Sabato 13 aprile 2013 alle ore 18.20 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, si è svolto il secondo incontro previsto dal programma del mese di aprile 2013 ed a cui hanno partecipato un numeroso gruppo di Soci, di simpatizzanti ed amici della Dott.ssa Valeria Patrizia Li Vigni.
La relatrice è stata accolta dal Presidente e dai presenti con simpatia e con vivo piacere, essendo la stessa ospite dell'attività dell'Associazione per il secondo anno consecutivo, in quanto memori dell'interessante relazione sui carretti siciliani, loro evoluzione e caratteristiche, svolta l'anno precedente.
Associazione Tutela Tradizioni Popolari Trapanesi - Il corallo
1. Il corallo
al Museo Agostino Pepoli
Valeria Patrizia
Li Vigni
Museo Interdisciplinare Regionale “A. Pepoli”
2. La pesca del corallo ha subito
una evoluzione: dalla pesca a
reti con l’utilizzo di uno
strumento per recidere il corallo
all’uso di un attrezzo “la croce di
S. Andrea” (quest’ultima vietata
dalla U.E. nel 1994).
La pesca del corallo, mediante la
nuova tecnologia di immersione
subacquea, è diventata meno
distruttiva e più selettiva con il
limitarsi a raccogliere solo
corallo senza danneggiare altro
3. Il corallo rosso rappresenta una ricchezza naturale e culturale di
grande valore. E’ nostro compito, con una intelligente gestione , far
sì che questo valore si mantenga nel tempo……..
(Riccardo Cattani Vietti)
<< La colonia
di corallo rosso
può assumere
forme e colori
anche molto
diverse
rara forma rosa
corallaro con
ricco bottino
4. Legislazione:linee per gestire il corallo
a)Regolarne la pesca con leggi basate sui risultati della ricerca scientifica;
b)non considerare il corallo inesauribile;
c)Non esercitare la pesca con strumenti distruttivi sia per il corallo che per
l’ambiente nel quale vive;
d)Far riposare i banchi sfruttati per almeno 10 anni per consentirne la
ricrescita;
e)Tentare di ripopolare aree sfruttate (gestione delle risorse e ricerca
scientifica)
f) Salvaguardare la vita dell’uomo in immersione
5. Alcuni Centri di ricerca (Museo Oceanografico di Montecarlo e la
Stazione Zoologica “A. Dohrn” di Napoli) hanno elaborato la
sperimentazione di trapianto del corallo rosso che ha avuto esito
favorevole.
Su tali linee si è orientata la normativa vigente per la corretta
gestione della pesca del corallo.
6. Le forme del corallo dalla natura al design
Analisi diacronica del corallo: dalla sua più lontana
comparsa nella storia dell’uomo fino ai nostri giorni
attraverso gli usi e le funzioni assolte
10. il corallo. prelevamento
<<< Il corallo veniva prelevato con una
particolare imbarcazione, dotata di idonea
attrezzatura, la corallina, una paranza
ordinaria… con il fiocco, una vela latina e
l’ingegno …….
così scriveva Ferdinando Marsigli, nel suo saggio Intorno alla storia
del mare (Venezia,1711): “… figurava lo ingegno adoperato dai
pescatori corallini: due travicelli di legno attonditi e posti in croce, con
legati al di sotto dell’intersezione una pietra squadrata che fa da
zavorra” . Ecco la croce dell’ingegno!
11. Dipinto murale (Cappella dei Pescatori della Chiesa dell’Annunziata
a Trapani): riproduce la pesca del corallo con un metodo praticato a
Trapani nel XVI sec.
12. La pesca del corallo
Pavimento maiolicato raffigurante la città di Trapani e le barche coralline
14. Il corallo grezzo veniva lavorato
nelle botteghe trapanesi… in via
dei Corallari. Al lavoro
prendevano parte sia uomini che
donne, i primi si occupavano del
lavoro di lima, le seconde della
bucatura, arrotondatura,
arrotatura, brunitura e lustratura.
L’operazione preliminare
consisteva nel liberare i rami dal
rivestimento esterno, il
cenosarco, con l’ausilio di
raschietti di ferro……
15. …. il ramo veniva poi lucidato con mola,
smeriglio o sabbia di Tripoli.
mola a mano ad acqua
16. …. Per mezzo di una lima si separavano i rami dal tronco
segnandolo con piccole tacche, per mezzo della spada (una lunga
lima)
Bulini e attrezzi
17. foratura con il trapano ad archetto
…ogni pezzetto di corallo…
veniva forato da parte a parte
con il fusellino, un sottile ago
montato a guisa di trapano,
funzionante grazie ad un
archetto temperato a olio.
Questa operazione veniva
eseguita bagnando il pezzo in
modo continuo per evitarne la
rottura.
I pezzi forati venivano poi
sottoposti all’azione di una
pietra cote per l’arrotondatura
e la sfaccettatura e quindi
sfregati su un disco orizzontale
coperto di smeriglio fin quando
non fossero ben lisci.
18. barilotto in legno per la lucidatura del corallo
tappo in ottone a vite … si passava quindi alla
lucidatura …. con stagno
calcinato, con il buratto
contenente sostanze
abrasive, o più
semplicemente, agitando i
pezzi dentro un sacco di
tela grossa con sabbia o
acqua e pomice in
polvere…
… un tempo avveniva in
appositi barilotti….oggi, si
procede con sofisticati
trapani ad acqua, così
come la lucidatura, nelle
botti, viene fatta con la
rotazione elettrica e non più
a manovella
Sistema di fissaggio dell’asse
del barilotto >>
19. … le tecniche di lavorazione,
patrimonio dei pochissimi
artigiani rimasti che hanno
appreso il mestiere da bambini
sono rimaste pressochè
immutate rispetto al passato….
nell’ausilio delle tecniche
moderne può venire in
soccorso solo il rinnovato
accordo tra “il sapere della
mente” e “il sapere della
mano”…
Ecco al lavoro Platimiro
Fiorenza, tra gli ultimi
rappresentanti di questa illustre
tradizione, un “ammutinato
della storia”……
23. Ampia mitologia sull’origine del sangue che
sgorga dalla testa mozzata della Medusa
La figlia di Forcio commise l’errore di
accompagnarsi con Poseidone, che scatenò
l’ira di Athena che la trasformò in un essere
mostruoso (la Medusa). Uccisa da Perseo la
sua testa rotolò sulla spiaggia irrorando di
rosso le alghe che si pietrificarono.
24. Dall’epoca preistorica all’epoca pre-classica si
raccoglieva sulla spiaggia.
In epoca romana Il corallo veniva raccolto dai
marangoni o urinatores a basse profondità.
Plinio ci parla di una pesca specializzata del
corallo con particolari reti pesanti di piccola
taglia.
Primordiale ingegno è esposto al Museo di
Marsiglia.
Tracce di corallo ritrovate nel relitto di una
nave medievale a nord di Alghero.
25. Devozione e religiosità nella raccolta
del corallo
•Lapide Museo Pepoli proveniente dalla Chiesa di Santa
Lucia di Trapani
•Lapide Biblioteca Fardelliana
27. •profilattico per i morsi di animali velenosi
•talismano in battaglia o viaggi rischiosi
•farmaco adatto a contrastare le emorragie
•Utilizzato per tisane rinfrescanti
• polveri per curare le malattie della pelle
• elemento ben augurante nei matrimoni
•Usato dalle balie come elemento apotropaico
per l’abbondanza del latte
28. Il corallo… racchiude in sé tutte le magie ed è
“amuleto degli amuleti, talismano dei talismani, esso è
un toccasana generale” (G. Tescione “Il corallo nella
storia”).
Grande saliera
29. Protettore della casa dalla apparizione dei demoni e
dei fulmini
Spilla pesciforme
30.
31. I GRANDI CAPOLAVORI DEL
CORALLO.
Il Corallo di Trapani del XVII e XVIII
secolo
La mostra, suddivisa in cinque sezioni e due laboratori, ci
conduce alla scoperta della storia del corallo dal suo ingresso
trionfale nelle settecentesche Stanze delle Meraviglie, le
Wunderkammern destinate a deliziare una ristretta cerchia di
fruitori, dall’analisi dei sistemi di raccolta, lavorazione e
commercializzazione, alle sue caratteristiche biologiche. La
mostra offre in termini diacronici le linee ed i principi del
rapporto uomo-mare che si estrinseca attraverso una
molteplicità i oggetti realizzati in determinati contesti Sociali e
naturali. I 120 preziosi capolavori realizzati con il corallo
trapanese illustrano la tradizione artistica dei maestri corallai. Il
periodo analizzato sarà quello dal tardo Cinquecento ai secoli
d’oro del Seicento e del Settecento.
32.
33. Pavimento maiolicato con veduta di Trapani e barche
coralline - Maestranze Trapanesi, sec. XVIII
34. NATURALIA ET MIRABILIA
I sezione
Trattando anni or sono di Wunderkammern, le “stanze delle meraviglie”, i
luoghi privilegiati delle raccolte di naturalia e mirabilia tanto in voga tra il
Cinquecento ed il Seicento, non mancavamo di sottolineare come
nell’economia generale dello stupore, in quanto forma amplificata della
meraviglia, restasse pienamente dominante, centrale, lasciare insoluto il
quesito, se, nell’assoluta convergenza di arte e natura, gli stupefacenti pezzi
in esposizione fossero oggetti naturali o artificiali; …. Solo in tale contesto
così selezionato il corallo, del resto, trovava i margini più consoni al suo
successo; e per la natura stessa e la sua curiosità, in forte bilico per come lo
si credeva tra mondo vegetale e minerale, per non parlare poi del fascino
della forma e del suo colore, o delle virtù scaramantiche e terapeutiche
unanimemente riconosciutegli. Sicché senza timore di smentita si può ben
dire che il corallo abbia rappresentato il contributo maggiore della Sicilia alle
wunderkammen d’Europa e ai musei di scienze.”
Vincenzo Abbate
41. Trionfo con Apollo Sole
Maestranze trapanesi su disegno di Giacomo Amato
Fine sec. XVII – Fond. Withaker
42. ROTTE E COMMERCI
II sezione
L’ originario interesse commerciale dell’oriente per il corallo, in Sicilia
vede come protagonisti indiscussi gli ebrei che, intuendone il forte
potenziale economico, lo trasformano in “nobil materia” grazie ad una
inimitabile abilità nella lavorazione. La Sicilia, del resto, offriva le
migliori condizioni perché si verificassero quelle fortunate
combinazioni capaci di produrre il grande”affare del corallo”
nell’economia e nell’arte trapanese e siciliana……Le notizie fornite
dalla documentazione di archivio sulla pesca del corallo trattano
abbondantemente delle società di pesca ad curallandum….Il
monopolio della lavorazione artigianale è degli ebrei trapanesi; si
intravede tuttavia nelle fonti, insieme all’iniziativa ebraica di aprire
piccole botteghe “ad laborandum corallum”, qualche episodico ed
isolato tentativo da parte di cristiani di inserirsi in tale attività;”
Aldo Sparti
49. IL POTERE DEI SIMBOLI
III sezione
l’esigenza di recuperare il patrimonio immateriale connesso agli
aspetti rituali e magico-religiosi legati al simbolismo profuso dalla
preziosa specie marina che diviene oggetto d’inestimabile valore,
enfatizza la valenza del corallo nel campo religioso e il rapporto tra
ritualità e religiosità.
Attraverso la sua imponente presenza negli apparati ecclesiastici
che culmina nell’identificazione del corallo con il sangue di Cristo, si
ripercorre la sua valenza taumaturgica da amuleto a talismano da
indossare in tutte le fasi della vita, sotto forma di ciondolo, collana,
fascia ombelicale e rosario.
Valeria Patrizia Li Vigni
53. Pianeta
Manifattura messinese e trapanese
Fine sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
54. Calice
Frà Matteo Bavera (attr.)
Prima metà sec. XVII – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli
55. Ostensorio con pietre policrome Ostensorio
Metà sec. XVII Prima metà sec. XVII
Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
56. Fascia ombelicale
Fine sec. XVIII
Gall. Int. Reg.le Palazzo Abatellis
58. L’ARTEDEL CORALLO
IV sezione
“Quella dei maestri trapanesi del corallo non è un'arte chiusa in se
stessa, all'interno di una bottega, ma attenta alla cultura che da più
parti raggiunge non solo Trapani, ma anche il capoluogo siciliano e
l'isola tutta. I corallari, peraltro, lavoravano spesso in collaborazione
con bronzisti, orafi e argentieri, scambiando esperienze con
maestranze diverse…..I corallari trapanesi prima si organizzarono in
consolato e poi in maestranza e già nel 1555, al tempo del vicerè De
Vega, partecipavano alla processione del cero con i loro consoli al
secondo posto.
Francesco Pugnatore nel 1591 ricordava a proposito della lavorazione
del corallo l’esistenza di “venticinque botteghe, con diversi
lavoratori….
Maria Concetta Di Natale.
66. V sezione
LA COLLEZIONE DELLA BANCA DI NOVARA
Non rare volte- e a ragione- è stato rimarcato l’alto valore formativo
del collezionismo sull’arte, la critica, il gusto, nel momento stesso in
cui esso viene a configurarsi come traccia insostituibile, filo
conduttore necessario per immettere le vicende artistiche nel più
ampio circuito della vita civile e più cautamente nel contesto storico-
sociale
la Collezione della Banca di Novara, esposta per la prima volta in
Sicilia è un virtuoso esempio di recupero di un’importante collezione
di coralli trapanesi avvenuto su segnalazione del Ministero dei Beni
Culturali che la ha intercettata presso una casa d’aste londinese. La
collezione, che consta di 46 oggetti, è esposta a Palazzo Bellini a
Novara, splendida sede della Fondazione Banca di Novara.
73. LA VITA NEGLI ABISSI
Scopriamo l’aspetto ambientale e naturale in cui il corallo si forma e si
riproduce e le norme di tutela della specie.
L’ intervista ai subacquei alto fondalisti illustra la raccolta del corallo in
Sicilia negli ultimi 50 anni e i sistemi di implementazione della specie
attraverso la realizzazione dei vivai
74.
75.
76. IL SAPERE DELLA MANO
Laboratori
I saperi e le conoscenze degli ultimi maestri
artigiani sono illustrati in chiave comparativa
diacronica in quanto bagaglio culturale dei pochi
ancora operanti.. Sono esposti gli attrezzi che
descrivono l’attività di lavorazione del corallo,
sono illustrate le tecniche di raccolta con la
croce di Sant’ Andrea e le imbarcazioni utilizzate
per questa faticosa ma fruttuosa raccolta .
77.
78.
79. CORALLO E RICCHEZZA
VI sezione
La Lapide della chiesa di Santa Lucia testimonia la florida
raccolta di coralli nel mare di Trapani che generò ricchezza
e benessere.
80. Lapide con dedicazione a Santa Lucia per rinvenimento di un banco di corallo
1673 – Museo Int. Reg.le “A. Pepoli