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Stampare o Morire
di John Mauldin | 19 novembre 2011 - Anno 2 - Numero 45

In questo numero:
Stampare o Morire
Dice solo "Nein"
E poi c'è la Francia
Come si svilupperà?
Alcuni pensieri sul Super Comitato
New York, Honk Kong e Singapore

L'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle
conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto
all'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è
una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui
mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al
2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?". E cercherò ancora una volta, di
evitare di rendere la lunghezza della lettera: un libro. E chiudo con alcuni brevi pensieri
che ho portato a casa da DC, dal Super Comitato e sui tagli al deficit.

Ma prima, e molto velocemente, voglio dire che sono molto contento che Amazon ha
classificato Endgame come uno dei loro migliori libri per l'anno 2011 e i loro editor
scelgono delle "Idee regalo per gli appassionati", anche se io non sono sicuro di come essi
definiscono gli appassionati (non ho mai pensato a me stesso come una persona
abbastanza intelligente per essere considerato ad un “super esperto”). Il libro ha avuto
delle vendite molto buone anche se in modo ritardato, e questo è probabilmente dovuto al
fatto che in modo esplicito spiega l'attuale crisi che è causata dalla fine del superciclo del
debito. Oltre, ad aver ricevuto delle positive e favorevoli recensioni da parte di leader del
Congresso (come Paul Ryan nel New York Times poche settimane fa) che hanno
sicuramente aiutato.

Se volete fare un buon regalo per Natale o a dei vostri clienti! Potete acquistarlo
direttamente su Amazon http://www.amazon.com/Endgame. Ora, viriamo verso l'Europa
ed esaminiamo il suo particolare Endgame.

Stampare o Morire

La settimana scorsa ho cercato di fare una breve sintesi dei problemi che l'Europa deve
affrontare. L'ho chiamata "Dov'è la macchina da stampa della BCE", anche se avrei potuto
intitolarla "Stampare o Morire." Se ve la siete persa, potete leggerla su
http://www.scenarifinanziari.it/NewsLetter.aspx?idNewsLetter=20111112.html. (Per i lettori
stranieri "Pubblicare o Morire" è un modo di dire nel sistema universitario degli Stati Uniti,
dove se non si pubblica in alcune riviste, non si ottiene alcun incarico.)

Ora vorrei poter riassumere la precedente lettera in un paragrafo. L'Europa ha troppo
debito governativo, che è nei bilanci delle proprie banche, le quali hanno troppo debito; e
vi è un enorme squilibrio commerciale tra l'Europa centrale e quella periferica. Tutti e tre i
problemi vanno risolti al fine di evitare che la zona euro possa implodere. E mentre oggi il
debito è il "punto dolente", lo squilibrio commerciale è il maggiore problema. Come ho
sottolineato in Endgame, è impossibile per un paese bilanciare il suo deficit pubblico e
privato mentre è in atto un deficit commerciale. Si tratta di una identità contabile e vale per
tutti i paesi in ogni momento. La Grecia e altri sono in una situazione mostruosa. Nessun
livello di austerità produrrà dei benefici fino a quando non diminuirà il costo del lavoro (sia
per i dipendenti privati che pubblici) e i loro deficit commerciali si saranno riallineati.

Ho fatto notare che la zona euro deve trovare almeno 3 trilioni di € (più o meno) per
pagare “la riduzione” del debito governativo e le perdite delle loro banche. Alcuni
sostengono che sono necessari solo € 2 trilioni e invece altri sostengono che sono
necessari € 6 trilioni. Qualunque sia il dato, questo è un numero così elevato che non può
essere trovato con un prestito o con la creazione di un fondo speciale. L'UNICO modo per
affrontarlo è quello di consentire alla BCE di stampare, essenzialmente mettendo una
base a sostegno delle obbligazioni della zona euro, soprattutto quelle di Italia e Spagna,
dove entrambi i governi sono troppo grandi per essere salvati con dei mezzi convenzionali.

Ora, con questo in mente diamo un'occhiata a quello che abbiamo imparato questa
settimana. Per motivi di spazio, sto togliendo un sacco di dati di supporto alla spiegazione,
ma che forse nelle prossime settimane andremo ad esaminare in modo più approfondito.
Ma io ancora una volta tenterò di offrire in questo momento una visione d'insieme. In primo
luogo, Sarkozy sta essenzialmente sostenendo che alla BCE deve essere consentito di
affrontare i problemi delle banche fornendo loro tutti i fondi che sono necessari. Questo è
naturalmente la sua posizione, in quanto le banche francesi sono così insolventi che non è
possibile per la Francia intervenire in loro aiuto e rimanere un paese con rating AAA (ne
riparleremo più avanti). Se la Francia perde il suo rating AAA, il rating del debito EFSF è
essenzialmente privo di senso e il fondo verrà declassato. Fine del gioco.

Se la BCE non supporta le banche e il debito italiano e spagnolo, la zona euro cadrà in
una spirale deflazionistica generata dal debito. La maggior parte delle banche europee
(anche nei principali paesi) sono sostanzialmente insolventi. Semplicemente detengono
troppo debito governativo di tutti i tipi, e la leva si avvicina a 40 a 1. Hanno questo debito
nei loro bilanci a valore nominale. Anche una svalutazione del 10% spazzerebbe via la
maggior parte del loro capitale. Sarebbe un disastro. Guardate Dexia. Solo poche
settimane prima di essere nazionalizzata dai francesi e dai belgi, i regolatori ci dicevano
che la banca era ben finanziata. E poi Bang! Nel giro di poche settimane, i governi sono
stati costretti a nazionalizzarla.

Vi prego di notare che questi sono gli stessi regolatori che avevano detto che le banche
europee avevano solo bisogno di circa € 3 miliardi quest'estate, e recentemente questo
dato è stato portato a € 100 miliardi. Non hanno assolutamente idea di che cosa significa
mark to market, ma il mercato lo sa. Il finanziamento bancario viene prosciugato
rapidamente e poi si ha una fase di default. Forse l'unico vero scopo dei regolatori del
sistema bancario europeo è quello di rendere i regolatori degli Stati Uniti maggiormente
conservativi e prudenti.

Permettendo alle banche e ai debiti governativi di fare default su scala, stiamo parlando
del fatto che mezza Europa si troverebbe immersa in una depressione. E questo,
naturalmente, significa che il valore dell'euro precipiterebbe.


 Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di
John Mauldin per il mercato Europeo.

    Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
                                   mercato Italiano.

                         Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it


Dice sono "Nein"

Angela Merkel è stata irremovibile nel dire semplicemente "Nein". Il consentire alla BCE di
stampare nella quantità necessaria avrebbe assolutamente delle conseguenze davvero
inflazionistiche. E questo, inoltre significherebbe deprimere il valore dell'euro, forse anche
di molto.

"Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha respinto le richieste francesi di permettere alla
Banca Centrale Europea, di poter fermare la crisi, sfidando i leader mondiali e gli
investitori che chiedono misure urgenti per fermare il tumulto.

"Mentre la crisi ha fatto crescere gli oneri finanziari, nel cuore delle economie che sono al
di fuori della Germania, ad un livello record dall'inizio dell'euro, la Merkel ritiene che anche
utilizzando la BCE come prestatore di ultima istanza per l'emissione di euro obbligazioni al
fine di una "riduzione dei debiti"come è stato proposto, questo non funzionerà.

'Sono convinta che nessuno di questi approcci, se applicati in questo momento,
porterebbero ad una soluzione di questa crisi,' ha detto la Merkel in un discorso a Berlino.
'Se i politici ritengono che la BCE possa risolvere il problema della debolezza dell'euro,
loro stanno anche cercando di convincere se stessi che questo è qualcosa che non
accadrà.'

"I commenti della Merkel sottolineano la riluttanza tedesca ad assumersi più responsabilità
per gestire la crisi del debito, anche se ora questa si sta dirigendo verso la Francia, la
seconda e maggiore economia della zona dell'euro, che minaccia di scatenare una
recessione globale. Mentre il presidente Barack Obama ha rinnovato l'invito all'Europa ad
agire, la Merkel ha detto che 'l'azione politica' atta ad inasprire le norme di bilancio è
necessaria per arginare le turbolenze". (http://www.businessweek.com/news/2011-11-
18/merkel-rejects-ecb-as-crisis-backstop-in-clash-with-france.html)

A sostegno di questo pensiero guardiamo un articolo piuttosto sensazionale sul Telegraph
di Londra, nel quale si apprende che "il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si aspetta che
oggi David Cameron dovrebbe dire che la Gran Bretagna non ha bisogno di un
referendum sulle modifiche del trattato UE, nonostante le richieste da parte dei
conservatori che maggiori poteri dovrebbero essere riportati in Gran Bretagna. Il memo
che è trapelato, scritto dal Ministero degli Esteri tedesco, svela i piani per un radicale e
invadente nuovo organismo europeo che sarà in grado di assumere decisioni nelle
economie dei paesi della zona euro attualmente assediati.

"E rivela anche che la più grande economia dell'Unione Europea si sta preparando nei
confronti degli altri paesi europei, che sono troppo grandi per essere salvati, perché
facciano un default dei propri debiti – in quanto di fatto stanno andando in bancarotta. Da
questo emerge che il timore è che i piani tedeschi per affrontare la crisi della zona euro
comportano una erosione della sovranità nazionale che potrebbe aprire la strada ad un
"superstato" Europeo con una sua fiscalità e con dei propri piani di spesa fissati a
Bruxelles." (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/8898044/Germanys-
secret-plans-to-derail-a-British-referendum-on-the-EU.html)

Il Telegraph ha pubblicato un documento di sei pagine, attribuito al ministero degli Esteri
tedesco, che suggerisce che il fallimento parziale deve essere reso possibile per tutti i
membri della zona euro "che non sono in grado di raggiungere la sostenibilità del debito.
Ci deve essere anche l'opzione di un default guidato [per i membri della zona euro che
sono in difficoltà] in modo da ridurre l'onere sui contribuenti" degli altri paesi della zona
euro che stanno pagando per il loro salvataggio, dice il documento.

"Non c'è niente di segreto", ha detto il ministero Venerdì, sottolineando che il documento
conteneva idee su cui il ministro degli Esteri Guido Westerwelle aveva già pubblicamente
commentato.

La Merkel e la Germania stanno giocando sul filo del rasoio, in particolar modo con la
Francia e con il resto dell'Europa in generale. Permettetemi di dire che sarebbe assurdo
per la Germania il non pensare a tutte le sue opzioni. Una di queste opzioni, sicuramente
deve essere quella di cosa potrebbe succedere se permettessero alle banche europee e
ai governi di fallire e quali potrebbero essere le conseguenze, anche se non hanno alcuna
intenzione che questo accada. Per non pensare inoltre che sarebbe irresponsabile per un
governo. Dopo averci pensato, potrebbero anche decisamente rifiutarlo, ma pensate che
non lo faranno? Da qualche parte in Germania, io credo che ci sia un memo su cosa
significherebbe per la Germania lasciare l'euro e chi potrebbe seguirli. Tanto per dire ...

(Allo stesso modo, qualcuno in Grecia sta pensando a quali sarebbero le conseguenze nel
lasciare l'euro, anche se non hanno alcuna intenzione di farlo. Qualcuno, anche se molto
in privato e a porte chiuse, deve esaminare le diverse opzioni.)

La Germania sta giocando una partita dove i costi per lasciare l'euro, o avere una vera e
propria rottura dell'euro, sarebbero estremamente alti. Ma anche i costi del salvataggio dei
membri disastrati della zona euro sono estremamente elevati. In entrambi i casi il costo è
spaventoso. Non è una scelta il fatto che questo porterà un enorme carico di costi, ma
solo quale forma di onere prendere.

I tedeschi vorrebbero che il resto d'Europa metta il proprio budget e deficit sotto controllo
PRIMA di dover accettare tali costi. Il non accettare tali richieste significa che non ci sarà
fine alla quantità di denaro che la Germania dovrà pagare. Il tutto potrebbe accadere così
in fretta, che sarebbe sufficiente nel mettere a rischio il proprio rating di credito. Possono
immaginarsi che cosa potrebbe succedere. In assenza di controlli reali sulla spesa, quali
regole una nazione adotterà nel non spendere molto al fine comunque di poter farla
franca?

Ciò che la Germania vuole è qualche meccanismo per assicurarsi (e assicurare i propri
elettori) che il resto d'Europa controllerà i propri deficit. E questo significa un certo tipo di
livello europeo di controllo sulla spesa e che i governi siano pronti a rinunciare alla propria
sovranità in cambio di un appoggio da parte della Germania e/o della BCE. Altrimenti, che
continuino ad andare avanti e a fare default e così vedranno quali saranno per loro le
conseguenze.
Questa è una posizione perfettamente razionale. Ma è un azzardo enorme, nel consentire
alla crisi di andare troppo avanti, il che potrebbe significare una crisi economica di
proporzioni bibliche, il cui il recupero sarebbe lungo e terribile.

Ma che cosa avrebbe da perdere la Germania nello spingere questa scelta?
Semplicemente cedere, senza qualche tipo di reale controllo sui deficit nazionali, questa
non sarebbe una soluzione dal punto di vista del contribuente tedesco. Consentendo alla
BCE di stampare senza garanzie reali da parte dei governi beneficiari dal punto fiscale,
semplicemente rimandando l'inevitabile, questo significherebbe nel frattempo andare
incontro ad un costo molto elevato.

E poi c'è la Francia

La Francia è più debole ora, ma Sarkozy sta giocando bene. La Francia non può fare
marcia in dietro sulla questione delle banche senza perdere il suo rating AAA. E se questo
succedesse prima delle elezioni del prossimo anno, Sarkozy è fritto. Inoltre, se davvero
avesse nazionalizzato le perdite delle banche, questo li avrebbe messi in una posizione
finanziaria molto precaria. L'economia francese è già molto dipendente dalla spesa
pubblica. Le tasse sono circa il 46% del PIL e la spesa pubblica è il 53%. Il debito
nazionale è al 82% del PIL e continua a crescere, come il deficit annuo nazionale che è al
5,7%

La Francia è destinata a crescere meno del 1% quest'anno ed è anche probabile che
scivoli in recessione insieme al resto dell'Europa nel 2012. Se la fanno scivolare in
recessione il deficit aumenterà, così i costi esploderanno e ci sarà una caduta dei ricavi.
Non è una buona cosa quando i mercati stanno cominciando a mettere in discussione il
vostro debito.

I tassi di interesse francesi sul decennale sono saliti al 3,72% questa settimana. Che è
circa 1,9% in più rispetto ai titoli tedeschi. Solo pochi anni fa, la differenza era meno di 20
punti base (0,2%). Questo è la chiara indicazione del mercato circa la preoccupazione per
il debito francese.

Il Guardian ha scritto il mese scorso: "Gli analisti di M&G dicono che: l'allargamento dello
spread francese pone un problema importante, perché il cane tende a muovere la coda
quando si tratta di rating. In altre parole, lo spread tende a provocare declassamenti di
rating, che a loro volta causano un ulteriore contagio.

"Questo non sarebbe un bene per la Francia - o forse sarebbe più cruciale per l'EFSF - è
per questo che i mercati sono convinti che il presidente Nicolas Sarkozy farà tutto quanto
in suo potere per garantire che il rating AAA venga mantenuto - e non solo per vanità
nazionale."

Si noti che hanno scritto, che quando lo spread era a meno di 140 punti base, veniva
considerata come fonte di preoccupazione. In meno di un mese è salito a 189.

Sia l'Italia che la Spagna hanno il debito a 10 anni che è salito a oltre il 7% questa
settimana prima che la BCE intervenisse e acquistasse € 10 miliardi di debito, portando i
tassi di nuovo nella media del 6%. Senza l'acquisto da parte della BCE, i tassi di interesse
si sarebbero impennati. Sebbene il mio amico Steve Liesman di CNBC non abbia
raccomandato l'acquisto di obbligazioni italiane come un investimento ad alto rendimento.
Credo che non vi è nessuna possibilità di un default. Bisogna fidarsi della BCE e del
governo italiano per sostenerlo, in quanto il debito si basa sulla fiducia. Ma gli investitori
sono abbastanza d'accordo con Steve che l'Italia ha venduto la propria emissione di
debito, con un piccolo aiuto da parte della BCE.

I mercati stanno cominciando a chiedersi, quale sia la differenza tra il debito italiano e
spagnolo e il debito greco e portoghese? E questo significa che la Francia è in una
posizione molto difficile, perché i mercati stanno cominciando a chiedersi, qual è la
differenza tra il debito francese e il debito italiano? Certo, i tassi francesi non sono mai
stati storicamente elevati, guardando indietro negli ultimi dieci anni, ma la direzione
recente non è una buona notizia, data l'attuale turbolenza.

I tassi di interesse rendono ancora più difficile la situazione nel tenere il vostro deficit sotto
controllo. (C'è qualcuno che sta prestando attenzione a Washington?) La Francia ha nel
suo futuro un problema ancora più grande i debiti degli Stati Uniti. E le tasse sono già ad
un livello che qualsiasi aumento non solo è molto inutile, ma potrebbe rivelarsi più
dannoso che utile. E pensate che ai greci non piaccia l'austerità? Provate a tagliare i
sussidi agricoli ai francesi o le pensioni o gli stipendi del governo. Le strade erutteranno.
Ho sempre sostenuto che la Francia è su un sentiero insostenibile. Anche loro stanno
arrivando alla loro versione del Endgame.

È per questo che Sarkozy batte i pugni sul tavolo per ottenere dall'Europa un passo
indietro sulle banche che limiti la crisi bancaria. Si stanno avvicinando ai limiti teorici della
loro capacità economica di assorbire più debito, e il mercato lo ha capito. E questo è il
motivo per cui ci si oppone al piano tedesco. Ciò significa un disastro per la Francia in un
futuro non troppo lontano. I numeri, anche in francese, non mentono.

Come si svilupperà?

Non importa cosa fa l'Europa, non importa ciò che la Germania e la Francia fanno,
l'Europa sta terribilmente soffrendo. Una dura recessione è lo scenario più sicuro e
probabile, se non una depressione. Anche se penso che alla fine la Germania permetterà
alla BCE di stampare, ma non è una conclusione scontata.

Da una prospettiva europea, la stampa di denaro è un problema reale, e per alcuni paesi è
un disastro economico. Ma (egoisticamente) ciò di cui gli Stati Uniti e il resto del mondo
hanno bisogno è che l'Europa non lasci implodere il suo sistema bancario. Una recessione
farà male alle esportazioni, ma l'Europa rappresenta solo poco più del 10% delle
esportazioni degli Stati Uniti. Perdere anche il 20% di queste è un problema, ma non un
disastro. Quello che è un disastro è un altra crisi bancaria come quella del 2008.

Gli Stati Uniti, pur non essendo forti, sono in una situazione del cavarsela alla meno
peggio. Sono al 2-3% di crescita ma è ancora una crescita. Anche se non stanno creando
posti di lavoro a sufficienza per incidere veramente nella disoccupazione, l'economia non
sta peggiorando la situazione. Ma questo potrebbe cambiare. Come ho scritto due anni fa,
la mia più grande preoccupazione è una crisi bancaria europea che sfoci anche negli USA
e nel resto del mondo. E i dati recenti suggeriscono che i mercati stanno cominciando a
condividere tale preoccupazione.

Gli spread creditizi sono in aumento, così come il costo del funding interbancario. Il mio
co-autore Jonathan Tepper di Variant Perception mi ha inviato questa nota oggi:

"Una delle ragioni principali della disparità è che i CDS sul Libor, cioè il credit default swap
sulle banche che partecipano al mercato dei prestiti interbancari, sono saliti a livelli
superiori di quanto visto durante la crisi Lehman. I CDS vi dicono che la gente ha seri
dubbi circa la solvibilità del mercato dei prestiti interbancari".




E stiamo vedendo che inizia a diffondersi e ad ampliarsi anche negli Stati Uniti. Essi non
sono a livelli che indicano una crisi imminente, ma sono preoccupanti. E questo è il tipo di
cosa che si vede prima che una crisi diventi evidente. La turbolenza del mercato del
credito ha conseguenze molto brutte su tutti i prezzi di mercato, con elevate perdite.

La Merkel e Sarkozy stanno giocando sul filo del rasoio. I mercati hanno ragione a essersi
focalizzati sull'Europa, perché gli europei potrebbero portare tutto questo sulle teste della
nostra intera collettività. Dobbiamo sperare che agiscano per il meglio e che qualcuno
decida davvero cosa fare, invece di fare dei bluff.

Per quel che vale, sono veramente al punto in cui non credo che l'euro sopravvivrà con
l'attuale mix di paesi, né penso che la Germania non lo sappia. La Grecia è probabile che
faccia come il Portogallo. La Spagna può davvero tenere il deficit sotto controllo nel
tempo? Vediamo un mondo "a due euro", uno negli Stati del nord e uno nel sud? E a
quale parteciperà la Francia? Guardando la politica, si potrebbe pensare che la risposta
sia ovvia, ma se si guardano ai numeri, non è tanto chiaro. La Francia è per molti aspetti
un paese mediterraneo. Tante scelte sono state fatte male.

Ancora una volta, tutti abbiamo veramente bisogno che l'Europa non lasci le sue banche
implodere. È chiedere troppo?

Alcune riflessioni sul Super Comitato
Ho incontrato privatamente Martedì il senatore dell'Ohio Rob Portman, che fa parte del
"Super Comitato." Mi piace il suo approccio riflessivo e sono impressionato della sua
conoscenza della spesa e del deficit. Poi inoltre, è stato a capo dell'Office of Management
and Budget, così ha speso molti anni sui problemi e sui numeri.

Vi devo confessare che quello che ho visto non era incoraggiante. Semplicemente non ci
sono molti progressi. Portman sostiene che abbiamo bisogno di tagliare circa $1.200
miliardi di dollari ogni anno dal deficit, per oltre dieci anni. E mentre io riconosco che alcuni
dovranno essere fatti con le tasse, ma procedere ad aumenti d'imposta del 50% sul totale
sarà semplicemente portare l'economia allo stallo in un modo che non ci piacerà.
Raggiungeremo i livelli europei di disoccupazione. Il problema non sono le tasse che sono
troppo basse, ma che la spesa è troppo alta. E questo problema della spesa è stata creata
su base bipartisan, quindi non sto puntando il dito contro nessuno.

La cosa più importante è che il deficit sia sotto controllo e che si imposti un percorso verso
la sostenibilità, che richieda un disavanzo al di sotto del tasso di crescita del Paese.
Altrimenti si rischia una situazione come quella che l'Europa sta ora affrontando. A meno
che non vi sia una vera svolta, penso che sia meglio prendere solo i tagli che sono
attualmente sul tavolo, anche se sono dolorosi per entrambe le parti, e poi andare alle
urne il prossimo anno e decidere.

Un ciclo interessante di elezioni, non è vero?

New York, Honk Kong e Singapore

Non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana. La festa del Ringraziamento è la mia festa
preferita, e io sarò nuovamente ai fornelli per un grande gruppo. Prime Rib, tacchino, e
tutto il resto, più i miei funghi speciali e la zuppa di butternut squash. Il clan si sta
radunando.

Io domani volerò a Cleveland per un giorno per stare con il mio grande amico Mike Roizen
presso la Cleveland Clinic, dove il mio unico problema (un braccio destro) è ora una scusa
per lui per organizzare un controllo completo presso la Cleveland Clinic Wellness Center.
Dato che io sarò lì comunque ... Sono passati ormai più di due anni, quindi ha ragione.

Poi il prossimo weekend di Domenica sarò a NYC per incontrare Bill Dunkelberg (il capo
economista NFIB) per lavorare sul nostro nuovo libro sulla creazione di posti di lavoro,
oltre a qualche altra riunione per poi tornate in Texas Martedì mattina. Da quel momento in
poi starò a casa per un po'.

Il prossimo viaggio sarà quello di Hong Kong a metà gennaio per andare dal team di Hong
Kong Economic Journal e parlare in occasione della conferenza. Vi farò sapere di più su
tale occasione. Il HKEJ ha iniziato a pubblicare la mia lettera, e io sono felice di incontrarli
di persona. Ho intenzione di cogliere l'occasione per andare poi a Singapore per visitarla.
Non sono mai stato in nessuno dei due paesi, quindi questa sarà una vera e propria
esperienza di apprendimento per me. Sono sicuro che incontrerò un sacco di nuovi amici.

A proposito di viaggi internazionali (il Sud Africa è di nuovo sulla mia futura agenda) mi fa
venire in mente che la rivista International Living è sulla mia scrivania. Io penso che devo
affrontare il Sabato con la mia pila di libri da leggere. È possibile averne una copia su
(http://www1.internationalliving.com/outside/november11/invinse/).

È tardi ed è ora di premere il pulsante di invio. Poiché il HKEJ, ora dovranno tradurre la
mia lettera per la loro edizione del Lunedì, ho bisogno di finire la lettera molto prima come
mi è stato di recente chiesto, quindi sono costretto a capire come affrontare il problema del
Venerdì notte. Abbiate una grande settimana.

Il tuo analista veramente nervoso per l'Europa,




John Mauldin
John@FrontLineThoughts.com

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Stampare O Morire

  • 1. SCENARI FINANZIARI JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital Stampare o Morire di John Mauldin | 19 novembre 2011 - Anno 2 - Numero 45 In questo numero: Stampare o Morire Dice solo "Nein" E poi c'è la Francia Come si svilupperà? Alcuni pensieri sul Super Comitato New York, Honk Kong e Singapore L'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?". E cercherò ancora una volta, di evitare di rendere la lunghezza della lettera: un libro. E chiudo con alcuni brevi pensieri che ho portato a casa da DC, dal Super Comitato e sui tagli al deficit. Ma prima, e molto velocemente, voglio dire che sono molto contento che Amazon ha classificato Endgame come uno dei loro migliori libri per l'anno 2011 e i loro editor scelgono delle "Idee regalo per gli appassionati", anche se io non sono sicuro di come essi definiscono gli appassionati (non ho mai pensato a me stesso come una persona abbastanza intelligente per essere considerato ad un “super esperto”). Il libro ha avuto delle vendite molto buone anche se in modo ritardato, e questo è probabilmente dovuto al fatto che in modo esplicito spiega l'attuale crisi che è causata dalla fine del superciclo del debito. Oltre, ad aver ricevuto delle positive e favorevoli recensioni da parte di leader del Congresso (come Paul Ryan nel New York Times poche settimane fa) che hanno sicuramente aiutato. Se volete fare un buon regalo per Natale o a dei vostri clienti! Potete acquistarlo direttamente su Amazon http://www.amazon.com/Endgame. Ora, viriamo verso l'Europa ed esaminiamo il suo particolare Endgame. Stampare o Morire La settimana scorsa ho cercato di fare una breve sintesi dei problemi che l'Europa deve affrontare. L'ho chiamata "Dov'è la macchina da stampa della BCE", anche se avrei potuto intitolarla "Stampare o Morire." Se ve la siete persa, potete leggerla su http://www.scenarifinanziari.it/NewsLetter.aspx?idNewsLetter=20111112.html. (Per i lettori stranieri "Pubblicare o Morire" è un modo di dire nel sistema universitario degli Stati Uniti, dove se non si pubblica in alcune riviste, non si ottiene alcun incarico.) Ora vorrei poter riassumere la precedente lettera in un paragrafo. L'Europa ha troppo debito governativo, che è nei bilanci delle proprie banche, le quali hanno troppo debito; e vi è un enorme squilibrio commerciale tra l'Europa centrale e quella periferica. Tutti e tre i problemi vanno risolti al fine di evitare che la zona euro possa implodere. E mentre oggi il
  • 2. debito è il "punto dolente", lo squilibrio commerciale è il maggiore problema. Come ho sottolineato in Endgame, è impossibile per un paese bilanciare il suo deficit pubblico e privato mentre è in atto un deficit commerciale. Si tratta di una identità contabile e vale per tutti i paesi in ogni momento. La Grecia e altri sono in una situazione mostruosa. Nessun livello di austerità produrrà dei benefici fino a quando non diminuirà il costo del lavoro (sia per i dipendenti privati che pubblici) e i loro deficit commerciali si saranno riallineati. Ho fatto notare che la zona euro deve trovare almeno 3 trilioni di € (più o meno) per pagare “la riduzione” del debito governativo e le perdite delle loro banche. Alcuni sostengono che sono necessari solo € 2 trilioni e invece altri sostengono che sono necessari € 6 trilioni. Qualunque sia il dato, questo è un numero così elevato che non può essere trovato con un prestito o con la creazione di un fondo speciale. L'UNICO modo per affrontarlo è quello di consentire alla BCE di stampare, essenzialmente mettendo una base a sostegno delle obbligazioni della zona euro, soprattutto quelle di Italia e Spagna, dove entrambi i governi sono troppo grandi per essere salvati con dei mezzi convenzionali. Ora, con questo in mente diamo un'occhiata a quello che abbiamo imparato questa settimana. Per motivi di spazio, sto togliendo un sacco di dati di supporto alla spiegazione, ma che forse nelle prossime settimane andremo ad esaminare in modo più approfondito. Ma io ancora una volta tenterò di offrire in questo momento una visione d'insieme. In primo luogo, Sarkozy sta essenzialmente sostenendo che alla BCE deve essere consentito di affrontare i problemi delle banche fornendo loro tutti i fondi che sono necessari. Questo è naturalmente la sua posizione, in quanto le banche francesi sono così insolventi che non è possibile per la Francia intervenire in loro aiuto e rimanere un paese con rating AAA (ne riparleremo più avanti). Se la Francia perde il suo rating AAA, il rating del debito EFSF è essenzialmente privo di senso e il fondo verrà declassato. Fine del gioco. Se la BCE non supporta le banche e il debito italiano e spagnolo, la zona euro cadrà in una spirale deflazionistica generata dal debito. La maggior parte delle banche europee (anche nei principali paesi) sono sostanzialmente insolventi. Semplicemente detengono troppo debito governativo di tutti i tipi, e la leva si avvicina a 40 a 1. Hanno questo debito nei loro bilanci a valore nominale. Anche una svalutazione del 10% spazzerebbe via la maggior parte del loro capitale. Sarebbe un disastro. Guardate Dexia. Solo poche settimane prima di essere nazionalizzata dai francesi e dai belgi, i regolatori ci dicevano che la banca era ben finanziata. E poi Bang! Nel giro di poche settimane, i governi sono stati costretti a nazionalizzarla. Vi prego di notare che questi sono gli stessi regolatori che avevano detto che le banche europee avevano solo bisogno di circa € 3 miliardi quest'estate, e recentemente questo dato è stato portato a € 100 miliardi. Non hanno assolutamente idea di che cosa significa mark to market, ma il mercato lo sa. Il finanziamento bancario viene prosciugato rapidamente e poi si ha una fase di default. Forse l'unico vero scopo dei regolatori del sistema bancario europeo è quello di rendere i regolatori degli Stati Uniti maggiormente conservativi e prudenti. Permettendo alle banche e ai debiti governativi di fare default su scala, stiamo parlando del fatto che mezza Europa si troverebbe immersa in una depressione. E questo, naturalmente, significa che il valore dell'euro precipiterebbe. Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di
  • 3. John Mauldin per il mercato Europeo. Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il mercato Italiano. Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it Dice sono "Nein" Angela Merkel è stata irremovibile nel dire semplicemente "Nein". Il consentire alla BCE di stampare nella quantità necessaria avrebbe assolutamente delle conseguenze davvero inflazionistiche. E questo, inoltre significherebbe deprimere il valore dell'euro, forse anche di molto. "Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha respinto le richieste francesi di permettere alla Banca Centrale Europea, di poter fermare la crisi, sfidando i leader mondiali e gli investitori che chiedono misure urgenti per fermare il tumulto. "Mentre la crisi ha fatto crescere gli oneri finanziari, nel cuore delle economie che sono al di fuori della Germania, ad un livello record dall'inizio dell'euro, la Merkel ritiene che anche utilizzando la BCE come prestatore di ultima istanza per l'emissione di euro obbligazioni al fine di una "riduzione dei debiti"come è stato proposto, questo non funzionerà. 'Sono convinta che nessuno di questi approcci, se applicati in questo momento, porterebbero ad una soluzione di questa crisi,' ha detto la Merkel in un discorso a Berlino. 'Se i politici ritengono che la BCE possa risolvere il problema della debolezza dell'euro, loro stanno anche cercando di convincere se stessi che questo è qualcosa che non accadrà.' "I commenti della Merkel sottolineano la riluttanza tedesca ad assumersi più responsabilità per gestire la crisi del debito, anche se ora questa si sta dirigendo verso la Francia, la seconda e maggiore economia della zona dell'euro, che minaccia di scatenare una recessione globale. Mentre il presidente Barack Obama ha rinnovato l'invito all'Europa ad agire, la Merkel ha detto che 'l'azione politica' atta ad inasprire le norme di bilancio è necessaria per arginare le turbolenze". (http://www.businessweek.com/news/2011-11- 18/merkel-rejects-ecb-as-crisis-backstop-in-clash-with-france.html) A sostegno di questo pensiero guardiamo un articolo piuttosto sensazionale sul Telegraph di Londra, nel quale si apprende che "il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si aspetta che oggi David Cameron dovrebbe dire che la Gran Bretagna non ha bisogno di un referendum sulle modifiche del trattato UE, nonostante le richieste da parte dei conservatori che maggiori poteri dovrebbero essere riportati in Gran Bretagna. Il memo che è trapelato, scritto dal Ministero degli Esteri tedesco, svela i piani per un radicale e invadente nuovo organismo europeo che sarà in grado di assumere decisioni nelle economie dei paesi della zona euro attualmente assediati. "E rivela anche che la più grande economia dell'Unione Europea si sta preparando nei confronti degli altri paesi europei, che sono troppo grandi per essere salvati, perché facciano un default dei propri debiti – in quanto di fatto stanno andando in bancarotta. Da questo emerge che il timore è che i piani tedeschi per affrontare la crisi della zona euro
  • 4. comportano una erosione della sovranità nazionale che potrebbe aprire la strada ad un "superstato" Europeo con una sua fiscalità e con dei propri piani di spesa fissati a Bruxelles." (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/8898044/Germanys- secret-plans-to-derail-a-British-referendum-on-the-EU.html) Il Telegraph ha pubblicato un documento di sei pagine, attribuito al ministero degli Esteri tedesco, che suggerisce che il fallimento parziale deve essere reso possibile per tutti i membri della zona euro "che non sono in grado di raggiungere la sostenibilità del debito. Ci deve essere anche l'opzione di un default guidato [per i membri della zona euro che sono in difficoltà] in modo da ridurre l'onere sui contribuenti" degli altri paesi della zona euro che stanno pagando per il loro salvataggio, dice il documento. "Non c'è niente di segreto", ha detto il ministero Venerdì, sottolineando che il documento conteneva idee su cui il ministro degli Esteri Guido Westerwelle aveva già pubblicamente commentato. La Merkel e la Germania stanno giocando sul filo del rasoio, in particolar modo con la Francia e con il resto dell'Europa in generale. Permettetemi di dire che sarebbe assurdo per la Germania il non pensare a tutte le sue opzioni. Una di queste opzioni, sicuramente deve essere quella di cosa potrebbe succedere se permettessero alle banche europee e ai governi di fallire e quali potrebbero essere le conseguenze, anche se non hanno alcuna intenzione che questo accada. Per non pensare inoltre che sarebbe irresponsabile per un governo. Dopo averci pensato, potrebbero anche decisamente rifiutarlo, ma pensate che non lo faranno? Da qualche parte in Germania, io credo che ci sia un memo su cosa significherebbe per la Germania lasciare l'euro e chi potrebbe seguirli. Tanto per dire ... (Allo stesso modo, qualcuno in Grecia sta pensando a quali sarebbero le conseguenze nel lasciare l'euro, anche se non hanno alcuna intenzione di farlo. Qualcuno, anche se molto in privato e a porte chiuse, deve esaminare le diverse opzioni.) La Germania sta giocando una partita dove i costi per lasciare l'euro, o avere una vera e propria rottura dell'euro, sarebbero estremamente alti. Ma anche i costi del salvataggio dei membri disastrati della zona euro sono estremamente elevati. In entrambi i casi il costo è spaventoso. Non è una scelta il fatto che questo porterà un enorme carico di costi, ma solo quale forma di onere prendere. I tedeschi vorrebbero che il resto d'Europa metta il proprio budget e deficit sotto controllo PRIMA di dover accettare tali costi. Il non accettare tali richieste significa che non ci sarà fine alla quantità di denaro che la Germania dovrà pagare. Il tutto potrebbe accadere così in fretta, che sarebbe sufficiente nel mettere a rischio il proprio rating di credito. Possono immaginarsi che cosa potrebbe succedere. In assenza di controlli reali sulla spesa, quali regole una nazione adotterà nel non spendere molto al fine comunque di poter farla franca? Ciò che la Germania vuole è qualche meccanismo per assicurarsi (e assicurare i propri elettori) che il resto d'Europa controllerà i propri deficit. E questo significa un certo tipo di livello europeo di controllo sulla spesa e che i governi siano pronti a rinunciare alla propria sovranità in cambio di un appoggio da parte della Germania e/o della BCE. Altrimenti, che continuino ad andare avanti e a fare default e così vedranno quali saranno per loro le conseguenze.
  • 5. Questa è una posizione perfettamente razionale. Ma è un azzardo enorme, nel consentire alla crisi di andare troppo avanti, il che potrebbe significare una crisi economica di proporzioni bibliche, il cui il recupero sarebbe lungo e terribile. Ma che cosa avrebbe da perdere la Germania nello spingere questa scelta? Semplicemente cedere, senza qualche tipo di reale controllo sui deficit nazionali, questa non sarebbe una soluzione dal punto di vista del contribuente tedesco. Consentendo alla BCE di stampare senza garanzie reali da parte dei governi beneficiari dal punto fiscale, semplicemente rimandando l'inevitabile, questo significherebbe nel frattempo andare incontro ad un costo molto elevato. E poi c'è la Francia La Francia è più debole ora, ma Sarkozy sta giocando bene. La Francia non può fare marcia in dietro sulla questione delle banche senza perdere il suo rating AAA. E se questo succedesse prima delle elezioni del prossimo anno, Sarkozy è fritto. Inoltre, se davvero avesse nazionalizzato le perdite delle banche, questo li avrebbe messi in una posizione finanziaria molto precaria. L'economia francese è già molto dipendente dalla spesa pubblica. Le tasse sono circa il 46% del PIL e la spesa pubblica è il 53%. Il debito nazionale è al 82% del PIL e continua a crescere, come il deficit annuo nazionale che è al 5,7% La Francia è destinata a crescere meno del 1% quest'anno ed è anche probabile che scivoli in recessione insieme al resto dell'Europa nel 2012. Se la fanno scivolare in recessione il deficit aumenterà, così i costi esploderanno e ci sarà una caduta dei ricavi. Non è una buona cosa quando i mercati stanno cominciando a mettere in discussione il vostro debito. I tassi di interesse francesi sul decennale sono saliti al 3,72% questa settimana. Che è circa 1,9% in più rispetto ai titoli tedeschi. Solo pochi anni fa, la differenza era meno di 20 punti base (0,2%). Questo è la chiara indicazione del mercato circa la preoccupazione per il debito francese. Il Guardian ha scritto il mese scorso: "Gli analisti di M&G dicono che: l'allargamento dello spread francese pone un problema importante, perché il cane tende a muovere la coda quando si tratta di rating. In altre parole, lo spread tende a provocare declassamenti di rating, che a loro volta causano un ulteriore contagio. "Questo non sarebbe un bene per la Francia - o forse sarebbe più cruciale per l'EFSF - è per questo che i mercati sono convinti che il presidente Nicolas Sarkozy farà tutto quanto in suo potere per garantire che il rating AAA venga mantenuto - e non solo per vanità nazionale." Si noti che hanno scritto, che quando lo spread era a meno di 140 punti base, veniva considerata come fonte di preoccupazione. In meno di un mese è salito a 189. Sia l'Italia che la Spagna hanno il debito a 10 anni che è salito a oltre il 7% questa settimana prima che la BCE intervenisse e acquistasse € 10 miliardi di debito, portando i tassi di nuovo nella media del 6%. Senza l'acquisto da parte della BCE, i tassi di interesse si sarebbero impennati. Sebbene il mio amico Steve Liesman di CNBC non abbia raccomandato l'acquisto di obbligazioni italiane come un investimento ad alto rendimento.
  • 6. Credo che non vi è nessuna possibilità di un default. Bisogna fidarsi della BCE e del governo italiano per sostenerlo, in quanto il debito si basa sulla fiducia. Ma gli investitori sono abbastanza d'accordo con Steve che l'Italia ha venduto la propria emissione di debito, con un piccolo aiuto da parte della BCE. I mercati stanno cominciando a chiedersi, quale sia la differenza tra il debito italiano e spagnolo e il debito greco e portoghese? E questo significa che la Francia è in una posizione molto difficile, perché i mercati stanno cominciando a chiedersi, qual è la differenza tra il debito francese e il debito italiano? Certo, i tassi francesi non sono mai stati storicamente elevati, guardando indietro negli ultimi dieci anni, ma la direzione recente non è una buona notizia, data l'attuale turbolenza. I tassi di interesse rendono ancora più difficile la situazione nel tenere il vostro deficit sotto controllo. (C'è qualcuno che sta prestando attenzione a Washington?) La Francia ha nel suo futuro un problema ancora più grande i debiti degli Stati Uniti. E le tasse sono già ad un livello che qualsiasi aumento non solo è molto inutile, ma potrebbe rivelarsi più dannoso che utile. E pensate che ai greci non piaccia l'austerità? Provate a tagliare i sussidi agricoli ai francesi o le pensioni o gli stipendi del governo. Le strade erutteranno. Ho sempre sostenuto che la Francia è su un sentiero insostenibile. Anche loro stanno arrivando alla loro versione del Endgame. È per questo che Sarkozy batte i pugni sul tavolo per ottenere dall'Europa un passo indietro sulle banche che limiti la crisi bancaria. Si stanno avvicinando ai limiti teorici della loro capacità economica di assorbire più debito, e il mercato lo ha capito. E questo è il motivo per cui ci si oppone al piano tedesco. Ciò significa un disastro per la Francia in un futuro non troppo lontano. I numeri, anche in francese, non mentono. Come si svilupperà? Non importa cosa fa l'Europa, non importa ciò che la Germania e la Francia fanno, l'Europa sta terribilmente soffrendo. Una dura recessione è lo scenario più sicuro e probabile, se non una depressione. Anche se penso che alla fine la Germania permetterà alla BCE di stampare, ma non è una conclusione scontata. Da una prospettiva europea, la stampa di denaro è un problema reale, e per alcuni paesi è un disastro economico. Ma (egoisticamente) ciò di cui gli Stati Uniti e il resto del mondo hanno bisogno è che l'Europa non lasci implodere il suo sistema bancario. Una recessione farà male alle esportazioni, ma l'Europa rappresenta solo poco più del 10% delle esportazioni degli Stati Uniti. Perdere anche il 20% di queste è un problema, ma non un disastro. Quello che è un disastro è un altra crisi bancaria come quella del 2008. Gli Stati Uniti, pur non essendo forti, sono in una situazione del cavarsela alla meno peggio. Sono al 2-3% di crescita ma è ancora una crescita. Anche se non stanno creando posti di lavoro a sufficienza per incidere veramente nella disoccupazione, l'economia non sta peggiorando la situazione. Ma questo potrebbe cambiare. Come ho scritto due anni fa, la mia più grande preoccupazione è una crisi bancaria europea che sfoci anche negli USA e nel resto del mondo. E i dati recenti suggeriscono che i mercati stanno cominciando a condividere tale preoccupazione. Gli spread creditizi sono in aumento, così come il costo del funding interbancario. Il mio
  • 7. co-autore Jonathan Tepper di Variant Perception mi ha inviato questa nota oggi: "Una delle ragioni principali della disparità è che i CDS sul Libor, cioè il credit default swap sulle banche che partecipano al mercato dei prestiti interbancari, sono saliti a livelli superiori di quanto visto durante la crisi Lehman. I CDS vi dicono che la gente ha seri dubbi circa la solvibilità del mercato dei prestiti interbancari". E stiamo vedendo che inizia a diffondersi e ad ampliarsi anche negli Stati Uniti. Essi non sono a livelli che indicano una crisi imminente, ma sono preoccupanti. E questo è il tipo di cosa che si vede prima che una crisi diventi evidente. La turbolenza del mercato del credito ha conseguenze molto brutte su tutti i prezzi di mercato, con elevate perdite. La Merkel e Sarkozy stanno giocando sul filo del rasoio. I mercati hanno ragione a essersi focalizzati sull'Europa, perché gli europei potrebbero portare tutto questo sulle teste della nostra intera collettività. Dobbiamo sperare che agiscano per il meglio e che qualcuno decida davvero cosa fare, invece di fare dei bluff. Per quel che vale, sono veramente al punto in cui non credo che l'euro sopravvivrà con l'attuale mix di paesi, né penso che la Germania non lo sappia. La Grecia è probabile che faccia come il Portogallo. La Spagna può davvero tenere il deficit sotto controllo nel tempo? Vediamo un mondo "a due euro", uno negli Stati del nord e uno nel sud? E a quale parteciperà la Francia? Guardando la politica, si potrebbe pensare che la risposta sia ovvia, ma se si guardano ai numeri, non è tanto chiaro. La Francia è per molti aspetti un paese mediterraneo. Tante scelte sono state fatte male. Ancora una volta, tutti abbiamo veramente bisogno che l'Europa non lasci le sue banche implodere. È chiedere troppo? Alcune riflessioni sul Super Comitato
  • 8. Ho incontrato privatamente Martedì il senatore dell'Ohio Rob Portman, che fa parte del "Super Comitato." Mi piace il suo approccio riflessivo e sono impressionato della sua conoscenza della spesa e del deficit. Poi inoltre, è stato a capo dell'Office of Management and Budget, così ha speso molti anni sui problemi e sui numeri. Vi devo confessare che quello che ho visto non era incoraggiante. Semplicemente non ci sono molti progressi. Portman sostiene che abbiamo bisogno di tagliare circa $1.200 miliardi di dollari ogni anno dal deficit, per oltre dieci anni. E mentre io riconosco che alcuni dovranno essere fatti con le tasse, ma procedere ad aumenti d'imposta del 50% sul totale sarà semplicemente portare l'economia allo stallo in un modo che non ci piacerà. Raggiungeremo i livelli europei di disoccupazione. Il problema non sono le tasse che sono troppo basse, ma che la spesa è troppo alta. E questo problema della spesa è stata creata su base bipartisan, quindi non sto puntando il dito contro nessuno. La cosa più importante è che il deficit sia sotto controllo e che si imposti un percorso verso la sostenibilità, che richieda un disavanzo al di sotto del tasso di crescita del Paese. Altrimenti si rischia una situazione come quella che l'Europa sta ora affrontando. A meno che non vi sia una vera svolta, penso che sia meglio prendere solo i tagli che sono attualmente sul tavolo, anche se sono dolorosi per entrambe le parti, e poi andare alle urne il prossimo anno e decidere. Un ciclo interessante di elezioni, non è vero? New York, Honk Kong e Singapore Non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana. La festa del Ringraziamento è la mia festa preferita, e io sarò nuovamente ai fornelli per un grande gruppo. Prime Rib, tacchino, e tutto il resto, più i miei funghi speciali e la zuppa di butternut squash. Il clan si sta radunando. Io domani volerò a Cleveland per un giorno per stare con il mio grande amico Mike Roizen presso la Cleveland Clinic, dove il mio unico problema (un braccio destro) è ora una scusa per lui per organizzare un controllo completo presso la Cleveland Clinic Wellness Center. Dato che io sarò lì comunque ... Sono passati ormai più di due anni, quindi ha ragione. Poi il prossimo weekend di Domenica sarò a NYC per incontrare Bill Dunkelberg (il capo economista NFIB) per lavorare sul nostro nuovo libro sulla creazione di posti di lavoro, oltre a qualche altra riunione per poi tornate in Texas Martedì mattina. Da quel momento in poi starò a casa per un po'. Il prossimo viaggio sarà quello di Hong Kong a metà gennaio per andare dal team di Hong Kong Economic Journal e parlare in occasione della conferenza. Vi farò sapere di più su tale occasione. Il HKEJ ha iniziato a pubblicare la mia lettera, e io sono felice di incontrarli di persona. Ho intenzione di cogliere l'occasione per andare poi a Singapore per visitarla. Non sono mai stato in nessuno dei due paesi, quindi questa sarà una vera e propria esperienza di apprendimento per me. Sono sicuro che incontrerò un sacco di nuovi amici. A proposito di viaggi internazionali (il Sud Africa è di nuovo sulla mia futura agenda) mi fa venire in mente che la rivista International Living è sulla mia scrivania. Io penso che devo affrontare il Sabato con la mia pila di libri da leggere. È possibile averne una copia su
  • 9. (http://www1.internationalliving.com/outside/november11/invinse/). È tardi ed è ora di premere il pulsante di invio. Poiché il HKEJ, ora dovranno tradurre la mia lettera per la loro edizione del Lunedì, ho bisogno di finire la lettera molto prima come mi è stato di recente chiesto, quindi sono costretto a capire come affrontare il problema del Venerdì notte. Abbiate una grande settimana. Il tuo analista veramente nervoso per l'Europa, John Mauldin John@FrontLineThoughts.com Copyright 2011 John Mauldin. All Rights Reserved Copyright 2011 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni
  • 10. caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici, immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione. Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e John Mauldin, sarà perseguita legalmente. Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui: www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione. Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it Thoughts from the Frontline 3204 Beverly Drive Dallas, Texas 75205 Horo Capital Independent Financial Advisory Firm Via Silvio Pellico, 12 20121 Milano Tel. 02 89096674