2. Quintaliani
«Quando
arriverò
in
Paradiso
chiederò
a
Dio:
Riusciremo
mai
a
risolvere
il
problema
del
sovraccarico
di
informazioni
scien.fiche?
Sicuramente!
-‐
sarà
la
sua
risposta
-‐
Ma
non
durante
il
corso
della
mia
vita!»
• Con
queste
parole
Richard
Smith
chiude
un
editoriale
del
numero
natalizio
del
BMJ,
a
commento
dell’ar.colo
“On
the
impossibility
of
being
expert”,
dove
Fraser
e
Dunstan
dimostrano
che,
anche
in
una
ristreTa
area
specialis.ca,
è
impossibile
stare
al
passo
con
la
leTeratura
pubblicata:
un
“esperto”
in
imaging
cardiologica
dovrebbe
leggere
40
ar.coli/die
per
5
giorni
la
seZmana!
3. Quintaliani
• Già
20
anni
fa
David
SackeT
-‐
padre
spirituale
dell’Evidence-‐based
Medicine
-‐
aveva
s.mato
che
per
conoscere
tuTa
la
leTeratura
rela.va
alla
medicina
interna
era
necessario
leggere
17
ar.coli
al
giorno
per
365
giorni
l’anno.
• Ma
ha
senso
leggere
tuTo?
Archie
Cochrane
negli
anni
‘70
invocava
la
necessità
di
revisioni
sistema.che
periodicamente
aggiornate
sull’efficacia
degli
interven.
sanitari.
• Siamo
di
fronte
a
quello
che
Muir
Gray
ha
definito
il
“paradosso
dell’informazione”:
se
da
un
lato
siamo
travol.
da
nuove
informazioni
dall’altro
esistono
numerosissimi
quesi.
clinici
senza
risposta!
https://twitter.com/muirgray
4. Quintaliani
• Il
problema
dell’informa.on
overload
difficilmente
potrà
essere
risolto,
con
l’arguzia
che
lo
contraddis.ngue
da
decenni,
Richard
Smith
delinea
cinque
strategie
di
aggiornamento
professionale
in
cui
dovrebbero
riconoscersi
altreTante
categorie
di
medici
e,
in
maniera
più
estensiva,
di
professionis.
sanitari
5. Quintaliani
• La
strategia
dello
struzzo.
SackeT
la
definiva
“strategia
abdica.va”:
i
medici,
molto
semplicemente,
ignorano
il
“torrente
in
piena”
delle
nuove
evidenze
scien.fiche.
Secondo
lo
stesso
SackeT
buona
parte
dei
medici
delle
vecchie
generazioni
adoTa
questa
(non)
strategia.
6. Quintaliani
• La
strategia
del
piccione.
Verosimilmente
è
la
strategia
più
comune:
si
va
in
giro
con
i
propri
simili
a
raccogliere
“bocconcini”
d’informazioni
scien.fiche.
Il
medico
partecipa
a
congressi,
convegni
e
conferenze,
aderisce
(o
ri.ene
di
farlo)
ad
alcune
linee
guida,
si
affida
agli
informatori
scien.fici
del
farmaco
per
discutere
dei
nuovi
traTamen.;
di
fronte
a
quesi.
clinici
complessi
generalmente
consulta
un
collega
esperto,
ancora
oggi
la
fonte
di
aggiornamento
più
u.lizzata.
Occasionalmente
sfoglia
le
riviste
biomediche,
ma
impara
più
dai
media:
oggi,
infaZ,
la
cosa
più
imbarazzante
(percepita
ma
non
sempre
dichiarata)
per
i
professionis.
è
apprendere
innovazioni
diagnos.co-‐terapeu.che
dai
pazien.
aTraverso
ritagli
di
giornale,
stampe
di
pagine
web,
storie
raccontate
in
televisione.
7. Quintaliani
• La
strategia
del
gufo.
E’
quella
proposta
dall’Evidence-‐based
Prac.ce
(EBP),
ma
rimane
la
meno
u.lizzata.
Il
medico
iden.fica
i
propri
gap
di
conoscenza
che
originano
dalla
consultazione
con
il
paziente,
ricerca
sistema.camente
le
migliori
evidenze
disponibili,
ne
valuta
cri.camente
validità
interna,
rilevanza
clinica
e
applicabilità
e
le
integra
nelle
proprie
decisioni
cliniche,
tenendo
conto
della
propria
esperienza
e
delle
preferenze
e
aspeTa.ve
del
paziente.
Purtroppo,
quasi
nessun
medico
ha
il
tempo
per
poter
applicare
l’EBP
step-‐by-‐step
e
solo
pochi
hanno
adeguate
aZtudini
e
competenze.
8. Quintaliani
• La
strategia
della
taccola.
I
medici
integrano
la
strategia
del
piccione
con
la
regolare
consultazione
di
fon.
secondarie:
Cochrane
Library,
Clinical
Evidence,
linee
guida,
altre
risorse
evidence-‐based.
Sfortunatamente,
oltre
al
faTo
che
queste
fon.
presentano
numerose
aree
grigie,
le
evidenze
disponibili
non
sempre
sono
applicabili
ai
pazien.
complessi
(comorbidità,
polifarmacia),
generalmente
esclusi
dai
trial,
ma
che
oggi
rappresentano
la
maggior
parte
nell’assistenza
reale.
9. Quintaliani
• La
strategia
disumana.
John
Fox
-‐
già
direTore
dell’Advanced
Compu.ng
Laboratory
-‐
ha
affermato
che
la
pra.ca
clinica
è
un’aZvità
disumana
ed
è
assurdo
che
i
professionis.
non
vengano
supporta.
da
“macchine”.
Considerato
il
volume
di
informazioni
prodoTe,
i
singoli
professionis.
non
hanno
alcuna
possibilità
di
rimanere
costantemente
aggiorna.,
ma
team
di
esper.
possono
ricercare-‐selezionare-‐
sinte.zzare
le
migliori
evidenze
scien.fiche
alimentando
“macchine”
ad
hoc.
La
più
nota
è
UptoDate
che
oggi
conta
oltre
400.000
uten.,
ma
anche
BMJ
Point
of
Care,
Map
of
Medicine
e
altri
ancora
10. Quintaliani
• Risulta
tuTavia
difficile,
se
non
impossibile,
tenere
soTo
controllo
la
leTeratura
scien.fica.
Sistemi
come
PUBMED
sono
or
molto
evolu.
m
difficilmente
vengono
usa.
al
pieno
delle
loro
possibilita’
anche
per
una
certa
imperizia
da
parte
della
maggior
parte
dei
medici.
• Nell’epoca
del
web2.0
tra
entusiasmo
e
sceZcismo
i
medici
abbandonano
i
corsi
di
aggiornamento
e
i
ritagli
dei
trafileZ
delle
riviste
per
aZngere
dalla
rete
aTraverso
editori
virtuali.
E
ancora
società
e
riviste
scien.fiche
inviano
il
sommario
del
proprio
numero
in
uscita
aTraverso
la
tecnologia
del
feed
rss,
un
servizio
che
indirizza
ed
organizza
automa.camente
i
contenu.
del
sito
web
d’origine
in
un’area
apposita
dell’utente
da
cui
possono
essere
leZ
senza
il
collegamento
al
sito
web
in
ques.one.
• Internet,
allora,
s’inscrive
nel
quadro
globale
della
sanità
come
la
possibilità
di
una
rete
relazionale
in
cui
si
sperimenta
uno
sbocco
verso
una
medicina
più
chiara,
più
completa,
solidale
e
umana,
un
luogo
di
scambio,
sostegno,
guida
e
di
educazione
condivisa.
• Ma
rimane
il
faTo
che
un
medico
che
voglia
aggiornarsi
ha
difficoltà
a
reperire
tuTe
gli
ar.coli
riguardan.
una
specialita’
o
un
argomento
12. Quintaliani
…If you are computerless, make
friends with a librarian
…if you are computer-phobic, sign
up for desensitization
right away !
Sackett D 1996
David Lawrence Sackett, OC FRSC (born November 17, 1934) is a
Canadian medical doctor and a pioneer in evidence-based
medicine.
He founded the first department of clinical epidemiology in
Canada at McMaster University, and the Oxford Centre for
Evidence-Based Medicine.
He is well known for his textbooks Clinical Epidemiology and
Evidence-Based Medicine.
25. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
26. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
35. Quintaliani
Un wiki è:Il software wiki è
un tipo di software
collaborativo che permette
generalmente di creare e
modificare pagine Web con
un semplice browser. Il
software è implementato
solitamente tramite uno
script lato server attivo su
uno o più web server; i
contenuti sono invece
conservati in un database
RDBMS, anche se alcune
implementazioni usano
invece il file system del
server.
43. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
74. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
92. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
93. Quintaliani
Un
sistema
per
implementare
questo
approccio,
è
usare
dei
sistemi
di
diffusione
e
di
condivisione
come
materiale
scri+o,
video,
materiale
ele+ronico
intera1vo.
TuTo
questo
e’
per
informare
i
pazien.
e
i
loro
famigliari
circa
le
opzioni
e
gli
effeZ
collaterali,
i
cos.
e
le
necessita’
95. Quintaliani
• Some
days,
the
worst
thing
about
being
a
doctor
is
the
pa.ents.
In
theory,
presented
with
a
distressed
member
of
the
public,
the
physician
can
conjure
a
masterful
diagnosis,
fathom
an
ideal
treatment,
and
generate
the
perfect
outcome.
• And
it’s
because
of
this
that
some
physicians
have
woken
up
to
the
importance
of
pa.ent
engagement
in
recent
years—the
finest
doctor
in
the
world
can
do
nothing
with
a
pa7ent
who
won’t
listen.
• Brian
Haynes,
from
McMaster
University’s
Department
of
Clinical
Epidemiology,
says
that
pa7ent
par7cipa7on
is
central
to
all
medical
prac7ce.
• “It’s
the
key
barrier
to
the
success
of
evidence
based
medicine,
that
pa.ents
don’t
follow
the
treatments
they
are
prescribed,”
he
offers.
• “Prac..oners
are
the
last
to
know
if
pa.ents
are
not
following
their
treatment
so
there
is
obviously
some
aspect
of
sharing
informa.on
that
needs
to
be
overcome.
But
if
we
are
on
the
mission
of
trying
to
use
evidence
to
improve
healthcare,
we
are
failing
at
the
interface
between
prac..oners
and
pa.ents
because
we
are
not
able
to
engage
the
pa.ents
in
such
a
way
as
to
figure
out
the
care
for
themselves.”
• “If
we
don’t
do
implementa7on
research,
we
should
shut
off
all
research—we’re
was7ng
our
money
doing
it,”
says
Hayes.
He’s
probably
right.
102. Quintaliani
E’possibile
trovare
spiegazioni,
prevenzione
e
discutere
con
specialis.
o
con
altre
persone
affeTe
dalla
ipertensione.
Inoltre
su
you-‐tube
si
possono
vedere
filma.
riguardan.
la
patologia
109. Quintaliani
Il
WEB2.0
per
fare
che
cosa?
• Diffondere
l’informazione
tra
chi
ci
segue
• Archiviare
alcuni
ar.coli
che
ci
servono
• PermeTere
a
tuZ
di
seguire
conferenze
e
presentazioni
in
differita
• Insegnare
e/o
informare
i
pazien.
• Tenersi
aggiornato
Ma il web 2. serve soprattutto a partecipare
(commenti, critiche, suggerimenti)
113. Quintaliani
• The
extent
to
which
access
to
knowledge
is
constrained
and
controlled
by
publishers'
business
models
is
at
the
heart
of
the
discontent
researchers
have
for
the
current
journal-‐publishing
system.
These
and
other
experiments
and
alterna.ves
to
tradi.onal
publishing
are
leading
the
way
to
a
digital,
Internet-‐based,
more
open
publishing
system
for
peer-‐reviewed
journals.
The
Directory
of
Open
Access
Journals
(www.doaj.org)
lists
more
than
8000
open-‐access
journals,
many
of
which
are
highly
regarded
according
to
conven.onal
metrics
of
excellence.
Emerging
business
models
include
publica.on
fees
paid
by
authors
once
an
ar.cle
has
been
accepted
for
publica.on,
direct
support
from
research
grants,
and
contribu.ons
from
research
ins.tu.ons
willing
to
contribute
financially
to
publica.on
systems
for
more
openly
accessible
ar.cles.
• There
is
no
doubt
that
the
public
interests
vested
in
funding
agencies,
universi.es,
libraries,
and
authors,
together
with
the
power
and
reach
of
the
Internet,
have
created
a
compelling
and
necessary
momentum
for
open
access.
It
won't
be
easy,
and
it
won't
be
inexpensive,
but
it
is
only
a
ma+er
of
7me.
120. Quintaliani
Conclusions: Routine adoption of
smartphones by residents appeared to
improve efficiency over the use of pagers
for physicians, nurses, and allied health
professionals.
133. Quintaliani
The "Putting Quality Into Practice"
video series emerged as part of a
larger project that documented
physician engagement in quality
improvement projects. Featured in
a course focused on the engagement
of physicians in quality at the Institute
for Healthcare Improvement, the
series became inspirational in
demonstrating the effects of workflow,
resource and systems reviews,
electronic medical records (EMRs)
implementation and other quality
improvement efforts on their quality
improvement process including:
Motivation and first steps
Systems, measurement and tools
External resources
Barriers and solutions
138. Quintaliani
• Some
days,
the
worst
thing
about
being
a
doctor
is
the
pa.ents.
In
theory,
presented
with
a
distressed
member
of
the
public,
the
physician
can
conjure
a
masterful
diagnosis,
fathom
an
ideal
treatment,
and
generate
the
perfect
outcome.
• And
it’s
because
of
this
that
some
physicians
have
woken
up
to
the
importance
of
pa.ent
engagement
in
recent
years—the
finest
doctor
in
the
world
can
do
nothing
with
a
pa7ent
who
won’t
listen.
• Brian
Haynes,
from
McMaster
University’s
Department
of
Clinical
Epidemiology,
says
that
pa7ent
par7cipa7on
is
central
to
all
medical
prac7ce.
• “It’s
the
key
barrier
to
the
success
of
evidence
based
medicine,
that
pa.ents
don’t
follow
the
treatments
they
are
prescribed,”
he
offers.
• “Prac..oners
are
the
last
to
know
if
pa.ents
are
not
following
their
treatment
so
there
is
obviously
some
aspect
of
sharing
informa.on
that
needs
to
be
overcome.
But
if
we
are
on
the
mission
of
trying
to
use
evidence
to
improve
healthcare,
we
are
failing
at
the
interface
between
prac..oners
and
pa.ents
because
we
are
not
able
to
engage
the
pa.ents
in
such
a
way
as
to
figure
out
the
care
for
themselves.”
• “If
we
don’t
do
implementa7on
research,
we
should
shut
off
all
research—we’re
was7ng
our
money
doing
it,”
says
Hayes.
He’s
probably
right.