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Raimondo Villano
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Presentazione
Questo ulteriore contributo sull’influenza, scritto da Raimondo Villano, si distingue perché in esso vengono
evidenziati gli aspetti strategici di una malattia oggi molto al centro dell’attenzione, riportando una ricca
analisi raccolta personalmente e fornendo le nozioni virologiche aggiornate con gli ultimi studi.
Corollario necessario è il capitolo sulle circolari del Ministero del Welfare con particolare accento su
un’epidemiologia in linea con il testo.
Analizzandone i dettagli, l’Autore tocca i molteplici problemi interpretativi di ordine clinico ed
epidemiologico della già lunga storia evolutiva di questa giovane malattia; approfondisce con chiara
competenza i punti di maggiore interesse del rebus-influenza, e cioè le caratteristiche strutturali del virus
A/H1N1, senza riportare però i problemi di diagnostica virologica con particolare riferimento ai tests di più
agevole e sicuro utilizzo.
L’inconsueta trattazione binaria dell’influenza sotto il profilo sia virologico che istituzionale preventivo, rende
questo lavoro assolutamente originale per l’ampio bagaglio di informazione che offre, nonché prezioso
strumento di consultazione.
Bisogna anche dare un giusto elogio all’Autore che è riuscito a pubblicare con particolare dovizia di particolari
questa opera che senz’altro si distingue tra tanti lavori della letteratura mondiale su questa gettonata malattia
del nostro tempo.
Prof. Giulio Tarro
Presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera,
WABT UNESCO, Parigi
Professore aggiunto del Dipartimento di Biologia
alla Temple University di Filadelfia (USA)
© Copyright 2009 Fondazione Chiron e Raimondo Villano - Tutti i diritti riservati
“ Un buon ricercatore deve avere enorme
curiosità, tenacia, una grande onestà. Se una sua
scoperta gli sembra troppo bella per essere vera, ci
sono buone possibilità che non lo sia”
Albert B. Sabin
Parte prima
Generalità e approfondimenti sui virus influenzali
I virus influenzaliI virus influenzali
Cenni storici sull’influenzaCenni storici sull’influenza
Cenni epidemiologici sull’influenzaCenni epidemiologici sull’influenza
Profilassi dell’influenzaProfilassi dell’influenza
Generalità sull’influenzaGeneralità sull’influenza
La nuova influenza da virus A/H1N1La nuova influenza da virus A/H1N1
Parte seconda
La nuova influenza suina pandemica
EpidemiologiaEpidemiologia
Attività preventiva e di contrasto in ItaliaAttività preventiva e di contrasto in Italia
Strategie di profilassi e terapiaStrategie di profilassi e terapia
* * *
Profilo sintetico dell’autoreProfilo sintetico dell’autore
AppendiceAppendice
Epidemiologia
 
Il 2 aprile 2009 a Perote nello Stato di Veracruz sulla costa del golfo del 
Messico  è  accertato  il  “paziente  0”,  il  primo  caso  di  contagio:  è  un 
bambino di quattro anni, che fortunatamente guarisce.
Il  “paziente zero”,  in  effetti,  è  soprattutto  elemento  di  studi 
epidemiologici,  mentre  per  i  virologi  è  più  importante  trovare  e 
codificare la formula aggiornata del virus.
Undici  giorni  dopo,  invece,  il  13  aprile,  si  verifica  la  prima  morte 
accertata  per  febbre  suina,  quella  della  trentanovenne  Adela  Maria 
Gutiérrez  Cruz,  deceduta  nello  Stato  di  Oaxaca  a  sud  di  Città  del 
Messico. Il 25 aprile 2009 sono già 20 i morti accertati in Messico su 
1.004 casi di contagio da nuovo ceppo dell’influenza (comunicato del 
ministro della Sanità messicano José Angel Córdova) e sono ben 40 i 
decessi  con  indagini  in  corso  per  stabilire  se  vadano  attribuiti 
all’influenza suina. Le autorità di Città del Messico, dove è accertato il 
maggior numero di contagi, decidono la sospensione di tutte le attività 
pubbliche  e  la  chiusura  di  scuole,  musei,  biblioteche  e  sale 
cinematografiche e teatrali. Alla stessa data, poi, risulta che il contagio 
ha  superato  la  frontiera  con  gli  Stati  Uniti  dove,  secondo  l’Oms,  si 
registrano  otto  casi  accertati.  Le  analisi  in  territorio  statunitense, 
inoltre, confermano quelle dell’Oms, e cioè che il virus sembra essere 
lo stesso negli Stati Uniti e in Messico ma non è chiaro il motivo per 
cui  sia  così  letale  in  Messico  mentre  negli  USA  non  abbia  causato 
vittime.In  pochissimi  giorni  gli Stati Uniti diventano la seconda  area 
più colpita: almeno 28 casi accertati a New York, 11 in California, 2 in 
Texas, 2 in Kansas e uno in Ohio. Secondo il sindaco di New York 
Michael  Bloomberg,  inoltre,  in  una  sola  scuola  del  quartiere  Queens 
potrebbero essere oltre 100 gli studenti colpiti.
 
Nel contempo, il fatto che la gran parte dei decessi riguardi persone tra i 25 e i 45 anni fa già pensare al rischio di una pandemia, in 
considerazione del fatto che le influenze stagionali tendono, invece, a colpire gli anziani e i bimbi piccoli. Anzi, secondo non pochi 
esperti  (come,  ad  esempio,  il  direttore  del  Centro  di  controllo  e  prevenzione  delle  malattie  di  Atlanta,  Richard  Besser)  è 
probabilmente già troppo tardi per contenere una nuova epidemia. 
L’allarme, intanto, è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani (solo in Colombia sono segnalati 9 casi di contagio), dove sono 
aumentati i controlli negli aeroporti e sono attivati piani sanitari di emergenza per evitare il contagio. Anche in Nordamerica sono 
segnalati 6 casi in Canada, mentre l’allarme inizia a diffondersi ovunque. In Nuova Zelanda, ad esempio, il ministro della Sanità 
Tony Ryall dichiara di temere il contagio (confermato alcuni giorni dopo) per 10 studenti rientrati di recente dal Messico. In Israele 
è confermato oggi un primo caso di contagio di un giovane rientrato la settimana precedente dal Messico. Una cinquantina di casi 
sospetti e messi sotto osservazione sono in Australia il cui Governo, come quello neozelandese, comunque impone strette misure di 
controllo sui voli provenienti dalle Americhe. Misure analoghe sono prese in Giappone, dove però non vi sono segnalazioni di casi 
sospetti. In Corea del Sud, invece, è sotto esame una donna di 51 anni che presenta sintomi d’influenza al ritorno dal Messico. 
In Cina, secondo il rappresentante locale dell’Oms Hans Troedsson, non ci sono casi confermati e neppure probabili di contagio da 
febbre suina. Tuttavia, le autorità indagano su numerose persone con sintomi sospetti, compresi un centinaio di ragazzi di una scuola 
nella provincia dello ShaanXI, chiusa per precauzione. 
Per quanto riguarda l’Europea, è confermato un primo caso di contagio in Spagna, dove sono sotto osservazione altre 18 persone 
rientrate di recente dal Messico. In Francia, invece, hanno esito negativo a Tourcoing, nel nord del Paese, gli esami su una famiglia 
da poco tornata da un viaggio in California con sintomi sospetti, così come quelli su un altro paziente nell’area di Parigi. Casi 
sospetti vi sono anche in Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Repubblica Ceca e Svezia. Anche in Italia i primi esami sul caso 
sospetto di una donna a Venezia risultano negativi, ma sono in corso controlli più approfonditi.  
A Bruxelles, intanto, la Commissione europea chiede ed ottiene per giovedì la convocazione di un vertice straordinario dei ministri 
della Sanità mentre il commissario alla Sanità Androulla Vassiliou partecipa alla riunione a Lussemburgo dei ministri degli Esteri e 
sottolinea che sono attivi tutti i meccanismi per aumentare la sorveglianza e per ridurre i potenziali rischi di contagio. 
Negli Stati Uniti, invece, è dichiarato lo stato d’emergenza, definito dal segretario per la Sicurezza nazionale Janet Napolitano una 
procedura standard per accelerare le operazioni di prevenzione. 
Nel contempo, circa 12 milioni di dosi dei farmaci antinfluenzali Tamiflu e Relenza sono in procinto di essere consegnati agli Stati 
in cui si stima la sussistenza di una condizione di potenziale  bisogno nel breve termine. 
 
Il grado di allerta, intanto, dal livello tre di sei (trasmissione da uomo a uomo assente o molto limitata) è innalzato il 28 aprile dal 
comitato degli esperti al grado 4 (consistente aumento della trasmissione da uomo a uomo). Tra l'altro, un caso del genere è stato 
accertato in Messico, unico Paese dove finora ci siano stati morti. 
Secondo i vertici dell’Oms (vicedirettore generale Keiji Fukuda), comunque, tale istituzione è pronta ad affrontare un’eventuale 
pandemia  (dal greco antico pan-demos, “tutto il popolo”) grazie alla preparazione degli ultimi cinque anni contro il virus H5N1 
(influenza aviaria). L’Oms, inoltre, è in contatto con altri centri specializzati nell’eventualità si renda necessario mettere a punto un 
vaccino. In effetti, “il cambiamento a una fase più alta dell’allerta indica che la probabilità di una pandemia è salita, ma non che una 
pandemia sia inevitabile” (comunicato ufficiale Oms). 
Data la diffusione del virus, giunto in Paesi anche molto lontani dal Messico, contenere lo scoppio della malattia non sembra più 
possibile e l’accento viene posto, conseguentemente, sulle misure di mitigazione. A tal proposito, in particolare, l’Oms sollecita i 
Governi a prendere rapidamente tutte le misure necessarie per scongiurare la proliferazione dell’epidemia fino al livello pandemico, 
anche se non raccomanda la chiusura delle frontiere né restrizioni ai viaggi.
All’inizio del mese di maggio sono confermati un caso in Italia, due in Francia e la presenza del virus in Cina e in Corea del Nord 
mentre la presenza dell’influenza è confermata in 17 Paesi. 
Il  caso  italiano,  in  particolare,  accertato  nei  campioni  biologici  inviati  all’Istituto  superiore  di  sanità  a  Roma,  riguarda  un 
cinquantenne di Aulla (ricoverato in ospedale a Massa dopo essere tornato il 23 aprile da un viaggio in Messico) guarito e già 
dimesso dall’ospedale, mentre danno esito negativo gli esami virologici effettuati su quanti erano entrati in contatto con l’ammalato. 
In  Cina,  in  un  albergo  di  Hong  Kong,  il  Metropark  Hotel,  circa  trecento  persone,  tra  ospiti  e  dipendenti,  sono  messe  sotto 
osservazione  dopo  che  è  risultato  positivo  al  test  dell’AH1N1  un  giovane  messicano  arrivato  due  giorni  prima  su  un  aereo 
proveniente da Città del Messico e che aveva fatto scalo a Shanghai. Il Governo cinese, inoltre, conferma che per una settimana 
sono tenute sotto controllo le persone presenti nell’albergo, chiede a quanti si trovavano sullo stesso aereo di presentarsi alle autorità 
sanitarie per controlli e, al tempo stesso, annuncia la sospensione dei voli da e per il Messico. 
Appena una settimana dopo sono 2.217 i casi di influenza A/H1N1 nel mondo, mentre i decessi sono saliti a 44, secondo il Centro 
europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) che registra 17 nuovi contagi accertati in laboratorio nei Paesi europei di cui cinque 
confermati in Italia. I Paesi più colpiti si confermano il Messico (1.112 casi e 42 morti), gli Usa (745 e 2 decessi) e il Canada (201 
casi accertati). 
 
A fine maggio secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (che prende in considerazione soltanto i casi ufficialmente notificati 
e confermati in laboratorio) sfiorano quota 13.000 i casi dell’influenza A/H1N1 segnalati nel mondo in quarantasei Paesi e il numero 
dei decessi è a 92. La stragrande maggioranza dei contagi è registrata nel Nordamerica, epicentro dell’epidemia. Gli Stati Uniti 
segnalano il più alto numero di infezioni (6.764) di cui 10 letali. In Messico sono registrati 4.174 contagi, 80 dei quali mortali. 
Seguono il Canada (921 infezioni) e il Giappone (350). 
Nel frattempo si segnala un’impennata in Gran Bretagna con 47 nuovi casi di debole intensità registrati (44 in una scuola presso 
Birmingham) in sole 24 ore. 
Il Governo di Singapore, intanto, conferma la registrazione del primo caso di influenza relativo ad una ragazza di 22 anni tornata da 
New York con un volo aereoe messa in quarantena. Nello stesso tempo le autorità sanitarie greche hanno annunciato un terzo caso 
di influenza, aggiungendo che si stanno vagliando altri quattro casi sospetti. In molti aeroporti del mondo, intanto, si intensificano i 
controlli avvalendosi anche di telecamere termiche.
L’11 giugno l’Oms porta il livello a 6 su 6 dichiarando il periodo pandemico della nuova influenza, cioè l’aumentata e prolungata 
trasmissione del virus nella popolazione in numerosi Paesi del mondo.
Allerta per diffusione, non per gravità: l’Oms sottolinea, infatti, il carattere moderato della pandemia. Il massimo livello di allerta 
per la nuova influenza, dunque,  “non è dovuto alla gravità clinica dei sintomi, ma alla grande diffusione geografica del virus” (vice 
Ministro  Ferruccio  Fazio).  Tale  valutazione  è  scaturita  dal  fatto  che  la  maggior  parte  delle  persone  che  ha  contratto  la  nuova 
influenza è guarita anche senza la necessità di terapia farmacologica e ricovero ospedaliero. Si è visto inoltre, che nel complesso i 
Servizi sanitari dei Paesi colpiti dalla nuova influenza A(H1N1) sono riusciti a fronteggiare l’emergenza sanitaria. A tale data la 
nuova  influenza,  anche  se  particolarmente  contagiosa,  sembra  causare,  soprattutto  in  persone  generalmente  sane,  una  malattia 
leggera con sintomatologia simile a quella dell’influenza stagionale. Non a caso la stessa Oms non raccomanda restrizioni ai viaggi 
relazione ai focolai di influenza A (H1N1) ma invita le persone affette da malattie come diabete, tumore o altre malattie croniche o 
donne  in  gravidanza  a  rinviare  prudentemente  i  viaggi  internazionali  e  a  non  mettersi  in  viaggio  se  malate.  In  ogni  caso  le 
raccomandazioni, chiaramente destinate a tutti coloro che si recano in zone interessate dai focolai di influenza, non esulano da 
quelle che il buon senso può indurre. 
In  generale,  davanti  alle  statistiche  sulla  mortalità  che  vengono  diffuse  occorre  assumere  un  atteggiamento  prudente  e  senza 
allarmismi anche perché l’incremento delle morti sicuramente riferibile ad una sindrome influenzale non può essere determinato 
sempre o con assoluta certezza. 
 
Nel caso pandemico in corso, poi, il rapporto tra colpiti dal virus e morti non ha raggiunto indici tali da giustificare un allarme 
generalizzato. Basti pensare che solo in Italia lo scorso anno l’indice di mortalità è aumentato di alcune migliaia di unità nel periodo 
in cui si era scatenata l’influenza. 
Per capire quanto l’influenza incida direttamente sulle cause di morte è necessario fare riferimento alla curva di mortalità attesa nel 
Paese in un anno. In genere questa curva raggiunge il nadir nel periodo estivo e lo zenit nel periodo invernale. In parole semplici se 
l’andamento sinusoidale, ma regolare, della mortalità annua nella storia di un Paese si eleva in un picco nel periodo coincidente con 
il diffondersi dell’influenza, allora si va lì a calcolare la mortalità in eccesso e, dunque, è possibile riferire l’aumento dei decessi 
come determinato dall’azione della forma influenzale. Ma si va anche ad esaminare come e su chi il virus influenzale può essere 
responsabile  di  patologie  più  gravi.  Si  tratta  di  dati  di  estrema  importanza  perché  aiutano  a  discernere  le  morti  per  infezioni 
sopraggiunte e sovrappostesi a infezioni preesistenti o su organismi già indeboliti, da quelle causate direttamente dai danni prodotti 
a carico dei polmoni talmente serie da causare la morte anche in soggetti giovani e per il resto sani. 
Sino a fine luglio questa operazione non è stata fatta in riferimento alla pandemia di febbre suina o, almeno, non è stata effettuata 
secondo la prassi. In mancanza di dati precisi, quindi, si può ritenere sia corretto parlare di forma influenzale con risvolti letali tali 
da ingenerare allarmismo e da tenere in seria considerazione ma in modo equilibrato. 
A fine luglio la pandemia di nuova influenza risulta propagarsi a una velocità senza precedenti (nota dell’Organizzazione mondiale 
della sanità). Il virus H1N1, infatti, ha fatto in 6 settimane quello che altri virus fecero in 6 mesi, diffondendosi a una ritmo mai visto 
prima. Questa situazione, precisa l’Oms, rende impossibile per i Paesi coinvolti confermare con esami di laboratorio tutti i casi 
segnalati. Ed è per questo che la stessa Oms dichiara che non fornirà più i consueti bollettini con tutti i casi registrati nei vari Paesi e 
che si limiterà a dare informazioni sulle zone recentemente interessate dall’infezione. A questo punto un’ulteriore diffusione del 
virus è considerata inevitabile, sia all’interno di Paesi già colpiti che in nuovi Paesi. 
Il virus, ormai, è diffuso con circa 155.000 casi e 943 morti in 160 Paesi su 193 (dati ufficiali aggiornati al 25 luglio forniti dai 
Centri per il controllo delle malattie di Stati Uniti Cdc ed Europa Ecdc e riferiti, naturalmente, ai casi confermati): i casi reali, per i 
quali la diagnosi è in corso, sono, ovviamente, ben più numerosi. Contrariamente ai virus dell'influenza stagionale, che circolano in 
inverno, quello della pandemia colpisce indipendentemente dalla stagione tanto nell’emisfero sud del pianeta, dove in tale periodo è 
inverno, quanto nell’emisfero nord. I più colpiti dalla pandemia restano gli Stati Uniti con circa 44.000 casi segalati dai Cdc (circa 
3.000 in più confermati nella sola ultima settimana!) e 302 morti. 
 
Le infezioni sono molto numerose anche in Australia, con circa 16.000 casi, in Messico (circa 15.000), Cile (circa 12.000), Gran 
Bretagna (oltre 11.000 casi e 30 morti) e Canada (oltre 10.000). A questi punti nevralgici dell’infezione, sulla mappa della pandemia 
si aggiungono focolai in crescita in Thailandia (oltre 5.100 casi), Giappone (oltre 5.000 casi), Perú (circa 3.000), Filippine (circa 
2.700), Nuova Zelanda (oltre 2.500), Germania (circa 2.500), Hong Kong (oltre 2.200). Dopo Gran Bretagna e Germania, in Europa 
il terzo Paese più colpito è la Spagna (oltre 1.500) seguita da Francia (oltre 600), Svezia (390) e Italia (320). Il continente africano è 
il meno toccato dalla pandemia che ha colpito soprattutto in Sudafrica (119) e Kenya (22). Secondo i dati riferiti da Canada, Cile, 
Giappone,  Gran  Bretagna  e  Stati  Uniti,  i  più  colpiti  sono  stati  finora  i  ragazzi  fra  12  e  17  anni.  L’Oms,  tuttavia,  rileva  che  si 
comincia ad osservare che le persone che hanno bisogno di ricovero e quelle che mostrano le conseguenze più gravi sembrano 
essere più anziane. 
Al  22  luglio  in  Italia,  intanto,  le  misure  di  sorveglianza  e  controllo  adottate  hanno  consentito  di  limitare  il  numero  di  casi  di 
influenza del nuovo virus a 320 e con solo 4 casi non riferibili a viaggi in aree affette.
Con tali dati e con il moderno sistema evoluto dei trasporti certamente una delle preoccupazioni degli epidemiologi a riguardo è che 
le condizioni di mobilità delle persone risulta oggi un cofattore pandemico determinante rispetto al passato (ad esempio, ai tempi 
della Spagnola). In effetti, che il mondo diventasse più piccolo con la possibilità di spostarsi rapidamente da un capo all’altro del 
pianeta ha fatto un gran bene agli esseri umani ... ma anche ad alcuni dei nostri peggiori nemici! 
Le prospettive europee di pandemia A/H1N1 in autunno-inverno sono del 20% di popolazione infettata (stima di Zsuzsanna Jakab, 
direttore dei Centri europei per il controllo delle malattie ECDC nel corso del Consiglio dei ministri della Salute europei in Svezia): 
numeri, in effetti, in forte crescita considerando che a luglio poco meno dell’1% degli abitanti in Europa è alle prese con il virus. 
Va considerato, infine, che se dovesse evolvere oggi un virus influenzale aggressivo come la Spagnola e resistente ai farmaci, basti 
pensare alla  temuta e temibile influenza aviaria  H5N1,  basterebbero poche settimane, se non addirittura pochi giorni, perché si 
diffonda in molte regioni del pianeta con conseguenze potenzialmente catastrofiche. 
 
 
FASI E LIVELLI DI RISCHIO INFETTIVO
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Notas do Editor

  1. Utilizzare questo modello per creare pagine Web Intranet per il proprio gruppo di lavoro o progetto. È possibile modificare il contenuto di esempio aggiungendo informazioni personali oppure modificare la struttura del sito Web aggiungendo o rimuovendo le diapositive desiderate. I controlli per lo spostamento si trovano nello schema diapositive. Per modificarli, scegliere Schema dal menu Visualizza, quindi Diapositiva. Per aggiungere o rimuovere collegamenti ipertestuali da un testo o un oggetto o per modificare un collegamento esistente, selezionare il testo o l'oggetto, quindi scegliere Collegamento ipertestuale dal menu Inserisci. Una volta terminate le operazioni di personalizzazione, eliminare queste note per ridurre le dimensioni dei file HTML finali. Per ulteriori informazioni, utilizzare la Ricerca libera per cercare i seguenti argomenti: Schema diapositive Collegamenti ipertestuali
  2. Utilizzare questo modello per creare pagine Web Intranet per il proprio gruppo di lavoro o progetto. È possibile modificare il contenuto di esempio aggiungendo informazioni personali oppure modificare la struttura del sito Web aggiungendo o rimuovendo le diapositive desiderate. I controlli per lo spostamento si trovano nello schema diapositive. Per modificarli, scegliere Schema dal menu Visualizza, quindi Diapositiva. Per aggiungere o rimuovere collegamenti ipertestuali da un testo o un oggetto o per modificare un collegamento esistente, selezionare il testo o l'oggetto, quindi scegliere Collegamento ipertestuale dal menu Inserisci. Una volta terminate le operazioni di personalizzazione, eliminare queste note per ridurre le dimensioni dei file HTML finali. Per ulteriori informazioni, utilizzare la Ricerca libera per cercare i seguenti argomenti: Schema diapositive Collegamenti ipertestuali
  3. Utilizzare questo modello per creare pagine Web Intranet per il proprio gruppo di lavoro o progetto. È possibile modificare il contenuto di esempio aggiungendo informazioni personali oppure modificare la struttura del sito Web aggiungendo o rimuovendo le diapositive desiderate. I controlli per lo spostamento si trovano nello schema diapositive. Per modificarli, scegliere Schema dal menu Visualizza, quindi Diapositiva. Per aggiungere o rimuovere collegamenti ipertestuali da un testo o un oggetto o per modificare un collegamento esistente, selezionare il testo o l'oggetto, quindi scegliere Collegamento ipertestuale dal menu Inserisci. Una volta terminate le operazioni di personalizzazione, eliminare queste note per ridurre le dimensioni dei file HTML finali. Per ulteriori informazioni, utilizzare la Ricerca libera per cercare i seguenti argomenti: Schema diapositive Collegamenti ipertestuali
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