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BIOMATERIALI POLIMERICI
Biomateriali polimerici

Materiali polimerici

Sono costituiti da molecole ad elevato peso molecolare,
generalmente organiche, dette macromolecole
Le macromolecole si originano dal concatenamento di un
gran numero di piccole unità, dette monomeri, fino a
formare lunghissime catene che possono essere:
lineari
ramificate
reticolate
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2
Biomateriali polimerici

Polimero lineare
Polimero reticolato

Polimero ramificato
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3
Biomateriali polimerici

I materiali polimerici, sia per le loro intrinseche proprietà che
per la somiglianza con i polimeri naturali, trovano un vasto
campo di applicazioni come biomateriali

Possono essere prodotti sotto forma di fibre, tessuti, film,
barre e liquidi viscosi
In taluni casi è possibile formare legami tra i polimeri sintetici
e i costituenti dei tessuti naturali, ad esempio:
• per prevenire la coagulazione del sangue
• per fissare protesi artificiali al tessuto osseo

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4
Biomateriali polimerici

Classificazione dei polimeri

• Plastiche

In base
all’origine

Polimeri sintetici

• Resine

• Gomme

Polimeri naturali

• Polisaccaridi
• Proteine
• Acidi nucleici

In base alla
struttura

Omopolimeri
• Casuali o random

Copolimeri

• A segmenti o a blocchi
• A innesto

In base al
comportamento
termico

In base ai
meccanismi di
polimerizzazione

Polimeri termoplastici
Polimeri termoindurenti
Polimeri di condensazione
Polimeri di addizione

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• Addizione radicalica
• Addizione ionica
5
Biomateriali polimerici

AAA BBA BBBAA BAA BBBAAAA BAA

Copolimero casuale o random
A BA BA BA BA BA BA BA BA BA BA BA B

Copolimero alternato
AAAA BBBBA AAA BBBBAAAA BBBB

Copolimero a segmenti o a blocchi
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B

Copolimero a innesto
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Biomateriali polimerici

Polimeri di condensazione
HO(CH2)nOH

+

HOOC(CH2) COOH
m

O
C O
Legame
estereo

O

O

HO [ (CH2)nO C (CH2)

m

C O ]k H

+

H2O

Poliestere

O
C NH
Legame
ammidico

H2N(CH2)nNH2 +
H

H O

HOOC(CH2)mCOOH
O

H [ N(CH2)nN C(CH2)mC ] k OH

+

H2O

Poliammide
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7
Biomateriali polimerici

Svantaggi dei polimeri di condensazione
Sono dovuti alla difficoltà di ottenere prodotti di elevato peso
molecolare poiché tutte le reazioni sono di equilibrio e quindi,
oltre un determinato limite, non si possono inserire ulteriori
monomeri sulla medesima catena
La distribuzione del peso molecolare risulta piuttosto ampia e
ciò rende scadenti le proprietà fisiche del materiale; a questo
inconveniente fa eccezione il nylon che, fornendo catene
sufficientemente lunghe, possiede proprietà fisiche molto
buone

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8
Biomateriali polimerici

Polimerizzazione per addizione
La catena si ottiene per addizione di monomeri insaturi
attraverso meccanismi radicalici o ionici di diverso tipo
(cationico, anionico, di coordinazione)
Tipici esempi di polimeri di questo tipo sono:
CH3
CH 2 CH 2

( CH 2 CH2 )n

polietilene
CH2 CH CH CH2

CH 3
( CH2 CH )n

CH2 CH

polipropilene
( CH2 CH CH CH2 )n

polibutadiene
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Biomateriali polimerici

Polimerizzazione di coordinazione
Avviene impiegando un particolare tipo di catalizzatori: i
catalizzatori di Natta-Ziegler, scoperti da Giulio Natta e Karl
Ziegler e all’inizio degli anni ‘60
Essi sono costituiti da un sale di un metallo di transizione, in
genere tricloruro di titanio, e da un metallo alchile, come
l’alluminiotrietile
Il catalizzatore effettivo è un complesso del titanio che ha
legato un gruppo etilico

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Biomateriali polimerici

La polimerizzazione di coordinazione con catalizzatori di
Natta-Ziegler:
 porta alla sintesi di catene lineari
 permette il controllo stereochimico del processo in presenza
di alcheni asimmetrici
Queste caratteristiche peculiari rappresentano due importanti
vantaggi sulla polimerizzazione radicalica
I polimeri lineari, rispetto a quelli ramificati, formano infatti
materiali con elevata cristallinità, alto punto di fusione,
maggiore densità e resistenza meccanica

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Biomateriali polimerici

Nel caso della polimerizzazione di un alchene sostituito,
come il propilene, il controllo stereochimico conduce alla
sintesi di catene che sono o isotattiche, o sindiotattiche,
o atattiche

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Biomateriali polimerici

Stato fisico di un polimero
Dipende strettamente dalla posizione e dalla mobilità delle
catene che lo costituiscono

Due aspetti caratterizzano ogni singolo filamento:
 la struttura della catena, se essa cioè è lineare (catena
estesa), o ripiegata (folded chain), o a gomitolo
 il tipo di interazioni esistenti tra le diverse catene, che
possono essere forze di Van der Waals, dipolo-dipolo, ioniche,
legami ad idrogeno, ecc

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Biomateriali polimerici

Catena estesa
(polimero fibroso)

Catena ripiegata “folded chain”
(polimero cristallino)

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Biomateriali polimerici

Nei polimeri, la caratteristica che condiziona in maniera
maggiore le proprietà allo stato solido è la dimensione delle
molecole

Infatti, nel processo di passaggio dallo stato liquido a quello
solido:
 la viscosità di un materiale polimerico aumenta
 le macromolecole, a causa delle loro dimensioni, hanno
difficoltà a muoversi e a sistemarsi con una regolarità tale da
formare un cristallo

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15
Biomateriali polimerici

Di conseguenza:
 le lunghe catene si “ingarbugliano” e le situazioni limite,
corrispondenti al perfetto stato cristallino e allo stato
completamente amorfo, non possono essere raggiunte dai
polimeri se non in casi rari e particolari;
 al variare della temperatura, i polimeri passano dallo stato
vetroso allo stato semifluido

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Biomateriali polimerici

Alcuni polimeri altamente cristallini
Polistirene sindiotattico

Nylon
Kevlar

Polichetoni

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Biomateriali polimerici

Polimeri amorfi

Catene polimeriche con
ramificazioni o gruppi laterali
disposti irregolarmente non
sono in grado di impaccarsi
con ordine sufficiente a
formare un cristallo

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Biomateriali polimerici

Esempio di polimero amorfo reticolato:
un policarbonato
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Biomateriali polimerici

Alcuni polimeri altamente amorfi
Poli-metilmetacrilato

Polistirene atattico
Policarbonati
Poli-isoprene
Poli-butadiene

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Biomateriali polimerici

Polimeri semi-cristallini

Assumono strutture nelle quali sono presenti zone cristalline
(lamellari), dette cristalliti, inserite in zone amorfe

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Biomateriali polimerici

Polimeri semi-cristallini

Sferulite: le regioni
lamellari si sviluppano
nelle tre direzioni

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Biomateriali polimerici

Grado di cristallinità di un polimero
È definito come la percentuale in peso della
sostanza allo stato cristallino rispetto al peso
totale
Il grado di cristallinità dipende:
• dalla struttura delle molecole componenti
• dalla “storia” meccanica e termica della sostanza

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Biomateriali polimerici

In generale, il grado di cristallinità:
 è molto elevato nei polimeri a struttura lineare non
ramificata
 diminuisce drasticamente per i monomeri
fortemente asimmetrici, fortemente ramificati, o con
frequenti legami trasversali, ossia reticolati
Un elevato grado di cristallinità determina un
maggiore impaccamento delle catene con
conseguente aumento della densità, rigidità, durezza,
resistenza all’attrito, all’usura, all’aggressione
ambientale e al creep, cioè ad una lenta e progressiva
deformazione di un materiale sottoposto ad uno stress
costante
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Biomateriali polimerici

Elastomeri
Come le fibre, sono formati da molecole lunghe e
sottili: esse sono però allineate solo quando il
materiale è stirato; a differenza delle fibre, un
elastomero sottoposto ad una forza subisce una
deformazione per poi tornare alla sua forma originale,
una volta cessata l’azione della forza stessa
Infatti, le catene di cui è composto, finito lo
stiramento, non restano estese, ma si ripiegano nella
loro conformazione casuale originale
Tale comportamento è dovuto alla mancanza nelle
molecole di gruppi fortemente polari o adatti a formare
legami ad idrogeno
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Biomateriali polimerici

Proprietà fisiche dei polimeri
Le proprietà fisiche dei polimeri dipendono da molti
fattori, tra i quali:
• il grado di polimerizzazione
• il peso molecolare e relativa distribuzione
• la temperatura
• l’arrangiamento delle catene
• la composizione chimica

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Biomateriali polimerici

Grado di polimerizzazione (DP)
È uno dei parametri più importanti per determinare le
proprietà fisiche di un polimero
È definito come il numero d’unità monomeriche (Mer)
per catena lineare di polimero
La relazione tra peso molecolare della catena (MP) e
grado di polimerizzazione è la seguente:

M P = DP× M Mer
dove MMer è il peso molecolare del monomero
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Biomateriali polimerici

Peso molecolare medio
Ciascuna catena può avere un numero più o meno
grande di unità monomeriche a seconda delle
condizioni di polimerizzazione; pertanto per i polimeri
vengono definiti due pesi molecolari medi:

• il peso molecolare medio numerale MN
n

MN =

X M
i =1
n

i

X
i =1

i

dove Xi è il numero di molecole di
peso molecolare Mi

i

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Biomateriali polimerici

il peso molecolare medio ponderale risulta:
n

MW =

n

Wi M i  X i M
i =1
n

W
i =1

=

i

i =1
n

2
i

X M
i =1

i

i

dove Wi è il peso delle molecole di peso molecolare Mi
Risulta pertanto che MW >MN

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Biomateriali polimerici

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Biomateriali polimerici

Indice di polidispersione
È dato dal rapporto MW/MN
Indica l’uniformità di distribuzione dei pesi
molecolari in un determinato polimero
Quando le catene hanno tutte la medesima lunghezza
l’indice di polidispersione è uguale ad 1, ed il polimero,
che ha un peso molecolare ben definito, si definisce
monodisperso
Generalmente i polimeri commerciali hanno un indice di
polidispersione compreso tra 1,5 e 2,5

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Biomateriali polimerici

Le proprietà fisiche e meccaniche di un polimero
dipendono sia dal grado di polimerizzazione che
dall’indice di dispersione

I polimeri vengono pertanto classificati secondo il loro
grado di polimerizzazione DP in:
 oligomeri (2<DP<100)
 bassi polimeri (10<DP<100)
 medi polimeri (100<DP<1000)
 alti polimeri (DP>1000)

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Biomateriali polimerici

Nel caso di un polimero lineare, l’aumento del DP provoca
l’innalzamento della temperatura di rammollimento
(Tr) con conseguente miglioramento delle proprietà
meccaniche del materiale
L’aumento della lunghezza delle catene, infatti, aumenta
sia i vincoli che legano tra di loro le catene stesse, sia
quelli che si oppongono allo scorrimento di queste
quando il materiale è sottoposto ad una tensione

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Biomateriali polimerici

Proprietà del polietilene
in funzione del grado di polimerizzazione DP

DP

M

Tr (° C)

Aspetto fisico

70

1000

37,5

oleoso

280

4000

93

ceroso

500

7000

98

solido malleabile

850

12000

104

solido rigido

1500

21000

110

solido rigido

2700

38000

112

solido rigido

M, peso molecolare;

T r, temperatura di rammollimento.

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Biomateriali polimerici

Le caratteristiche di un polimero dipendono strettamente
dal grado di uniformità dei pesi molecolari, cioè
dall’indice di dispersione: è evidente che si deve cercare di
ottenere polimeri il meno polidispersi possibile
Le molecole più corte, infatti, agiscono da plasticizzanti
e, in definitiva, abbassano la temperatura di fusione e di
transizione vetrosa e quindi la rigidità del polimero

Questo effetto è dovuto al fatto che le piccole molecole
hanno una certa facilità di movimento che intralcia
l’efficiente impaccamento nel cristallo formato dalle
catene più lunghe

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Biomateriali polimerici

Effetto della temperatura
I polimeri subiscono sostanziali variazioni delle loro
proprietà in funzione della temperatura

I materiali cristallini alla temperatura di fusione passano
dallo stato solido allo stato liquido
Il passaggio è più complicato nel caso dei materiali amorfi
o non cristallini a causa della ridotta mobilità delle
molecole costituenti

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Biomateriali polimerici

I materiali polimerici amorfi, all’aumentare della
temperatura, presentano due transizioni che avvengono
in corrispondenza di due intervalli di temperatura, cioè
nell’intorno delle temperature dette rispettivamente
 di transizione vetrosa (Tg)
 di rammollimento (Tr)
La transizione vetrosa Tg costituisce il passaggio da una
situazione in cui il polimero è relativamente rigido (stato
vetroso) ad una situazione di notevole malleabilità,
costituita dallo stato detto gommoso; il rammollimento
rappresenta invece la transizione dallo stato gommoso a
quello liquido

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Biomateriali polimerici

Nel caso di un polimero parzialmente cristallino, la
transizione vetrosa modifica poco le proprietà meccaniche
del materiale
Esse, invece, peggiorano decisamente quando il polimero
fonde (Tm, temperatura di fusione)

Nel caso di un polimero reticolato tridimensionale non
esistono le transizioni vetrosa e di rammollimento

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Biomateriali polimerici

Per questo tipo di materiali, infatti, non si osservano
significative variazioni di proprietà all’aumentare della
temperatura, ovviamente sino al limite di stabilità
chimica
Per tutti i tipi di materiali polimerici esiste, infatti, la
temperatura limite di stabilità chimica (TL) oltre la
quale il polimero subisce trasformazioni irreversibili e/o
degradazioni

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Biomateriali polimerici

I comportamenti appena descritti stanno alla base della
classificazione dei polimeri in termoplastici e
termoindurenti
I termoplastici, costituiti da catene lineari o ramificate,
hanno Tg e Tr ben definite, e sono modellabili
plasticamente nell’intervallo tra le due temperature di
transizione

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Biomateriali polimerici

I termoindurenti, invece, formati da catene reticolate,
dopo un determinato stadio del processo di ottenimento
non sono più modellabili: il riscaldamento di questi
materiali provoca il loro ulteriore indurimento, dato che,
durante la lavorazione e la formatura del polimero nello
stampo, il calore applicato provoca la reticolazione tra le
catene

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Biomateriali polimerici

Tratto da JB Park, Biomaterials Science and Engineering, Plenum Press 1990
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Biomateriali polimerici

Tratto da JB Park, Biomaterials Science and Engineering, Plenum Press 1990
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

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Biomateriali polimerici

Tratto da R Pietrabissa, Biomateriali per Protesi e Organi Artificiali, Patron 1996
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poliammidi
Biomateriali polimerici

Poliammidi sintetiche: Nylon
Hanno due formule generali a seconda delle modalità di
preparazione:
-[NH(CH2)xNHCO(CH2)yCO]n-

-[NH(CH2)xCO]nVengono denominati in base al numero di atomi di carbonio
presenti nell’unità base
Esempi:
- nylon 6,6 (x = 6, y = 4) e il nylon 6,10 (x = 6, y = 8)
- nylon 6 (x = 5), il nylon 11 (x = 10), e il nylon 12 (x = 11)
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Biomateriali polimerici

Gruppo ammidico

Sei atomi di carbonio

Sei atomi di carbonio

Nylon 6,6

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Biomateriali polimerici

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Biomateriali polimerici

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Biomateriali polimerici

Caratteristiche
Hanno grande tendenza a formare fibre data la
presenza di legami ad idrogeno intercatena; sono inoltre
dotati di elevata cristallinità, che ne accresce la
resistenza in direzione della fibra
Data l’importanza dei legami ad idrogeno intercatena, il
numero e la distribuzione dei gruppi ammidici (-CONH-)
sono fattori importanti che influenzano proprietà come:
 carico di rottura
 allungamento a rottura
 modulo di elasticità
 temperatura di rammollimento (Tr)
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Biomateriali polimerici

Biocompatibilità
In genere, i nylon e le poliammidi sono considerati
materiali abbastanza biocompatibili
Tuttavia, bisogna considerare che essi perdono molta della
loro resistenza quando vengono impiantati in vivo,
probabilmente a causa della elevata igroscopicità

Su questi polimeri, infatti, le molecole d’acqua assorbite
agiscono da plasticizzanti; inoltre, i nylon subiscono
l’attacco degli enzimi proteolitici

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Biomateriali polimerici

Poliammidi sintetiche
ammidi aromatiche (aramidi)
La più importante è il poli-(p-fenilene tereftalamide), noto
come Kevlar:

O

O

C

C N
H

N
H n

Questo materiale viene facilmente trasformato in fibre che
hanno resistenza cinque volte maggiore dell’acciaio; il
Kevlar viene molto usato nei materiali compositi
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Biomateriali polimerici

Struttura delle fibre di Kevlar

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poliolefine
Biomateriali polimerici

Poliolefine:
polietilene e polipropilene

H
(C

H

H
C )n

H

C H3

(C

C )n

H

polietilene

H

H

polipropilene

Sono polimeri lineari termoplastici

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Biomateriali polimerici

Polietilene
Esistono tre tipi di polietilene commerciale: Low density,
High density e Ultrahigh molecular weigh
(UHMWPE).
Il low density si ottiene per addizione radicalica dall’etilene
gassoso ad alta pressione (100300 MPa), usando un
perossido come iniziatore; si ottiene così un polimero che
contiene ramificazioni

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Biomateriali polimerici

L’high density si ottiene invece a bassa pressione (10 MPa)
polimerizzando l’etilene in presenza di catalizzatore di
Natta-Ziegler
In queste condizioni il polimero risultante non contiene
ramificazioni e possiede cristallinità e densità più
elevate a causa del migliore impaccamento delle catene
laterali

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Biomateriali polimerici

Recentemente sono stati introdotti dalla Dupont nel
mercato due nuovi tipi di polietilene: UHMWPE e
super-UHMWPE
Essendo ottenuti con catalizzatori stereospecifici
particolari, sono costituiti da catene lineari
particolarmente lunghe, le quali presentano il fenomeno
del folding

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Biomateriali polimerici

Polipropilene
Si ottiene per polimerizzazione del propilene in presenza di
catalizzatori stereoselettivi di Natta-Ziegler
Esso esiste nelle tre forme: atattico, sindiotattico,
isotattico: l’atattico è amorfo a causa della distribuzione
causale dei gruppi metilici

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Biomateriali polimerici

Il sindiotattico e l’isotattico risultano generalmente cristallini:

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60
Biomateriali polimerici

Le proprietà del polipropilene dipendono dal grado di
cristallinità e dal peso molecolare

Un più elevato contenuto di molecole isotattiche
aumenta il grado di cristallinità, la densità, la
temperatura di rammollimento e la resistenza chimica
Tuttavia, la presenza del metile limita il
movimento delle catene e l’indice di cristallinità
raramente supera il 5070% anche per un
polimero quasi totalmente isotattico

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Biomateriali polimerici

Le poliolefine vengono usate in modo estensivo per la
fabbricazione di componenti di impianti ortopedici,
specialmente per le superfici sottoposte a forti carichi,
come le protesi dell’anca e del ginocchio
Hanno una buona biocompatibilità e vengono usate o in
forma compatta o, quando sia necessaria la permeabilità
ai gas, porosa
I manufatti devono essere prodotti per sinterizzazione
ad alta temperatura e alta pressione, in quanto
estrusione e fusione non danno buoni risultati

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62
poliesteri
Biomateriali polimerici

I poliesteri a basso peso molecolare possono essere
ottenuti per condensazione diretta, in ambiente acido,
tra acidi bicarbossilici ed alcoli bifunzionali
Il metodo industriale si basa invece su una reazione di
transesterificazione, ossia di conversione di un estere in
un’altro estere: questo processo è più complicato ma
permette di ottenere polimeri con peso molecolare più
elevato

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Biomateriali polimerici

Il polietilentereftalato (PET) viene prodotto da tereftalato di
metile e glicole etilenico:
O

O

HO C

C OH

acido tereftalico
O
O C

+

HOC H2C H2OH
glicole etilenico

O
C OC H2C H2

+
n

nC H3OH

polietilentereftalato (Dacron )
®

Il PET fonde a circa 270 °C e può essere facilmente
trasformato per filatura in fibre commercializzate con il nome
di Dacron® o Terylene®; un film del medesimo polimero
molto resistente alla lacerazione è noto come Mylar®
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Biomateriali polimerici

Il PET, nelle sue diverse forme, viene spesso utilizzato in
chirurgia cardiovascolare per protesi vascolari di largo
diametro, per suture e per la fabbricazione di anelli
valvolari

È un polimero resistente e deformabile, generalmente
considerato biostabile, caratterizzato dall’orientamento
regolare delle catene

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66
Biomateriali polimerici

Tuttavia, nonostante le ottime caratteristiche, nel corso
degli ultimi decenni, sono stati riportati in letteratura
numerosi casi di degenerazione di protesi realizzate con
questo materiale; le cause sono state attribuite a difetti
strutturali, alle tecniche utilizzate per la fabbricazione, ai
trattamenti seguiti durante i processi di finitura ed alla
degradazione idrolitica
Tutti questi fattori, a lungo termine in vivo, tendono a
frammentare le fibre con conseguente dilatazione
dell’impianto

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

67
Biomateriali polimerici

Altri poliesteri, che vengono spesso usati come polimeri
biodegradabili, sono i poliesteri alifatici

Si è tuttavia osservato che il policaprolattone, già due
anni dopo l’impianto, registra un significativo calo di
peso molecolare, come è messo in evidenza dalla
diminuzione degli indici di viscosità relativa dell’ordine
dell’80-90%

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68
poliuretani
Biomateriali polimerici

Il gruppo uretanico è caratterizzato dalla
contemporanea presenza della funzione esterea e della
funzione ammidica

O
R

OH

Alcool

+

R'

N

C

O

Isocianato

RO

C

NHR '

Uretano

Gli uretani si ottengono, attraverso un particolare
meccanismo di condensazione/addizione, dalla reazione
tra un alcool e un isocianato
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

70
Biomateriali polimerici

I poliuretani si formano per reazione tra alcoli ed isocianati
bifunzionali:
O
C

O
N

N

H

C

O

H

n

O
C

CH CH O
2
2

O
N

CH
2

H

N

C

O

CH CH O
2
2

n

H

La reazione tra isocianati bifunzionali e diammine porta
invece alla formazione di poliuree
O

C

O

N
H

CH
2

N
H

C

N

CH CH N
2
2

H

H

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

n
71
Biomateriali polimerici

Le proprietà dei diversi poliuretani dipendono dalle
caratteristiche degli intermedi usati per la loro sintesi; si
possono infatti ottenere materiali rigidi, oppure elastici,
adesivi, schiumosi, etc

I poliuretani sono spesso costituiti da copolimeri a
segmenti o a blocchi, composti da due fasi, una più
morbida, detta soft segment, ed una più rigida,
denominata hard segment
Le caratteristiche meccaniche del polimero sono determinate
dal rapporto in peso tra le due fasi

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

72
Biomateriali polimerici

Le schiume poliuretaniche, largamente usate per imballaggi
ed imbottiture, sono prodotte aggiungendo piccole quantità
di acqua alla miscela durante la reazione di polimerizzazione

L’acqua reagisce con alcuni gruppi isocianato liberando
anidride carbonica che funge da schiumogeno
Schiume poliuretaniche, formate da poliuretani aromatici
reticolati, sono state usate in chirurgia plastica ed in
ortopedia ricostruttiva sin dagli anni ’50

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73
Biomateriali polimerici

I risultati, inizialmente promettenti, in quanto le reazioni
infiammatorie acute erano limitate e la crescita di tessuto
all’interno della protesi portava alla formazione di capsule
fibrose sottili, hanno dovuto tuttavia essere rivisti alla luce
del fatto che, dopo alcuni mesi, il sistema risultava
degradato e frammentato, con conseguenti
problemi di stabilità dell’impianto
C’è inoltre il sospetto che la degradazione idrolitica
dei poliuretani possa produrre significative
quantità di ammine aromatiche potenzialmente
cancerogene

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

74
Biomateriali polimerici

Ciononostante, protesi mammarie a base di silicone rivestite
con schiume poliuretaniche sono state commercialmente
usate in modo estensivo fino a pochi anni fa
Il motivo di questa scelta è legato principalmente al fatto che
la crescita di tessuto biologico all’interno dei pori della
schiuma poliuretanica costituisce uno dei metodi più efficaci
per mantenere in situ l’intera protesi, evitando indesiderate
migrazioni
Però …

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75
Biomateriali polimerici

1980s: Foam coating controversy
In an attempt to deal with the most common complication of silicone implants —
capsular contracture, the formation of hard scar tissue around the implant —
silicone gel-filled implants covered with polyurethane foam thought to ward off
the problem become popular in 1982.
By the time the FDA releases a report a decade later showing that polyurethane
foam can break down in the body to form a carcinogen, more than 100,000 U.S.
women have them. Manufacturers soon withdraw the implants.
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76
poliacrilati
Biomateriali polimerici

Hanno struttura generale:
R1
(C H 2

C )n
C O O R2

I più importanti sono:
 il polimetilacrilato (PMA), nel quale R1 = H, R2 = CH3
 il polimetilmetacrilato (PMMA), con R1 = R2 = CH3
Essi vengono generalmente ottenuti per polimerizzazione
radicalica

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78
Biomateriali polimerici

H

H
C

H

C

H

C H2
C

C

O

C

O

O

O
C H3

C H3

Acrilato di metile

H

Poliacrilato di metile

C H3
C

n

C

H

C H3
C H2

C

C

O

O

n

C

O

O
CH3

Metacrilato di metile

CH3

Polimetacrilato di metile

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79
Biomateriali polimerici

Data la presenza di gruppi metilici, PMA e PMMA si
presentano come materiali amorfi; sono di solito
trasparenti, in particolare il PMMA presenta una
trasmissione della luce pari al 92% ed ha un alto indice di
rifrazione (1.49)
La presenza di gruppi più ingombranti nella catena laterale
rende, a parità di peso molecolare:
• il PMMA più resistente allo stiramento del PMA (carico
di rottura di 60 contro 7 MPa) e …
• … ne aumenta la temperatura di rammollimento (125°
contro 33° C)

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

80
Biomateriali polimerici

PMMA
Possiede eccellenti proprietà di resistenza chimica
alle condizioni ambientali
È molto duro rispetto agli altri polimeri, ma presenta una
certa fragilità; può essere stampato, fuso o lavorato con le
macchine tradizionali
Allo stato puro ha eccellenti caratteristiche di
stabilità chimica e di biocompatibilità
È molto usato nella fabbricazione di: lenti a contatto, lenti
impiantabili, cementi ossei per la fissazione di
protesi delle giunture, protesi dentali e maxillo-facciali
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

81
Biomateriali polimerici

Idrogeli
Sono dei poliacrilati contenenti gruppi ossidrilici nella loro
struttura
Un esempio è rappresentato dal poliidrossimetil
metacrilato (poli-HEMA):
C H3
(C H2

C )n
C O O C H 2O H

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82
Biomateriali polimerici

Gli idrogeli possono assorbire dal 30 al 60% di
acqua rispetto al loro peso
Per questa caratteristica, oltre che per la loro buona
permeabilità all’ossigeno, vengono impiegati per
fabbricare le lenti a contatto morbide

Costituiscono una valida alternativa rispetto alle gomme
siliconiche, che possiedono pure elevata trasparenza e
ottima permeabilità all’ossigeno

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83
polimeri fluorurati
Biomateriali polimerici

Politetrafluoroetilene
Il più usato e importante è il politetrafluoroetilene
(PTFE) comunemente conosciuto come Teflon:

F

F
C

F

Polimerizzazione radicalica

C

F
(C

F

F

F
C)
n
F

Esso si ottiene per polimerizzazione radicalica sotto
pressione del tetrafluoroetilene in presenza di un
eccesso di acqua, che serve a rimuovere il calore che si
sviluppa durante la reazione
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85
Biomateriali polimerici

Il Teflon è altamente cristallino e possiede
eccellenti caratteristiche fisiche e meccaniche
Ha capacità di espansione su scala microscopica, con
formazione di un materiale microporoso che ha notevoli
proprietà d’isolamento termico
Per la produzione di impianti, la polvere viene
generalmente sinterizzata a temperature al di sopra di
327° C, sotto pressione
Il materiale non si presta all’iniezione o all’estrusione e
non può essere plastificato

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86
Biomateriali polimerici

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

87
Biomateriali polimerici

Esistono anche altri polimeri fluorurati, ad esempio il
politetrafluorocloroetilene (PTFCE), il polivinil
fluoruro (PVF) ed etilene propilene fluorurato
(FEP)
Possiedono tutti proprietà fisiche e chimiche decisamente
inferiori a quelle del PTFE e pertanto hanno pertanto
scarsissima importanza come biomateriali

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88
gomme naturali
e sintetiche
(elastomeri)
Biomateriali polimerici

Definizione di elastomero (ASTM)
“un materiale che a temperatura ambiente può
essere allungato ripetutamente per almeno due volte
la sua lunghezza originale e dopo la cessazione della
sollecitazione, ritorna immediatamente con forza
alla sua approssimativa lunghezza originale”

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90
Biomateriali polimerici

Le proprietà delle gomme dipendono:
• dalle caratteristiche delle catene individuali del
polimero;
• dalla presenza di legami intercatena (cross-link),
il cui numero influenza la flessibilità del materiale
Ad esempio, il processo di vulcanizzazione della gomma
naturale:
• consiste nell’aggiunta di un 23% di zolfo al prodotto
non trattato
• conduce alla produzione di un materiale flessibile;
diversamente, se la quantità di zolfo è del 30%, il
materiale ottenuto risulta duro

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91
Biomateriali polimerici

Gomma naturale
È composta di poli-cis-1,4-poliisoprene e ricavata dal
lattice di Hevea brasilensis

Data la sua compatibilità con il sangue, quando
è in forma pura, è impiegabile come
biomateriale

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92
Biomateriali polimerici

Come alternative alla gomma naturale sono state
sviluppate delle gomme sintetiche costituite da polimeri
ottenuti con polimerizzazione ionica di coordinazione
tramite catalizzatori di Natta-Ziegler, quali:
 il poliisobutilene
 la gomma butilica (copolimero isobutilene/isoprene)
 SBR (copolimero stirene/butadiene)
 il policloroprene o neoprene
Tuttavia, questi elastomeri sintetici sono stati
raramente usati come biomateriali

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93
Biomateriali polimerici

Gomme al silicone

CH3
( S i O )n
CH3
Sono state specificatamente sviluppate dalla Dow Corning
per usi clinici: sono ottenute per polimerizzazione di
condensazione

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94
Biomateriali polimerici

Le gomme siliconiche sono costituite da catene lineari a
basso peso molecolare, legate tra loro da legami
intercatena a formare macromolecole reticolate di più
alto peso molecolare simili a quelle della gomma naturale

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95
Biomateriali polimerici

Gomme sintetiche poliuretaniche
Si formano, con meccanismo di condensazione, per reazione
di un diossialcool, o di una molecola con tre o più gruppi
ossidrilici, con un diisocianato, o con una molecola dotata di
più di due gruppi isocianato:
O H
O N C R 1 C N O + HO R 2 OH
Diisocianato

Diossialcool

H O

( O C N R1 N C O R 2 )n + H2O
Poliuretano

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96
Biomateriali polimerici

I gruppi R1 e R2, che caratterizzano il polimero, possono
essere di varia natura e i diversi poliuretani possiedono
di conseguenza proprietà molto differenti: possono cioè
costituire materiali rigidi, oppure elastici, adesivi,
schiumosi, etc.
Generalmente R1 è un oligomero, ad esempio un
polietere o un poliestere con peso molecolare compreso
tra 200 e 4500 Da
R2 può essere sia un gruppo alifatico che aromatico

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

97
Biomateriali polimerici

Le gomme sintetiche usate come biomateriali sono note con i
nomi di Biomer, Pellethane, Corethane, Cardithane, e
Tecoflex
Dato che esse possiedono una ottima emocompatibilità,
vengono utilizzate soprattutto in campo cardiovascolare, ad
esempio:
• nella realizzazione delle superfici interne delle camere
di pompaggio dei cuori artificiale e dei ventricoli di
assistenza cardiocircolatoria;
• nelle protesi vascolari di piccolo calibro
In questo secondo caso, le protesi ottenute possiedono
un’elasticità radiale simile a quella delle arterie naturali
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

98
Biomateriali polimerici

Biomer PHB biopolymer is penetrating
medical applications such as this injection
molded "Immunostick" diagnostic tool

Pellethane® umbilical
catheters are very
biocompatible and much
stronger than silicone
rubber

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99
Biomateriali polimerici

Corethene Peripheral Grafts for Occlusive Disease have demonstrated
patency (remaining open for blood flow) comparable with the leading
synthetic vascular graft made from expanded Teflon® and offer
additional benefits in healing and handling characteristics
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

100
Biomateriali polimerici

Tecoflex
Utah Medicals' GescoTM UmbiliCathTM single, dual and triple
lumen umbilical vein/artery
catheters allow continuous
pressure monitoring while
administering medications,
volume expanders and
antibiotics.
Preferred by more clinicians,
GescoTM umbilical catheters are
specially designed for ease of
insertion, patient safety and
comfort

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101
polimeri termoplastici
ad elevata resistenza
Biomateriali polimerici

Polimeri termoplastici ad elevata resistenza
Questi materiali sono stati sviluppati di recente e hanno
caratteristiche simili a quelle dei metalli leggeri

Le loro eccellenti proprietà meccaniche, termiche e
chimiche sono dovute alla composizione della catena
principale, che la rende particolarmente rigida
I più significativi sono dei poliacetali (Delrin), dei
polisulfoni (Udel), e dei policarbonati (Lexan)

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103
Biomateriali polimerici

Poliacetali
Sono rappresentati dal Delrin prodotto dalla Dupont; è
una poliformaldeide (o poliossimetilene) a peso
molecolare maggiore di 20.000 Da

Il Delrin possiede proprietà meccaniche eccellenti e ottima
resistenza agli agenti chimici e all’acqua entro un ampio
raggio di temperature
È stato usato per impianti a titolo sperimentale
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

104
Biomateriali polimerici

Chemo-Port implantable ports are designed with the surgeon,
oncologist, nurse and patient in mind. We provide a port which is
easy and safe to implant, simple to access, and convenient and
comfortable in use, all at the best value available

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105
Biomateriali polimerici

Polisulfoni
C H3

O

C

O

SO2

O

C H3

n

L’Udel, un prodotto dalla Union Carbide negli anni ‘60, si
presenta in forma amorfa

Ha quindi elevata stabilità termica, a causa dei gruppi molto
ingombranti e rigidi dello scheletro; possiede anche elevata
stabilità agli agenti chimici, ma non ai solventi organici
polari, come chetoni e idrocarburi clorurati; è stato usato
per impianti a titolo sperimentale
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

106
Biomateriali polimerici

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

107
Biomateriali polimerici

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108
Biomateriali polimerici

Policarbonati

CH3
O

C

O
O C

CH3

n

Il Lexan è un commercializzato dalla General Electric, che
viene prodotto per reazione tra bis fenolo e difenilcarbonato
È un materiale amorfo e trasparente, molto resistente e con
eccellenti proprietà meccaniche e termiche
Viene utilizzato nelle macchine cuore/polmone, per
imballaggi alimentari, etc
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

109
Biomateriali polimerici

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

110
Biomateriali polimerici

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

111
polimeri biodegradabili
Biomateriali polimerici

Premessa
I polimeri biodegradabili vengono utilizzati nella
preparazioni di matrici per il tissue engineering

Tali matrici sono, in genere, costituite da:
 materiali polimerici di sintesi, ottenibili in modo
riproducibile, meccanicamente resistenti, biocompatibili
e, possibilmente, biodegradabili-bioriassorbibili
 biopolimeri di origine naturale come, ad esempio,
l'acido ialuronico ed alcuni suoi derivati

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

113
Biomateriali polimerici

I polimeri biodegradabili forniscono prestazioni
ottimali per un periodo di tempo programmabile e
vengono gradualmente degradati ed eliminati
dall’organismo senza richiedere interventi
chirurgici
Essi trovano crescente utilizzo per moltissime applicazioni,
quali ad esempio:
• impianti ortopedici
• stent intravascolari
• dispositivi dentali
• sistemi per il rilascio controllato di farmaci
• supporti temporanei per guidare la crescita di tessuti

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

114
Biomateriali polimerici

Prototipo di stent intravascolare
biodegradabile prodotto da una miscela di
polilattide e trimetil-carbonato

Micro- e nanosfere, così come altri tipi di
impianti, sono prodotti in materiali
biodegradabili, ad esempio poli(lattide-coglicolide): questi polimeri risultano molto
promettenti nei sistemi di rilascio di
proteine e peptidi

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

115
Biomateriali polimerici

Il primo polimero di sintesi impiegato per la
neomorfogenesi è stato un copolimero di acido
lattico e acido glicolico
È dotato di buone caratteristiche meccaniche,
biocompatibilità e biodegradabilità

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

116
Biomateriali polimerici

Acido poliglicolico (PGA) e polilattico (PLA)
L’acido glicolico e l’acido lattico sono composti naturali
normalmente presenti nell’organismo e sono quindi ben
tollerati e facilmente metabolizzabili
O

O

O

O
-H 2O

HO

C H2 C

-H 2O

(O

OH
O

Acido glicolico

H 3C

O

Acido poliglicolico

O

-H 2O

HO

CH

C

C H3 O
-H 2O

(O

OH
O

Acido lattico

O )n

O

Glicolide

C H3 O

CH2 C

O

CH

C

O )n

C H3

Lattide
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Acido polilattico
117
Biomateriali polimerici

Polimeri derivati dal PGA e dal PLA, e relativi
copolimeri, rappresentano i materiali
bioriassorbibili più utilizzati dal punto di vista
applicativo e commerciale
Copolimero acido lattico - acido glicolico
CH3
O

CH

C

O

O

Acido polilattico (PLA)

n

O

CH2

C

m

Acido poliglicolico (PGA)

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118
Biomateriali polimerici

Caratteristiche ed utilizzi di PGA e PLA
Polimeri derivati dal PGA sono stati utilizzati già negli
anni ’70 come materiali di sutura
Tuttavia, la loro degradazione risultava troppo rapida per
molte applicazioni pratiche dal momento che il materiale
si riassorbe e perde le sue proprietà meccaniche dopo 2-4
settimane
Migliori prestazioni si ottengono usando copolimeri di
PGA e PLA; il PLA è più idrofobico del PGA e limita
l’assorbimento di acqua da parte del copolimero,
rendendone l’idrolisi più lenta rispetto a quella del solo
PGA
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

119
Biomateriali polimerici

PGA e PLA sono stati usati, oltre che come materiale di
sutura, anche per fabbricare chiodi, viti e placche e per
impianti ortopedici e dentali, come mezzi per il
rilascio controllato di farmaci e come supporti
artificiali temporanei per la crescita di tessuti
Il requisito della bioriassorbibilità è fondamentale in
alcune di queste applicazioni in quanto, come nel caso
specifico della ricostruzione di vasi sanguigni, il volume
occupato dal supporto è incompatibile con la funzionalità
dell’innesto

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

120
Biomateriali polimerici

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

121
Biomateriali polimerici

Acido ialuronico
L’acido ialuronico è un componente naturale dei
tessuti (GAG della ECM), soprattutto della pelle, in grado
di svolgere un ruolo chiave nel processo di
riparazione tessutale

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127
Biomateriali polimerici

Vantaggi
1. Glicosamminoglicano:
- presente nei batteri e nell’uomo
2. Ubiquitario:
- componente della ECM
- lubrificante nelle articolazioni
- regola adesione, crescita e migrazione cellulare
3. Biocompatibile:
- non immunogenico





Svantaggi
1. Veloce riassorbimento
2. Solubile in ambiente acquoso
3. Non processabile
4. Ridotte proprietà viscoelastiche

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128
Biomateriali polimerici

Si ricorre a un derivato dell’acido ialuronico ottenuto
mediante esterificazione dei gruppi carbossilici dell’acido
glucuronico con alcol benzilico

processabilità
 lenta degradazione
 biocompatibilità
 stabilità dopo sterilizzazione


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129
ACP®

Gel

130
Biomateriali polimerici

L’acido ialuronico
modificato (estere
benzilico) viene prodotto
in forma di matrice
tridimensionale per la
crescita di cellule in vitro

Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

131
Biomateriali polimerici

Immagine al SEM della
struttura di una matrice in
acido ialuronico

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132
Biomateriali polimerici

Le cellule crescono sulla matrice e, attraverso i microfori,
raggiungono la sede della ferita per rigenerare il tessuto

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133
Biomateriali polimerici

A

B

(A)Hyalograft 3D è una matrice tridimensionale a base di
HYAFF 11 in forma di non-tessuto utilizzato per la
crescita dei fibroblasti
(B)Laserkin è una membrana laser-perforata a base di
HYAFF 11, utilizzata per la crescita dei cheratinociti
Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica

134
Biomateriali polimerici

A

B

(A)Fotografia al microscopio elettronico a scansione di
fibroblasti umani in coltura
(B)I cheratinociti coltivati sulla membrana di HYAFF11
migrano attraverso le microperforazioni e raggiungono
il letto della ferita, creando migliaia di isole di
riepitelializzazione che garantiscono una copertura
estremamente rapida della lesione
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135
Biomateriali polimerici

Il chirurgo applica la pelle
“ingegnerizzata” sull’ulcera
(al piede) di un paziente

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136
alcuni esempi di polimeri
biodegradabili innovativi
Biomateriali polimerici

Poli[DTE carbonato]
DTE = desaminotirosiltirosina etil estere

O

O
CH2

CH2 C

NH

CH
C

CH2

O

C

O

O

O
CH2CH3

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n

138
Biomateriali polimerici

Polimeri biodegradabili

La sezione trasversale mostra la degradazione di una vite impiantata
nell’osso, mentre il tessuto neoformato prende il suo posto. Il tessuto
osseo è colorato in rosso mattone; il materiale è poli[DTE carbonato]
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139
Biomateriali polimerici

Polipirrolo
Il polipirrolo è un polimero che, a motivo della sua capacità
di condurre corrente elettrica, è stato utilizzato come
substrato per la ricrescita di tessuto nervoso
È stato osservato che, a differenza di quanto accade con il
PGA/PLA, il polipirrolo risulta un efficiente supporto per
questa applicazione e che l’attività di formazione di tessuto
nervoso viene raddoppiata dall’applicazione di una debole
corrente elettrica al supporto

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140
Biomateriali polimerici

Polipirrolo

H

H

H

N

N

N

N

N

N

H

H

H

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141
Biomateriali polimerici

Polianidridi
Nuove polianidridi ad alto peso molecolare, funzionalizzate
con acido sebacico (SA), sono state utilizzate come polimeri
biodegradabili per il rilascio controllato di farmaci
Questi materiali possiedono favorevoli caratteristiche
chimiche e fisiche e permettono un efficace controllo del
meccanismo di degradazione

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142
Biomateriali polimerici

Polianidridi
Poli[PCPP-SA anidride]

O

O
O

C

O(CH2)3
O

PCPP
Bis[p-carbofenossi]propano

O

C

O

C (CH2)8 C

O

m

n

SA
Acido sebacico

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143
Biomateriali polimerici

Applicazione delle polianidridi

Alcune applicazioni pratiche riguardano il trattamento del
glioblastoma cerebrale, una delle forme tumorali a più rapido
sviluppo e a più elevata mortalità
Il polimero viene utilizzato per la preparazione di “wafer”
impregnati di carmustina, un antitumorale molto tossico,
che vengono impiantati nel sito del tumore
In questo modo il farmaco resta confinato nel cervello e si
evitano gli effetti tossici a carico del fegato e del rene che sono
tipici in caso di somministrazione del farmaco intravena

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144
Biomateriali polimerici

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145
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146
Biomateriali polimerici

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  • 2. Biomateriali polimerici Materiali polimerici Sono costituiti da molecole ad elevato peso molecolare, generalmente organiche, dette macromolecole Le macromolecole si originano dal concatenamento di un gran numero di piccole unità, dette monomeri, fino a formare lunghissime catene che possono essere: lineari ramificate reticolate Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 2
  • 3. Biomateriali polimerici Polimero lineare Polimero reticolato Polimero ramificato Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 3
  • 4. Biomateriali polimerici I materiali polimerici, sia per le loro intrinseche proprietà che per la somiglianza con i polimeri naturali, trovano un vasto campo di applicazioni come biomateriali Possono essere prodotti sotto forma di fibre, tessuti, film, barre e liquidi viscosi In taluni casi è possibile formare legami tra i polimeri sintetici e i costituenti dei tessuti naturali, ad esempio: • per prevenire la coagulazione del sangue • per fissare protesi artificiali al tessuto osseo Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 4
  • 5. Biomateriali polimerici Classificazione dei polimeri • Plastiche In base all’origine Polimeri sintetici • Resine • Gomme Polimeri naturali • Polisaccaridi • Proteine • Acidi nucleici In base alla struttura Omopolimeri • Casuali o random Copolimeri • A segmenti o a blocchi • A innesto In base al comportamento termico In base ai meccanismi di polimerizzazione Polimeri termoplastici Polimeri termoindurenti Polimeri di condensazione Polimeri di addizione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica • Addizione radicalica • Addizione ionica 5
  • 6. Biomateriali polimerici AAA BBA BBBAA BAA BBBAAAA BAA Copolimero casuale o random A BA BA BA BA BA BA BA BA BA BA BA B Copolimero alternato AAAA BBBBA AAA BBBBAAAA BBBB Copolimero a segmenti o a blocchi AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B B Copolimero a innesto Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 6
  • 7. Biomateriali polimerici Polimeri di condensazione HO(CH2)nOH + HOOC(CH2) COOH m O C O Legame estereo O O HO [ (CH2)nO C (CH2) m C O ]k H + H2O Poliestere O C NH Legame ammidico H2N(CH2)nNH2 + H H O HOOC(CH2)mCOOH O H [ N(CH2)nN C(CH2)mC ] k OH + H2O Poliammide Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 7
  • 8. Biomateriali polimerici Svantaggi dei polimeri di condensazione Sono dovuti alla difficoltà di ottenere prodotti di elevato peso molecolare poiché tutte le reazioni sono di equilibrio e quindi, oltre un determinato limite, non si possono inserire ulteriori monomeri sulla medesima catena La distribuzione del peso molecolare risulta piuttosto ampia e ciò rende scadenti le proprietà fisiche del materiale; a questo inconveniente fa eccezione il nylon che, fornendo catene sufficientemente lunghe, possiede proprietà fisiche molto buone Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 8
  • 9. Biomateriali polimerici Polimerizzazione per addizione La catena si ottiene per addizione di monomeri insaturi attraverso meccanismi radicalici o ionici di diverso tipo (cationico, anionico, di coordinazione) Tipici esempi di polimeri di questo tipo sono: CH3 CH 2 CH 2 ( CH 2 CH2 )n polietilene CH2 CH CH CH2 CH 3 ( CH2 CH )n CH2 CH polipropilene ( CH2 CH CH CH2 )n polibutadiene Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 9
  • 10. Biomateriali polimerici Polimerizzazione di coordinazione Avviene impiegando un particolare tipo di catalizzatori: i catalizzatori di Natta-Ziegler, scoperti da Giulio Natta e Karl Ziegler e all’inizio degli anni ‘60 Essi sono costituiti da un sale di un metallo di transizione, in genere tricloruro di titanio, e da un metallo alchile, come l’alluminiotrietile Il catalizzatore effettivo è un complesso del titanio che ha legato un gruppo etilico Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 10
  • 11. Biomateriali polimerici La polimerizzazione di coordinazione con catalizzatori di Natta-Ziegler:  porta alla sintesi di catene lineari  permette il controllo stereochimico del processo in presenza di alcheni asimmetrici Queste caratteristiche peculiari rappresentano due importanti vantaggi sulla polimerizzazione radicalica I polimeri lineari, rispetto a quelli ramificati, formano infatti materiali con elevata cristallinità, alto punto di fusione, maggiore densità e resistenza meccanica Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 11
  • 12. Biomateriali polimerici Nel caso della polimerizzazione di un alchene sostituito, come il propilene, il controllo stereochimico conduce alla sintesi di catene che sono o isotattiche, o sindiotattiche, o atattiche Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 12
  • 13. Biomateriali polimerici Stato fisico di un polimero Dipende strettamente dalla posizione e dalla mobilità delle catene che lo costituiscono Due aspetti caratterizzano ogni singolo filamento:  la struttura della catena, se essa cioè è lineare (catena estesa), o ripiegata (folded chain), o a gomitolo  il tipo di interazioni esistenti tra le diverse catene, che possono essere forze di Van der Waals, dipolo-dipolo, ioniche, legami ad idrogeno, ecc Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 13
  • 14. Biomateriali polimerici Catena estesa (polimero fibroso) Catena ripiegata “folded chain” (polimero cristallino) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 14
  • 15. Biomateriali polimerici Nei polimeri, la caratteristica che condiziona in maniera maggiore le proprietà allo stato solido è la dimensione delle molecole Infatti, nel processo di passaggio dallo stato liquido a quello solido:  la viscosità di un materiale polimerico aumenta  le macromolecole, a causa delle loro dimensioni, hanno difficoltà a muoversi e a sistemarsi con una regolarità tale da formare un cristallo Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 15
  • 16. Biomateriali polimerici Di conseguenza:  le lunghe catene si “ingarbugliano” e le situazioni limite, corrispondenti al perfetto stato cristallino e allo stato completamente amorfo, non possono essere raggiunte dai polimeri se non in casi rari e particolari;  al variare della temperatura, i polimeri passano dallo stato vetroso allo stato semifluido Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 16
  • 17. Biomateriali polimerici Alcuni polimeri altamente cristallini Polistirene sindiotattico Nylon Kevlar Polichetoni Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 17
  • 18. Biomateriali polimerici Polimeri amorfi Catene polimeriche con ramificazioni o gruppi laterali disposti irregolarmente non sono in grado di impaccarsi con ordine sufficiente a formare un cristallo Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 18
  • 19. Biomateriali polimerici Esempio di polimero amorfo reticolato: un policarbonato Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 19
  • 20. Biomateriali polimerici Alcuni polimeri altamente amorfi Poli-metilmetacrilato Polistirene atattico Policarbonati Poli-isoprene Poli-butadiene Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 20
  • 21. Biomateriali polimerici Polimeri semi-cristallini Assumono strutture nelle quali sono presenti zone cristalline (lamellari), dette cristalliti, inserite in zone amorfe Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 21
  • 22. Biomateriali polimerici Polimeri semi-cristallini Sferulite: le regioni lamellari si sviluppano nelle tre direzioni Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 22
  • 23. Biomateriali polimerici Grado di cristallinità di un polimero È definito come la percentuale in peso della sostanza allo stato cristallino rispetto al peso totale Il grado di cristallinità dipende: • dalla struttura delle molecole componenti • dalla “storia” meccanica e termica della sostanza Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 23
  • 24. Biomateriali polimerici In generale, il grado di cristallinità:  è molto elevato nei polimeri a struttura lineare non ramificata  diminuisce drasticamente per i monomeri fortemente asimmetrici, fortemente ramificati, o con frequenti legami trasversali, ossia reticolati Un elevato grado di cristallinità determina un maggiore impaccamento delle catene con conseguente aumento della densità, rigidità, durezza, resistenza all’attrito, all’usura, all’aggressione ambientale e al creep, cioè ad una lenta e progressiva deformazione di un materiale sottoposto ad uno stress costante Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 24
  • 25. Biomateriali polimerici Elastomeri Come le fibre, sono formati da molecole lunghe e sottili: esse sono però allineate solo quando il materiale è stirato; a differenza delle fibre, un elastomero sottoposto ad una forza subisce una deformazione per poi tornare alla sua forma originale, una volta cessata l’azione della forza stessa Infatti, le catene di cui è composto, finito lo stiramento, non restano estese, ma si ripiegano nella loro conformazione casuale originale Tale comportamento è dovuto alla mancanza nelle molecole di gruppi fortemente polari o adatti a formare legami ad idrogeno Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 25
  • 26. Biomateriali polimerici Proprietà fisiche dei polimeri Le proprietà fisiche dei polimeri dipendono da molti fattori, tra i quali: • il grado di polimerizzazione • il peso molecolare e relativa distribuzione • la temperatura • l’arrangiamento delle catene • la composizione chimica Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 26
  • 27. Biomateriali polimerici Grado di polimerizzazione (DP) È uno dei parametri più importanti per determinare le proprietà fisiche di un polimero È definito come il numero d’unità monomeriche (Mer) per catena lineare di polimero La relazione tra peso molecolare della catena (MP) e grado di polimerizzazione è la seguente: M P = DP× M Mer dove MMer è il peso molecolare del monomero Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 27
  • 28. Biomateriali polimerici Peso molecolare medio Ciascuna catena può avere un numero più o meno grande di unità monomeriche a seconda delle condizioni di polimerizzazione; pertanto per i polimeri vengono definiti due pesi molecolari medi: • il peso molecolare medio numerale MN n MN = X M i =1 n i X i =1 i dove Xi è il numero di molecole di peso molecolare Mi i Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 28
  • 29. Biomateriali polimerici il peso molecolare medio ponderale risulta: n MW = n Wi M i  X i M i =1 n W i =1 = i i =1 n 2 i X M i =1 i i dove Wi è il peso delle molecole di peso molecolare Mi Risulta pertanto che MW >MN Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 29
  • 30. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 30
  • 31. Biomateriali polimerici Indice di polidispersione È dato dal rapporto MW/MN Indica l’uniformità di distribuzione dei pesi molecolari in un determinato polimero Quando le catene hanno tutte la medesima lunghezza l’indice di polidispersione è uguale ad 1, ed il polimero, che ha un peso molecolare ben definito, si definisce monodisperso Generalmente i polimeri commerciali hanno un indice di polidispersione compreso tra 1,5 e 2,5 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 31
  • 32. Biomateriali polimerici Le proprietà fisiche e meccaniche di un polimero dipendono sia dal grado di polimerizzazione che dall’indice di dispersione I polimeri vengono pertanto classificati secondo il loro grado di polimerizzazione DP in:  oligomeri (2<DP<100)  bassi polimeri (10<DP<100)  medi polimeri (100<DP<1000)  alti polimeri (DP>1000) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 32
  • 33. Biomateriali polimerici Nel caso di un polimero lineare, l’aumento del DP provoca l’innalzamento della temperatura di rammollimento (Tr) con conseguente miglioramento delle proprietà meccaniche del materiale L’aumento della lunghezza delle catene, infatti, aumenta sia i vincoli che legano tra di loro le catene stesse, sia quelli che si oppongono allo scorrimento di queste quando il materiale è sottoposto ad una tensione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 33
  • 34. Biomateriali polimerici Proprietà del polietilene in funzione del grado di polimerizzazione DP DP M Tr (° C) Aspetto fisico 70 1000 37,5 oleoso 280 4000 93 ceroso 500 7000 98 solido malleabile 850 12000 104 solido rigido 1500 21000 110 solido rigido 2700 38000 112 solido rigido M, peso molecolare; T r, temperatura di rammollimento. Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 34
  • 35. Biomateriali polimerici Le caratteristiche di un polimero dipendono strettamente dal grado di uniformità dei pesi molecolari, cioè dall’indice di dispersione: è evidente che si deve cercare di ottenere polimeri il meno polidispersi possibile Le molecole più corte, infatti, agiscono da plasticizzanti e, in definitiva, abbassano la temperatura di fusione e di transizione vetrosa e quindi la rigidità del polimero Questo effetto è dovuto al fatto che le piccole molecole hanno una certa facilità di movimento che intralcia l’efficiente impaccamento nel cristallo formato dalle catene più lunghe Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 35
  • 36. Biomateriali polimerici Effetto della temperatura I polimeri subiscono sostanziali variazioni delle loro proprietà in funzione della temperatura I materiali cristallini alla temperatura di fusione passano dallo stato solido allo stato liquido Il passaggio è più complicato nel caso dei materiali amorfi o non cristallini a causa della ridotta mobilità delle molecole costituenti Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 36
  • 37. Biomateriali polimerici I materiali polimerici amorfi, all’aumentare della temperatura, presentano due transizioni che avvengono in corrispondenza di due intervalli di temperatura, cioè nell’intorno delle temperature dette rispettivamente  di transizione vetrosa (Tg)  di rammollimento (Tr) La transizione vetrosa Tg costituisce il passaggio da una situazione in cui il polimero è relativamente rigido (stato vetroso) ad una situazione di notevole malleabilità, costituita dallo stato detto gommoso; il rammollimento rappresenta invece la transizione dallo stato gommoso a quello liquido Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 37
  • 38. Biomateriali polimerici Nel caso di un polimero parzialmente cristallino, la transizione vetrosa modifica poco le proprietà meccaniche del materiale Esse, invece, peggiorano decisamente quando il polimero fonde (Tm, temperatura di fusione) Nel caso di un polimero reticolato tridimensionale non esistono le transizioni vetrosa e di rammollimento Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 38
  • 39. Biomateriali polimerici Per questo tipo di materiali, infatti, non si osservano significative variazioni di proprietà all’aumentare della temperatura, ovviamente sino al limite di stabilità chimica Per tutti i tipi di materiali polimerici esiste, infatti, la temperatura limite di stabilità chimica (TL) oltre la quale il polimero subisce trasformazioni irreversibili e/o degradazioni Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 39
  • 40. Biomateriali polimerici I comportamenti appena descritti stanno alla base della classificazione dei polimeri in termoplastici e termoindurenti I termoplastici, costituiti da catene lineari o ramificate, hanno Tg e Tr ben definite, e sono modellabili plasticamente nell’intervallo tra le due temperature di transizione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 40
  • 41. Biomateriali polimerici I termoindurenti, invece, formati da catene reticolate, dopo un determinato stadio del processo di ottenimento non sono più modellabili: il riscaldamento di questi materiali provoca il loro ulteriore indurimento, dato che, durante la lavorazione e la formatura del polimero nello stampo, il calore applicato provoca la reticolazione tra le catene Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 41
  • 42. Biomateriali polimerici Tratto da JB Park, Biomaterials Science and Engineering, Plenum Press 1990 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 42
  • 43. Biomateriali polimerici Tratto da JB Park, Biomaterials Science and Engineering, Plenum Press 1990 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 43
  • 44. Biomateriali polimerici Tratto da R Pietrabissa, Biomateriali per Protesi e Organi Artificiali, Patron 1996 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 44
  • 46. Biomateriali polimerici Poliammidi sintetiche: Nylon Hanno due formule generali a seconda delle modalità di preparazione: -[NH(CH2)xNHCO(CH2)yCO]n- -[NH(CH2)xCO]nVengono denominati in base al numero di atomi di carbonio presenti nell’unità base Esempi: - nylon 6,6 (x = 6, y = 4) e il nylon 6,10 (x = 6, y = 8) - nylon 6 (x = 5), il nylon 11 (x = 10), e il nylon 12 (x = 11) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 46
  • 47. Biomateriali polimerici Gruppo ammidico Sei atomi di carbonio Sei atomi di carbonio Nylon 6,6 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 47
  • 48. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 48
  • 49. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 49
  • 50. Biomateriali polimerici Caratteristiche Hanno grande tendenza a formare fibre data la presenza di legami ad idrogeno intercatena; sono inoltre dotati di elevata cristallinità, che ne accresce la resistenza in direzione della fibra Data l’importanza dei legami ad idrogeno intercatena, il numero e la distribuzione dei gruppi ammidici (-CONH-) sono fattori importanti che influenzano proprietà come:  carico di rottura  allungamento a rottura  modulo di elasticità  temperatura di rammollimento (Tr) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 50
  • 51. Biomateriali polimerici Biocompatibilità In genere, i nylon e le poliammidi sono considerati materiali abbastanza biocompatibili Tuttavia, bisogna considerare che essi perdono molta della loro resistenza quando vengono impiantati in vivo, probabilmente a causa della elevata igroscopicità Su questi polimeri, infatti, le molecole d’acqua assorbite agiscono da plasticizzanti; inoltre, i nylon subiscono l’attacco degli enzimi proteolitici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 51
  • 52. Biomateriali polimerici Poliammidi sintetiche ammidi aromatiche (aramidi) La più importante è il poli-(p-fenilene tereftalamide), noto come Kevlar: O O C C N H N H n Questo materiale viene facilmente trasformato in fibre che hanno resistenza cinque volte maggiore dell’acciaio; il Kevlar viene molto usato nei materiali compositi Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 52
  • 53. Biomateriali polimerici Struttura delle fibre di Kevlar Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 53
  • 55. Biomateriali polimerici Poliolefine: polietilene e polipropilene H (C H H C )n H C H3 (C C )n H polietilene H H polipropilene Sono polimeri lineari termoplastici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 55
  • 56. Biomateriali polimerici Polietilene Esistono tre tipi di polietilene commerciale: Low density, High density e Ultrahigh molecular weigh (UHMWPE). Il low density si ottiene per addizione radicalica dall’etilene gassoso ad alta pressione (100300 MPa), usando un perossido come iniziatore; si ottiene così un polimero che contiene ramificazioni Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 56
  • 57. Biomateriali polimerici L’high density si ottiene invece a bassa pressione (10 MPa) polimerizzando l’etilene in presenza di catalizzatore di Natta-Ziegler In queste condizioni il polimero risultante non contiene ramificazioni e possiede cristallinità e densità più elevate a causa del migliore impaccamento delle catene laterali Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 57
  • 58. Biomateriali polimerici Recentemente sono stati introdotti dalla Dupont nel mercato due nuovi tipi di polietilene: UHMWPE e super-UHMWPE Essendo ottenuti con catalizzatori stereospecifici particolari, sono costituiti da catene lineari particolarmente lunghe, le quali presentano il fenomeno del folding Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 58
  • 59. Biomateriali polimerici Polipropilene Si ottiene per polimerizzazione del propilene in presenza di catalizzatori stereoselettivi di Natta-Ziegler Esso esiste nelle tre forme: atattico, sindiotattico, isotattico: l’atattico è amorfo a causa della distribuzione causale dei gruppi metilici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 59
  • 60. Biomateriali polimerici Il sindiotattico e l’isotattico risultano generalmente cristallini: Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 60
  • 61. Biomateriali polimerici Le proprietà del polipropilene dipendono dal grado di cristallinità e dal peso molecolare Un più elevato contenuto di molecole isotattiche aumenta il grado di cristallinità, la densità, la temperatura di rammollimento e la resistenza chimica Tuttavia, la presenza del metile limita il movimento delle catene e l’indice di cristallinità raramente supera il 5070% anche per un polimero quasi totalmente isotattico Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 61
  • 62. Biomateriali polimerici Le poliolefine vengono usate in modo estensivo per la fabbricazione di componenti di impianti ortopedici, specialmente per le superfici sottoposte a forti carichi, come le protesi dell’anca e del ginocchio Hanno una buona biocompatibilità e vengono usate o in forma compatta o, quando sia necessaria la permeabilità ai gas, porosa I manufatti devono essere prodotti per sinterizzazione ad alta temperatura e alta pressione, in quanto estrusione e fusione non danno buoni risultati Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 62
  • 64. Biomateriali polimerici I poliesteri a basso peso molecolare possono essere ottenuti per condensazione diretta, in ambiente acido, tra acidi bicarbossilici ed alcoli bifunzionali Il metodo industriale si basa invece su una reazione di transesterificazione, ossia di conversione di un estere in un’altro estere: questo processo è più complicato ma permette di ottenere polimeri con peso molecolare più elevato Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 64
  • 65. Biomateriali polimerici Il polietilentereftalato (PET) viene prodotto da tereftalato di metile e glicole etilenico: O O HO C C OH acido tereftalico O O C + HOC H2C H2OH glicole etilenico O C OC H2C H2 + n nC H3OH polietilentereftalato (Dacron ) ® Il PET fonde a circa 270 °C e può essere facilmente trasformato per filatura in fibre commercializzate con il nome di Dacron® o Terylene®; un film del medesimo polimero molto resistente alla lacerazione è noto come Mylar® Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 65
  • 66. Biomateriali polimerici Il PET, nelle sue diverse forme, viene spesso utilizzato in chirurgia cardiovascolare per protesi vascolari di largo diametro, per suture e per la fabbricazione di anelli valvolari È un polimero resistente e deformabile, generalmente considerato biostabile, caratterizzato dall’orientamento regolare delle catene Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 66
  • 67. Biomateriali polimerici Tuttavia, nonostante le ottime caratteristiche, nel corso degli ultimi decenni, sono stati riportati in letteratura numerosi casi di degenerazione di protesi realizzate con questo materiale; le cause sono state attribuite a difetti strutturali, alle tecniche utilizzate per la fabbricazione, ai trattamenti seguiti durante i processi di finitura ed alla degradazione idrolitica Tutti questi fattori, a lungo termine in vivo, tendono a frammentare le fibre con conseguente dilatazione dell’impianto Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 67
  • 68. Biomateriali polimerici Altri poliesteri, che vengono spesso usati come polimeri biodegradabili, sono i poliesteri alifatici Si è tuttavia osservato che il policaprolattone, già due anni dopo l’impianto, registra un significativo calo di peso molecolare, come è messo in evidenza dalla diminuzione degli indici di viscosità relativa dell’ordine dell’80-90% Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 68
  • 70. Biomateriali polimerici Il gruppo uretanico è caratterizzato dalla contemporanea presenza della funzione esterea e della funzione ammidica O R OH Alcool + R' N C O Isocianato RO C NHR ' Uretano Gli uretani si ottengono, attraverso un particolare meccanismo di condensazione/addizione, dalla reazione tra un alcool e un isocianato Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 70
  • 71. Biomateriali polimerici I poliuretani si formano per reazione tra alcoli ed isocianati bifunzionali: O C O N N H C O H n O C CH CH O 2 2 O N CH 2 H N C O CH CH O 2 2 n H La reazione tra isocianati bifunzionali e diammine porta invece alla formazione di poliuree O C O N H CH 2 N H C N CH CH N 2 2 H H Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica n 71
  • 72. Biomateriali polimerici Le proprietà dei diversi poliuretani dipendono dalle caratteristiche degli intermedi usati per la loro sintesi; si possono infatti ottenere materiali rigidi, oppure elastici, adesivi, schiumosi, etc I poliuretani sono spesso costituiti da copolimeri a segmenti o a blocchi, composti da due fasi, una più morbida, detta soft segment, ed una più rigida, denominata hard segment Le caratteristiche meccaniche del polimero sono determinate dal rapporto in peso tra le due fasi Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 72
  • 73. Biomateriali polimerici Le schiume poliuretaniche, largamente usate per imballaggi ed imbottiture, sono prodotte aggiungendo piccole quantità di acqua alla miscela durante la reazione di polimerizzazione L’acqua reagisce con alcuni gruppi isocianato liberando anidride carbonica che funge da schiumogeno Schiume poliuretaniche, formate da poliuretani aromatici reticolati, sono state usate in chirurgia plastica ed in ortopedia ricostruttiva sin dagli anni ’50 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 73
  • 74. Biomateriali polimerici I risultati, inizialmente promettenti, in quanto le reazioni infiammatorie acute erano limitate e la crescita di tessuto all’interno della protesi portava alla formazione di capsule fibrose sottili, hanno dovuto tuttavia essere rivisti alla luce del fatto che, dopo alcuni mesi, il sistema risultava degradato e frammentato, con conseguenti problemi di stabilità dell’impianto C’è inoltre il sospetto che la degradazione idrolitica dei poliuretani possa produrre significative quantità di ammine aromatiche potenzialmente cancerogene Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 74
  • 75. Biomateriali polimerici Ciononostante, protesi mammarie a base di silicone rivestite con schiume poliuretaniche sono state commercialmente usate in modo estensivo fino a pochi anni fa Il motivo di questa scelta è legato principalmente al fatto che la crescita di tessuto biologico all’interno dei pori della schiuma poliuretanica costituisce uno dei metodi più efficaci per mantenere in situ l’intera protesi, evitando indesiderate migrazioni Però … Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 75
  • 76. Biomateriali polimerici 1980s: Foam coating controversy In an attempt to deal with the most common complication of silicone implants — capsular contracture, the formation of hard scar tissue around the implant — silicone gel-filled implants covered with polyurethane foam thought to ward off the problem become popular in 1982. By the time the FDA releases a report a decade later showing that polyurethane foam can break down in the body to form a carcinogen, more than 100,000 U.S. women have them. Manufacturers soon withdraw the implants. Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 76
  • 78. Biomateriali polimerici Hanno struttura generale: R1 (C H 2 C )n C O O R2 I più importanti sono:  il polimetilacrilato (PMA), nel quale R1 = H, R2 = CH3  il polimetilmetacrilato (PMMA), con R1 = R2 = CH3 Essi vengono generalmente ottenuti per polimerizzazione radicalica Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 78
  • 79. Biomateriali polimerici H H C H C H C H2 C C O C O O O C H3 C H3 Acrilato di metile H Poliacrilato di metile C H3 C n C H C H3 C H2 C C O O n C O O CH3 Metacrilato di metile CH3 Polimetacrilato di metile Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 79
  • 80. Biomateriali polimerici Data la presenza di gruppi metilici, PMA e PMMA si presentano come materiali amorfi; sono di solito trasparenti, in particolare il PMMA presenta una trasmissione della luce pari al 92% ed ha un alto indice di rifrazione (1.49) La presenza di gruppi più ingombranti nella catena laterale rende, a parità di peso molecolare: • il PMMA più resistente allo stiramento del PMA (carico di rottura di 60 contro 7 MPa) e … • … ne aumenta la temperatura di rammollimento (125° contro 33° C) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 80
  • 81. Biomateriali polimerici PMMA Possiede eccellenti proprietà di resistenza chimica alle condizioni ambientali È molto duro rispetto agli altri polimeri, ma presenta una certa fragilità; può essere stampato, fuso o lavorato con le macchine tradizionali Allo stato puro ha eccellenti caratteristiche di stabilità chimica e di biocompatibilità È molto usato nella fabbricazione di: lenti a contatto, lenti impiantabili, cementi ossei per la fissazione di protesi delle giunture, protesi dentali e maxillo-facciali Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 81
  • 82. Biomateriali polimerici Idrogeli Sono dei poliacrilati contenenti gruppi ossidrilici nella loro struttura Un esempio è rappresentato dal poliidrossimetil metacrilato (poli-HEMA): C H3 (C H2 C )n C O O C H 2O H Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 82
  • 83. Biomateriali polimerici Gli idrogeli possono assorbire dal 30 al 60% di acqua rispetto al loro peso Per questa caratteristica, oltre che per la loro buona permeabilità all’ossigeno, vengono impiegati per fabbricare le lenti a contatto morbide Costituiscono una valida alternativa rispetto alle gomme siliconiche, che possiedono pure elevata trasparenza e ottima permeabilità all’ossigeno Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 83
  • 85. Biomateriali polimerici Politetrafluoroetilene Il più usato e importante è il politetrafluoroetilene (PTFE) comunemente conosciuto come Teflon: F F C F Polimerizzazione radicalica C F (C F F F C) n F Esso si ottiene per polimerizzazione radicalica sotto pressione del tetrafluoroetilene in presenza di un eccesso di acqua, che serve a rimuovere il calore che si sviluppa durante la reazione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 85
  • 86. Biomateriali polimerici Il Teflon è altamente cristallino e possiede eccellenti caratteristiche fisiche e meccaniche Ha capacità di espansione su scala microscopica, con formazione di un materiale microporoso che ha notevoli proprietà d’isolamento termico Per la produzione di impianti, la polvere viene generalmente sinterizzata a temperature al di sopra di 327° C, sotto pressione Il materiale non si presta all’iniezione o all’estrusione e non può essere plastificato Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 86
  • 87. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 87
  • 88. Biomateriali polimerici Esistono anche altri polimeri fluorurati, ad esempio il politetrafluorocloroetilene (PTFCE), il polivinil fluoruro (PVF) ed etilene propilene fluorurato (FEP) Possiedono tutti proprietà fisiche e chimiche decisamente inferiori a quelle del PTFE e pertanto hanno pertanto scarsissima importanza come biomateriali Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 88
  • 90. Biomateriali polimerici Definizione di elastomero (ASTM) “un materiale che a temperatura ambiente può essere allungato ripetutamente per almeno due volte la sua lunghezza originale e dopo la cessazione della sollecitazione, ritorna immediatamente con forza alla sua approssimativa lunghezza originale” Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 90
  • 91. Biomateriali polimerici Le proprietà delle gomme dipendono: • dalle caratteristiche delle catene individuali del polimero; • dalla presenza di legami intercatena (cross-link), il cui numero influenza la flessibilità del materiale Ad esempio, il processo di vulcanizzazione della gomma naturale: • consiste nell’aggiunta di un 23% di zolfo al prodotto non trattato • conduce alla produzione di un materiale flessibile; diversamente, se la quantità di zolfo è del 30%, il materiale ottenuto risulta duro Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 91
  • 92. Biomateriali polimerici Gomma naturale È composta di poli-cis-1,4-poliisoprene e ricavata dal lattice di Hevea brasilensis Data la sua compatibilità con il sangue, quando è in forma pura, è impiegabile come biomateriale Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 92
  • 93. Biomateriali polimerici Come alternative alla gomma naturale sono state sviluppate delle gomme sintetiche costituite da polimeri ottenuti con polimerizzazione ionica di coordinazione tramite catalizzatori di Natta-Ziegler, quali:  il poliisobutilene  la gomma butilica (copolimero isobutilene/isoprene)  SBR (copolimero stirene/butadiene)  il policloroprene o neoprene Tuttavia, questi elastomeri sintetici sono stati raramente usati come biomateriali Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 93
  • 94. Biomateriali polimerici Gomme al silicone CH3 ( S i O )n CH3 Sono state specificatamente sviluppate dalla Dow Corning per usi clinici: sono ottenute per polimerizzazione di condensazione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 94
  • 95. Biomateriali polimerici Le gomme siliconiche sono costituite da catene lineari a basso peso molecolare, legate tra loro da legami intercatena a formare macromolecole reticolate di più alto peso molecolare simili a quelle della gomma naturale Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 95
  • 96. Biomateriali polimerici Gomme sintetiche poliuretaniche Si formano, con meccanismo di condensazione, per reazione di un diossialcool, o di una molecola con tre o più gruppi ossidrilici, con un diisocianato, o con una molecola dotata di più di due gruppi isocianato: O H O N C R 1 C N O + HO R 2 OH Diisocianato Diossialcool H O ( O C N R1 N C O R 2 )n + H2O Poliuretano Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 96
  • 97. Biomateriali polimerici I gruppi R1 e R2, che caratterizzano il polimero, possono essere di varia natura e i diversi poliuretani possiedono di conseguenza proprietà molto differenti: possono cioè costituire materiali rigidi, oppure elastici, adesivi, schiumosi, etc. Generalmente R1 è un oligomero, ad esempio un polietere o un poliestere con peso molecolare compreso tra 200 e 4500 Da R2 può essere sia un gruppo alifatico che aromatico Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 97
  • 98. Biomateriali polimerici Le gomme sintetiche usate come biomateriali sono note con i nomi di Biomer, Pellethane, Corethane, Cardithane, e Tecoflex Dato che esse possiedono una ottima emocompatibilità, vengono utilizzate soprattutto in campo cardiovascolare, ad esempio: • nella realizzazione delle superfici interne delle camere di pompaggio dei cuori artificiale e dei ventricoli di assistenza cardiocircolatoria; • nelle protesi vascolari di piccolo calibro In questo secondo caso, le protesi ottenute possiedono un’elasticità radiale simile a quella delle arterie naturali Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 98
  • 99. Biomateriali polimerici Biomer PHB biopolymer is penetrating medical applications such as this injection molded "Immunostick" diagnostic tool Pellethane® umbilical catheters are very biocompatible and much stronger than silicone rubber Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 99
  • 100. Biomateriali polimerici Corethene Peripheral Grafts for Occlusive Disease have demonstrated patency (remaining open for blood flow) comparable with the leading synthetic vascular graft made from expanded Teflon® and offer additional benefits in healing and handling characteristics Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 100
  • 101. Biomateriali polimerici Tecoflex Utah Medicals' GescoTM UmbiliCathTM single, dual and triple lumen umbilical vein/artery catheters allow continuous pressure monitoring while administering medications, volume expanders and antibiotics. Preferred by more clinicians, GescoTM umbilical catheters are specially designed for ease of insertion, patient safety and comfort Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 101
  • 103. Biomateriali polimerici Polimeri termoplastici ad elevata resistenza Questi materiali sono stati sviluppati di recente e hanno caratteristiche simili a quelle dei metalli leggeri Le loro eccellenti proprietà meccaniche, termiche e chimiche sono dovute alla composizione della catena principale, che la rende particolarmente rigida I più significativi sono dei poliacetali (Delrin), dei polisulfoni (Udel), e dei policarbonati (Lexan) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 103
  • 104. Biomateriali polimerici Poliacetali Sono rappresentati dal Delrin prodotto dalla Dupont; è una poliformaldeide (o poliossimetilene) a peso molecolare maggiore di 20.000 Da Il Delrin possiede proprietà meccaniche eccellenti e ottima resistenza agli agenti chimici e all’acqua entro un ampio raggio di temperature È stato usato per impianti a titolo sperimentale Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 104
  • 105. Biomateriali polimerici Chemo-Port implantable ports are designed with the surgeon, oncologist, nurse and patient in mind. We provide a port which is easy and safe to implant, simple to access, and convenient and comfortable in use, all at the best value available Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 105
  • 106. Biomateriali polimerici Polisulfoni C H3 O C O SO2 O C H3 n L’Udel, un prodotto dalla Union Carbide negli anni ‘60, si presenta in forma amorfa Ha quindi elevata stabilità termica, a causa dei gruppi molto ingombranti e rigidi dello scheletro; possiede anche elevata stabilità agli agenti chimici, ma non ai solventi organici polari, come chetoni e idrocarburi clorurati; è stato usato per impianti a titolo sperimentale Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 106
  • 107. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 107
  • 108. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 108
  • 109. Biomateriali polimerici Policarbonati CH3 O C O O C CH3 n Il Lexan è un commercializzato dalla General Electric, che viene prodotto per reazione tra bis fenolo e difenilcarbonato È un materiale amorfo e trasparente, molto resistente e con eccellenti proprietà meccaniche e termiche Viene utilizzato nelle macchine cuore/polmone, per imballaggi alimentari, etc Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 109
  • 110. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 110
  • 111. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 111
  • 113. Biomateriali polimerici Premessa I polimeri biodegradabili vengono utilizzati nella preparazioni di matrici per il tissue engineering Tali matrici sono, in genere, costituite da:  materiali polimerici di sintesi, ottenibili in modo riproducibile, meccanicamente resistenti, biocompatibili e, possibilmente, biodegradabili-bioriassorbibili  biopolimeri di origine naturale come, ad esempio, l'acido ialuronico ed alcuni suoi derivati Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 113
  • 114. Biomateriali polimerici I polimeri biodegradabili forniscono prestazioni ottimali per un periodo di tempo programmabile e vengono gradualmente degradati ed eliminati dall’organismo senza richiedere interventi chirurgici Essi trovano crescente utilizzo per moltissime applicazioni, quali ad esempio: • impianti ortopedici • stent intravascolari • dispositivi dentali • sistemi per il rilascio controllato di farmaci • supporti temporanei per guidare la crescita di tessuti Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 114
  • 115. Biomateriali polimerici Prototipo di stent intravascolare biodegradabile prodotto da una miscela di polilattide e trimetil-carbonato Micro- e nanosfere, così come altri tipi di impianti, sono prodotti in materiali biodegradabili, ad esempio poli(lattide-coglicolide): questi polimeri risultano molto promettenti nei sistemi di rilascio di proteine e peptidi Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 115
  • 116. Biomateriali polimerici Il primo polimero di sintesi impiegato per la neomorfogenesi è stato un copolimero di acido lattico e acido glicolico È dotato di buone caratteristiche meccaniche, biocompatibilità e biodegradabilità Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 116
  • 117. Biomateriali polimerici Acido poliglicolico (PGA) e polilattico (PLA) L’acido glicolico e l’acido lattico sono composti naturali normalmente presenti nell’organismo e sono quindi ben tollerati e facilmente metabolizzabili O O O O -H 2O HO C H2 C -H 2O (O OH O Acido glicolico H 3C O Acido poliglicolico O -H 2O HO CH C C H3 O -H 2O (O OH O Acido lattico O )n O Glicolide C H3 O CH2 C O CH C O )n C H3 Lattide Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica Acido polilattico 117
  • 118. Biomateriali polimerici Polimeri derivati dal PGA e dal PLA, e relativi copolimeri, rappresentano i materiali bioriassorbibili più utilizzati dal punto di vista applicativo e commerciale Copolimero acido lattico - acido glicolico CH3 O CH C O O Acido polilattico (PLA) n O CH2 C m Acido poliglicolico (PGA) Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 118
  • 119. Biomateriali polimerici Caratteristiche ed utilizzi di PGA e PLA Polimeri derivati dal PGA sono stati utilizzati già negli anni ’70 come materiali di sutura Tuttavia, la loro degradazione risultava troppo rapida per molte applicazioni pratiche dal momento che il materiale si riassorbe e perde le sue proprietà meccaniche dopo 2-4 settimane Migliori prestazioni si ottengono usando copolimeri di PGA e PLA; il PLA è più idrofobico del PGA e limita l’assorbimento di acqua da parte del copolimero, rendendone l’idrolisi più lenta rispetto a quella del solo PGA Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 119
  • 120. Biomateriali polimerici PGA e PLA sono stati usati, oltre che come materiale di sutura, anche per fabbricare chiodi, viti e placche e per impianti ortopedici e dentali, come mezzi per il rilascio controllato di farmaci e come supporti artificiali temporanei per la crescita di tessuti Il requisito della bioriassorbibilità è fondamentale in alcune di queste applicazioni in quanto, come nel caso specifico della ricostruzione di vasi sanguigni, il volume occupato dal supporto è incompatibile con la funzionalità dell’innesto Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 120
  • 121. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 121
  • 122.
  • 123.
  • 124.
  • 125.
  • 126.
  • 127. Biomateriali polimerici Acido ialuronico L’acido ialuronico è un componente naturale dei tessuti (GAG della ECM), soprattutto della pelle, in grado di svolgere un ruolo chiave nel processo di riparazione tessutale Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 127
  • 128. Biomateriali polimerici Vantaggi 1. Glicosamminoglicano: - presente nei batteri e nell’uomo 2. Ubiquitario: - componente della ECM - lubrificante nelle articolazioni - regola adesione, crescita e migrazione cellulare 3. Biocompatibile: - non immunogenico   Svantaggi 1. Veloce riassorbimento 2. Solubile in ambiente acquoso 3. Non processabile 4. Ridotte proprietà viscoelastiche Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 128
  • 129. Biomateriali polimerici Si ricorre a un derivato dell’acido ialuronico ottenuto mediante esterificazione dei gruppi carbossilici dell’acido glucuronico con alcol benzilico processabilità  lenta degradazione  biocompatibilità  stabilità dopo sterilizzazione  Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 129
  • 131. Biomateriali polimerici L’acido ialuronico modificato (estere benzilico) viene prodotto in forma di matrice tridimensionale per la crescita di cellule in vitro Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 131
  • 132. Biomateriali polimerici Immagine al SEM della struttura di una matrice in acido ialuronico Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 132
  • 133. Biomateriali polimerici Le cellule crescono sulla matrice e, attraverso i microfori, raggiungono la sede della ferita per rigenerare il tessuto Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 133
  • 134. Biomateriali polimerici A B (A)Hyalograft 3D è una matrice tridimensionale a base di HYAFF 11 in forma di non-tessuto utilizzato per la crescita dei fibroblasti (B)Laserkin è una membrana laser-perforata a base di HYAFF 11, utilizzata per la crescita dei cheratinociti Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 134
  • 135. Biomateriali polimerici A B (A)Fotografia al microscopio elettronico a scansione di fibroblasti umani in coltura (B)I cheratinociti coltivati sulla membrana di HYAFF11 migrano attraverso le microperforazioni e raggiungono il letto della ferita, creando migliaia di isole di riepitelializzazione che garantiscono una copertura estremamente rapida della lesione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 135
  • 136. Biomateriali polimerici Il chirurgo applica la pelle “ingegnerizzata” sull’ulcera (al piede) di un paziente Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 136
  • 137. alcuni esempi di polimeri biodegradabili innovativi
  • 138. Biomateriali polimerici Poli[DTE carbonato] DTE = desaminotirosiltirosina etil estere O O CH2 CH2 C NH CH C CH2 O C O O O CH2CH3 Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica n 138
  • 139. Biomateriali polimerici Polimeri biodegradabili La sezione trasversale mostra la degradazione di una vite impiantata nell’osso, mentre il tessuto neoformato prende il suo posto. Il tessuto osseo è colorato in rosso mattone; il materiale è poli[DTE carbonato] Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 139
  • 140. Biomateriali polimerici Polipirrolo Il polipirrolo è un polimero che, a motivo della sua capacità di condurre corrente elettrica, è stato utilizzato come substrato per la ricrescita di tessuto nervoso È stato osservato che, a differenza di quanto accade con il PGA/PLA, il polipirrolo risulta un efficiente supporto per questa applicazione e che l’attività di formazione di tessuto nervoso viene raddoppiata dall’applicazione di una debole corrente elettrica al supporto Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 140
  • 141. Biomateriali polimerici Polipirrolo H H H N N N N N N H H H Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 141
  • 142. Biomateriali polimerici Polianidridi Nuove polianidridi ad alto peso molecolare, funzionalizzate con acido sebacico (SA), sono state utilizzate come polimeri biodegradabili per il rilascio controllato di farmaci Questi materiali possiedono favorevoli caratteristiche chimiche e fisiche e permettono un efficace controllo del meccanismo di degradazione Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 142
  • 143. Biomateriali polimerici Polianidridi Poli[PCPP-SA anidride] O O O C O(CH2)3 O PCPP Bis[p-carbofenossi]propano O C O C (CH2)8 C O m n SA Acido sebacico Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 143
  • 144. Biomateriali polimerici Applicazione delle polianidridi Alcune applicazioni pratiche riguardano il trattamento del glioblastoma cerebrale, una delle forme tumorali a più rapido sviluppo e a più elevata mortalità Il polimero viene utilizzato per la preparazione di “wafer” impregnati di carmustina, un antitumorale molto tossico, che vengono impiantati nel sito del tumore In questo modo il farmaco resta confinato nel cervello e si evitano gli effetti tossici a carico del fegato e del rene che sono tipici in caso di somministrazione del farmaco intravena Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 144
  • 145. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 145
  • 146. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 146
  • 147. Biomateriali polimerici Biomateriali – Laurea Magistrale in Bioingegneria e Ingegneria Clinica 147