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RASSEGNA STAMPA
Giugno 2013
II
La Repubblica - Affari Finanza – 03/06/2013
Il Mercato del Real Estate secondo Massimo Caputi di Feidos
Il mercato del mattone in movimento negli Usa motore
spento in Italia
A SEI ANNI DALLO SCOPPIO DELLA BOLLA IMMOBILIARE NEGLI STATI UNITI
SI TORNA A COSTRUIRE E I PREZZI SONO IN SALITA. DA NOI NEL 2012
TRANSAZIONI AI MINIMI "LA CRISI È STRUTTURALE"
A quasi sei anni dallo scoppio della bolla dei mutui subprime, il
mercato immobiliare statunitense inizia a dare i primi segni di
ripresa sostenibile. Non altrettanto si può dire per molti Paesi
del Vecchio Continente e per l'Italia in particolare: la crisi -
prima finanziaria e poi economica innescata nella seconda metà del
2007 proprio dai mutui subprime Usa - continua a pesare sulle
quotazioni del mattone. La ritrovata vitalità del settore
immobiliare Usa è frutto di imponenti manovre di stimolo monetario
messe in pista negli ultimi anni dalla Federal Reserve e
dell'amministrazione di Washington che, prima di avere la meglio,
hanno dovuto fare i conti con false riprese durate tanto quanto
gli aiuti e poi evaporate non appena la mano pubblica ha tolto il
proprio sostegno. Nei primi tre mesi dell'anno, negli Stati Uniti,
l'aumento dei prezzi degli immobili è stato del 6,7% rispetto allo
stesso periodo dell' anno precedente e dell'1,9% rispetto
all'ultimo trimestre del 2012. Secondo i dati raccolti
dall'agenzia federale Federal housing finance agency (Fhfa), su
base annuale la crescita è del 7,3%. I prezzi delle abitazioni
sono ormai in rialzo da oltre un anno nelle principali aree
metropolitane statunitensi e, in media, i valori immobiliari, pur
restando distanti dai massimi del 2006, sono risaliti ai livelli
del 2003. Sono inoltre in forte ripresa le costruzioni di nuove
abitazioni, mentre sono in deciso calo i pignoramenti, che al
culmine della crisi erano diventati una vera piaga per la società
americana. «Il mercato immobiliare si è stabilizzato in molte aree
del Paese e l'attività edilizia si è rafforzata», ha spiegato
Andrew Leventis, economista della Fhfa. Di tutt'altro tenore è
invece il quadro italiano. Secondo quanto contenuto nel Rapporto
Immobiliare 2013 realizzato dall'Osservatorio del Mercato
Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con
l'Abi, nel 2012 il numero delle transazioni è sceso a 448.364
unità (25,7% rispetto al 2011), con un calo inferiore per i
capoluoghi (24,8%) e maggiore per i comuni non capoluogo (-26,1%).
A livello nazionale si tratta della peggiore performance dal 1985,
quando le compravendite furono 430mila. L'anno scorso si è inoltre
registrata una forte diminuzione del valore di scambio
complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi (-27 miliardi rispetto
al 2011). «Il mercato immobiliare italiano non ha le forze per
riprendersi nel breve periodo - certifica Massimo Caputi,
vicepresidente di Prelios con delega allo sviluppo - La crisi del
settore immobiliare registrata negli ultimi anni è diventata per
certi versi strutturale e sta costringendo gli operatori a
rivedere l'approccio nei confronti del mercato». Secondo l'esperto
appartiene ormai al passato quel modo speculativo di guardare al
business immobiliare, fatto di trading spinto in presenza di alte
rotazioni di portafoglio, di utilizzo spregiudicato della leva per
finanziare ambizioni eccessive di sviluppo e campagne acquisitive.
Per sconfiggere la crisi, soprattutto nel settore dei servizi
immobiliari, secondo Caputi «è necessario superare l'impasse
dell'incertezza normativa e fiscale che negli ultimi due anni ha
pesato in maniera eccessiva sul comparto, rischiando di tagliare
fuori l'Italia dal radar di quegli investitori istituzionali
esteri che anzi dovrebbe attrarre: oggi solo una percentuale
risibile degli investimenti complessivi mondiali in real estate,
l'1 o il 2 per mille, ha come destinazione l'Italia». Il mercato
residenziale italiano «è più connesso a queste dinamiche di quello
che si pensa: condizioni scarse di accessibilità al credito, ma
anche incertezza nelle politiche in materia di casa e stagnazione
economica non rappresentano i migliori presupposti per una ripresa
nel breve del settore residenziale, specie nei centri minori -
conclude Caputi - Mi attendo una ulteriore diminuzione dei prezzi
prima di una ripresa nel numero delle transazioni». A livello
mondiale sono soprattutto gli immobili commerciali a trainare la
ripresa del real estate. Secondo una ricerca condotta dalla
società Jones Lang LaSalle in 60 Paesi, i volumi globali degli
investimenti immobiliari nel primo trimestre del 2013 raggiungono
i 94 miliardi di dollari, con Germania, Giappone e Stati Uniti che
registrano trend molto positivi. Tutte le regioni segnalano
aumenti rispetto allo scorso anno; Americhe, Europa, Emea e Asia-
Pacifico registrano un rialzo compreso tra i 7 e gli 8 punti
percentuali. Regno Unito, Francia e Germania sono i tre mercati
europei in forma migliore. Secondo l'agenzia di rating Standard &
Poor's la crisi del mattone italiano continuerà per tutto il 2013.
A differenza di molti Paesi vicini, tuttavia, la correzione dei
prezzi sarà inferiore e già dal 2014 si potrebbe verificare
un'inversione di tendenza positiva. Nel suo ultimo studio sul real
estate nei principali Paesi europei, Standard & Poor's indica che
nel 2013 solo Germania e Belgio vedranno un segno più nei loro
valori immobiliari. I prezzi delle case in Italia dovrebbero
invece scendere dell'1,6%, dopo il -4% del 2012. Spagna, Olanda e
Francia saranno gli stati con le peggiori performance. Il 2014
dovrebbe però essere l'anno dell'inversione di tendenza, dopo
praticamente un lustro di diminuzione dei prezzi degli immobili:
con un +0,5% l'Italia figura tra i Paesi che torneranno in terreno
positivo. La Francia invece potrebbe collezionare un altro tonfo,
regolando così gli eccessi dei prezzi vissuti negli ultimi anni.
Stessa dovrebbe verificarsi per Spagna e Olanda.
Va a picco del 24% anche il segmento non residenziale
Un 2012 con segno negativo anche per il mercato immobiliare non
residenziale: sono 46.925 le unità immobiliari a destinazione
terziaria, commerciale e produttiva scambiate con un calo del 24%,
rispetto al 2011. Sono alcuni dei dati del Rapporto immobiliare
non residenziale 2013, realizzato dall'Osservatorio del mercato
immobiliare (Omi) dell'Agenzia delle entrate, in collaborazione
con l'Associazione italiana delle società di leasing (Assilea).
Terziario a -26,1% transazioni, commerciale -24,5% e settore
produttivo -19,7%.
Il Rapporto 2013 dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare di
Agenzia delle Entrate e Abi indica in 448.364 unità le transazioni
in Italia nel corso del 2012. E' la peggiore performance dal 1985
quando le compravendite furono 430mila
"Il mercato immobiliare italiano non ha le forze per riprendersi
nel breve periodo - certifica Massimo Caputi , vicepresidente di
Prelios delegato allo sviluppo - La crisi è diventata per certi
versi strutturale"
Il Sole 24 Ore - 05/06/2013
Prelios guarda all'immobile Rcs
Al lancio un fondo di fondi. Va all'estero con Ubs. La nuova
Prelios si presenta al mercato.
All'interno della nona edizione di Eire, il gruppo immobiliare
milanese, fresco di riassetto, ha anticipato le proprie strategie.
L'obiettivo è fare di Prelios una società di servizi pura, dove la
Sgr sarà uno dei perni centrali. In questa ottica Prelios Sgr e
Ubs Global Asset Management hanno stabilito una partnership per lo
sviluppo e la distribuzione di un fondo di fondi dedicato a
investitori istituzionali italiani che consenta loro di avere
accesso ai mercati immobiliari internazionali. Il fondo di fondi
consentirà a Prelios Sgr di offrire alla clientela istituzionale
la possibilità di investire, in via indiretta, anche all'estero e
in particolare nei Paesi dove Prelios non ha presenza diretta. Il
fondo prevede un primo closing a 200 milioni di euro con
l'obiettivo di arrivare a 500 milioni in due anni e sarà
focalizzato, in modo particolare sul Far East e sugli Stati Uniti.
Uno dei Paesi strategici resta la Germania «dove non usciremo:
vogliamo consolidare la nostra attività e crescere» ha
sottolineato il vice presidente di Prelios, Massimo Caputi. Il
gruppo immobiliare guarda anche a est: «Siamo presenti in Polonia,
ma guardiamo anche ad altri paesi dell'est Europa che oggi sono in
crisi e dove ci sono opportunità». L'Ad Sergio Iasi ha aggiunto
che anche in quei paesi Prelios intende soprattutto lavorare sui
servizi, ma che all'occorrenza «potremmo essere investitori, ma
per piccole quote». Iasi ha spiegato anche che «il 2013 è un anno
di transizione, è evidente che questo sarà ancora un esercizio in
perdita, dal 2014 dovrà ritornare l'utile operativo». Iasi ha
spiegato che la strategia del gruppo passa «attraverso lo
svuotamento del portafoglio investimenti nei prossimi 18-24 mesi».
Per Prelios i ricavi devono arrivare «dalla Sgr per il 30-40%, dai
Npl per il 30-40% e dai servizi per il 20-30%».
Infine l'Ad di Prelios Sgr, Paolo Scordino ha annunciato che la
società sta guardando l'immobile di via San Marco che Rcs ha messo
in vendita. La procedura, seguita da Banca Imi, prevedeva che
entro il 31 maggio dovessero arrivare le prime manifestazione di
interesse sull'immobile che indiscrezioni di mercato valutano
attorno ai 200 milioni.
MF - 05/06/2013
Un fondo per le concessioni
È LA PROPOSTA DI MASSIMO CAPUTI PER IL DEMANIO
C'è un tesoretto «di Stato» tutto da valorizzare. Riguarda i
canoni della concessioni demaniali, argomento da anni al centro
dell'attenzione degli operatori dell'immobiliare. Peccato che la
burocrazia e le lungaggini della politica finora non abbiano
permesso di individuare una soluzione definitiva per sfruttare
questo bacino potenziale e per monetizzare al massimo quanto in
pancia allo Stato italiano. E proprio durante la kermesse del
settore, Expo Italia Real Estate che si protrarrà fino a domani,
spunta la proposta di uno dei principali esperti del settore,
Massimo Caputi, sul mercato dall'inizio degli anni Novanta che
dopo l'avventura in Fimit ora è sulla tolda di comando, con il
grado di vicepresidente, di Prelios ( vedere articolo a lato ).
«Ma in questo caso parlo a titolo personale, come uomo del settore
perché non vorrei che un'operazione di sistema come quella che ho
ipotizzato possa essere in qualche modo fraintesa», dice a MF-
Milano Finanza l'ingegnere di Chieti, classe 1952. Tutto parte da
un dato di mercato: la stima condotta proprio dall'Agenzia del
Demanio sul valore dei canoni annui generati dalle concessioni
statali che ammontano complessivamente a 130 milioni. «Un valore
irrisorio se si considera il numero di concessioni di asset
pubblici e i chilometri di costa balneare oggetto di concessione»,
specifica Caputi. Mentre sulla base di stime preliminari di
specialisti del settore real estate, è ipotizzabile che
l'ammontare del canone «possa essere di 10-15 volte superiore» ai
valori attuali. Quindi per sbloccare l'immobilismo pubblico
occorre una scossa. Che può arrivare solo dal mondo privato. Ed
ecco la proposta elaborata dal manager. «Si può prevedere il
conferimento delle varie concessioni in un fondo multicomparto
della durata massima di 50 anni e gestito da una o più sgr di
adeguato e riconosciuto standing». Fatto questo step preliminare,
sostiene Caputi, si potrebbero individuare due classi di quote:
quelle di classe A, «che saranno collocate presso investitori
istituzionali non speculativi italiani ed esteri. Ai possessori di
tali quote verranno attribuiti i proventi derivanti dalla
riscossione dei canoni a oggi incassati dall'Agenzia nonché una
quota del 20% dell'incasso di quanto deriverebbe dai maggiori
canoni di quelli oggi in essere». Le altre quote, le B, «sarebbero
invece possedute, direttamente o indirettamente, dallo Stato,
dalle Regioni e dagli altri enti locali», illustra il progetto
Caputi. «A questi soggetti verrà attribuita una quota dell'80% dei
proventi derivanti dalla riscossione dei maggiori canoni derivanti
rispetto a quelli applicati oggi». Inoltre, le quote B potrebbero
poi essere «oggetto di cessione a seguito del raggiungimento di
obiettivi di valorizzazione delle strutture sottostanti il fondo».
A titolo esemplificativo, si potrebbe stimare che il valore di
conferimento delle concessioni demaniali sia di quasi 2 miliardi,
un valore calcolato applicando ai canoni attualmente percepiti uno
yield dell'8%. In soldoni, l'idea di Caputi consentirebbe agli
enti pubblici di «fare immediatamente cassa con la cessione delle
quote del fondo avendo al contempo un interessante gettito
annuale».
MF – 05/06/2013
Prelios, nuova jv con Ubs Utile operativo nel 2014
La nuova vita di Prelios parte da Sgr e npl, come ha confermato
ieri l'ad del gruppo Sergio Iasi. Non a caso, in occasione del
Prelios Day, la società ha annunciato un accordo di Prelios Sgr
con Ubs Global Asset Management per lo sviluppo e la distribuzione
di un fondo di fondi dedicato a investitori istituzionali italiani
che consenta loro di avere accesso ai mercati immobiliari
internazionali. La joint venture sarà di tipo paritetico e
prevederà una cogestione, con un primo closing fissato a 200
milioni e un obiettivo finale di raccolta di 500 milioni. Iasi
ieri ha spiegato che la mission di Prelios farà leva su alcuni
fattori, tra cui l'internazionalizzazione (e la partnership con
Ubs lo dimostra) e non a caso la nuova Prelios ha deciso di non
abbandonare la Germania come invece era stato ipotizzato dalla
precedente gestione (ma erano arrivate offerte troppo basse per
gli asset). Anzi, il vicepresidente Massimo Caputi ha confermato
che Prelios si concentrerà molto non solo sulla Germania ma anche
sulla Polonia e che sta «studiando altri Paesi dell'Est Europa
considerati molto interessanti». Diverso il discorso per quanto
riguarda gli investimenti, che saranno progressivamente
abbandonati (nell'arco dei prossimi 18-24 mesi) per focalizzarsi
sui servizi. Una transizione lenta ma inesorabile, i cui primi
effetti saranno probabilmente già visibili nel 2013 (anche se
probabilmente non il bilancio non riuscirà a chiudere in positivo)
con l'obiettivo di arrivare a registrare utili a partire dal 2014.
Oltre a sgr e servizi, l'altra leva su cui punterà Prelios sono i
non performing loans, ma anche in questo caso sempre sul fronte
dei servizi. Peraltro post riassetto di Prelios, gran parte del
capitale della società si trova nelle mani di Intesa Sanpaolo e
Unicredit, ovvero banche che si trovano a dover gestire molte
situazioni di crisi e che potrebbero trovare in Prelios il partner
ideale per la gestione dei Npl.
Corriere.it 04/06/2013
Prelios: Caputi, focus su Germania, guardiamo a est
Europa
Prelios: Caputi, focus su Germania, guardiamo a est Europa Milano,
04 giu - "Sulla Germania non usciamo, vogliamo consolidare la
nostra attività e crescere". Lo ha sottolineato il vice presidente
di Prelios, Massimo Caputi, incontrando la stampa. Il gruppo
immobiliare guarda anche a est: "Siamo presenti in Polonia e
vogliamo potenziare la nostra presenza, ma guardiamo anche ad
altri paesi dell'est Europa che oggi sono in crisi e dove ci sono
opportunità'". L'amministratore delegato Sergio Iasi ha aggiunto
che anche in quei paesi Prelios intende soprattutto lavorare sui
servizi, ma che all'occorrenza "potremmo essere investitori, ma
per piccole quote".
BorsaItaliana.it 04/06/2013
Si conclude una seduta caratterizzata da volumi sostenuti
e volatilita' abbastanza elevata.
Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,45% a
17.135 punti, il Cac-40 dello 0,13%, il Ftse 100 dello 0,51%, il
Dax dello 0,12% e l'Ibex dello 0,95%. La giornata e' stata priva
di particolari spunti, e i dati macro Usa comunicati nel
pomeriggio non hanno impattato sull'andamento degli indici. Buona
anche la performance di Prelios (+3,95%) che ha tenuto oggi il
Prelios day con Giorgio Bruno, Massimo Caputi e Sergio Iasi.
Sergio Iasi, a.d. Della societa' ha dichiarato che il 2013 sara'
un anno ancora in perdita, mentre nel 2014 si tornera' all'utile
operativo.
Prelios vede ritorno all'utile operativo nel 2014
MILANO, 4 giugno (Reuters) - Prelios ritornerà all'utile operativo
nel 2014, mentre il 2013 si chiuderà ancora in perdita. Lo ha
detto l'amministratoore delegato Sergio Iasi durante una
presentazione alla stampa.
"E' evidente che quest'anno sarà ancora un anno in perdita", ha
detto Iasi sottolineando che nel 2014 la società tornerà in utile
operativo.
Per quanto riguarda le aree di sviluppo, il vicepresidente Massimo
Caputi ha detto che Prelios si concentrerà molto su Germania e
Polonia e che sta "studiando altri paesi dell'Est Europa che sono
molto interessanti".
Paolo Scordino, Ad di Prelios Sgr, che oggi ha presentato la
partnership commerciale con Ubs Global Asset Management per lo
sviluppo e la distribuzione di un fondo immobiliare dedicato a
investitori istituzionali italiani che investirà in quote di fondi
immobiliari esteri, ha detto che la società "sta guardando"
all'immobile di via San Marco che Rcs metterà in vendita.
BorsaItaliana.it 04/06/2013
Prelios vede ritorno all'utile operativo nel 2014
Prelios ritornerà all'utile operativo nel 2014, mentre il 2013 si
chiuderà ancora in perdita. Lo ha detto l'amministratoore delegato
Sergio Iasi durante una presentazione alla stampa. "E' evidente
che quest'anno sarà ancora un anno in perdita", ha detto Iasi
sottolineando che nel 2014 la società tornerà in utile operativo.
Per quanto riguarda le aree di sviluppo, il vicepresidente Massimo
Caputi ha detto che Prelios si concentrerà molto su Germania e
Polonia e che sta "studiando altri paesi dell'Est Europa che sono
molto interessanti". Paolo Scordino, Ad di Prelios Sgr, che oggi
ha presentato la partnership commerciale con Ubs Global Asset
Management per lo sviluppo e la distribuzione di un fondo
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investirà in quote di fondi immobiliari esteri, ha detto che la
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Per Sergio Iasi utile operativo nel 2014 - Prelios Real Estate vicepresidente Massimo Caputi

  • 2. La Repubblica - Affari Finanza – 03/06/2013 Il Mercato del Real Estate secondo Massimo Caputi di Feidos Il mercato del mattone in movimento negli Usa motore spento in Italia A SEI ANNI DALLO SCOPPIO DELLA BOLLA IMMOBILIARE NEGLI STATI UNITI SI TORNA A COSTRUIRE E I PREZZI SONO IN SALITA. DA NOI NEL 2012 TRANSAZIONI AI MINIMI "LA CRISI È STRUTTURALE" A quasi sei anni dallo scoppio della bolla dei mutui subprime, il mercato immobiliare statunitense inizia a dare i primi segni di ripresa sostenibile. Non altrettanto si può dire per molti Paesi del Vecchio Continente e per l'Italia in particolare: la crisi - prima finanziaria e poi economica innescata nella seconda metà del 2007 proprio dai mutui subprime Usa - continua a pesare sulle quotazioni del mattone. La ritrovata vitalità del settore immobiliare Usa è frutto di imponenti manovre di stimolo monetario messe in pista negli ultimi anni dalla Federal Reserve e dell'amministrazione di Washington che, prima di avere la meglio, hanno dovuto fare i conti con false riprese durate tanto quanto gli aiuti e poi evaporate non appena la mano pubblica ha tolto il proprio sostegno. Nei primi tre mesi dell'anno, negli Stati Uniti, l'aumento dei prezzi degli immobili è stato del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente e dell'1,9% rispetto all'ultimo trimestre del 2012. Secondo i dati raccolti dall'agenzia federale Federal housing finance agency (Fhfa), su base annuale la crescita è del 7,3%. I prezzi delle abitazioni sono ormai in rialzo da oltre un anno nelle principali aree metropolitane statunitensi e, in media, i valori immobiliari, pur restando distanti dai massimi del 2006, sono risaliti ai livelli del 2003. Sono inoltre in forte ripresa le costruzioni di nuove abitazioni, mentre sono in deciso calo i pignoramenti, che al culmine della crisi erano diventati una vera piaga per la società americana. «Il mercato immobiliare si è stabilizzato in molte aree del Paese e l'attività edilizia si è rafforzata», ha spiegato Andrew Leventis, economista della Fhfa. Di tutt'altro tenore è invece il quadro italiano. Secondo quanto contenuto nel Rapporto Immobiliare 2013 realizzato dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi, nel 2012 il numero delle transazioni è sceso a 448.364 unità (25,7% rispetto al 2011), con un calo inferiore per i capoluoghi (24,8%) e maggiore per i comuni non capoluogo (-26,1%). A livello nazionale si tratta della peggiore performance dal 1985, quando le compravendite furono 430mila. L'anno scorso si è inoltre registrata una forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi (-27 miliardi rispetto
  • 3. al 2011). «Il mercato immobiliare italiano non ha le forze per riprendersi nel breve periodo - certifica Massimo Caputi, vicepresidente di Prelios con delega allo sviluppo - La crisi del settore immobiliare registrata negli ultimi anni è diventata per certi versi strutturale e sta costringendo gli operatori a rivedere l'approccio nei confronti del mercato». Secondo l'esperto appartiene ormai al passato quel modo speculativo di guardare al business immobiliare, fatto di trading spinto in presenza di alte rotazioni di portafoglio, di utilizzo spregiudicato della leva per finanziare ambizioni eccessive di sviluppo e campagne acquisitive. Per sconfiggere la crisi, soprattutto nel settore dei servizi immobiliari, secondo Caputi «è necessario superare l'impasse dell'incertezza normativa e fiscale che negli ultimi due anni ha pesato in maniera eccessiva sul comparto, rischiando di tagliare fuori l'Italia dal radar di quegli investitori istituzionali esteri che anzi dovrebbe attrarre: oggi solo una percentuale risibile degli investimenti complessivi mondiali in real estate, l'1 o il 2 per mille, ha come destinazione l'Italia». Il mercato residenziale italiano «è più connesso a queste dinamiche di quello che si pensa: condizioni scarse di accessibilità al credito, ma anche incertezza nelle politiche in materia di casa e stagnazione economica non rappresentano i migliori presupposti per una ripresa nel breve del settore residenziale, specie nei centri minori - conclude Caputi - Mi attendo una ulteriore diminuzione dei prezzi prima di una ripresa nel numero delle transazioni». A livello mondiale sono soprattutto gli immobili commerciali a trainare la ripresa del real estate. Secondo una ricerca condotta dalla società Jones Lang LaSalle in 60 Paesi, i volumi globali degli investimenti immobiliari nel primo trimestre del 2013 raggiungono i 94 miliardi di dollari, con Germania, Giappone e Stati Uniti che registrano trend molto positivi. Tutte le regioni segnalano aumenti rispetto allo scorso anno; Americhe, Europa, Emea e Asia- Pacifico registrano un rialzo compreso tra i 7 e gli 8 punti percentuali. Regno Unito, Francia e Germania sono i tre mercati europei in forma migliore. Secondo l'agenzia di rating Standard & Poor's la crisi del mattone italiano continuerà per tutto il 2013. A differenza di molti Paesi vicini, tuttavia, la correzione dei prezzi sarà inferiore e già dal 2014 si potrebbe verificare un'inversione di tendenza positiva. Nel suo ultimo studio sul real estate nei principali Paesi europei, Standard & Poor's indica che nel 2013 solo Germania e Belgio vedranno un segno più nei loro valori immobiliari. I prezzi delle case in Italia dovrebbero invece scendere dell'1,6%, dopo il -4% del 2012. Spagna, Olanda e Francia saranno gli stati con le peggiori performance. Il 2014 dovrebbe però essere l'anno dell'inversione di tendenza, dopo praticamente un lustro di diminuzione dei prezzi degli immobili: con un +0,5% l'Italia figura tra i Paesi che torneranno in terreno positivo. La Francia invece potrebbe collezionare un altro tonfo, regolando così gli eccessi dei prezzi vissuti negli ultimi anni. Stessa dovrebbe verificarsi per Spagna e Olanda.
  • 4. Va a picco del 24% anche il segmento non residenziale Un 2012 con segno negativo anche per il mercato immobiliare non residenziale: sono 46.925 le unità immobiliari a destinazione terziaria, commerciale e produttiva scambiate con un calo del 24%, rispetto al 2011. Sono alcuni dei dati del Rapporto immobiliare non residenziale 2013, realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell'Agenzia delle entrate, in collaborazione con l'Associazione italiana delle società di leasing (Assilea). Terziario a -26,1% transazioni, commerciale -24,5% e settore produttivo -19,7%. Il Rapporto 2013 dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare di Agenzia delle Entrate e Abi indica in 448.364 unità le transazioni in Italia nel corso del 2012. E' la peggiore performance dal 1985 quando le compravendite furono 430mila "Il mercato immobiliare italiano non ha le forze per riprendersi nel breve periodo - certifica Massimo Caputi , vicepresidente di Prelios delegato allo sviluppo - La crisi è diventata per certi versi strutturale" Il Sole 24 Ore - 05/06/2013 Prelios guarda all'immobile Rcs Al lancio un fondo di fondi. Va all'estero con Ubs. La nuova Prelios si presenta al mercato. All'interno della nona edizione di Eire, il gruppo immobiliare milanese, fresco di riassetto, ha anticipato le proprie strategie. L'obiettivo è fare di Prelios una società di servizi pura, dove la Sgr sarà uno dei perni centrali. In questa ottica Prelios Sgr e Ubs Global Asset Management hanno stabilito una partnership per lo sviluppo e la distribuzione di un fondo di fondi dedicato a investitori istituzionali italiani che consenta loro di avere accesso ai mercati immobiliari internazionali. Il fondo di fondi consentirà a Prelios Sgr di offrire alla clientela istituzionale la possibilità di investire, in via indiretta, anche all'estero e in particolare nei Paesi dove Prelios non ha presenza diretta. Il fondo prevede un primo closing a 200 milioni di euro con l'obiettivo di arrivare a 500 milioni in due anni e sarà focalizzato, in modo particolare sul Far East e sugli Stati Uniti. Uno dei Paesi strategici resta la Germania «dove non usciremo: vogliamo consolidare la nostra attività e crescere» ha sottolineato il vice presidente di Prelios, Massimo Caputi. Il gruppo immobiliare guarda anche a est: «Siamo presenti in Polonia, ma guardiamo anche ad altri paesi dell'est Europa che oggi sono in
  • 5. crisi e dove ci sono opportunità». L'Ad Sergio Iasi ha aggiunto che anche in quei paesi Prelios intende soprattutto lavorare sui servizi, ma che all'occorrenza «potremmo essere investitori, ma per piccole quote». Iasi ha spiegato anche che «il 2013 è un anno di transizione, è evidente che questo sarà ancora un esercizio in perdita, dal 2014 dovrà ritornare l'utile operativo». Iasi ha spiegato che la strategia del gruppo passa «attraverso lo svuotamento del portafoglio investimenti nei prossimi 18-24 mesi». Per Prelios i ricavi devono arrivare «dalla Sgr per il 30-40%, dai Npl per il 30-40% e dai servizi per il 20-30%». Infine l'Ad di Prelios Sgr, Paolo Scordino ha annunciato che la società sta guardando l'immobile di via San Marco che Rcs ha messo in vendita. La procedura, seguita da Banca Imi, prevedeva che entro il 31 maggio dovessero arrivare le prime manifestazione di interesse sull'immobile che indiscrezioni di mercato valutano attorno ai 200 milioni. MF - 05/06/2013 Un fondo per le concessioni È LA PROPOSTA DI MASSIMO CAPUTI PER IL DEMANIO C'è un tesoretto «di Stato» tutto da valorizzare. Riguarda i canoni della concessioni demaniali, argomento da anni al centro dell'attenzione degli operatori dell'immobiliare. Peccato che la burocrazia e le lungaggini della politica finora non abbiano permesso di individuare una soluzione definitiva per sfruttare questo bacino potenziale e per monetizzare al massimo quanto in pancia allo Stato italiano. E proprio durante la kermesse del settore, Expo Italia Real Estate che si protrarrà fino a domani, spunta la proposta di uno dei principali esperti del settore, Massimo Caputi, sul mercato dall'inizio degli anni Novanta che dopo l'avventura in Fimit ora è sulla tolda di comando, con il grado di vicepresidente, di Prelios ( vedere articolo a lato ). «Ma in questo caso parlo a titolo personale, come uomo del settore perché non vorrei che un'operazione di sistema come quella che ho ipotizzato possa essere in qualche modo fraintesa», dice a MF- Milano Finanza l'ingegnere di Chieti, classe 1952. Tutto parte da un dato di mercato: la stima condotta proprio dall'Agenzia del Demanio sul valore dei canoni annui generati dalle concessioni statali che ammontano complessivamente a 130 milioni. «Un valore irrisorio se si considera il numero di concessioni di asset pubblici e i chilometri di costa balneare oggetto di concessione», specifica Caputi. Mentre sulla base di stime preliminari di specialisti del settore real estate, è ipotizzabile che l'ammontare del canone «possa essere di 10-15 volte superiore» ai valori attuali. Quindi per sbloccare l'immobilismo pubblico
  • 6. occorre una scossa. Che può arrivare solo dal mondo privato. Ed ecco la proposta elaborata dal manager. «Si può prevedere il conferimento delle varie concessioni in un fondo multicomparto della durata massima di 50 anni e gestito da una o più sgr di adeguato e riconosciuto standing». Fatto questo step preliminare, sostiene Caputi, si potrebbero individuare due classi di quote: quelle di classe A, «che saranno collocate presso investitori istituzionali non speculativi italiani ed esteri. Ai possessori di tali quote verranno attribuiti i proventi derivanti dalla riscossione dei canoni a oggi incassati dall'Agenzia nonché una quota del 20% dell'incasso di quanto deriverebbe dai maggiori canoni di quelli oggi in essere». Le altre quote, le B, «sarebbero invece possedute, direttamente o indirettamente, dallo Stato, dalle Regioni e dagli altri enti locali», illustra il progetto Caputi. «A questi soggetti verrà attribuita una quota dell'80% dei proventi derivanti dalla riscossione dei maggiori canoni derivanti rispetto a quelli applicati oggi». Inoltre, le quote B potrebbero poi essere «oggetto di cessione a seguito del raggiungimento di obiettivi di valorizzazione delle strutture sottostanti il fondo». A titolo esemplificativo, si potrebbe stimare che il valore di conferimento delle concessioni demaniali sia di quasi 2 miliardi, un valore calcolato applicando ai canoni attualmente percepiti uno yield dell'8%. In soldoni, l'idea di Caputi consentirebbe agli enti pubblici di «fare immediatamente cassa con la cessione delle quote del fondo avendo al contempo un interessante gettito annuale». MF – 05/06/2013 Prelios, nuova jv con Ubs Utile operativo nel 2014 La nuova vita di Prelios parte da Sgr e npl, come ha confermato ieri l'ad del gruppo Sergio Iasi. Non a caso, in occasione del Prelios Day, la società ha annunciato un accordo di Prelios Sgr con Ubs Global Asset Management per lo sviluppo e la distribuzione di un fondo di fondi dedicato a investitori istituzionali italiani che consenta loro di avere accesso ai mercati immobiliari internazionali. La joint venture sarà di tipo paritetico e prevederà una cogestione, con un primo closing fissato a 200 milioni e un obiettivo finale di raccolta di 500 milioni. Iasi ieri ha spiegato che la mission di Prelios farà leva su alcuni fattori, tra cui l'internazionalizzazione (e la partnership con Ubs lo dimostra) e non a caso la nuova Prelios ha deciso di non abbandonare la Germania come invece era stato ipotizzato dalla precedente gestione (ma erano arrivate offerte troppo basse per gli asset). Anzi, il vicepresidente Massimo Caputi ha confermato che Prelios si concentrerà molto non solo sulla Germania ma anche
  • 7. sulla Polonia e che sta «studiando altri Paesi dell'Est Europa considerati molto interessanti». Diverso il discorso per quanto riguarda gli investimenti, che saranno progressivamente abbandonati (nell'arco dei prossimi 18-24 mesi) per focalizzarsi sui servizi. Una transizione lenta ma inesorabile, i cui primi effetti saranno probabilmente già visibili nel 2013 (anche se probabilmente non il bilancio non riuscirà a chiudere in positivo) con l'obiettivo di arrivare a registrare utili a partire dal 2014. Oltre a sgr e servizi, l'altra leva su cui punterà Prelios sono i non performing loans, ma anche in questo caso sempre sul fronte dei servizi. Peraltro post riassetto di Prelios, gran parte del capitale della società si trova nelle mani di Intesa Sanpaolo e Unicredit, ovvero banche che si trovano a dover gestire molte situazioni di crisi e che potrebbero trovare in Prelios il partner ideale per la gestione dei Npl. Corriere.it 04/06/2013 Prelios: Caputi, focus su Germania, guardiamo a est Europa Prelios: Caputi, focus su Germania, guardiamo a est Europa Milano, 04 giu - "Sulla Germania non usciamo, vogliamo consolidare la nostra attività e crescere". Lo ha sottolineato il vice presidente di Prelios, Massimo Caputi, incontrando la stampa. Il gruppo immobiliare guarda anche a est: "Siamo presenti in Polonia e vogliamo potenziare la nostra presenza, ma guardiamo anche ad altri paesi dell'est Europa che oggi sono in crisi e dove ci sono opportunità'". L'amministratore delegato Sergio Iasi ha aggiunto che anche in quei paesi Prelios intende soprattutto lavorare sui servizi, ma che all'occorrenza "potremmo essere investitori, ma per piccole quote". BorsaItaliana.it 04/06/2013 Si conclude una seduta caratterizzata da volumi sostenuti e volatilita' abbastanza elevata. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,45% a 17.135 punti, il Cac-40 dello 0,13%, il Ftse 100 dello 0,51%, il Dax dello 0,12% e l'Ibex dello 0,95%. La giornata e' stata priva di particolari spunti, e i dati macro Usa comunicati nel pomeriggio non hanno impattato sull'andamento degli indici. Buona anche la performance di Prelios (+3,95%) che ha tenuto oggi il
  • 8. Prelios day con Giorgio Bruno, Massimo Caputi e Sergio Iasi. Sergio Iasi, a.d. Della societa' ha dichiarato che il 2013 sara' un anno ancora in perdita, mentre nel 2014 si tornera' all'utile operativo. Prelios vede ritorno all'utile operativo nel 2014 MILANO, 4 giugno (Reuters) - Prelios ritornerà all'utile operativo nel 2014, mentre il 2013 si chiuderà ancora in perdita. Lo ha detto l'amministratoore delegato Sergio Iasi durante una presentazione alla stampa. "E' evidente che quest'anno sarà ancora un anno in perdita", ha detto Iasi sottolineando che nel 2014 la società tornerà in utile operativo. Per quanto riguarda le aree di sviluppo, il vicepresidente Massimo Caputi ha detto che Prelios si concentrerà molto su Germania e Polonia e che sta "studiando altri paesi dell'Est Europa che sono molto interessanti". Paolo Scordino, Ad di Prelios Sgr, che oggi ha presentato la partnership commerciale con Ubs Global Asset Management per lo sviluppo e la distribuzione di un fondo immobiliare dedicato a investitori istituzionali italiani che investirà in quote di fondi immobiliari esteri, ha detto che la società "sta guardando" all'immobile di via San Marco che Rcs metterà in vendita. BorsaItaliana.it 04/06/2013 Prelios vede ritorno all'utile operativo nel 2014 Prelios ritornerà all'utile operativo nel 2014, mentre il 2013 si chiuderà ancora in perdita. Lo ha detto l'amministratoore delegato Sergio Iasi durante una presentazione alla stampa. "E' evidente che quest'anno sarà ancora un anno in perdita", ha detto Iasi sottolineando che nel 2014 la società tornerà in utile operativo. Per quanto riguarda le aree di sviluppo, il vicepresidente Massimo Caputi ha detto che Prelios si concentrerà molto su Germania e Polonia e che sta "studiando altri paesi dell'Est Europa che sono molto interessanti". Paolo Scordino, Ad di Prelios Sgr, che oggi
  • 9. ha presentato la partnership commerciale con Ubs Global Asset Management per lo sviluppo e la distribuzione di un fondo immobiliare dedicato a investitori istituzionali italiani che investirà in quote di fondi immobiliari esteri, ha detto che la società "sta guardando" all'immobile di via San Marco che Rcs metterà in vendita.