quando e come possono essere veramente utili i computer? Quali sono i legami tra le culture - in un'ottica multiculturale e interculturale - e i diritti in una società in cui Internet ha ampliato la nostra libertà ma ha anche creato nuove forme di esclusione.
Presentazione fatta nel 2009 a un incontro del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Dettagli su http://mfioretti.com/it/roma-culture-diritti-civili-nella-societ-dellinformazione
Culture e diritti civili nella Società dell'Informazione
1. Culture e diritti civili nella Società
dell'Informazione
quando e come possono essere veramente utili i computer?
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2. Presentazione
Marco Fioretti
Membro di
OpenDocument Fellowship
Digistan.org (standard digitali liberi e aperti per una vera crescita in un'economia globale)
Progetto Eleutheros – approccio cattolico all'informatica
RULE (Run Up to date Linux Everywhere)
Collaboratore di:
Linux Journal
Linux Format
Pc Professionale
...e altre testate
Autore (Family Guide to Digital Freedom, http://digifreedom.net)
Home page e pubblicazioni: http://mfioretti.com, http://stop.zona-m.net
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3. Obiettivo dell'incontro
discutere l'impatto di software e tecnologie digitali su diritti
umani,educazione, sviluppo e ambiente
per far sì che questo impatto sia il più grande e positivo possibile
anche perché i problemi e le soluzioni descritte non riguardano
solo i Paesi in Via di Sviluppo (PVS), ma sono presenti anche in
Italia e nelle altre nazioni del "primo mondo”
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4. Agenda
Diritti Umani
Che c'entrano computer e ICT?
Possibilità delle ICT
Rischi delle ICT
Cause dei problemi presentati
Linee guida e azioni concrete
Conclusioni
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5. Diritti Umani
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione...
e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee
attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Ogni individuo ha diritto all'istruzione.
Fonte: Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, 10 Dicembre 1948, art 19 e 26 (www.interlex.it/testi/dichuniv.htm)
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6. Diritti Umani (2): diversità culturale
Dichiarazione Universale dell'Unesco sulla Diversità Culturale, 2001:
...necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura (Art. 1)
amplia la gamma di opzioni aperte a tutti; è una delle radici dello sviluppo, inteso non semplicemente
in termini di crescita economica, ma anche come mezzo per raggiungere un’esistenza più
soddisfacente dal punto di vista intellettuale, emotivo, morale e spirituale. (Art. 3)
La sua difesa è un imperativo etico, inseparabile dal rispetto per la dignità umana. (Art. 4)
Ogni persona deve così potersi esprimere, creare e diffondere le sue opere nella lingua di sua scelta e
in particolare nella propria lingua madre (Art 5)
Il patrimonio culturale... in tutte le sue forme deve essere conservato, valorizzato e trasmesso alle
generazioni future (Art. 7)
Fonte: www.unesco.it/document/documenti/testi/dich_diversita.doc (notare il formato...)
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7. Diritti Umani (3): l'ambiente
Carta Francese dell'ambiente, 2006 (www.assemblee-nationale.fr/italiano/8db.asp#charte_env):
Art. 1. – Ogni individuo ha il diritto di vivere in un ambiente equilibrato e favorevole alla sua salute.
Art. 2. – Ogni individuo ha il dovere di partecipare alla tutela e al miglioramento dell’ambiente.
Art. 3. – Ogni individuo ha il dovere, nei termini definiti dalla legge, di prevenire o, in mancanza,
limitare gli eventuali danni che lui stesso arrecherebbe all’ambiente.
Nuova costituzione dell'Ecuador (2008):
vari articoli attribuiscono alla natura e agli ecosistemi il diritto di mantenere e
rigenerare i propri cicli vitali, la propria struttura, funzione e processi in
evoluzione
Fonte: www.lanuovaecologia.it/view.php?id=9871&contenuto=Notizia)
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8. 2008: Dichiarazione dell'Aia sui diritti digitali
L'informazione, i servizi e le risorse governative sono sempre
più fornite in modo virtuale piuttosto che fisico;
La libertà di parola e d'associazione sono sempre più esercitate
attraverso la rete piuttosto che di persona;
Internet e il Web aprono una strada senza precedenti verso
l'uguaglianza di accesso all'educazione e di opportunità per tutte
le genti del mondo.
Fonte: www.digistan.org/hague-declaration:it
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9. Che c'entrano computer e ICT?
Definizione: ICT = Information & Communication Technology
in pratica: Radio, TV, Telefonia in tutte le forme e oggi anche computer e
Internet (email, WWW, chat...)
alcuni pensieri da tenere presenti nel resto della presentazione:
la tecnologia fa legislazione (letta su Internet)
i nostri diritti civili e la qualità della nostra vita dipendono ogni anno di più da come i
computer vengono usati intorno a noi (M. Fioretti, http://digifreedom.net)
se riescono a farti fare le domande sbagliate, le risposte non contano (fonte ignota)
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10. Che importanza ha l'ICT nei PVS?
“quelli muoiono di fame, non hanno gabinetti, medicine, vestiti... e
parliamo di insegnarli a usare i computer? Pensiamo piuttosto a
risolvere i problemi veri e più urgenti!!!”
Certo, però:
nella cooperazione allo sviluppo vale il principio “primo, non far danni”
(“do no harm”)
ma nella cooperazione è assai facile fare danni o sprecare fondi preziosi
con le ICT senza nemmeno accorgersene (anche prima di partire...)
i computer sul campo possono fare molto per facilitare la soluzione dei
problemi più gravi, se vengono usati correttamente
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11. Possibilità delle ICT
Riduzione dei costi
Partecipazione
Comunicazione
Educazione
Opportunità di lavoro sostenibile, a casa propria
in sintesi: più libertà e più protezione per i propri diritti
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12. Riduzione dei costi
l'uso corretto delle ICT può far risparmiare somme enormi a tutti i livelli:
nazionale (Italia, 2007):
"costi ed inefficienze nella gestione del documento cartaceo arrivano a pesare tra il 3 e il 5% del Pil,
con un impatto complessivo tra 42 e 70 miliardi di euro"
"adottando il documento digitale si può risparmiare dal 50-60% (fatturazione elettronica,
conservazione sostitutiva) al 90% (posta elettronica certificata)"
locale: i comuni di Feltre e Trebaseleghe risparmiano circa 1000 euro l'anno ciascuno da
quando spediscono le convocazioni del consiglio comunale via email certificata
FONTE: http://mfioretti.com/it/feltre-formati-dei-file-pluralismo-informatico
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13. Partecipazione
Cittadinanza attiva
segnalazioni più rapide di problemi
partecipare alla gestione dei beni comuni
Democrazia diretta e continua
grazie al maggiore accesso alle informazioni
e alla possibilità per tutti di fornire informazioni di interesse
comune
possibilità di servizi molto più rapidi ed efficienti
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14. Comunicazione
L'accesso a Internet "è molto
importante, nelle zone con un'alto
tasso di emigrazione all'estero, per
mantenere vivi i legami familiari":
“grazie a una videotelefonata via
Internet, una nonna nella cittadina di
Capitan Miranda (Paraguay) riesce
a vedere il suo nipotino appena nato
in Spagna"
FONTE: www.apc.org/en/news/lac/internet-opening-doordevelopment-rural-population
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15. Educazione
“Fu davvero un miracolo, avevo sognato tante volte che
gli studenti poveri delle mie scuole avrebbero imparato
a maneggiare il computer.
Ora che hanno un laboratorio d'informatica le mie
scuole sono tra quelle chiamate "advanced school"
oppure "pilot school".
I genitori degli studenti vedendo i loro figli seduti
davanti al computer erano stupefatti e mormoravano
"questa e' davvero una scuola inglese" ("inglese" e' una
cosa superlativa)”
P. Aldino Amato, missionario nelle scuole del Rosary Christian Hospital di Rehmpur, Pakistan
FONTE: www.linux.com/feature/148311, http://golem.linux.it/index.php/PAKISTAN
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16. Opportunità di lavoro
Saidi, pescatore di Zanzibar, grazie al cellulare chiama
dalla barca tutti i mercati della costa, per sapere quale
offre il prezzo più alto per il tipo di pesce che ha
appena pescato quel giorno
W. K. Macharia, capo di un'associazione
commercianti a Nairobi, non viaggia più per settimane
attraverso Kenia e Tanzania per trovare le verdure più
fresche: basta una telefonata
A. Harun, agricoltore keniota, da quando ha un
cellulare non deve più andare in cerca di cabine
telefoniche funzionanti per ricevere ordinazioni dai
clienti o trattare con i grossisti
Foto: Ken Banks, Kiwanj.net
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17. Opportunità di lavoro (2)
i pescatori indiani dell'Andhra Pradesh e del Kerala
ricevono via fax o SMS segnalazioni sulle aree migliori
per la pesca ricavate da misure satellitari dell'Indian
Space Research Organization
ogni socio della cooperativa di prodotti caseari del Gujurat riceve la
sua quota degli utili in contanti, velocemente e senza possibilità di
errori o truffe grazie a un sistema informatico sviluppato in loco
FONTI: http://fellows.rdvp.org/davidlehr/blog/cellphoneusechangeslifeinafrica,
www.nextbillion.net/news/cell-phones-african-solutions-to-african-problems,
www.mit.edu/people/kken/PDF/Intro_Sage_1_.pdf
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18. Rischi delle ICT
Sprechi
Inquinamento
Isolamento ed esclusione
Appiattimento culturale
Controllo e censura
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19. Sprechi
Le P.A. italiane hanno speso 274 milioni di Euro in
licenze software nel solo 2003
Il portale Italia.it che dovrebbe presentare l'Italia nel
mondo, è costato ~45 milioni di Euro e nemmeno
funziona
FONTI: www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?
tipodoc=Sindisp&leg=16&id=330627,http://hackgeek.wordpress.com/ta
g/licenze-software/,
www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/01/chiusura-portaleitalia.shtml?uuid=04337522c817-11dc-81ce-00000e251029&type=Libero,
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20. Sprechi (2)
Secondo alcuni dati della Banca Mondiale, il 50 % dei progetti
di sviluppo delle ICT in Africa fallisce
normalmente, la causa è qualche combinazione di progetti
iniziali inadeguati con esecuzione e manutenzione sul
campo non autosufficienti finanziariamente oppure non
all'altezza delle esigenze
FONTE: http://brendait.blogspot.com/2009/01/microsoft.html
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21. Informatica e ambiente
Computer e altri dispositivi elettronici
contengono piombo, cadmio, mercurio,
bario e tante altre sostanze assai tossiche
"in India, 315 milioni di computer non riciclati
correttamente disperderanno nell'ambiente 550.000
tonnellate di piombo, 900 di cadmio e 180 di
mercurio"
Fonti: OMS, www.afro.who.int/heag2008/docs_en/New%20and
%20emerging%20threats.pdf
www.ban.org/photogallery/
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22. Informatica e ambiente (2)
molti computer dismessi in Occidente finiscono nei PVS in discariche a cielo aperto, dove i componenti tossici
finiscono direttamente nel terreno o vengono recuperati senza alcuna tutela sanitaria da chi non ha altre
opportunità di lavoro
Fonti:
www.socialroi.com/interestingfacts-about-digitalwaste.html,
http://sitemaker.umich.edu/se
ction002group3/e-waste
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23. Informatica e ambiente (3)
solo quest'anno i computer lasciati accesi anche quando non
vengono usati produrrano circa 20 milioni di tonnellate di CO2,
all'incirca quanto 4 milioni di auto; le aziende americane
sprecano in questo modo circa $2.8 miliardi di dollari l'anno
Secondo uno studio del 2008, nel 2020 i data center potrebbero
superare l'aviazione civile come fonte di gas a effetto serra
FONTI:
www.infoworld.com/d/green-it/report-us-companies-waste-28b-year-powering-unused-pcs-758
http://bits.blogs.nytimes.com/2008/05/01/data-centers-are-becoming-big-polluters-study-finds/?ref=technology
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24. Informatica e ambiente (4)
OK, i computer inquinano, ma che c'entra il software?
Gennaio 2007: "Microsoft Vista è un incubo, perché riempirà le discariche di hardware
ancora perfettamente funzionante ma... troppo poco potente per quel sistema operativo" FONTE: UK
Green Party, www.greenparty.org.uk/news/2851
lo stesso problema si può presentare anche con altri sistemi operativi, commerciali e non
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25. Informatica e ambiente (5)
Aprile 2009: “l'energia elettrica consumata per trasmettere e filtrare lo spam è
33 miliardi di KWh, quanta ne basterebbe per alimentare 2.4 milioni di case, e
ha un effetto serra uguale a 3.1 milioni di auto che consumino più di 7 miliardi
di litri di benzina”
“Gran parte dello spam viene trasmesso da computer individuali, infetti da
virus (mezzo milione al giorno) perché usano programmi software o sistemi
operativi poco sicuri o mal configurati”
FONTI:
www.net-security.org/secworld.php?id=7316
www.softlist.net/press/pandalabs_says_half_a_million_computers_are_infected_with_malicious_bots_every_day-62.html
www.guardian.co.uk/technology/2009/apr/08/spam-malware-online-security
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26. Isolamento ed esclusione
“Internet rende molto più facile trovare chi già la pensa come noi, comunicare solo con quelle
persone, vedere solo quello che ci piace vedere. Tutto questo può facilitare intolleranza ed
estremismo” (Texting towards Utopia, bostonreview.net/BR34.2/morozov.php)
Ghettizzazione:
"uno scrittore Africano che scriva in paesi occidentali, cercando di superare la paura di non appartenere ad alcun
luogo... finisce per assumere un'identità fittizia, presentandosi come "Cittadino del mondo" che però vive in una
società di fantasia, un ghetto virtuale" (FONTE: www.author-me.com/nonfiction/ghettoizationafricanlit.htm)
il cyberspazio di oggi, prevalentemente anglofono/occidentale, può fare esattamente lo
stesso effetto, e far sentire irrilevanti e inesistenti coloro che vi entrano senza preparazione o
scopi precisi, specialmente nei PVS
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27. Isolamento ed esclusione (2)
L'esclusione può avvenire in molti modi diversi. Un esempio? Le mappe digitali online
"Chi controlla le mappe controlla come le persone vedono il mondo"
"Crea da te le tue mappe, prima che gli altri ti rinchiudano nelle loro" ("Mapping Hacks",O'Reilly)
Mauritius, Seychelles, Senegal e Zimbabwe esistono su Google Maps solo da marzo 2009 (FONTE:
http://web2fordev.net/component/content/article/1-latest-news/61-google-maps-africa-01)
Noi esistiamo...
Loro (in Senegal)
non proprio...
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28. Appiattimento culturale
Quest'idea che tutto il mondo debba essere collegato porterà a un'estinzione di massa
La diversità intellettuale (il bene più prezioso della nostra specie) sta svanendo più velocemente degli alberi
In un mondo di comunicazioni di massa c'è meno di tutto tranne che dei 10 libri, dischi, film e idee in testa alle
classifiche
Conclusione? “Il cyberspazio sarà la fine della nostra specie”.
FONTE: M. Crichton, "Il mondo perduto"
"Se lo scenario predetto da Chrichton si avvererà non sarà perchè la rete Internet ha
raggiunto, o raggiungerà, tutti gli angoli del globo: è perché su quella rete si parla
l'inglese americano, che porta con sè idee, norme e cultura americane”.
FONTE: "Global English, Global Freeze", http://web2.adfl.org/adfl/bulletin/V33N3/333006.htm
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29. Appiattimento culturale (2)
Hardware e software contengono e trasportano idee e modi di fare che non sono universali
Esempio: software gestionale/contabile per piccole e medie imprese
basato su matematica, assenza di mance,scadenze precise, relazioni impersonali con clienti e fornitori
ovvero una visione dell'economia ben diversa da quella dei PVS (al di là delle differenze normative e
burocratiche)
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30. Appiattimento culturale (3)
In Argentina, la provincia di Mendoza ha rifiutato un progetto di informatizzazione
scolastica basato su software didattico realizzato in Nord America e correttamente
tradotto in Spagnolo
linguaggio a parte, esercizi ed esempi contenuti nel software "non riflettono la realtà
argentina, specie nella regione Andina"
sia il software sia l'hardware erano "troppo individualisti":
“perché deve esserci solo una tastiera per computer? Perché ogni studente
dovrebbe lavorare da solo, invece di collaborare con gli altri, come si è sempre
fatto in tutte le scuole elementari di Mendoza?"
FONTE: www.mit.edu/people/kken/papers1/Software localization.htm
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31. Controllo: ieri
Qualunque tecnologia di comunicazione può essere sfruttata o controllata per creare
consenso, spargere false informazioni o limitare l'espressione del dissenso
1994, Rwanda: giornali e radio locali vengono sistematicamente usati per aizzare i
cittadini gli uni contro gli altri:
"Impugnate i vostri machete e tagliate le braccia e le gambe ai vostri vicini"
"dobbiamo riempire ancora molte tombe”
(messaggi effettivamente trasmessi da Radio Milcoline durante il conflitto)
"Senza armi da fuoco, machete o altri oggetti, voi avete provocato la morte di migliaia di
civili innocenti" (dalla sentenza del processo ai responsabili dei media Rwandesi)
perché i blog non potrebbero essere usati nello stesso modo?
FONTI: http://amisnet.org/agenzia/2009/04/17/passpartu-26-informazione-e-diritti-dal-conflitto-in-rwanda-a-oggi/,
www.idrc.ca/rwandagenocide
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32. Controllo: oggi
2008, Italia: appare su Facebook il gruppo pro-Riina
2009, Regno Unito: l'ufficio per la sicurezza e l'antiterrorismo
intenderebbe addestrare i membri di gruppi islamici filo-occidentali in
modo che i loro siti, anzichè quelli degli estremisti, vengano
visualizzati per primi su Google quando si fanno ricerche sui rapporti
fra Islam e Occidente.
FONTI:
www.repubblica.it/2008/12/sezioni/tecnologia/facebook-capodanno/mafia/mafia.html
www.theregister.co.uk/2009/04/09/google_extremism_manipulation/
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33. Controllo: oggi (2)
20 Aprile 2009: “Ayman al-Zawahiri, esponente di al-Qaeda, incita i sostenitori iracheni
del gruppo a passare il confine per “liberare” Gerusalemme in una registrazione pubblicata
sul sito Internet As-Sahab”
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34. Controllo: domani (neutralità della rete)
La rete Internet attuale è (almeno in prima approssimazione)
neutrale: i bit viaggiano attraverso gli snodi nell'ordine in cui
arrivano, chiunque li abbia trasmessi o richiesti
Risultato pratico (almeno in prima approssimazione): chiunque
voglia offrire via Internet servizi o contenuti originali (testi,
reportage, opinioni, musica, video...) può farlo alla pari con le
multinazionali della comunicazione
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35. Neutralità della rete (2)
Alcune proposte di legge, come il "Pacchetto Telecom" attualmente in
discussione nell'Unione Europea, suggeriscono di creare corsie preferenziali a
pagamento, per certi tipi di contenuti, tipicamente multimediali
Altre proposte (soprattutto in Italia) suggeriscono che i siti web individuali
dovrebbero sottostare alle stesse regole dei giornali tradizionali
in una rete Internet interamente funzionante in questo modo sarebbe molto più
svantaggiosa per i piccoli produttori e la libertà di parola in generale
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36. Rischi di una rete non più neutrale
Una Internet non più neutrale potrebbe assumere un aspetto simile a questo:
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37. Rischi di una rete non più neutrale (2)
...ovvero potrebbe ridursi a poco più di un'altra versione di questo:
...quello che effettivamente accadrà dipenderà dalle richieste effettive dei cittadini
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38. Perché le ICT vengono usate poco o male così spesso?
Costi eccessivi di hardware, software e infrastrutture
leggi e burocrazia ferme al 19mo secolo
Conoscenza bassissima dell'informatica, spesso basata su falsi miti e luoghi comuni (anche
fra molti cosiddetti "utenti esperti")
Impreparazione, arroganza culturale, superficialità
Fede (a volte sincera a volte no) nel potere intrinsecamente benefico della tecnologia
Barriere linguistiche
(nella cooperazione allo sviluppo): importazione, spesso inconscia, di soluzioni occidentali che
non funzionano in condizioni diverse e non sono quindi sostenibili senza finanziamenti esterni
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39. Costi? Quali costi?
Connettività: a marzo 2009, il costo di una connessione Internet flat a 256 KBit/s in Paraguay è di 35
dollari al mese, pari al 13% del salario minimo mensile.
FONTE: www.apc.org/en/news/lac/internet-opening-door-development-rural-population
Licenze software
i raid antipirateria stanno arrivando anche nei PVS, ma molto spesso le popolazioni locali (e
le associazioni di cooperazione...) ignorano completamente l'esistenza di alternative
Costi diretti e indiretti dell'hardware:
i requisiti hardware di un programma non diminuiscono quando viene piratato: a che serve una copia
pirata di Windows Vista, se gira solo su un computer molto recente, quindi molto più costoso di altri?
per usare un computer bisogna poter pagare l'energia elettrica che consuma
e averla abbastanza a lungo: la foto a pag. 17 è arrivata dal Pakistan come stampa, perché era più
semplice fare così che riuscire a spedirne una versione digitale via email..
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40. Mito: computer e Internet fanno bene sempre e comunque
Promesse come “un computer in ogni villaggio” o “un laptop per ogni
bambino” spesso non sono basate su valutazioni sufficientemente
complete e realistiche degli effettivi bisogni locali
“Il dogma di fondo, più o meno velato, è che fornire computer e accesso
a Internet sarà sufficiente a portare inevitabilmente giustizia sociale,
autosufficienza economica, cibo e medicine per tutti, eccetera”
FONTE: Bridging the Digital Divide: Lessons from India, www.mit.edu/people/kken/PAPERS/Intro_Sage.html
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41. L'accesso al cyberspazio è davvero sempre necessario e sufficiente?
“l'uso che oggi si fa dello scrivere è tanto, che... molti scritti degnissimi,
trasportati dall'immenso fiume dei libri nuovi, periscono senz'altra
cagione” G. Leopardi, 1824 (Del Parini ovvero della Gloria, Cap IV)
“abbiamo tanta fretta di costruire un telegrafo magnetico dal Maine al
Texas, ma può darsi che il Maine e il Texas non abbiano nulla di
importante da comunicarsi” H. D. Thoreau, 1854, Walden.
“siamo sommersi dalle informazioni, ma assetati di conoscenza”
J. Naisbitt, 1982, Megatrends
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42. Necessità dell'accesso al cyberspazio
Riassumendo:
“se io ho questo nuovo media, la
possibilità cioè di veicolare un numero
enorme di informazioni, in un
microsecondo, mettiamo caso a un
aborigeno dalla parte opposta del
pianeta;
ma il problema è: aborigeno, ma io e te,
che #%&@£ se dovemo di'?!?”
Corrado Guzzanti, circa 1997
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43. Sul potere salvifico dell'ICT
Realtà: la tecnologia imposta o abbandonata a sè stessa raramente ha un
potere salvifico intrinseco
"Perché dovremmo essere sicuri che gli utenti Cinesi di Internet chiederanno
automaticamente, come conseguenza, più diritti politici anziché lo stile di vita da
Sex and the City che possono finalmente vedere proprio attraverso Internet?"
“Fuori dai ricchi paesi occidentali i nuovi arrivati su Internet hanno tante
probabilità di diventare protagonisti e portatori di democrazia quante ne hanno
di diventare prigionieri o rinnegati digitali”
FONTE: Texting Towards Utopia, http://bostonreview.net/BR34.2/morozov.php
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44. Sul potere salvifico dell'ICT (2)
Un po' di storia nostrana: Puglia, anni 90
L'immagine dell’Italia che giungeva in Albania via TV è
considerata una delle principali cause del mito occidentale in
Albania, [e del successivo esodo verso l'Italia]
La pubblicità si riferiva a merci inesistenti in Albania [quindi gli albanesi] consumavano
esclusivamente i messaggi in quanto tali.
[nati e cresciuti] sotto il regime comunista, in cui la proprietà privata era stata abolita per
legge, [credevano] che la povertà derivi da mancanza di merce, non di mezzi finanziari
[quindi pensavano che in Italia avrebbero goduto anche loro degli stessi beni].
FONTE: www.terrelibere.org/index.php?x=completa&riga=217
Lo stesso rischio c'è con Internet, se non c'è abbastanza preparazione a usarla.
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45. Sul potere salvifico dell'ICT (3)
Realtà: anche nei PVS, quelli che usano il Web 2.0 o 1.0 non sono i più poveri
“Una campagna contro gruppi fondamentalisti che vogliono impedire alle
donne indiane l'accesso ai pub è stata ripresa dai mezzi d'informazione di tutto
il mondo...
...perché condotta da donne di città con abbastanza istruzione, libertà e
mezzi per lanciarla su Facebook e vari blog...
"...ma rimane il dubbio se problemi molto più seri come la povertà
potrebbero mai ricevere la stessa attenzione"
FONTE: www.apc.org/en/news/can-social-networking-give-leg-poor
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46. Una parola sui formati dei file
Buona parte dei problemi creati dal software vengono dal fatto che certi programmi sono come le bombe
nucleari o i proiettili all'uranio impoverito:
fanno male anche a chi non c'entra niente o passa per caso qualche anno dopo
perché producono scorie tossiche, cioè file che non si possono leggere con nessun altro programma
Ma i formati dei file sono alfabeti, i programmi software con cui vengono creati sono penne
Se i formati (l'alfabeto) sono liberi e alcuni programmi (penne) costano troppo, se ne possono usare altri che
vanno altrettanto bene
Conclusione: usate sempre e solo formati liberi
Per saperne di più:
http://mfioretti.com/it/come-formati-dei-file-favoriscono-innovazione-cittadinanza-attiva-mercati-davvero-liberi
http://mfioretti.com/it/via-maestra-pluralismo-informatico-formati-aperti-innovazione-libero-mercato-servizi-pubblici-pi-eff
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47. Barriere linguistiche
A che serve avere un computer se non si sa leggere e scrivere?
“774 milioni di analfabeti adulti nel mondo, in maggioranza nei PVS, 64% donne" ad Apr. 2009
parentesi dolorosa ma obbligatoria:
"Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un'altra, una cifra
dall'altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare
qualche cifra... Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20 per cento della popolazione adulta
italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per
orientarsi in una società contemporanea" Analfabeti d'Italia, 8 marzo 2008
FONTI: www.modernghana.com/news/211044/1/majority-of-illiterate-adults-in-developingworld-.html,http://eddyburg.it/article/articleview/10848/0/65/, www.gildavenezia.it/docs/Archivio/2005/nov2005/UNLA.htm
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48. Barriere linguistiche (2)
A che serve avere un computer se non lo si può usare
per leggere e scrivere?
??
? ?
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49. Barriere linguistiche (3)
Queste non sono
preoccupazioni teoriche:
Negli anni 90 l'Islanda (una
delle nazioni più antiche e colte
d'Europa) si trovò senza una
versione locale di Windows,
perché a Microsoft non
conveniva svilupparla e
mantenerla
18th century Icelandic manuscript SÁM 66 in the care
of the Árni Magnússon Institute in Iceland.
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50. Barriere linguistiche (4)
In India esistono più di 500 linguaggi e oltre una dozzina di alfabeti
"Anche i politici ripetono spesso che l'India dev'essere l'unico paese al
mondo dove la gente è costretta a comprarsi i caratteri per scrivere al
computer”
"Senza documenti in Telugu, Hindi, Marathi o Tamil, gli abitanti di molti
villaggi Indiani non troveranno nulla di comprensibile o rilevante per loro
su Internet. Anche se avranno la banda larga”
FONTI: www.apc.org/en/news/diversity/world/bitter-sweet-mixed-feelings-about-working-indian-l
www.mit.edu/people/kken/PAPERS/Intro_Sage.html
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51. Barriere linguistiche (5)
Afaan Oromo è il quarto linguaggio più parlato in
Africa
Circa il 95 per cento di chi lo parla vive in Etiopia
molte di queste persone sanno leggere e scrivere solo in
Oromo, non in Inglese, che è usato solo in alcune scuole e
università
la conseguenza è che pochissime persone usano i computer,
e solo al lavoro
l'uso di computer a casa o la navigazione su Internet sono
assai rari (la versione Oromo di Google esiste solo dal 18
aprile 2009)
FONTE: Belayneh Melka e Dawit Boka, programmatori Etiopi
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52. Linee guida e azioni concrete
Quale conclusione bisogna trarre?
I cittadini dei PVS non hanno bisogno di computer e Internet perché non se li
meritano, non sono in grado di usarli e in ogni caso hanno ben altri problemi?
Ovviamente no!
Computer, Internet e altri mezzi di comunicazione sono essenziali e utilissimi
per i diritti umani e per proteggere la diversità culturale, nei PVS e in tutto il
resto del mondo
Sia per i cittadini dei PVS
Sia per i volontari che vanno nei PVS a cooperare
Basta usarli nel modo giusto!
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53. Cosa sono le ICT, e a che servono?
Informatica, Internet e altre tecnologie non sono idoli o strumenti magici
che si autogiustificano
L'ICT è solo un nuovo strumento per risolvere i problemi umani di sempre:
cibo, lavoro, salute, istruzione, informazione, democrazia...
Domanda sbagliata: “Come facciamo a portare i computer a tutti?”
Domande giuste:
"Quando, dove e come posso usare computer, Internet, telefonini, GPS... per
garantire i bisogni essenziali concreti e i diritti umani?
“Qual è il modo migliore? Quali sono gli strumenti più adatti?”
FONTE: http://www.mit.edu/people/kken/PAPERS/Intro_Sage.html
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54. Realismo e semplicità
Le nuove tecnologie vanno usate e insegnate:
scegliendo quelle giuste, nel modo giusto (autosufficienza)
tenendo conto delle condizioni locali
Partendo dai bisogni effettivi (inclusi quelli a lungo termine)
Nel modo più semplice possibile
Sia a casa che sul campo
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55. Realismo e semplicità: esempi pratici
Anche i computer sconnessi sono utilissimi
“qui nelle campagne dell'Uganda usiamo i browser non per navigare su Internet
ma per consultare manuali (di agricoltura o simili) scritti su Cd-Rom con lo
stesso linguaggio delle pagine Web. In questo modo gli utenti devono imparare il
funzionamento di un solo programma”
FONTE: www.linuxplanet.com/linuxplanet/interviews/5567/1/
Le soluzioni create o adattabili sul posto rendono spesso di più:
Il software della cooperativa di produttori di formaggio indiani menzionato a
pagina 16 è stato creato con poco sforzo in loco, ma solo dopo il fallimento di un
sofisticatissimo macchinario Europeo che non riusciva a funzionare nel clima
indiano.
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56. Vantaggi del software libero per i PVS
Esiste software come Linux, OpenOffice o Firefox che, grazie alla sua
licenza d'uso:
è gratuito
può essere legalmente adattato ai bisogni locali, a tutti i livelli
economico (può funzionare anche su computer obsoleti)
linguistico
Il browser Mozilla è stato tradotto in Lugandese in meno di un
anno da 8 volontari
FONTE: www.linuxplanet.com/linuxplanet/interviews/5567/1/
funzionale: si possono creare versioni ottimizzate, contenenti solo le
funzioni che servono
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57. Vantaggi del software libero per i PVS (2)
Per tutte queste ragioni, il software libero è quello più indicato per i
cittadini dei PVS, anche perché:
crea posti di lavoro qualificati locali, per creare o adattare software che
serva veramente sul posto, al minor posto possibile
È l'unico che può garantire pari dignità e indipendenza, anche culturale, ai
cittadini dei PVS:
“tradurre OpenOffice in Oromo contribuirà notevolmente allo
sviluppo economico, sociale e politico del nostro popolo”
FONTE: Belayneh Melka e Dawit Boka, programmatori Etiopi coordinatori del progetto di
localizzazione di OpenOffice in Oromo
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58. Limiti del software libero, nei PVS e fuori
Alcuni vantaggi tecnici del software libero sono irrilevanti o addirittura
dannosi nei PVS:
La capacità di girare ininterrottamente per anni serve a poco dove
l'energia elettrica non è stabile e senza interruzioni
Gli aggiornamenti automatici di software via Internet sono possibili
solo dove c'è la banda larga
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59. Limiti del software libero, nei PVS e fuori (2)
Anche se il software libero è essenziale, per i PVS e non solo, alcuni suoi sostenitori ne
sopravvalutano il ruolo, con il rischio di generare delusione o disinteresse
Storicamente, problemi come sprechi dovuti al software, neutralità della rete, censura su
Internet o trasparenza delle PA sono stati spesso scoperti e denunciati per primi da sostenitori
del software libero
Ma dipendono da parecchi fattori (leggi, costi di hardware e infrastrutture, formati di file
proprietari, disciplina del diritto d'autore) che spesso c'entrano poco o nulla con la licenza
d'uso del software coinvolto
(volendo, si può costruire anche il perfetto stato di polizia usando solo software libero...)
FONTE: http://mfioretti.com/it/prospettive-del-software-libero-come-movimento-sociale
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60. Consigli pratici
Firmare tutti e far conoscere la Dichiarazione dell'Aia:
...è per tutti questi motivi che nel 2008 è stata scritta una dichiarazione dei diritti
digitali che chiede a tutti i Governi di:
Acquisire unicamente informazioni e tecnologia che implementino standard
liberi ed aperti;
Fornire servizi di e-government basati esclusivamente su standard liberi e
aperti;
Utilizzare nelle loro attività unicamente standard digitali liberi ed aperti.
su www.digistan.org/hague-declaration:it
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61. Consigli pratici (2)
Usare software e formati liberi per salvare
sistematicamente tutto il patrimonio
culturale dei PVS
Registrare, registrare, registrare!
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62. Consigli pratici (3)
Usare computer completi solo quando necessario, non
disdegnare altri strumenti, costruirli quando servono
L'importante è fare la cosa giusta!
Nelle foto: i registratori di LiteracyBridge.org (costo <
10 USD) vengono usati come audiolibri di testo oppure
per registrare canti popolari e interviste
È la funzione che è importante: la stessa cosa si può
fare con iPod o qualsiasi computer riciclato che abbia
scheda audio, microfono e altoparlante, basta che si
faccia! (con formati liberi, ovviamente!)
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63. Consigli pratici (4)
Valutare in e per ogni singolo progetto di cooperazione:
se includere attività di localizzazione del software libero di base che potrebbe servire o
si dovrebbe insegnare
Se e come l'accesso a Internet potrebbe favorire gruppi e istituzioni già esistenti
Collaborare sistematicamente con le comunità esistenti del software libero più
rilevanti per la cooperazione:
Team di localizzazione
Gruppi trashware, cioè riciclatori di computer obsoleti con il software libero
(http://trashware.linux.it)
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64. Consigli pratici (5)
Dove possibile, incoraggiare la creazione di
contenuti digitali di interesse locale, nella lingua
locale, ovviamente senza chiudere le porte al resto
del mondo
usare sempre e solo software libero per
l'insegnamento dell'informatica (se dai a un uomo
una canna da pesca...)
Non dimenticare le mappe! Quelle appena aggiunte
a Google contengono parecchi dati inseriti
direttamente “da Africani, per gli Africani”
Ma c'è anche OpenStreetmap.org!
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65. Saluti e informazioni
Questa presentazione è disponibile (in formato PDF
e OpenDocument) su http://mfioretti.com
Per saperne di più su questi argomenti, contattarmi
e condividere sviluppi interessanti:
Visitare http://stop.zona-m.net oppure http://mfioretti.com
Scrivere a marco@digifreedom.net
Grazie per l'attenzione!
Marco Fioretti (marco@digifreedom.net)
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