1. Che cos’è un «Saggio breve»:
E’ la tipologia B dalla prima prova. Richiede lo sviluppo
critico, di argomento e misura limitata, di un argomento
all'interno di 4 grandi ambiti di riferimento:
artistico-letterario (B1)
storico-politico (B2)
socio-economico (B3)
tecnico-scientifico (B4)
L'argomento scelto può essere svolto in una forma di scrittura
tra due modelli diversi: il saggio breve o l'articolo di giornale.
2. REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE”
Sviluppa l’argomento scelto in forma di «saggio breve» (o di «articolo di
giornale»), utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i
documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve», argomenta la tua trattazione, anche
con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
(Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il
tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.)
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di
foglio protocollo.
3. Niente panico!
Un "saggio breve" non è altro che il tema argomentativo
corredato da una documentazione.
Si richiede che sia "breve" per dimostrare un'abilità di
sintesi: il candidato sa esporre le sue argomentazioni
senza superare un dato numero di righe
Il corredo di documenti richiede invece una capacità di
analisi: il candidato sa estrarre dai documenti i concetti
che userà per argomentare.
4. • Nel saggio breve bisogna argomentare sulla base di documenti forniti
ma:
È possibile (anzi, consigliato!) integrare con conoscenze personali (fatti, dati concreti,
confronti, esempi, citazioni…)
• Il lessico deve essere chiaro e comprensibile. Possono essere inseriti linguaggi settoriali
(scientifici, letterari, tecnici…)
• Il registro deve essere formale
• Il tono deve essere oggettivo (no: «a me sembra…» «io credo…»)
• Incipit (inizio): chiaro e incisivo; serve per «agganciare» il lettore
• Argomentare in modo chiaro a favore della propria tesi
• L’antitesi non è obbligatoria ma se inserita occorre argomentare per confutarla
• Conclusione: senza retorica, può essere la sintesi di quanto sostenuto
• Titolo: è opportuno scegliere un titolo provvisorio all’inizio dell’elaborato e decidere il
titolo definitivo solo alla fine. Il titolo deve essere coerente con i ragionamenti svolti,
originale e accattivante. Si ricorda che è obbligatorio
5. REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE”
• Sviluppa l’argomento scelto in forma di «saggio breve»,
• utilizzando, in tutto o in parte,
• e nei modi che ritieni opportuni,
• i documenti e i dati forniti.
• Argomenta la tua trattazione,
• anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze
• ed esperienze di studio.
• Premetti al saggio un titolo coerente
• e, se vuoi,
• suddividilo in paragrafi.
• Non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
6. Elementi obbligatori:
• Titolo
• Citazioni tratte dai documenti forniti
• 5 colonne di foglio come lunghezza massima
• Stile formale
• (Destinazione editoriale)
• (Note) Inserire le citazioni alla lettera tra virgolette, con nome dell’autore ed
opera tra parentesi di seguito o con nota a piè di pagina
7. Elementi facoltativi:
• Citare tutti i documenti
• Inserire conoscenze personali
• Antitesi
• Suddivisione in paragrafi
• Scaletta
8.
9.
10. Esercitazione:
Scrivi una scaletta a partire dalla traccia
proposta
es. scaletta:
• Incipit, e/o introduzione e/o spiegazione del concetto inserito nel titolo (o
della mia tesi)
• Documenti n° es. 2 e 4, esplicitando quale argomento si estrapola
• Documenti n° es. 1 e 3, esplicitando quale argomento si estrapola
• Documento n° es. 5, esplicitando quale argomento si estrapola
• Conclusione , con ev sintesi, citazione, ripresa incipit…
11. ARGOMENTO: Ci sono luoghi che restano nell’anima
1) Trieste
Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
UMBERTO SABA, Il Canzoniere, 1910
Ambito: artistico-letterario
12. 2) “Vivere, soltanto vivere, in quel momento, in quel luogo. Senza mappe, senza orologio
senza niente. Montagne innevate, fiumi, cieli stellati. Solo io e la natura selvaggia.”
CHRISTOPHER MCCANDLESS “Into the wild”, 1992
ARGOMENTO: Ci sono luoghi che restano nell’anima
13. 3) «Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è
cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente,
non meno che lo sia l’aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo
scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo,
come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi,
se ne allontana!...Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a
distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un
misterioso timore…Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le
lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore
doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo;
addio!»
ALESSANDRO MANZONI, I promessi sposi, VIII, 1840
ARGOMENTO: Ci sono luoghi che restano nell’anima
14. 4) Luogo dell’anima per la mia amica Cri è il camposanto, dove ogni giorno, nell’intervallo del
lavoro, corre in bicicletta per salutare suo marito, morto in un incidente stradale, causato da un
distratto che non ha osservato il segnale stradale.
Luogo dell’anima per Angela è stato quella cima di montagna dove per la prima volta aveva
incontrato il suo ragazzo, oggi padre dei suoi figli: «Stavo per scivolare sulla neve, lui mi ha preso
per mano…Ci siamo rivisti, ci siamo innamorati. Su quella cima in Valmalenco, andiamo tutti gli
anni con i nostri figli».
Luogo dell’anima per Noemi era uno scatolone che conteneva tutte le lettere scritte dal suo Attilio
quando era militare. Nella scatolone i figli potevano frugare, leggere, gioire di un amore che stava
per nascere con il carattere dell’eternità.
Luogo dell’anima sono incontri segnati dalla grazia, nei quali una persona scopre di rispecchiarsi
magicamente nell’altra. Sono i luoghi dell’amicizia, di esperienze forti, che diventano memoria e
tracciano un cammino.
Luogo dell’anima per me è stato l’oratorio dove ho ritrovato la fiducia in me stesso e nella mia
famiglia alquanto problematica.
Luoghi dell’anima sono i luoghi della fede: un santuario, un monastero, luoghi che nel silenzio
permettono di leggerti dentro, di incontrarti con Dio. Come la mia amica entrata in clausura, suor
Giacinta: «Incontrando il suo sorriso, mi confidava Luigi, ho scoperto che Dio esiste».
Per spiccare il volo verso orizzonti più alti, più lontani e non lasciarci avvolgere dalle gabbie di un
mondo falso nelle sue illusioni, occorre riandare spesso ai luoghi dell’anima.
VITTORIO CHIARI, Quaderni cannibali, 2010
ARGOMENTO: Ci sono luoghi che restano nell’anima