1. Lucidi di
Strategia e Politica Aziendale
Autore: Profman
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3. Missione
Strategia del Valore
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5. Valore Valore sociale
Nuova ricchezza
Stakeholders
5
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6. Impresa
Valore
Scopo dell’impresa Profitto o profittabilità
6
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7. Scopo dell’impresa Oggetto dell’attività
dell’impresa
Carattere ideologico e sostanzialmente Articolato e modificato nel tempo in
immutabile base alle esigenze
Produrre e scambiare beni e servizi con Identifica gli obiettivi aziendali
il mercato per ottenere un profitto strategici ed operativi, trasformando lo
scopo in termini di tempo, di quantità, di
qualità e di luogo
7
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8. Proposito strategico non
sempre esplicitato
“Faro” per le Consapevolezza su
decisioni aziendali Missione dell’impresa capacità e valori
guida
Obiettivi aziendali strategici ed
operativi, in termini di tempo, di
quantità, di qualità e di luogo
8
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13. Impresa individuale
• Imprenditore come dominus
• Perfetta simbiosi tra impresa e imprenditore
• Profitto come premio dell’opera imprenditoriale
piuttosto che remunerazione del capitale
• Soggetto economico = imprenditore
13
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14. Società di persone
• Comunione di volontà
• Soggetto economico coincide formalmente con la
compagine sociale
• Vincoli personali e ruolo carismatico dell’imprenditore
portano al riconoscimento di un unico soggetto volitivo
14
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15. Società di capitali
• Separazione tra socio e società
• Soggetto economico coincide formalmente con il corpo
sociale in funzione delle quote di proprietà
• Espressione massima = public companies
• Possibilità di avere un soggetto economico non
definito
• Soggetto economico = dominus fintanto che permane il
controllo nell’assemblea
15
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16. Soggetto
economico
Imprese individuali = Società di persone = Società di capitali =
imprenditore socio amministratore maggioranza capitalistica
Potere di gestione e potere volitivo
16
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17. Potere di gestione o volitivo
Imprenditorialità Managerialità
17
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18. Funzione imprenditoriale Funzione manageriale
natura volitiva (potere
decisionale) ruolo complementare
natura strategica (scelte
di base e di indirizzo) ruolo professionale
natura implementativa ruolo esecutivo
(organizza e sviluppa le decisioni)
18
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19. Modelli di direzione aziendale
IMPRENDITORIALE ASSOLUTO
Imprenditore • in imprese individuali e societarie, dove l’imprenditore impersona il soggetto economico-volitivo
• assume tutte le responsabilità di governo dell’impresa
• attribuisce solo deleghe meramente esecutive
IMPRENDITORIALE RELATIVO
• si ritrova nelle imprese societarie dove l’imprenditore impersona il soggetto economico-volitivo
• assume la responsabilità di governo dell’impresa condividendole in parte; il management ha un ruolo
collaborativo e propositivo
IMPRENDITORIALE / MANAGERIALE
• l’imprenditore impersona il soggetto economico-volitivo
• condivide con il management le decisioni strategiche e le responsabilità di governo dell’impresa
MANAGERAIALE RELATIVO
• non esiste la figura dell’imprenditore
• il soggetto economico-volitivo si riserva le decisioni e le responsabilità, ma il potere di governo
dell’impresa è interamente delegato al management
MANAGERIALE ASSOLUTO
• non esiste un soggetto economico-volitivo di riferimento
• il management assume e perpetua il potere attribuendosi le decisioni strategiche e la funzione di governo
Management dell’impresa
• tipico delle public company
19
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20. Processo del valore
STADIO PRIMARIO STADIO SECONDARIO
(valore di ricavo dei prodotti) (valore di costo dei fattori)
valore di variazione +/-
valore di mercato mercato dei
dei prodotti fattori
venduti acquistati valore di
determinanti: stima dei
– prezzi e volumi di fattori non
determinanti:
– prezzi e volumi di scambio - scambio
– differenziali di
utilizzati
– differenziali di negoziazione negoziazione
● prezzi determinanti:
● prezzi
● volumi ● quantità – stime quantitative
● mix prodotti ● mix prodotti e qualitative
– (condizioni esclusive di vendita) – (condizioni esclusive – criteri di
di acquisto) valutazione
valore
= aggiunto
quantità e qualità dei dall’impresa
prodotti ottenuti al costo dei
determinanti: fattori
– efficienza operativa
– formule di prodotto
– (condizioni esclusive di produzione)
20
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21. Scelte di valore
Preordinare e coordinare le risorse
economiche e le afferenti proposizioni
organizzative in modo tale da
massimizzare, in una prospettiva
Mercato Risorse
temporale di ampio respiro, la
funzione obiettivo dell’impresa e, in
ultima analisi, la sua profittabilità
Produzione
21
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22. Decisioni strategiche e scelte di valore
Posizionamento rispetto ai concorrenti
Mercato Politiche distributive e di marketing
Massimizzazione della produttività industriale
Produzione Qualità dei prodotti e dei processi
Innovazione dei prodotti e dei processi
Capitale
Risorse Lavoro
Fattori specifici (es. disponibilità esclusiva)
22
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23. Determinanti strategiche del valore aggiunto
• ambientali
Originarie • Naturali • agricole
• estrattive
• Umane • lavoro materiale
• lavoro intellettuale
• Finanziarie • capitali di rischio
• finanziamenti
• profitti reinvestiti
• Materiali • materie prime e sussidiare
Specifiche • semilavorati, prodotti e merci
• materie di consumo
• beni strumentali mobili
• beni strumentali immobili
• Immateriali • servizi
• know-how e R&S
• diritti, brevetti, marchi e avviamento
• nome ecc.
Derivate e • Sistemi produttivi • funzionali
• strategiche
caratterizzanti • Sistemi distributivi
• Sistemi informativi
23
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24. Limiti della
Contabilità Tradizionale
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25. Limiti della contabilità tradizionale (I)
Azienda = coordinazione economica in atto
Sistema del reddito
• Ordine quantitativo
• Omogeneità dei valori contabili
• Disaggregazioni scarsamente significative
• Combina valori certi con valori di stima
• Valori immateriali
25
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26. Limiti della contabilità tradizionale (II)
Viene rilevato solo il valore
Ordine quantitativo degli scambi monetari, o
numerari, riclassificati per valori
di reddito e capitale
Prezzi–costo e prezzi-ricavo
Omogeneità dei valori (valori di scambio)
Non coglie la dinamica interna del
valore
Al più “funzionale”, scarsamente
Disaggregazione significativa per l’analisi del
valore
26
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27. Limiti della contabilità tradizionale (III)
Indeterminismo della misura del
reddito d’esercizio tanto maggiore
Valori di stima quanto maggiori sono i valori
stimati
Non sono passibili di misurazione
quantitativa e numeraria, e spesso
originano non da valori di scambio ma
Risorse immateriali sono il risultato di processi interni.
Trovano spazio solo limitatamente al
fenomeno della “capitalizzazione” dei
costi sostenuti e suscettibili di
utilizzazione economica prospettiva.
27
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28. Come superare tali limiti?
• Recuperare le manifestazioni di valore che sfuggono alla dimensione
reddituale ricorrendo alla rettifica del capitale
• Sviluppare l’informazione integrativa di bilancio per giustificare, fuori
conto, le correzioni di valore che si rendessero necessarie soprattutto in
termini patrimoniali
• Cogliere, attraverso un pragmatico compromesso tra sistema del reddito e
sistema patrimoniale, tutte le dimensioni del valore, in particolare quelle che
trovano espressione nel “capitale economico”
• Sviluppare una più avanzata contabilità del valore per cogliere e
rappresentare soprattutto quei valori immateriali che rappresentano sempre
più fattori chiave per lo sviluppo e la redditività
28
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30. Equilibrio economico
tz n tz m
∑∑
t = t 0 i=1
fip + α =
t
i ∑∑
t = t 0 k =1
qkp t
k
profitto
Quantità dei fattori Quantità
produttivi dei prodotti
x x
Prezzi di acquisto dei Prezzi di vendita
fattori produttivi dei prodotti
= =
Costo di acquisto dei fattori Ricavi di vendita dei prodotti
30
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31. Conto economico a sezioni contrapposte
Componenti negativi Componenti positivi
Costi provenienti dal passato: Ricavi provenienti dal passato
fattori a fecondità semplice (ricavi anticipati)
fattori a fecondità ripetuta Ricavi conseguiti nel periodo
prodotti e semilavorati Costi da rinviare al futuro:
Costi sostenuti nel periodo fattori a fecondità semplice
Ricavi da rinviare al futuro fattori a fecondità ripetuta
(ricavi anticipati) prodotti e semilavorati
Quote di costi o perdite future Ricavi di integrazione
presunte
Costi di integrazione
Utile (Perdita)
31
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32. costi e ricavi
della produzione
venduta
Conto
economico a Conto
costi e ricavi della
sezioni economico produzione ottenuta
contrapposte scalare e realizzata
costi e ricavi
marginalisti
32
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33. Conto economico scalare
a costi e ricavi della produzione
Ricavi netti
- consumi di materie
- costi dei servizi esterni
Costo - consumo fattori a fecondità
complessivo dei ripetuta (ammortamento)
prodotti - remunerazione del lavoro
venduti - variazione scorte prodotti
- variazione scorte semilavorati
- incrementi per lavori interni
Reddito operativo
- remunerazione del capitale di terzi
- imposte
Remunerazione del
Reddito d’esercizio
capitale proprio
33
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34. Incremento magazzino prodotti (I ipotesi)
Rimanenze finali di Valore della
prodotti produzione
- realizzata
Rimanenze iniziali di non venduta
prodotti +
+ Valore della
Vendite produzione
realizzata e
venduta
Valore della produzione
realizzata
34
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35. Decremento magazzino prodotti (II ipotesi)
Vendite Valore della
produzione
- venduta
+
Rimanenze finali di Valore della
prodotti produzione venduta
- ma realizzata
Rimanenze iniziali di in periodi
prodotti precedenti
Valore della produzione
realizzata
35
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36. Consumi di materie prime
Rimanenze iniziali di
prodotti Valore delle
materie
+ disponibili
Acquisti -
- Valore delle
Rimanenze finali di materie
prodotti non utilizzate
Consumi di materie
36
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37. Conto economico scalare
a valore aggiunto
Ricavi netti
+ variazione scorte prodotti
+ variazione sorte semilavorati
+ incrementi per lavori interni
Valore della produzione realizzata
- consumi di materie
- costi dei servizi esterni
Valore aggiunto lordo
- consumi fattori a fecondità ripetuta (ammortamento)
Valore aggiunto netto
- remunerazione del lavoro
Reddito operativo
- remunerazione del capitale di terzi Remunerazione del
- imposte capitale proprio
Reddito d’esercizio
37
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39. Misura il
consenso sociale
È indicatore del grado di
soddisfazione dei soggetti
che partecipano alla
creazione di ricchezza
Valore
aggiunto Risulta più utile del reddito
netto per valutare la
dimensione aziendale
È un indicatore fondamentale per
valutare l’economicità delle
aziende che non sono imprese
39
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41. Contabilità del valore
Finalità
misurare e rappresentare le categorie del profitto e del capitale
economico dell’impresa, individuare le condizioni di variabilità e i
termini di comparabilità per le scelte strategiche e per i calcoli di
convenienza
Metodologie
Contabilità analitica industriale Impiego dei dati di
contabilità generale e di
Activity based costing (ABC)
bilancio
Activity base accounting (ABA)
41
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42. La formula del valore
Valore dei
prodotti
Valore
- = aggiunto
Valore dei Valore contabile
fattori
- = del profitto Valore
Valore
- = economico del
ripartito profitto
Interesse
figurativo
Rischio di
valore
Valore
incrementale
capitale
economico
42
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43. Conto economico scalare
VALORE PRODUZIONE
ricavi vendite
economie interne
var. rim. prodotti
- = VALORE AGGIUNTO
COSTO DEI FATTORI - = REDDITO OPERATIVO
materie COSTO DEL LAVORO
servizi AMMORTAMENTI
-
var. rim. materie ONERI/PROVENTI
diversi
finanziari
straordinari
tributari
=
REDDITO NETTO
43
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44. Profitto puro o profitto economico
surplus di valore economico generato dall’impresa dopo
Profitto puro aver reintegrato il costo, effettivo e figurativo, di tutti i
fattori, generici e specifici, che concorrono al processo
produttivo.
Reddito netto (net income) –
Modalità Onere finanziario virtuale (capitale charge) =
di calcolo Profitto puro (economic profit)
Costo del capitale operativo impiegato: costo
Capital charge opportunità, uguale alla media ponderata tra il costo
virtuale del capitale proprio e quello effettivamente
sostenuto per il capitale di debito
44
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45. Contabilità industriale
diretta determinazione del profitto puro
senza necessità di procedere a
successive aggregazioni/riaggregazioni
Vantaggi
diretta determinazione di risultati
economici per le combinazioni
prodotto/mercato aziendali
Svantaggi incapacità di cogliere e riflettere i
meccanismi della genesi del valore
45
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46. ABC e ABA
non si limita a registrare gli effetti
economici particolari delle
combinazioni produttive in atto
Vantaggi
individua e riconosce, attraverso le
“attività”, le determinanti causali
critiche del valore e gli eventuali
differenziali rispetto a standard
aziendali o a benchmark di mercato
costo e difficoltà organizzative
Svantaggi
strumento di analisi più utile per il
controllo operativo che per quello
strategico
46
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47. Impiego contabilità generale
mezzo più diretto per determinare le
Vantaggi categorie del valore del profitto e del
capitale economico
principi e criteri non sempre coerenti con il
fine della determinazione del profitto
economico, da cui deriva la necessità di
operare idonee rettifiche di valore
Svantaggi
estrema sintesi dei valori di bilancio
47
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48. Contabilità del valore dai dati di bilancio (1)
Normalizzazione del reddito
Ridefinire selettivamente il risultato economico sulla base dei costi e dei
ricavi dell’esercizio commisurati a prezzi di mercato, escludendo ogni
elemento di straordinarietà o, comunque, di abnormità rispetto alla
gestione ordinaria e caratteristica dell’impresa.
Eliminazione di sovra o Eliminazione di
sottostime reddituali componenti improprie
ammortamenti interessi agevolati
accantonamenti esenzioni
rimanenze tributi
costi capitalizzati contributi previdenziali
48
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49. Contabilità del valore dai dati di bilancio (2)
Normalizzazione del capitale
Ridefinire selettivamente il capitale investito escludendo ogni elemento,
attivo e passivo, che risulti estraneo alla gestione ordinaria e
caratteristica dell’impresa.
Individuazione ed Revisione dei criteri di
eliminazione delle voci non valutazione adottati
strumentali all’attività
economica dell’impresa
sovrastime di valore
immobilizzazioni materiali
sottostime di valore
immobilizzazioni finanziarie
rimanenze
costi capitalizzati
49
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50. Contabilità del valore dai dati di bilancio (3)
Determinazione e rappresentazione del profitto (puro o economico)
grandezza residuale che, dopo la reintegrazione del
Profitto puro costo, reale e virtuale, di ogni fattore produttivo,
esprime le capacità economiche dell’impresa
Modalità PE = RN – CN x i
di calcolo
interesse pari alla remunerazione virtuale del capitale di
i rischio, determinato sulla base di un saggio unitario desunto
dall’andamento del mercato finanziario, considerando le
specificità del settore di appartenenza.
50
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51. Contabilità del valore dai dati di bilancio (4)
Determinazione e rappresentazione del valore economico
- il valore economico dipende dal profitto, ma anche da altri fattori causali,
economici e non economici;
- il valore economico trova un suo fondamento razionale nel profitto economico
storico, ma tale valore è tanto meno significativo quanto più variano le condizioni
previste di svolgimento dell’attività economica dell’impresa;
- la determinazione del valore economico non può, quindi, basarsi solo sulla lettura
e riclassificazione dei dati di bilancio;
- la determinazione del valore economico, gli strumenti e i metodi impiegati sono
sempre in funzione del fine della valutazione.
51
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52. Determinazione del valore economico
ESEMPI:
- Creare valore per gli azionisti: i sistemi di monitoraggio e valutazione devono
essere coerenti con tale fine: sistemi continui di monitoraggio e controllo del
processo del valore, di impostazione empirica.
- Operazioni straordinarie: in caso di fusioni, scissioni, scorpori incidono
largamente su motivazioni soggettive, potere contrattuale, asimmetria
informativa.
- Giudizio espresso dai mercati finanziari per le società quotate: il giudizio di
valore economico è un prezzo di equilibrio tra domanda ed offerta.
52
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53. Il rischio di profitto o rischio di valore
Il rischio (alea, imponderabilità) è una componente ineludibile.
r=a+i
(saggio di rischio = saggio di ammortamento valori immateriali + saggio di interesse figurativo)
Cosa influisce sul rischio?
- Capacità intuitive e professionali dell’imprenditore e del management
- La qualità delle risorse umane
- L’entità delle risorse finanziarie
- La compatibilità ambientale
- La “forza” competitiva
- La fortuna
53
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54. Matrice di rischio di profitto
ovvero di valore dell’impresa
AREA DI RISCHIO PESO INTENSITA’ BASE
Governabilità
Competitivo
Prodotto
Industriale
Commerciale
Organizzativo
Gestionale
Informativo
Approvvigionamento
Ambientale
Totali
54
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56. La contabilità separata offre Limite della contabilità separata
Un indispensabile L’arbitrio insito nella
supporto complementare determinazione di risultati
di conoscenze parziali
Per chi Per tutti gli
governa Cresce al ridursi della
stakeholder superficie del settore
l’impresa
investito dall’indagine
56
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57. Reporting by segment
Può riferirsi a:
• segmenti di business
• segmenti geografici
Direttive internazionali
SFAS 131 (USA e Canada) IAS 14 (internazionale) SSAP (UK)
società quotate società quotate anche società non quotate
(ma di grandi dimensioni)
Accounting
policy
57
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58. Standard internazionali
Informazioni di base per tutti gli standard: per ogni segmento devono indicarsi:
● i ricavi corrisposti al giro di affari attribuito
● il risultato economico (reddito operativo)
● l’attivo patrimoniale netto (il capitale finanziario investito nel segmento)
Questioni contabili:
• allocazione dei costi comuni: individuazione di basi di riparto (drivers)
• definizione dei prezzi di trasferimento: trasparenza verso gli stakeholders
Differenze:
• SFAS 131 e SSAP 25: management approach
• IAS 14: stakeholders approach
Uniformità:
• SFAS 131 e SSAP 25: accrescimento della qualità dell’informazione (maggiore
chiarezza, trasparenza e consapevolezza su condotte e performance aziendali)
• IAS 14: ruolo primario della contabilità per l’Alta Direzione ed in ricaduta
58
nell’informazione complementare di bilancio
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59. La disaggregazione contabile e del bilancio per
segmenti e per ASA
Contabilità generale Va i Contabilità per
dell’impresa (gruppo)
lo ri r uit segmenti e per aree
i pr tt rib
esi
lori a
Va
Valori complementari Valori parziali e
(consolidati): particolari:
– economici Conti di ripresa e – fatturato
– finanziari attribuzione – valore aggiunto
– patrimoniali – redito operativo
– capitale investito
ASA
seg. di prodotto
Prospetti
Conti ASA
di
compensativi
bilancio ASA
ASA ASA
seg. di mercato
Informazioni complementari e/o rapporti alla Direzione aziendale 59
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60. Le procedure della separazione contabile
RIPRESA DEI ATTRIBUZIONE SVILUPPO DELLA SELEZIONE
VALORI AI SEGMENTI DI MATRICE DELLE AREE
CONTABILI E DI PRODOTTO E DI OPERATIVA PER STRATEGICHE
BILANCIO MERCATO AREE DI AFFARI
Ricavi e costi operativi valori ripartibili: attribuiti i valori ai tra le aree d’affari
sono allocati segmenti si procede allo operative individuate
direttamente e sviluppo della matrice vengono selezionate, in
indirettamente (su basi di prodotto/mercato base ad opportuni
riparto-drivers) parametri, quelle
rilevanti sotto il profilo
strategico
Risultato operativo valori non ripartibili:
sono assegnati,
indistintamente, al risultato
operativo o al capitale
investito
Capitale investito valori attribuiti alla direzione:
sono riallocati,
indirettamente, ai segmenti
60
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61. Il reporting del valore per aree strategiche d’affari
1) La performance dello sviluppo
viene commisurata attraverso gli indicatori che seguono la progressione, nel tempo, dei ricavi e
del capitale investito di area, anche comparativamente allo sviluppo delle altre aree strategiche
d’affari ed a quello complessivo del sistema aziendale.
2) La performance sul mercato
corrisponde al conseguimento della progressione nelle quote di vendita (in quantità e valore),
nel rispettivo segmento (fascia o nicchia) di mercato.
3) Il differenziale (vantaggio o svantaggio) competitivo
è percepito attraverso l’analisi della concorrenza e del benchamarking.
4) La performance del valore
è commisurata ala creazione del valore nei termini relativi della produttività (valore
aggiunto/valore dei ricavi) del ritorno sul capitale investito (ROI) e sui ricavi (ROS), nonché del
tasso annuale di crescita del profitto economico.
5) Il posizionamento strategico
viene individuato e qualificato dal contesto dei suddetti elementi ai quali si integrano le
valutazioni sui fattori critici di successo, dei punti di forza e di debolezza relativi, nonché dei
rischi specifici di area.
61
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62. EVA™
ECONOMIC VALUE ADDED
(valore economico aggiunto)
Marchio registrato ™ (allucinante!!!)
di proprietà della società di consulenza
finanziaria di G. Bennet Steward
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63. I METODI PER LA VALUTAZIONE DELLE AZIENDE
1. METODO PATRIMONIALE
2. METODO REDDITUALE
3. METODO MISTO
DCF
4. METODO FINANZIARIO
EVA
L’EVA è usato per:
valutazione di aziende
acquisto/vendita di un ramo d’azienda
verifica dell’efficienza di un’ASA
capacità dell’impresa di creare valore
Tale metodo si è diffuso molto in USA, Regno Unito e Giappone, dove, nelle imprese,
è molto forte la cultura della comunicazione finanziaria al mercato.
In questi paesi cioè si valorizza l’azionista e la creazione del valore da distribuire poi
agli azionisti stessi, sotto forma di dividendi.
63
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64. FORMULA DELL’EVA
EVA = NOPAT – WACC x Ki
Net Operating Profit After Taxes: utile operativo netto dopo le tasse
Weighted Average Cost of Capital: costo medio ponderato del capitale investito
Ki: capitale investito nella gestione caratteristica
Il NOPAT è un reddito normalizzato generato solo dalla gestione caratteristica
Il WACC (o capital charge) deve essere calcolato come media ponderata tra il
costo del capitale oneroso concesso da terzi (fornitori, banche, obbligazionisti,
ecc.), che è sempre certamente definibile in quanto formalizzato in appositi
contratti, ed il costo del capitale proprio o degli azionisti che è stabilito in base
alle loro aspettative di remunerazione.
64
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65. CALCOLO DELL’EVA
Per calcolare l’EVA si deve preventivamente procedere all’individuazione
precisa del NOPAT e del WACC, attraverso gli adjustement, cioè correzioni,
rettifiche e storni dei valori iscritti in bilancio, che risentono dell’influsso delle
politiche fiscali delle imprese, che abusano della normale applicazione dei
principi contabili e non considerano la creazione del valore.
Queste poste sono tipicamente rappresentate da:
ammortamenti
accantonamenti
svalutazioni e rivalutazioni
costituzione di riserve straordinarie
L’obiettivo è quindi quello di individuare il capitale investito nella gestione
caratteristica ed il reddito normale generato da quella gestione.
65
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66. FUNZIONAMENTO DELL’EVA
L’EVA cresce se:
si incrementa l’utile operativo senza investire ulteriore capitale;
si investe nuovo capitale in un progetto per il quale il rendimento atteso è
superiore al costo del capitale;
si disinveste da attività che generano un reddito insoddisfacente, minore del
costo del capitale.
L’EVA presenta valori accettabili quando un’azienda, dotata di un capitale
operativo non sovradimensionato ed un indebitamento a tassi favorevoli, consegue
risultati operativi particolarmente elevati.
Solo in questo caso, quindi, verranno distribuiti maggiori risultati agli azionisti ed
al management, nelle altre ipotesi i risultati saranno avari.
66
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67. EVA: VANTAGGI E SVANTAGGI
Svantaggi:
non è applicabile in tutte le aziende
non è facile avere le informazioni necessarie per il suo calcolo
contiene comunque elementi di soggettività
funziona principalmente nelle pubblic companies
Vantaggi:
dà un’indicazione più oggettiva del valore dell’impresa
non subisce l’influsso delle politiche aziendali di bilancio
rileva l’effettiva creazione di valore da parte dell’impresa
è una misura di performance del management
67
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68. Esempio SOCIETA’ X spa: bilancio 2001
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO
ATTIVO Ricavi di vendita 8.000
Immobilizzazioni materiali 6.775 Altri ricavi (contributo legge…) 1.000
Immobilizzazioni immateriali 2.725 Variazione rimanenze 1.000
Immobilizzazioni finanziarie 1.500 VALORE DELLA PRODUZIONE 10.000
Crediti 4.500
Rimanenze prodotti finiti 1.000 Materie prime 1.250
Partecipazioni finanziarie Costi per il personale 1.750
500 Costi per servizi 500
Cassa 160 Ammortamenti 2.300
TOTALE 17.160 Accantonamenti 200
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE 6.000
PASSIVO
Capitale sociale 800 REDDITO OPERATIVO 4.000
Riserva x amm.to anticipato 10.000 PROVENTI FINANZIARI 0
Riserva imposte differite 200
Altre riserve 450 ONERI FINANZIARI 140
Utile 1.680 PROVENTI STRAORDINARI 500
TFR 800
F.do rischi ed oneri 100 ONERI STRAORDINARI 1.000
f.do di garanzia su merce 100
UTILE ANTE-IMPOSTE 3.360
Debiti v/banche 2.330
Debiti v/fornitori 700 IMPOSTE 1.680
TOTALE 17.160 UTILE 1.680
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69. Esempio SOCIETA’ X: l’EVA
Considerando inoltre che:
• l’imposizione fiscale è pari al 50%
• il valore corrente delle immobilizzazioni materiali è 5.000
• il valore corrente delle immobilizzazioni immateriali è 1.150
• il valore corrente dei crediti è 3.000
Ai fini del calcolo dell’EVA è necessario precisare che l’esempio proposto è a carattere
didattico e pertanto notevolmente semplificato.
Non si tiene in alcun conto l’effetto del cosiddetto “scudo fiscale” sulle rettifiche di valore
operate ed inoltre, pur essendo calcolato su un solo bilancio, si assume che l’impresa sia
già da tempo in attività. Ciò risulta per altro evidente considerando le politiche di
ammortamento ed accantonamento che sono il frutto di scelte soggettive operate dal
management in passato e non di competenza dell’esercizio analizzato.
Tutte le altre aliquote o valori rettificati sono stati liberamente stimati.
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70. Esempio SOCIETA’ X: calcolo dell’EVA
ADJUSTEMENT:
Ki= Indebitamento finanziario + capitale proprio
Indebitamento finanziario =
2.330 debiti v/banche
-160 cassa
capitale proprio =
+ 800 capitale sociale
+ 200 riserva imposte differite
+ 1.680 utile operativo rettificato
+ 200 altre riserve
+ 5.000 riserva ammortamento anticipato (50%)
+ 50 f.do rischi ed oneri (50%)
+ 50 f.do garanzia su merce (50%)
tot. Passivo rettificato, Ki = 10.150
tot. Attivo rettificato = capitale investito nella gestione operativa al netto degli adjustement = Ki
+ 6.150 immobilizzazioni
+ 3.000 crediti
+ 1.000 rimanenze
tot. Attivo rettificato, Ki = 10.150
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72. Esempio AZIENDA X: principali indicatori
ROI = 23.3 %
ROS = 40 %
ROE = 14.6 %
MS = margine di struttura (capitale netto/immobilizzazioni) 1.2
CI = coefficiente di indebitamento (totale fonti/mezzi di terzi) 4.3
CR = current ratio (attività a breve/passività a breve) 2.2
AT = acid test (attività a breve – rimanenze/passività a breve) 1.7
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73. Metodo ABC
(ACTIVITY BASED COSTING)
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74. ACTIVITY BASED COSTING
Imputare i costi alle attività lungo la catena del valore sviluppata
dall’azienda
DIRECT COSTING O FULL COSTING
Imputare al prodotto solo i costi diretti (cioè quelli produttivi, es.
manodopera, macchinari, materie prime, ecc.) e non quelli indiretti
(es. costi per servizi, costi di impianto o struttura, costi del personale
impegnato in altre funzioni, ecc.), che sono invece attributi in base
al volume produttivo
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75. FASI PER L’IMPLEMENTAZIONE DELL’ ABC
1. individuazione dell’oggetto di cui vogliamo stabilire il costo (cost object)
2. individuazione delle attività che contribuiscono alla realizzazione del cost
object
3. individuazione dei cost driver delle attività di cui sopra
4. imputazione dei costi alle attività
5. individuazione del consumo dei cost driver
6. individuazione dell’intensità di consumo delle attività
7. individuazione del costo finale del cost object
Il cost object può essere un singolo prodotto, una linea di prodotti, ma anche un
servizio (es. i costi della distribuzione commerciale), o un processo aziendale (es.
il costo del processo di evasione di un ordine).
Il cost driver è un fattore (o elemento o parametro) capace di determinare lo
svolgimento e l’intensità di un’attività. La sua determinazione deve essere
coerente e razionale.
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77. Esempio AZIENDA X: costi di produzione
TOTALE COSTI 3.232.000.000
DIRETTI 2.190.000.000
(materie prime, macchinari e manodopera)
INDIRETTI 1.042.000.000
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78. Esempio AZIENDA X: attribuzione dei costi con il metodo del
FULL COSTING o DIRECT COSTING
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79. Esempio AZIENDA X: metodo ABC
ATTIVITA’ DELLA CATENA DEL VALORE
● Ordinazione dei componenti
● Attrezzaggio macchinari
● Assemblaggio
● Logistica/gestione del magazzino
● Marketing e servizi di vendita
● Ricerca & Sviluppo
INDIVIDUAZIONE DEI COST DRIVER
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80. Esempio AZIENDA X: imputazione dei costi alle attività
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82. Esempio AZIENDA X:
intensità di consumo delle attività definite
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83. Esempio AZIENDA X: costo delle attività per prodotto
prodotto prodotto
A B
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84. Esempio AZIENDA X: costo finale dei prodotti
Esempio AZIENDA X: ABC e full/direct costing
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85. Si ricorda che:
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