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Pensare e Produrre: ruolo delle Professioni




giovedì 2 dicembre 2010
La Crisi che stiamo vivendo non è come le altre che l'hanno
           preceduta, ma molto più grave, pervasiva, durevole e devastante.
                     E non ha ancora pienamente spiegato effetti.
            L'onda lunga deve ancora arrivare e bisogna fare
             qualcosa per far sì che almeno qualcuno si trovi
                consapevolmente pronto ad affrontarne la
                               dirompente portata.




giovedì 2 dicembre 2010
Il tempo per cambiare è arrivato: cambiare ottica di visione,
        cambiare abitudini e costumi, cambiare aspettative sul modo di
         vivere la vita, riappropriandoci dell’essenza intima e non solo
           della forma esteriore delle cose. Forse è opportuno anche
         arrivare a ripensare il capitalismo, reinterpretandolo in chiave
                         innovativa, sostenibile ed equitativa.




giovedì 2 dicembre 2010
Non siamo nati solo per possedere al fine di consumare,
       pensando di trarne effimera quanto sfuggente soddisfazione.
     Non esiste solo la materialità del corpo, ma anche la spiritualità e
         la conoscenza della mente, che, ugualmente al corpo, deve
      alimentarsi  e così crescere sana e trasmettere alle altre menti
              che verranno il proprio patrimonio di pensiero. 




giovedì 2 dicembre 2010
Migliorare la conoscenza è comprendere per sopra-
                               vivere, ovvero per vivere-meglio.
                   Per vivere meglio e al (possibile) riparo dagli scossoni
                   della Crisi attuale e da tutte le altre che la seguiranno 
                                     per successiva talea. 




giovedì 2 dicembre 2010
Un interessante spunto di meditazione mi è stato fornito da
                 Jacques Attali, illuminato economista e giornalista
              francese, quando sostiene che i governi stanno basando
          le proprie strategie di contenimento della Crisi nel far pagare
           ai contribuenti di dopodomani gli errori dei banchieri di ieri,  
                           e i bonus dei banchieri di oggi. 




giovedì 2 dicembre 2010
Fino a che punto possiamo spingerci in avanti con un tale azzardo
          morale, senza mettere mano alla base delle cose? 
 “Quousque tandem Catilina abutere patientia nostra? “




giovedì 2 dicembre 2010
Non sarà facile spiegare al ceto sociale medio e a quello di base
         che, ad un certo punto, saranno finiti gli aiuti a sostegno del
       reddito, oltre ad essere finito pure il reddito, mentre dovranno
      contemporaneamente essere soddisfatti gli impegni internazionali 
              che drenano sempre più liquidità e garanzie di Stato.
          E il reddito disponibile diminuisce sempre di più, mentre si
      intacca il patrimonio e il risparmio, già pesantemente falcidiato in
        passato da abusi, truffe, rapine e malversazioni di ogni genere.




giovedì 2 dicembre 2010
Qualcuno allora potrà iniziare a pensare di cercare il
                      colpevole, e potrà subire il malevolo influsso di
                 strumentalizzazioni da "caccia all'untore" di manzoniana
                     memoria. Il rischio c'è. E gli appelli continui delle
                     Istituzioni in tal senso lo lasciano intendere con
                 chiarezza. Questo rischio deve necessariamente essere
                   contenuto e minimizzato. Ciascuno deve fare la sua
                    parte per evitare che il declino economico e
                    finanziario che stiamo sperimentando diventi una
                                deriva sociale pericolosa.




giovedì 2 dicembre 2010
Ed è strategico l'apporto del SAPERE delle PROFESSIONI. In
         un’epoca dove è messa in discussione l'essenza stessa del
          Turbocapitalismo, il PENSARE deve riguadagnare
                posizioni perdute sul PRODURRE. 
    Perché attraverso il pensiero creativo e innovativo si possono creare
     condizioni di nuovo sviluppo, semplicemente MIGLIORANDO
     quello che già c’è e RISCOPRENDO alternative al P.I.L.. Come?
                         Innovando con Creatività.
       Si possono trovare fonti e filoni di nuove attività, di innegabile
        portata collettiva, che attraverso il mondo delle Professioni,
    uniscono e non dividono i ceti sociali, sempre più distaccati gli uni
                                    dagli altri. 




giovedì 2 dicembre 2010
Le PROFESSIONI dovranno riscoprire l’essenza
                           sociale del loro essere, “gettando ponti” e non
                             “innalzando muri e steccati” di presunte e
                            inviolabili tutele anacronistiche di categoria.




giovedì 2 dicembre 2010
Le Professioni, unitamente alla ricerca dell'innovazione e alla
             riscoperta della creatività di cui sono, o dovranno ancora di
             più essere portatrici, possono essere un buon BALUARDO
                          a sostegno della traballante coesione sociale.
               Recuperando in ciò anche una rinnovata impronta sociale
              (Social Footprint), per alcune assolutamente indispensabile.




giovedì 2 dicembre 2010
La Mongolfiera sociale si sta sgonfiando, proprio come
                      una delle innumerevoli e nefaste bolle che sono
                              comparse nell’ultimo decennio.
                   La Mongolfiera sociale sta perdendo quota e dovrà
                 essere alleggerita da quegli elementi ponderali percepiti
                       come “rinunciabili”, per evitare che si schianti.
                       Alleggerita cioè di pesi poco utili e comunque
                    rinunciabili rispetto ad altri, e come tali “percepiti”
                                    dall’opinione pubblica.




giovedì 2 dicembre 2010
Le Professioni, a mio avviso, ed alcune più di altre,
                dovranno comprendere per tempo questa percezione e
                attivarsi con impegno, per riguadagnare molti punti sulla
                       loro irrinunciabilità sociale, per essere
                    considerate ancora “necessarie”, quanto alla loro
                         esistenza e quanto alla loro consistenza.




giovedì 2 dicembre 2010
Penso all'avvio di una pervasiva COSCIENZA
                          COLLETTIVA che spinga per com-prendere
                                e con-dividere e non per separare.




giovedì 2 dicembre 2010
Penso all'avvio di un rinnovato SPIRITO DEL TEMPO
                    che alimenti il Pax-appeal, innanzitutto nella
               Conciliazione e Mediazione come appannaggio
                  di TUTTI i PROFESSIONISTI a favore di
               TUTTI I CITTADINI.  Che si spera POSSA e DEBBA
                    diventare appannaggio di TUTTI i Professionisti,
                  ad esempio con la CONCILIAZIONE FACILITATA.




giovedì 2 dicembre 2010
Penso poi all’approccio MULTIDISCIPLINARE dei
           Professionisti, utile per ridurre i colli di bottiglia e per
            migliorare procedure , protocolli ed opere nella P.A.  Ed
        anche all'avvio della vera cura della polis (= Politica o Politeia),
            alla cura di ciò che è pubblico (repubblica o res publica),
        alla riscoperta dell'impagabile piacere di lavorare contribuendo
              alla soddisfazione immateriale di qualcuno più che alla
                      fabbricazione strumentale di qualcosa.




giovedì 2 dicembre 2010
Le PROFESSIONI, a mio modo di vedere, hanno adesso
                   una grande opportunità per conferire adeguato lustro
             al loro rinnovato accreditamento sociale: diffondere il MEME
                   di questa coscienza collettiva, ovvero devono
                   operare, prima sforzandosi, e poi automaticamente ed
             inconsapevolmente, per replicare di mente in mente questo
                atteggiamento, come unità di informazione culturale.




giovedì 2 dicembre 2010
Il meme quale entità informativa che si autoreplica, divenendo
     "opinione pubblica",  si autopropaga e si diffonde entrando a
        far parte stabilmente nella rinnovata  cultura della Nazione.
     Il meme è un'idea, un valore, un'abilità, oppure qualsiasi altra cosa
       sia in grado di essere imparata e divulgata agli altri come unità.




giovedì 2 dicembre 2010
Il meme è per il trasferimento dell'informazione,
                            la stessa cosa che il gene è per la genetica. 
      Il meme, allora, come il gene può essere destinato a grandi cose:
     ad esempio a trasmettere in termini "virali", ovvero assolutamente
        pervasivi e pandemici, qualsiasi unità di INFORMAZIONE e di
       LINGUAGGIO e di CONCETTO che passa di mente in mente,
               da uomo a uomo, consapevolmente o inconsapevolmente.




giovedì 2 dicembre 2010
La diffusione della percezione ADESSO del gigantesco
             ruolo delle PROFESSIONI nella tenuta degli interessi
               economici, sociali e nazionali a difesa dalla Crisi attuale
                      e a difesa da quelle che seguiranno, è assimilabile ad
            un MEME evolutivo della nostra appartenenza collettiva
                 ad un Paese, riconosciuto dal mondo intero, come culla
                     millenaria del Sapere e della cultura universale.




giovedì 2 dicembre 2010
www.studioboccanera.com




giovedì 2 dicembre 2010

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Pensare e produrre: ruolo delle Professioni (Est II)

  • 1. Pensare e Produrre: ruolo delle Professioni giovedì 2 dicembre 2010
  • 2. La Crisi che stiamo vivendo non è come le altre che l'hanno preceduta, ma molto più grave, pervasiva, durevole e devastante. E non ha ancora pienamente spiegato effetti. L'onda lunga deve ancora arrivare e bisogna fare qualcosa per far sì che almeno qualcuno si trovi consapevolmente pronto ad affrontarne la dirompente portata. giovedì 2 dicembre 2010
  • 3. Il tempo per cambiare è arrivato: cambiare ottica di visione, cambiare abitudini e costumi, cambiare aspettative sul modo di vivere la vita, riappropriandoci dell’essenza intima e non solo della forma esteriore delle cose. Forse è opportuno anche arrivare a ripensare il capitalismo, reinterpretandolo in chiave innovativa, sostenibile ed equitativa. giovedì 2 dicembre 2010
  • 4. Non siamo nati solo per possedere al fine di consumare, pensando di trarne effimera quanto sfuggente soddisfazione. Non esiste solo la materialità del corpo, ma anche la spiritualità e la conoscenza della mente, che, ugualmente al corpo, deve alimentarsi  e così crescere sana e trasmettere alle altre menti che verranno il proprio patrimonio di pensiero.  giovedì 2 dicembre 2010
  • 5. Migliorare la conoscenza è comprendere per sopra- vivere, ovvero per vivere-meglio. Per vivere meglio e al (possibile) riparo dagli scossoni della Crisi attuale e da tutte le altre che la seguiranno  per successiva talea.  giovedì 2 dicembre 2010
  • 6. Un interessante spunto di meditazione mi è stato fornito da Jacques Attali, illuminato economista e giornalista francese, quando sostiene che i governi stanno basando le proprie strategie di contenimento della Crisi nel far pagare ai contribuenti di dopodomani gli errori dei banchieri di ieri,   e i bonus dei banchieri di oggi.  giovedì 2 dicembre 2010
  • 7. Fino a che punto possiamo spingerci in avanti con un tale azzardo morale, senza mettere mano alla base delle cose?  “Quousque tandem Catilina abutere patientia nostra? “ giovedì 2 dicembre 2010
  • 8. Non sarà facile spiegare al ceto sociale medio e a quello di base che, ad un certo punto, saranno finiti gli aiuti a sostegno del reddito, oltre ad essere finito pure il reddito, mentre dovranno contemporaneamente essere soddisfatti gli impegni internazionali  che drenano sempre più liquidità e garanzie di Stato. E il reddito disponibile diminuisce sempre di più, mentre si intacca il patrimonio e il risparmio, già pesantemente falcidiato in passato da abusi, truffe, rapine e malversazioni di ogni genere. giovedì 2 dicembre 2010
  • 9. Qualcuno allora potrà iniziare a pensare di cercare il colpevole, e potrà subire il malevolo influsso di strumentalizzazioni da "caccia all'untore" di manzoniana memoria. Il rischio c'è. E gli appelli continui delle Istituzioni in tal senso lo lasciano intendere con chiarezza. Questo rischio deve necessariamente essere contenuto e minimizzato. Ciascuno deve fare la sua parte per evitare che il declino economico e finanziario che stiamo sperimentando diventi una deriva sociale pericolosa. giovedì 2 dicembre 2010
  • 10. Ed è strategico l'apporto del SAPERE delle PROFESSIONI. In un’epoca dove è messa in discussione l'essenza stessa del Turbocapitalismo, il PENSARE deve riguadagnare posizioni perdute sul PRODURRE.  Perché attraverso il pensiero creativo e innovativo si possono creare condizioni di nuovo sviluppo, semplicemente MIGLIORANDO quello che già c’è e RISCOPRENDO alternative al P.I.L.. Come? Innovando con Creatività.  Si possono trovare fonti e filoni di nuove attività, di innegabile portata collettiva, che attraverso il mondo delle Professioni, uniscono e non dividono i ceti sociali, sempre più distaccati gli uni dagli altri.  giovedì 2 dicembre 2010
  • 11. Le PROFESSIONI dovranno riscoprire l’essenza sociale del loro essere, “gettando ponti” e non “innalzando muri e steccati” di presunte e inviolabili tutele anacronistiche di categoria. giovedì 2 dicembre 2010
  • 12. Le Professioni, unitamente alla ricerca dell'innovazione e alla riscoperta della creatività di cui sono, o dovranno ancora di più essere portatrici, possono essere un buon BALUARDO a sostegno della traballante coesione sociale. Recuperando in ciò anche una rinnovata impronta sociale (Social Footprint), per alcune assolutamente indispensabile. giovedì 2 dicembre 2010
  • 13. La Mongolfiera sociale si sta sgonfiando, proprio come una delle innumerevoli e nefaste bolle che sono comparse nell’ultimo decennio. La Mongolfiera sociale sta perdendo quota e dovrà essere alleggerita da quegli elementi ponderali percepiti come “rinunciabili”, per evitare che si schianti. Alleggerita cioè di pesi poco utili e comunque rinunciabili rispetto ad altri, e come tali “percepiti” dall’opinione pubblica. giovedì 2 dicembre 2010
  • 14. Le Professioni, a mio avviso, ed alcune più di altre, dovranno comprendere per tempo questa percezione e attivarsi con impegno, per riguadagnare molti punti sulla loro irrinunciabilità sociale, per essere considerate ancora “necessarie”, quanto alla loro esistenza e quanto alla loro consistenza. giovedì 2 dicembre 2010
  • 15. Penso all'avvio di una pervasiva COSCIENZA COLLETTIVA che spinga per com-prendere e con-dividere e non per separare. giovedì 2 dicembre 2010
  • 16. Penso all'avvio di un rinnovato SPIRITO DEL TEMPO che alimenti il Pax-appeal, innanzitutto nella Conciliazione e Mediazione come appannaggio di TUTTI i PROFESSIONISTI a favore di TUTTI I CITTADINI.  Che si spera POSSA e DEBBA diventare appannaggio di TUTTI i Professionisti, ad esempio con la CONCILIAZIONE FACILITATA. giovedì 2 dicembre 2010
  • 17. Penso poi all’approccio MULTIDISCIPLINARE dei Professionisti, utile per ridurre i colli di bottiglia e per migliorare procedure , protocolli ed opere nella P.A.  Ed anche all'avvio della vera cura della polis (= Politica o Politeia), alla cura di ciò che è pubblico (repubblica o res publica), alla riscoperta dell'impagabile piacere di lavorare contribuendo alla soddisfazione immateriale di qualcuno più che alla fabbricazione strumentale di qualcosa. giovedì 2 dicembre 2010
  • 18. Le PROFESSIONI, a mio modo di vedere, hanno adesso una grande opportunità per conferire adeguato lustro al loro rinnovato accreditamento sociale: diffondere il MEME di questa coscienza collettiva, ovvero devono operare, prima sforzandosi, e poi automaticamente ed inconsapevolmente, per replicare di mente in mente questo atteggiamento, come unità di informazione culturale. giovedì 2 dicembre 2010
  • 19. Il meme quale entità informativa che si autoreplica, divenendo "opinione pubblica",  si autopropaga e si diffonde entrando a far parte stabilmente nella rinnovata  cultura della Nazione. Il meme è un'idea, un valore, un'abilità, oppure qualsiasi altra cosa sia in grado di essere imparata e divulgata agli altri come unità. giovedì 2 dicembre 2010
  • 20. Il meme è per il trasferimento dell'informazione, la stessa cosa che il gene è per la genetica.  Il meme, allora, come il gene può essere destinato a grandi cose: ad esempio a trasmettere in termini "virali", ovvero assolutamente pervasivi e pandemici, qualsiasi unità di INFORMAZIONE e di LINGUAGGIO e di CONCETTO che passa di mente in mente, da uomo a uomo, consapevolmente o inconsapevolmente. giovedì 2 dicembre 2010
  • 21. La diffusione della percezione ADESSO del gigantesco ruolo delle PROFESSIONI nella tenuta degli interessi economici, sociali e nazionali a difesa dalla Crisi attuale e a difesa da quelle che seguiranno, è assimilabile ad un MEME evolutivo della nostra appartenenza collettiva ad un Paese, riconosciuto dal mondo intero, come culla millenaria del Sapere e della cultura universale. giovedì 2 dicembre 2010