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Libro degli Abstract
ASPETTI ORGANIZZATIVI DELLA NEFROLOGIA

Abstract del 54º Congresso Nazionale SIN - Firenze 25-28 settembre 2013

alla loro difficile separabilità, all’impiego di etichettature e giunzioni
tramite collanti. Ulteriori problematiche riguardano il volume degli
imballaggi, spesso sovra-dimensionati con spreco di materie prime
e un aumento delle spese di magazzinaggio e di trasporto. Infine, il
problema della comunicazione:sono in generale assenti indicazioni
che agevolino una corretta dismissione, in particolare degli elementi
potenzialmente non contaminati.
CONCLUSIONI. Ogni anno, in Italia vengono eseguite circa 160 sedute
di emodialisi cronica per circa 40.000 pazienti; la produzione di rifiuti
di 6.400.000 dialisi è di quasi 26.000.000 Kg. Considerando un costo
di smaltimento dei rifiuti ospedalieri di 1.7-2 Euro/Kg, un risparmio
di soli 50 centesimi per dialisi, possibile con una riduzione di 250
grammi di rifiuti speciali a trattamento porterebbe ad un risparmio
di oltre 3 milioni di euro, corrispondenti, ad esempio, a oltre 100
assegni di ricerca annuali. Tale risparmio, innazitutto attuabile con
una prima differenziazione dei rifiuti contaminati, potrebbe essere
ulteriormente ottenuto ottimizzando materiali e volumi.
37 POA
DIALISI ECOLOGICA: UTOPIA O REALTA’? REVISIONE
SISTEMATICA DELLA LETTERATURA
M. Ferraresi, A. Pereno*, N. Castelliccia#, S. Ghiotto, M. Nazha,
N. Colombi#, S. Barbero*, G.B. Piccoli
Dipartimento Scienze Cliniche e Biologiche, Università degli Studi di
Torino - SS Nefrologia - ASOU san Luigi Gonzaga - Orbassano,
Torino * Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di
Torino, Torino # Biblioteche Biomedica Integrata, Università degli
Studi di Torino - Orbassano, Torino
RAZIONALE. La dialisi non è solo uno dei trattamenti più costosi

38 POA
Gestione della Insufficienza Renale Cronica in MG
Un'esperienza di Audit fra appropriatezza e formazione
sul campo
R. Brugnano^, F. Germini*, L. Ariete*, L. Tedeschi*, A. Notargiacomo°,
D. Ranocchia°, G. Quintaliani§ ;
*MMG Perugia, ^Dirigenti Medico S.C. di Nefrologia Dialisi e
Trapianto dell'Azienda Ospedaliera di Perugia Nefrologi, °Uficio
qualita' ASL2 Umbria, ° Medico di distretto ASL2 Umbria, , §
Chairman Governo Clinico SIN - Italian Society of Nephrology

della nostra epoca,ma anche uno dei più dispendiosi in termini di
acqua, energia e rifiuti.
L’obiettivo di questa analisi è una revisione sistematica della letteratura per una dialisi “ecologica” e “planet-friendly”, come base
per focalizzare possibili punti di intervento per il riciclaggio dei rifiuti dialitici.
CASISTICA E METODI. La ricerca è stata condotta da un gruppo di
studenti di Medicina e Chirurgia durante un corso opzionale di Evidence Based Medicine. È stata effettuata una ricerca su Medline e
Embase, con termini liberi e MESH: “("Conservation of Natural Resources" [MAJR]) or "Waste Disposal" [MAJR] or "planet friendly" or
ecology) and dialysis”.
RISULTATI. Dei 357 titoli e abstracts ottenuti, esclusi quelli riguardanti il riutilizzo dei filtri per dialisi, sono stati selezionati 10 articoli
rilevanti: 5 riguardavano la conservazione e il riutilizzo dell’acqua
scartata, 2 la generazione e l’impiego dell’energia, 1 i metodi di
smaltimento rifiuti; 2 articoli consideravano più di un rifiuto (in particolare acqua, energia e elettricità, trasporti e fornitura delle risorse
e rifiuti plastici). La tabella mostra i risultati principali della revisione, sottolineando la quantità dei rifiuti e alcuni possibili interventi.
CONCLUSIONI. L’interesse per una dialisi ecosostenibile sta crescendo, ma l’eco-dialisi ha bisogno di innovazioni legislative e cambiamenti nelle abitudini. Come per i rifiuti dialitici, c’è spazio per
intervenire a tutti i livelli, con necessità di studi dedicati a valutare
“l’impronta di Carbonio” dovuta alle diverse modalità di smaltimento dei rifiuti.

RAZIONALE. La IRC ha una prevalenza di circa il 5-7% (IRC con GFR

15

G Ital Nefrol 2013; 30 (S61) – ISSN 1724-5590 – © 2013 Società Italiana di Nefrologia

< 60 mil/min m2 BSA). Non è possibile scrinare tutta la popolazione,
ma si consiglia di scrinare i pazienti ipertesi e diabetici. Abbiamo effettuato un audit sulla IRC da parte dei mmg prima e dopo un intervento educazionale.
CASISTICA E METODI. L'audit ha coinvolto 73 mmg (medici di Medicina Generale) e i vertici amministrativi-gestionali della ASL di riferimento. Il criterio di inclusione era pazienti diabetici e/o ipertesi
eta’ > 18 anni. Il progetto prevedeva una prima fase che fotografasse
la realtà ed una seconda che valutasse i risultati del percorso formativo. Si sono estratti dai database computerizzati dei MMG dati
dei pazienti diabetici e/o ipertesi. Sono stati calcolati: la % di richiesta della creatinina, i calcolo dell’eGFR, la segnalazione della
IRC nei pazienti affetti. Nella seconda fase si sono illustrati i dati ottenuti nella prima fase rinforzando le motivazioni legate alla importanza della individuazione della IRC. Dopo sei mesi si sono estratti
gli stessi dati.
RISULTATI. Sono stati selezionati 15.572 pazienti di cui 61.363 (40%)
avevano determinato una creatininemia. Tra questi 979 erano in
classe 3-5 DOQI (16%); solo 271 pazienti erano stati attribuiti correttamente ad una classe ICd9 corrispondente al 27%. Dopo il progetto
formativo abbiamo avuto 9376 pazienti, 5473 creatinine effettuate
(58%) con +18% assoluti rispetto alla basale. Anche in questo caso i
pazienti con IRC classe 3-5 doqui sono stati il 15%, dato costante rispetto alla prima elaborazione, mentre gli ICD9 correttamene attribuiti sono saliti dal 27% al 35%.
CONCLUSIONI. La consapevolezza della importanza di una diagnosi
corretta di IRC non è molto diffusa. L’adozione di adatto percorso
formativo per i MMG è in grado di migliorare in maniera importante
l’approccio alla IRC.
AKI E TRATTAMENTI DEPURATIVI DI AREA CRITICA

Abstract del 54º Congresso Nazionale SIN - Firenze 25-28 settembre 2013

4) La metodologia di analisi, ripetibile nel tempo, permette la periodica rivalutazione dei processi assistenziali finalizzata al miglioramento continuo e alla sostenibilità del sistema.

39 POA
Analisi dell’attività di un ambulatorio nefrologico in vista di un
progetto di gestione integrata della Malattia Renale Cronica
Tosto M., Agate V.M., Brescello M., Giannattasio F., Martimbianco L.
SC Nefrologia e Dialisi, Ospedali di Palmanova e Latisana, ASS 5
Bassa Friulana, Friuli Venezia Giulia
RAZIONALE. La nostra regione intende introdurre la gestione inte-

grata della malattia renale cronica (MRC) per garantire continuità
e appropriatezza delle cure attraverso un modello di rete organizzativa.
Scopo di questa indagine è analizzare l’attività svolta dal nostro ambulatorio nefrologico per poterla confrontare con la stessa metodologia nei prossimi anni, in seguito all’adozione della gestione integrata.
CASISTICA E METODI. E’ stata condotta un’analisi retrospettiva delle
visite nefrologiche effettuate in 12 mesi, suddividendo i pazienti in
stadi secondo la funzione renale.
Sono stati raccolti:
• numero di visite;
• numero di determinazioni di microalbuminuria e/o proteinuria;
• prescrizione di dieta ipoproteica;
• prescrizione di ESA.
RISULTATI. I pazienti sono 596, con 970 visite totali.

La tabella riporta i pazienti suddivisi per stadio di malattia, le visite
effettuate, la frequenza annuale delle visite, la percentuale di pazienti con determinazione di microalbuminuria, proteinuria, dieta
ipoproteica, ESA.
CONCLUSIONI. 1) I dati analizzati si riferiscono ad un periodo durante il quale sono state pubblicate linee guida (LG-ISS 2012 e KDIGO
2012) che introducono categorie di rischio di progressione basate
sul valore di microalbuminuria. La percentuale di casi in cui è stata
dosata la microalbuminuria è ancora insufficiente. Pertanto, dovremo migliorare la nostra pratica clinica utilizzando maggiormente
la microalbuminuria come parametro di valutazione del rischio.
2) La frequenza dei controlli aumenta lievemente nello stadio 4
ed ha un picco nello stadio 5. Le LG-KDIGO suggeriscono di effettuare un numero di controlli più elevato già nello stadio 3 e di affidare i controlli degli stadi iniziali al MMG per dedicare risorse
dell’ambulatorio nefrologico ai casi più severi.
3) I dati della prescrizione di ESA e di dieta ipoproteica confermano la necessità del ricorso al nefrologo negli stadi avanzati di
malattia.

G Ital Nefrol 2013; 30 (S61) – ISSN 1724-5590 – © 2013 Società Italiana di Nefrologia

AKI e Trattamenti depurativi di
area critica
40 CO
STROKE VOLUME VARIATION (SVV) AND OXIGENATION
INDEX(OI) ARE RISKFACTORS FOR ACUTE KIDNEY INJURY (AKI)
IN ABDOMINAL AORTIC ANEURYSM (AAA) SURGERY
P. Lentini1, L. Zanoli2, V. Pellanda, A. Contestabile1, A. Basso1,
M. De Cal3, G. Berlingò1, A. Granata4, R. Dell'Aquila1
1Nephrology, San Bassiano Hospital, Bassano del Grappa, Italy;
2University of Catania, Catania, Italy; 3Nephrology, S.Bortolo
Hospital, Vicenza, Italy and 4Nephrology, S. G. Di Dio Hospital,
Agrigento, Italy.
RAZIONALE. BACKGROUND: AAA surgery patients are at high risk for

AKI. Hemodynamic instability, hypovolemia, haemorrhage and reduced cardiac output may play a key role in AKI. SVV predicts volume
responsiveness in mechanically ventilated patients; elevated levels
of Oxigenation Index (OI) are linked to fluid overload and associate
to poor outcome in critical ill patients but little is known about their
role in AKI. We aimed to assess if patients with wide changes of SVV
or OI at clamping and declamping time of the aorta are associated
with high risk of AKI development.
CASISTICA E METODI. METHODS: We enrolled 21 consecutive hypertensive patients undergoing elective AAA surgery with supra-renal
clamping. Patients were all on volume-control mechanical ventilation (8 ml/kg) and positive end expiratory pressure of 4 cmH2O. Patients with arrhythmias, spontaneous ventilations, and those extubated before 12h post-operative were excluded. SVV was measured
with the FlowTrack/Vigileo (Edwards Lifesciences®) device every 3
minutes during the procedure and for 24h after surgery. OI was calculated as =mean airway pressure/(PaO2/FiO2)x100. Patients received 70ml/kg/h of crystalloids; fluid boluses and transfusions were
given if needed. Data were compared with ANOVA.
RISULTATI. RESULTS: 9 patients(43%) developed AKI, defined as
RIFLE Risk category. SVV and OI were significantly higher at aortic
clamping (p<0.0001) and declamping time (p< 0.0001 and p< 0.01 respectively)[Fig. 1]
CONCLUSIONI. CONCLUSIONS: High SVV and OI during and after suprarenal AAA surgery are associated with high risk of AKI.

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Considerando un costo di smaltimento dei rifiuti ospedalieri di 1.7-2 Euro/Kg, un risparmio di soli 50 centesimi per dialisi, possibile con una riduzione di 250 grammi di rifiuti speciali a trattamento porterebbe ad un risparmio di oltre 3 milioni di euro, corrispondenti, ad esempio, a oltre 100 assegni di ricerca annuali. Tale risparmio, innazitutto attuabile con una prima differenziazione dei rifiuti contaminati, potrebbe essere ulteriormente ottenuto ottimizzando materiali e volumi. 37 POA DIALISI ECOLOGICA: UTOPIA O REALTA’? REVISIONE SISTEMATICA DELLA LETTERATURA M. Ferraresi, A. Pereno*, N. Castelliccia#, S. Ghiotto, M. Nazha, N. Colombi#, S. Barbero*, G.B. Piccoli Dipartimento Scienze Cliniche e Biologiche, Università degli Studi di Torino - SS Nefrologia - ASOU san Luigi Gonzaga - Orbassano, Torino * Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, Torino # Biblioteche Biomedica Integrata, Università degli Studi di Torino - Orbassano, Torino RAZIONALE. La dialisi non è solo uno dei trattamenti più costosi 38 POA Gestione della Insufficienza Renale Cronica in MG Un'esperienza di Audit fra appropriatezza e formazione sul campo R. Brugnano^, F. Germini*, L. Ariete*, L. Tedeschi*, A. Notargiacomo°, D. Ranocchia°, G. Quintaliani§ ; *MMG Perugia, ^Dirigenti Medico S.C. di Nefrologia Dialisi e Trapianto dell'Azienda Ospedaliera di Perugia Nefrologi, °Uficio qualita' ASL2 Umbria, ° Medico di distretto ASL2 Umbria, , § Chairman Governo Clinico SIN - Italian Society of Nephrology della nostra epoca,ma anche uno dei più dispendiosi in termini di acqua, energia e rifiuti. L’obiettivo di questa analisi è una revisione sistematica della letteratura per una dialisi “ecologica” e “planet-friendly”, come base per focalizzare possibili punti di intervento per il riciclaggio dei rifiuti dialitici. CASISTICA E METODI. La ricerca è stata condotta da un gruppo di studenti di Medicina e Chirurgia durante un corso opzionale di Evidence Based Medicine. È stata effettuata una ricerca su Medline e Embase, con termini liberi e MESH: “("Conservation of Natural Resources" [MAJR]) or "Waste Disposal" [MAJR] or "planet friendly" or ecology) and dialysis”. RISULTATI. Dei 357 titoli e abstracts ottenuti, esclusi quelli riguardanti il riutilizzo dei filtri per dialisi, sono stati selezionati 10 articoli rilevanti: 5 riguardavano la conservazione e il riutilizzo dell’acqua scartata, 2 la generazione e l’impiego dell’energia, 1 i metodi di smaltimento rifiuti; 2 articoli consideravano più di un rifiuto (in particolare acqua, energia e elettricità, trasporti e fornitura delle risorse e rifiuti plastici). La tabella mostra i risultati principali della revisione, sottolineando la quantità dei rifiuti e alcuni possibili interventi. CONCLUSIONI. L’interesse per una dialisi ecosostenibile sta crescendo, ma l’eco-dialisi ha bisogno di innovazioni legislative e cambiamenti nelle abitudini. Come per i rifiuti dialitici, c’è spazio per intervenire a tutti i livelli, con necessità di studi dedicati a valutare “l’impronta di Carbonio” dovuta alle diverse modalità di smaltimento dei rifiuti. RAZIONALE. La IRC ha una prevalenza di circa il 5-7% (IRC con GFR 15 G Ital Nefrol 2013; 30 (S61) – ISSN 1724-5590 – © 2013 Società Italiana di Nefrologia < 60 mil/min m2 BSA). Non è possibile scrinare tutta la popolazione, ma si consiglia di scrinare i pazienti ipertesi e diabetici. Abbiamo effettuato un audit sulla IRC da parte dei mmg prima e dopo un intervento educazionale. CASISTICA E METODI. L'audit ha coinvolto 73 mmg (medici di Medicina Generale) e i vertici amministrativi-gestionali della ASL di riferimento. Il criterio di inclusione era pazienti diabetici e/o ipertesi eta’ > 18 anni. Il progetto prevedeva una prima fase che fotografasse la realtà ed una seconda che valutasse i risultati del percorso formativo. Si sono estratti dai database computerizzati dei MMG dati dei pazienti diabetici e/o ipertesi. Sono stati calcolati: la % di richiesta della creatinina, i calcolo dell’eGFR, la segnalazione della IRC nei pazienti affetti. Nella seconda fase si sono illustrati i dati ottenuti nella prima fase rinforzando le motivazioni legate alla importanza della individuazione della IRC. Dopo sei mesi si sono estratti gli stessi dati. RISULTATI. Sono stati selezionati 15.572 pazienti di cui 61.363 (40%) avevano determinato una creatininemia. Tra questi 979 erano in classe 3-5 DOQI (16%); solo 271 pazienti erano stati attribuiti correttamente ad una classe ICd9 corrispondente al 27%. Dopo il progetto formativo abbiamo avuto 9376 pazienti, 5473 creatinine effettuate (58%) con +18% assoluti rispetto alla basale. Anche in questo caso i pazienti con IRC classe 3-5 doqui sono stati il 15%, dato costante rispetto alla prima elaborazione, mentre gli ICD9 correttamene attribuiti sono saliti dal 27% al 35%. CONCLUSIONI. La consapevolezza della importanza di una diagnosi corretta di IRC non è molto diffusa. L’adozione di adatto percorso formativo per i MMG è in grado di migliorare in maniera importante l’approccio alla IRC.
  • 3. AKI E TRATTAMENTI DEPURATIVI DI AREA CRITICA Abstract del 54º Congresso Nazionale SIN - Firenze 25-28 settembre 2013 4) La metodologia di analisi, ripetibile nel tempo, permette la periodica rivalutazione dei processi assistenziali finalizzata al miglioramento continuo e alla sostenibilità del sistema. 39 POA Analisi dell’attività di un ambulatorio nefrologico in vista di un progetto di gestione integrata della Malattia Renale Cronica Tosto M., Agate V.M., Brescello M., Giannattasio F., Martimbianco L. SC Nefrologia e Dialisi, Ospedali di Palmanova e Latisana, ASS 5 Bassa Friulana, Friuli Venezia Giulia RAZIONALE. La nostra regione intende introdurre la gestione inte- grata della malattia renale cronica (MRC) per garantire continuità e appropriatezza delle cure attraverso un modello di rete organizzativa. Scopo di questa indagine è analizzare l’attività svolta dal nostro ambulatorio nefrologico per poterla confrontare con la stessa metodologia nei prossimi anni, in seguito all’adozione della gestione integrata. CASISTICA E METODI. E’ stata condotta un’analisi retrospettiva delle visite nefrologiche effettuate in 12 mesi, suddividendo i pazienti in stadi secondo la funzione renale. Sono stati raccolti: • numero di visite; • numero di determinazioni di microalbuminuria e/o proteinuria; • prescrizione di dieta ipoproteica; • prescrizione di ESA. RISULTATI. I pazienti sono 596, con 970 visite totali. La tabella riporta i pazienti suddivisi per stadio di malattia, le visite effettuate, la frequenza annuale delle visite, la percentuale di pazienti con determinazione di microalbuminuria, proteinuria, dieta ipoproteica, ESA. CONCLUSIONI. 1) I dati analizzati si riferiscono ad un periodo durante il quale sono state pubblicate linee guida (LG-ISS 2012 e KDIGO 2012) che introducono categorie di rischio di progressione basate sul valore di microalbuminuria. La percentuale di casi in cui è stata dosata la microalbuminuria è ancora insufficiente. Pertanto, dovremo migliorare la nostra pratica clinica utilizzando maggiormente la microalbuminuria come parametro di valutazione del rischio. 2) La frequenza dei controlli aumenta lievemente nello stadio 4 ed ha un picco nello stadio 5. Le LG-KDIGO suggeriscono di effettuare un numero di controlli più elevato già nello stadio 3 e di affidare i controlli degli stadi iniziali al MMG per dedicare risorse dell’ambulatorio nefrologico ai casi più severi. 3) I dati della prescrizione di ESA e di dieta ipoproteica confermano la necessità del ricorso al nefrologo negli stadi avanzati di malattia. G Ital Nefrol 2013; 30 (S61) – ISSN 1724-5590 – © 2013 Società Italiana di Nefrologia AKI e Trattamenti depurativi di area critica 40 CO STROKE VOLUME VARIATION (SVV) AND OXIGENATION INDEX(OI) ARE RISKFACTORS FOR ACUTE KIDNEY INJURY (AKI) IN ABDOMINAL AORTIC ANEURYSM (AAA) SURGERY P. Lentini1, L. Zanoli2, V. Pellanda, A. Contestabile1, A. Basso1, M. De Cal3, G. Berlingò1, A. Granata4, R. Dell'Aquila1 1Nephrology, San Bassiano Hospital, Bassano del Grappa, Italy; 2University of Catania, Catania, Italy; 3Nephrology, S.Bortolo Hospital, Vicenza, Italy and 4Nephrology, S. G. Di Dio Hospital, Agrigento, Italy. RAZIONALE. BACKGROUND: AAA surgery patients are at high risk for AKI. Hemodynamic instability, hypovolemia, haemorrhage and reduced cardiac output may play a key role in AKI. SVV predicts volume responsiveness in mechanically ventilated patients; elevated levels of Oxigenation Index (OI) are linked to fluid overload and associate to poor outcome in critical ill patients but little is known about their role in AKI. We aimed to assess if patients with wide changes of SVV or OI at clamping and declamping time of the aorta are associated with high risk of AKI development. CASISTICA E METODI. METHODS: We enrolled 21 consecutive hypertensive patients undergoing elective AAA surgery with supra-renal clamping. Patients were all on volume-control mechanical ventilation (8 ml/kg) and positive end expiratory pressure of 4 cmH2O. Patients with arrhythmias, spontaneous ventilations, and those extubated before 12h post-operative were excluded. SVV was measured with the FlowTrack/Vigileo (Edwards Lifesciences®) device every 3 minutes during the procedure and for 24h after surgery. OI was calculated as =mean airway pressure/(PaO2/FiO2)x100. Patients received 70ml/kg/h of crystalloids; fluid boluses and transfusions were given if needed. Data were compared with ANOVA. RISULTATI. RESULTS: 9 patients(43%) developed AKI, defined as RIFLE Risk category. SVV and OI were significantly higher at aortic clamping (p<0.0001) and declamping time (p< 0.0001 and p< 0.01 respectively)[Fig. 1] CONCLUSIONI. CONCLUSIONS: High SVV and OI during and after suprarenal AAA surgery are associated with high risk of AKI. 16