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Modelli di scomposizione
di serie storiche

Giancarlo Bruno – Istat

XI Conferenza nazionale di statistica
20 febbraio 2013
Indice


1. Motivazione


2. L’approccio classico alla scomposizione delle serie storiche


3. Approccio moderno per la scomposizione di serie storiche
Motivazione

     120


     100


     80


     60


     40

           1990   1995   2000   2005   2010   2015
Motivazione

     120


     100


     80


     60


     40

           1990   1995   2000   2005   2010   2015
Motivazione

     120


     100


     80


     60


     40

           1990   1995   2000   2005   2010   2015
Motivazione

     110


     100


     90


     80

           1990   1995   2000   2005   2010   2015
Scomponibilità di una serie
storica

L’ipotesi di base che faremo è che esiste la possibilità di
scomporre una serie storica in componenti, ad esempio:
  • Tendenza
  • Stagionalità
  • Componente erratica o irregolare

La serie osservata Yt sarà data dalla somma di tutte o alcune
di queste:
                       Yt = µt + γt + εt
Approccio classico alla
scomposizione


Nell’approccio cosiddetto classico le componenti vengono
rappresentate mediante opportune funzioni matematiche note,
a meno di un ridotto numero di parametri che possono essere
stimati mediante i dati disponibili.
Tali funzioni riproducono quelle che si ritengono essere le
caratteristiche salienti delle componenti.
Tendenza

La tendenza (trend) rappresenta la variabilità della serie
connessa a movimenti riconducibili al lungo periodo; in
generale, quindi, essa è supposta essere abbastanza “liscia”.
Nell’approccio classico la tendenza è rappresentata da una
funzione del tempo, ad esempio:
  • tendenza costante: µt = α
  • tendenza lineare: µt = α + β1 t
  • tendenza quadratica: µt = α + β1 t + β2 t 2
  • tendenza esponenziale: µt = eα+β1 t
Stagionalità

La componente stagionale ha la caratteristica di ripetersi in
maniera regolare ogni s periodi, dove s è la frequenza della
serie osservata: 4 per serie trimestrali, 12 per serie mensili,
ecc.
Essa può essere caratterizzata in vari modi, ad esempio
mediante s variabili dicotomiche. In questo caso la stagionalità
è data da:
                         s                    s
                 γt =         δi Dit   con         δi = 0
                        i=1                  i=1

dove Dit assume valore 1 nella stagione i e 0 altrove, mentre i
coefficienti δi ne misurano l’effetto.
Componente irregolare



Nell’approccio classico questa è l’unica componente stocastica,
in genere rappresentata da un rumore bianco, ossia un
processo non prevedibile a partire dalla conoscenza del suo
passato.
                         εt ∼ WN(0, σ 2 )
Stima dei coefficienti


Ipotizzando che la serie osservata sia composta da una
tendenza lineare, dalla componente stagionale e da quella
irregolare:

           Yt = µt + γt + εt
                               s
              = α + β1 t +         δi Dit + εt   t = 1, · · · , T
                             i=1

è possibile stimare i coefficienti α, β1 e δi con i MQO.
Limiti dell’approccio classico


L’approccio classico ha alcuni inconvenienti:
  • Occorre ipotizzare una precisa forma funzionale per le
    componenti; questo implica tra l’altro una notevole dose di
    soggettività, che può essere fonte di problemi soprattutto
    se il modello deve essere usato anche in previsione.
  • Le componenti sono molto “rigide”. Spesso può essere
    preferibile un approccio “locale”.
Esempio

La serie artificiale accanto   200
rappresenta un esempio di
come la scelta di una         180
funzione analitica possa
essere controversa.           160


                              140


                              120

                                    0   20   40   60   80   100   120
Esempio

La serie artificiale accanto 200
rappresenta un esempio di
come la scelta di una           180
funzione analitica possa
essere controversa.             160
Si potrebbe, infatti, scegliere
una tendenza lineare
                               140


                               120

                                      0   20   40   60   80   100   120
Esempio

La serie artificiale accanto       200
rappresenta un esempio di
come la scelta di una             180
funzione analitica possa
essere controversa.               160
Si potrebbe, infatti, scegliere
una tendenza lineare
                                  140
oppure quadratica
                                  120

                                        0   20   40   60   80   100   120
Esempio

La serie artificiale accanto       200
rappresenta un esempio di
come la scelta di una             180
funzione analitica possa
essere controversa.               160
Si potrebbe, infatti, scegliere
una tendenza lineare
                                  140
oppure quadratica o anche
data dalla composizione di
                                  120
due tendenze lineari.
La scelta, anche solo                   0   20   40   60   80   100   120
implicitamente, contiene
una valutazione previsiva.
Esempio

Problemi analoghi           120         IPI
emergono con serie                   tendenza
reali. In questo caso       100
abbiamo l’indice della
produzione industriale,      80
rappresentato come
composto da un trend         60
polinomiale di 5◦ grado e
una stagionalità             40
deterministica. I residui
                                  1990   1995   2000   2005   2010   2015
sono lontani dall’essere
white noise!
Uso di metodi locali



Dei limiti dell’approccio globale si ha consapevolezza da lungo
tempo nella letteratura empirica sulle serie storiche.
Allo scopo di superarli sono stati escogitati vari metodi, che
essenzialmente si caratterizzano per essere in qualche modo
locali.
Componenti stocastiche

L’uso di componenti stocastiche permette di rendere più
verosimili e flessibili i modelli per le componenti.
Prendiamo ad esempio una tendenza lineare deterministica:

                         µ t = α + β1 t

In questo modello ogni osservazione del campione riceve lo
stesso peso nella stima dei parametri e contribuisce allo stesso
modo alla previsione. In questo senso il metodo di
scomposizione classico può essere visto come un metodo
globale.
Tendenza stocastica

Una possibile “flessibilizzazione” consiste nel rendere
stocastica tale componente, ossia nel rendere variabili i
coefficienti α e β1 .
Ciò può essere illustrato riformulando la tendenza lineare in
forma ricorsiva:
                         µt = µt−1 + β1
Tendenza stocastica

Una possibile “flessibilizzazione” consiste nel rendere
stocastica tale componente, ossia nel rendere variabili i
coefficienti α e β1 .
Ciò può essere illustrato riformulando la tendenza lineare in
forma ricorsiva:
                         µt = µt−1 + β1
a questa espressione è possibile aggiungere un elemento
                     2
aleatorio ηt ∼ N(0, ση ), ottenendo:

                      µt = µt−1 + β1 + ηt
Tendenza stocastica

È immediato osservare che:
                                    t
                      µt = µ 0 +         ηi + β1 t
                                   i=1

quindi, trascurando il fattore iniziale µ0 , la tendenza
complessiva è il risultato della composizione di un trend lineare
deterministico, β1 t, e di una passeggiata aleatoria, t ηi .
                                                         i=1
La varianza del disturbo casuale ηt e la distanza dall’origine,
determineranno la maggiore o minore possibilità di
allontanamento della serie complessiva dal trend
deterministico.
Esempio

                            30
 µt = β1 + µt−1 + ηt

                            20
 con       ηt ∼ N(0, 0,1)
       e    β1 = 0,3
                            10


                                          tendenza deterministica
                             0              tendenza stocastica

                                 0   20   40    60     80    100
Tendenza stocastica

L’esempio precedente può essere ulteriormente generalizzato,
considerando come variabile e stocastico anche il termine β1 ,
cosiddetto drift o deriva.
Un modello spesso utilizzato è il seguente (cd. local linear
trend):
                       µt = µt−1 + βt + ηt
                        βt = βt−1 + ζt
                                        2
                       con   ηt ∼ N(0, ση )
                                        2
                             ζt ∼ N(0, σζ )
                             E(ηt ζt ) = 0
Esempio

                        40
  µt = µt−1 + βt + ηt
  βt = βt−1 + ζt        30


                        20
 con ηt ∼ N(0, 0,1)
      ζt ∼ N(0, 0,01)   10
      β0 = 0,3
                                            Local linear trend
                         0                 Local level with drift

                             0   20   40     60      80      100
Esempio

In alcuni casi può essere      40
desiderabile diminuire la
variabilità di breve periodo   30
della tendenza.
È possibile ottenere una       20
componente più liscia
(smooth trend) ponendo         10
  2
ση = 0
                                                  Local linear trend
                                0                  Smooth trend
        µt = µt−1 + βt
                                    0   20   40   60     80     100
        βt = βt−1 + ζt


   con ζt ∼ N(0, 0,01)
Componente stagionale


Analogamente alla trend anche la stagionalità può essere resa
stocastica, e dunque in qualche modo evolutiva nel tempo.
Ad esempio, si può ipotizzare che la somma degli effetti su s
periodi non sia esattamente pari a 0, ma uguale alla
realizzazione di una variabile aleatoria con media nulla:
                    s
                                             2
                         δi = κt   κ ∼ N(0, σκ )
                   i=1
Esempio

In questo esempio si può    120
notare l’adattamento che si
ottiene con un semplice     100
modello composto da uno
smooth trend, una            80
componente stagionale
stocastica e un disturbo     60
residuo.
                                                               IPI
                             40                        Local linear trend

                                  1990   1995   2000   2005     2010    2015
Esempio

In questo esempio si può      120
notare l’adattamento che si
ottiene con un semplice       100
modello composto da uno
smooth trend, una              80
componente stagionale
stocastica e un disturbo       60
residuo.
                                                         IPI
Inoltre è possibile calcolare 40                 Local linear trend
un intervallo di confidenza
                                  1990 1995 2000 2005 2010 2015
per le componenti così
stimate.
Stima

Non ci soffermeremo qui sulla stima dei parametri e delle
componenti dei modelli quali quelli qui presentati,
genericamente noti come modelli strutturali di serie storiche
(Structural Time Series Models).
In questa sede basti dire che sotto l’ipotesi di normalità e
incorrelazione seriale dei disturbi e di loro incorrelazione
contemporanea, la stima di parametri e componenti può essere
ottenuta in modo relativamente semplice attraverso il cosiddetto
filtro di Kalman, presente in tutti i principali pacchetti statistici
che comprendono un modulo per l’analisi delle serie storiche.
Conclusioni

 • In questa presentazione abbiamo mostrato l’utilità di
   scomporre una serie storica in componenti non osservabili
 • È stato introdotto l’approccio cosiddetto classico,
   evidenziandone le potenzialità e i punti di debolezza
 • Abbiamo quindi descritto una possibile generalizzazione
   dell’approccio classico, ottenuta rendendo stocastiche le
   componenti
Conclusioni

 • In questa presentazione abbiamo mostrato l’utilità di
   scomporre una serie storica in componenti non osservabili
 • È stato introdotto l’approccio cosiddetto classico,
   evidenziandone le potenzialità e i punti di debolezza
 • Abbiamo quindi descritto una possibile generalizzazione
   dell’approccio classico, ottenuta rendendo stocastiche le
   componenti

                   Grazie dell’attenzione

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G. Bruno - Modelli di scomposizione di serie storiche

  • 1. Modelli di scomposizione di serie storiche Giancarlo Bruno – Istat XI Conferenza nazionale di statistica 20 febbraio 2013
  • 2. Indice 1. Motivazione 2. L’approccio classico alla scomposizione delle serie storiche 3. Approccio moderno per la scomposizione di serie storiche
  • 3. Motivazione 120 100 80 60 40 1990 1995 2000 2005 2010 2015
  • 4. Motivazione 120 100 80 60 40 1990 1995 2000 2005 2010 2015
  • 5. Motivazione 120 100 80 60 40 1990 1995 2000 2005 2010 2015
  • 6. Motivazione 110 100 90 80 1990 1995 2000 2005 2010 2015
  • 7. Scomponibilità di una serie storica L’ipotesi di base che faremo è che esiste la possibilità di scomporre una serie storica in componenti, ad esempio: • Tendenza • Stagionalità • Componente erratica o irregolare La serie osservata Yt sarà data dalla somma di tutte o alcune di queste: Yt = µt + γt + εt
  • 8. Approccio classico alla scomposizione Nell’approccio cosiddetto classico le componenti vengono rappresentate mediante opportune funzioni matematiche note, a meno di un ridotto numero di parametri che possono essere stimati mediante i dati disponibili. Tali funzioni riproducono quelle che si ritengono essere le caratteristiche salienti delle componenti.
  • 9. Tendenza La tendenza (trend) rappresenta la variabilità della serie connessa a movimenti riconducibili al lungo periodo; in generale, quindi, essa è supposta essere abbastanza “liscia”. Nell’approccio classico la tendenza è rappresentata da una funzione del tempo, ad esempio: • tendenza costante: µt = α • tendenza lineare: µt = α + β1 t • tendenza quadratica: µt = α + β1 t + β2 t 2 • tendenza esponenziale: µt = eα+β1 t
  • 10. Stagionalità La componente stagionale ha la caratteristica di ripetersi in maniera regolare ogni s periodi, dove s è la frequenza della serie osservata: 4 per serie trimestrali, 12 per serie mensili, ecc. Essa può essere caratterizzata in vari modi, ad esempio mediante s variabili dicotomiche. In questo caso la stagionalità è data da: s s γt = δi Dit con δi = 0 i=1 i=1 dove Dit assume valore 1 nella stagione i e 0 altrove, mentre i coefficienti δi ne misurano l’effetto.
  • 11. Componente irregolare Nell’approccio classico questa è l’unica componente stocastica, in genere rappresentata da un rumore bianco, ossia un processo non prevedibile a partire dalla conoscenza del suo passato. εt ∼ WN(0, σ 2 )
  • 12. Stima dei coefficienti Ipotizzando che la serie osservata sia composta da una tendenza lineare, dalla componente stagionale e da quella irregolare: Yt = µt + γt + εt s = α + β1 t + δi Dit + εt t = 1, · · · , T i=1 è possibile stimare i coefficienti α, β1 e δi con i MQO.
  • 13. Limiti dell’approccio classico L’approccio classico ha alcuni inconvenienti: • Occorre ipotizzare una precisa forma funzionale per le componenti; questo implica tra l’altro una notevole dose di soggettività, che può essere fonte di problemi soprattutto se il modello deve essere usato anche in previsione. • Le componenti sono molto “rigide”. Spesso può essere preferibile un approccio “locale”.
  • 14. Esempio La serie artificiale accanto 200 rappresenta un esempio di come la scelta di una 180 funzione analitica possa essere controversa. 160 140 120 0 20 40 60 80 100 120
  • 15. Esempio La serie artificiale accanto 200 rappresenta un esempio di come la scelta di una 180 funzione analitica possa essere controversa. 160 Si potrebbe, infatti, scegliere una tendenza lineare 140 120 0 20 40 60 80 100 120
  • 16. Esempio La serie artificiale accanto 200 rappresenta un esempio di come la scelta di una 180 funzione analitica possa essere controversa. 160 Si potrebbe, infatti, scegliere una tendenza lineare 140 oppure quadratica 120 0 20 40 60 80 100 120
  • 17. Esempio La serie artificiale accanto 200 rappresenta un esempio di come la scelta di una 180 funzione analitica possa essere controversa. 160 Si potrebbe, infatti, scegliere una tendenza lineare 140 oppure quadratica o anche data dalla composizione di 120 due tendenze lineari. La scelta, anche solo 0 20 40 60 80 100 120 implicitamente, contiene una valutazione previsiva.
  • 18. Esempio Problemi analoghi 120 IPI emergono con serie tendenza reali. In questo caso 100 abbiamo l’indice della produzione industriale, 80 rappresentato come composto da un trend 60 polinomiale di 5◦ grado e una stagionalità 40 deterministica. I residui 1990 1995 2000 2005 2010 2015 sono lontani dall’essere white noise!
  • 19. Uso di metodi locali Dei limiti dell’approccio globale si ha consapevolezza da lungo tempo nella letteratura empirica sulle serie storiche. Allo scopo di superarli sono stati escogitati vari metodi, che essenzialmente si caratterizzano per essere in qualche modo locali.
  • 20. Componenti stocastiche L’uso di componenti stocastiche permette di rendere più verosimili e flessibili i modelli per le componenti. Prendiamo ad esempio una tendenza lineare deterministica: µ t = α + β1 t In questo modello ogni osservazione del campione riceve lo stesso peso nella stima dei parametri e contribuisce allo stesso modo alla previsione. In questo senso il metodo di scomposizione classico può essere visto come un metodo globale.
  • 21. Tendenza stocastica Una possibile “flessibilizzazione” consiste nel rendere stocastica tale componente, ossia nel rendere variabili i coefficienti α e β1 . Ciò può essere illustrato riformulando la tendenza lineare in forma ricorsiva: µt = µt−1 + β1
  • 22. Tendenza stocastica Una possibile “flessibilizzazione” consiste nel rendere stocastica tale componente, ossia nel rendere variabili i coefficienti α e β1 . Ciò può essere illustrato riformulando la tendenza lineare in forma ricorsiva: µt = µt−1 + β1 a questa espressione è possibile aggiungere un elemento 2 aleatorio ηt ∼ N(0, ση ), ottenendo: µt = µt−1 + β1 + ηt
  • 23. Tendenza stocastica È immediato osservare che: t µt = µ 0 + ηi + β1 t i=1 quindi, trascurando il fattore iniziale µ0 , la tendenza complessiva è il risultato della composizione di un trend lineare deterministico, β1 t, e di una passeggiata aleatoria, t ηi . i=1 La varianza del disturbo casuale ηt e la distanza dall’origine, determineranno la maggiore o minore possibilità di allontanamento della serie complessiva dal trend deterministico.
  • 24. Esempio 30 µt = β1 + µt−1 + ηt 20 con ηt ∼ N(0, 0,1) e β1 = 0,3 10 tendenza deterministica 0 tendenza stocastica 0 20 40 60 80 100
  • 25. Tendenza stocastica L’esempio precedente può essere ulteriormente generalizzato, considerando come variabile e stocastico anche il termine β1 , cosiddetto drift o deriva. Un modello spesso utilizzato è il seguente (cd. local linear trend): µt = µt−1 + βt + ηt βt = βt−1 + ζt 2 con ηt ∼ N(0, ση ) 2 ζt ∼ N(0, σζ ) E(ηt ζt ) = 0
  • 26. Esempio 40 µt = µt−1 + βt + ηt βt = βt−1 + ζt 30 20 con ηt ∼ N(0, 0,1) ζt ∼ N(0, 0,01) 10 β0 = 0,3 Local linear trend 0 Local level with drift 0 20 40 60 80 100
  • 27. Esempio In alcuni casi può essere 40 desiderabile diminuire la variabilità di breve periodo 30 della tendenza. È possibile ottenere una 20 componente più liscia (smooth trend) ponendo 10 2 ση = 0 Local linear trend 0 Smooth trend µt = µt−1 + βt 0 20 40 60 80 100 βt = βt−1 + ζt con ζt ∼ N(0, 0,01)
  • 28. Componente stagionale Analogamente alla trend anche la stagionalità può essere resa stocastica, e dunque in qualche modo evolutiva nel tempo. Ad esempio, si può ipotizzare che la somma degli effetti su s periodi non sia esattamente pari a 0, ma uguale alla realizzazione di una variabile aleatoria con media nulla: s 2 δi = κt κ ∼ N(0, σκ ) i=1
  • 29. Esempio In questo esempio si può 120 notare l’adattamento che si ottiene con un semplice 100 modello composto da uno smooth trend, una 80 componente stagionale stocastica e un disturbo 60 residuo. IPI 40 Local linear trend 1990 1995 2000 2005 2010 2015
  • 30. Esempio In questo esempio si può 120 notare l’adattamento che si ottiene con un semplice 100 modello composto da uno smooth trend, una 80 componente stagionale stocastica e un disturbo 60 residuo. IPI Inoltre è possibile calcolare 40 Local linear trend un intervallo di confidenza 1990 1995 2000 2005 2010 2015 per le componenti così stimate.
  • 31. Stima Non ci soffermeremo qui sulla stima dei parametri e delle componenti dei modelli quali quelli qui presentati, genericamente noti come modelli strutturali di serie storiche (Structural Time Series Models). In questa sede basti dire che sotto l’ipotesi di normalità e incorrelazione seriale dei disturbi e di loro incorrelazione contemporanea, la stima di parametri e componenti può essere ottenuta in modo relativamente semplice attraverso il cosiddetto filtro di Kalman, presente in tutti i principali pacchetti statistici che comprendono un modulo per l’analisi delle serie storiche.
  • 32. Conclusioni • In questa presentazione abbiamo mostrato l’utilità di scomporre una serie storica in componenti non osservabili • È stato introdotto l’approccio cosiddetto classico, evidenziandone le potenzialità e i punti di debolezza • Abbiamo quindi descritto una possibile generalizzazione dell’approccio classico, ottenuta rendendo stocastiche le componenti
  • 33. Conclusioni • In questa presentazione abbiamo mostrato l’utilità di scomporre una serie storica in componenti non osservabili • È stato introdotto l’approccio cosiddetto classico, evidenziandone le potenzialità e i punti di debolezza • Abbiamo quindi descritto una possibile generalizzazione dell’approccio classico, ottenuta rendendo stocastiche le componenti Grazie dell’attenzione