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ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI 
(TITOLO X del D. Lgs. 81 del 09 aprile 2008) 
Il rischio biologico è le possibilità che ha un 
agente biologico, situato in origine 
all’esterno dell’organismo, di penetrarvi e 
provocare danni più o meno gravi sia nei 
confronti della salute dei lavoratori che 
della popolazione generale. 
RISCHIO BIOLOGICO 
Definizioni (art. 267) 
• Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente 
modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe 
provocare infezioni, allergie o intossicazioni; 
• Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in 
grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; 
• Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da 
microrganismi pluricellulari.
RISCHIO BIOLOGICO 
Campo di applicazione (art. 266) 
• Tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione 
ad agenti biologici. 
(sono quindi comprese sia le esposizioni legate ad un utilizzo 
deliberato (a), sia le esposizioni potenziali (b) presenti nell’attività 
lavorativa o nell’ambiente di lavoro). 
RISCHIO BIOLOGICO 
• L’entità del rischio biologico presente nelle varie attività e la 
conseguente attuazione di misure preventive dipendono 
principalmente dall’uso deliberato o non deliberato di agenti biologici 
pericolosi. 
• Per deliberato si intende un uso intenzionale (e conosciuto) di 
microrganismi utilizzati come elemento attivo del processo di lavoro, 
in cui l’esposizione è prevedibile; in questo caso si pianificano le 
misure di sicurezza specifiche, relative alla fonte di rischio certa. 
• Per uso non deliberato si intende un esposizione possibile ma non 
prevedibile; questo succede ogni qualvolta venga trattato materiale 
biologico proveniente da paziente potenzialmente infetto e sia 
possibile un contatto accidentale con tale materiale. In questi casi 
vengono adottate misure preventive cosiddette “universali”.
Pericolosità 
degli agenti 
biologici 
Patogenicità 
riferibile alla capacità di produrre malattia a 
seguito di infezione; 
l’infettività 
intesa come capacità di un microrganismo di 
penetrare e moltiplicarsi nell’ospite; 
la trasmissibilità 
intesa come la capacità di un 
microrganismo di essere trasmesso da un 
soggetto infetto ad un soggetto suscettibile 
la neutralizzabilità 
intesa come la disponibilità di efficaci misure 
profilattiche per prevenire la malattia o 
terapeutiche per la sua cura 
RISCHIO BIOLOGICO 
Classificazione degli agenti biologici 
(art. 268) 
• Agente biologico del gruppo 1 
è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in 
soggetti umani 
Es.: Saccharomyces cerevisiae, Streptococcus 
thermophylus, Lactobacillus casei, Staphylococcus 
xylosus… 
Es.: Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e del 
tratto respiratorio), Legionella pneumophila (polmonite), Enterobacter 
aerogenes (infezione dell’apparato urinario), … 
• Agente biologico del gruppo 2 
è un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un 
rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità. 
Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
RISCHIO BIOLOGICO 
Yersinia pestis (trasmessa da animali all’uomo attraverso le 
pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini), Bacillus 
anthracis (si contrae per contatto con carni di animali infetti) 
•Agente biologico del gruppo 3 
è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e 
costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi alla 
comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche 
Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di emorragie 
interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto contaminati 
dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa per 
inalazione). 
•Agente biologico del gruppo 4 
è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio 
rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella 
comunità: non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche 
RISCHIO BIOLOGICO 
Comunicazione (art. 269) 
1. Il datore di lavoro, che intende esercitare attività che 
comportano l’uso di agenti biologici dei gruppi 2 o 3, 
comunica all’organo di vigilanza le informazioni almeno 30 
giorni prima dell’inizio dei lavori. 
2. Allo stesso modo, il datore di lavoro che è stato autorizzato 
all’esercizio dell’attività che comporta l’uso di agente 
biologico del gruppo 4, è tenuto alla comunicazione di cui 
al comma 1.
RISCHIO BIOLOGICO 
La valutazione del rischio (art. 271) 
• Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio da 
agenti biologici per ogni specifico contesto in cui si abbia 
esposizione legata all’attività lavorativa. 
• Nella valutazione del rischio biologico deve considerare: 
- la classificazione degli agenti biologici; 
- l’informazione sul tipo di danno che possono causare 
(malattia, intossicazione, allergia), etc. 
Principali fasi della valutazione del rischio per la protezione 
da agenti biologici (1/2) 
I fase: 
identificazione delle sorgenti di rischio, 
definizione e caratterizzazione degli agenti biologici 
•Descrizione dell’attività lavorative ed analisi delle modalità lavorative 
•Individuazione degli agenti biologici connessi con l’ambiente o con il posto di lavoro che 
sono da considerarsi sorgenti di rischio 
•Modalità di trasmissione dei possibili agenti eziologici di patologie per l’uomo in relazione alle rispettive 
cariche infettanti. 
•Presenza di eventuali fattori di sinergismo e/o ulteriori effetti sulla salute umana da mettere in evidenza 
•Considerazione dei rischi per la sicurezza e la salute dovuti a fattori trasversali: organizzazione del lavoro, 
fattori psicologici ed ergonomici, condizioni di lavoro difficili 
II fase: 
Individuazione dei rischi di esposizione 
•Quadro dei potenziali fattori di rischio 
•Misure di sicurezza attuate: formazione, informazione, piani di lavoro, processi a ciclo chiuso, 
automazione, DPI, sorveglianza sanitaria
Principali fasi della valutazione del rischio per la protezione 
da agenti biologici (2/2) 
III fase: 
Stima dei rischi di esposizione residui 
•“Verifica” dell’accettabilità delle condizioni igienico-ambientali per la protezione dell’operatore 
•“misura” dei parametri di rischio e loro quantificazione nel caso di situazioni ad elevato rischio potenziale 
•Acquisizione di documentazione e certificazione agli atti dell’azienda 
RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI RESIDUI 
Sulla base dei rischi di esposizione definiti: Programma Integrato delle Misure di Sicurezza 
RISCHIO BIOLOGICO 
Misure tecniche, organizzative e procedurali (art. 272) 
Il datore di lavoro: 
a) evita l’utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività 
lavorativa lo consente; 
b) limita al minimo i lavoratori esposti al rischio di agenti biologici; 
c) progetta adeguatamente i processi lavorativi; 
d) adotta misure collettive (o individuali se non è possibile altro) di 
protezione; 
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la 
propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di 
lavoro; 
f) usa il segnale di rischio biologico; 
g) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare 
campioni di origine umana ed animale; 
h) definisce procedure di emergenza per incidenti; 
i) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro; 
l) predispone i mezzi necessari per lo smaltimento rifiuti; 
m) concorda procedure per la manipolazione di agenti biologici nel 
luogo di lavoro.
RISCHIO BIOLOGICO 
Misure igieniche (art. 273) 
Il datore di lavoro assicura che: 
a) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati provvisti 
di docce con acqua calda e fredda; 
b) abbiano in dotazione indumenti protettivi; 
c) i dispositivi di protezione individuale siano controllati, 
disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione; 
d) gli indumenti di lavoro e protettivi che possono essere 
contaminati da agenti biologici vengano tolti quando il 
lavoratore lascia la zona di lavoro. 
Settori lavorativi con uso deliberato di agenti 
biologici (1/2) 
• Università o 
Centri di ricerca 
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• Zootecnia e 
veterinaria 
• Industria delle 
biotecnologie 
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Settori lavorativi con uso deliberato di agenti 
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• Chimica 
• Energia 
• Ambiente 
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RISCHIO BIOLOGICO 
Settori lavorativi con potenziale esposizione ad agenti 
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• Industria alimentare 
• Agricoltura 
• Zootecnia 
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• Servizi veterinari 
• Industria di trasformazione di derivati animali (cuoio, pelle, lana ecc.) 
• Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici, servizi di 
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• Servizi mortuari e cimiteriali 
• Servizi di raccolta, trattamento, smaltimento dei rifiuti 
• Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione e lavaggio di 
materiali potenzialmente infetti 
• Impianti depurazione acque di scarico 
• Manutenzione impianti fognari
RISCHIO BIOLOGICO 
Esempi di rischio biologico: 
• LEGIONELLA 
• PUNTURE DI ZECCHE 
• TETANO 
• PUNTURE DI INSETTO 
• RATTI E TOPI (PESTE, LEPTOSPIROSI, TIFO) 
• RABBIA 
• MORSI DI VIPERA 
• PICCIONI 
Rischi infettivi nel settore sanitario-ospedaliero: 
EPATITE VIRALE 
AIDS 
TUBERCOLOSI 
SALMONELLOSI 
MALATTIE ESANTEMATICHE 
TETANO 
ALCUNE DELLE PRINCIPALI INFEZIONI PROFESSIONALI
RISCHIO BIOLOGICO 
In Italia esistono : 
…Vaccini 
- vaccini obbligatori per legge antitetanico.. 
- vaccini consigliati es. antiinfluenzale … 
Entrambi seguono un “calendario vaccinale “ 
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica: 
anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale : 
richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari 
interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia 
Legionella 
Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione 
all’agente Legionella, essendo questo classificato nell’Allegato XLVI 
del D.Lgs. 81/2008 al gruppo 2 tra i patogeni, (sia come Legionella 
spp che come Legionella pneumophila,) si devono attuare tutte le 
misure di sicurezza necessarie. 
• La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere 
legionella. 
• La malattia si presenta in due forme: 
1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite); 
2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione).
Contagio 
• Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di 
“aerosol” generati da rubinetti, docce ed impianti di condizionamento 
ecc. 
• Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro, o in 
posti pubblici….. 
sintomi 
Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, perdita dell’appetito. 
diagnosi 
Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici. 
Interventi di prevenzione e protezione di tipo 
collettivo 
Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro 
importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono : 
le procedure di pulizia, decontaminazione e disinfezione degli impianti di 
ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature, degli apparati di 
umidificazione dell’aria… 
il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria 
è considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di Legionellosi 
imputabili ad inquinamento di tali impianti. 
Attualmente, la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo 
ed applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti 
tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
IL RISCHIO BIOLOGICO 
Per rischio biologico si intende un rischio ambientale ed occupazionale 
proveniente dalla presenza di microrganismi (virus, batteri, funghi, 
rickezie, ecc.), di allergeni di origine biologica (funghi, aeroallergeni, 
acari, forfore, ecc.) ed anche di sottoprodotti della crescita microbica 
(endotossine e micotossine), che possono essere presenti nell’aria, 
negli alimenti, su superfici contaminate e che possono provocare ai 
lavoratori : 
• infezioni; 
• allergie; 
• intossicazioni. 
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, il rischio 
infettivo (l’unico da considerare in quanto il rischio di allergie e 
intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale) 
non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di 
soggetti immunodepressi o lavoratrici madri ed è fondamentalmente 
analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e 
densamente occupati.
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Per gli insegnanti della scuola e collaboratori scolastici, il rischio è legato 
soprattutto alla presenza di allievi affetti da malattie tipiche dell’infanzia quali 
rosolia, varicella, morbillo, parotite, scarlattina che possono coinvolgere 
persone sprovviste di memoria immunitaria per queste malattie. 
Va anche considerata la comparsa sporadica di malattie infettive quali 
mononucleosi infettiva o parassitosi come la scabbia e, più frequentemente, la 
pediculosi. 
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Non è infrequente la diffusione di epidemie stagionali quali l’influenza 
stagionale per la quale il Ministero della Salute con circolari emanate 
annualmente, indica, ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, 
l’opportunità di vaccinazione per gli insegnanti in quanto soggetti addetti a 
servizi pubblici di primario interesse collettivo. 
Per gli operatori scolastici del nido e delle scuole dell’infanzia, il rischio può 
essere rappresentato anche dal contatto con feci e urine di neonati e bambini 
possibili portatori di parassiti, enterococchi, rotavirus, citomegalovirus, virus 
epatite A.
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Valutazione 
Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco 
rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario 
intervenire, sia con misure generali di prevenzione, sia con 
misure specifiche e, in alcuni casi, con l’uso di DPI. 
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Fotografia della scuola con una lente d’ingrandimento 
Igiene : per garantire la salubrità ambientale è necessario 
Le misure ambientali di ordine generale sono: 
• idonea ventilazione e adeguati ricambi d’aria; 
• adeguata pulizia degli ambienti: i pavimenti devono essere regolarmente puliti 
e periodicamente disinfettati; gli arredi (banchi, sedie, strumenti di lavoro), 
sistematicamente spolverati e puliti da polvere, acari e pollini che possono 
causare irritazioni all’apparato respiratorio o reazioni allergiche; 
• le pareti ed i soffitti non devono ravvisare la presenza di muffe e/o aloni indici 
di penetrazioni d’acqua;
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
• particolare cura ed attenzione deve essere dedicata alla pulizia e 
disinfezione dei sanitari tramite l’uso di guanti di gomma e camici in 
quanto si ravvisa il rischio di contrarre infezioni da Salmonella, virus 
epatite A e B, etc; 
• controllo costante degli ambienti esterni (cortili, parchi gioco interni) 
per evitare la presenza di vetri, oggetti contundenti, taglienti o 
acuminati che possono essere veicolo di spore tetaniche (anche se 
il rischio di tetano è stato ridimensionato dall’introduzione della 
vaccinazione obbligatoria per tutti i nati dal 1963); 
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
• l’attività di primo soccorso agli allievi deve essere fatta dagli 
insegnanti o altro personale individuato a tale mansione secondo 
modalità opportune ed utilizzando guanti in lattice, onde evitare 
l’eventuale trasmissione di malattie; 
• assicurarsi che tutti gli strumenti metallici contundenti (forbici, 
compassi, taglierini, etc.) siano sottoposti a buona manutenzione e 
pulizia: possono essere veicolo di spore di Clostridium tetani; 
• i telai delle finestre, i cornicioni, i davanzali non devono essere 
imbrattati da guano di volatili; 
• programmare interventi di sanificazione in caso si ravvisi la 
presenza di topi, scarafaggi, formiche, mosche, ragni 
rispettivamente responsabili della leptospirosi, tumefazioni, allergie 
ed infezioni.
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Categoria più a rischio: 
• giovani insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria 
• la presenza di bimbi piccoli in età tipica delle malattie 
infantili, non si può non valutare il rischio biologico per le 
maestre, spesso in giovane età o incinte. 
Le condizioni di contagio riportate esprimono comunque la 
presenza di rischio biologico che deve essere valutato 
soprattutto ai sensi del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, 
n. 151 per la tutela della lavoratrice madre. 
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
Come può avvenire la trasmissione degli agenti 
patogeni 
La trasmissione ad altra persona avviene per stretto 
contatto con la persona malata, per via aerea con le 
goccioline di saliva emesse durante gli starnuti, le 
lacrime, contatto con i bambini affetti da pediculosi, con i 
fazzolettini poggiati sul banco e presi erroneamente da 
altri bambini, ecc..
IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA 
• Si deve porre attenzione al momento dell’assistenza igienica (es. cambio 
pannolini) e di primo soccorso che deve essere prestata utilizzando sempre 
guanti monouso (in lattice o vinile) e grembiuli in materiale idrorepellente 
per evitare imbrattamenti da liquidi biologici potenzialmente infetti. 
• Per i collaboratori scolastici, la pulizia e la disinfezione dei bagni deve 
avvenire sempre con l’uso di guanti in gomma e camici per prevenire il 
rischio da infezione da salmonelle o virus epatite A.

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  • 1. ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI (TITOLO X del D. Lgs. 81 del 09 aprile 2008) Il rischio biologico è le possibilità che ha un agente biologico, situato in origine all’esterno dell’organismo, di penetrarvi e provocare danni più o meno gravi sia nei confronti della salute dei lavoratori che della popolazione generale. RISCHIO BIOLOGICO Definizioni (art. 267) • Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; • Microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; • Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da microrganismi pluricellulari.
  • 2. RISCHIO BIOLOGICO Campo di applicazione (art. 266) • Tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici. (sono quindi comprese sia le esposizioni legate ad un utilizzo deliberato (a), sia le esposizioni potenziali (b) presenti nell’attività lavorativa o nell’ambiente di lavoro). RISCHIO BIOLOGICO • L’entità del rischio biologico presente nelle varie attività e la conseguente attuazione di misure preventive dipendono principalmente dall’uso deliberato o non deliberato di agenti biologici pericolosi. • Per deliberato si intende un uso intenzionale (e conosciuto) di microrganismi utilizzati come elemento attivo del processo di lavoro, in cui l’esposizione è prevedibile; in questo caso si pianificano le misure di sicurezza specifiche, relative alla fonte di rischio certa. • Per uso non deliberato si intende un esposizione possibile ma non prevedibile; questo succede ogni qualvolta venga trattato materiale biologico proveniente da paziente potenzialmente infetto e sia possibile un contatto accidentale con tale materiale. In questi casi vengono adottate misure preventive cosiddette “universali”.
  • 3. Pericolosità degli agenti biologici Patogenicità riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione; l’infettività intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite; la trasmissibilità intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto suscettibile la neutralizzabilità intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura RISCHIO BIOLOGICO Classificazione degli agenti biologici (art. 268) • Agente biologico del gruppo 1 è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani Es.: Saccharomyces cerevisiae, Streptococcus thermophylus, Lactobacillus casei, Staphylococcus xylosus… Es.: Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio), Legionella pneumophila (polmonite), Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), … • Agente biologico del gruppo 2 è un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità. Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
  • 4. RISCHIO BIOLOGICO Yersinia pestis (trasmessa da animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con carni di animali infetti) •Agente biologico del gruppo 3 è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere trasmessa per inalazione). •Agente biologico del gruppo 4 è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche RISCHIO BIOLOGICO Comunicazione (art. 269) 1. Il datore di lavoro, che intende esercitare attività che comportano l’uso di agenti biologici dei gruppi 2 o 3, comunica all’organo di vigilanza le informazioni almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. 2. Allo stesso modo, il datore di lavoro che è stato autorizzato all’esercizio dell’attività che comporta l’uso di agente biologico del gruppo 4, è tenuto alla comunicazione di cui al comma 1.
  • 5. RISCHIO BIOLOGICO La valutazione del rischio (art. 271) • Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio da agenti biologici per ogni specifico contesto in cui si abbia esposizione legata all’attività lavorativa. • Nella valutazione del rischio biologico deve considerare: - la classificazione degli agenti biologici; - l’informazione sul tipo di danno che possono causare (malattia, intossicazione, allergia), etc. Principali fasi della valutazione del rischio per la protezione da agenti biologici (1/2) I fase: identificazione delle sorgenti di rischio, definizione e caratterizzazione degli agenti biologici •Descrizione dell’attività lavorative ed analisi delle modalità lavorative •Individuazione degli agenti biologici connessi con l’ambiente o con il posto di lavoro che sono da considerarsi sorgenti di rischio •Modalità di trasmissione dei possibili agenti eziologici di patologie per l’uomo in relazione alle rispettive cariche infettanti. •Presenza di eventuali fattori di sinergismo e/o ulteriori effetti sulla salute umana da mettere in evidenza •Considerazione dei rischi per la sicurezza e la salute dovuti a fattori trasversali: organizzazione del lavoro, fattori psicologici ed ergonomici, condizioni di lavoro difficili II fase: Individuazione dei rischi di esposizione •Quadro dei potenziali fattori di rischio •Misure di sicurezza attuate: formazione, informazione, piani di lavoro, processi a ciclo chiuso, automazione, DPI, sorveglianza sanitaria
  • 6. Principali fasi della valutazione del rischio per la protezione da agenti biologici (2/2) III fase: Stima dei rischi di esposizione residui •“Verifica” dell’accettabilità delle condizioni igienico-ambientali per la protezione dell’operatore •“misura” dei parametri di rischio e loro quantificazione nel caso di situazioni ad elevato rischio potenziale •Acquisizione di documentazione e certificazione agli atti dell’azienda RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI RESIDUI Sulla base dei rischi di esposizione definiti: Programma Integrato delle Misure di Sicurezza RISCHIO BIOLOGICO Misure tecniche, organizzative e procedurali (art. 272) Il datore di lavoro: a) evita l’utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lavorativa lo consente; b) limita al minimo i lavoratori esposti al rischio di agenti biologici; c) progetta adeguatamente i processi lavorativi; d) adotta misure collettive (o individuali se non è possibile altro) di protezione; e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro; f) usa il segnale di rischio biologico; g) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animale; h) definisce procedure di emergenza per incidenti; i) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro; l) predispone i mezzi necessari per lo smaltimento rifiuti; m) concorda procedure per la manipolazione di agenti biologici nel luogo di lavoro.
  • 7. RISCHIO BIOLOGICO Misure igieniche (art. 273) Il datore di lavoro assicura che: a) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda; b) abbiano in dotazione indumenti protettivi; c) i dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione; d) gli indumenti di lavoro e protettivi che possono essere contaminati da agenti biologici vengano tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro. Settori lavorativi con uso deliberato di agenti biologici (1/2) • Università o Centri di ricerca • Sanità • Zootecnia e veterinaria • Industria delle biotecnologie • Farmaceutica • Alimentare Ricerca e sperimentazione nuovi materiali e processi utilizzanti agenti biologici, Laboratori di Microbiologia Farmaci contenenti agenti biologici, Laboratorio di Microbiologia, Prove biologiche. Vedi sopra Produzione di microorganiismi selezionati Vaccini, ricerca e produzione di farmaci, prove biologiche su animali e cellule Produzione per biotrasformazione (vino, birra, formaggi etc) Ricerca dei patogeni
  • 8. Settori lavorativi con uso deliberato di agenti biologici (2/2) • Chimica • Energia • Ambiente • Miniere • Agricoltura • Ind. Bellica Prodotti per biotrasformazione (es. concia del cuoio) Produzione per biotrasformazione di vettori energetici (etanolo, metanolo, metano) usando residui agricoli e agroalimentari Trattamento dei rifiuti, uso di microrganismi con funzione degradativa aerobica e anaerobica Recupero metalli, uso dei microrganismi per la concentrazione dei metalli da soluzioni acquose Fertilizzazione, inoculazione micorrize, sviluppo di nuovi sementi, uso di antiparassitari microbici Produzione di armi biologiche RISCHIO BIOLOGICO Settori lavorativi con potenziale esposizione ad agenti biologici • Industria alimentare • Agricoltura • Zootecnia • Macellazione carni • Piscicoltura • Servizi veterinari • Industria di trasformazione di derivati animali (cuoio, pelle, lana ecc.) • Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici, servizi di assistenza) • Servizi mortuari e cimiteriali • Servizi di raccolta, trattamento, smaltimento dei rifiuti • Impianti industriali di sterilizzazione, disinfezione e lavaggio di materiali potenzialmente infetti • Impianti depurazione acque di scarico • Manutenzione impianti fognari
  • 9. RISCHIO BIOLOGICO Esempi di rischio biologico: • LEGIONELLA • PUNTURE DI ZECCHE • TETANO • PUNTURE DI INSETTO • RATTI E TOPI (PESTE, LEPTOSPIROSI, TIFO) • RABBIA • MORSI DI VIPERA • PICCIONI Rischi infettivi nel settore sanitario-ospedaliero: EPATITE VIRALE AIDS TUBERCOLOSI SALMONELLOSI MALATTIE ESANTEMATICHE TETANO ALCUNE DELLE PRINCIPALI INFEZIONI PROFESSIONALI
  • 10. RISCHIO BIOLOGICO In Italia esistono : …Vaccini - vaccini obbligatori per legge antitetanico.. - vaccini consigliati es. antiinfluenzale … Entrambi seguono un “calendario vaccinale “ Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica: anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale : richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia Legionella Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione all’agente Legionella, essendo questo classificato nell’Allegato XLVI del D.Lgs. 81/2008 al gruppo 2 tra i patogeni, (sia come Legionella spp che come Legionella pneumophila,) si devono attuare tutte le misure di sicurezza necessarie. • La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere legionella. • La malattia si presenta in due forme: 1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite); 2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione).
  • 11. Contagio • Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol” generati da rubinetti, docce ed impianti di condizionamento ecc. • Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro, o in posti pubblici….. sintomi Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, perdita dell’appetito. diagnosi Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici. Interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono : le procedure di pulizia, decontaminazione e disinfezione degli impianti di ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature, degli apparati di umidificazione dell’aria… il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria è considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di Legionellosi imputabili ad inquinamento di tali impianti. Attualmente, la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo ed applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
  • 12. IL RISCHIO BIOLOGICO Per rischio biologico si intende un rischio ambientale ed occupazionale proveniente dalla presenza di microrganismi (virus, batteri, funghi, rickezie, ecc.), di allergeni di origine biologica (funghi, aeroallergeni, acari, forfore, ecc.) ed anche di sottoprodotti della crescita microbica (endotossine e micotossine), che possono essere presenti nell’aria, negli alimenti, su superfici contaminate e che possono provocare ai lavoratori : • infezioni; • allergie; • intossicazioni. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, il rischio infettivo (l’unico da considerare in quanto il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale) non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati.
  • 13. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Per gli insegnanti della scuola e collaboratori scolastici, il rischio è legato soprattutto alla presenza di allievi affetti da malattie tipiche dell’infanzia quali rosolia, varicella, morbillo, parotite, scarlattina che possono coinvolgere persone sprovviste di memoria immunitaria per queste malattie. Va anche considerata la comparsa sporadica di malattie infettive quali mononucleosi infettiva o parassitosi come la scabbia e, più frequentemente, la pediculosi. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Non è infrequente la diffusione di epidemie stagionali quali l’influenza stagionale per la quale il Ministero della Salute con circolari emanate annualmente, indica, ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, l’opportunità di vaccinazione per gli insegnanti in quanto soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo. Per gli operatori scolastici del nido e delle scuole dell’infanzia, il rischio può essere rappresentato anche dal contatto con feci e urine di neonati e bambini possibili portatori di parassiti, enterococchi, rotavirus, citomegalovirus, virus epatite A.
  • 14. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Valutazione Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario intervenire, sia con misure generali di prevenzione, sia con misure specifiche e, in alcuni casi, con l’uso di DPI. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Fotografia della scuola con una lente d’ingrandimento Igiene : per garantire la salubrità ambientale è necessario Le misure ambientali di ordine generale sono: • idonea ventilazione e adeguati ricambi d’aria; • adeguata pulizia degli ambienti: i pavimenti devono essere regolarmente puliti e periodicamente disinfettati; gli arredi (banchi, sedie, strumenti di lavoro), sistematicamente spolverati e puliti da polvere, acari e pollini che possono causare irritazioni all’apparato respiratorio o reazioni allergiche; • le pareti ed i soffitti non devono ravvisare la presenza di muffe e/o aloni indici di penetrazioni d’acqua;
  • 15. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA • particolare cura ed attenzione deve essere dedicata alla pulizia e disinfezione dei sanitari tramite l’uso di guanti di gomma e camici in quanto si ravvisa il rischio di contrarre infezioni da Salmonella, virus epatite A e B, etc; • controllo costante degli ambienti esterni (cortili, parchi gioco interni) per evitare la presenza di vetri, oggetti contundenti, taglienti o acuminati che possono essere veicolo di spore tetaniche (anche se il rischio di tetano è stato ridimensionato dall’introduzione della vaccinazione obbligatoria per tutti i nati dal 1963); IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA • l’attività di primo soccorso agli allievi deve essere fatta dagli insegnanti o altro personale individuato a tale mansione secondo modalità opportune ed utilizzando guanti in lattice, onde evitare l’eventuale trasmissione di malattie; • assicurarsi che tutti gli strumenti metallici contundenti (forbici, compassi, taglierini, etc.) siano sottoposti a buona manutenzione e pulizia: possono essere veicolo di spore di Clostridium tetani; • i telai delle finestre, i cornicioni, i davanzali non devono essere imbrattati da guano di volatili; • programmare interventi di sanificazione in caso si ravvisi la presenza di topi, scarafaggi, formiche, mosche, ragni rispettivamente responsabili della leptospirosi, tumefazioni, allergie ed infezioni.
  • 16. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Categoria più a rischio: • giovani insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria • la presenza di bimbi piccoli in età tipica delle malattie infantili, non si può non valutare il rischio biologico per le maestre, spesso in giovane età o incinte. Le condizioni di contagio riportate esprimono comunque la presenza di rischio biologico che deve essere valutato soprattutto ai sensi del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 per la tutela della lavoratrice madre. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA Come può avvenire la trasmissione degli agenti patogeni La trasmissione ad altra persona avviene per stretto contatto con la persona malata, per via aerea con le goccioline di saliva emesse durante gli starnuti, le lacrime, contatto con i bambini affetti da pediculosi, con i fazzolettini poggiati sul banco e presi erroneamente da altri bambini, ecc..
  • 17. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLA SCUOLA • Si deve porre attenzione al momento dell’assistenza igienica (es. cambio pannolini) e di primo soccorso che deve essere prestata utilizzando sempre guanti monouso (in lattice o vinile) e grembiuli in materiale idrorepellente per evitare imbrattamenti da liquidi biologici potenzialmente infetti. • Per i collaboratori scolastici, la pulizia e la disinfezione dei bagni deve avvenire sempre con l’uso di guanti in gomma e camici per prevenire il rischio da infezione da salmonelle o virus epatite A.