ItaliaOggi - Martedì 16 Febbraio 2016
Intesa contro il mobbing
No a dimissioni in bianco e intolleranze
Ci sono voluti quasi nove anni per recepire da parte di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, con l’intesa sottoscritta il 25 gennaio 2016, l’accordo quadro delle parti sociali europee del 26 aprile 2007 sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro, il cosiddetto «mobbing». Pur se la legislazione comunitaria e la maggior parte di quelle nazionali hanno stabilito l’obbligo dei datori di lavoro di proteggere i lavoratori dagli episodi o comportamenti di molestia e violenza di natura fisica, psicologica e/o sessuale (anche se in Italia il reato di mobbing è stato individuato dalla magistratura e non ancora da una legislazione specifica), le parti sociali europee hanno comunque, a suo tempo, ritenuto di stipulare un accordo con la finalità di aumentare su queste problematiche la consapevolezza dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali e di fornire agli stessi un quadro di azioni concrete per individuarle, prevenirle e gestirle, indipendentemente dalla dimensione aziendale, dal settore di attività o dalla tipologia del contratto o del rapporto di lavoro. La maggiore consapevolezza e una formazione adeguata della linea gerarchica e dei lavoratori possono infatti ridurre l’eventualità di molestie e violenza, le cui diverse forme possono essere esercitate da uno o più superiori (in questo caso si avrà il mobbing verticale o bossing) o da uno o più lavoratori (cosiddetto mobbing orizzontale), con lo scopo o l’effetto di violare la dignità della persona, di nuocere alla salute e/o di creare un ambiente di lavoro ostile. …
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Intesa contro il mobbing - ItaliaOggi, Martedì 16 Febbraio 2016
1. 39Martedì 16 Febbraio 2016
F i s m i c C o n f s a l
Il commento della Fismic sull’accordo Confindustria-Cgil, Cisl e Uil
Intesa contro il mobbing
No a dimissioni in bianco e intolleranze
di Giorgia Giva *
A
ccordo tra imprese
e sindacati contro le
molestie e la violenza
nei luoghi di lavoro.
No alle dimissioni in bianco
delle donne e no alle intolle-
ranze contro gli immigrati.
Quattro i punti fondamentali
dell’intesa tra Confindustria
e Cgil, Cisl e Uil che, dopo
nove anni, recepisce l’accordo
quadro europeo.
Ci sono voluti quasi nove
anni per recepire da parte di
Confindustria e Cgil, Cisl e
Uil, con l’intesa sottoscritta
il 25 gennaio 2016, l’accordo
quadro delle parti sociali eu-
ropee del 26 aprile 2007 sul-
le molestie e la violenza nei
luoghi di lavoro, il cosiddetto
«mobbing».
Pur se la legislazione co-
munitaria e la maggior par-
te di quelle nazionali hanno
stabilito l’obbligo dei datori di
lavoro di proteggere i lavora-
tori dagli episodi o comporta-
menti di molestia e violenza
di natura fisica, psicologica
e/o sessuale (anche se in
Italia il reato di mobbing è
stato individuato dalla ma-
gistratura e non ancora da
una legislazione specifica), le
parti sociali europee hanno
comunque, a suo tempo, rite-
nuto di stipulare un accordo
con la finalità di aumentare
su queste problematiche la
consapevolezza dei datori di
lavoro, dei lavoratori e dei
loro rappresentanti sinda-
cali, e di fornire agli stessi
un quadro di azioni concrete
per individuarle, prevenirle e
gestirle, indipendentemente
dalla dimensione aziendale,
dal settore di attività o dalla
tipologia del contratto o del
rapporto di lavoro.
La maggiore consapevolez-
za e una formazione adegua-
ta della linea gerarchica e
dei lavoratori possono infatti
ridurre l’eventualità di mole-
stie e violenza, le cui diverse
forme possono essere eserci-
tate da uno o più superiori (in
questo caso si avrà il mobbing
verticale o bossing) o da uno
o più lavoratori (cosiddetto
mobbing orizzontale), con lo
scopo o l’effetto di violare la
dignità della persona, di nuo-
cere alla salute e/o di creare
un ambiente di lavoro ostile.
Per esempio una delle for-
me più comuni di mobbing
è quella delle dimissioni in
bianco, ovvero di quella pra-
tica illegale che costringe,
nella maggioranza dei casi, le
donne a firmare una lettera
di dimissioni all’atto dell’as-
sunzione, lettera che il datore
di lavoro utilizzerà quando
riterrà più opportuno, come
in caso di maternità o ma-
lattia. Su questo fenomeno è
intervenuto peraltro il Jobs
Act che, oltre ad ampliare le
tutele della maternità per
le lavoratrici con qualsiasi
tipologia di contratto, ha in-
trodotto una procedura con
modalità telematiche per
rassegnare le dimissioni da
trasmettere al datore di lavo-
ro e alla Direzione territoria-
le del lavoro competente: se
non si rispetta la procedura
le dimissioni e la risoluzione
consensuale del rapporto di
lavoro sono inefficaci.
Si pensi inoltre all’impatto
nell’ambiente di lavoro che
potranno creare, e già oggi
ci sono segnali inequivoca-
bili nei paesi del nord ed est
europeo, certe pulsioni di in-
tolleranza nei confronti dei
lavoratori di recente immi-
grazione.
In attuazione dell’accordo
europeo Confindustria e Cgil,
Cisl e Uil, con la intesa sotto-
scritta, hanno dunque ribadi-
to che :
- ogni atto o comportamento
che si configuri come molestie
o violenza nei luoghi di lavoro
è inaccettabile;
- è, pertanto, riconosciuto il
principio che la dignità delle
lavoratrici e dei lavoratori
non può essere violata da atti
o comportamenti che configu-
rano molestie o violenza;
- i comportamenti molesti
o la violenza subiti nei luoghi
di lavoro vanno denunciati;
- le lavoratrici, i lavoratori e
le imprese hanno il dovere di
collaborare al mantenimento
di un ambiente di lavoro in
cui sia rispettata la dignità di
ognuno e siano favorite le re-
lazioni interpersonali, basate
su principi di eguaglianza e di
reciproca correttezza.
Le parti firmatarie si sono
impegnate poi a dare un’am-
pia diffusione all’accordo,
nonché a promuovere incontri
fra le rispettive articolazioni
territoriali, confindustriali e
sindacali, per individuare le
strutture più adeguate allo
scopo di assicurare un’assi-
stenza sia dal punto di vista
psicologico sia dal punto di vi-
sta legale a coloro che siano
state vittime di forme di mob-
bing nei luoghi di lavoro.
Inoltre, sempre sulla base
dell’accordo europeo, le azien-
de sono chiamate ad adottare
una dichiarazione che sotto-
linea come inaccettabile ogni
atto o comportamento che
si configuri come molestie
o violenza nel luogo di lavo-
ro, e contenga l’impegno ad
adottare misure adeguate nei
confronti di colui o coloro che
le hanno poste in essere (mi-
sure che possono arrivare al
licenziamento, come peraltro
previsto in molti «codici di con-
dotta» o «codici etici» aziendali
attualmente in vigore).
Il follow-up sull’applica-
zione dell’accordo è infine
fornito, per il tramite delle
rispettive organizzazioni
centrali, al Comitato euro-
peo per il dialogo sociale, che
predispone annualmente un
rapporto sull’evoluzione in
corso dell’accordo e sulle mi-
sure adottate.
* Industrial relations
consultant
L’accordo tra imprese e sindacati
contro le molestie e la violenza
nei luoghi di lavoro è un’intesa
importante, ma non cambierà di
certo la desolante situazione at-
tuale perché l’accordo è fondato
solo su buone intenzioni. I pun-
ti ribaditi nell’accordo sono un
buon auspicio ma ci vuole anche
qualcosa di concreto. La Fismic da
sempre combatte al fianco di chi
subisce violenze, sia fisiche che
psicologiche, soprattutto all’in-
terno del proprio luogo di lavoro.
La Fismic è un sindacato basato
su principi come unità, serietà e
uguaglianza. È proprio per i nostri
valori, che noi della Fismic abbia-
mo creato il Dipartimento delle
pari opportunità.
Nel mese di dicembre 2009, l’in-
tera organizzazione Fismic sotto
la guida del Dipartimento pari op-
portunità ha deciso di promuovere
un’iniziativa di sensibilizzazione
sulle problematiche che affliggo-
no i lavoratori di ogni categoria,
specialmente sui temi di mobbing
e stalking.
La Fismic ha ora avviato il proget-
to di apertura di sportelli di in-
formazione e di centri di ascolto
dedicati a qualsiasi lavoratore che
voglia denunciare eventi di mob-
bing e stalking. Il fine è quello di
creareunluogosicurodoveillavo-
ratore può rivolgersi. L’obiettivo
è quello di avere uno sportello di
ascolto in ognuna delle strutture
territoriali Fismic dove saranno
presenti delle figure professionali
ad hoc che daranno supporto, sia
psicologico che legale, alle vittime
di violenza sul luogo di lavoro.
Un percorso sicuramente difficile,
ma che ha il fine di contribuire a
cambiare la mentalità che fa da
barriera a qualsiasi tipo di inte-
grazione nella nostra società.
Inoltre, la Fismic ha deciso di
promuovere un «censimento» dei
lavoratori ma in particolar modo
delle lavoratrici, per delineare e
comprendere appieno le proble-
matiche che colpiscono il lavora-
tore in azienda. Un altro scopo
del censimento è quello di com-
prendere la geografia elettorale
delle lavoratrici per andare ad au-
mentare sia il numero delle donne
che si avvicinano al sindacato per
aumentare il numero delle Rsu
Rsa donne.
Il Dipartimento pari opportunità
Fismic ha messo in campo molte
idee e soprattutto ha l’obiettivo di
offrire un aiuto concreto a chi ha
bisogno. È per questo che il Dipar-
timento pari opportunità, durante
l’Assemblea nazionale dei delega-
ti, ha chiesto una collaborazione
costante nello sposare la causa e
gli ideali che rendono oggi la Fi-
smic il sindacato realmente vici-
no ai lavoratori e alle lavoratrici,
che è in grado di far sentire ogni
singolo individuo accolto senza
discriminazioni. Un sindacato che
lotta con forza contro chi utiliz-
za le proprie posizioni di potere
per svantaggiare chi è più debole.
L’idea della Fismic, in particolare
il progetto che il Dipartimento
delle pari opportunità sta avvian-
do, è di dare voce a quella parte
«debole» che troppo spesso viene
abbandonata a se stessa. Il proble-
ma del mobbing e dello stalking
è fondato sull’abuso di potere e
fa forza sulla mancanza di «ascol-
to» e «comprensione», che troppo
spesso regna nei luoghi di lavoro.
La Fismic ha voluto creare degli
sportelli di ascolto per lanciare un
messaggio ben chiaro: «La Fismic
c’è, non siete soli, siamo qui per
ascoltarvi e lottare al vostro fian-
co, per voi e con voi!».
di Martina Romano
e Cinzia Panaro
Dipartimento pari
opportunità Fismic
Un dipartimento ad hoc, sportelli e centri per dar voce ai più deboli
Fismic
via delle Case Rosse 23
00131 ROMA
Tel: 06/71588847 - Fax: 06/71584893
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