Analisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazione
Ore ed ore a pensare…
1. Ore ed ore a pensare…
Uno studio sul rimuginio nella
complessa trama
dell’adolescenza.
C.Mezzaluna, K.Morelli, F.Fiore, S. Sassaroli
Studi Cognitivi
2. Introduzione
Il rimuginio è un processo cognitivo avente carattere
predittivo sulla verificabilità di un evento futuro
(Borkovec, Ray, Stober, 1998).
È considerato una delle componenti principali
dell’ansia, infatti, tale pensiero ripetitivo/astratto porta al
mantenimento del sintomo stesso (Borkovec, 1998).
Il rimuginio consiste in una serie di pensieri negativi
eccessivi e incontrollabili (Borkovec, 2004), utilizzati come
strategie di controllo emotivo (Watkins, 2005), messo in atto
nei confronti di una situazione valutata come minacciosa.
3. Introduzione
Il rimuginio è caratterizzato dal predominio del pensiero
verbale astratto negativo (Borkovec, Ray, Stober, 1998).
Recentemente, è stato dimostrato come i rimuginatori
parlano molto con sé stessi mentre non sono abituati a usare
l’immaginazione, il pensiero visivo o sensoriale (Leigh &
Hirsch, 2011).
4. Introduzione
Nel rimuginio vi è un basso livello di concretezza
(Eysenck, 1992) e una inefficace elaborazione di piani
gestionali e strategie di coping (Schönpflug, 1989) .
Anche quando l’immaginazione è presente, mostra scarsa
vividezza e risoluzione (Borkovec e Inz, 1990; Stöber, 1997)
5. Introduzione
Il rimuginio eccessivo è una strategia fallace e non adeguata
per risolvere i problemi e le difficoltà, innescando, in questo
modo, un meccanismo di risposte complesse e negative
(Borkovec,1998).
Il rimuginio patologico è un fenomeno prolungato, duraturo e
difficile da interrompere, poiché nel momento in cui si
attivano dei pensieri negativi si richiamano dalla memoria a
lungo termine una serie di informazioni relative ad eventi
passati (Pratt, 1997).
Una volta innescato, questo meccanismo si autoperpatua
soprattutto nei pazienti rimuginatori patologici
(Schönpflug, 1999).
6. Perché rimuginiamo?
In base all’esperienza clinica è possibile rilevare nei pazienti
due tipi di rimuginio:
evitante, in cui il paziente tende ad individuare una possibile
strategia di fuga (più legato all’ansia generalizzata);
controllante, in cui si vorrebbe ambire ad esercitare un controllo
rispetto alla situazione temuta (legato al disturbo ossessivo
compulsivo).
Entrambe le strategie messe in atto permetterebbero di
ridurre l’ansia (Sanderson, Rapee e Barlow, 1989) Questa
sensazione di padroneggiamento dell’ansia rinforza e
mantiene il rimuginio stesso, impedendo di dedicare le
risorse cognitive ad altri pensieri o attività.
7. IPOTESI DI RICERCA
La letteratura in merito a tale argomento è scarsa e per
questo ci siamo chiesti se fosse possibile classificare il
rimuginio in base al proprio scopo: controllare e evitare?
Quindi, se esista una relazione tra tipo di rimuginio e
patologia. E se fosse influenzata dal genere.
8. Materiali e Metodi
- Soggetti: giovani adulti
- N= 99, M= 18,67 e DS=2,34;
Dall’analisi sono stati esclusi 8 soggetti perché presentavano
bassi punteggi alle scale del rimuginio.
Il campione è costituito da adolescenti poiché studi recenti
dimostrano che questo processo cognitivo si installa proprio
in questo periodo (Waller e Rose, 2011; Burwell et al., 2012).
9. Materiali e Metodi
State Trait Anxiety Inventory (STAI, Spielberger, 1983;
Adattamento italiano a cura di Pedrabissi e Santinello, 1989)
Padua Inventory – WUrev (Sanavio, 1988)
PSW- C (Penn State Worry) Meyer et al, versione di Conti.
PSW- E (Penn State Worry) Meyer et al, versione di Conti.
Ruminative Response Scale (RRS; Nolen-
Hoeksema, Morrow, 1991)
BDI (Beck Depression Inventory, Beck, 1961)
In particolare il PSW è stato diviso in due parti, separando gli item
che trattano tematiche più centrate sull’evitamento e dall’altra quelli
che riguardano il controllo.
Gli ultimi due test sono stati inseriti per controllare che stessimo
misurando esattamente quello che ci siamo prefissi.
10. Risultati
Esiste una relazione positiva tra rimuginio controllante e i
sintomi ossessivi (p<,05), mentre tale processo non mostra
nessuna relazione con i sintomi ansiosi (p=,89) e una
relazione inversa con il rimuginio evitante (p<,05)
Esiste una relazione positiva tra rimuginio evitante e i sintomi
dell’ansia (p<,05), mentre tale processo non mostra nessuna
relazione con i sintomi ossessivi (p=,89);
A conferma che si tratta di costrutti separati non si rileva
nessuna relazione con la ruminazione e la depressione
(p=.67).
11. Risultati
Confrontando i dati tra maschi e femmine, non si rileva
nessuna differenza di genere (p=.56).
Allo scopo di verificare se vi fosse una relazione di causa ed
effetto tra i diversi tipi di rimuginio e i sintomi sono state
realizzate delle regressioni lineari in cui è possibile
osservare:
12. Risultati
Un effetto diretto della variabile rimuginio evitante
sull’ansia
Rimug
Ansia
evitante
R=,78
13. Risultati
Un effetto diretto della variabile rimuginio controllante
sul sintomo ossessivo
Rimug
DOC
controllante
R=,68
14. Discussione
I dati dimostrano l’esistenza di due processi rimuginativi
diversi che sottendo due patologie diverse.
In particolare il rimuginio evitante predice l’ansia
generalizzata, mentre quello controllante il disturbo
ossessivo compulsivo.
Questi non mostrano nessuna relazione con la ruminazione e
la depressione.
15. Discussione
Si tratta di risultati importanti che confermano funzionamenti
noti all’occhio di ogni clinico esperto, ma mai corroborati da
dati empirici
Alla luce di questi risultati, è possibile stabilire anche ipotesi
di interventi terapeutici che siano più mirati e specifici a
seconda del processo cognitivo che si trova alla base.
16. Autori e contatti di riferimento:
C. Mezzaluna (c.mezzaluna@studicognitivi.net)
K. Morelli ( morellika@libero.it)
F. Fiore (f.fiore@studicognitivi.net)