CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
Semiotica industrial design 8. Semiotica degli oggetti da teoria ad analisi
1. Corso di Semiotica - INDUSTRIAL DESIGN
8. Semiotica degli oggetti:
dalla teoria all'analisi
prof. Matteo Asti
2. La fattitività (Deni 2002)
Fattitività (Deni - Oggetti in azione - 2002) come
elemento di sintesi di tutti gli approcci semiotici
agli oggetti d'uso.
Fattitività come risultato del rapporto tra
funzionalità COMUNICATIVA e funzionalità
OPERATIVA.
Oggetti come significanti inducono comportamenti
individuali e sociali e modificano le relazioni
intersoggettive.
L'oggetto contiene tracce del proprio uso e
costruisce un UTENTE modello (prospettiva
interpretativa).
Es. tavola da snowboard
3. Il campo di indagine
Solo oggetti d'uso: oggetti della vita quotidiana.
Esclusi oggetti non d'uso: oggetti estetici, opere
d'arte.
Tutti gli oggetti che consentono alle persone di
compiere azioni sulla realtà circostante e che
mediano il loro rapporto con il mondo.
Ciò implica il valore della loro funzionalità (che
può essere positiva o negativa) ma solo una strategia
progettuale tesa a delle funzioni specifiche.
Es. segnavento decorativo
4. Utensilità (Usability)
Utensilità viene letta come categoria semantica che
si muove tra l'opposizione funzionale-disfunzionale.
Funzionale: qualsiasi oggetto che comunica e svolge
efficacemente l'azione per cui è stato progettato.
Disfunzionale: oggetto progettato per particolari
funzioni ma che a livello comunicativo e operativo
non funziona adeguatamente.
Per valutare sono pertinenti I tratti che rendono
l'oggetto efficace sul piano comunicativo
nell'espressione della virtualità delle proprie
espressioni operative.
Capire come un oggetto viene interpretato e di
conseguenza come indirizza il suo uso (per esempio
in modo corretto o sbagliato).
Es. biro con forma d'altro
5. I limiti dell'approccio cognitivista
Il modello dell'affordance è molto vicino a quello
semiotico ma limita l'analisi agli “inviti d'uso”
(nell'idea del rapporto forma-funzione).
L'approccio semiotico può invece includere aspetti
più ampi (visivi, tattili, simbolici) che riguardano
altri valori rispetto a quelli d'uso più semplici.
Es. braccialetto
6. Oggetto come testo
Gli oggetti d'uso contengono elementi che sono
interpretati come indizi e indicatori di funzione.
Le tracce possono ricondurre a: uso potenziale
dell'oggetto, utente possibile, stile dell'utente, stile
del progettista, identità culturale e sociale
dell'oggetto.
Es. errore d'uso di porte tra vagoni sugli intercity
7. Aspetti percettivi e funzionali
Per riconoscere una categoria di oggetti il rapporto
tra forma e funzione è determinante.
Aspetti PERCETTIVI: dipendono dalla
configurazione morfologica che rimanda all'aspetto
esteriore dell'oggetto.
Aspetti FUNZIONALI: aspetti costitutivi
dell'identità dell'oggetto
Un oggetto può variare I suoi tratti quando non
viene interpretato in base al suo contesto.
Es. Finto cellulare, cellulare con forma d'altro, tacco come
martello
8. Saper fare (Greimas)
Ogni oggetto necessita un saper-fare da parte
dell'utente.
Ma è anche in grado di produrre e prescrivere un
saper-fare.
In alcuni casi si passa a oggetti tecnologici che
possiedono un saper fare con cui realizza
autonomamente un'azione diventando da oggetti a
soggetti competenti (diminuendo quindi la richiesta
di competenza dell'utente).
Es. Fotocellula di un cancello, pompa di chiusura di una
porta (che rende ogni utilizzatore educato), la calcolatrice
9. Fattitività (Greimas)
La fattitività è la capacità POTENZIALE degli
oggetti di comunicare efficacemente la modalità
d'uso, mettendo in atto sequenze di azione (oggetti
performativi) o provocandole (dimensione
fattitiva).
Si può distinguere quindi un soggetto modale
(oggetto) e un oggetto del fare (utente) ed
entrambi seguono un proprio percorso narrativo.
Il soggetto modale possiede una competenza
pragmatica virtuale attivata dalla performanza
cognitiva del soggetto del fare.
Es. apparato da fondou bourguignonne
10. Oggetti fattitivi
La natura fattitiva di un oggetto consiste nella sua
efficacia nel:
- comunicare la propria funzione (significazione
nell'impatto iniziale - f. COMUNICATIVA)
- provocare sequenze di azione (uso – f.
OPERATIVA)
Es. il bancomat
11. Articolazione della dimensione fattitiva
Deni distingue quattro livelli della dimensione
fattitiva:
- oggetti MANIPOLATORI nella relazione col
soggetto che li utilizza
- oggetti che strutturano processi di AZIONE del
soggetto utilizzatore
- oggetti che creano il contesto ambientale
instaurando una dimensione INTEROGGETTIVA
- oggetti che modificano le relazioni
INTERSOGGETIVE condizionando la relazione tar
soggetti.
Es. lampada strobo
12. Modello di analisi – Passo 1
COMPONENTE FIGURATIVA E TASSICA
Descrizione dell'oggetto (forma, materiale, colore,
dimensioni, peso) e struttura dello stesso (le parti
che lo compongono). Descrizione delle parti
principali che lo compongono.
All'interno della descrizione le differenze col
modello standard dell'oggetto (se esiste) o con altri
tipi di questo oggetto per evidenziare I tratti più
caratteristici e originali dello stesso.
Es. il calorifero Soho di Tubes (a confronto con un
calorifero tradizionale e uno scaldasalviette)
http://www.tubesradiatori.com
13. Modello di analisi – Passo 2
COMPONENTE FUNZIONALE
Dimensione Funzionale: descrizione delle azioni
rese possibili dall'oggetto stesso
Dimensione Mitica: universo assiologico e tipo di
utilizzatore costruito dall'oggetto
Dimensione Estetica: attribuzione di giudizi
qualitativi sull'oggetto riferiti ad un determinato
periodo di tempo (presente)
Es. il calorifero
14. Modello di analisi – Passo 3
SINTAGMATICA
Oggetto d'uso come Soggetto di un'azione.
Oggetto: fine che deve essere raggiunto
dall'oggetto in modo autonomo o nell'uso del
soggetto utilizzatore
Aiutante: dispositivi aggiuntivi ufficiali o
improvvisati
Oppositore: limiti imposti dall'oggetto stesso nella
sua configurazione e dal contesto
Es. calorifero Soho
15. Modello di analisi – Passo 4
SINTAGMATICA
CONTRATTO: obiettivo siglato con il soggetto
utilizzatore
COMPETENZA: divise in competenze possedute
dall'oggetto d'uso e richieste all'utilizzatore
PERFORMANCE: azione che va realizzata
SANZIONE: modalità di valutare il successo o
meno dell'azione
Es. calorifero Soho
16. Modello di analisi – Passo 6
RAPPORTO CON LE SEQUENZE DI AZIONE
Valutazione del rapporto tra le sequenze di azione
definite secondo un processo sintagmatico previste
dall'oggetto e le caratteristiche dell'oggetto.
In che modo l'oggetto analizzato le varia o le lascia
fondamentalmente identiche a quelle tradizionali?
OPZIONALE: Esistono delle sequenze di azione
inaspettate che hanno variato in modo significativo
l'uso dell'oggetto? Torno al punto 3 e le analizzo.
Es. l'uso del calorifero come zona di riparo del gatto
d'inverno
17. Modello di analisi – Passo 7
PRESENZA ENUNCIATIVA
Definizione delle principali marche enunciative
(elementi che stimolano la presenza di un creatore
e di un utilizzatore dell'oggetto d'uso)
Definizione di un modello di utilizzatore
(ENUNCIATARIO) in base alla tipologia di marche
enunciative.
Definizione di un modello di autore
(ENUNCIATORE) in base alla tipologia delle
marche enunciative
Es. calorifero Soho
18. Modello di analisi – Passo 8
QUADRATO SEMIOTICO
Sintesi dei risultati cercando un'appartenenza
prevalente dell'oggetto d'uso a uno o più degli
estremi del quadrato di Floch.
Ciò permetterà di sintetizzare la collocazione
culturale dell'oggetto (in un dato periodo di tempo)
Es. il Maggiolone nel 2010 ha una collocazione culturale
diversa dallo stesso oggetto nel 1960.