2. Cos’è il taccuino?
Quest’anno nelle ore di Italiano, faremo insieme un’attività un po’ diversa,
un laboratorio di scrittura.
La parola “laboratorio” fa riferimento al lavoro dell’apprendista artigiano,
che nelle botteghe rinascimentali imparava un mestiere, con pazienza e
tenacia.
Il vostro mestiere sarà quello dello scrittore.
Come si fa a diventarlo, voi vi chiederete...
Bisogna imparare ad utilizzare gli ‘attrezzi’ giusti, proprio come un pittore,
uno scultore, un artigiano. Uno di questi è il taccuino.
3. Il taccuino è uno degli strumenti che gli scrittori
usano nel loro lavoro.
Partiamo da ciò che non il taccuino NON è:
NON è un semplice diario, ma molto di più.
Ci scriviamo sì quello che ci passa per la testa e a volte anche quello che ci è
successo ma anche altro.
Facciamo degli esempi.
4. Cosa possiamo scrivere nel taccuino?
Quello che osserviamo intorno a noi e che ci colpisce
(ambienti, animali, persone particolari), anche
attraverso schizzi e disegni.
Liste di parole che ci piacciono per il loro suono, per il
loro significato, perché le troviamo strane, buffe o
insolite.
Commenti, pensieri ed emozioni che ci suscitano libri,
canzoni, film
5. Aneddoti o fatti che ci colpiscono
Citazioni e frasi
Cose che ci appassionano
Cose che ci disturbano
Cose che ci fanno arrabbiare
Dubbi
6. Ricordi d'infanzia, da trasformare anche in poesia
Pensieri sparsi, riflessioni o improvvise illuminazioni sulla
vita, su lezioni apprese da eventi piccoli o grandi
Schizzi e disegnini abbinati ad immagini
7. Battute o interi dialoghi interessanti origliati per caso
(gli scrittori sono dei curiosoni!)
Descrizioni di tutto ciò che vediamo intorno a noi, anche
in luoghi pubblici: mentre viaggiamo in treno, mentre
siamo al ristorante, in sala d'attesa dal dottore, dal
parrucchiere...
8. Commenti, riflessioni o sensazioni annotate mentre
ascoltiamo la nostra musica preferita
Le risposte ad alcune domande come: cosa mi ha
commosso oggi? Cosa mi ha stupito? Cosa mi ha dato
ispirazione?
9. Il taccuino l’abbiamo già usato.
Per fare cosa? Per sondare i nostri
“territori di scrittura”.
Abbiamo già riempito la nostra Mappa del Cuore.
Faremo altre attività simili per mettere nero su bianco quello di cui
vogliamo scrivere. Saranno elenchi, per lo più (magari anche
accompagnati da disegni) su persone, cose, fatti che riteniamo degni di
interesse.
Vengono chiamati attivatori, perché ‘attivano’ la voglia di scrivere,
svegliano lo scrittore nascosto in noi.
Vedremo in seguito come usarli per scegliere gli argomenti su cui scrivere!
10. Scrivi subito sul taccuino!
Scrivi sul tuo taccuino per venti minuti scegliendo uno dei suggerimenti
indicati. Altrimenti, segui questo ulteriore spunto: fai una mappa
intitolata “Non potrei stare senza…”. Scrivi a raggiera tutto ciò di cui
proprio non potresti fare a meno. Completatala con colori, disegni, rendila
tua!
Non potrei
stare senza
11. Cominciamo a scrivere un testo
Oggi, per rompere il ghiaccio, inizieremo a
fare un primo esperimento di scrittura
poetica.
Se vi dico POESIA, cosa vi viene in mente?
12. Oggi faremo un esercizio di scrittura
molto semplice ma stimolante che si
chiama RICALCO.
PARTIAMO DALLA LETTURa di una
POESIA.
13. Leggiamo insieme la poesia “Possibilità” della poetessa polacca Wislawa
Szymborska
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
14. Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
15. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.
16. Adesso tocca a te…
Prendi il tuo blocco di fogli per le bozze.
Scrivi la data di oggi.
Scrivi il titolo: “Poesia a ricalco” – “Possibilità” di W. Szymborska
Componi una tua poesia di almeno quindici versi che inizino con “Preferisco”,
‘imitando’ la poetessa. Esprimi sentimenti, idee, preferenze personali. Aiutati leggendo
la poesia scritta dalla prof (vedi testo)
Ricopia la tua poesia su un foglio di bella e consegnala all’insegnante, che nel
frattempo ti avrà dato una consulenza passando fra i banchi.
17. La poesia della prof“Preferisco”
Preferisco il sussurro all’urlo
Preferisco i gatti ruffiani
Preferisco le mie cicatrici
Preferisco il mare che cambia ed è sempre uguale
Preferisco la follia di scrivere al silenzio di chi non ha parole
Preferisco gli studenti con gli occhi che brillano
Preferisco la fantasia alla noia
Preferisco un ‘idea nuova che mi frulla nel cervello
Preferisco un foglio bianco ad uno già scritto
Preferisco un giorno di pioggia se so che poi ci sarà il sole
Preferisco gli umili ai presuntuosi
Preferisco la città che pulsa alla quiete della campagna
Preferisco il mio divano sui tetti
Preferisco l’estate all’autunno
Preferisco il dubbio alla certezza
Preferisco esserci che star fuori
Preferisco le lettere ai numeri
Preferisco la poesia alla prosa
Preferisco i ponti ai muri
Preferisco le strade nuove alle vecchie
Preferisco perdermi per poi trovare me stessa
18. Consigli
Ricorda: scrivi saltando UNA riga, in modo da aver spazio per rivedere il testo.
La poesia è espressione di ciò che provi.
Usa accuratamente le parole, scegli quelle che raccontano qualcosa di te ma
non preoccuparti di sbagliare, di non saper trovare le immagini ‘giuste’.
Nel corso del laboratorio vedremo proprio questo: quali sono le tecniche per
saper utilizzare con maggior consapevolezza e ricchezza le parole nella
scrittura.
I poeti ci insegnano più di altri autori che la SCELTA delle parole fa la
differenza, che persino una virgola o un punto, un ‘a capo’ , sono importanti.
Scrivere poesie insegna a scrivere anche altri tipi di testi.
Per questo la poesia è stata scelta per aprire il laboratorio di scrittura.