Nella presentazione troverete un estratto dal libro "Conciliazione e Strategia" scritto da Gian Marco Boccanera, che pone l'accento sul ruolo delle Professioni nel rilancio del Sistema-Paese-Italia. In un'epoca in cui viene messo in discussione il Turbocapitalismo il Pensare deve riguadagnare posizioni perdute sul Produrre. Migliorare la conoscenza è comprendere per sopra-vivere, ovvero per vivere-meglio. Per vivere meglio e al (possibile) riparo dagli scossoni della Crisi attuale e da tutte le altre che la seguiranno.
2. La Crisi che stiamo vivendo non è come le altre che l'hanno
preceduta, ma molto più grave, pervasiva, durevole e devastante.
E non ha ancora pienamente spiegato effetti.
L'onda lunga deve ancora arrivare e bisogna fare
qualcosa per far sì che almeno qualcuno si trovi
consapevolmente pronto ad affrontarne la
dirompente portata.
giovedì 2 dicembre 2010
3. Il tempo per cambiare è arrivato: cambiare ottica di visione,
cambiare abitudini e costumi, cambiare aspettative sul modo di
vivere la vita, riappropriandoci dell’essenza intima e non solo
della forma esteriore delle cose. Forse è opportuno anche
arrivare a ripensare il capitalismo, reinterpretandolo in chiave
innovativa, sostenibile ed equitativa.
giovedì 2 dicembre 2010
4. Non siamo nati solo per possedere al fine di consumare,
pensando di trarne effimera quanto sfuggente soddisfazione.
Non esiste solo la materialità del corpo, ma anche la spiritualità e
la conoscenza della mente, che, ugualmente al corpo, deve
alimentarsi e così crescere sana e trasmettere alle altre menti
che verranno il proprio patrimonio di pensiero.
giovedì 2 dicembre 2010
5. Migliorare la conoscenza è comprendere per sopra-
vivere, ovvero per vivere-meglio.
Per vivere meglio e al (possibile) riparo dagli scossoni
della Crisi attuale e da tutte le altre che la seguiranno
per successiva talea.
giovedì 2 dicembre 2010
6. Un interessante spunto di meditazione mi è stato fornito da
Jacques Attali, illuminato economista e giornalista
francese, quando sostiene che i governi stanno basando
le proprie strategie di contenimento della Crisi nel far pagare
ai contribuenti di dopodomani gli errori dei banchieri di ieri,
e i bonus dei banchieri di oggi.
giovedì 2 dicembre 2010
7. Fino a che punto possiamo spingerci in avanti con un tale azzardo
morale, senza mettere mano alla base delle cose?
“Quousque tandem Catilina abutere patientia nostra? “
giovedì 2 dicembre 2010
8. Non sarà facile spiegare al ceto sociale medio e a quello di base
che, ad un certo punto, saranno finiti gli aiuti a sostegno del
reddito, oltre ad essere finito pure il reddito, mentre dovranno
contemporaneamente essere soddisfatti gli impegni internazionali
che drenano sempre più liquidità e garanzie di Stato.
E il reddito disponibile diminuisce sempre di più, mentre si
intacca il patrimonio e il risparmio, già pesantemente falcidiato in
passato da abusi, truffe, rapine e malversazioni di ogni genere.
giovedì 2 dicembre 2010
9. Qualcuno allora potrà iniziare a pensare di cercare il
colpevole, e potrà subire il malevolo influsso di
strumentalizzazioni da "caccia all'untore" di manzoniana
memoria. Il rischio c'è. E gli appelli continui delle
Istituzioni in tal senso lo lasciano intendere con
chiarezza. Questo rischio deve necessariamente essere
contenuto e minimizzato. Ciascuno deve fare la sua
parte per evitare che il declino economico e
finanziario che stiamo sperimentando diventi una
deriva sociale pericolosa.
giovedì 2 dicembre 2010
10. Ed è strategico l'apporto del SAPERE delle PROFESSIONI. In
un’epoca dove è messa in discussione l'essenza stessa del
Turbocapitalismo, il PENSARE deve riguadagnare
posizioni perdute sul PRODURRE.
Perché attraverso il pensiero creativo e innovativo si possono creare
condizioni di nuovo sviluppo, semplicemente MIGLIORANDO
quello che già c’è e RISCOPRENDO alternative al P.I.L.. Come?
Innovando con Creatività.
Si possono trovare fonti e filoni di nuove attività, di innegabile
portata collettiva, che attraverso il mondo delle Professioni,
uniscono e non dividono i ceti sociali, sempre più distaccati gli uni
dagli altri.
giovedì 2 dicembre 2010
11. Le PROFESSIONI dovranno riscoprire l’essenza
sociale del loro essere, “gettando ponti” e non
“innalzando muri e steccati” di presunte e
inviolabili tutele anacronistiche di categoria.
giovedì 2 dicembre 2010
12. Le Professioni, unitamente alla ricerca dell'innovazione e alla
riscoperta della creatività di cui sono, o dovranno ancora di
più essere portatrici, possono essere un buon BALUARDO
a sostegno della traballante coesione sociale.
Recuperando in ciò anche una rinnovata impronta sociale
(Social Footprint), per alcune assolutamente indispensabile.
giovedì 2 dicembre 2010
13. La Mongolfiera sociale si sta sgonfiando, proprio come
una delle innumerevoli e nefaste bolle che sono
comparse nell’ultimo decennio.
La Mongolfiera sociale sta perdendo quota e dovrà
essere alleggerita da quegli elementi ponderali percepiti
come “rinunciabili”, per evitare che si schianti.
Alleggerita cioè di pesi poco utili e comunque
rinunciabili rispetto ad altri, e come tali “percepiti”
dall’opinione pubblica.
giovedì 2 dicembre 2010
14. Le Professioni, a mio avviso, ed alcune più di altre,
dovranno comprendere per tempo questa percezione e
attivarsi con impegno, per riguadagnare molti punti sulla
loro irrinunciabilità sociale, per essere
considerate ancora “necessarie”, quanto alla loro
esistenza e quanto alla loro consistenza.
giovedì 2 dicembre 2010
15. Penso all'avvio di una pervasiva COSCIENZA
COLLETTIVA che spinga per com-prendere
e con-dividere e non per separare.
giovedì 2 dicembre 2010
16. Penso all'avvio di un rinnovato SPIRITO DEL TEMPO
che alimenti il Pax-appeal, innanzitutto nella
Conciliazione e Mediazione come appannaggio
di TUTTI i PROFESSIONISTI a favore di
TUTTI I CITTADINI. Che si spera POSSA e DEBBA
diventare appannaggio di TUTTI i Professionisti,
ad esempio con la CONCILIAZIONE FACILITATA.
giovedì 2 dicembre 2010
17. Penso poi all’approccio MULTIDISCIPLINARE dei
Professionisti, utile per ridurre i colli di bottiglia e per
migliorare procedure , protocolli ed opere nella P.A. Ed
anche all'avvio della vera cura della polis (= Politica o Politeia),
alla cura di ciò che è pubblico (repubblica o res publica),
alla riscoperta dell'impagabile piacere di lavorare contribuendo
alla soddisfazione immateriale di qualcuno più che alla
fabbricazione strumentale di qualcosa.
giovedì 2 dicembre 2010
18. Le PROFESSIONI, a mio modo di vedere, hanno adesso
una grande opportunità per conferire adeguato lustro
al loro rinnovato accreditamento sociale: diffondere il MEME
di questa coscienza collettiva, ovvero devono
operare, prima sforzandosi, e poi automaticamente ed
inconsapevolmente, per replicare di mente in mente questo
atteggiamento, come unità di informazione culturale.
giovedì 2 dicembre 2010
19. Il meme quale entità informativa che si autoreplica, divenendo
"opinione pubblica", si autopropaga e si diffonde entrando a
far parte stabilmente nella rinnovata cultura della Nazione.
Il meme è un'idea, un valore, un'abilità, oppure qualsiasi altra cosa
sia in grado di essere imparata e divulgata agli altri come unità.
giovedì 2 dicembre 2010
20. Il meme è per il trasferimento dell'informazione,
la stessa cosa che il gene è per la genetica.
Il meme, allora, come il gene può essere destinato a grandi cose:
ad esempio a trasmettere in termini "virali", ovvero assolutamente
pervasivi e pandemici, qualsiasi unità di INFORMAZIONE e di
LINGUAGGIO e di CONCETTO che passa di mente in mente,
da uomo a uomo, consapevolmente o inconsapevolmente.
giovedì 2 dicembre 2010
21. La diffusione della percezione ADESSO del gigantesco
ruolo delle PROFESSIONI nella tenuta degli interessi
economici, sociali e nazionali a difesa dalla Crisi attuale
e a difesa da quelle che seguiranno, è assimilabile ad
un MEME evolutivo della nostra appartenenza collettiva
ad un Paese, riconosciuto dal mondo intero, come culla
millenaria del Sapere e della cultura universale.
giovedì 2 dicembre 2010