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Rapporto SDGs 2019
Informazioni statistiche
per l’Agenda 2030 in
Italia
ROMA 17 APRILE 2019
Angela Ferruzza
Istat
1
Una sfida globale complessa: una grande opportunità
Gli SDGs, Obiettivi dell’Agenda 2030 delle NU per lo Sviluppo sostenibile, rappresentano un programma di azione
per i Paesi per ridurre la povertà e le forme di disuguaglianze e garantire una crescita duratura e sostenibile
Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future
generations to meet their own needs: Leaving no one behind
Gli SDGs si riferiscono a fatti concreti della nostra vita
relativi all’ambito economico, sociale, ambientale e istituzionale
tre sono i principi catalizzatori: universalità, integrazione, partecipazione
Una sfida globale complessa, ma è anche una grande opportunità, per i Sistemi statistici nazionali, per il Paese,
per ognuno di noi
Sistema informativo Istat SDGs e Rapporto SDGs 2019
2
Le misurazioni statistiche a supporto dello sviluppo
sostenibile
 UN High Level Group for Partnership, Coordination and Capacity Building for Statistics for the 2030 Agenda for
Sustainable Development:
 Adozione del Cape Town Global Action Plan, del Global indicator framework, della Dubai Declaration
 Ruolo di coordinamento degli INS per gli indicatori necessari al monitoraggio ed al reporting globale, integrazione di
nuove fonti di dati
 UN Inter Agency Expert Group on Sustainable Development Goals (UN-IAEG-SDGs) ha proposto dal 2016
244 indicatori (232 differenti)
101 Tier I identificata metodologia e disponibili i dati
81 Tier II identificata metodologia ma ancora problemi per i dati
44 Tier III metodologia ancora da definire
 6 con più Tier
prossime revisioni 2020 e 2025
 Sustainable development in the EU (Eurostat - ottobre 2018), UNECE,
• European Commission (Reflection Paper, gennaio 2019)
• Attività di Cooperazione internazionale
3
L’Istat e gli indicatori SDGs:
quante e quali misure statistiche
o What we measures affects what we do
o L’Istat e gli altri soggetti del Sistema Statistico Nazionale hanno un ruolo cruciale per la produzione dell’informazione
statistica necessaria per il monitoraggio dello stato di avanzamento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per l’Italia e della
Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Conciliare la prospettiva globale integrata con le esigenze
specifiche del Paese, con un approccio concreto e progressivo.
o Partecipazione: sinergie tra istituzioni nazionali (Ispra, GSE, Iss,Mattm, Maeci, MEF, ...), ed internazionali (Fao, Unodc, Unesco, …),
coerenza con gli indicatori BES
o Misure statistiche e criteri metodologici di selezione: trasparenza, tempestività, copertura e comparabilità territoriali, lunghezza
delle serie storiche
o Misurazione, analisi, monitoraggio
4
L’Istat e gli indicatori SDGs:
quante e quali misure statistiche
o Ogni sei mesi, dal 2016, l’Istat rende disponibili sul sito molti indicatori per l’Italia.
o Sistema informativo Istat SDGs e Secondo Rapporto SDGs 2019
o 123 indicatori SDGs e 303 misure statistiche (di cui 273 diverse)
o Aggiornamento indicatori, disaggregazioni, interconnessioni
https://www.istat.it
5
L’Istat e gli indicatori SDGs:
quante e quali misure statistiche
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Contesto nazionale
Simili o parziali
Identici
E’ un processo di misurazione in evoluzione continua
6
L’Istat e gli indicatori SDGs:
quante e quali misure statistiche
7
L’Istat e gli indicatori SDGs:
la geografia dello sviluppo sostenibile
o 20 Regioni
o 2 Province autonome
o 3 ripartizioni
o 175 indicatori
Una sezione per ogni Regione
8
L’Istat e gli indicatori SDGs:
andamento tendenziale
Nell’ultimo decennio
Progressi: Goal 4 (Istruzione), Goal 5 (Parità di genere), Goal 9
(Industria, innovazioni e infrastrutture), Goal 12 (Consumo e
produzione sostenibili), Goal 7 (Energia sostenibile), Goal 16
(Giustizia e istituzioni)
9
L’Istat e gli indicatori SDGs:
la geografia dello sviluppo sostenibile
Ampi differenziali Nord-Sud
Analisi per Goal, ad esempio:
Goal 1 problematicità anche per Liguria e Piemonte
Goal 3 problematicità per Bolzano, Sicilia e Campania ….
Goal 9 situazione più favorevole in Emilia Romagna, Lombardia e
Piemonte
Piemonte 6,9 9 22,1 29 32,1 42 27,5 36 11,5 15 131
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 20,5 27 12,9 17 9,8 13 23,5 31 33,3 44 132
Liguria 15,2 20 19,7 26 26,5 35 22,0 29 16,7 22 132
Lombardia 14,4 19 13,6 18 13,6 18 26,5 35 31,8 42 132
Bolzano/Bozen 20,8 25 10,8 13 10,8 13 10,0 12 47,5 57 120
Trento 11,4 14 7,3 9 9,8 12 20,3 25 51,2 63 123
Veneto 13,7 18 10,7 14 23,7 31 35,1 46 16,8 22 131
Friuli-Venezia Giulia 9,1 12 12,9 17 22,0 29 23,5 31 32,6 43 132
Emilia-Romagna 15,9 21 9,1 12 15,9 21 27,3 36 31,8 42 132
Toscana 10,6 14 14,4 19 28,8 38 33,3 44 12,9 17 132
Umbria 9,2 12 26,9 35 33,1 43 15,4 20 15,4 20 130
M arche 9,1 12 25,0 33 30,3 40 25,0 33 10,6 14 132
Lazio 19,7 26 28,8 38 23,5 31 10,6 14 17,4 23 132
Abruzzo 18,9 25 36,4 48 18,2 24 16,7 22 9,8 13 132
M olise 27,7 36 33,1 43 9,2 12 10,0 13 20,0 26 130
Campania 54,5 72 15,9 21 10,6 14 8,3 11 10,6 14 132
Puglia 37,1 49 24,2 32 14,4 19 15,2 20 9,1 12 132
Basilicata 33,8 44 26,9 35 10,8 14 12,3 16 16,2 21 130
Calabria 56,1 74 8,3 11 9,8 13 10,6 14 15,2 20 132
Sicilia 56,1 74 14,4 19 9,1 12 8,3 11 12,1 16 132
Sardegna 34,1 45 24,2 32 15,2 20 15,2 20 11,4 15 132
Nord 7,6 9 11,9 14 17,8 21 50,0 59 12,7 15 118
Centro 11,5 14 23,0 28 36,9 45 24,6 30 4,1 5 122
Sud 48,3 56 19,8 23 15,5 18 11,2 13 5,2 6 116
REGIONI
E
RIPARTIZIONI
GEOGRAFICHE
Gruppo di collocazione (quintili) Totale
indicatori
disponibili
I II III IV V
(0-20) (20-40) (40-60) (60-80) (80-100)
10
Nel 2017, 113 milioni di persone, pari al 22,4% della
popolazione della Ue28 (in diminuzione rispetto al 23,5%
del 2016), erano a rischio di povertà o esclusione sociale.
In Italia, la popolazione a rischio di povertà o esclusione
sociale è pari al 28,9% (circa 17 milioni e 407 mila
individui) in diminuzione rispetto all’anno precedente
(30%).
Nel 2017 si stima che in Italia 1 milione 778
mila famiglie (6,9% delle famiglie residenti)
siano in condizione di povertà assoluta, per un
totale di 5 milioni e 58 mila individui (8,4%
dell’intera popolazione). L’incidenza della
povertà assoluta cresce raggiungendo nel
Mezzogiorno il valore più elevato (11,4%) tra le
ripartizioni.
-20,0
-10,0
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
-5
-3
-1
1
3
5
Variazione 2017/2016 Livello 2017 (scala dx)
Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà assoluta per classe d’età e ripartizione geografica
Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà o esclusione sociale in alcuni Paesi
europei
0
5
10
15
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
0-17 anni 18-34 anni
35-64 anni 65 anni e piu'
Italia
0
5
10
15
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Italia Nord
Centro Mezzogiorno
GOAL 1
11
GOAL 2
Al contempo, però, aumentano le emissioni di
ammoniaca, tornate ai livelli del 2010, e non
diminuisce l’impiego dei fertilizzanti
Fitofarmaci (kg/ha) Fertilizzanti (kg/ha)
In agricoltura, continuano a crescere le superfici biologiche (+71%, 2010-2017)
e diminuisce l’impiego dei fitofarmaci (da 16,3 a 13 kg/ha dal 2010 al 2017)
12
GOAL 3
Nel 2016 riprende la diminuzione del tasso standardizzato di
mortalità tra 30-69 anni per tumori maligni, diabete mellito, malattie
cardiovascolari e malattie respiratorie croniche. Permangono
differenze di genere e sul territorio.
Nel 2017 sono 58,7 gli anni attesi di vita in buona salute alla nascita nel
nostro Paese. Tra le donne si osserva l’incremento maggiore rispetto al
2016 (+2,7 anni), ma lo svantaggio rispetto agli uomini in termini di qualità
della sopravvivenza permane. Più marcate le disuguaglianze territoriali a
svantaggio del Mezzogiorno, con una differenza di vita attesa in buona
salute alla nascita tra Nord e Mezzogiorno pari a circa 4 anni.
Tasso standardizzato di mortalità per le maggiori cause di morte tra 30-69 anni in Italia per genere
e ripartizione geografica - Anno 2016 (per 100 mila abitanti)
284,4
166,5
208,3
219,7
246,0
223,3
0
50
100
150
200
250
300
Maschi Femmine Nord Centro Mezzogiorno Italia
Numero di persone decedute in incidente stradale in Italia – Anni 2004-2017 (Valori assoluti)
6122
3378
4114
2674
2057
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Italia Target di riduzione delle vittime
Nel 2017 tornano ad aumentare in Italia i decessi in incidente
stradale, allontanando ulteriormente la possibilità di raggiungere
l’obiettivo di dimezzamento del numero di morti per questa causa tra
il 2010 e il 2020.
Speranza di vita e speranza di vita in buona salute alla nascita, per sesso
e ripartizione geografica Anno 2017
80,6
84,9 83,2 82,9 81,9 82,7
59,7 57,8 60,1 59,7
56,2 58,7
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Maschi Femmine Nord Centro Mezzogiorno Italia
speranza di vita alla nascita speranza di vita in buona salute alla nascita
13
L’uscita precoce dal
sistema di istruzione e
formazione è salita per
il secondo anno
consecutivo e si
attesta, nel 2018, al
14,5%.
Percentuale di persone di 30-34 anni che hanno conseguito un titolo terziario
Le competenze alfabetiche e numeriche sono molto basse
per alcuni gruppi di studenti
Tra gli studenti che frequentano le seconde classi delle
scuole superiori di secondo grado, il 33,5% non raggiunge
un livello sufficiente nelle competenze alfabetiche e il
41,6% in quelle numeriche.
In Italia, il 27,9% di giovani 30-34enni possiede un titolo
terziario ed è stato ampiamente raggiunto l’obiettivo
nazionale previsto da Europa 2020; tuttavia, il livello del
tasso rimane di molto inferiore alla media europea ed è
superiore soltanto a quello della Romania.
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
Competenza linguistica Competenza numerica Media Italia Linguistica Media Italia Numerica
5
10
15
20
25
30
35
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Italia Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole
Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione nelle ripartizioni geografiche
Percentuale di studenti di II classe della scuola secondaria di secondo grado che non raggiungono il livello di sufficienza per le
competenze alfabetiche e numeriche
0
20
40
60
2018 2008 2013
GOAL 4
14
Diminuisce la violenza contro le donne, ma ne
aumenta la gravità e rimane stabile la
violenza estrema Il divario di genere nel
lavoro domestico e di
cura non retribuito è
ampio ma in diminuzione.
l’Italia presenta il divario
di genere più elevato
Emergono segnali positivi per quanto riguarda la presenza delle donne nei
luoghi economici, decisionali e politici. Tuttavia la presenza continua a
rimanere bassa. La quota di seggi detenuti da donne è aumentata nella
maggioranza dei paesi dell'Ue. Tra i paesi che hanno registrato la crescita
maggiore al primo posto si colloca l’Italia
(a) per 100 donne dai 16 ai 70 anni
(b) per 100 donne con partner attuale o precedente
Donne di 16-70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un
uomo nei 5 anni precedenti l’intervista. Anni 2006 e 2014 (%)
13,3
6,6
9,0
1,2
0,7 0,6
11,3
4,9
7,7
1,2
0,6 0,6
0
2
4
6
8
10
12
14
violenza fisica o
sessuale
da un uomo (a)
violenza fisica o
sessuale
da partner/ex-
partner (b)
violenza fisica o
sessuale
da un uomo non
partner (a)
Stupro o tentato
stupro da un uomo
(a)
Stupro o tentato
stupro
da un partner/ex-
partner (b)
Stupro o tentato
stupro
da un uomo non
partner (a)
2006 2014
Quota di seggi detenuti da donne nei parlamenti e nei governi nazionali
nei paesi Ue28. Anni 2008 e 2018 (% di seggi)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
2008 2018
Quota di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito dalla
popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei. Anni vari (% di tempo
al giorno)
0
5
10
15
20
25
Italia
Grecia
Romania
Serbia
Spagna
Ungheria
Austria
Polonia
Lussemburgo
Estonia
RegnoUnito
Francia
Belgio
Germania
Finlandia
PaesiBassi
Norvegia
Totale Maschi Femmine
GOAL 5
15
Nel 2015 il 59,6% dei carichi inquinanti potenziali confluisce in impianti di tipo
secondario o avanzato
In 342 comuni, in cui risiedono circa 1,4 milioni di abitanti (pari al 2,4% della
popolazione totale), il servizio di depurazione è assente, quindi i reflui urbani
non sono collettati in impianti pubblici in esercizio
Quota percentuale dei carichi inquinanti confluiti in
impianti secondari o avanzati rispetto ai carichi
complessivi urbani generati - Anni 2012 e 2015 (%)
L’Italia non è estranea al problema delle carenze d’acqua, soprattutto in alcune
zone del Paese. Persistenti inefficienze nelle infrastrutture causano ancora
sprechi e perdite
L’Italia presenta il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28
Paesi Ue: 156 m3 abitante, equivalente a 428 litri/ab/g. (2015)
Il 10,4% delle famiglie lamentano irregolarità nel servizio di erogazione nelle
abitazioni (2018), in aumento rispetto agli anni precedenti. Stabile al 29% la
quota di famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto
Prelievo 9,5 mld m3. Erogazione agli utenti 4,9 mld m3
Dispersione totale = 47,9% Anno 2015
Rilevanti differenze a livello regionale
GOAL 6
16
GOAL 7
Efficienza energetica importante obiettivo per
la sostenibilità energetica e ambientale,
mezzo di contrasto della povertà, offre elevati
vantaggi per le attività produttive
Nel confronto Europeo, l’Italia si distingue
storicamente per i contenuti livelli di intensità
energetica primaria, ulteriormente diminuita,
tra il 2006 e il 2016, fino a 98,4 tonnellate
equivalenti petrolio per 1000 euro di PIL
Marche, Lazio, Trentino-Alto Adige, Liguria e
Campania le regioni più virtuose
Intensità energetica primaria per regione. Anno 2015Intensità energetica primaria per Paese. Anno 2016 (Numeri indici, Ue = 100)
Potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili target delle
politiche europee e italiane
Dopo il rallentamento segnato tra il 2013 e il 2015, nel 2017, torna
a crescere Il contributo delle FER ai consumi di energia
complessivi, ma non per l’energia elettrica
Quota di consumi coperti da rinnovabile molto elevata in Valle
d’Aosta (quasi 90%), Bolzano, Trento, Calabria, Molise e Basilicata
Consumi di energia coperti da fonti rinnovabili. Anni 2004 - 2017
17
GOAL 8
Tasso di disoccupazione (10,6%) in calo nel
2018 (-0,6 punti rispetto al 2017) ma ancora più
elevato rispetto ai livelli pre-crisi. L’Italia tra gli
ultimi Paesi in Ue
Condizioni di inserimento occupazionale più
sfavorevoli nel Mezzogiorno, in particolare in
Campania, Sicilia e Calabria, e più favorevoli in
Trentino Alto-Adige, Emilia-Romagna,
Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia
Tasso di disoccupazione per regione. Anno 2018
(a) I dati si riferiscono al 2017.
Tasso di occupazione per regione - Anno 2018
Nel 2018 continua a crescere il PIL pro capite, ma
resta ancora ferma la produttività del lavoro
Tasso di disoccupazione per paese. Anno 2018
Tasso di crescita annuo del PIL reale per abitante e del valore aggiunto
in volume per occupato - Anni 1996-2018 (valori concatenati)
Il tasso di occupazione
(63%), in crescita nel
2018 (+0,7 rispetto al
2017), recupera, per il
primo anno, i livelli pre-
crisi. I differenziali
regionali, di genere e
per età sono ancora
rilevanti
18
GOAL 9
Imprese con attività innovative di prodotto
e/o processo per regione. Anni 2014/2016 (%)Intensità di ricerca (%) e numero di ricercatori (per 10.000 abitanti) per paese. Anno 2016
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
Romania
Cipro
Lettonia
Croazia
Malta
Italia
Bulgaria
Polonia
Slovenia
Ungheria
Grecia
Spagna
Lituania
Estonia
RepubblicaCeca
Ue28
Slovacchia
Portogallo
Irlanda
Francia
Lussemburgo
RegnoUnito
PaesiBassi
Belgio
Germania
Austria
Finlandia
Svezia
Danimarca
Ricercatori Intensità di ricerca
Intensità di ricerca (%) e numero di ricercatori (per 10.000 abitanti) per regione. Anno 2016
Il sistema della R&S italiano sconta
un ritardo strutturale rispetto a quello
dell’Ue, con una quota di PIL
destinata alla ricerca tra le più
basse. Nonostante l’aumento
registrato nel tempo dal numero di
ricercatori per 10.000 abitanti, il
divario è particolarmente marcato in
termini dotazioni di risorse umane
L’incidenza di imprese che
introducono innovazioni
tecnologiche torna a crescere
nell’ultimo triennio, arrivando al 38,1
(+6,2 punti percentuali).
L’innovazione si concentra al Nord:
soprattutto l’Emilia- Romagna (46%),
Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia
Giulia e Piemonte
Intensità di ricerca più
elevata in Piemonte, ed
Emilia-Romagna;
maggiori dotazioni di
personale in Emilia-
Romagna, Trentino-Alto
Adige, Friuli-Venezia
Giulia e il Piemonte. Più
critica la situazione in
Calabria, Molise,
Basilicata e Sicilia
19
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
Albania Marocco Brasile India Pakistan Senegal Bangladesh Macedonia Moldova Peru'
2017 2016
0
1
2
3
4
5
6
7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Tasso di variazione del reddito familiare (40% più povero della
popolazione)
Tasso di variazione del reddito familiare (popolazione)
Disuguaglianza del reddito disponibile (asse dx)
Fino al 2007, la crescita in Italia dei redditi della popolazione a più basso
reddito è stata più elevata di quella dei redditi della popolazione
generale. Dal 2008, a causa della crisi economica, sono state osservate
flessioni più marcate per i redditi relativamente più bassi. L’effetto
negativo della crisi sui redditi più bassi si arresta soltanto nel 2016,
quando la crescita del reddito è più marcata per le famiglie con i redditi
più bassi (+4,8) che per il totale delle famiglie (+2,7), in un quadro di
andamenti molto eterogenei nei diversi contesti territoriali
L’Italia sta vivendo un profondo mutamento dei fenomeni migratori che la
interessano
Passata l’epoca delle migrazioni per lavoro, gli ultimi anni sono stati
caratterizzati da una crescente rilevanza di flussi in ingresso di persone in
cerca di asilo e protezione internazionale
Quanto agli indicatori di integrazione, continua la crescita delle persone in
possesso di un permesso di lungo periodo. Nel 2017, invece, si è registrata
per la prima volta, dopo un decennio di costante crescita, una diminuzione
del numero di acquisizioni di cittadinanza (-26,4%)
Acquisizioni di cittadinanza di cittadini non comunitari per principali
cittadinanze
Tasso di variazione annuo del reddito per il 40% più povero della popolazione e per la
popolazione totale e indice di disuguaglianza del reddito disponibile
GOAL 10
20
Miglioramento dei fattori di disagio abitativo dopo anni in
cui risultava in aumento. Sovraffollamento delle abitazioni
il fattore più critico, soprattutto per giovani e stranieri
Generale battuta d’arresto nella riduzione del livello di inquinamento atmosferico da
particolato PM10 e PM2.5 (anche a causa delle condizioni atmosferiche)
Prosegue la diminuzione della quota di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari alla
metà fino al 2008, scesa al di sotto di un quarto negli ultimi due anni (23,4% nel
2017)
Esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato PM2.5 e
Pm10 – Anno 2017 (µg/m3)
Rilevanti differenze a livello regionale
Rifiuti urbani conferiti in
discarica - Anno 2017 (%)
Abusivismo edilizio in crescita negli ultimi anni, è pari a 19,8%
nel 2017
Percentuale di persone che vivono in abitazioni….: Anno 2017 (%)
Abusivismo edilizio
Anno 2017 (%)
Incremento degli indici di
estremi di caldo e
diminuzione degli indici
di estremi di freddo
GOAL 11
21
GOAL 12
Consumo di materiale interno pro capite e per unità di PIL per paese - Anno 2017
(tonnellate pro capite e tonnellate per 1.000 Euro)
Consumo materiale interno pro capite e per unità di PIL - Anni 2000-2017 (tonnellate pro
capite e tonnellate per 1.000 Euro)
Istituzioni pubbliche che hanno adottato forme di rendicontazione sociale e/o ambientale, per
regione - Anni 2012-2015 (%)
Il 19,5% delle istituzioni
pubbliche adottano
bilanci o rapporti sociali
e/o ambientali, più
diffusamente in Emilia-
Romagna, nella Provincia
autonoma di Trento, in
Puglia, Toscana e Sicilia.
Consumo di materiale interno in consistente
calo, ma torna a crescere a partire dal 2015,
a seguito della ripresa delle attività produttive.
Oggi in Italia si consumano 8,2 ton. pro capite
e 0,31 ton. per 1.000 Euro di PIL. Notevoli
disparità si rilevano a livello regionale, con un
CMI pro capite che va dalle 4,6 tonnellate
della Campania alle 16,5 della Sardegna
Italia in posizione virtuosa
rispetto all’Ue: il nostro paese
si colloca al terz’ultimo posto
nella graduatoria in termini di
CMI/PIL (64% della media
dell’Ue) e all’ultimo posto in
termini di CMI pro capite
(62%)
22
A livello globale, le emissioni di anidride carbonica sono aumentate del 40% rispetto al
2000, con una flessione nel 2015. Fino al 2008 i maggiori responsabili sono i Paesi
sviluppati
In Europa e in Italia, lieve diminuzione delle emissioni di gas serra ed altri gas climalteranti
pro capite tra 2015 e 2016. Diversa dinamica dei paesi
In Italia, gas serra in diminuzione dal 2005
¾ generate dalle attività produttive, ¼ dalla componente consumi delle famiglie.
La dissociazione tra la dinamica delle emissioni delle attività produttive e Pil presenta fasi
alterne. Nell’ultimo anno sembrerebbe accentuarsi
Emissioni atmosferiche di gas serra per le attività produttive e Pil (Italia, 1995-2016),
numeri indice su anno base 1995 In Italia, gli eventi calamitosi si stanno intensificando, anche a causa dei cambiamenti climatici, con
avvenimenti disastrosi a cascata multirischio: frane, alluvioni, incendi boschivi, fenomeni climatici estremi,
ondate di calore, deficit idrici
La fragilità e la cattiva gestione del territorio, la scarsa manutenzione e l’obsolescenza delle infrastrutture
aggravano le perdite umane, economiche, ambientali
Nel 2017 è esposto a rischio di alluvioni il 10,4% della popolazione e il 2,2% è esposto a rischio frane.
Le anomalie di temperatura registrano un aumento di 1,30°C in Italia rispetto ai valori climatologici normali.
L’impatto degli incendi boschivi presenta picchi in alcuni anni; maggiore l’impatto nelle regioni del sud.
Il territorio è caratterizzato da aree con elevato rischio sismico
Popolazione esposta a rischio di frane e a rischio alluvioni (Anno 2017, %)
GOAL 13
23
I fenomeni indotti dai cambiamenti climatici, quali l’acidificazione, il riscaldamento
delle acque, l’aumento del livello del mare hanno effetti profondi sull’ecosistema
marino e aggravano l’insostenibilità della pesca intensiva, che non garantisce la
rigenerazione ittica
La maggior parte degli stock ittici è in sovrasfruttamento
La percentuale di coste balneabili sul
totale della linea litoranea è pari al
66,9%
Stock ittici in sovra sfruttamento - Mediterraneo (Occidentale) Anni 2007-2016
In Italia, la superficie delle aree marine protette è pari
complessivamente a 3.020,5 chilometri quadrati. I tre
quarti delle aree protette si trovano in Sardegna, Sicilia
e Toscana
Aree marine protette EUAP- Anno 2013 (Km2)
La quota di costa non balneabile
comprende le zone che presentano
rischi di natura igienico-sanitaria o di
sicurezza, ma anche le aree militari, i
porti, le foci di fiumi e le aree soggette
a tutela naturale
Percentuale di coste balneabili - Anno 2017 (%)
GOAL 14
24
Il consumo di suolo continua ad avanzare (14 ettari al giorno nel 2017). Il 7,65%
del territorio nazionale è coperto da superfici artificiali impermeabili, ma quasi il
40% è caratterizzato da un elevato grado di frammentazione, per il proliferare delle
barriere fisiche create dall’urbanizzazione
Il 31,6% del territorio nazionale è coperto da boschi, la cui estensione è aumentata
dello 0,6% l’anno dal 2000 al 2015. Cresce anche la loro densità in termini di
biomassa (da 95 a 111 t/ha)
La crescita e la densificazione delle aree forestali migliora l’assorbimento
dell’anidride carbonica, ma è in larga misura un processo incontrollato, alimentato
dall’abbandono e dal degrado dei paesaggi rurali dell’entroterra
GOAL 15
25
Nel 2017 in Italia sono stati commessi 0,6 omicidi volontari per centomila abitanti.
Un valore inferiore a quello medio dell’Unione Europea (1,0 nel 2016). Il calo degli
omicidi (degli uomini) degli ultimi decenni è imputabile anche alla riduzione di
quelli operati dalla criminalità organizzata
Il numero delle donne uccise rimane inferiore rispetto agli uomini, ma il
decremento negli anni molto contenuto
La durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei
tribunali ordinari migliora ma rimane molto elevata, 429 giorni in
media nel 2018. Rilevanti differenze a livello regionale
Tasso di omicidi nei paesi Ue – Anno 2016
(per 100.000 abitanti)
Durata dei procedimenti civili - Anni 2012, 2017, 2018 (gg, variazione in gg)
Diminuisce nel corso degli anni la quota di detenuti adulti nelle carceri
italiane in attesa di primo giudizio (16,5% nel 2018).
Il 7,9% delle famiglie è rimasto coinvolto in almeno un caso
di corruzione nel corso della vita
Fonte: Dipartimento dell’organizzazione
giudiziaria, del personale e dei servizi - Direzione
Generale di Statistica e analisi organizzativa
Fonte: Istat
Fonte: Eurostat
Famiglie che hanno avuto richieste di denaro, favori o altro o che hanno
dato denaro, regali o altro in cambio di favori o servizi - Anno 2015/16 (%)
7,9
2,7
1,2
nel corso della vita negli ultimi tre anni negli ultimi 12 mesi
GOAL 16
26
GOAL 17
APS totale e APS ai paesi meno sviluppati dell'Italia - Anni 2013-2017 (percentuale del reddito nazionale lordo)
APS per paese donatore del DAC - Anno 2017 (percentuale del reddito nazionale lordo)
Rimesse verso l'estero degli immigrati in Italia - Anni 2005 – 2018 (milioni di euro)
Aiuto pubblico allo sviluppo ancora molto distante dai target al 2030. Il
nostro paese si colloca anche al di sotto del contributo medio dei
paesi del DAC
In crescita la quota
di reddito nazionale
lordo destinata
dall’Italia all’APS
totale; stabile quella
per i Paesi meno
sviluppati
Nel 2018, tornano a crescere, le rimesse verso l’estero degli immigrati
in Italia. Le rimesse verso l’estero, in decremento dal 2012,
raggiungono nel 2018 i 6,2 miliardi di euro, (+ 22% rispetto al 2017;
+60% rispetto al 2005)
27
L’Istat e gli indicatori SDGs:
Integrazioni ed interconnessioni
Rendere espliciti i legami per rendere trasparenti sinergie e trade-off:
 interconnessione tra sistemi umani ed ambientali,
 interazione tra dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali,
 integrazione tra indicatori, goals e target per la produzione, l’analisi, il monitoraggio
Interconnessioni: UN-IAEG-SDGs
28
Integrazioni ed interconnessioni, la produzione
1.4.1 “Percentuale di popolazione/famiglie con accesso ai servizi di base”
secondo UN-IAEG-SDGs costruito con indicatori presenti in altri goal.
5.b.111.2.1
11.6.1
9.c.17.1.1
7.1.2
6.1.1
Servizi Base: Acqua potabile – Mobilità – Energia – Gestione rifiuti - ICT
29
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Parità di genere
UN
Italia
30
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Presenza di disabilità
UN
Italia
31
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Migrazioni
UN
Italia
32
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Città sostenibili
Legami leggeri 1-3 indicatori
Legami medi 4-10 indicatori
Legami forti 10+ indicatori
1.1.1
1.2.1
1.2.2
1.3.1
1.4.1
4.3.1
4.6.1
5.b.1
6.1.1
16.1.3
16.1.4
16.2.3
16.3.1
16.5.1
10.1.1
10.2.1
7.1.1
7.1.2
3.5.2
3.a.1
UN
Italia
33
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Cambiamenti climatici
34
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Cambiamenti climatici
35
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Cambiamenti climatici
UN
Italia
36
Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi:
Innovazioni, infrastrutture e industria
Legami leggeri 1-3 indicatori
Legami medi 4-10 indicatori
Legami forti 10+ indicatori
1.2.1
1.2.2
1.4.1
2.3.1
2.a.1
2.a.2
3.2.1
3.2.2
3.3.1
3.3.2
3.3.4
3.4.1
3.b.2
4.3.1
4.4.1
4.6.1
4.a.1
11.2.1
17.6.2
17.8.1
8.1.1
8.2.1
8.4.2
8.5.2
13.1.1
12.2.2
12.a.1
12.b.1
12.c.1
5.b.1
6.4.1
7.3.1Legami leggeri 1-3 indicatori
Legami medi 4-10 indicatori
Legami forti 10+ indicatori
UN
Italia
37
Integrazioni ed interconnessioni, il monitoraggio:
la Strategia per lo Sviluppo Sostenibile
o Ruolo crescente degli indicatori statistici come strumenti per orientare
i processi decisionali: Legge di bilancio, misurazione dell’efficacia delle politiche pubbliche anche attraverso i
loro effetti sugli indicatori di benessere - BES
o Il monitoraggio della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si basa sugli indicatori SDGs Istat
Sistan. (Delibera Cipe dicembre 2017)
o Tavolo tecnico: Istat, Ispra, Mattm, MEF, MAECI
o Approccio metodologico per la selezione di un sottoinsieme di indicatori: selezione dal Sistema
informativo Istat-Sistan SDGs, Indicatori UN-IAEG Tier I, possibilmente identici, derivati da fonti Sistan
o Criteri
38
Integrazioni ed interconnessioni, il monitoraggio:
la Strategia per lo Sviluppo Sostenibile
Sistema Informativo
Istat – Sistan SDGs per il
monitoraggio della SNSvS
Criteri:
o Parsimonia
o Fattibilità,
o Tempestività, estensione e
frequenza delle serie temporali
o Sensibilità alle politiche
pubbliche
o Dimensione territoriale
39
E’ necessario misurare per agire.
Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro
 Il Sistema informativo Istat-Sistan per gli SDGs consente analisi e monitoraggi di elevata qualità a diversi livelli
(sovranazionale, nazionale e regionale): Strategia Sviluppo Sostenibile
 Il quadro che emerge dall’aggiornamento del sistema di indicatori segnala da un lato alcuni miglioramenti, dall’altro
persistenti criticità
 Istat continuerà l’analisi degli indicatori UN-IAEG-SDGs con un approccio inter istituzionale, proseguendo nello sviluppo
delle necessarie innovazioni produttive e metodologiche, per rendere possibile la diffusione delle misure statistiche
necessarie e di Report di analisi
 Una sfida globale, grandi opportunità per il Paese, per il Sistan, per ognuno di noi: accrescere la consapevolezza
della visione sistemica, integrata ma concreta
40
E’ necessario misurare per agire
Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro
Grazie a
Barbara Baldazzi, Luigi Costanzo, Paola Patteri, Miria Savioli, Giovanna Tagliacozzo, Alessandra Tinto, Paola Ungaro.
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Istituto Superiore di Sanità, Invalsi, ENEA, GSE, INGV, Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero
dell’Economia e delle Finanze, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione dell’università e della Ricerca, Ministero di Giustizia,
Ministero dell’Interno, ASviS, Consob, Cresme.
Domenico Adamo, Ciro Baldi, Tiziana Baldoni, Marco Battaglini, Alessandra Battisti, Eugenia Bellini, Donatella Berna, Elisa Berntsen,
Rosalba Bravi, Silvia Bruzzone, Alessandra Burgio, Tania Cappadozzi, Raffaella Cascioli, Cinzia Castagnaro, Raffaella Chiocchini,
Annalisa Cicerchia, Alfredo Cirianni, Chiara Colucci, Cinzia Conti, Isabella Corazziari, Fabio Crescenzi, Stefania Cuicchio, Elisabetta
Del Bufalo, Clodia Delle Fratte, Valeria De Martino, Mascia Di Torrice, Aldo Femia, Alessandra Ferrara, Roberto Fantozzi, Luisa Frova,
Domenico Gabrielli, Lidia Gargiulo, Roberto Gismondi, Anita Guelfi, Antonino Laganà, Francesca Lariccia, Marzia Loghi, Maria Grazia
Magliocchi, Cecilia Manzi, Anna Emilia Martino, Valeria Mastrostefano, Maria Liviana Mattonetti, Manuela Michelini, Maria Giuseppina
Muratore, Alessandra Nurra, Sante Orsini, Monica Pace, Federica Pintaldi, Federico Polidoro, Maria Elena Pontecorvo, Sabrina Prati,
Gaetano Proto, Simona Ramberti, Chiara Rossi, Mariangela Sabato, Maria Teresa Santoro, Giovanni Seri, Elisabetta Segre, Isabella
Siciliani, Giampiero Siesto, Silvia Simeoni, Sabrina Sini, Simona Staffieri, Stefano Tersigni, Francesco G. Truglia, Angelica Tudini,
Franco Turetta, Donatella Vignani, Anna Villa, Alberto Violante, Laura Zannella.
41
E’ necessario misurare per agire
Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro
Grazie per l’attenzione
Angela Ferruzza ferruzza@istat.it
Barbara Baldazzi
Luigi Costanzo
Giovanna Tagliacozzo
Paola Patteri
Paola Ungaro

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A. Ferruzza, Presentazione del Rapporto SDGs 2019

  • 1. Rapporto SDGs 2019 Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia ROMA 17 APRILE 2019 Angela Ferruzza Istat
  • 2. 1 Una sfida globale complessa: una grande opportunità Gli SDGs, Obiettivi dell’Agenda 2030 delle NU per lo Sviluppo sostenibile, rappresentano un programma di azione per i Paesi per ridurre la povertà e le forme di disuguaglianze e garantire una crescita duratura e sostenibile Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs: Leaving no one behind Gli SDGs si riferiscono a fatti concreti della nostra vita relativi all’ambito economico, sociale, ambientale e istituzionale tre sono i principi catalizzatori: universalità, integrazione, partecipazione Una sfida globale complessa, ma è anche una grande opportunità, per i Sistemi statistici nazionali, per il Paese, per ognuno di noi Sistema informativo Istat SDGs e Rapporto SDGs 2019
  • 3. 2 Le misurazioni statistiche a supporto dello sviluppo sostenibile  UN High Level Group for Partnership, Coordination and Capacity Building for Statistics for the 2030 Agenda for Sustainable Development:  Adozione del Cape Town Global Action Plan, del Global indicator framework, della Dubai Declaration  Ruolo di coordinamento degli INS per gli indicatori necessari al monitoraggio ed al reporting globale, integrazione di nuove fonti di dati  UN Inter Agency Expert Group on Sustainable Development Goals (UN-IAEG-SDGs) ha proposto dal 2016 244 indicatori (232 differenti) 101 Tier I identificata metodologia e disponibili i dati 81 Tier II identificata metodologia ma ancora problemi per i dati 44 Tier III metodologia ancora da definire  6 con più Tier prossime revisioni 2020 e 2025  Sustainable development in the EU (Eurostat - ottobre 2018), UNECE, • European Commission (Reflection Paper, gennaio 2019) • Attività di Cooperazione internazionale
  • 4. 3 L’Istat e gli indicatori SDGs: quante e quali misure statistiche o What we measures affects what we do o L’Istat e gli altri soggetti del Sistema Statistico Nazionale hanno un ruolo cruciale per la produzione dell’informazione statistica necessaria per il monitoraggio dello stato di avanzamento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per l’Italia e della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Conciliare la prospettiva globale integrata con le esigenze specifiche del Paese, con un approccio concreto e progressivo. o Partecipazione: sinergie tra istituzioni nazionali (Ispra, GSE, Iss,Mattm, Maeci, MEF, ...), ed internazionali (Fao, Unodc, Unesco, …), coerenza con gli indicatori BES o Misure statistiche e criteri metodologici di selezione: trasparenza, tempestività, copertura e comparabilità territoriali, lunghezza delle serie storiche o Misurazione, analisi, monitoraggio
  • 5. 4 L’Istat e gli indicatori SDGs: quante e quali misure statistiche o Ogni sei mesi, dal 2016, l’Istat rende disponibili sul sito molti indicatori per l’Italia. o Sistema informativo Istat SDGs e Secondo Rapporto SDGs 2019 o 123 indicatori SDGs e 303 misure statistiche (di cui 273 diverse) o Aggiornamento indicatori, disaggregazioni, interconnessioni https://www.istat.it
  • 6. 5 L’Istat e gli indicatori SDGs: quante e quali misure statistiche 0 5 10 15 20 25 30 35 40 Contesto nazionale Simili o parziali Identici E’ un processo di misurazione in evoluzione continua
  • 7. 6 L’Istat e gli indicatori SDGs: quante e quali misure statistiche
  • 8. 7 L’Istat e gli indicatori SDGs: la geografia dello sviluppo sostenibile o 20 Regioni o 2 Province autonome o 3 ripartizioni o 175 indicatori Una sezione per ogni Regione
  • 9. 8 L’Istat e gli indicatori SDGs: andamento tendenziale Nell’ultimo decennio Progressi: Goal 4 (Istruzione), Goal 5 (Parità di genere), Goal 9 (Industria, innovazioni e infrastrutture), Goal 12 (Consumo e produzione sostenibili), Goal 7 (Energia sostenibile), Goal 16 (Giustizia e istituzioni)
  • 10. 9 L’Istat e gli indicatori SDGs: la geografia dello sviluppo sostenibile Ampi differenziali Nord-Sud Analisi per Goal, ad esempio: Goal 1 problematicità anche per Liguria e Piemonte Goal 3 problematicità per Bolzano, Sicilia e Campania …. Goal 9 situazione più favorevole in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte Piemonte 6,9 9 22,1 29 32,1 42 27,5 36 11,5 15 131 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 20,5 27 12,9 17 9,8 13 23,5 31 33,3 44 132 Liguria 15,2 20 19,7 26 26,5 35 22,0 29 16,7 22 132 Lombardia 14,4 19 13,6 18 13,6 18 26,5 35 31,8 42 132 Bolzano/Bozen 20,8 25 10,8 13 10,8 13 10,0 12 47,5 57 120 Trento 11,4 14 7,3 9 9,8 12 20,3 25 51,2 63 123 Veneto 13,7 18 10,7 14 23,7 31 35,1 46 16,8 22 131 Friuli-Venezia Giulia 9,1 12 12,9 17 22,0 29 23,5 31 32,6 43 132 Emilia-Romagna 15,9 21 9,1 12 15,9 21 27,3 36 31,8 42 132 Toscana 10,6 14 14,4 19 28,8 38 33,3 44 12,9 17 132 Umbria 9,2 12 26,9 35 33,1 43 15,4 20 15,4 20 130 M arche 9,1 12 25,0 33 30,3 40 25,0 33 10,6 14 132 Lazio 19,7 26 28,8 38 23,5 31 10,6 14 17,4 23 132 Abruzzo 18,9 25 36,4 48 18,2 24 16,7 22 9,8 13 132 M olise 27,7 36 33,1 43 9,2 12 10,0 13 20,0 26 130 Campania 54,5 72 15,9 21 10,6 14 8,3 11 10,6 14 132 Puglia 37,1 49 24,2 32 14,4 19 15,2 20 9,1 12 132 Basilicata 33,8 44 26,9 35 10,8 14 12,3 16 16,2 21 130 Calabria 56,1 74 8,3 11 9,8 13 10,6 14 15,2 20 132 Sicilia 56,1 74 14,4 19 9,1 12 8,3 11 12,1 16 132 Sardegna 34,1 45 24,2 32 15,2 20 15,2 20 11,4 15 132 Nord 7,6 9 11,9 14 17,8 21 50,0 59 12,7 15 118 Centro 11,5 14 23,0 28 36,9 45 24,6 30 4,1 5 122 Sud 48,3 56 19,8 23 15,5 18 11,2 13 5,2 6 116 REGIONI E RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Gruppo di collocazione (quintili) Totale indicatori disponibili I II III IV V (0-20) (20-40) (40-60) (60-80) (80-100)
  • 11. 10 Nel 2017, 113 milioni di persone, pari al 22,4% della popolazione della Ue28 (in diminuzione rispetto al 23,5% del 2016), erano a rischio di povertà o esclusione sociale. In Italia, la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,9% (circa 17 milioni e 407 mila individui) in diminuzione rispetto all’anno precedente (30%). Nel 2017 si stima che in Italia 1 milione 778 mila famiglie (6,9% delle famiglie residenti) siano in condizione di povertà assoluta, per un totale di 5 milioni e 58 mila individui (8,4% dell’intera popolazione). L’incidenza della povertà assoluta cresce raggiungendo nel Mezzogiorno il valore più elevato (11,4%) tra le ripartizioni. -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 -5 -3 -1 1 3 5 Variazione 2017/2016 Livello 2017 (scala dx) Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà assoluta per classe d’età e ripartizione geografica Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà o esclusione sociale in alcuni Paesi europei 0 5 10 15 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 0-17 anni 18-34 anni 35-64 anni 65 anni e piu' Italia 0 5 10 15 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Italia Nord Centro Mezzogiorno GOAL 1
  • 12. 11 GOAL 2 Al contempo, però, aumentano le emissioni di ammoniaca, tornate ai livelli del 2010, e non diminuisce l’impiego dei fertilizzanti Fitofarmaci (kg/ha) Fertilizzanti (kg/ha) In agricoltura, continuano a crescere le superfici biologiche (+71%, 2010-2017) e diminuisce l’impiego dei fitofarmaci (da 16,3 a 13 kg/ha dal 2010 al 2017)
  • 13. 12 GOAL 3 Nel 2016 riprende la diminuzione del tasso standardizzato di mortalità tra 30-69 anni per tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche. Permangono differenze di genere e sul territorio. Nel 2017 sono 58,7 gli anni attesi di vita in buona salute alla nascita nel nostro Paese. Tra le donne si osserva l’incremento maggiore rispetto al 2016 (+2,7 anni), ma lo svantaggio rispetto agli uomini in termini di qualità della sopravvivenza permane. Più marcate le disuguaglianze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno, con una differenza di vita attesa in buona salute alla nascita tra Nord e Mezzogiorno pari a circa 4 anni. Tasso standardizzato di mortalità per le maggiori cause di morte tra 30-69 anni in Italia per genere e ripartizione geografica - Anno 2016 (per 100 mila abitanti) 284,4 166,5 208,3 219,7 246,0 223,3 0 50 100 150 200 250 300 Maschi Femmine Nord Centro Mezzogiorno Italia Numero di persone decedute in incidente stradale in Italia – Anni 2004-2017 (Valori assoluti) 6122 3378 4114 2674 2057 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Italia Target di riduzione delle vittime Nel 2017 tornano ad aumentare in Italia i decessi in incidente stradale, allontanando ulteriormente la possibilità di raggiungere l’obiettivo di dimezzamento del numero di morti per questa causa tra il 2010 e il 2020. Speranza di vita e speranza di vita in buona salute alla nascita, per sesso e ripartizione geografica Anno 2017 80,6 84,9 83,2 82,9 81,9 82,7 59,7 57,8 60,1 59,7 56,2 58,7 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Maschi Femmine Nord Centro Mezzogiorno Italia speranza di vita alla nascita speranza di vita in buona salute alla nascita
  • 14. 13 L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è salita per il secondo anno consecutivo e si attesta, nel 2018, al 14,5%. Percentuale di persone di 30-34 anni che hanno conseguito un titolo terziario Le competenze alfabetiche e numeriche sono molto basse per alcuni gruppi di studenti Tra gli studenti che frequentano le seconde classi delle scuole superiori di secondo grado, il 33,5% non raggiunge un livello sufficiente nelle competenze alfabetiche e il 41,6% in quelle numeriche. In Italia, il 27,9% di giovani 30-34enni possiede un titolo terziario ed è stato ampiamente raggiunto l’obiettivo nazionale previsto da Europa 2020; tuttavia, il livello del tasso rimane di molto inferiore alla media europea ed è superiore soltanto a quello della Romania. 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 Competenza linguistica Competenza numerica Media Italia Linguistica Media Italia Numerica 5 10 15 20 25 30 35 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Italia Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione nelle ripartizioni geografiche Percentuale di studenti di II classe della scuola secondaria di secondo grado che non raggiungono il livello di sufficienza per le competenze alfabetiche e numeriche 0 20 40 60 2018 2008 2013 GOAL 4
  • 15. 14 Diminuisce la violenza contro le donne, ma ne aumenta la gravità e rimane stabile la violenza estrema Il divario di genere nel lavoro domestico e di cura non retribuito è ampio ma in diminuzione. l’Italia presenta il divario di genere più elevato Emergono segnali positivi per quanto riguarda la presenza delle donne nei luoghi economici, decisionali e politici. Tuttavia la presenza continua a rimanere bassa. La quota di seggi detenuti da donne è aumentata nella maggioranza dei paesi dell'Ue. Tra i paesi che hanno registrato la crescita maggiore al primo posto si colloca l’Italia (a) per 100 donne dai 16 ai 70 anni (b) per 100 donne con partner attuale o precedente Donne di 16-70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo nei 5 anni precedenti l’intervista. Anni 2006 e 2014 (%) 13,3 6,6 9,0 1,2 0,7 0,6 11,3 4,9 7,7 1,2 0,6 0,6 0 2 4 6 8 10 12 14 violenza fisica o sessuale da un uomo (a) violenza fisica o sessuale da partner/ex- partner (b) violenza fisica o sessuale da un uomo non partner (a) Stupro o tentato stupro da un uomo (a) Stupro o tentato stupro da un partner/ex- partner (b) Stupro o tentato stupro da un uomo non partner (a) 2006 2014 Quota di seggi detenuti da donne nei parlamenti e nei governi nazionali nei paesi Ue28. Anni 2008 e 2018 (% di seggi) 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 2008 2018 Quota di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito dalla popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei. Anni vari (% di tempo al giorno) 0 5 10 15 20 25 Italia Grecia Romania Serbia Spagna Ungheria Austria Polonia Lussemburgo Estonia RegnoUnito Francia Belgio Germania Finlandia PaesiBassi Norvegia Totale Maschi Femmine GOAL 5
  • 16. 15 Nel 2015 il 59,6% dei carichi inquinanti potenziali confluisce in impianti di tipo secondario o avanzato In 342 comuni, in cui risiedono circa 1,4 milioni di abitanti (pari al 2,4% della popolazione totale), il servizio di depurazione è assente, quindi i reflui urbani non sono collettati in impianti pubblici in esercizio Quota percentuale dei carichi inquinanti confluiti in impianti secondari o avanzati rispetto ai carichi complessivi urbani generati - Anni 2012 e 2015 (%) L’Italia non è estranea al problema delle carenze d’acqua, soprattutto in alcune zone del Paese. Persistenti inefficienze nelle infrastrutture causano ancora sprechi e perdite L’Italia presenta il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi Ue: 156 m3 abitante, equivalente a 428 litri/ab/g. (2015) Il 10,4% delle famiglie lamentano irregolarità nel servizio di erogazione nelle abitazioni (2018), in aumento rispetto agli anni precedenti. Stabile al 29% la quota di famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto Prelievo 9,5 mld m3. Erogazione agli utenti 4,9 mld m3 Dispersione totale = 47,9% Anno 2015 Rilevanti differenze a livello regionale GOAL 6
  • 17. 16 GOAL 7 Efficienza energetica importante obiettivo per la sostenibilità energetica e ambientale, mezzo di contrasto della povertà, offre elevati vantaggi per le attività produttive Nel confronto Europeo, l’Italia si distingue storicamente per i contenuti livelli di intensità energetica primaria, ulteriormente diminuita, tra il 2006 e il 2016, fino a 98,4 tonnellate equivalenti petrolio per 1000 euro di PIL Marche, Lazio, Trentino-Alto Adige, Liguria e Campania le regioni più virtuose Intensità energetica primaria per regione. Anno 2015Intensità energetica primaria per Paese. Anno 2016 (Numeri indici, Ue = 100) Potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili target delle politiche europee e italiane Dopo il rallentamento segnato tra il 2013 e il 2015, nel 2017, torna a crescere Il contributo delle FER ai consumi di energia complessivi, ma non per l’energia elettrica Quota di consumi coperti da rinnovabile molto elevata in Valle d’Aosta (quasi 90%), Bolzano, Trento, Calabria, Molise e Basilicata Consumi di energia coperti da fonti rinnovabili. Anni 2004 - 2017
  • 18. 17 GOAL 8 Tasso di disoccupazione (10,6%) in calo nel 2018 (-0,6 punti rispetto al 2017) ma ancora più elevato rispetto ai livelli pre-crisi. L’Italia tra gli ultimi Paesi in Ue Condizioni di inserimento occupazionale più sfavorevoli nel Mezzogiorno, in particolare in Campania, Sicilia e Calabria, e più favorevoli in Trentino Alto-Adige, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia Tasso di disoccupazione per regione. Anno 2018 (a) I dati si riferiscono al 2017. Tasso di occupazione per regione - Anno 2018 Nel 2018 continua a crescere il PIL pro capite, ma resta ancora ferma la produttività del lavoro Tasso di disoccupazione per paese. Anno 2018 Tasso di crescita annuo del PIL reale per abitante e del valore aggiunto in volume per occupato - Anni 1996-2018 (valori concatenati) Il tasso di occupazione (63%), in crescita nel 2018 (+0,7 rispetto al 2017), recupera, per il primo anno, i livelli pre- crisi. I differenziali regionali, di genere e per età sono ancora rilevanti
  • 19. 18 GOAL 9 Imprese con attività innovative di prodotto e/o processo per regione. Anni 2014/2016 (%)Intensità di ricerca (%) e numero di ricercatori (per 10.000 abitanti) per paese. Anno 2016 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 Romania Cipro Lettonia Croazia Malta Italia Bulgaria Polonia Slovenia Ungheria Grecia Spagna Lituania Estonia RepubblicaCeca Ue28 Slovacchia Portogallo Irlanda Francia Lussemburgo RegnoUnito PaesiBassi Belgio Germania Austria Finlandia Svezia Danimarca Ricercatori Intensità di ricerca Intensità di ricerca (%) e numero di ricercatori (per 10.000 abitanti) per regione. Anno 2016 Il sistema della R&S italiano sconta un ritardo strutturale rispetto a quello dell’Ue, con una quota di PIL destinata alla ricerca tra le più basse. Nonostante l’aumento registrato nel tempo dal numero di ricercatori per 10.000 abitanti, il divario è particolarmente marcato in termini dotazioni di risorse umane L’incidenza di imprese che introducono innovazioni tecnologiche torna a crescere nell’ultimo triennio, arrivando al 38,1 (+6,2 punti percentuali). L’innovazione si concentra al Nord: soprattutto l’Emilia- Romagna (46%), Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte Intensità di ricerca più elevata in Piemonte, ed Emilia-Romagna; maggiori dotazioni di personale in Emilia- Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e il Piemonte. Più critica la situazione in Calabria, Molise, Basilicata e Sicilia
  • 20. 19 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 Albania Marocco Brasile India Pakistan Senegal Bangladesh Macedonia Moldova Peru' 2017 2016 0 1 2 3 4 5 6 7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Tasso di variazione del reddito familiare (40% più povero della popolazione) Tasso di variazione del reddito familiare (popolazione) Disuguaglianza del reddito disponibile (asse dx) Fino al 2007, la crescita in Italia dei redditi della popolazione a più basso reddito è stata più elevata di quella dei redditi della popolazione generale. Dal 2008, a causa della crisi economica, sono state osservate flessioni più marcate per i redditi relativamente più bassi. L’effetto negativo della crisi sui redditi più bassi si arresta soltanto nel 2016, quando la crescita del reddito è più marcata per le famiglie con i redditi più bassi (+4,8) che per il totale delle famiglie (+2,7), in un quadro di andamenti molto eterogenei nei diversi contesti territoriali L’Italia sta vivendo un profondo mutamento dei fenomeni migratori che la interessano Passata l’epoca delle migrazioni per lavoro, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescente rilevanza di flussi in ingresso di persone in cerca di asilo e protezione internazionale Quanto agli indicatori di integrazione, continua la crescita delle persone in possesso di un permesso di lungo periodo. Nel 2017, invece, si è registrata per la prima volta, dopo un decennio di costante crescita, una diminuzione del numero di acquisizioni di cittadinanza (-26,4%) Acquisizioni di cittadinanza di cittadini non comunitari per principali cittadinanze Tasso di variazione annuo del reddito per il 40% più povero della popolazione e per la popolazione totale e indice di disuguaglianza del reddito disponibile GOAL 10
  • 21. 20 Miglioramento dei fattori di disagio abitativo dopo anni in cui risultava in aumento. Sovraffollamento delle abitazioni il fattore più critico, soprattutto per giovani e stranieri Generale battuta d’arresto nella riduzione del livello di inquinamento atmosferico da particolato PM10 e PM2.5 (anche a causa delle condizioni atmosferiche) Prosegue la diminuzione della quota di rifiuti urbani conferiti in discarica, pari alla metà fino al 2008, scesa al di sotto di un quarto negli ultimi due anni (23,4% nel 2017) Esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato PM2.5 e Pm10 – Anno 2017 (µg/m3) Rilevanti differenze a livello regionale Rifiuti urbani conferiti in discarica - Anno 2017 (%) Abusivismo edilizio in crescita negli ultimi anni, è pari a 19,8% nel 2017 Percentuale di persone che vivono in abitazioni….: Anno 2017 (%) Abusivismo edilizio Anno 2017 (%) Incremento degli indici di estremi di caldo e diminuzione degli indici di estremi di freddo GOAL 11
  • 22. 21 GOAL 12 Consumo di materiale interno pro capite e per unità di PIL per paese - Anno 2017 (tonnellate pro capite e tonnellate per 1.000 Euro) Consumo materiale interno pro capite e per unità di PIL - Anni 2000-2017 (tonnellate pro capite e tonnellate per 1.000 Euro) Istituzioni pubbliche che hanno adottato forme di rendicontazione sociale e/o ambientale, per regione - Anni 2012-2015 (%) Il 19,5% delle istituzioni pubbliche adottano bilanci o rapporti sociali e/o ambientali, più diffusamente in Emilia- Romagna, nella Provincia autonoma di Trento, in Puglia, Toscana e Sicilia. Consumo di materiale interno in consistente calo, ma torna a crescere a partire dal 2015, a seguito della ripresa delle attività produttive. Oggi in Italia si consumano 8,2 ton. pro capite e 0,31 ton. per 1.000 Euro di PIL. Notevoli disparità si rilevano a livello regionale, con un CMI pro capite che va dalle 4,6 tonnellate della Campania alle 16,5 della Sardegna Italia in posizione virtuosa rispetto all’Ue: il nostro paese si colloca al terz’ultimo posto nella graduatoria in termini di CMI/PIL (64% della media dell’Ue) e all’ultimo posto in termini di CMI pro capite (62%)
  • 23. 22 A livello globale, le emissioni di anidride carbonica sono aumentate del 40% rispetto al 2000, con una flessione nel 2015. Fino al 2008 i maggiori responsabili sono i Paesi sviluppati In Europa e in Italia, lieve diminuzione delle emissioni di gas serra ed altri gas climalteranti pro capite tra 2015 e 2016. Diversa dinamica dei paesi In Italia, gas serra in diminuzione dal 2005 ¾ generate dalle attività produttive, ¼ dalla componente consumi delle famiglie. La dissociazione tra la dinamica delle emissioni delle attività produttive e Pil presenta fasi alterne. Nell’ultimo anno sembrerebbe accentuarsi Emissioni atmosferiche di gas serra per le attività produttive e Pil (Italia, 1995-2016), numeri indice su anno base 1995 In Italia, gli eventi calamitosi si stanno intensificando, anche a causa dei cambiamenti climatici, con avvenimenti disastrosi a cascata multirischio: frane, alluvioni, incendi boschivi, fenomeni climatici estremi, ondate di calore, deficit idrici La fragilità e la cattiva gestione del territorio, la scarsa manutenzione e l’obsolescenza delle infrastrutture aggravano le perdite umane, economiche, ambientali Nel 2017 è esposto a rischio di alluvioni il 10,4% della popolazione e il 2,2% è esposto a rischio frane. Le anomalie di temperatura registrano un aumento di 1,30°C in Italia rispetto ai valori climatologici normali. L’impatto degli incendi boschivi presenta picchi in alcuni anni; maggiore l’impatto nelle regioni del sud. Il territorio è caratterizzato da aree con elevato rischio sismico Popolazione esposta a rischio di frane e a rischio alluvioni (Anno 2017, %) GOAL 13
  • 24. 23 I fenomeni indotti dai cambiamenti climatici, quali l’acidificazione, il riscaldamento delle acque, l’aumento del livello del mare hanno effetti profondi sull’ecosistema marino e aggravano l’insostenibilità della pesca intensiva, che non garantisce la rigenerazione ittica La maggior parte degli stock ittici è in sovrasfruttamento La percentuale di coste balneabili sul totale della linea litoranea è pari al 66,9% Stock ittici in sovra sfruttamento - Mediterraneo (Occidentale) Anni 2007-2016 In Italia, la superficie delle aree marine protette è pari complessivamente a 3.020,5 chilometri quadrati. I tre quarti delle aree protette si trovano in Sardegna, Sicilia e Toscana Aree marine protette EUAP- Anno 2013 (Km2) La quota di costa non balneabile comprende le zone che presentano rischi di natura igienico-sanitaria o di sicurezza, ma anche le aree militari, i porti, le foci di fiumi e le aree soggette a tutela naturale Percentuale di coste balneabili - Anno 2017 (%) GOAL 14
  • 25. 24 Il consumo di suolo continua ad avanzare (14 ettari al giorno nel 2017). Il 7,65% del territorio nazionale è coperto da superfici artificiali impermeabili, ma quasi il 40% è caratterizzato da un elevato grado di frammentazione, per il proliferare delle barriere fisiche create dall’urbanizzazione Il 31,6% del territorio nazionale è coperto da boschi, la cui estensione è aumentata dello 0,6% l’anno dal 2000 al 2015. Cresce anche la loro densità in termini di biomassa (da 95 a 111 t/ha) La crescita e la densificazione delle aree forestali migliora l’assorbimento dell’anidride carbonica, ma è in larga misura un processo incontrollato, alimentato dall’abbandono e dal degrado dei paesaggi rurali dell’entroterra GOAL 15
  • 26. 25 Nel 2017 in Italia sono stati commessi 0,6 omicidi volontari per centomila abitanti. Un valore inferiore a quello medio dell’Unione Europea (1,0 nel 2016). Il calo degli omicidi (degli uomini) degli ultimi decenni è imputabile anche alla riduzione di quelli operati dalla criminalità organizzata Il numero delle donne uccise rimane inferiore rispetto agli uomini, ma il decremento negli anni molto contenuto La durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari migliora ma rimane molto elevata, 429 giorni in media nel 2018. Rilevanti differenze a livello regionale Tasso di omicidi nei paesi Ue – Anno 2016 (per 100.000 abitanti) Durata dei procedimenti civili - Anni 2012, 2017, 2018 (gg, variazione in gg) Diminuisce nel corso degli anni la quota di detenuti adulti nelle carceri italiane in attesa di primo giudizio (16,5% nel 2018). Il 7,9% delle famiglie è rimasto coinvolto in almeno un caso di corruzione nel corso della vita Fonte: Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi - Direzione Generale di Statistica e analisi organizzativa Fonte: Istat Fonte: Eurostat Famiglie che hanno avuto richieste di denaro, favori o altro o che hanno dato denaro, regali o altro in cambio di favori o servizi - Anno 2015/16 (%) 7,9 2,7 1,2 nel corso della vita negli ultimi tre anni negli ultimi 12 mesi GOAL 16
  • 27. 26 GOAL 17 APS totale e APS ai paesi meno sviluppati dell'Italia - Anni 2013-2017 (percentuale del reddito nazionale lordo) APS per paese donatore del DAC - Anno 2017 (percentuale del reddito nazionale lordo) Rimesse verso l'estero degli immigrati in Italia - Anni 2005 – 2018 (milioni di euro) Aiuto pubblico allo sviluppo ancora molto distante dai target al 2030. Il nostro paese si colloca anche al di sotto del contributo medio dei paesi del DAC In crescita la quota di reddito nazionale lordo destinata dall’Italia all’APS totale; stabile quella per i Paesi meno sviluppati Nel 2018, tornano a crescere, le rimesse verso l’estero degli immigrati in Italia. Le rimesse verso l’estero, in decremento dal 2012, raggiungono nel 2018 i 6,2 miliardi di euro, (+ 22% rispetto al 2017; +60% rispetto al 2005)
  • 28. 27 L’Istat e gli indicatori SDGs: Integrazioni ed interconnessioni Rendere espliciti i legami per rendere trasparenti sinergie e trade-off:  interconnessione tra sistemi umani ed ambientali,  interazione tra dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali,  integrazione tra indicatori, goals e target per la produzione, l’analisi, il monitoraggio Interconnessioni: UN-IAEG-SDGs
  • 29. 28 Integrazioni ed interconnessioni, la produzione 1.4.1 “Percentuale di popolazione/famiglie con accesso ai servizi di base” secondo UN-IAEG-SDGs costruito con indicatori presenti in altri goal. 5.b.111.2.1 11.6.1 9.c.17.1.1 7.1.2 6.1.1 Servizi Base: Acqua potabile – Mobilità – Energia – Gestione rifiuti - ICT
  • 30. 29 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Parità di genere UN Italia
  • 31. 30 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Presenza di disabilità UN Italia
  • 32. 31 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Migrazioni UN Italia
  • 33. 32 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Città sostenibili Legami leggeri 1-3 indicatori Legami medi 4-10 indicatori Legami forti 10+ indicatori 1.1.1 1.2.1 1.2.2 1.3.1 1.4.1 4.3.1 4.6.1 5.b.1 6.1.1 16.1.3 16.1.4 16.2.3 16.3.1 16.5.1 10.1.1 10.2.1 7.1.1 7.1.2 3.5.2 3.a.1 UN Italia
  • 34. 33 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Cambiamenti climatici
  • 35. 34 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Cambiamenti climatici
  • 36. 35 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Cambiamenti climatici UN Italia
  • 37. 36 Integrazioni ed interconnessioni, l’analisi: Innovazioni, infrastrutture e industria Legami leggeri 1-3 indicatori Legami medi 4-10 indicatori Legami forti 10+ indicatori 1.2.1 1.2.2 1.4.1 2.3.1 2.a.1 2.a.2 3.2.1 3.2.2 3.3.1 3.3.2 3.3.4 3.4.1 3.b.2 4.3.1 4.4.1 4.6.1 4.a.1 11.2.1 17.6.2 17.8.1 8.1.1 8.2.1 8.4.2 8.5.2 13.1.1 12.2.2 12.a.1 12.b.1 12.c.1 5.b.1 6.4.1 7.3.1Legami leggeri 1-3 indicatori Legami medi 4-10 indicatori Legami forti 10+ indicatori UN Italia
  • 38. 37 Integrazioni ed interconnessioni, il monitoraggio: la Strategia per lo Sviluppo Sostenibile o Ruolo crescente degli indicatori statistici come strumenti per orientare i processi decisionali: Legge di bilancio, misurazione dell’efficacia delle politiche pubbliche anche attraverso i loro effetti sugli indicatori di benessere - BES o Il monitoraggio della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si basa sugli indicatori SDGs Istat Sistan. (Delibera Cipe dicembre 2017) o Tavolo tecnico: Istat, Ispra, Mattm, MEF, MAECI o Approccio metodologico per la selezione di un sottoinsieme di indicatori: selezione dal Sistema informativo Istat-Sistan SDGs, Indicatori UN-IAEG Tier I, possibilmente identici, derivati da fonti Sistan o Criteri
  • 39. 38 Integrazioni ed interconnessioni, il monitoraggio: la Strategia per lo Sviluppo Sostenibile Sistema Informativo Istat – Sistan SDGs per il monitoraggio della SNSvS Criteri: o Parsimonia o Fattibilità, o Tempestività, estensione e frequenza delle serie temporali o Sensibilità alle politiche pubbliche o Dimensione territoriale
  • 40. 39 E’ necessario misurare per agire. Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro  Il Sistema informativo Istat-Sistan per gli SDGs consente analisi e monitoraggi di elevata qualità a diversi livelli (sovranazionale, nazionale e regionale): Strategia Sviluppo Sostenibile  Il quadro che emerge dall’aggiornamento del sistema di indicatori segnala da un lato alcuni miglioramenti, dall’altro persistenti criticità  Istat continuerà l’analisi degli indicatori UN-IAEG-SDGs con un approccio inter istituzionale, proseguendo nello sviluppo delle necessarie innovazioni produttive e metodologiche, per rendere possibile la diffusione delle misure statistiche necessarie e di Report di analisi  Una sfida globale, grandi opportunità per il Paese, per il Sistan, per ognuno di noi: accrescere la consapevolezza della visione sistemica, integrata ma concreta
  • 41. 40 E’ necessario misurare per agire Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro Grazie a Barbara Baldazzi, Luigi Costanzo, Paola Patteri, Miria Savioli, Giovanna Tagliacozzo, Alessandra Tinto, Paola Ungaro. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Istituto Superiore di Sanità, Invalsi, ENEA, GSE, INGV, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione dell’università e della Ricerca, Ministero di Giustizia, Ministero dell’Interno, ASviS, Consob, Cresme. Domenico Adamo, Ciro Baldi, Tiziana Baldoni, Marco Battaglini, Alessandra Battisti, Eugenia Bellini, Donatella Berna, Elisa Berntsen, Rosalba Bravi, Silvia Bruzzone, Alessandra Burgio, Tania Cappadozzi, Raffaella Cascioli, Cinzia Castagnaro, Raffaella Chiocchini, Annalisa Cicerchia, Alfredo Cirianni, Chiara Colucci, Cinzia Conti, Isabella Corazziari, Fabio Crescenzi, Stefania Cuicchio, Elisabetta Del Bufalo, Clodia Delle Fratte, Valeria De Martino, Mascia Di Torrice, Aldo Femia, Alessandra Ferrara, Roberto Fantozzi, Luisa Frova, Domenico Gabrielli, Lidia Gargiulo, Roberto Gismondi, Anita Guelfi, Antonino Laganà, Francesca Lariccia, Marzia Loghi, Maria Grazia Magliocchi, Cecilia Manzi, Anna Emilia Martino, Valeria Mastrostefano, Maria Liviana Mattonetti, Manuela Michelini, Maria Giuseppina Muratore, Alessandra Nurra, Sante Orsini, Monica Pace, Federica Pintaldi, Federico Polidoro, Maria Elena Pontecorvo, Sabrina Prati, Gaetano Proto, Simona Ramberti, Chiara Rossi, Mariangela Sabato, Maria Teresa Santoro, Giovanni Seri, Elisabetta Segre, Isabella Siciliani, Giampiero Siesto, Silvia Simeoni, Sabrina Sini, Simona Staffieri, Stefano Tersigni, Francesco G. Truglia, Angelica Tudini, Franco Turetta, Donatella Vignani, Anna Villa, Alberto Violante, Laura Zannella.
  • 42. 41 E’ necessario misurare per agire Dalle scelte del presente dipenderà il nostro futuro Grazie per l’attenzione Angela Ferruzza ferruzza@istat.it Barbara Baldazzi Luigi Costanzo Giovanna Tagliacozzo Paola Patteri Paola Ungaro