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Il cognitivismo
stanismiraglia
Le origini della psicologia
cognitiva
Sir Frederic Bartlett
contestò l’approccio sperimentale di Ebbinghaus alla memoria basato su
materiale linguistico (sillabe) privo di senso, affermando che la memoria
è fondata proprio su assunzioni di significato (Remembering, 1932)
la memoria è concepita come un processo attivo di continua ricostruzione
del passato in funzione delle esigenze del presente
la memoria è influenzata dagli schemi ovvero dagli atteggiamenti verso
l’intera massa attiva delle reazioni passate organizzate.
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Sir Frederic Bartlett
(1886-1969)
Hermann
Ebbinghaus(1850-1909)
Frederic C. Bartlett
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E’ intervenuto uno schema di reintrepretazione.
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Gli eventi vengono collegati, i vuoti riempiti, gli stimoli interpretati.
La struttura della prima rievocazione resiste nel tempo...
Le origini della psicologia
cognitiva
!
Jean Piaget
fondamentale studioso dello sviluppo della mente ne ha
messo in evidenza la dimensione costruttiva della realtà
lo sviluppo psicogenetico: da strutture mentali semplici,
basate sull’azione, a strutture mentali complesse,
basate sul pensiero
concetti cardine: maturazione ed apprendimento;
schema, assimilazione, accomodamento
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Jean Piaget (1896-1980)
Le origini della psicologia cognitiva
!
Lev Vygotskij
afferma la centralità della coscienza ed i limiti della
prospettiva reflessologica
valorizza il contesto storico e l’esperienza sociale
(scuola storico-culturale)
temi centrali: linguaggio e pensiero, ambiente ed
interazione sociale
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Lev Semenovic Vygotskij
(1896-1934)
Le origini della psicologia cognitiva
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Lev Vygotskij
In Pensiero e linguaggio (1954) egli sottolinea il ruolo del
linguaggio verbale come mezzo per mettere ordine tra i
propri pensieri riguardo alla realtà e all'esperienza.
Il ricordare, l'astrarre, il generalizzare, il categorizzare,
concettualizzare e riflettere), sono mediati dagli strumenti
che la società fornisce: il linguaggio verbale risulta essere
il più importante di questi strumenti.
stanismiraglia
Lev Semenovic Vygotskij
(1896-1934)
Human Information Processing
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L’approccio H.I.P. apre alla metafora uomo-computer per cui l’uomo
viene concepito come un elaboratore di informazioni. Questa
concezione matura tra gli anni ‘40 e ‘60 in parallelo alla progressiva
affermazione della cibernetica e delle tecnologie della computazione.
Le ricerche di Kenneth Craik sul comportamento di tracking
(capacità di “seguire dei segnali-traccia”) portano per la prima
volta a interpretare la cognizione come un servo-meccanismo. La
mente è un elaboratore a capacità limitata, presenta un
funzionamento di tipo discreto, il meccanismo decisore è unico e
non possono essere eseguite più cose contemporaneamente.
stanismiraglia
Kenneth Craik (1914-1945)
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Human Information Processing
!
si studiano i flussi dell’informazione, si sviluppa l’analisi dei
processi di attenzione e coscienza, memoria a breve termine,
memoria semantica e organizzazione delle conoscenze.
il computer è più che una metafora per comprendere la mente e
come viene processata l'informazione esterna: come si può ridurla-
selezionarla, elaborarla, immagazzinarla, recuperarla.
stanismiraglia
Human Information Processing
!
Norbert Wiener è considerato il padre della cibernetica (Cybernetics,
1948), scienza che studia e progetta macchine capaci di autoregolazione.
Tra i concetti chiave: feedback.
Donald Broadbent sviluppa diagrammi di flusso della comunicazione
(Perception and communication, 1958) basando la metafora della mente
come calcolatore sulle nozioni di informazione, canale, sequenza di
trasmissione ed elaborazione dell’informazione, strutture di entrata
(input) e uscita (output) dell’informazione dall’elaboratore, strutture di
memoria.
George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram con l'opera Piani e
strutture del comportamento (1960)
fonte: Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Laterza 1992
Donald Broadbent
(1926-1993)
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(1894-1964)
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L’organizzazione TOTE
test
operate
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incongruità
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stanismiraglia
In Piani e strutture del comportamento (1960),
George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram
propongono un modello strutturale e gerarchico del
comportamento inteso come il prodotto della
elaborazione di informazioni.
Il comportamento si sviluppa in relazione a piani
(ovvero insiemi gerarchizzati di istruzioni) che
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definiti T.O.T.E. (Test, Operate, Test, Exit).
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un processo di continua verifica retroattiva
(feedback) dell’efficacia del comportamento stesso.
Testo
Test1= queste labbra mi paiono invitanti
Operate= bacio
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Exit= possiamo procedere
L’organizzazione TOTE
George Miller (1920-)
Eugene GalanterKarl Pribramstanismiraglia
Ogni unità T.O.T.E. è una routine in grado di regolare e
finalizzare qualsiasi opzione specifica del comportamento
facendo confluire le informazioni (exit) relative ai risultati
(test) nelle procedure generali di controllo del
comportamento (i piani).
Le componenti operative di un'unità T.O.T.E. possono
essere a loro volta delle unità T.O.T.E.. Il modello, cioè,
descrive unità di comportamento sia strategiche che
tattiche.
Tale capacità generale di governo è reso possibile
dall'esistenza di immagini che l'individuo elabora in
relazione a sé stesso ed al mondo in termini di conoscenze
ovvero valori, concetti, esiti comportamentali e quanto
altro viene generato dalla sperimentazione delle procedure
previste dai piani.
Tuttavia, il ruolo delle determinanti sociali ed affettive del comportamento
tende a scomparire completamente nel filone di ricerche che si rifanno al
paradigma dello Human Information Processing.
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L'individuo è visto da queste ricerche come un economizzatore di risorse
cognitive e come un costruttore del proprio mondo sociale il cui modo di
ordinare la realtà è finalizzato principalmente a semplificarla.
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Con questo cognitivismo i processi mentali si configurano come
programmi. La mente è il software ed il cervello ne costituisce l'hardware.
Per tale analogia, le funzioni di maggior rilievo poste all'attenzione dello
studioso cognitivista sono rappresentate dai modi in cui le informazioni sono
trattate in termini di selezione, immagazzinamento, integrazione ed
emissione.
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stanismiraglia
Gli sviluppi della
psicologia cognitiva
Jerome Bruner
con Leo Postman è tra i padri del New Look, movimento che
rilancia l’interesse già della Gestalt per la percezione in una
nuova prospettiva: di maggiore attenzione per i processi di
influenza sociale che incidono sulle rappresentazioni del reale.
Principali temi di ricerca: pensiero, percezione, categorizzazione,
apprendimento, cultura
stanismiraglia
fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
Jerome Seymore Bruner
(1915-)
Leo Joseph Postman
(1918-2004)
il New Look
la percezione degli stimoli esterni non è
dissociata dai caratteri degli eventi
interni: atteggiamenti, valori, aspettative,
difese psicodinamiche sono tutti fattori
che influenzano la percezione.
Gli sviluppi della
psicologia cognitiva
New Look of Perception
I ricercatori che appartengono al New Look (che
deve essere considerato un movimento piuttosto
che una scuola) concepiscono la percezione come
un processo fortemente interagente con altri
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atteggiamenti, i valori.
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non guidati da pure leggi mentali.
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  • 2. Le origini della psicologia cognitiva Sir Frederic Bartlett contestò l’approccio sperimentale di Ebbinghaus alla memoria basato su materiale linguistico (sillabe) privo di senso, affermando che la memoria è fondata proprio su assunzioni di significato (Remembering, 1932) la memoria è concepita come un processo attivo di continua ricostruzione del passato in funzione delle esigenze del presente la memoria è influenzata dagli schemi ovvero dagli atteggiamenti verso l’intera massa attiva delle reazioni passate organizzate. stanismiraglia fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992 Sir Frederic Bartlett (1886-1969) Hermann Ebbinghaus(1850-1909)
  • 3. Frederic C. Bartlett Il carattere ricostruttivo dei processi di memoria (1932) ! La rievocazione di una storia complessa: “La guerra dei fantasmi” ! Nel tempo la storia viene ricostruita, accorciata, gli elementi atipici vengono omessi. Processo di razionalizzazione. ! E’ intervenuto uno schema di reintrepretazione. Sono state applicate strutture generali di conoscenza che hanno causato un fenomeno di memoria ricostruttiva. Gli eventi vengono collegati, i vuoti riempiti, gli stimoli interpretati. La struttura della prima rievocazione resiste nel tempo...
  • 4. Le origini della psicologia cognitiva ! Jean Piaget fondamentale studioso dello sviluppo della mente ne ha messo in evidenza la dimensione costruttiva della realtà lo sviluppo psicogenetico: da strutture mentali semplici, basate sull’azione, a strutture mentali complesse, basate sul pensiero concetti cardine: maturazione ed apprendimento; schema, assimilazione, accomodamento stanismiraglia fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992 Jean Piaget (1896-1980)
  • 5. Le origini della psicologia cognitiva ! Lev Vygotskij afferma la centralità della coscienza ed i limiti della prospettiva reflessologica valorizza il contesto storico e l’esperienza sociale (scuola storico-culturale) temi centrali: linguaggio e pensiero, ambiente ed interazione sociale stanismiraglia fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992 Lev Semenovic Vygotskij (1896-1934)
  • 6. Le origini della psicologia cognitiva ! Lev Vygotskij In Pensiero e linguaggio (1954) egli sottolinea il ruolo del linguaggio verbale come mezzo per mettere ordine tra i propri pensieri riguardo alla realtà e all'esperienza. Il ricordare, l'astrarre, il generalizzare, il categorizzare, concettualizzare e riflettere), sono mediati dagli strumenti che la società fornisce: il linguaggio verbale risulta essere il più importante di questi strumenti. stanismiraglia Lev Semenovic Vygotskij (1896-1934)
  • 7. Human Information Processing ! L’approccio H.I.P. apre alla metafora uomo-computer per cui l’uomo viene concepito come un elaboratore di informazioni. Questa concezione matura tra gli anni ‘40 e ‘60 in parallelo alla progressiva affermazione della cibernetica e delle tecnologie della computazione. Le ricerche di Kenneth Craik sul comportamento di tracking (capacità di “seguire dei segnali-traccia”) portano per la prima volta a interpretare la cognizione come un servo-meccanismo. La mente è un elaboratore a capacità limitata, presenta un funzionamento di tipo discreto, il meccanismo decisore è unico e non possono essere eseguite più cose contemporaneamente. stanismiraglia Kenneth Craik (1914-1945) fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992
  • 8. Human Information Processing ! si studiano i flussi dell’informazione, si sviluppa l’analisi dei processi di attenzione e coscienza, memoria a breve termine, memoria semantica e organizzazione delle conoscenze. il computer è più che una metafora per comprendere la mente e come viene processata l'informazione esterna: come si può ridurla- selezionarla, elaborarla, immagazzinarla, recuperarla. stanismiraglia
  • 9. Human Information Processing ! Norbert Wiener è considerato il padre della cibernetica (Cybernetics, 1948), scienza che studia e progetta macchine capaci di autoregolazione. Tra i concetti chiave: feedback. Donald Broadbent sviluppa diagrammi di flusso della comunicazione (Perception and communication, 1958) basando la metafora della mente come calcolatore sulle nozioni di informazione, canale, sequenza di trasmissione ed elaborazione dell’informazione, strutture di entrata (input) e uscita (output) dell’informazione dall’elaboratore, strutture di memoria. George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram con l'opera Piani e strutture del comportamento (1960) fonte: Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Laterza 1992 Donald Broadbent (1926-1993) Norbert Wiener (1894-1964) stanismiraglia
  • 10. L’organizzazione TOTE test operate congruità incongruità exit stanismiraglia In Piani e strutture del comportamento (1960), George Miller, Eugene Galanter e Karl Pribram propongono un modello strutturale e gerarchico del comportamento inteso come il prodotto della elaborazione di informazioni. Il comportamento si sviluppa in relazione a piani (ovvero insiemi gerarchizzati di istruzioni) che controllano una innumerevole serie di schemi di base definiti T.O.T.E. (Test, Operate, Test, Exit). Per tale modello, il comportamento è il risultato di un processo di continua verifica retroattiva (feedback) dell’efficacia del comportamento stesso.
  • 11. Testo Test1= queste labbra mi paiono invitanti Operate= bacio Test2= ci sa fare, mi piace Exit= possiamo procedere
  • 12. L’organizzazione TOTE George Miller (1920-) Eugene GalanterKarl Pribramstanismiraglia Ogni unità T.O.T.E. è una routine in grado di regolare e finalizzare qualsiasi opzione specifica del comportamento facendo confluire le informazioni (exit) relative ai risultati (test) nelle procedure generali di controllo del comportamento (i piani). Le componenti operative di un'unità T.O.T.E. possono essere a loro volta delle unità T.O.T.E.. Il modello, cioè, descrive unità di comportamento sia strategiche che tattiche. Tale capacità generale di governo è reso possibile dall'esistenza di immagini che l'individuo elabora in relazione a sé stesso ed al mondo in termini di conoscenze ovvero valori, concetti, esiti comportamentali e quanto altro viene generato dalla sperimentazione delle procedure previste dai piani.
  • 13. Tuttavia, il ruolo delle determinanti sociali ed affettive del comportamento tende a scomparire completamente nel filone di ricerche che si rifanno al paradigma dello Human Information Processing. ! L'individuo è visto da queste ricerche come un economizzatore di risorse cognitive e come un costruttore del proprio mondo sociale il cui modo di ordinare la realtà è finalizzato principalmente a semplificarla. ! Con questo cognitivismo i processi mentali si configurano come programmi. La mente è il software ed il cervello ne costituisce l'hardware. Per tale analogia, le funzioni di maggior rilievo poste all'attenzione dello studioso cognitivista sono rappresentate dai modi in cui le informazioni sono trattate in termini di selezione, immagazzinamento, integrazione ed emissione. ! stanismiraglia
  • 14. Gli sviluppi della psicologia cognitiva Jerome Bruner con Leo Postman è tra i padri del New Look, movimento che rilancia l’interesse già della Gestalt per la percezione in una nuova prospettiva: di maggiore attenzione per i processi di influenza sociale che incidono sulle rappresentazioni del reale. Principali temi di ricerca: pensiero, percezione, categorizzazione, apprendimento, cultura stanismiraglia fonte:LucianoMecacci,StoriadellapsicologiadelNovecento,Laterza1992 Jerome Seymore Bruner (1915-) Leo Joseph Postman (1918-2004)
  • 15. il New Look la percezione degli stimoli esterni non è dissociata dai caratteri degli eventi interni: atteggiamenti, valori, aspettative, difese psicodinamiche sono tutti fattori che influenzano la percezione.
  • 16. Gli sviluppi della psicologia cognitiva New Look of Perception I ricercatori che appartengono al New Look (che deve essere considerato un movimento piuttosto che una scuola) concepiscono la percezione come un processo fortemente interagente con altri processi psicologici quali le motivazioni, gli atteggiamenti, i valori. La percezione ed il giudizio sociale sono influenzati dalle condizioni dell’esperienza e non guidati da pure leggi mentali. stanismiraglia Giudizi di grandezza percepita di monete e dischi di cartone a confronto. (Bruner, Goodman; 1947) 1 5 10 25 50 Giudizi di grandezza percepita di monete da bambini poveri e benestanti. (Bruner, Goodman; 1947) 1 5 10 25 50
  • 17. ! Ulric Neisser con riferimento alla prospettiva ecologica di James Gibson, viene affermata la necessità di comprendere l’attività cognitiva quale si manifesta nell’ambiente ordinario e nel contesto di attività concrete. Opere basilari: Psicologia cognitivista (1967) e Cognizione e realtà (1976) Ulric Neisser (1928-)stanismiraglia James J. Gibson's (1904 - 1979) La prospettiva ecologica, la cognizione e la realtà sociale