Questo progetto di livellamento porta alla luce la lotta ac- canita contro le leggi di Dio perché qui si tratta dell’an- nullamento dello stato carismatico femminile. Ora, le te- stimonianze contemporanee sono unanimi. La fede, nella Russia sovietica, mantenuta in vita dalla donna russa. Il rinnovamento religioso, così come la continuità della tra- dizione, dipendono dalla sposa e dalla madre. Le donne, le ragazze russe, in pieno movimento progressista, per la maggior parte del tempo, aspirano in maniera stupefa- cente a interiorizzare e a vivere la verità che leggono sulle icone della Theotokos»11. Lo stesso autore commenta che dal cuore femminile sgorga spontaneamente, istintivamente, la resistenza in- vincibile al materialismo e a tutti gli elementi demoniaci della decomposizione della civiltà moderna. A. Ulanov, studiosa della psicologia analitica e del ruolo della donna nella teologia cristiana, analizza il posto della donna nello sviluppo umano e la dinamica che ella intro- duce nelle relazioni interpersonali in relazione all’aspira- zione verso il trascendente. Tali aspetti dinamici sono così riassunti da L. Pinkus12: 1.La donna possiede un’intelligenza intuitiva, arricchita dalla componente affettiva, che la porta a cogliere e ad modo più diretto e personale che non attraverso l’uomo: «Nella sua struttura, l’uomo è ad immagine di Dio; egli è conforme a chi è Padre nella sua essenza, e la scoperta più strana consiste nel fatto che l’uomo non ha l’istinto pater- no come la donna ha l’istinto materno. Conquistatore, av- venturiero, costruttore, l’uomo non è paterno nella sua es- senza: è un grande paradosso. Significa che l’uomo non ha nulla di immediato nella sua natura che risponda sponta- neamente alla categoria religiosa fondamentale che è ap- punto quella della paternità. Significa che il principio re- ligioso, nell’umano si esprime attraverso la donna, che la particolare sensibilità allo spirituale, nella sua purezza, è nell’ anima e non nell’ animus, e che è la donna ad esse- re più vicina alle fonti della Genesi. Questo è così vero che persino la paternità spirituale si serve delle immagini della maternità: “Continuo a soffrire le doglie del parto, finché non sia formato Cristo in voi” (Gal 4, 19)9. Lo stesso autore illustra il diverso ruolo svolto dalla donna e dall’uomo nella comunicazione della Verità: «L’uo- mo crea la scienza, l’arte, la filosofia e persino la teologia, intese come sistemi, ma tutto ciò porta ad una terribile og- gettivazione della verità. Ma fortunatamente c’è la donna che è predestinata a diventare la portatrice di questi valo- ri, il luogo in cui essi si incarnano e vivono. In cima al mondo, proprio nel cuore dello spirituale, c’è la Serva di Dio, manifestazione dell’essere umano riportato alla sua verità originaria. Proteggere il mondo degli uomini in quanto madre e salvarlo in quanto vergine, dando a que- sto mondo un’anima, la propria anima, questa è la voca- zione della donna»10. Riferendosi al movimento che il marxismo iniziò in Rus- sia per livellare la psiche della donna ai parametri di quel- la dell’uomo, proprio come è successo in occidente sul- 30 31
  • 18. 32 amare i valori spirituali, favorisce la ricerca di dimensioni che vanno al di là del mondo materiale e la spinge ad en- trare in contatto con persone ricche di esperienze religiose; 2. Inoltre, la donna vive il tempo con ritmo diverso dal- l’uomo: sa attendere, sa sperare anche nei segni di vita appena percettibili, sa rimanere in atteggiamento recettivo nei confronti delle ispirazioni. Sembra che tra la donna e il tempo esista una certa complicità: «il tempo non le op- pone resistenza perché essa porta in sé una parte più grande di eternità, essa è in gestazione»13; 3. Infine, la donna è più vicina alla vita, è la stessa fonte della vita, per cui prova una delicata sensibilità per la vita che è ancora in potenza, percepisce e accoglie istanze non ancora presenti, ma che esigono di essere accettate per tradursi in atto. Questi elementi relativi all’ esistenza tendono a porta- re la donna verso la Vita e a entrare in relazione col Tra- scendente. Per questo un profondo conoscitore dell’animo femminile lasciò scritto: «Gli studi teorici mostrano che la donna, più dell’uomo, trova nel proprio modo di esistere e nella dinamica del comportamento la possibilità di svi- luppare le più alte qualità morali; qualità che purtroppo assai raramente vengono raggiunte»14. 33 – III – la spiritualità nella scrittura Oggi l’uomo è interessato più che mai all’esistenza og- gettiva delle cose e considera reale solo ciò che è esterno a lui, tangibile. Vengono penalizzate pertanto le relazioni personali, la vita interiore. Vivere in una realtà tutta og- gettiva significa vivere in un mondo a noi indifferente, in cui nessuna parte si cura delle altre. L’indifferenza porta alla noia, e la noia altre realtà. Quando non si cerca la Ve- rità, basta che le cose interessano unicamente le leggi che governano il mondo. Esse però non danno l’esistenza a niente, l’esserci viene da una relazione d’amore: quel “ci” sta ad indicare che si è per qualcuno15. Abbiamo dunque le relazioni vere e proprie che, in quanto amore, danno vita, e le relazioni oggettive che, in quanto indifferenza reciproca, non danno niente. Morire interiormente è morire alle relazioni; più la vita si fa og- gettiva, più si muore in tale senso. In seguito al diffuso processo di secolarizzazione, si è creata una dicotomia tra verità oggettive e verità soggettive; si ritiene che le prime siano le uniche degne di questo nome, chiamando le altre opinioni o atti di fede da relegare nell’ambito del privato. Il mondo dello spirito ne esce deprezzato, ridot- to a speculazioni o idealizzazioni prive di aggancio con la realtà condivisa, ovvero illusioni; non si vuol riconoscere che la realtà dell’intelletto, pur essendo di altra natura ri- spetto a quella della ragione e pur ricoprendo altri domi-
  • 19. quello spirituale vengono soltanto separati, ma di fatto la separazione è una negazione dello spirito, al quale si cerca di togliere ogni potere di influire sulla vita dell’uomo. Il nostro spirito cerca con l’intelletto quelle verità che danno senso all’esistenza, ma la verità è diventata monopolio della ragione, che qualifica come opinioni le verità del- l’intelletto. La spiritualità non può fermarsi al livello della ragione, deve evolvere nell’intelletto. Le vie dello spirito restano percorribili se non si mette un tetto al cielo e se non si ri- duce la vita a materia organizzata. L’interesse per lo spirito riflesso nella scrittura Essendo il mondo dello spirito realtà cui vengono dati significati vari e differenti, solitamente si tende a confon- dere l’interesse per l’astrazione speculativa con quello per lo spirito vero e proprio, per la realtà immateriale dialo- gale. La nostra cultura promuove la capacità d’astrazione fine a se stessa, necessaria per il pensiero scientifico (ma- tematica innanzitutto) e il progresso che ne consegue, non per lo sviluppo dello spirito, indispensabile per il pensie- ro intellettivo e la crescita interiore. Per lo sviluppo spiri- tuale ci vogliono delle qualità che sono negative per quan- to riguarda la competitività e l’affermazione di sé: amore del prossimo, umiltà e amor di verità. Ci sono scritture che non paiono sprizzare spiritualità, eppure sono di santi: Dio non chiama chi secondo noi è degno, ma chi a Lui piace. La santità non la si vede nella scrittura, è una cosa tutta in- teriore. Chi è in relazione con Dio non scrive in un modo particolare: Dio non fa parte della sua personalità, ma del suo essere interiore, che è invisibile com’è invisibile Lui stesso. ni, è essenziale e indispensabile per l’uomo, perché apre al trascendente. L’immaterialità come astrattezza e spiritualità L’astratto è il contrario del concreto, del materiale, ma entrambi sono inanimati; invece lo spirituale è il contrario del corporeo, ma entrambi sono vivi. Non bisogna ridur- re lo spirito all’astratto: in comune hanno solo l’immate- rialità. Con lo spirito ci si mette in relazione, poiché è vivo; l’astratto in sé, invece, lo si conosce per via logica, col ra- gionamento, essendo qualcosa di inanimato. Occorre di- stinguere l’interesse per l’astratto dall’interesse per lo spi- rito: il primo richiede logica, il secondo intuizione intel- lettuale, apertura al trascendente. L’astratto, da solo, è alla portata dell’uomo, è descrivibile con un linguaggio filo- sofico o matematico, cioè col linguaggio della ragione. Lo spirito, invece, è ineffabile, rientra nel linguaggio religio- so e artistico, e richiede lo sviluppo dell’intelletto. Lo spi- rito viene vissuto, implica una relazione biunivoca, inti- ma; l’astratto è qualcosa di oggettivo, di a-relazionale. Non si può distinguere dalla scrittura chi in alto mette degli ideali creati dall’uomo e chi mette Dio, né si può vedere la ricerca di Dio o la Sua presenza nella vita della perso- na. Comunque, gli ideali amati sono dei valori, rappre- sentano ciò che è elevato nell’uomo, che non necessaria- mente è lo Spirito; esistono infatti anche una morale laica e dottrine filosofico-religiose che sono dei sistemi etici ma atei (senza Dio), come il buddismo. Come Dio, in quanto Amore, non può esistere solo per Sé – ha bisogno degli uomini – così anche lo spirito del- l’uomo non può esistere per sé, ha bisogno degli altri, della vita quotidiana. Apparentemente il mondo terreno e 34 35
  • 20. e/o sarà leggera. La scrittura sarà svettante ed eretta se si vive il mondo dello spirito come un mondo di valori su- premi ed eterni. Se si aspira a uno spirito “disincarnato”, a un’esistenza angelicata, la scrittura sarà statica e slegata. Questi atteggiamenti d’introversione spirituale impedisco- no un inserimento adeguato in una società dinamica e in rapido cambiamento come quella contemporanea. Dalla scrittura possiamo ricavare alcune delle motivazioni che influiscono sul comportamento, ma non quelle di ordine superiore, legate a un credo. Il credo, la fede, orientano la personalità, ma non ne sono parti costitutive, poiché sono situati a un livello più profondo, quello dell’Io più auten- tico; noi possiamo dire come una persona si comporta ma non possiamo sapere il perché del suo comportamento, a meno che lei stessa non ce lo riveli. In generale, il com- portamento è in funzione dell’ideale di vita, che è costi- tuito da valori che non si possono ricavare dalla scrittura. Un interesse più equilibrato per il mondo dello spirito, che permetta di vivere anche in questo mondo terreno, si rivela in quei segni indicativi di uno sviluppo della perso- nalità che non penalizza le esigenze relazionali dell’esse- re umano. Sono segni di rapporto con sé e con l’Altro, quindi segni di ascolto, di introspezione, di capacità di astrazione, di speranza in un domani migliore, di amore per la concordia, di spontaneità (amore per la vita), di li- bertà, di moralità, di desiderio di elevarsi interiormente: Larga tra Lettere, Larga tra Parole, Interrigo Largo, Cali- bro Piccolo, Filiforme, Pendente, Curva, Allunghi Supe- riori equilibrati, Ascendente, Spontaneità della forma, Fluida, Scrittura personalizzata, Disuguale Metodico del Calibro, Dritta, Aperture a Capo delle a e delle o, lettere d e h ben fatte. La spontaneità della vita è la sua libertà, e si manifesta nella fluida; la libertà dello spirito individuale si Dalla scrittura possiamo vedere se il tempo vissuto dal soggetto ha le caratteristiche evolutive che gli sono proprie, oppure si avvicina al tempo lineare. La mancanza di Spa- zio tra Lettere è indicativa di un impedimento all’evoluzio- ne e alla crescita personale, di un tempo senza una vera progettualità: c’è poco futuro, non si guarda avanti. Non si è realizzata una crescita adeguata della persona come indi- viduo. La formazione dell’individualità implica sia l’uscita dall’incessante divenire del tempo lineare che l’uscita dalla comunità simbiotica, poiché le due cose vanno insieme. Il tempo evolutivo, con le sue pause di ascolto e di riflessio- ne, è il tempo della crescita, che allontana il bambino dalla vita fusionale e gli permette di distinguere se stesso dagli altri: è il tempo vissuto individualmente. Ma quando tutto è programmato e scandito dall’orologio in una vita di massa, non è più necessario ascoltare niente, nemmeno i propri ritmi di vita naturali; si è come un ingranaggio di una macchina, risucchiati dal tempo cronometrico. Uno Spazio tra Lettere molto Stretto può essere indicativo di una pratica di vita comunitaria di tipo religioso, in cui non si pensa al futuro perché ci si affida alla Provvidenza; in que- sto caso c’è una crescita spirituale insieme con gli altri, mentre quella individuale è tenuta in sotto tono, senza che per questo si possa parlare di simbiosi: è un tempo vissu- to in comunione con gli altri. Dove c’è comunione col pros- simo, quindi amore, là c’è lo spirito. La ricerca dello spirito può portare disequilibrio nella propria esistenza, perché non è facile conciliare l’eterno col transeunte, le esigenze superiori con quelle della na- tura umana, il razionale con lo spontaneo. Se l’interesse per le cose dello spirito e per la vita interiore prevale su quello per le cose di questo mondo, la scrittura presente- rà gli Allunghi Superiori più estesi degli allunghi inferiori 36 37
  • 21. 38 manifesta invece nel Disuguale Metodico del calibro e nella grafia personalizzata. La capacità di sublimare le pulsioni e gli aspetti materiali più limitanti è data dal Fili- forme. Il luogo della fiducia, la capacità di affidarsi all’al- tro è rappresentata dal Larga tra Lettere. La spontaneità della vita e la libertà dello spirito sono un bene, ma men- tre l’Inconscio è uno, gli individui sono tanti, perciò l’Io deve tenere conto anche del diritto altrui alla libertà; essa deve avere quindi delle limitazioni, alle quali provvede il Super-Io. Oggi accade di frequente che l’individuo non voglia avere dei limiti; ciò impedisce la costituzione del Super-Io e porta invece alla formazione di un ideale del- l’Io grandioso e al cosiddetto individualismo duro. Spe- riamo di non trovare questo tipo di chiusura nelle scrittu- re che stiamo per esaminare. Padre Moretti, nei suoi testi, indica pochissimi segnali che, trovandosi insieme nella stessa scrittura, possono dare un’indicazione al grafologo circa la spinta alla spiritualità: Filiforme – Pendente – Ascendente – Aperture a capo delle a e delle o. 39 – IV – scritture di donne consacrate Le nostre attese Cosa ci aspettiamo di trovare nella mente e nel cuore di una donna che si consacra a Dio? Come ci aspettiamo che sia il suo rapporto col Signore, come pensiamo lo col- tivi, quali i sentimenti e le disponibilità di animo con cui queste giovani si accostano a Dio, ma anche come questi sentimenti possono svilupparsi nel tempo, alla luce di que- sto dialogo incessante? Ma soprattutto c’è la disponibilità ad affidarsi a Lui accettando che compia in queste donne i suoi disegni? Alla luce di queste domande, abbiamo ipotizzato quali caratteristiche è possibile, se non auspicabile, ritrovare nelle scritture di donne consacrate a Dio, e cosa riteniamo essere in contraddizione o non opportuno per vivere que- sta esperienza. Ipotizziamo che in genere le grafie non dovrebbero presentare ritmi troppo veloci, soprattutto i segni Impa- ziente e Impulsiva, perché la relazione col Signore va cer- cata, coltivata, gustata, e anche dopo le cadute e i silenzi, è importante aver la pazienza di affrontare le risalite. La relazione spirituale è una relazione che spesso nasce da una ricerca, quindi potremmo avere scritture con ritmi pacati, anche se dinamizzate da una vivacità interiore: Calme, Fluide, Spigliate. Non si esclude che col tempo l’in- dividuo possa anche velocizzarsi, perché la persona che va verso la sintesi dei grandi valori non si ferma a girova-
  • 22. Auspichiamo (per quanto non sempre necessaria) una misurata salita del rigo verso l’alto a indicare l’anelito su- periore. Così pure ritenevamo positivo il segno Attaccata per la fedeltà all’idea originale, il bisogno di fusione nel- l’altro, la percezione della mancanza quando la relazione si interrompe. Le scritture evolute e personalizzate e fluide possono in- dicare la capacità di porsi le grandi domande esistenziali, la capacità di vedere Dio nella bellezza di un tramonto, ma anche di un’opera d’arte, di capirne filosoficamente l’esi- stenza. Dobbiamo tener presente una spiritualità dei semplici, di coloro che con ingenuità e consapevolezza della pro- pria piccolezza si aprono alla Grazia divina senza difese. Allora perché non accettare di trovare un Titubante, che nell’animo è rimasto bambino, con la capacità di stupirsi di fronte al mistero, a quell’amorevole Padre che gli è mancato? Una scrittura Titubante può manifestare la sua relazione spirituale con Dio come un bambino, nella sua ingenuità. Una fede che scaturisce dal Titubante va soste- nuta, direzionata, ma, molto spesso, è anche più genuina e pura che in altri. È anche vero che un Titubante ha mag- giore bisogno dell’istituzione, quindi di regole di vita e di protezione dalla prepotenza e dalla malizia umana. Nes- suno però può comprendere quanto profonda sia la ca- pacità di penetrare il Mistero divino, da parte di un animo semplice e senza difese personali. L’analisi grafologica di personalità Con il termine personalità si intende l’insieme delle ca- ratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella gare nella ricerca, mentre le giovani sono ancora in atte- sa di sintesi personale interiore. Non ci sorprenderebbe trovare il segno Scattante per lo slancio passionale, che nell’animo di donne appassio- nate per il Signore è piuttosto presente, purché non sia eccessivo. Vorremmo trovare Aste Svettanti per il richiamo al- l’idealità e al senso di responsabilità. Il segno Sinuosa per il bisogno di andare a sondare oltre il tangibile e il quoti- diano. Un buon Largo tra Lettere per la capacità di rinno- varsi, di confrontarsi, di accettare il diverso, di dialogare con se stessi e con gli altri e con il Signore, di affidarsi a Lui con generosità. Certamente ci aspettiamo di riscontrare una buona sen- sibilità (Filiforme), che andrà o meno sostenuta – a secon- da dell’ambito in cui la giovane andrà a svolgere la propria missione – dalla tonicità di una buona energia vitale. Un grado di Chiara per non brancolare nel buio, a meno che non siano presenti tanti segni di intuizione. Nelle scritture di giovani suore potremmo anche trovare qualche segno d’introversione per la ricerca interiore, come il Minuta. Si auspica di trovare scritture non troppo enfati- che, esuberanti o cariche di ricci, per non farsi distrarre dalla mondanità e dalla esteriorità dell’esistenza e delle cose. Se non ci fossero segni di Resistenza, per mantenersi saldi in tempi di prova, quando Dio sembra non rispon- dere, oppure di fronte al rifiuto della gente e ai giudizi ne- gativi, avremmo persone che con facilità lasceranno la strada intrapresa, ripiegandosi su se stesse. È superfluo specificare che la resistenza per affrontare le scelte della vita e viverle con crescente maturità interiore non implica un grado troppo elevato di Fermezza, che si trasforme- rebbe in testardaggine e difficoltà ad integrarsi. 40 41
  • 23. GRAFIA 1 Laurea in Scienze dell’educazione – anni 32 16 Scrittura caratterizzata da buona organizzazione spa- ziale e nitidezza infraverbale – Buon livello energetico (Pressione) – Accuratezza non esasperata, che comunque induce a controllare il ritmo individuale – Curva con Este- sa – Dritta con prevalenza di aste rette a tratti anche pa- rallele – Buon grado di fermezza. La scrivente si caratterizza per essere dotata di notevo- le energia, anche se non la esprime pienamente, causa una certa rigidità di comportamento. È mossa da un’intelligenza pratica e organizzativa, che la stimola all’azione e alla realizzazione dei propri progetti. È curiosa e a tratti intuitiva, ma prima di accettare ipotesi e punti di vista esterni li passa al vaglio del ragionamento e dell’osservazione critica; se le ritiene sciocchezze o cose ir- realizzabili o senza senso, le scarta senza riserve. Anche se dotata di spirito pragmatico, la scrivente si pone domande di carattere superiore; le risposte cui giunge, quando possi- bile, sono spesso per lei delle certezze, perché vi è perve- nuta per vie razionali e dopo un profondo dialogo interno. Per questi motivi può essere piuttosto testarda, intran- 43 molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si svi- luppa. La personalità pertanto è un sistema strutturato, composto di svariati, complessi elementi che interagisco- no tra loro allo scopo di matenere in equilibrio il sistema stesso. Ogni singolo segno grafico esercita un peso in que- sto senso. La personalità rappresenta la nostra unicità psi- cologica che scorre in parallelo con la nostra unicità fisi- ca, qualsiasi sia il potenziale intellettivo e affettivo che essa rappresenta. È ciò che ci conduce nel mondo, e con quel- la visione e quei limiti, noi ci realizziamo nel mondo. Ca- pire la personalità significa entrare nel gioco strategico di svelamento di potenzialità innate, attraverso fasi alterne di apertura/chiusura che si estrinsecano con modalità ope- rative del tutto individuali. Non esistono due grafie uguali, perché non esistono due personalità uguali; la scrittura è un elemento così indivi- dualizzante che anche quella dissimulata o contraffatta con- tiene sempre segni grafici distintivi di chi l’ha eseguita. Il profilo di personalità di ogni scrivente consente di pervenire ad una particolareggiata descrizione degli aspet- ti intellettivi, temperamentali, nelle dinamiche affettive-re- lazionali, degli interessi ed attitudini, al fine di una mag- giore consapevolezza di sé e di una positiva e personale maturazione umana e spirituale. Analizziamo ora la grafia di 14 scriventi (donne consa- crate a Dio nella Vita Religiosa, al di sotto dei 36 anni di età), attraverso il rilevamento dei segni grafologici di Gi- rolamo Moretti e la loro combinazione all’interno di tutto il loro tracciato grafico (foglio A4 e senza righe). Le singole persone sono citate in maniera anonima (Grafia1, Grafia 2 etc...). 42
  • 24. zione profonda e partecipazione che ora sono un po’ cir- coscritti da un certo rigore razionale. GRAFIA 2 Studentessa universitaria – anni 2317 Scrittura delicata, piccola, nervosa, pervasa da una vi- vacità trattenuta. Presenta elementi di titubanza e ten- denza alla minuziosità. Le 3 zone della lettera appaiono ben sviluppate. La larghezza fra le lettere risulta spesso ri- dotta e l’inclinazione non sempre costante. Tipo introverso, che talvolta può manifestare qualche difficoltà a restare con i piedi per terra. Nella vita di relazione sociale tende a difendersi per in- sicurezza e timidezza, inoltre è molto sensibile e tende ad avvertire ogni intervento esterno come invadente. Rischia di essere preoccupata del giudizio altrui. Tende ad alti ideali e per questo è raramente soddisfatta di sé; possiede un fortissimo senso della responsabilità e ca- pacità di sacrificio, anche se non sempre riesce a essere coe- rente e costante. Tuttavia nel tempo il suo anelito di perfe- zione e la sua razionalità la sostengono. Presenta delle insi- 45 sigente e non si lascia commuovere dalle scuse che gli altri accampano soprattutto per “non fare”. Infatti, anche se apparentemente accogliente e a volte anche capace di qualche tenerezza, è una donna “di opere”, concreta, che tendenzialmente sa andare al nocciolo delle questioni, e mal sopporta disimpegno e indolenza. Ha bisogno di un certo spazio d’azione, anche se si sente meglio se sostenuta e direzionata da principi e norme sicure. È tuttavia determinata e dotata della neces- saria energia per portare a termine le cose. Pretende molto da sé e da chi le sta intorno, per que- sto spesso è tesa, e se le cose non vanno come si è pre- fissata si irrigidisce, diventa tagliente e tende ad appellar- si a principi più teorici che realistici faticando a compren- dere le problematiche altrui. Si fa maggiormente indaga- trice, da autorevole diventa autoritaria tendendo ad ac- centrare le cose sotto la sua supervisione e atteggiandosi come se tutti gli altri l’avessero profondamente delusa. Ma i maggiori sussulti la colgono quando è lei a vive- re momenti di disorientamento, di spegnimento del pro- prio entusiasmo, di calo di tensione e stanchezza, perché da se stessa non se li aspetta e fatica a perdonarseli. Nei rapporti con gli altri la scrivente è riservata e in grado di giudizi piuttosto equanimi, a volte si fa un po’ ri- cercare restando in disparte per osservare ciò che le ac- cade intorno. Nel porgere la sua attenzione e la sua di- sponibilità agli interlocutori può a volte avere atteggia- menti un po’ normativi ma non rifiuta il dialogo, anche perché sa di non disperdersi nell’altro. È in grado di con- trollare la propria sotterranea aggressività, che la porta a non demordere di fronte agli ostacoli. Se riuscisse ad ab- bandonare un po’ della sua eccessiva fermezza, certa- mente riuscirebbe a dar voce ai suoi potenziali di intui- 44
  • 25. 46 curezze che la fanno un po’ tentennare, a tratti la spaventa- no. Si nota anche una forte tensione che tende a stancarla e a crearle delle somatizzazioni. Vive un po’ di contrasto fra il suo bisogno di autonomia e ciò che le assicura sicurezza. Cerca affetto e rassicurazioni per trovare la forza di espri- mersi in modo più autentico e compiuto, ma poi teme che questo suo scoprirsi la riveli inadeguata e indifesa, e questa situazione di non armonia le richiede molta energia e pro- cura sofferenza. Pur essendo una ragazza delicata può quin- di avere manifestazioni reattive un po’ brusche, o cervello- tiche, o imbarazzate, o commosse. La sua vivacità non è quasi mai serenità o vera legge- rezza. Fortemente introspettiva, chiede troppo a se stessa. Aiutata ad essere più serena e a perdonarsi, può esprime- re i suoi grandi potenziali intellettivi e sensibili. GRAFIA 3 Laurea in lingue – anni 35 18 Grafia molto accurata con elementi di vezzosità e levi- gatezza che vanno in parte a mitigare gli indici di fer- mezza. Le aste dritte e svettanti si stagliano sull’inclina- zione dritta della scrittura. Buona la larghezza fra le pa- role; il Curva-Estesa convive con una certa angolosità. 47 La scrivente è un’ottima osservatrice: analizza, riflette, critica e tende a non farsi sfuggire nulla, anche se l’ap- proccio con la realtà appare disinvolto e gioioso. È molto precisa e attenta, a volte pignola, alla ricerca di un’armo- nia interiore ed esteriore. È sensibile e fortemente vibrati- le, per cui i sistemi di vigilanza sono costantemente al- l’erta e quindi fatica a rilassarsi e ad abbandonarsi. Proba- bilmente la famiglia d’origine è stata molto esigente e non troppo espansiva a livello affettivo, per cui il soggetto ha strutturato un forte senso della responsabilità, tensione e una certa diffidenza. È come se avesse fame di ideale per sostenersi. Fatica a lasciarsi alle spalle il passato. È piutto- sto orgogliosa intellettivamente, e si aspetta qualche rico- noscimento per questo e per l’impegno che profonde verso il raggiungimento di un ambizioso ideale di perfe- zione. Si impegna con costanza e dedizione, anche spirito di sacrificio, purché sostenuta da una certa idealità. A volte per il suo atteggiamento resistivo pare complicarsi la vita, e non conta nulla portarle esempi o dati per convincerla del contrario: piuttosto sta male ma persiste nella sua idea. Malgrado l’atteggiamento brioso, tende ad essere forte- mente critica, quasi incontentabile, per cui, soprattutto se si sente contrastata, tende a irrigidirsi, può incorrere nel ri- schio di non saper perdonare o tollerare leggerezze e di- fetti altrui. Fatica a dismettere una certa rigidità e diffidenza, per cui è capace di una certa autoironia, ma è permalosa se la critica viene dall’esterno. Le doti intellettive sono notevoli, la scrivente di fatto non è particolarmente espansiva, e a tratti può apparire anche un po’ algida. Gli atteggiamenti briosi e vivaci spes- so nascondono un certo nervosismo e una sorta di rigidi- tà più interiore che palesemente manifestata.
  • 26. messa in discussione e il consenso ad effettuare percorsi, anche se parziali, di autentica consapevolezza. Pur se in ascolto di un certo suo mondo interiore, non è dotata di forte spirito critico, di capacità previsionale e di profonda, oggettiva consapevolezza, per cui può accaderle che ciò che le sembrava chiaro e scontato all’inizio d’improvviso le sembri diverso, e può trovarsi in momentanea difficol- tà per ripensare e ripianificare un progetto che le sem- brava consolidato. Sono comunque presenti discreti po- tenziali auto correttivi. La comunicativa è calda, simpatica, a tratti inarrestabile, a volte tagliente e “peperina”, altre volte più addolcita e comunque sempre sensibile a im- magini e metafore di notevole effetto suggestivo. Il pen- siero è sovente ritornante su concetti e aspetti già visti, e questo non aiuta né la sintesi, né a liberarsi del passato, né a semplificare – per sé e per gli altri – le idee che la scrivente intende esprimere. La scrivente è persona attiva, che ha necessità di svol- gere la propria attività con e per gli altri, facendo della con- divisione il suo punto di forza. È in grado di personalizza- re il proprio operato, anche se un po’ teme il peso della re- sponsabilità e preferisce appoggiarsi a persone di riferi- mento autorevoli e significative. Tende infatti, se non sti- molata, ad una certa passività. L’attività e la relazione attu- tiscono l’ansia e il senso di vuoto di cui a volte è vittima. È divenuta quindi molto sensibile alla freddezza altrui, e se l’interlocutore non la ricambia con la comprensione e l’attenzione che ella si aspetta, può cadere in momenti di malinconia, smarrimento, rifiuto. Evita lo scontro (anche se si difende con tenacia se si sente attaccata o criticata) perché l’idea di “perdere il contatto” tende a destabiliz- zarla. È quindi anche probabile che la scelta di vita della scrivente sia stata motivata in buona parte dalla convin- 49 GRAFIA 4 Laurea in scienze sociali – anni 31 19 Spazio grafico organizzato in modo un po’ invadente, con la grafia che si sviluppa prevalentemente nella zona media. Curva ed Accurata, presenta forme estese e am- pollose caratterizzate in parte da un certo infantilismo. Scarse le pause fra le parole. Molti i gesti – di cui alcuni flemmatici – che tolgono essenzialità e chiarezza alle sin- gole lettere. La scrivente si muove con apparente estroversione, at- tenta a cogliere ciò che le accade intorno. Apprende in modo prevalentemente assimilativo, concreto, anche se tendenzialmente soggettivo. Tende a esprimersi con una loquacità vivace e cordia- le, a volte un po’ narcisistica e compiaciuta, più che in una vera e propria apertura allo scambio, al nuovo, al di- verso e ad un autentico dialogo tra le parti. Il soggetto in- fatti tende a mantenere un atteggiamento di difesa delle proprie istanze ed opinioni, a tratti di decisa diffidenza e suscettibilità, un certo soggettivismo nell’espressione di giudizi su persone e situazioni, che va a frenare quindi l’ascolto e l’accettazione delle proposte altrui, la propria 48
  • 27. 50 zione di trovare un porto di quiete in cui si sarebbe po- tuta percepire concretamente protetta e amata incondi- zionatamente, e grazie a questo e a un dialogo intermina- bile con il Signore, incoraggiata e sospinta ad attivarsi per rendere testimonianza di questo amore. GRAFIA 5 Diploma di Licenza Media – anni 32 20 Grafia leggera, piuttosto grande, inclinata a sinistra. La grande cura, gli stacchi che si susseguono quasi ad ogni lettera e una ferma ricerca di chiarezza frenano no- tevolmente il ritmo scrittorio, dando un’impressione di pe- danteria e artificiosità. La scrivente risulta dotata di intelligenza tecnica, tenden- zialmente pragmatica e organizzata, metodica fino allo sche- matismo. Il suo costante bisogno di avere il controllo delle situazioni interne ed esterne la induce a ricercare in tutto la chiarezza, la trasparenza e la certezza di essere nel giusto. L’accoglienza di proposte nuove e richieste esterne viene rallentata anche da una sorta di chiusura pregiudiziale nei confronti di quelle argomentazioni che potrebbero turbare 51 il suo equilibrio e la sua visione delle cose. Possiede una notevole memoria, soprattutto di tipo nozionistico. È metodica e precisa, cauta e attenta affinché tutto pro- ceda su binari noti e rassicuranti, che allontanino da lei il ti- more di cadere nell’errore. Teme pertanto di abbandonarsi a una rielaborazione personale di ciò che apprende o le ac- cade, preferendo conformarsi a ciò che ha fatto proprio se- condo gli schemi noti. La sensibilità è notevole, ma in gran parte volta a man- tenere uno stato di vigilanza con cui si difende dall’inge- renza delle situazioni che la circondano. Anche la vitalità della scrivente viene in buona parte convogliata a mante- nere un costante autocontrollo che la induce a inibire pul- sioni e intuizioni, e mantenere uno standard di rendimento apparentemente sempre di buon livello. La capacità di giu- dizio del soggetto è tendenzialmente soggettiva per la diffi- coltà a mettersi nei panni altrui ed accettare l’imprevisto; causa proprio questo soggettivismo, il suo spirito analitico e la presunzione di essere molto prossima alla perfezione, la scrivente rischia di essere piuttosto giudicante. Si presenta un po’ rigidamente, ma con modi garbati, cauti, formali e comunque molto gentili. Sotto pelle vibra una certa aggressività, che la scrivente tiene costantemente sotto controllo. È riservata, abbastanza solerte all’obbedien- za anche se fatica ad accettare ingerenze. Malgrado un’apparente e formale disponibilità all’ac- coglienza, la scrivente rivela difficoltà ad entrare in rap- porto empatico e di risonanza con gli altri, verso i quali pone una certa distanza. Le tenerezze rivolte a lei, – per quanto le siano “necessarie” – la imbarazzano profonda- mente, anche perché probabilmente appartengono a un linguaggio che le è in buona parte sconosciuto. Sopperi- sce con il ricorso alle tradizioni e alle ricorrenze la sua ca-
  • 28. 52 renza nel creare un’aria di familiarità intorno a lei. Le “buone” abitudini, il vivere in un’atmosfera rarefatta dove tutto è “pulito” la tranquillizzano molto. Sarebbe importante che la giovane potesse rilassarsi a li- vello fisico, ma anche mentale, così da portarla ad un’ac- cettazione serena di se stessa e della propria umanità, e di quella degli altri, unica via per poter provare e ispirare amore e compassione. I potenziali intellettivi e relazionali che potrebbero emergere sono notevoli. GRAFIA 6 Diploma magistrale – anni 33 21 La grafia presenta una certa vivacità, anche se proce- de un po’ a “singhiozzo” per una canalizzazione energe- tica non ottimale. Appare infantile, grande, con qualche gesto spavaldo che va a compensare una certa impressio- ne di trascuratezza. La scrivente rivela buoni potenziali intellettivi, anche se al momento non riescono ad essere espressi con conti- nuità nella loro pienezza. È curiosa e facilmente si stupi- sce di fronte alle potenti manifestazioni dell’insondabile. È 53 dotata di notevole sensibilità e di gusto per la musica. È fantasiosa, e a volte si ritira in un mondo un po’ suo. La memoria non è eccezionale e tende a ricordare maggior- mente ciò che l’ha emotivamente colpita. Sia in fase di apprendimento che negli impegni quoti- diani procede un po’ a singhiozzo: a tratti si affaccenda nervosamente intorno a qualcosa, ha momenti di disim- pegno, poi improvvisamente vi si riavvicina con maggior curiosità e vivacità. Dà sostanzialmente l’impressione di essere piuttosto capricciosa, anche se di fatto la sua diffi- coltà a risolversi è data da nervosismo e tormento che in- terferiscono con lo spirito organizzativo e l’espressione di sé a tutti i livelli. Se le viene fatta notare la sua disconti- nuità può avere reazioni brusche, ma fondamentalmente cerca di porvi rimedio. Si può supporre che le figure genitoriali non abbiano aiu- tato la scrivente a “crescere” e a strutturare un’identità defi- nita. Non ha avuto sostegno e rassicurazione, è un po’ come se fosse stata lasciata sola a “comporre i propri pezzi”. Da qui un certo infantilismo, una certa difficoltà a difendersi, un rapporto contraddittorio con la ricerca di autonomia, degli atteggiamenti un po’ spavaldi che, se da un lato sono stati quelli che probabilmente le hanno dato la spinta negli studi e una certa volontà di riscatto, dall’altro a volte la rendono un po’ contraddittoria e rischiano di inquinare le relazioni. È generalmente buona d’animo e ha bisogno di accoglien- za, si affeziona ma ha difficoltà a esprimere con pienezza i suoi sentimenti. Sente fortemente il senso di appartenenza, anche se a volte può avere atteggiamenti provocator e in- sofferenti. Avverte però il peso delle aspettative che si con- vogliano su di lei, e allora cerca di dare il meglio, torna anche sui propri passi per cercare di migliorarsi. Si trova a suo agio a lavorare coi bambini.
  • 29. 54 GRAFIA 7 Diploma di scuola superiore – anni 22 22 Grafia fortemente omogenea e costante nelle sue carat- teristiche di cura, dimensione, inclinazione a destra, di- sposizione nello spazio. Talvolta gli allunghi inferiori vanno a toccare le righe sottostanti creando una lieve sensazione di confusione. Ritmo controllato, emotività vibrante. L’autrice della grafia presenta una buona capacità di apertura mentale. Non è persona avventata, anzi pare piut- tosto cauta e prudente, con momenti di indecisione che la inducono a tornare sulle proprie scelte per verificarne la validità. Ha un fondamentale bisogno di chiarezza e di certezze sia sul piano dell’approccio con la realtà che in fase di pianificazione delle idee. La capacità di giudizio è a volte inquinata da qualche chiusura pregiudiziale, dal timore di perdere qualcosa di sé nella tensione oblativa, qualche momento di ansia che può momentaneamente togliere lucidità in fase organiz- zativa e di scelta, anche se generalmente la giovane è piut- tosto determinata e capace di procedere verso i propri 55 obiettivi con buona chiarezza di programmazione. È do- tata di senso pratico, che la porta a fare tesoro delle pro- prie esperienze. I suoi tempi sono cadenzati in modo regolare al limite della monotonia, raramente demorde dai suoi obiettivi; a volte però la tensione può crearle momenti di affatica- mento e perdita di tono. La riservatezza non le impedisce di essere partecipe; è cordiale e gentile, anche se a volte un po’ incalzante. Tut- tavia, malgrado la sensibilità, può a volte apparire un po’ distante proprio perché molto misurata. Ambisce a una sorta di umile e calibrata perfezione, ha pazienza e, nel tempo, potrebbe arrivare ad essere una donna fattiva e se- rena. Fatica a lasciarsi alle spalle il passato, a voltare pa- gina, e questo – se non sufficientemente rielaborato – può indurla a ripetere costantemente gli stessi copioni com- portamentali, gli stessi errori. Ora le incertezze e i moti d’ansia possono dipendere anche dalla giovane età e dal percorso ancora in itinere, dal timore di non essere all’altezza dei doveri che si è pre- fissata. Pertanto al momento si tiene un po’ trincerata at- traverso una certa rigidità e normatività che le dà maggior sicurezza. GRAFIA 8 Laurea in Scienze della formazione primaria – anni 3523 La scrittura è abbastanza grande, curva, piuttosto lenta anche se rivelatrice di un’intensa emotività. La forma un po’ infantile mantiene una buona chiarezza; la
  • 30. 56 gestione energetica non pare sempre ben canalizzata; l’inclinazione risente di tentennamenti delle lettere al- l’interno delle parole. La scrivente appare una persona capace di percepire la realtà con buona ampiezza, anche se non sempre in modo particolarmente articolato o arricchito da approfondimenti critici e originali. Per una sorta di incertezza torna più volte sulle cose per evitare errori o leggerezze, tuttavia le do- mande che si pone non hanno una forte valenza strategica, né si proiettano nel lungo periodo. La memoria è discreta. È piuttosto incerta sul da farsi, soprattutto se deve de- cidere in fretta, perché ha necessità di avere ben chiari gli elementi di un problema. Non è dotata di una grande vi- talità, tuttavia, soprattutto in ambienti che le sono fami- liari e in cui avverte di poter contare sull’accettazione e la protezione degli altri, si propone in modo più vivace, quasi da essere al centro dell’attenzione. È molto sensi- bile, talvolta permalosa, talvolta ingenua. Talora l’ansia, anche per piccole cose, riduce la sua capacità di aprirsi al mondo e allora tende a chiudersi e a diventare più diffidente. È curiosa e anche loquace, ma non è realmente sempre immediata nell’accoglienza di idee altrui. Talvolta pare vivere in un mondo tutto suo, da cui stenta ad uscire. Riesce a mantenere fede agli obiet- 57 tivi che si è prefissata, anche se a volte, perdendo di con- centrazione, rischia di attraversare momenti di defaillan- ce in cui si sente confusa e in balia di spinte contrappo- ste, fra le quali ha difficoltà a decidere. È molto portata a lavorare coi bambini, perché per molti versi è come loro, ha gli stessi entusiasmi e a volte la stessa trasparenza, fantasia vivace, la voglia di giocare. A livello affettivo la scrivente appare leggermente di- pendente, non aggressiva, timorosa dell’abbandono. Questo aspetto così fanciullesco si può probabilmen- te ricondurre a modelli genitoriali e/o educativi che non l’hanno aiutata a crescere; forse non sono stati modelli particolarmente stimolanti tanto da aver suscitato in lei una sorta di diffidenza verso il mondo degli adulti. GRAFIA 9 Diploma in Scienze Religiose – anni 32 24 La scrittura appare vergata con chiarezza e compitez- za, occupando tutto lo spazio a disposizione. Procede in modo cauto, insicuro, alternando gesti di chiusura ad altri maggiormente infantili, altri ancora aperti ed evolu- ti. Forma molto curva, scarsamente reattiva e tonica, pres- sione poco differenziata.
  • 31. 58 La scrivente apprende con pragmatismo e concretezza, supportata da una buona memoria che le permette di ri- cordare anche i particolari. Legge gli eventi in modo soggettivo, non sempre obiet- tivo e razionale, poiché anche lo spirito critico di cui è do- tata rischia a volte di diventare ipercritica. Fa fatica a en- trare nella profondità delle cose per insufficiente forza ar- gomentativa. Una vivacità intellettiva, quella della scriven- te, appoggiata da sufficiente chiarezza, ma sacrificata e sof- focata dall’inibizione. L’insicurezza di fondo le rende diffi- coltoso aprirsi autenticamente all’altro e accettare uno scambio di crescita. Un buon potenziale di altruismo e adattamento sono quindi in contrasto con una disponibili- tà all’ascolto non pienamente vissuta, né nei confronti delle istanze altrui, né delle proprie, più intime. L’estroversione è espressa dalla scrivente soprattutto attraverso una lo- quacità vivace e cordiale. La difficoltà all’accoglienza si ac- compagna all’incapacità di stare sola, di affrontare il di- stacco e la solitudine; inoltre l’insicurezza la porta a ricer- care il riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento degli altri. La giovane appare come intrappolata dalle sue paure, che non le permettono di andare liberamente verso gli altri e di sentirsi amata nel più profondo di se stessa e di amare con gratuità. Vive ancora una relazione stretta con la figura simbolicamente legata al materno, dalla quale attende aiuto e protezione dagli imprevisti e dai pericoli della vita, mantenendo così vivi alcuni comportamenti di- pendenti. Rispetta la tradizione in modo anche conformi- stico, limitando le sue possibilità di evoluzione personale, perché impedita nell’iniziativa di fare esperienze proprie. Ha interiorizzato gli antichi valori, per cui il passato con- diziona il presente. Piuttosto abitudinaria, rispettosa degli anziani, ascolta i “grandi”, con il bisogno della loro ap- 59 provazione per le proprie scelte di vita. Nutre pertanto una forte esigenza di primeggiare tra i colleghi di lavoro o i coetanei. Il quotidiano tende a prevalere sulla spiritualità, con qualche tormento interiore che non le permette di re- stare a lungo negli interessi di ordine superiore. La scri- vente avverte dentro di sé la voglia di uscire da ogni forma di inibizione e nello stesso tempo non trova la serenità suf- ficiente per ascoltarsi e ascoltare la vita che la circonda. GRAFIA 10 Operatrice sistemi elettronici gestionali – anni 32 25 La grafia procede con ritmo trattenuto dal bisogno di accuratezza e controllo, andamento austero e verticaleg- giante. Dritta e piuttosto essenziale, tende ad amplificare l’impressione di rigidità per la mancanza di ariosità fra le lettere e le parole. Persona che anela ad incarnare un ideale di perfezio- ne, e con questo proposito s’impegna moltissimo cercan- do continuo miglioramento. La tensione verso questo fine però l’ha portata a irrigidirsi e a chiudersi al dialogo in- terno ed esterno per non mettere a confronto le proprie
  • 32. 60 certezze con le proprie incertezze. Così facendo spreca energie e non elabora le proprie normalissime umane in- sicurezze, nel tentativo poi di superarle o di accettarsi. È quindi una donna meticolosa, attenta, prudente, cauta, molto vigile a non essere colta in errore, attenta a rispettare con precisione norme e regole. È obbediente, anche se molto suscettibile. Stenta a rilassarsi, e ciò è in conflitto col suo lato infantile che vorrebbe sentirsi libero e giocare. Ha un forte senso di responsabilità, che non vive però come coraggio e decisionalità quanto come os- sequio alle normative e a un’immagine ideale di sé e del- l’ambiente che la circonda. Risulta quindi buona la capa- cità di sopportazione del disagio e della fatica. Non possiede forte senso critico e ciò rallenta in lei un percorso di rivisitazione e adattamento costruttivo. È in- vece dotata di una forte memoria, chiarezza, notevole re- sistenza, anche se la tensione può nel tempo tendere a stancarla. I ritmi sono quelli necessari alla chiarezza e al controllo costante. Cortese e garbata, a volte supera una certa timidezza con momenti di aggressività che si esplica solo verbal- mente. Il suo rigore formale può crearle qualche difficol- tà nell’integrazione spontanea dei gruppi. GRAFIA 11 Assistente sociale – anni 3126 Scrittura grande e movimentata, a tratti quasi impa- ziente. Alterna forme quasi infantili ad altre più evolute e dinamiche. Procede con slancio verso destra, riempiendo tutto il foglio con moto ascendente e inclinato a destra. Lieve l’impressione di disordine. 61 La scrivente è dotata di forte vitalità e vivacità che non sempre riesce a gestire perfettamente. Si mostra entusiasta e tendenzialmente estroversa, immediata nelle sue risposte, collaborativa e apparentemente pronta ad accettare nuove sfide. Spesso è in grado di risolvere in modo personale i problemi, senza fossilizzarsi su schemi rigidi e monotoni. Tuttavia permane una certa difficoltà a percepirsi vera- mente sicura, per cui insicurezza e cautela le creano un conflitto tale da non rendere il suo slancio costante e con- tinuativo. Pur vivendo contrasti e incertezze, il soggetto tende a stancarsi della stesse cose, e preferisce proporsi at- tivamente “nel fare” per evitare la frustrazione della noia. È piuttosto spontanea e simpatica, pronta a ridere di sé, anche se a tratti ha punte di orgoglio e chiusura. Possiede enormi potenziali intellettivi e umani, frenati però da un’emotività che la fa saltellare fra alti e bassi d’umore, in una percezione di sé un po’ altalenante. Que- sto le crea delle difficoltà organizzative e nelle previsioni a lungo termine. È curiosa e spinta da forte idealità, dal de- siderio di migliorare il mondo e di poter agire concreta- mente in tutto questo. Se adeguatamente aiutata (un po’ più di centratura, una maggior calma e razionalità) può diventare una vera forza propulsiva.
  • 33. 62 GRAFIA 12 Laurea in Scienze dell’educazione – anni 35 27 La scrittura appare quasi stilizzata, piccola ma arric- chita da allunghi inferiori e superiori importanti. Estre- mamente sobria, piuttosto angolosa, presenta larghezze infraverbali e infraletterali ben definite. Eleganti nella sua essenzialità, procede con ponderazione, trasmettendo una sensazione di razionalità e controllo. La scrivente rivela un’intelligenza dotata di capacità os- servative raffinatissime, grande abilità analitica e di verifi- ca, intelligenza capace di settorializzare con efficacia gli argomenti sottoposti alla sua attenzione. Queste abilità presentano comunque un altro aspetto, che è quello di portare incertezza e rallentare un poco le fase di scelta e quella decisionale per il bisogno di troppo verificare e controllare. Il soggetto avverte fortissimo il senso di responsabilità e il bisogno di rispondere positi- vamente alle aspettative che sente pesare su di lei, così come pure avverte l’impellenza di una parte istintuale che non è stata sufficientemente nutrita e gratificata durante l’infanzia. La figura materna, non affettiva e in difficoltà a trasmettere affetto e accoglienza, ha portato la giovane a 63 ricercare tenerezza e rassicurazione in una figura paterna che pare non essere stata neppure lei gratificante. Attual- mente l’Io della scrivente appare sofferente, e le cadute del tono tensivo, la percezione dell’Io, che quasi va scom- parendo, indicano che forse c’è bisogno di sostegno e rie- quilibrio fra un ruolo che ha voluto assumersi e la sua forza reale. L’anelito al Padre, a non deluderlo, a cercarlo per potervisi finalmente abbandonare è molto forte: forti possono essere quindi i sensi di colpa che la giovane vive nel percepire le sue difficoltà. GRAFIA 13 Diploma Liceo socio pedagogico – Anni 30 28 Grafia piccola, accurata , con gesti di moderata esube- ranza, talora un poco insicuri. Procede su un rigo ondu- lato che verso la fine del foglio tende a cadere verso il basso. La sensibilità è delicata, la vivacità contenuta, la cura minuziosa.
  • 34. 64 La scrivente presenta un’intelligenza dotata di spirito osservativo, riflessivo, analitico. Torna più volte a ragio- nare sugli stessi elementi per evitare la superficialità e l’in- genuità, ritardando, talvolta, le decisioni e il distacco dal passato per passare definitivamente ad altro. L’insicurezza che traspare la porta a inibire in parte la spontaneità e l’autenticità della relazione a favore di un rapporto più intimista, anche se a volte “bambineggia” per ottenere il favore altrui. Può quindi apparire, soprattutto ai primi incontri, cauta e quasi diffidente. Anche la sua fidu- cia è riposta in poche persone, che ascolta e stima, perché la rassicurano. In ambienti in cui si sente sostenuta ed accettata è cer- tamente più propositiva e anche allegra; l’espressione della propria vivacità è spontanea. Non sempre riesce a re- stare a lungo concentrata sugli obiettivi, anche se è molto preoccupata di fare bene e non deludere le aspettative. È dotata di riflessività e quindi in grado di una certa capaci- tà di autocorrezione. La fisicità è percepita e forse anche enfatizzata: ha qualche problema alimentare. Ha bisogno di rassicurazioni sui suoi veri valori per poter vivere con maggior serenità i propri talenti. GRAFIA 14 Operatrice commerciale – Anni 35 29 Scrittura delicata e accurata, aggraziata, ingentilita da piccoli gesti alla fine e all’inizio delle parole. Piccola e drit- ta, pur procedendo con movimento misurato, manifesta una sua spigliatezza, frutto in parte anche di una calda emotività. 65 La scrivente appare dotata di vivacità, che tiene però tendenzialmente controllata. È organizzata e dotata di senso pratico, sensibile e delicata. Tuttavia mostra note- vole volontà e determinazione; qualora i suoi progetti en- trino in frizione con le aspettative esterne tende a irrigi- dirsi e a mostrare segni di tensione, in quanto la sua sen- sibilità le rende difficoltoso reggere la discussione con l’interlocutore. È persona piuttosto cauta; a volte tende a chiudersi in modo pregiudiziale di fronte a ciò che sente minacciare la sua immagine e tutto ciò che ritiene appartenerle. Tende pertanto a filtrare gli stimoli e fatica a porsi in una situa- zione di autentico dialogo e ascolto, anche perché l’emo- tività potrebbe turbarla. È rispettosa delle norme e delle gerarchie. Fatica a decidere con immediatezza soprattutto se si sente divisa fra spinte egualmente forti, non tanto perché non sappia quello che vuole, piuttosto perché non sa bene come ottenerlo, o è un po’ spaventata dal prezzo da pagare. Torna quindi più volte sulle stesse cose, fati- cando a lasciarsi andare e a vedersi proiettata nel futuro. È precisa, forse a volte un po’ pignola e prolissa, ma mossa comunque da una buona vivacità e da una certa curiosità. È persona riservata e a tratti timida, ma quando
  • 35. 66 ha acquisito sicurezza e non subisce la tensione emotiva è maggiormente disponibile, lucida, riflessiva. Sa assu- mersi responsabilità, anche in conseguenza di un’educa- zione un po’ inibente che le ha fatto sentire il peso delle proprie richieste. 67 – V – Interesse per lo spirito riflesso nella scrittura Quali segni grafici? Per quanto riguarda la possibilità di identificazione della dimensione spirituale delle persone, e nel presente lavoro della vita spirituale di donne consacrate a Dio, nella vita claustrale e nella vita apostolica, Girolamo Moretti aveva individuato alcuni segni: Pendente, Filiforme, Aper- tura a capo della o e della a, e per l’apertura agli altri il Largo tra Lettere, la Triplice Larghezza equilibrata, la Chiarezza... Noi, ipotizziamo altri segni, oltre quelli di Mo- retti, che possono indicare la tensione verso l’Alto e la oblatività della vita come espressione di libertà interiore, gioia di vivere, amore gratuito verso Dio e verso il prossi- mo (che porta in sé anche ampiezza di vedute e apertura alla novità). Questi altri segni possono essere: Ascenden- te, Aste rette, Attaccata, Calibro piccolo-Minuta, Calma, Chiara, Curva in giusto grado, Disuguale Metodico, Flui- da, Intozzata 1° modo, Mantiene il Rigo, Sinuosa, Titu- bante, Vezzosa grazia, insieme ad una buona Omogenei- tà generale. Nel presente capitolo – pur non volendo dare a questo volume l’impronta del manuale grafologico – riportiamo, in ordine alfabetico, a giustificazione delle conclusioni cui si