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di Raffaele Barone 
Psichiatra-psicoterapeuta- gruppo analista
Elaborazione del lutto come 
processo di guarigione 
 La perdita di una persona cara, la rottura di un amore, 
la perdita di un amico, della propria patria, della 
propria casa, di una impresa o di un impiego, la perdita 
di una parte del proprio corpo a causa di una malattia o 
di un incidente.. 
 In tutti questi casi, che costituiscono altrettanti 
traumi, perdiamo la nostra sicurezza di base e i nostri 
rapporti con il mondo cambiano e diventano fragili.
Elaborazione dal lutto 
 Queste perdite, il cui lutto non viene superato, le 
“ruminiamo”, ci impediscono di vivere. Senza questa 
elaborazione non smettiamo mai di considerare 
inaccettabile ciò che ci è accaduto. E’ meglio affrontare 
, prima o poi la propria tristezza le perdite che non 
dimentichiamo mai. 
 Si è impreparati alla morte e al lutto, tanto più che la 
fine precoce di un “bambino”, di un “ragazzo” non è 
nell’ordine delle cose, bensì è impensabile, ingiusta, 
incomprensibile..
Elaborazione del lutto 
 Ognuno deve sapere di che cosa è composta la propria 
sofferenza, comprendere che altri hanno vissuto quel 
che si sta vivendo, intendere meglio i meccanismi del 
lutto, capire che questo è durevole e fa soffrire 
terribilmente, che si può soffrire tutta una vita per una 
morte o per una perdita e che un tale vissuto rende 
fragili ogni cosa, ma può, in seguito, rafforzarci, una 
volta che il dolore sia elaborato.
Elaborare il lutto 
 Ci viene insegnato ad esercitare l’autocontrollo, la 
riservatezza, a soffrire in silenzio e senza farne 
mostra. Ciò che si riporta dentro in tal modo riesce 
fuori: disturbi psichici occasionate da fattori emotivi e 
affettivi,asma, eczema, ulcere, cistiti, infezioni genitali 
e intestinali, mononucleosi, mal di schiena, emicranie 
o malattie gravi come il cancro. A volte ci si ammala e a 
persino si muore per tristezza, per non averla potuto 
esprimere o per non aver appreso a vivere “senza”. 
 S’impara a vincere, ma non si impara a perdere
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sofferenza 
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sofferenza, e l’elaborazione del lutto è così lunga e 
dolorosa che si cercano mille maniere per evitare 
questa sofferenza, per non affrontare questa 
sofferenza, per non affrontare una realtà troppo dura, 
invivibile e avere meno dolore. 
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delle cose e di affrontare il lutto.
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senza rendercene conto atti autodistruttivi come bere eccessivamente, 
mangiare smodatamente, ferirsi, cadere e procurarsi fratture, avere incidenti. 
 Esiste un antidoto a questi comportamenti autodistruttivi: aver cura di sé 
durante il periodo di prostrazione. 
 Prendersi cura del proprio corpo, seguire una psicoterapia individuale o di 
gruppo con personale puntualmente addestrato, entrare in gruppo di sostegno, 
in gruppo di ascolto e di condivisione, vedere amici e parenti per propria scelta 
non per suggerimenti o imposizioni. 
 Trasformando il nostro rapporto con il defunto, trasformiamo noi stessi , il 
defunto non viene dimenticato ma interiorizzato a cui ci si può riferire quando 
ne abbiamo bisogno. 
 Creare i propri rituali di separazione
Le tappe del lutto 
 Il lutto è il processo di adattamento di un individuo allo 
stress provocato da una perdita significativa. 
 Elaborare il lutto implica che la persona addolorata 
s’impegni attivamente in un elaborazione personale e 
consiste nel riconoscere e accettare la perdita e le sue 
conseguenze. 
 Molto dipende da come è formato l’individuo, dalla 
difficoltà che ha incontrato nel vivere i primi processi di 
separazione della sua esistenza e dal legame che lo stringe 
allo scomparso.
Le tappe del lutto 
 Shock e siderazione la perdita improvvisa, brutale,e 
inattesa provoca un sorta di sederazione cioè di una paralisi 
improvvisa. 
 Rifiuto e diniego No non può essere morto, non è vero, 
rifiuto della perdita e quindi di qualsiasi trattamento. 
 Collera e ribellione la collera si riversa su un capro 
espiatorio, oppure siano sublimate verso una attività di 
difesa ( esempio Assoc. Malati mal curati).
Le tappe del lutto 
 Depressione o paura “Non riuscirò a cavarmela da solo (sola) senza di lui 
(lei)”.Elaborare il proprio lutto vuol dire provare una puntuale paura, 
un’angoscia totale, un senso di abbandono o/e d’incapacità a fronteggiarlo: il 
mondo cambia, si trasforma e diventa pericoloso. 
 Tristezza La tappa della tristezza è decisiva, ancorché difficile da vivere 
(infastidisce, disturba stanca). Bisogna viverla fini in fondo, poiché in seguito, 
quando la perdita è percepita nella sua dimensione reale, si accetta la 
mancanza della persona cara, si può elaborare il lutto e ricominciare la risalita 
verso la vita, si acquista piena consapevolezza che i fatti sono inesorabili e che 
nulla si può più modificare nelle cose e nei drammi della vita. E allora un 
sorriso, una parola, una mano tesa.. E qualcosa cambia, l’orizzonte si rischiara, 
si esce dal vicolo cieco della perdita, della ruminazione. Inizia la risalita.
Le tappe del lutto 
 Accettazione “E’ duro ma è cosi, devo continuare a vivere 
meglio che posso” Dopo un evento traumatico, bisogna 
imparare di nuovo ogni cosa, compreso il vivere… bisogna 
accettare questa storia affinchè le generazioni venture non 
soffrano più di cose simili. L’accettazione non è una ritirata, 
ma un progresso, il superamento di una soglia nuova e 
totalmente sconosciuta. L’uscita dal lutto si percepisce 
come una vera accettazione della situazione. E’ la persona, 
non l’oggetto del dolore, posto in primo piano.
Imparare a perdonare 
 Perdonare non significa dimenticare: si conserva 
l’apprendimento dell’esperienza, significa smettere di soffrire per 
rancore, allentare la presa di questa energia negativa. 
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impedire la perdita e cambiare il corso delle cose e a volte, 
sebbene ciò sia più difficile, perdonare gli autori della perdita. 
 Una memoria del male senza perdono porta a una vita d’inferno, 
ma un perdono senza memoria del male subito non è un 
perdono autenticamente liberatorio.
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 Mettersi a vivere, o meglio a rivivere, nel qui e ora: il presente è 
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nel suo “che va diventando”, in un moto che dischiude 
l’orizzonte. Rinasce la speranza e, se si delinea un nuovo 
progetto, l’individuo riesce a percepirlo, ad aderirvi, a 
proiettarvisi, a realizzarlo, e spesso utilmente per gli altri. 
 L’animo umano è praticamente indistruttibile, ha più risorse di 
quanto si creda, e le possibilità di riprendersi permangono 
fintanto che il corpo è in vita.
Riferimento bibliografico 
 Uscire dal lutto 
 Superare la propria tristezza e imparare di nuovo a 
vivere 
 Di A. A. Schutzenberger e E. B Jeufroy 
 Di Renzo Editore 
 www. Raffalebarone.it

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Elaborazione del lutto. Superare la propria tristezza e imparare di nuovo a vivere

  • 1. di Raffaele Barone Psichiatra-psicoterapeuta- gruppo analista
  • 2. Elaborazione del lutto come processo di guarigione  La perdita di una persona cara, la rottura di un amore, la perdita di un amico, della propria patria, della propria casa, di una impresa o di un impiego, la perdita di una parte del proprio corpo a causa di una malattia o di un incidente..  In tutti questi casi, che costituiscono altrettanti traumi, perdiamo la nostra sicurezza di base e i nostri rapporti con il mondo cambiano e diventano fragili.
  • 3. Elaborazione dal lutto  Queste perdite, il cui lutto non viene superato, le “ruminiamo”, ci impediscono di vivere. Senza questa elaborazione non smettiamo mai di considerare inaccettabile ciò che ci è accaduto. E’ meglio affrontare , prima o poi la propria tristezza le perdite che non dimentichiamo mai.  Si è impreparati alla morte e al lutto, tanto più che la fine precoce di un “bambino”, di un “ragazzo” non è nell’ordine delle cose, bensì è impensabile, ingiusta, incomprensibile..
  • 4. Elaborazione del lutto  Ognuno deve sapere di che cosa è composta la propria sofferenza, comprendere che altri hanno vissuto quel che si sta vivendo, intendere meglio i meccanismi del lutto, capire che questo è durevole e fa soffrire terribilmente, che si può soffrire tutta una vita per una morte o per una perdita e che un tale vissuto rende fragili ogni cosa, ma può, in seguito, rafforzarci, una volta che il dolore sia elaborato.
  • 5. Elaborare il lutto  Ci viene insegnato ad esercitare l’autocontrollo, la riservatezza, a soffrire in silenzio e senza farne mostra. Ciò che si riporta dentro in tal modo riesce fuori: disturbi psichici occasionate da fattori emotivi e affettivi,asma, eczema, ulcere, cistiti, infezioni genitali e intestinali, mononucleosi, mal di schiena, emicranie o malattie gravi come il cancro. A volte ci si ammala e a persino si muore per tristezza, per non averla potuto esprimere o per non aver appreso a vivere “senza”.  S’impara a vincere, ma non si impara a perdere
  • 6. Ogni perdita, ogni lutto è una sofferenza  Ogni morte, ogni lutto genera una così crudele sofferenza, e l’elaborazione del lutto è così lunga e dolorosa che si cercano mille maniere per evitare questa sofferenza, per non affrontare questa sofferenza, per non affrontare una realtà troppo dura, invivibile e avere meno dolore.  I sensi di colpa impediscono di vedere l’effettiva realtà delle cose e di affrontare il lutto.
  • 7. Cosa aiuta le persone in lutto  La fragilità può renderci distratti, angosciati, turbati dal sonno, compiamo senza rendercene conto atti autodistruttivi come bere eccessivamente, mangiare smodatamente, ferirsi, cadere e procurarsi fratture, avere incidenti.  Esiste un antidoto a questi comportamenti autodistruttivi: aver cura di sé durante il periodo di prostrazione.  Prendersi cura del proprio corpo, seguire una psicoterapia individuale o di gruppo con personale puntualmente addestrato, entrare in gruppo di sostegno, in gruppo di ascolto e di condivisione, vedere amici e parenti per propria scelta non per suggerimenti o imposizioni.  Trasformando il nostro rapporto con il defunto, trasformiamo noi stessi , il defunto non viene dimenticato ma interiorizzato a cui ci si può riferire quando ne abbiamo bisogno.  Creare i propri rituali di separazione
  • 8. Le tappe del lutto  Il lutto è il processo di adattamento di un individuo allo stress provocato da una perdita significativa.  Elaborare il lutto implica che la persona addolorata s’impegni attivamente in un elaborazione personale e consiste nel riconoscere e accettare la perdita e le sue conseguenze.  Molto dipende da come è formato l’individuo, dalla difficoltà che ha incontrato nel vivere i primi processi di separazione della sua esistenza e dal legame che lo stringe allo scomparso.
  • 9. Le tappe del lutto  Shock e siderazione la perdita improvvisa, brutale,e inattesa provoca un sorta di sederazione cioè di una paralisi improvvisa.  Rifiuto e diniego No non può essere morto, non è vero, rifiuto della perdita e quindi di qualsiasi trattamento.  Collera e ribellione la collera si riversa su un capro espiatorio, oppure siano sublimate verso una attività di difesa ( esempio Assoc. Malati mal curati).
  • 10. Le tappe del lutto  Depressione o paura “Non riuscirò a cavarmela da solo (sola) senza di lui (lei)”.Elaborare il proprio lutto vuol dire provare una puntuale paura, un’angoscia totale, un senso di abbandono o/e d’incapacità a fronteggiarlo: il mondo cambia, si trasforma e diventa pericoloso.  Tristezza La tappa della tristezza è decisiva, ancorché difficile da vivere (infastidisce, disturba stanca). Bisogna viverla fini in fondo, poiché in seguito, quando la perdita è percepita nella sua dimensione reale, si accetta la mancanza della persona cara, si può elaborare il lutto e ricominciare la risalita verso la vita, si acquista piena consapevolezza che i fatti sono inesorabili e che nulla si può più modificare nelle cose e nei drammi della vita. E allora un sorriso, una parola, una mano tesa.. E qualcosa cambia, l’orizzonte si rischiara, si esce dal vicolo cieco della perdita, della ruminazione. Inizia la risalita.
  • 11. Le tappe del lutto  Accettazione “E’ duro ma è cosi, devo continuare a vivere meglio che posso” Dopo un evento traumatico, bisogna imparare di nuovo ogni cosa, compreso il vivere… bisogna accettare questa storia affinchè le generazioni venture non soffrano più di cose simili. L’accettazione non è una ritirata, ma un progresso, il superamento di una soglia nuova e totalmente sconosciuta. L’uscita dal lutto si percepisce come una vera accettazione della situazione. E’ la persona, non l’oggetto del dolore, posto in primo piano.
  • 12. Imparare a perdonare  Perdonare non significa dimenticare: si conserva l’apprendimento dell’esperienza, significa smettere di soffrire per rancore, allentare la presa di questa energia negativa.  Spesso i tratta di perdonare se stessi per non aver potuto impedire la perdita e cambiare il corso delle cose e a volte, sebbene ciò sia più difficile, perdonare gli autori della perdita.  Una memoria del male senza perdono porta a una vita d’inferno, ma un perdono senza memoria del male subito non è un perdono autenticamente liberatorio.
  • 13. Il dono nascosto  Mettersi a vivere, o meglio a rivivere, nel qui e ora: il presente è più importante e ha più risonanza del passato diventando vivo nel suo “che va diventando”, in un moto che dischiude l’orizzonte. Rinasce la speranza e, se si delinea un nuovo progetto, l’individuo riesce a percepirlo, ad aderirvi, a proiettarvisi, a realizzarlo, e spesso utilmente per gli altri.  L’animo umano è praticamente indistruttibile, ha più risorse di quanto si creda, e le possibilità di riprendersi permangono fintanto che il corpo è in vita.
  • 14. Riferimento bibliografico  Uscire dal lutto  Superare la propria tristezza e imparare di nuovo a vivere  Di A. A. Schutzenberger e E. B Jeufroy  Di Renzo Editore  www. Raffalebarone.it