15. R. Villano “Appunti di storia della Farmacia” cd rom multimediale a colori (24,5 Mb; 4 file, 72 diapositive, 4 colonne sonore) Chiron dpt Ph@rma, Pompei, giugno 2007;
1. Grasso di tasso
Hiera composita
Mitridatum
Tamarindo/Theriaca
Emplo crusta panis
HOME
Medicamenti romani
Scuola Salernitana
Teatro F.co - 1737
A V V I OA V V I O
Elettuario di lauro
Mitridatum
Il Mitridato, o Mitridatis theriaca come lo chiamava Galeno, che afferma di aver
ricavato la ricetta dai libri di Andromaco, medico di Nerone, è un medicamento
composto o elettuario. Ha questo nome perchè, secondo la tradizione, fu ideata da
Crateva medico di Mitridate VI Eupatore re del Ponto (100-63) che lo usò come
antidoto fino ad assuefarsi a tutti i veleni (mitridatismo). Quando le legioni
romane di Pompeo vinsero il suo esercito, il Re, decidendo di darsi la morte per
non cadere nelle loro mani, non potè usare il veleno, ma dovette ricorrere alla
spada. Mitridate "trasse dall'elsa della spada un potente veleno che bevutolo
inseme con due figliole, Nicia e Mitridatia, che seco erano, non puote morire, ne
gli fece nocumento alcuno, per essere egli assuefatto lungamente al rimedio di
questo suo contaveleno. Et gli fu forza volendo uscire di vita farsi ammazzare da
Bithio suo soldato. Il che non avvenne alle due giovani che prive erano di una
tanta sicurezza però che essendo il veleno maligno e pernitioso troppo ne
caderono subito morte". Pompeo venuto a conoscenza del fatto cercò fra i bottini
di guerra la ricetta del Mitridate e trovò "forcieretti pieni di prove, di commenti e
descrizioni dell'antidoto i quali fece poi trasferire in lingua latina da Leuco suo
liberto huomo eccellente in Grammatica".
2. Grasso di tasso
Hiera composita
Mitridatum
Tamarindo/Theriaca
Emplo crusta panis
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Medicamenti romani
Scuola Salernitana
Teatro F.co - 1737
A V V I OA V V I O
Elettuario di lauro
Mitridatum
La ricetta del suo antidoto si diffuse in tal modo tra i Romani.
L'antidoto originale conteneva una sessantina di ingredienti e successivamente
parecchi autori vi introdussero modifiche; la formula di Mitridate venne sempre
ritenuta la migliore. L'Antidotario romano riporta la ricetta con oltre 50
ingredienti; secondo il Ricettario fiorentino è composto da 42 ingredienti. E' usato
come la teriaca, dalla quale si differenzia perchè non contiene la carne di vipera
(la cui aggiunta nella teriaca fu suggerita da Andromaco) come controveleno, e
per combattere ad esempio il veleno della peste. Galeno afferma che gli antidoti
sono molto più efficaci se presi per preservarsi (come fece Mitridate) e questo
concetto sembra ripreso dal Muratori che nel "Governo della peste" nomina fra i
preservativi il Mitridato minore e aggiunge che Carlo V salvò dal contagio con
questo stimatissimo rimedio l'esercito suo. Secondo il Donzelli si conoscono
almeno trè ricette del Mitridato, la più famosa è quella di Democrate scritta in
versi giambici, ma ne abbiamo anche altre attribuite a Nicolò Alessandrino e ad
Avicenna. Tra i rimedi efficaci "in tempo di pestilenza" ricavati dal Codice di
Mariano di ser Jacopo nel sec. XIV la Teriaca ed il Mitridato figurano ai primi
posti "da consumarsi due o tre volte la settimana col corpo digiuno".