Il testo integrale della ricerca, realizzata da S3.Studium su incarico di "Rino Snaidero Scientific Foundation", sul futuro dell'abitazione, letto con la prospettiva dell'aumento della longevità e delle relative conseguenze sociali, culturali, economiche e politico-amministrative. L'indagine ha preso in esame l'arco temporale 2008-2012.
1. S3.Studium
per
Fondazione Rino Snaidero
LONGEVITÀ ED ABITAZIONE
Le prospettive per il periodo 2008-2012
Novembre 2007
S3.Studium Srl
Settore Ricerca
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2. La ricerca “Longevità e abitazione. Le prospettive per il periodo 2008-
2012” è stata realizzata dalla S3.Studium su incarico della Fondazione
Snaidero.
All’indagine hanno partecipato in qualità di esperti: Laura Balbo, Alessan-
dro Balducci, Luigi Bistagnino, Carlo Buzzi, Mario Molteni, Franco Rengo,
Alberto Sangiovanni Vincentelli, Annamaria Testa, Alberto Zuliani.
La ricerca previsionale è stata progettata da Stefano Palumbo per la
S3.Studium e Felice Pietro Fanizza per la Fondazione Snaidero. Hanno
partecipato in qualità di ricercatrici Nicoletta Bova e Simona Testana.
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3. INDICE
Premessa 3
1. Demografia e forme familiari
Longevità e mutamento sociale 7
L’evoluzione della famiglia 10
L’immigrazione 12
2. Il ruolo della scienza e della tecnologia
Innovazioni per la salute 17
Innovazioni per lo spazio 20
Innovazioni per la comunicazione 23
3. Amministrazione, politiche e territorio
Pubblica amministrazione e cittadini 26
Le prospettive del welfare 28
L’evoluzione delle città e dei trasporti 32
4. I rapporti fra giovani e anziani
Longevità, lavoro e pensioni 37
Rapporti generazionali e abitazione 41
5. L’organizzazione familiare
Lavoro e vita quotidiana 45
I rapporti familiari 47
L’organizzazione del tempo e dello spazio 50
Famiglie e badanti 53
6. Longevità e cultura
Fra pubblico e privato 56
Il valore della sicurezza 59
7. Qualità della vita e uso del tempo
La qualità della vita 63
L’uso del tempo libero 66
Le fruizioni culturali 70
8. I consumi per l’abitazione
Longevità e criteri produttivi 73
L’evoluzione del consumo 75
Prodotti e servizi per l’abitazione 76
Marketing e pubblicità 80
Nota sull’indagine 84
Gli esperti 86
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4. PREMESSA
Un Osservatorio Previsionale
La ricerca “Longevità e Abitazione”, presentata in questo volume,
rappresenta l’avvio di un “Osservatorio Previsionale sulla Qualità
della Vita Domestica”, curato dalla S3.Studium su incarico della Fon-
dazione Rino Snaidero. L’esigenza di tale Osservatorio nasce dalla
considerazione che le abitazioni dei paesi più sviluppati stanno suben-
do profonde e continue trasformazioni legate fondamentalmente a due
fattori:
- l’impatto delle innovazioni tecnologiche, che forniscono costante-
mente nuove soluzioni per il miglioramento della qualità della vita
domestica;
- il crescente bisogno degli individui di arricchire la propria esistenza
con oggetti capaci di soddisfare, assieme ai bisogni più elementari
(protezione, comfort, liberazione dalla fatica), anche quelli più
evoluti (estetica, ricchezza sensoriale e di stimoli culturali, occasio-
ni di socialità ed espressione di sé).
L’abitazione, grazie alla capacità delle tecnologie, può rappresentare
sempre più il luogo elettivo di soddisfazione di questi bisogni più sofi-
sticati. La maggior complessità dei bisogni richiede una crescente abi-
lità delle imprese nell’individuazione delle possibili risposte, sia dal
punto di vista dell’innovazione sistematica nelle caratteristiche dei
prodotti e dei servizi destinati all’abitare, sia nell’utilizzo di strumenti
adatti a far intuire prima possibile le evoluzioni che si verificheranno
nel prossimo futuro e formulare quindi strategie di marketing tali da
anticipare le mosse di una concorrenza sempre più globale ed agguer-
rita.
Per rispondere a questa necessità di anticipazione, la S3.Studium in-
sieme alla Fondazione Snaidero hanno deciso la creazione di un os-
servatorio previsionale sull’abitazione, che ne osservi i mutamenti da
punti di vista ogni volta rinnovati. L’Osservatorio consisterà, ogni an-
no, nell’effettuazione di una o più ricerche previsionali su temi ine-
renti le trasformazioni nel settore abitativo.
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5. Gli obiettivi del progetto
Agli inizi del Novecento la durata della vita media non superava le
350.000 ore ed era più o meno identica a quella di cinque secoli pri-
ma. La metà di queste ore venivano assorbite dal lavoro.
Agli inizi del Duemila, la durata della vita media ha superato le
700.000 ore e il lavoro assorbe appena un settimo di tutto questo tem-
po. Il rapporto quantitativo tra le diverse fasce di età va mutando rapi-
damente e una fascia prima esigua – quella compresa tra i sessanta e
gli ottanta anni – va gonfiandosi velocemente.
L’organizzazione della famiglia e della società non ha ancora preso
atto pienamente di questo mutamento epocale, destinato ad accentuar-
si sotto l’effetto benefico dell’ulteriore progresso medico e farmacolo-
gico. Meno ancora ne hanno preso atto gli architetti di edifici e di in-
terni, nonché i costruttori di suppellettili e di elettrodomestici.
L’abitazione non è altro che la rappresentazione plastica delle funzioni
che si svolgono al suo interno. Così pure, gli elettrodomestici, i mobili
e i complementi di arredo, svolgono pienamente la loro funzione solo
se corrispondono perfettamente alle mutate esigenze di chi li adopera.
Quali funzioni si svolgeranno nel prossimo futuro dentro e intorno alla
casa, agli uffici, alle strutture per il tempo libero? Prevedere con suffi-
ciente anticipo come cambieranno le esigenze degli utenti in base alla
mutata lunghezza della loro vita è indispensabile per tutti coloro che
debbono impostarne la progettazione, la produzione e la vendita.
Il rapporto di ricerca “Longevità e abitazione” offre un probabile sce-
nario di come evolverà la casa, nei prossimi cinque anni, per effetto
della crescente longevità. L’indagine ha costruito questo scenario
combinando una gamma articolate di prospettive: economiche, socio-
logiche, fisiologiche, architettoniche e tecnologiche.
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7. LONGEVITÀ E MUTAMENTO SOCIALE
Il paese dei figli unici
Lo squilibrio nel rapporto tra le generazioni – evidenziato soprattutto
dalla presenza di sempre più ultrasessantacinquenni rispetto ai giovani
sotto i quattordici anni – si aggraverà nel prossimo quinquennio.
L’aumento progressivo della speranza di vita nel nostro Paese conti-
nuerà, infatti, ad essere uno dei più elevati a livello mondiale. Ad au-
mentare, peraltro, sarà la longevità associata a buone condizioni di
vita (anche se l’allungamento della vita continuerà a generare i pro-
blemi legati alle lunghe malattie).
Il tasso di natalità avrà una lieve ripresa nella popolazione italiana, ma
continuerà ad essere uno dei più bassi a livello mondiale, molto al di
sotto della soglia del rimpiazzo. In particolare, nelle regioni setten-
trionali il tasso di natalità aumenterà leggermente, ma senza arrivare a
compensare la diminuzione nelle regioni meridionali. In funzione di
questa natalità limitata, in Italia crescerà il numero dei figli unici.
I più vecchi del pianeta
In funzione di quanto detto, l’Italia continuerà a connotarsi come il
paese più vecchio del mondo, per l’alta prevalenza di ultra65enni; en-
tro il 2020 questi supereranno il 20%. Anche il numero dei centenari
tenderà ad aumentare e, in funzione dei crescenti effetti della ricerca
scientifica e tecnologica, ciò avverrà in condizioni di autosufficienza e
di relativo benessere, fisico e psichico.
L’invecchiamento della popolazione coinvolgerà soprattutto il sesso
femminile, perché l’aumento della speranza di vita resterà nei prossi-
mi anni più marcato fra le donne che fra gli uomini. Ciò significherà
che il peso percentuale delle donne aumenterà, sia fra gli anziani, sia
nella società nel suo insieme. La componente maschile, in effetti, ver-
rà riequilibrata soprattutto dagli immigrati extracomunitari (e quindi in
fasce di età nettamente più giovani).
Questo mutamento della composizione sociale comporterà un’enorme
trasformazione che investirà il sistema pensionistico e socio-sanitario,
con l’incremento:
- della solitudine sociale ed abitativa;
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8. - della povertà.
Nel lungo termine ciò provocherà, fra l’altro, una maggior vulnerabi-
lità della fascia anziana al crimine.
Trasmissione differita
La crescente longevità influirà sulla destinazione delle risorse dispo-
nibili, sia nella sfera pubblica, sia nell’ambito del nucleo familiare.
Il prolungamento della speranza di vita produrrà:
- un aumento dell’età pensionabile;
- un rallentamento dei passaggi di proprietà per via ereditaria da una
generazione all’altra;
- un aumento delle necessità di cura (e quindi delle relative spese)
per i membri anziani della famiglia.
L’insieme di questi fenomeni provocherà un abbassamento della qua-
lità della vita delle nuove generazioni rispetto a quelle precedenti.
La società squilibrata
Si andrà verso un’epoca di forte squilibrio sociale, poiché proseguirà
una forte sproporzione della distribuzione della ricchezza: vi sarà una
vasta disponibilità di mezzi, ma la maggior parte della società avrà
difficoltà ad accedervi: dunque, aumenteranno le possibilità di finan-
ziamento per i soggetti più ricchi e per le imprese, proprio in stretta
connessione con il fatto che molte persone avranno difficoltà ad acce-
dere alle risorse economiche.
Le differenze sociali continueranno ad aumentare, soprattutto a causa
della globalizzazione dell’economia. Il costo del lavoro rimarrà basso,
tranne per le persone che sono in grado di fare quei pochi lavori molto
particolari, basati su abilità speciali, che saranno pagati moltissimo
(grazie al fatto che hanno delle capacità scarsamente reperibili sul
mercato).
Le differenze di reddito manterranno una funzione discriminante es-
senziale, rappresentando la ragione di forti modificazioni dei com-
portamenti.
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9. Il problema delle differenze sociali sarà collegato, oltre che
all’impoverimento che deriverà dalla carenza di lavoro, anche
all’immigrazione.
Decentramento generazionale
La mobilità geografica degli anziani sarà, nel prossimo futuro, supe-
riore a quella attuale. In alcune situazioni verrà spinta dal desiderio di
migliorare la qualità della vita. In questi casi ci si indirizzerà soprat-
tutto verso piccoli centri, abbastanza vicini alle città in cui si è vissuto
durante il periodo lavorativo e in cui risiedono ancora i familiari.
In altri casi, la mobilità avverrà sotto la spinta della necessità, per cer-
care alternative abitative meno costose o per “realizzare” una parte del
valore dell’abitazione, destinandolo ad altri usi. Le destinazioni per
molti saranno i paesi di origine, anche distanti dai centri urbani in cui
si è vissuto, dove la qualità della vita sarà buona dal punto di vista
materiale, ma povera da quello della socialità.
Competenza del buon vivere
Nel breve-medio periodo, con l’allungarsi della vita media le disugua-
glianze socio-culturali aumenteranno. Due opposti fenomeni caratte-
rizzeranno infatti la condizione anziana:
- da una parte si svilupperanno tendenze omologanti, in una società
culturalmente sempre più globalizzata si imporranno modelli com-
portamentali convergenti, al di là delle differenze di residenza
(grandi e piccoli centri), di area geografica (Nord e Sud), di classe
sociale (classi medie impiegatizie, ceti autonomi, classe operaia);
- dall’altra si concretizzeranno nuove disuguaglianze sociali, definite,
più che da variabili socio-anagrafiche, dal capitale sociale e cultu-
rale degli individui.
Gli anziani di istruzione superiore avranno infatti maggiori competen-
ze e maggiori possibilità di avere una buona qualità della vita rispetto
a quelli scarsamente scolarizzati.
Ancora a lungo tuttavia la ricchezza rappresenterà per l’anziano ma-
lato e/o disabile la principale variabile indispensabile per garantirsi
una sufficiente o buona qualità della vita.
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10. L’EVOLUZIONE DELLA FAMIGLIA
Famiglie “light”
Nei prossimi anni ci si troverà sempre più di fronte ad una pluralità di
famiglie, basate su molte forme di convivenza, supporto, legami tra
persone.
Anche se la famiglia prevalente resterà composta da padre, madre, fi-
glio o figli (due), nel corso degli anni considerati le famiglie tenderan-
no a diventare più piccole:
- a causa della diminuzione dei figli;
- per l’aumento delle famiglie “atomiche”, composte da una sola per-
sona;
In relazione a queste tendenze, la funzione svolta dalla famiglia diver-
rà progressivamente meno estesa che in passato.
La differenziazione della “famiglia” sarà basata, più che sui criteri
giuridici della sua definizione, sulle pratiche della cura, variamente
Famiglie a catalogo
Nel breve termine continueranno a svilupparsi tendenze già presenti:
- diminuirà il numero delle famiglie tradizionali (soprattutto quelle
con tre o più figli);
- aumenteranno le famiglie monoparentali;
- aumenteranno le famiglie o le unioni senza figli;
- crescerà il numero di anziani soli.
Inoltre, continueranno ad aumentare:
- le famiglie di “coppie miste”, in cui uno dei coniugi sarà straniero;
- le famiglie di immigrati presenti da tempo con figli nati qui o ve-
nuti per ricongiungimento;
- le coppie di fatto, anche omosessuali;
- gli anziani che vivono con una badante.
Va però posto in luce che la maggiore disponibilità di opzioni per la
costruzione di una famiglia non porterà i 25-30enni ad anticipare
l’uscita dalla famiglia rispetto a quanto avviene attualmente.
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11. gestite. In questa prospettiva, la “femminilizzazione delle migrazioni”
sarà cruciale – come verrà detto meglio più avanti – rispetto ai bisogni
di cura della società italiana.
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12. L’IMMIGRAZIONE
Gioventù importata
Mentre l’aumento della longevità degli italiani rimarrà privo di un bi-
lanciamento derivante dalla maggiore fertilità, nel prossimo quin-
quennio la presenza di popolazione immigrata aumenterà anche in
funzione della natalità più forte.
Sussisterà dunque una netta separazione di impostazione tra italiani e
immigrati. Mentre gli italiani avranno nuclei familiari con ridottissimo
numero di figli, molti saranno single e gli anziani rimarranno sempre
più soli, gli immigrati avranno, invece, tanti figli. Il fenomeno migra-
torio, costituito soprattutto da individui giovani, rallenterà dunque il
trend italiano della bassa natalità.
D’altronde, l’immigrazione comunitaria ed extracomunitaria diventerà
ancora più indispensabile a sostegno:
- del sistema produttivo industriale e commerciale;
- di quello sociale (aumentata domanda di aiuto domestico e di ba-
danti).
Il volume complessivo dell’immigrazione, dunque, continuerà a deri-
vare in larga misura proprio dalla crescente longevità, aumentando la
nostra dipendenza da tale rapporto demografico.
Gente con la valigia
Da parte della popolazione immigrata verranno espresse tendenze e
scelte specifiche anche riguardo alle abitazioni:
- in primo luogo tale popolazione verrà in qualche misura isolata in
particolari luoghi (quartieri delle città);
- in secondo luogo, essa esprimerà esigenze più essenziali, cosicché
la personalizzazione avverrà attraverso suppellettili etniche.
Su quest’ultima dimensione peserà anche la situazione economica del
luogo in cui si sono inseriti, le caratteristiche dei contesti urbani, i di-
versi livelli di accettazione o di diffidenza o di aperto conflitto.
I gravi problemi abitativi derivanti dall’immigrazione rimarranno irri-
solti nei prossimi anni.
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13. In funzione di ciò, da qui al 2012 si diffonderà, tramite gli immigrati,
una fluidità abitativa finora estranea alla mentalità italiana (gruppi di
4/6 colf filippine che condivideranno l’appartamento in affitto in cui
passeranno le ore libere, gruppi fatti di cugini alla lontana o di com-
paesani immigrati nella stessa città che abiteranno insieme). Sempre
più questa “gente con la valigia” si organizzerà con gruppi temporanei
di mutuo soccorso.
Distinzioni nitide
Nei prossimi anni crescerà nelle famiglie immigrate il numero degli
adolescenti, cioè le seconde generazioni, che presenteranno:
- condizioni ed esperienze diverse tra maschi e femmine;
- differenze legate alle tradizioni culturali e religiose delle comunità
di provenienza.
I diversi nuclei etnici, in effetti, continueranno su questo terreno a im-
portare le loro abitudini e tradizioni, cercando di evitare mutamenti
sostanziali.
Per le persone di nuovo ingresso nella comunità europea – tuttavia - il
concetto di famiglia cambierà radicalmente, poiché troveranno in Eu-
ropa una situazione molto diversa da quella originale. Per cui,
all’inizio le famiglie continueranno a spaccarsi, perché arriveranno in
Italia solo coloro che possono lavorare per inviare denaro alla fami-
glia. Nel momento in cui le famiglie si ricongiungeranno, viceversa,
assumeranno una forma simile a quella delle famiglie italiane degli
anni ’50 e ’60: ivi compreso, il grande limite del repentino cambia-
mento di cultura che porterà gli immigrati ad essere dei terribili con-
sumatori.
Integrazione rimandata
In un futuro più lontano dei cinque anni qui considerati si verificherà
un’integrazione fra italiani ed extracomunitari, cosicché la generazio-
ne successiva vivrà a pieno il melting pot. Nel breve termine, invece,
vi sarà soprattutto il “fiutarsi” e il contrapporsi.
Nei prossimi anni, d’altronde, lo squilibrio italiano fra maggior longe-
vità e minore fertilità favorirà più che altrove una “invasione incon-
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14. trollata” di immigrati, con l’occupazione di posti di lavoro meno qua-
lificati.
Nelle scuole pubbliche, elementari e medie, l'incidenza di figli di im-
migrati sarà sempre più dominante (ma non fino al punto da spingere
le famiglie italiane a dirigersi verso la scuola privata).
Anche a livello internazionale, d’altronde, continueranno a verificarsi
incomprensioni tra paesi “giovani” (Sud Est asiatico, Islam) e paesi
“vecchi” (Europa, Usa, Giappone). L’accentuazione della dicotomia
tra le persone in grado di avere una qualità della vita molto elevata e
tutti gli altri, quindi, andrà a danno anche della stabilità internazionale.
Multiculturalismo apparente
L’aumento numerico degli immigrati accentuerà quindi la presenza di
molte altre culture nella nostra società.
Nelle civiltà avanzate il multiculturalismo rappresenterà un’opportu-
nità di avanzamento socio-economico. Ma questa prospettiva resterà
poco concreta nel nostro Paese, poiché l’immigrazione continuerà a
coinvolgere quasi esclusivamente un’umanità disperata, scarsamente
acculturata, capace di assolvere soltanto alle più umili attività lavora-
tive.
Il multiculturalismo, come idea astratta, verrà sempre più accettato
all’interno delle famiglie italiane, sebbene nel periodo considerato
l’interazione fra le culture rimarrà comunque assai limitata.
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15. 2. IL RUOLO DELLA SCIENZA
E DELLA TECNOLOGIA
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16. INNOVAZIONI PER LA SALUTE
Medicina high-tech
La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica eserciteranno, da qui
al 2002, un impatto crescente sulla salute, la medicina, il benessere fi-
sico e psichico.
Vi sarà, inoltre, sempre più la tendenza a far diventare la medicina una
disciplina scientifica, basando gli studi di medicina su concetti fisici e
matematici molto più rigorosi di quanto è avvenuto ad oggi. Di conse-
guenza anche la capacità dei medici di utilizzare la tecnologia sarà
molto più elevata.
Normativa low-profile
Fondi e “cervelli” continueranno ad essere impegnati nella ricerca
scientifica e tecnologica per produrre miglioramenti per la qualità e
per il prolungamento della vita.
Ma questo accadrà soprattutto a livello internazionale, poiché in Italia
le controversie che continueranno ad investire alcuni ambiti, la lentez-
za delle normative e la mancanza di fondi avranno nei prossimi anni
effetti negativi (anche indiretti, come ad esempio un’intensificazione
dei viaggi all’estero da parte di persone con particolari patologie alle
quali si non si darà risposta in Italia).
La qualità della vecchiaia
La ricerca scientifica aiuterà ad innalzare le speranze di vita, ma mi-
gliorerà anche il benessere fisico e psichico degli anziani, evitando che
ampie fasce di “grandi anziani” conducano una vita difficoltosa, ca-
ratterizzata da gradi decrescenti di autosufficienza.
Anche lo sviluppo delle biotecnologie applicate in campo medico fa-
vorirà nel prossimo futuro significativi miglioramenti della salute
dell’anziano.
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17. Invecchia, se sei capace
Le condizioni generali di salute del complesso della popolazione ten-
deranno a migliorare. Aumenterà ulteriormente anche la speranza di
vita alla nascita, seppure in misura più limitata rispetto al passato.
Tuttavia, vi sarà anche un ulteriore aumento del gap tra anziani delle
classi medio-superiore e superiore (attivi, ben curati, sani, vitali) e gli
altri. La speranza di vita e lo stato di salute, inoltre, continueranno ad
essere strettamente legati al livello culturale e alle abitudini personali.
Nonostante il proseguimento degli attuali stili di vita (vita sedentaria,
dieta ipercalorica), non si verificherà un aumento a lungo termine
delle cardiopatie. In funzione di ciò, non vi saranno eccessive diffi-
coltà per il Servizio Sanitario Nazionale a garantire le prestazioni.
La medicina sarà quindi capace di promuovere una longevità in cui la
malattia e la disabilità si presenteranno solo nelle decadi di età più
avanzate.
In quale senso va l’innovazione
Rispetto alla vita quotidiana la ricerca, le sperimentazioni e l’atten-
zione del mercato continueranno a riguardare lo sviluppo di apparec-
chiature, in particolare per:
- l’udito;
- la vista;
- la respirazione;
- la mobilità;
- gli strumenti per il fitness.
La medicina trarrà grande vantaggio, già nel breve termine, dai risul-
tati della ricerca scientifica e tecnologica su vari fronti:
- le tecniche chirurgiche non invasive;
- i materiali protesici;
- le terapie medicinali.
Si tratterà, evidentemente, di innovazioni che non mancheranno di in-
fluire positivamente sulla durata della vita e sulle condizioni di salute.
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18. Curarsi con l’organizzazione
Nel lungo termine in Italia si attiveranno i laboratori di vita quotidiana
“living labs” per testare studi pilota definiti di radical social innova-
tion in diversi ambiti e situazioni, comprese esperienze di organizza-
zione del vivere di “longevi”, come è accaduto in Finlandia.
Avrà inoltre un crescente impatto il filone, già sviluppato in Canada,
Usa, Germania, Svizzera, della health promotion. Il concetto di self-
responsibility, nella prospettiva della “promozione della salute”, enfa-
tizzerà l’importanza della consapevolezza dei cambiamenti e dei rischi
relativi alle varie fasi del corso di vita e di una adeguata informazione
e competenza nella cura del proprio corpo, come una “cultura dello
star bene”. Queste sollecitazioni avranno ricadute rilevanti in condi-
zioni di crescente longevità della popolazione, in particolare di quella
femminile.
Psico-fitness
Anche il benessere psichico verrà sostenuto dagli avanzamenti della
medicina.
Vi sarà un impatto crescente delle neuroscienze, con il passaggio dalla
fitness alla psicofitness.
Ulteriori progressi, in particolare, si avranno riguardo agli psicofarma-
ci, i quali:
- saranno sempre più in grado di contrastare chimicamente le situa-
zioni di disagio;
- avranno sempre meno effetti collaterali.
Sotto l’occhio del “Grande Nipote”
L’impatto dell’innovazione e della tecnologica sulla salute sarà molto
forte, soprattutto in funzione della possibilità di monitorare le condi-
zioni vitali di salute degli individui 24 ore al giorno, 7 giorni alla set-
timana, 365 giorni all’anno.
Continueranno infatti a svilupparsi gli accessori che permettono di
monitorare l’ossigeno nel sangue, il battito cardiaco, etc. Si accentuerà
inoltre la capacità di controllo dei fattori di rischio della principali
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19. patologie cronico-disabilitanti età-correlate (cardio-vasculopatie, ma-
lattie dismetaboliche, broncopneumopatie, osteo-artropatie, etc).
La tecnologia permetterà il telecontrollo del singolo – anche demente
– attraverso la sua continua localizzazione spaziale e la chiusura au-
tomatica di porte e finestre per impedirne l’allontanamento o la caduta
in situazioni di pericolo.
In sostanza la telemedicina, la demotica e la robotica, nel prossimo
futuro, favoriranno il permanere dell’anziano disabile nel proprio do-
micilio, contrastandone l’istituzionalizzazione.
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20. INNOVAZIONI PER LO SPAZIO
Attrazione fatale
Lo spazio domestico e urbano e il territorio subiranno un impatto ri-
spetto allo sviluppo della tecnologia, ma non fino al punto in cui,
svolgendosi il lavoro a casa via Internet, verrà meno il bisogno di vi-
vere in città.
La tecnologia, pur modificando via via le condizioni di vita, non cam-
bierà la base delle relazioni, perché saremo ancora divisi:
- socialmente;
- economicamente;
- spazialmente.
Per questa ragione, non verrà meno il bisogno di vederci.
Al tempo stesso, la tendenza ad una vita molto più “unicellulare”, più
isolata, comporterà che:
- lo svolgimento della vita sociale si sposterà sostanzialmente in In-
ternet, con un aumento quindi degli avatar, i personaggi che inter-
pretano solo proiezioni del proprio essere;
- le interazioni sui blog saranno molto più estreme di quelle personali
o verbali.
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21. In tinello a far shopping
I rapporti fra spazi interni all’abitazione e territorio si trasformeranno
progressivamente. Si disporrà di case più piccole, ma sempre più ca-
blate (aumento della tecnologia domestica).
Nelle case, quindi vi saranno:
- più postazioni;
- più collegamenti.
A breve termine prenderanno maggiormente piede:
- l’home banking;
- e gli acquisti telematici.
Per i servizi di telecomunicazione sempre più si esigeranno, in funzio-
ne di tali tendenze, prestazioni migliori e a minor costo.
Imboccati e rimboccati
Nello spazio domestico si vivrà senza particolari difficoltà (tranne che
in caso di patologie gravemente invalidanti):
- vi saranno attrezzature che permetteranno di spostarsi agevolmente;
- si potrà fruire a distanza di apparecchiature sanitarie;
- ci si servirà di microtecnologie di vario tipo per cucinare e per puli-
re;
- saranno sempre più presenti nel mercato e nel vivere quotidiano i
sistemi evoluti relativi alla sicurezza.
Arredamenti immateriali
Anche il calo delle metrature medie delle abitazioni avrà scarsi impatti
sulla qualità della vita, poiché:
- le tecnologie a supporto dello spazio domestico tenderanno a ridur-
re il proprio ingombro (elettrodomestici e televisori);
- alcune funzioni tenderanno a ridisegnarsi, liberando spazio (p.es.,
con la sparizione della sala da pranzo, o con l’integrazione delle
tecnologie multimediali e la relativa smaterializzazione dei suppor-
ti), ma anche consentendo la sovrapposizione fra spazi prima in-
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22. compatibili (p.es., il computer, come oggetto di design capace di
entrare efficacemente in camera da letto);
- le attività più importanti ai fini della qualità della vita si svolgeran-
no sempre di più al di fuori dell’abitazione (viaggio, socialità, frui-
zione culturale, eventi dal vivo, etc.);
- gli spazi verranno utilizzati dai membri delle famiglie in maniera
sempre più dissociata, in funzione della divergenza dei lori interessi
e della desincronizzazione dei loro tempi di vita.
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23. INNOVAZIONI PER LA COMUNICAZIONE
Monomedialità
Gli strumenti di comunicazione più adatti a raggiungere le persone an-
ziane saranno:
- la televisione;
- in misura assai inferiore, la radio;
- la pubblicità nei luoghi maggiormente frequentati (supermercati;
mercati rionali; uffici postali; farmacie);
- selettivamente, la carta stampata;
- difficilmente il telefono, che provocherà facilmente reazioni di ri-
getto.
L’interesse della popolazione anziana, comunque, si accentrerà sui
media audiovisivi: in particolare la televisione – tradizionale e on de-
mand – godrà di una penetrazione crescente. Anche i Dvd ed altri si-
stemi di riproduzione godranno di un indiscutibile successo.
Continuerà, peraltro, anche la ripresa del consumo radiofonico di ele-
vato contenuto intellettuale (ad es: Radio Rai).
La Tv tenderà a parlare soprattutto alle classi più anziane poiché la
maggioranza di queste continuerà ad avere una scolarità bassa e poche
risorse economico-culturali da investire in altre direzioni.
Le persone anziane passeranno dunque molto tempo davanti alla tele-
visione (invece che negli spazi pubblici o nelle arene dove si discute
di politica). Per tale ragione:
- percepiranno i problemi solo attraverso tale meccanismo;
- verranno influenzate da chi compare di più in televisione.
Il mutamento sedentario
Lo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione (che garanti-
rà la fruizione di una enorme offerta a domicilio) tenderà a contrastare
la tendenza dei media tradizionali a condizionare gli interessi della
maggior parte della nostra popolazione anziana.
Tuttavia, anche le nuove tecnologie favoriranno spesso la sedentarietà
dell’anziano e la sua “segregazione” a domicilio.
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24. Recinti virtuali
Si amplierà l’universo di attività, informazioni, opportunità, scambi
materiali e sociali che apparterrà a Internet. Ma esso sarà a disposizio-
ne solo di chi vi saprà navigare e per chi conoscerà bene o molto bene
l’inglese, mentre gli altri ne rimarranno tagliati fuori.
Nei prossimi anni, fra l’altro, le realtà virtuali, tipo Second Life, ver-
ranno utilizzate anche per far passare messaggi culturali.
I collegamenti Internet, dunque, si diffonderanno ulteriormente, so-
prattutto:
- fra i giovani;
- e nella generazione di mezzo.
Il digital divide avrà un peso significativo nel processo di stratifica-
zione sociale, identificando quel gruppo di anziani in grado di utilizza-
re in modo adeguato le nuove tecnologie rispetto agli altri, che si ri-
troveranno esclusi dalla possibilità di usufruire di servizi informativi e
strumenti elettronici avanzati (ad esempio la possibilità di controllo
medico e di cura a distanza via Internet).
In molti casi, tuttavia, per gli anziani dei prossimi cinque anni man-
cheranno “oggettive” barriere all’accesso ad Internet.
24
26. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E CITTADINI
Burocrazia elettronica
Nei prossimi anni vi sarà un significativo sviluppo dei servizi di e-
government. Tuttavia, i rapporti tra pubblica amministrazione e citta-
dini rimarranno quelli tradizionali e continuerà a prevalere la cultura
burocratica.
Sarà inoltre difficile per molti utenti adeguarsi alle procedure a distan-
za, informatizzate o comunque prive della possibilità di avere un in-
terlocutore diretto. Continuerà, dunque, anche la mancanza di fiducia
nelle istituzioni.
La PA sarà, in effetti, complessivamente impreparata ad affrontare la
longevità dei cittadini. La popolazione anziana rimarrà per natura un
po’ più passiva, cosicché la pubblica amministrazione diventerà ancor
più autoreferenziale, nel momento in cui mancherà una popolazione
più giovane e combattiva, capace di rivendicare ed essere presente.
Quanto più i cittadini anziani saranno attivi e agiranno, tanto più le
domande di qualità rispetto alla pubblica amministrazione aumente-
ranno. Una mancata risposta positiva della PA si tradurrà in una crisi
rilevante, poiché le persone si abitueranno sempre più ad agire in
modo efficiente tramite Internet.
Terza età, terzo settore
Il mondo della politica, in generale, sarà sempre più attento agli umori
elettorali degli anziani, a scapito di altri temi rilevanti per il Paese (in-
novazione, ricerca, istruzione, competitività, etc.).
Con la maggiore longevità, dunque, aumenteranno progressivamente
anche i servizi perché:
- le esigenza delle persone anziane nei confronti della PA saranno
elevate;
- le amministrazioni cercheranno sempre più di migliorare i propri
servizi (anche perché il voto politico delle persone anziane avrà
sempre più peso).
A causa della riduzione della spesa pubblica, tuttavia, mancheranno
risposte adeguate ai bisogni. Per cui, al fine di garantire libertà di
26
27. scelta tra soluzioni alternative e di offrire un “mix” di forme di servizi
alla persona, si avrà un ruolo crescente del privato sociale/terzo setto-
re, che si svilupperà sia autonomamente, sia grazie all’accesso a fondi
e a reti di relazioni.
Ai servizi pubblici per gli anziani si affiancherà una crescente presen-
za di servizi privati, in chiave sussidiaria o complementare.
Solidarietà elettronica
Le amministrazioni indirizzeranno le risorse pubbliche dedicate agli
anziani per organizzare occasioni di socializzazione (eventi, manife-
stazioni).
La pubblica amministrazione stimolerà le famiglie ad utilizzare tutti i
supporti tecnologici disponibili per il miglioramento della qualità delle
vita degli anziani e per evitare la loro marginalizzazione. Ciò avverrà
soprattutto tramite ricorrenti campagne di sensibilizzazione delle fa-
miglie perché assumano direttamente il carico degli anziani, evitando-
ne l’istituzionalizzazione.
La PA diverrà in tal modo uno dei soggetti che più investirà sulla dif-
fusione nella popolazione delle tecnologie a supporto della qualità
della vita.
27
28. LE PROSPETTIVE DEL WELFARE
Chiazze di efficacia
Il quadro del nostro sistema di welfare sarà fortemente disomogeneo,
si avranno “nicchie”, “chiazze”, aree di “buone pratiche”. Si andrà
comunque verso una progressiva razionalizzazione del sistema, spinta
dalle esigenze di competitività dell’economia.
Il welfare nel nostro Paese non estenderà, entro i prossimi cinque anni,
la protezione – attualmente focalizzata su coloro che lavorano – ai
giovani disoccupati. Viceversa, si farà inoltre in modo di assicurare
pensioni integrative a coloro che lavorano in un regime previdenziale
di tipo contributivo. Il problema vero resterà infatti sulle pensioni,
perché mancheranno giovani a sufficienza per pagare gli anziani sem-
pre più numerosi.
Il riequilibrio nella destinazione delle risorse pubbliche fra i diversi
ambiti di intervento sociale sarà possibile nella misura in cui verrà rio-
rientata una parte delle risorse oggi destinate alla previdenza. Tuttavia,
la resistenza dei sindacati in questa direzione continuerà ad essere
forte.
Si esprimerà, in ogni caso, un crescente orientamento a transitare dal
welfare state alla welfare society.
Peraltro, poiché le persone tenderanno a lavorare sempre più a lungo,
soprattutto i professionisti, vi sarà meno bisogno di andare in pensio-
ne. Il lavoro subirà una riduzione progressiva (legata alle condizioni
fisiche e intellettuali della persona) anziché un’interruzione totale.
Domanda inevasa
Vi sarà una pressione più forte rispetto al passato sui servizi per la
salute e su quelli di assistenza. Ma nel breve periodo, le risposte ap-
prestate rimarranno insoddisfacenti, cosicché gran parte della doman-
da rimarrà inevasa e a carico delle famiglie, fisicamente o finanzia-
riamente.
Il terzo settore si farà carico di molte prestazioni assistenziali, svol-
gendo un ruolo di supplenza, con onere a carico:
- in parte del settore pubblico;
28
29. - e, in misura crescente, delle famiglie.
In tale contesto, il volontariato giocherà un ruolo importante, ma scar-
samente risolutivo.
Make or buy?
I servizi di assistenza alla persona (monitoraggio, accudimento, com-
pagnia e indirizzo verso attività esterne) saranno fondamentali.
Le degenze lunghe in ambito familiare determineranno una forte do-
manda di assistenza domiciliare ad opera delle istituzioni pubbliche
orientate alla tutela della salute.
I servizi domiciliari a favore degli anziani che vivranno soli subiranno
nei prossimi anni un incremento. Nonostante lo sviluppo dell’assi-
stenza domiciliare, tuttavia, assisteremo all’aumento delle case di ri-
poso piene di anziani.
La propensione delle famiglie a far ricoverare gli anziani con problemi
di autosufficienza all’interno di istituzioni specializzate verrà limitata
soprattutto dai costi crescenti di tale scelta. Tali costi, infatti, in una
prospettiva di riduzione della spesa pubblica, ricadranno inevitabil-
mente sempre di più sui bilanci familiari. Le strutture di ricovero,
inoltre, saranno sempre più spesso private.
Anziani delocalizzati
Per anziani scarsamente autosufficienti, impossibilitati ad essere ac-
colti in famiglia, aumenteranno le richieste di ricovero:
- parziale (centri diurni);
- totale (centri residenziali permanenti).
L’esigenza di supporto agli anziani favorirà, oltre che l’aumento delle
istituzioni di assistenza e cura degli anziani, anche la diffusione delle
case-famiglia per anziani.
Aumenteranno e verranno potenziati i “Centri sociali”, luoghi per
l’ospitalità degli anziani durante il giorno, ma in tali luoghi il livello di
servizio sarà aleatorio, poiché i controlli saranno tutt’altro che assidui.
Nonostante i problemi, peraltro, non va sottovalutato che essi potran-
no portare benefici per la socializzazione e la qualità della vita.
29
30. Vi sarà comunque una crescente differenziazione della qualità dei ser-
vizi in relazione alle opportunità economiche:
- i ricchi troveranno sedi con alto livello di servizi;
- i meno abbienti andranno in RSA (Residenza Sanitaria Assisten-
ziale), spesso con livelli scarsi di servizi.
Si svilupperanno e diffonderanno, infine, anche i luoghi dove la gente
andrà semplicemente a morire.
Migrazioni sanitarie
L’intervento dell’amministrazione pubblica non riuscirà a riguadagna-
re incisività nell’assistenza sociosanitaria degli anziani disabili.
In generale, rispetto ai servizi sanitari aumenterà il fabbisogno:
- di personale medico e paramedico specializzato nella terza e nella
quarta età;
- di ambulatori e di servizi di assistenza sanitaria domiciliare (analisi
e controlli medici, consegna farmaci, monitoraggio).
Con la gestione della sanità da parte delle Regioni crescerà il divario
di offerta di servizi di qualità fra Nord e Sud. Per cui nei prossimi anni
aumenteranno i viaggi della speranza verso le grandi strutture mediche
specializzate del Nord.
Outsourcing familiare
Per gli anziani che vivranno soli si massimizzerà la richiesta di servizi
pubblici e privati. Il lavoro domestico (preparazione pasti, pulizia ca-
sa, lavaggio panni), in particolare, richiederà livelli crescenti di
outsourcing familiare per la diminuzione delle capacità di autonomia.
Avranno uno sviluppo anche i prodotti legati alla sicurezza personale
(forme di telesoccorso).
Tuttavia, prossimi anni saranno anche quelli in cui si affronterà il tema
della “sostenibilità sociale”, sviluppando:
- forme varie di assistenza domiciliare;
- sedi per iniziative culturali e del tempo libero per gli anziani;
- iniziative di sostegno per le famiglie che assisteranno e per le ba-
danti.
30
31. Verranno incrementati, a favore degli anziani, anche i servizi di con-
sulenza psicologica.
Un modo per affrontare i problemi degli anziani sarà quello di pensare
a politiche, specificatamente indirizzate a loro ma che mettano insie-
me le esigenze della popolazione anziana e di quella più giovane.
Vi sarà, d’altronde, una forte pressione sociale anche per uno sviluppo
dei servizi per l’infanzia.
Nelle grandi città si manifesterà la tendenza a dare sempre più ai ser-
vizi una dimensione di quartiere.
31
32. L’EVOLUZIONE DELLE CITTÀ E DEI TRASPORTI
Quartieri di classe
Il mercato delle abitazioni e la struttura urbanistica evolveranno in
stretta relazione con le tendenze economiche generali, vale a dire con
una crescente polarizzazione fra una fascia sociale molto ristretta che
diverrà sempre più ricca ed una maggioranza che vedrà progressiva-
mente erosi i livelli di benessere. Questa maggioranza avrà al proprio
interno una serie di stratificazioni ulteriori, anche consistenti, ma con-
dividerà la difficoltà a modificare sostanzialmente la propria situazio-
ne di relativo declino. Dal punto di vista abitativo ciò si tradurrà in:
- una progressiva riduzione delle dimensioni delle abitazioni dei
gruppi sociali appartenenti alla maggioranza della popolazione;
- un aumento dell’omogeneità sociale dei quartieri, favorito dalla dif-
ferenziazione dei prezzi al metro quadro delle abitazioni, che ga-
rantirà ai gruppi sociali più ricchi la possibilità di creare isole di si-
curezza, disponendo di una qualità dei servizi e delle infrastrutture
derivante dalla disponibilità a spendere privatamente risorse rile-
vanti.
Queste isole saranno collocate:
- nei centri storici nelle città in cui essi saranno pregiati, cultural-
mente ricchi, e relativamente liberi dalla presenza invasiva delle at-
tività economico-commerciali;
- nei sobborghi o in piccoli centri-satellite di alta qualità paesistica e
paesaggistica, laddove l’adeguatezza delle infrastrutture e
l’invasività delle sedi economiche renda i centri storici meno inte-
ressanti.
Strategie di fuga
La vita sarà più lunga ma avremo pesanti problemi economici. Per
questa ragione nei prossimi anni in molti casi si scapperà dalle città
per andare a vivere in campagna, intasando ulteriormente le strade di
auto.
Per motivi di costo, dunque, si lasceranno le città in direzione
dell’hinterland. Urbanisticamente assisteremo al fenomeno dei centri
32
33. cittadini come head quarter di grosse imprese: spazi di rappresentan-
za, più che di lavoro.
In altri gruppi sociali si tenderà invece a ricercare stili di vita alterna-
tivi, compatibili con la collocazione nei grandi centri urbani. Un sin-
tomo di ciò sarà l’accentuarsi della fuga dalle città in fine settimana
espansi.
Nonostante queste tendenze si assisterà nel prossimo futuro ad una
crescita demografica maggiore nelle grandi città rispetto ai piccoli
centri, in funzione soprattutto del contributo dell’immigrazione, inter-
na ed esterna.
Vi sarà, nel medio periodo, un allentamento della pressione sul mer-
cato abitativo, cosicché esso:
- vedrà ridursi il numero di nuovi metri cubi edificati ogni anno;
- verrà caratterizzato prima dalla frenata e poi da un leggero declino
dei prezzi al metro quadro delle abitazioni.
Le università avranno un forte ancoraggio all’area territoriale subur-
bana nella quale sono insediate. Per questa ragione, paradossalmente,
saranno più frequenti i soggiorni presso università straniere che le
scelte di sedi universitarie situate in località diverse da quelle di resi-
denza degli studenti.
Innovazione moderata
Nei contesti metropolitani si porranno al centro dell’attenzione gli
aspetti relativi alla qualità della vita e alla vivibilità. Nei prossimi cin-
que anni, tuttavia, mancheranno le condizioni per poter affrontare po-
sitivamente tali esigenze.
Con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita si modificheranno le
città in funzione degli anziani:
- si promuoverà l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), con alcuni
strumenti di teleassistenza e di telemedicina;
- si organizzeranno servizi di socializzazione.
Almeno nel prossimo futuro, però, non si punterà sul recupero dei
centri storici con la realizzazione di piccole abitazioni destinate agli
anziani, né si tenteranno soluzione innovative sul versante della sicu-
rezza (ad esempio, con un servizio di portineria di quartiere).
33
34. Qualità spaziali
La forte incidenza della popolazione anziana provocherà un riallinea-
mento urbanistico-architettonico ai bisogni di individui di età avanza-
ta.
Si modificheranno gli usi tradizionali delle abitazioni e dello spazio
urbano, grazie a proposte urbanistiche e amministrative in tema di
mobilità e di sicurezza degli spazi urbani: dunque, aree verdi, marcia-
piedi sicuri per i pedoni, attenzione alle questioni del traffico, dei ru-
mori, alla presenza di persone e attività che disturberanno.
Nei palazzi e negli spazi pubblici si potenzieranno ascensori e scale
mobili. Aumenteranno inoltre:
- gli esercizi pubblici con posti a sedere;
- le panchine dei parchi;
- le panchine dei centri commerciali.
Debolezza e disomogeneità
I temi urbanistici, amministrativi e di sostenibilità derivanti
dall’allungamento della vita saranno presenti nell’agenda politica e nel
dibattito, ma verranno risolti solo parzialmente, e secondo la tipica
modalità italiana di interventi disomogenei, “a macchia”, in diverse
parti del Paese.
Gli interventi urbanistici ed architettonici nelle città saranno orientati,
fra l’altro, a migliorare e possibilmente risolvere i problemi di viabi-
lità. Tuttavia, essi troveranno un forte ostacolo nella difficoltà delle
decisioni a livello istituzionale, sia nazionale, sia territoriale (ed in
particolare comunale).
Connettività e accessibilità
Lo spazio urbano continuerà comunque a migliorare, poiché verrà
valorizzato in quanto tessuto di connettività. Tuttavia, bisognerà ri-
programmare le città per utilizzarle più proficuamente, migliorando la
scena urbana, i servizi, gli spazi pubblici.
34
35. Vi sarà il ridisegno delle aree dismesse (come le aree militari in diver-
se città italiane medio-grandi), con nuovi criteri di architettura soste-
nibile.
Emergerà inoltre un aumento di domanda di case più a dimensione
degli anziani. Questa esigenza, nel prossimo futuro diverrà oggetto di
specifiche politiche abitative.
Oltre a ciò si tenderà all’eliminazione delle barriere architettoniche:
- nei luoghi pubblici;
- all’interno delle abitazioni.
L’evoluzione urbanistica, insomma, favorirà:
- sia l’esercizio dell’attività fisica dell’uomo;
- sia la socializzazione degli anziani, riducendo il ricorso all’istitu-
zionalizzazione.
Fluidità urbana
I rapporti fra spazio domestico, spazio urbano e territorio troveranno il
loro condizionamento maggiore nel sistema dei trasporti e, per le città,
nella viabilità urbana.
Le esigenze di trasporto diverranno più pressanti, poiché le persone
dipenderanno maggiormente dai mezzi pubblici. Questi ultimi, co-
munque, tenderanno nel prossimo futuro a migliorare.
Si predisporranno inoltre soluzioni adeguate per agevolare la salita e
la discesa da mezzi pubblici urbani e da treni dei soggetti con proble-
mi di mobilità.
35
37. LONGEVITÀ, LAVORO E PENSIONI
Immobilità sociale
Nei prossimi anni, come detto, le persone saranno sempre più funzio-
nali: a sessant’anni non solo si lavorerà ancora, ma si continuerà a di-
fendere la propria posizione di lavoro e la propria immagine.
La permanenza nel lavoro da parte degli ultra sessantacinquenni (le-
gata all’allungarsi della vita media e alla necessità di attenuare il peso
delle pensioni) contribuirà però anche a determinare minori possibilità
di mobilità sociale.
Nel periodo qui considerato non si verificherà infatti una nitida tra-
smissione di ruoli fra generazioni all’interno del mondo produttivo.
Mancheranno persino avvisaglie significative in tale direzione, con
l’unica eccezione che verrà innescata da:
- un inizio di presa di coscienza da parte della rappresentanza politica
di una perdita drammatica di competitività (anche se l’anzianità
della stessa classe politica spingerà in direzione opposta);
- la colonizzazione delle imprese italiane da parte di leader mondiali.
Il gerontocrate senza qualità
Il nostro Paese continuerà dunque ad essere tendenzialmente geronto-
cratico. Nel momento in cui i giovani si renderanno maggiormente
conto del peso del prolungamento della precarietà vi saranno forti con-
flitti generazionali. Già nel breve termine, comunque, da parte dei
giovani vi saranno crescenti pressioni per ottenere una posizione mi-
gliore all’interno della società.
Proseguirà dunque nei prossimi anni un contrasto di interessi genera-
zionale: gli anziani in buona salute manterranno stili di vita giovanili,
mentre i giovani inseriti precariamente nel mondo del lavoro eviteran-
no di staccarsi dalla famiglia ma al tempo stesso desidereranno che gli
anziani si facciano da parte, lasciando aperto per loro un mondo (teo-
rico) di infinite opportunità.
Si porrà sempre più esplicitamente la questione dell’avvicendamento,
in riferimento a persone che evitano di lasciare (nelle università, nella
politica, nelle imprese) le loro posizioni di prestigio e di potere, bloc-
37
38. cando così l’accesso alle generazioni successive. Senatori a vita e
premi Nobel andranno bene, ma ai “longevi” si farà pesare più espli-
citamente il fatto che continueranno a gravare sull’economia e la so-
cietà a danno dei giovani.
Competizione mascherata
Nei prossimi anni i giovani continueranno ad avere un potere
d’acquisto decisamente inferiore a quello dei propri genitori.
Vi sarà inoltre competizione tra giovani e anziani per le risorse (i fon-
di pubblici, i posti di lavoro, la visibilità nell’agenda politica). Tale
competizione verrà affrontata in modo mascherato, e di fronte a tali
processi vi sarà incapacità e ambiguità da parte:
- della classe politica;
- dei sindacati;
- dei media.
Spiazzamento tecnologico
La diffusione delle innovazioni tecnologiche ed organizzative caratte-
ristiche dell’economia postindustriale continuerà a creare, nei prossimi
anni, crescenti problemi di “obsolescenza” di fasce lavorative di età
elevata e bassa scolarizzazione, dedite prevalentemente a lavori ese-
cutivi manuali. Questi lavoratori, spiazzati dalle innovazioni e debol-
mente capaci di apprendere nuove abilità lavorative:
- in un numero sempre più limitato di casi potranno “resistere” fino
all’età di pensionamento tramite forme di assistenza pubblica più o
meno esplicita (cassa integrazione, mobilità, sostegno pubblico ad
attività economiche declinanti, etc.);
- in quantità crescente, invece, precipiteranno nella condizione di di-
soccupati/sottooccupati, con il passaggio dalla condizione di occu-
pati a tempo indeterminato a quella di contrattisti/interinali/etc.; per
tale condizione, fra l’altro, avranno assai meno strumenti dei giova-
ni (sia in chiave culturale, sia in termini di abilità a cercare
“lavoretti” nel nuovo mercato del lavoro);
- pochissimi, infine, avranno sia le occasioni, sia le capacità, sia i
supporti esterni necessari a ricollocarsi efficacemente.
38
39. A tal proposito, alcune fabbriche favoriranno la diffusione di forma-
zione tecnologica di processo per riposizionare il personale su “ruoli
intellettuali” promovendo “corsi di formazione tecnologica” per gli
anziani.
L’equazione irrisolta
Vi sarà sempre più possibilità da parte di coloro che andranno in pen-
sione di diventare consulenti e lasciar spazio ai giovani. Tuttavia, le
persone anziane che continueranno a rimanere attive occuperanno i
posti di lavoro dei più giovani. Una tendenza di tal genere avrà come
conseguenza il fatto che vi saranno meno giovani occupati per soste-
nere economicamente le pensioni. Da questo punto di vista, l’Italia re-
sterà in ritardo rispetto al resto dell’Europa.
L’aumento della longevità, d’altronde, accelererà il processo di anco-
raggio delle prestazioni pensionistiche al montante contributivo e alla
speranza di vita.
Accadrà dunque che – in carenza di pensioni decenti e qualora l’invec-
chiamento si accompagni a malattie e inabilità – sarà possibile garanti-
re una vita dignitosa solo tramite un intervento mirato da parte delle
istituzioni pubbliche.
Settuagenari iperattivi
Nel prossimo futuro l’aumento della longevità produrrà un’articola-
zione molto più ampia che in passato della condizione anziana.
Gli anziani manterranno livelli di attività socialmente utile fino ai 70
anni gli uomini e 75 le donne. Dopo tali soglie cominceranno i pro-
blemi di cura legati ad un’autonomia incompleta e quindi alla neces-
sità di avere delle persone che da vicino si possano occupare di loro
almeno temporaneamente.
Vi saranno numerosi anziani neo-pensionati efficienti che si troveran-
no in condizione di fare tante cose. Conseguentemente, la società cree-
rà nei prossimi anni occasioni per utilizzare più ampiamente queste ri-
sorse, in molti ambiti diversi.
39
40. Il tempo non è solo denaro
L’allungarsi della vita attiva degli anziani avverrà soprattutto al di
fuori delle forme tradizionali del lavoro (fisicamente presenti in un
luogo di lavoro, in orari definiti, in maniera coordinata con altri lavo-
ratori): si tratterà piuttosto di un lavoro decentrato (prevalentemente
nel proprio domicilio), svolto in forma autonoma e con ritmi indipen-
denti da quelli dei propri clienti. La prosecuzione del lavoro nelle
forme tradizionali, dunque, resterà una soluzione complessivamente
minoritaria.
Al di là del lavoro retribuito, inoltre, il crescente attivismo della po-
polazione verrà indirizzato verso ambiti socioeconomici molto vari:
- aumenterà l’impegno nelle attività di volontariato;
- si diffonderanno e rafforzeranno le reti di auto-aiuto, spesso infor-
mali (che daranno supporto tanto agli anziani stessi, quanto alle al-
tre generazioni);
- si rafforzeranno le forme di partecipazione di tipo culturale (circoli
culturali, università della terza età, turismo culturale organizzato,
etc.).
40
41. RAPPORTI GENERAZIONALI E ABITAZIONE
Dipendenza cronicizzata
L’aumento della longevità consentirà ai giovani il prolungamento
della permanenza in casa fino ai 30-35 anni, anche grazie al fatto che i
loro genitori saranno in migliori condizioni fisiche e quindi più attivi e
più capaci di sopportare il carico di una dipendenza lunga dei figli.
In Italia i rapporti tra generazioni saranno dunque caratterizzati nel
prossimo quinquennio dall’ulteriore allungamento della permanenza
in casa dei giovani e dalla loro dipendenza prolungata dalle persone
più anziane, con il conseguente effetto negativo sulla possibilità di in-
trodurre efficacemente le persone giovani sia nel mercato del lavoro,
sia nella società.
Stratificazione familiare
La contiguità spaziale tra il nonno, il padre e il figlio – prolungata dai
problemi occupazionali – avverrà senza particolari conflitti causati
dalle loro rispettive visioni di vita. L’abitazione terrà conto principal-
mente delle esigenze della seconda generazione e in parte della prima,
piuttosto che di quelle della terza.
Tra nipoti e nonni resterà almeno un nesso utilitaristico, dovuto alla
misura in cui i nonni cureranno i nipoti (i quali peraltro saranno po-
chi). Gli anziani, dunque, non verranno emarginati dai giovani, né
condurranno una vita solitaria, in cui badare da soli a se stessi.
Fra l’altro, si amplierà anche il fenomeno di coabitazione degli stu-
denti fuori sede con i pensionati.
Molte incomprensioni, pochi conflitti
In effetti, nei prossimi anni la condizione dei giovani e quella degli
anziani, nonostante gli elementi che le differenzieranno in termini so-
ciali e culturali, non saranno tra loro lontanissime, incomunicabili.
Tuttavia, in molti casi all’interno della famiglia mancherà l’incrocio
tra le diverse esperienze: ognuno continuerà a fare la sua vita, anche a
41
42. causa delle incomprensioni generazionali e della superficialità relazio-
nale. Rispetto alla vita domestica, dunque, le strategie condivise fra le
generazioni saranno tutt’altro che frequenti.
Nel periodo considerato, inoltre, si verificherà una progressiva eman-
cipazione del comportamento dei giovanissimi. Viceversa, le genera-
zioni di mezzo saranno sempre più schiacciate tra figli che eviteranno
di crescere e anziani che vivranno sempre di più.
Queste problematiche, comunque, non arriveranno a generare tensioni,
fino a conflitti, fra gli anziani e le generazioni più giovani.
Non va però sottovalutato che, in una situazione come quella italiana,
con una altissima percentuale di famiglie caratterizzate dalla proprietà
della casa (che costituirà un dato fondamentale di sicurezza e di be-
nessere), vi saranno – soprattutto nel ceto medio – conflitti tra le gene-
razioni rispetto:
- all’uso degli spazi e al modo di organizzare l’abitazione e la convi-
venza domestica;
- al passaggio di proprietà e alle decisioni testamentarie;
- a pratiche come l’uso dell’alloggio in “nuda proprietà”.
Legami allentati
Il tema dell’abitazione sarà centrale per le persone anziane in condi-
zioni di quasi autosufficienza che vivranno in contesti scarsamente
comunitari, anonimi. Tenderà ad indebolirsi e a venir meno, in queste
situazioni, la vita domestica tradizionale, in funzione della separatezza
sociale di molti anziani.
Per queste persone si attueranno soluzioni che consentano di ricostrui-
re dei contesti comunitari, di condivisione, e di reciproco aiuto, supe-
rando il rischio di isolamento.
42
43. La capacità di invecchiare
Nelle situazioni caratterizzate da redditi medio-alti la vita domestica
sarà organizzata con ambiti di rispettiva autonomia ed eventuali spazi
comuni. Diversamente, gli anziani soli, poveri, senza cultura e stru-
menti continueranno ad essere isolati in casa (fino ai casi limite dei vi-
cini che si accorgono della loro morte solo a settimane di distanza dal
fatto).
Vedremo dunque gli anziani ricchi e colti uniti in reti virtuali e reali
per la socializzazione, il tempo libero, la cultura e nuove attività lavo-
rative: al contrario che per gli altri, vi sarà la possibilità di una crescita
della loro mobilità spaziale e psicologica.
Per le persone anziane di modesta condizione sociale si avranno diffi-
cili vicende di solitudine e di scarsità di risorse: questo riguarderà so-
prattutto le donne anziane. Tuttavia queste ultime avranno maggiori
competenze pratiche e capacità di adattamento rispetto agli uomini
quando si troveranno nella condizione di vita in una famiglia uniper-
sonale.
Per gli “over 80”, fase della vera necessità di cura per problemi di au-
tosufficienza, si diffonderanno soluzioni abitative che mettano queste
persone vicino ad altri, in grado di occuparsi almeno in parte di loro,
evitando così di scaricare il problema sui servizi pubblici. Tuttavia,
tali soluzioni saranno abbastanza rare nel nostro Paese.
43
45. LAVORO E VITA DOMESTICA
Lavoro periferico
L’evoluzione del rapporto tra spazio domestico e di lavoro dipenderà
molto da fattori di contesto, come la tendenza delle persone anziane a
rendere l’abitazione il nucleo dentro il quale ci si rinchiude.
L’integrazione tra spazio lavorativo e spazio abitativo non risentirà
comunque tanto dell’invecchiamento della popolazione, quanto
dell’influenza di altre tendenze:
- la polarizzazione per età: cioè nelle città vivranno prevalentemente
gli anziani benestanti, mentre i giovani abiteranno fuori;
- il fatto che le città continueranno a funzionare come una piattafor-
ma di attività di persone che vengono da fuori (ma vi saranno fatto-
ri culturali che giocheranno a favore dell’integrazione), quindi
l’architettura e l’urbanistica saranno chiamate ad affrontare in par-
ticolar modo queste tipologie di problemi.
Il non-luogo di lavoro
L’evoluzione del rapporto fra abitazione e ambiente di lavoro verrà
dominato nel prossimo quinquennio dall’impatto della tecnologia, che
rappresenterà il primo motore del mutamento.
Il fatto stesso di essere in grado di connettersi aumenterà la pressione
sociale creata dalla tecnologia, cosicché il tempo di connessione dei
lavoratori aumenterà progressivamente.
Per una quota crescente di persone verrà meno la tradizionale contrap-
posizione tra abitazione e luogo di lavoro. L’ambiente di lavoro diver-
rà soprattutto più virtuale: nel senso che sarà qualcosa che ci portiamo
ovunque andiamo.
L’ufficio vagante
Abitazione e ambiente di lavoro saranno sempre più collegati fra loro
grazie alla rete, cosicché un ambiente di lavoro interattivo con
l’esterno sarà presente in un numero sempre maggiore di abitazioni.
45
46. Vivendo modelli di vita e di lavoro “flessibili”, o “precari”, molti e
molte alterneranno fasi in cui il luogo prevalente sarà l’abitazione e
altre fasi in cui via via si avranno diversi sedi e contesti di svolgi-
mento delle attività lavorative (grazie alle tecnologie già esistenti, co-
me il laptop, il cellulare, il wireless, etc.).
Il lavoro da casa sarà difficile solo per quelle persone anziane che fa-
ranno fatica a relazionarsi con il computer.
L’ufficio leggero
L’ambiente domestico manterrà essenzialmente le sue caratteristiche
statiche, mentre gli aspetti dinamici all’interno delle abitazioni rimar-
ranno prevalentemente circoscritti alle opportunità tecnologiche. Non
dovranno dunque essere costruite case più grandi per poter portare il
lavoro a casa.
Anche in funzione di questa leggerezza di impatto, si lavorerà sempre
di più a casa, dove il grado di isolamento consentirà di concentrarsi e
quindi di raggiungere un maggior grado di efficacia.
Il lavoro da casa, infatti, non verrà visto come momento di passaggio
tra vita lavorativa e la pensione, ma come una opzione di lavoro alter-
nativa che eviterà alle donne con compiti di cura (figli piccoli, genitori
anziani) di passare otto ore in ufficio.
46
47. I RAPPORTI FAMILIARI
Non è un albergo
Nei prossimi anni l’abitazione e la vita familiare saranno sensibili
all’influenza delle tendenze socioculturali, poiché gli individui avran-
no difficoltà a trovare piena soddisfazione dei propri bisogni nel con-
testo esterno, quello delle comunità di riferimento.
Nonostante i numerosi cambiamenti, dunque, continuerà ad esservi
una “vita domestica”: la casa resterà qualcosa di assai più importante
del luogo in cui verranno soddisfatte le esigenze proprie fisiche.
Il costo del cambiamento
Nelle trasformazioni della vita domestica – e nelle loro conseguenze
per la vita degli uomini e delle donne – si manifesteranno differenze in
relazione al censo, poiché i più poveri saranno costretti a un assetto
più tradizionale.
Per le categorie sociali in pesanti situazioni abitative, eventualmente
isolate o “segregate” in quartieri poveri di attrezzature e servizi, con
risorse finanziarie insufficienti, saranno difficili sia i rapporti, sia le
possibili soluzioni, tanto per coloro che invecchieranno, quanto per
chi assisterà gli anziani.
D’altronde, la diversificazione delle tipologie di lavoro, delle sedi del
lavoro e dell’assetto familiare (famiglie allargate), metterà in crisi il
modello di famiglia patriarcale.
A breve termine, l’accentuazione delle disuguaglianze rafforzerà la
necessità di affrontare i problemi della popolazione “longeva” nel
contesto delle politiche pubbliche.
Troppo “vecchi” per aiutare
Per motivi di sussistenza economica, nelle famiglie lavoreranno sia gli
uomini sia le donne, ed assisteremo dunque ad una minor divisione del
lavoro domestico. Sempre più gli uomini, quindi, svolgeranno funzio-
ni prima riservate solo alle donne.
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48. Ma questo, in realtà, avverrà soprattutto nelle classi di età più giovani.
Una distribuzione paritaria dei compiti “di cura” tra donne e uomini,
una ridefinizione dei ruoli tradizionali, diverranno un tratto culturale
che si farà via via più condiviso e più riconoscibile nell’insieme della
nostra società, ma su un termine più lungo dei cinque anni che stiamo
qui considerando.
Lavori domestici? Un gioco da ragazzi
Nel breve termine, oltre che ad una crescente consapevolezza della
necessità di intervenire sull’organizzazione del tempo e sulla divisione
del lavoro domestico, assisteremo soprattutto ad una crescita progres-
siva della percentuale degli uomini che aiuteranno nei lavori di casa. I
padri, comunque, evidenzieranno il loro ruolo soprattutto nel tempo
libero e in attività sportive e di gioco dei propri figli.
Ma divenendo più elevato il tasso di partecipazione femminile al lavo-
ro, l’aumento del coinvolgimento nella gestione domestica non inve-
stirà solo i compagni delle donne lavoratrici, ma tutta la famiglia. Ciò
comporterà difficoltà familiari, a causa della richiesta di flessibilità nei
confronti delle esigenze del lavoro e della contemporanea assenza di
servizi.
D’altronde, il problema non verrà risolto solo aggiungendo lavoro, ma
anche sottraendo impegni. Ad esempio, sarà dedicato minor tempo
alla cucina e, in virtù di ciò, si svilupperanno i cibi precotti e aumente-
rà la tendenza a consumare cibi all’esterno di casa.
Supporti pubblici e privati
Si avrà una pluralità di modelli di organizzazione familiare, determi-
nati dalla disponibilità di risorse finanziarie, dal livello di istruzione,
di salute, dal contesto familiare, dal luogo in cui si vive. Un contributo
positivo, d’altronde, verrà dal fatto che sempre più l’economia dome-
stica si baserà su multiple sorgenti di reddito.
Al di là della composizione familiare, l’affidamento dei bambini ai
nonni da parte di coppie che lavorano diverrà sempre più frequente.
Ciò, fra l’altro, farà diminuire contemporaneamente la domanda di
servizi di custodia dei minori e quella di assistenza e compagnia per
gli anziani.
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49. L’assistenza domiciliare rappresenterà il setting assistenziale sociosa-
nitario più efficace per garantire la permanenza al domicilio privato
dell’anziano con co-morbilità e disabilità, permettendo ai parenti di
assicurare periodi di assistenza o di compagnia senza rinunciare al
proprio lavoro.
Anche i temi e le politiche delle pari opportunità troveranno attuazio-
ne nei prossimi anni, seppure con disomogeneità tra diverse aree del
Paese e gruppi sociali.
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50. L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO
Per te non c’è posto
In termini di metratura avremo case sempre più piccole, anche per gli
alti costi delle abitazioni. Come conseguenza frequente vi sarà quella
che sempre meno gli anziani verranno ospitati nelle case della genera-
zione successiva.
Le famiglie più piccole, composte da una o due persone, essendo più
atomizzate, risentiranno in misura minore del problema dell’organiz-
zazione del tempo e dall’uso dello spazio.
Le case unifamiliari svilupperanno modelli propriamente dedicati agli
anziani, che prevederanno:
- spazi autosufficienti (zona notte e bagno) al piano terra per evitare
le scale;
- bagni ergonomici;
- strumentazione elettronica per il controllo delle funzioni della casa.
Complessità familiari
L’uso dello spazio tenderà a basarsi su una divisione per funzioni rea-
li, evitando quella legata a stereotipi (soggiorno, pranzo, cucina, letto)
ed assisteremo al sommarsi di più funzioni nello stesso spazio, in ore
diverse della giornata: un po’ come già succede nelle case giapponesi.
In futuro le famiglie tenderanno a conciliare l’integrazione funzionale
e la vicinanza affettiva con la distanza fisica: anziché puntare su case
grandi in cui vivere tutti insieme, si punterà su abitazioni piccole, ma-
gari vicine fra loro, in cui ciascun membro della famiglia potrà trovare
spazi adeguati.
Le tecnologie supporteranno l’attività domestica dando la possibilità
di fare la spesa su Internet e lavorare in parte da casa: tuttavia, questi
elementi costituiranno solo un aiuto parziale, poco decisivo.
Le applicazioni di domotica saranno circoscritte a specifici ambienti
delle grandi città o delle residenze esterne stabili, e nel periodo consi-
derato rimarranno limitate alle élite.
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51. La forza dei legami deboli
La necessità di avere nell’abitazione spazi diversi con possibilità di
relazioni completamente diverse sarà causa di molti problemi e vi sa-
ranno conflitti per il territorio del tipo “giù le mani dalla mia stanza”.
La vita domestica sarà sempre più improntata a un certo grado di indi-
pendenza: sarà come se vi fossero tre persone che abitano nella stessa
casa che però vivono quasi indipendentemente l’uno dall’altro, con
propri spazi, come individui “accoppiati con legami leggeri” (“loosely
coupled”). Quindi nell’abitazione vi sarà molta più attenzione alla
creazione di zone di “vita indipendente” rispetto alle varie componenti
della famiglia.
Micronomadismo familiare
Vi sarà frequentemente mobilità, più o meno periodica (per motivi di
studio, di uso ricreativo degli spazi, o solo per essere vicini ai membri
più isolati della famiglia) fra le diverse abitazioni in cui la famiglia ri-
siede: saranno soprattutto i membri più giovani delle famiglie a mette-
re in atto questa mobilità provvisoria e facilmente reversibile, durante
la quale si porteranno dietro un piccolo patrimonio sempre più
“smaterializzato” di oggetti personali (Ipod, videofonino, pen drive
con libri e esercizi di scuola, etc.).
La mobilità leggera, rapida, reversibile, il micronomadismo intrafami-
liare, rappresenteranno un’efficace valvola di sfogo per i rapporti fra
genitori e figli, ma saranno anche un potente strumento di integrazione
degli anziani nel resto della famiglia.
51
52. Coabitare senza incontrarsi
Allorché le famiglie comprenderanno tre generazioni, anziani, adulti e
giovani – dopo i quattordici anni – svolgeranno vita separata. Anche
perché gli anziani avranno il loro punto di riferimento soprattutto in
casa e i giovani soprattutto fuori casa.
Ciò comporterà una forte elasticità degli orari all’interno della fami-
glia, dati i vincoli imposti dai compiti routinari (lavoro e scuola, in
particolare). Si tenderà sempre di più a individualizzare l’organizza-
zione del tempo, cosicché la famiglia sarà fatta di individui che si in-
crociano nello spazio domestico.
Spazio maggiore rispetto all’attuale verrà riservato al tempo libero.
Spesso, tuttavia, esso sarà trascorso in casa e la pay-tv occuperà spazio
via via maggiore rispetto alle tv generaliste.
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53. FAMIGLIE E BADANTI
Multiculturalismo assistenziale
I vecchi in precarie condizioni di salute vivranno, in moltissimi vasi,
soli o accuditi da badanti. In Italia la soluzione generalizzata per
l’emersione dei bisogni dell’età più avanzata sarà il ricorso a colf e
badanti. Ma, rispetto a ciò vi sarà una fascia di esclusi, quelli che sa-
ranno privi di risorse per ricorrere al privato nelle sue varie forme.
Vi sarà dunque una crescente richiesta di personale per l’assistenza
domiciliare, che incrementerà i flussi migratori. Con il progresso eco-
nomico dei paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani, diminuirà la
quota delle badanti provenienti da tali paesi, mentre aumenteranno le
badanti provenienti dall’Asia sudorientale e dall’America Latina.
Presenze preziose
Sempre più, quindi, l’immigrazione svolgerà, attraverso il mercato la-
vorativo, quel tipo di servizi che tipicamente venivano assolti dalla
famiglia (collaborazione domestica, assistenza anziani o bambini,
etc.).
Gli anziani con badanti, inoltre, avranno meno necessità di servizi
pubblici, poiché saranno anche quelli con un reddito medio-alto e spa-
zi adeguati per ospitare il personale.
Le famiglie mononucleari (una sola persona anziana, in generale don-
na) tenderanno a accogliere una persona di cura a titolo oneroso. Le
esigenze – di spazio, di agio, di prestazioni sociali – di queste persone
aggiuntive, ora estremamente ridotte, aumenteranno. Tuttavia, si può
escludere che, per il quinquennio considerato, la cura degli anziani tra
le mura domestiche richieda case più grandi di quelle che oggi caratte-
rizzano questo gruppo sociale.
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54. Persone o robot?
La presenza crescente delle badanti nelle famiglie degli anziani disin-
centiverà il ricorso a tecnologie sofisticate per le case, poiché il lavoro
a basso costo che esse metteranno a disposizione rappresenterà
un’alternativa efficace:
- tanto ai costi economici (di acquisto dei nuovi prodotti);
- quanto ai costi sociali (di apprendimento dell’uso degli strumenti
domotici), particolarmente elevati per gli anziani.
Questa tendenza sarà particolarmente forte nelle famiglie caratteriz-
zate da un’istruzione media modesta.
Tuttavia, la presenza della badante, introducendo nella famiglia
dell’anziano una presenza giovane (e frequentemente caratterizzata da
un livello culturale medio e disponibilità all’apprendimento), rappre-
senterà in molti casi un fattore di supporto alla decisione di acquistare
elettrodomestici più sofisticati. Ciò sarà particolarmente vero laddove:
- il livello economico degli anziani sia medio o alto;
- nella famiglia dell’anziano vi siano soggetti con una spiccata pro-
pensione ad utilizzare tecnologie avanzate.
Nei prossimi anni, comunque, si effettueranno i primi esperimenti con
robot-badanti.
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56. FRA PUBBLICO E PRIVATO
Anziani che restano in piedi
La crescente longevità modificherà i tradizionali stereotipi culturali
sugli “anziani” e i modelli di comportamento (ad esempio, si perderà
l’usanza di cedere il proprio posto in autobus a una persona
“anziana”).
Anche una quantità crescente di anziani, d’altronde, adotterà modelli
di comportamento radicalmente differenziati da quelli tradizionali:
- aumenteranno rapidamente quelli capaci e propensi ad utilizzare in
maniera evoluta le tecnologie della comunicazione;
- diventeranno progressivamente uno dei target più importanti per il
settore turistico, per le tipologie più sofisticate e remunerative (turi-
smo culturale, sportivo, ecologico, etc.);
- abbandoneranno il lavoro più tardi dello stretto indispensabile e ri-
marranno attivi anche dopo il pensionamento (nel volontariato, ma
anche nella libera professione);
- avranno consumi culturali paragonabili a quelle delle fasce più gio-
vani, per la percentuale di reddito che saranno disponibili a spen-
dervi (ma non per l’attenzione rivolta alla produzione internazio-
nale).
Corpi sdoganati
Gli stili di vita saranno differenziati per fasce d’età (giovani, adulti e
anziani). Gli anziani troveranno sempre più possibilità di sfogare le lo-
ro richieste, poiché di tale numerosità terranno ben conto, sotto il pro-
filo economico, gli industriali.
I maschi over sixty saranno già “sdoganati”, in termini di diritto a
continuare a vivere una vita piena, attiva, affettivamente e sessual-
mente soddisfacente. Nei prossimi anni vi saranno i primi segni di
“sdoganamento” delle donne over fifty.
Un fenomeno culturale importante consisterà in un progressivo slitta-
mento in avanti dell’età considerata “anziana”: si diventerà social-
mente e psicologicamente vecchi sempre più tardi. Continueranno a
56
57. svilupparsi le tecniche cosmetiche e di chirurgia estetica che manter-
ranno fisico, corpo e aspetto più giovane.
Si esorcizzeranno la sofferenza e la morte. La generazione più giova-
ne, in particolare eviterà di assumersi la responsabilità verso la soffe-
renza degli anziani, che verranno scaricati su strutture dedicate.
È da escludere, d’altra parte, che parti consistenti della popolazione
anziana facciano propria una visione utopistico-altruistica-innovativa,
tipicamente “giovane”, del mondo.
Il declino del progresso
L’aumento dell’età media del corpo elettorale produrrà un maggiore
orientamento generale verso ideologie conservatrici, piuttosto che
progressiste ed innovative. Le ideologie conservative saranno forte-
mente caratterizzate in termini di sicurezza, di garanzia e di chiusura
culturale.
La partecipazione alla vita pubblica seguirà un circolo vizioso: le per-
sone più anziane, che saranno più passive dal punto di vista politico,
essendo in superiorità numerica, influiranno di più sulla costituzione
delle maggioranze governative. Questo avrà una ricaduta sulle popola-
zioni più giovani che si troveranno in minoranza numerica e a vivere
in famiglie più piccole.
Un’etica pietosamente soppressa
Sul piano dell’etica crescerà l’attenzione sulla questione di chi decide-
rà nell’ambito dell’“eutanasia”, della “libertà di scelta”, del “testa-
mento biologico”. Il riferimento a situazioni di altri paesi segnerà un
percorso sempre più consapevole su questi problemi, sebbene in Italia
continueranno gli scontri ideologici e i “giochi” di spettacolarizzazio-
ne mediatica. Nei prossimi cinque anni, in effetti, stenterà ad avanzare
l’etica laica.
Assisteremo, inoltre, ad un inaridimento dell’etica pubblica e della
presa in carico dei problemi collettivi. Ciò sarà determinato:
- dalla mancanza di occasioni per i giovani di confrontarsi con i pro-
blemi collettivi;
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58. - dal fatto che le persone più anziane saranno condizionate dalla tv e
diverranno sempre più determinanti a livello politico.
Nel prossimo quinquennio l’individualismo, inoltre, rappresenterà una
caratteristica prevalente della popolazione, a prescindere dall’età.
Inquinamento delocalizzato
Nel corso dei prossimi anni l’ambiente smetterà di essere un problema
sostanzialmente ignorato dalla collettività.
A livello microsociale, la questione ambientale porterà a fare delle
scelte etiche e consapevoli. Per questa ragione, vi sarà una crescente e
vivissima attenzione ai materiali “bio” e soprattutto al risparmio ener-
getico e alla climatizzazione. In tal senso sarà importante il contributo
della domotica, che punterà sul risparmio energetico.
Si presenteranno atteggiamenti schizofrenici cosicché, ad esempio, si
chiederà alle autorità pubbliche maggiore attenzione alle problemati-
che ambientali, ma proseguiranno comportamenti individuali poco ri-
spettosi dell’ambiente.
Ad esempio, si continuerà a far realizzare i prodotti ad alto impatto
ambientale nei paesi via di sviluppo, in vista dei risparmi sui costi di
produzione.
58
59. IL VALORE DELLA SICUREZZA
Una qualità da paura
Da qui al 2012 la qualità della vita verrà percepita soprattutto in ter-
mini negativi, anche per effetto della “cultura” prevalente caratteriz-
zata da semplificazioni e da messaggi inquietanti.
Paura e inquietudine rappresenteranno i principali connotati della di-
mensione immateriale della qualità della vita. Tali stati d’animo si
manifesteranno soprattutto nei confronti del fenomeno immigrazione.
Gli “altri”, verranno visti, spesso, più come una potenziale minaccia
che come una possibile risorsa. Si accentueranno quindi i comporta-
menti “razzisti” (anti-rom, anti-extracomunitari).
Nel breve termine, la paura del nuovo (nuove popolazioni di immi-
grati) genererà una maggiore chiusura in favore della sicurezza.
Vicini e sconosciuti
Nei prossimi anni si verificheranno situazioni di conflitto nei confronti
di immigrati da parte di residenti “autoctoni” che si sentiranno minac-
ciati nelle loro abitudini.
Più in generale, si consoliderà un’atmosfera di crescente “razzismo
anti-immigrati”. A breve termine si creeranno tensioni abbastanza
forti, come in tutti i paesi in cui l’immigrazione raggiunge una certa
dimensione.
La compresenza di gruppi etnici e culturali diversi avrà a volte riflessi
negativi dal punto di vista della sicurezza percepita (come nel caso
della ChinaTown di Milano).
Il rischio dimenticato
I conflitti sociali avranno come diretta conseguenza sulla vita dome-
stica:
- una progressiva chiusura in casa;
59
60. - lo spostamento abitativo verso zone che siano omogenee dal punto
di vista sociale;
- il proteggersi con sistemi di allarme per una ricerca di maggiore si-
curezza.
I conflitti, peraltro, nasceranno soprattutto dalla mancanza di attenzio-
ne collettiva a fenomeni quali:
- l’immigrazione;
- la progressiva individualizzazione.
L’immigrazione, in effetti, rimarrà nei prossimi anni un fenomeno
privo di un’efficace gestione, trascinando con sé molti fenomeni ne-
gativi derivanti dalla scarsa o mancata integrazione, in particolare:
- l’aumento della delinquenza;
- l’insicurezza della popolazione.
Sulla questione della sicurezza, nei prossimi anni, vi sarà un accentua-
zione di aspetti legati al controllo (di polizia, di telecamere). Ma per
affrontare realmente il problema si renderà necessario un investimento
sia nella ricostituzione di legami comunitari sia nell’uso degli spazi da
parte della popolazione.
Forti squilibri e tensioni sociali deriveranno, in particolare, dalla diffi-
coltà ad integrare la conoscenza delle persone di altre nazionalità nel
milieu culturale delle famiglie.
Il più forte bisogno del debole
Nel corso dei prossimi anni i temi della sicurezza resteranno in primo
piano.
Gli anziani continueranno ad essere un segmento della popolazione
debole, esposto più di altri a subire azioni criminose: furti, truffe, in-
timidazioni. Per questi motivi aumenterà, soprattutto fra loro, il biso-
gno di sicurezza.
La percezione dell’esigenza di sicurezza aumenterà, peraltro, anche in
relazione al miglioramento delle condizioni di benessere materiale.
La risposta a tale esigenza:
- in parte si manifesterà in forma individuale: maggiori dispositivi di
sicurezza presso le abitazioni;
- per altri aspetti, sarà di gruppo (presso il luogo di lavoro, il condo-
minio);
- ma soprattutto verrà richiesta all’autorità pubblica.
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61. Presi nella rete
Nel corso dei prossimi anni aumenteranno l’attenzione e il dibattito ri-
spetto ai temi della privacy.
L’esigenza di rispetto della privacy diverrà più acuta soprattutto nei
confronti delle istituzioni pubbliche e delle entità private, che tende-
ranno sempre più ad entrare in possesso di dati individuali (integra-
zione di basi di dati pubbliche, comportamenti selettivi delle assicura-
zioni e delle banche basati su informazioni individuali, marketing e
vendite telefoniche).
Si avrà un “effetto Grande Fratello” e, con la violazione sistematica
della privacy, assisteremo a:
- l’ulteriore diffusione delle telecamere;
- l’utilizzo delle informazioni derivanti da ogni forma di pagamento
elettronico;
- il controllo di e-mail e telefonate;
- il controllo della localizzazione mediante il telefonino e l’auto.
Il Google Map sarà sempre più occhiuto e a livelli altissimi di defini-
zione e di aggiornamento (si troveranno fotografate le ciabatte lasciate
ieri sul terrazzo).
Si creeranno situazioni di conflitto sul rispetto della privacy; e, in fun-
zione di ciò verrà chiesta una maggiore tutela. Vi saranno – fra l’altro
– sempre più furti di identità e truffe via Internet.
Tuttavia, le persone non rinunceranno alle comodità (ad es. cellulare)
e ai servizi (come la sicurezza e la sanità) in favore di una maggiore
privacy.
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63. LA QUALITÀ DELLA VITA
Qualità convergente
La qualità della vita tenderà nei prossimi anni complessivamente a
migliorare, grazie:
- sia all’azione pubblica, che, nonostante l’ostacolo del vincolo fi-
nanziario, interverrà sulla cura del paesaggio, l’attenzione ambien-
tale, la qualità dei servizi pubblici;
- sia al cambiamento dei comportamenti individuali, che esprimeran-
no nel prossimo futuro migliori stili di vita e maggiore attenzione
alla salute (cosicché, per migliorare la qualità della vita, faremo a
volte dei passi indietro rispetto ad alcune condizioni di apparente
qualità, come l’uso eccessivo delle auto).
In alcune aree, dunque, il buon funzionamento del settore assistenzia-
le, e in generale dell’apparato pubblico, avrà delle ricadute positive
sulla qualità della vita. Vi saranno quote della popolazione che, grazie
a ciò, se la caveranno bene anche in età avanzata e in condizioni di
salute invalidanti.
Qualità divergente
Nonostante questi cambiamenti e il continuo arrivo di nuovi prodotti,
di buona qualità e di pronto uso, che contribuiranno a migliorare la
qualità della vita, nei prossimi anni le differenze sociali rispetto al
soddisfacimento degli aspetti materiali tenderanno ad accentuarsi.
A breve termine, infatti, la qualità della vita nei suoi aspetti materiali
continuerà a dipendere soprattutto dalle risorse disponibili, con parti-
colare riferimento a:
- i beni accumulati nel corso della vita;
- il livello del reddito o della pensione;
- il sostegno familiare (e quindi dalle tradizioni, in alcuni casi ancora
piuttosto forti, di solidarietà);
- il livello di istruzione.
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64. L’unicità di massa
Il lato immateriale della qualità della vita sarà ricco di contrasti e con-
traddizioni. Assisteremo, ad esempio, ad una situazione apparente-
mente paradossale sul versante dei consumi:
- da un lato vi sarà, in molti campi, uniformazione;
- dall’altro le persone sceglieranno sempre di più il proprio mondo
(la propria personalità, quello che vogliono vedere, quando lo vo-
gliono vedere, la “customization”).
In effetti, utilizzeremo sempre più canali di comunicazione e consumo
massificati, ma “customizzandoli”.
Isolamento fisico, legami virtuali
Tra gli aspetti immateriali più negativi del prossimo futuro vi sarà la
difficile esperienza del vivere soli, con l’impoverirsi delle relazioni e
il modificarsi delle abitudini.
Un’occasione di miglioramento verrà invece dal rapporto fra le impre-
se della conoscenza e il proprio personale. Queste imprese avranno
sempre più bisogno di stare vicino alle città e ai luoghi vitali, creativi,
alle università e alla cultura: perciò avranno anch’esse interesse a mi-
gliorare la qualità della vita urbana. Uno degli elementi di questa ten-
denza è che si andrà sempre di più verso una decentralizzazione del
luogo di lavoro.
Infine, sul piano dell’immateriale, si verificherà un progressivo orien-
tamento della qualità della vita sul mondo virtuale.
La capacità di star bene
Sul miglioramento del benessere fisico influirà l’adozione più fre-
quente di stili di vita salutisti: per invecchiare in buona salute si dif-
fonderanno stili di vita più efficaci, come ad esempio l’attività fisica e
la dieta bilanciata e normocalorica.
Le giovani madri, gli scolari e gli studenti si convinceranno a seguire
questi stili di vita, riducendo drasticamente – sebbene sul lungo termi-
ne – l’incidenza del diabete, delle malattie cardiovascolari, delle neo-
plasie, delle artropatie, etc.
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65. Un progresso analogo nei comportamenti sarà impossibile, almeno nel
medio termine, fra gli adulti maschi e gli anziani di entrambi i sessi.
Finché c’è la salute, c’è poco
L’accrescimento della longevità e dell’efficienza delle persone in età
avanzata non si tradurrà automaticamente in un miglioramento della
qualità della vita: ad esso, infatti, dovranno contribuire anche fattori
differenti, quali il mantenimento dei rapporti di amicizia e di solida-
rietà.
Prima dei novanta anni, comunque, aumenterà la quota di anziani in
condizioni di buona salute. Diminuirà quindi l’impatto psicologico e
sociale sulle famiglie e sull’ambiente circostante. Dopo i novanta, vi-
ceversa, le condizioni di salute si degraderanno velocemente. Dunque,
anche laddove le esigenze (vitali e terapeutiche) per la sopravvivenza
saranno molto limitate:
- aumenteranno fortemente le esigenze di accudimento;
- ci si dovrà abituare a lungodegenze domestiche.
Benessere sociale e benessere economico
Ulteriori differenze sociali verranno dal contributo dell’anziano alla
famiglia, elemento questo che potrà essere assai rilevante in molte si-
tuazioni. In tal senso, gli anziani autosufficienti che vivranno in fami-
glia eserciteranno un ruolo di aiuto e di sostegno (cura dei nipoti, la-
vori domestici, contributo economico), partecipando al benessere e
alla qualità della vita della famiglia. Al contrario, gli anziani scarsa-
mente autosufficienti che vivranno in famiglia peseranno sull’orga-
nizzazione familiare abbassando la qualità della vita dei suoi membri.
La qualità della vita dell’anziano, come per il resto della società, evol-
verà accentuando le disuguaglianze sociali:
- da una parte anziani benestanti, con elevati redditi da pensione,
proprietari di beni immobili che godranno di un tenore di vita supe-
riore e potranno aiutare finanziariamente figli e nipoti;
- dall’altra anziani indigenti, con bassi redditi, abitazioni in affitto
che si concentreranno sull’aiuto di figli e nipoti per il loro sosten-
tamento.
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66. L’USO DEL TEMPO LIBERO
“Staccare” poco, “staccare” del tutto
Il confine tra lavoro e tempo libero – come già detto – tenderà ad as-
sottigliarsi ulteriormente. Molti professionisti staranno costantemente
attaccati al cellulare o al computer, facendo aumentare ulteriormente il
numero delle ore dedicato al lavoro, con il risultato che si continuerà a
lavorare oltre il tempo canonico.
Nonostante ciò, agli adulti non mancherà la disponibilità di tempo li-
bero, anzi si attribuirà ad esso un crescente valore, soprattutto da parte
delle classi superiori e medio superiori. L’allungarsi della vita media,
infatti, amplierà il tempo libero nel corso della vita.
A tali tendenze si accompagnerà una certa disponibilità finanziaria da
destinare al tempo libero, quanto meno in termini aggregati: aumente-
rà la rilevanza dei luoghi di incontro collegati a servizi, poiché le per-
sone – anche in questo caso, soprattutto i più abbienti – ceneranno
sempre meno a casa. Grazie ai prezzi contenuti, vi sarà un forte svi-
luppo del fenomeno dell’happy hour nelle grandi città.
La dicotomia omologazione-segmentazione nella popolazione anziana
si estenderà anche nella fruizione del tempo libero:
- da una parte alcune forme culturali convergeranno e gli anziani
manifesteranno comportamenti ed atteggiamenti simili;
- dall’altra si svilupperanno gusti e preferenze settoriali.
La solitudine dei luoghi affollati
Nei prossimi cinque anni il tempo libero verrà speso, in termini gene-
rali:
- se è concentrato, fuori casa;
- se è diffuso, in casa (perché i servizi sempre più arriveranno in casa
– cinema, televisione fatta su misura e di qualità – cosicché dimi-
nuirà il bisogno di andare fuori).
Il tempo libero verrà speso all’esterno soprattutto grazie alla presenza
di elementi facilitatori come spazi pubblici, associazioni, centri com-
merciali, rete dei trasporti, pacchetti turistici.
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67. Nei prossimi cinque anni il tempo libero sarà inoltre oggetto di offerte
di mercato, miranti a raggiungere le potenziali nicchie di consumatori
delle diverse fasce di età. Si tratterà, in particolare della diffusione di:
- spazi attrezzati (piscine, campi per l’atletica ecc);
- luoghi per incontri culturali, spettacoli cinematografici e teatrali;
- strumentazione per attività sportive di vario tipo.
Fino a che vi sarà autosufficienza, si affermeranno modi nuovi – ma
spesso affettivamente poveri – di uso del tempo libero. La nuova
“piazza” sarà il centro commerciale, raggiunto con i mezzi pubblici,
dove si troverà l’aria condizionata, tanta gente, qualche servizio.
Socialità ricostruita
Vi saranno inoltre politiche pubbliche di stimolo all’uso del tempo li-
bero trascorso all’esterno, in particolare politiche mirate sulla ricosti-
tuzione degli ambiti in cui possono avvenire delle attività organizzate
di tipo comunitario. Un esempio di ciò si ritroverà nello sviluppo di
centri anziani (di luoghi in cui gli anziani possano essere coinvolti at-
tivamente nello svolgimento di alcune attività).
Per gli anziani, peraltro, risulteranno importanti anche interventi di ti-
po minimo, come disporre di un piccolo spazio di verde pubblico uti-
lizzabile sotto casa.
L’età dell’accesso
Il tempo libero fuori casa sarà caratterizzato da viaggi specifici per
target anziani e occasioni culturali, attività sportive, shopping, socia-
lità, formazione permanente per piccoli gruppi che si autodetermine-
ranno.
Una parte del tempo libero verrà destinata dagli anziani ad attività di
volontariato, che saranno socialmente apprezzate e consentiranno in-
terazioni interpersonali al di fuori dell’ambito familiare.
Aumenterà anche la richiesta di viaggi, dal momento la persona nel
tempo libero staccherà da lavoro e vorrà andare lontano (anche per
conoscere il mondo, dato che i confini diverranno sempre meno im-
portanti). Verranno sviluppate sempre di più le offerte di viaggi e sog-
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