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I sensi e la perdita di senso dell’homo technologicus.
di Elio Occhipinti
per “Scintille in Lombardia, sensi e tecniche della vita”, evento organizzato dalla Consulta
Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia presso il Museo della Scienza e della
Tecnica, Milano 6 giugno 2016.
Perché questo titolo?
Come filosofo: perché il mondo sta diventando sempre più complesso e dove
l’accelerazione dei cambiamenti, la quantità di informazioni e la globalizzazione
degli eventi e dei saperi generano sempre nuove sfide e interrogativi.
Come psicoterapeuta: perché colgo che l’esigenza dei miei clienti non è più solo
quella di affrontare un disagio psichico, come avveniva in passato, ma anche di
capire come orientarsi e trovare un senso a questo mondo che, per via della
tecnologia e delle realtà virtuali, sta cambiando e trasformando rapidamente il
nostro modo di relazionarci con gli altri e i processi con cui formiamo la nostra
identità, e che, invece di arrendersi o subire passivamente, vogliono essere attori
consapevoli di questo cambiamento.
Realtà virtuali che trovano una sempre maggiore
diffusione grazie agli enormi investimenti che
vengono fatti in primo luogo dalle industrie
militari, infatti l’addestramento si basa sempre più
sull’utilizzo di scenari virtuali per diminuire i rischi e
i danni alle persone e agli equipaggiamenti, ma la
sorpresa è data che subito al secondo posto, tra i
maggiori investitori, vengono le industrie del
porno che hanno costatato come il sesso
virtuale, sia attraverso immagini 3D sia con le
moderne tute dotate di sensori, attira nuove e
consistenti fette di mercato. Per un sesso facile
da trovare, facile da consumare, facile da gestire
e senza complicazioni relazionali.
Questo progressivo adattamento ad interagire con realtà virtuali nelle nostre attività
quotidiane è diventato talmente invasivo e “normale” che non ci rendiamo più
conto delle enormi implicazioni che questa immersione porta con sé. Infatti, come
ognuno di noi può osservare, portiamo già con noi terminali che ci consentono di
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interagire virtualmente con tutto il mondo. Con il cellulare è sempre possibile
rimanere in contatto con gli amici o il lavoro, visitare un museo o percorrere una via
sconosciuta senza muoverci di casa e via di seguito. Tutto questo lo percepiamo
come utile e funzionale ma sta creando un rilevante rapporto di dipendenza che
desta non poche preoccupazioni.
Avete presente l’iniziativa del sindaco di Vigonza, nel Padovano, che ha offerto una
gita a Gardaland in cambio della rinuncia a una settimana di cellulare? Hanno
aderito in 63 su oltre 500 studenti, circa il 15%. Come leggere questo dato? In
positivo perché c’è una piccola fetta di giovani che ha realizzato con sorpresa quanto
sia difficile ma possibile staccarsi dal cellulare o in negativo pensando alla
maggioranza degli studenti che preferisce non separarsi dai social network neanche
per pochi giorni?
Tutto questo lo dico non per demonizzare la tecnologia ma per cercare di capire
quali potrebbero essere gli scenari futuri.
Infatti, oltre la realtà virtuale e i sensi virtuali, come avete visto anche negli
interventi precedenti, la tecnologia non la indosseremo più ma sarà parte integrale
della nostra vita biologica: le nanotecnologie, le biotecnologie e la robotica sono
ormai pronte a riparare, sostituire, migliorare e potenziare il nostro corpo.
Ma come cambierà il nostro modo di percepire la
realtà quando questa si offrirà soprattutto attraverso
un terminale digitale? Come si modificherà il nostro
pensiero se le informazioni saranno mediate oltre che
dai nostri sensi anche da una tecnologia specifica non
progettata da noi?
3
Lo scenario si apre ad ulteriori interrogativi quando scopriamo che un’ingente
quantità di investimenti confluisce in programmi che permetteranno di creare dei
nostri avatar in rete. Google in testa con il suo direttore scientifico Ray Kurweill che
molti di voi conosceranno come geniale inventore, ma anche sostenitore della
Singolarità.
Già oggi è possibile aderire a ricerche in cui ci si impegna a trasferire in memorie
esterne i nostri ricordi, le impressioni, le opinioni, le foto e via di seguito. Con quale
fine? Quello di arrivare entro il 2045 ad una nostra copia digitale che agisca in rete
come un nostro doppio, ma virtuale.
Ecco perché le opinioni e i pareri su questa progressiva perdita di senso dell’uomo e
della sua umanità si stanno moltiplicando, generando un dibattito che si condensa in
una particolare riflessione: tutto ciò sta portando alla fine dell’uomo così come lo
conosciamo e all’avvento di sofisticate Intelligenze Artificiali o a nuove opportunità
per l’umanità?
4
Sta di fatto che oggi è in progressivo aumento lo stress digitale e sotto questo
termine rientrano varie dipendenze: videodipendenza, social network mania,
sovraccarico di informazioni, stress da multitasking, dipendenza dal cybersex; a cui
possiamo ascrivere numerosi disturbi quali: mal di testa, ipertensione, ansia,
attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali e
cardiocircolatori, depressione, calo del desiderio fino ad alterazioni
comportamentali e all’auto-isolamento.
Per far fronte a questo fenomeno in forte espansione, negli Stati Uniti sono state
avviate numerose iniziate tra le quali spiccano i campi di Digital Detox.
Riappropriarsi della capacità di diventare osservatori consapevoli, di fermarsi e
riflettere, di scoprire cosa accade, solo così abbiamo la possibilità di porre dei giusti
limiti all’uso delle tecnologie.
Ecco allora il senso e la necessità di sapersi disconnettere per potersi riconnettere
con consapevolezza.
Grazie.
http://www.occhipintielio.it/

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  • 2. 2 interagire virtualmente con tutto il mondo. Con il cellulare è sempre possibile rimanere in contatto con gli amici o il lavoro, visitare un museo o percorrere una via sconosciuta senza muoverci di casa e via di seguito. Tutto questo lo percepiamo come utile e funzionale ma sta creando un rilevante rapporto di dipendenza che desta non poche preoccupazioni. Avete presente l’iniziativa del sindaco di Vigonza, nel Padovano, che ha offerto una gita a Gardaland in cambio della rinuncia a una settimana di cellulare? Hanno aderito in 63 su oltre 500 studenti, circa il 15%. Come leggere questo dato? In positivo perché c’è una piccola fetta di giovani che ha realizzato con sorpresa quanto sia difficile ma possibile staccarsi dal cellulare o in negativo pensando alla maggioranza degli studenti che preferisce non separarsi dai social network neanche per pochi giorni? Tutto questo lo dico non per demonizzare la tecnologia ma per cercare di capire quali potrebbero essere gli scenari futuri. Infatti, oltre la realtà virtuale e i sensi virtuali, come avete visto anche negli interventi precedenti, la tecnologia non la indosseremo più ma sarà parte integrale della nostra vita biologica: le nanotecnologie, le biotecnologie e la robotica sono ormai pronte a riparare, sostituire, migliorare e potenziare il nostro corpo. Ma come cambierà il nostro modo di percepire la realtà quando questa si offrirà soprattutto attraverso un terminale digitale? Come si modificherà il nostro pensiero se le informazioni saranno mediate oltre che dai nostri sensi anche da una tecnologia specifica non progettata da noi?
  • 3. 3 Lo scenario si apre ad ulteriori interrogativi quando scopriamo che un’ingente quantità di investimenti confluisce in programmi che permetteranno di creare dei nostri avatar in rete. Google in testa con il suo direttore scientifico Ray Kurweill che molti di voi conosceranno come geniale inventore, ma anche sostenitore della Singolarità. Già oggi è possibile aderire a ricerche in cui ci si impegna a trasferire in memorie esterne i nostri ricordi, le impressioni, le opinioni, le foto e via di seguito. Con quale fine? Quello di arrivare entro il 2045 ad una nostra copia digitale che agisca in rete come un nostro doppio, ma virtuale. Ecco perché le opinioni e i pareri su questa progressiva perdita di senso dell’uomo e della sua umanità si stanno moltiplicando, generando un dibattito che si condensa in una particolare riflessione: tutto ciò sta portando alla fine dell’uomo così come lo conosciamo e all’avvento di sofisticate Intelligenze Artificiali o a nuove opportunità per l’umanità?
  • 4. 4 Sta di fatto che oggi è in progressivo aumento lo stress digitale e sotto questo termine rientrano varie dipendenze: videodipendenza, social network mania, sovraccarico di informazioni, stress da multitasking, dipendenza dal cybersex; a cui possiamo ascrivere numerosi disturbi quali: mal di testa, ipertensione, ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori, depressione, calo del desiderio fino ad alterazioni comportamentali e all’auto-isolamento. Per far fronte a questo fenomeno in forte espansione, negli Stati Uniti sono state avviate numerose iniziate tra le quali spiccano i campi di Digital Detox. Riappropriarsi della capacità di diventare osservatori consapevoli, di fermarsi e riflettere, di scoprire cosa accade, solo così abbiamo la possibilità di porre dei giusti limiti all’uso delle tecnologie. Ecco allora il senso e la necessità di sapersi disconnettere per potersi riconnettere con consapevolezza. Grazie. http://www.occhipintielio.it/