3. L'ipertesto: il testo policentrico e reticolare
L'ipertesto è un testo composto di blocchi di testo e
da collegamenti elettronici tra questi blocchi e
collega informazioni verbali e non verbali.
L'ipertesto è una testualità aperta e perpetuamente
incompiuta che richiede tattiche di lettura (le
strategie istituzionali come spesso accade sono
presto abbandonate).
Reticolarità contestuale (l'affiche pubblicitaria nelle
città o la pagina di un giornale)
Reticolarità intertestuale (le mostre che prevedono
oggetti diversi tra loro, le enciclopedie)
Il modello oggi più diffuso di ipertesto è quello dei
siti internet. In precedenza c'erano le prime pagine
dei giornali, I libri a scelta, I videogiochi e gli
ipertesti offline.
4. Una storia in breve: da Turing al web
Anni '30 – Alan Turing nei suoi studi di logica
inventa una macchina astratta in grado di svolgere
qualunque compito per dimostrare l'indecibilità
della logica (digitale); Vanner Bush crea
l'Analizzatore differenziato basato su un modello
analogico.
Anni '40 – John Von Neumann sostiene un modello
di macchina in cui tutto si riduce a operazioni
elementari (trattabilità vs decidibilità)
1945 – Vannevar Bush propone il memex, una
macchina basata su collegamenti organici tra testi
differenti
1960 – Ted Nelson lavora al progetto Xanadu un
sistema di archiviazione che consente collegamenti
molteplici tra ipertesti
Anni '80 – fiction interattiva (libri, videogiochi)
5. La lettura dell'ipertesto
La lettura non è lineare. E’ un’esplorazione, simile
a quella che si compie guardando la prima pagina di
un giornale, ma ancor meno strutturata.
6. Leggere e Scrivere
VANTAGGI
SVANTAGGI
- Il web è lo strumento più flessibile e
- L’80% dei lettori scorre rapidamente
più ampio per il contenimento di testi.
la pagina, senza leggere parola per
parola come farebbe con un libro.
- Struttura ipertestuale
- Mediamente leggere sullo schermo
- Flessibilità grafica
richiede il 25% in più di tempo rispetto
alla lettura sulla carta.
- Costi e diffusione
7. Leggere e Scrivere
Il primo passo è pensare al sito come un luogo da
percorrere insieme al lettore. Proporgli un
itinerario ma fornirgli anche al possibilità di
vagabondare a piacimento.
L’ipertesto è un castello pieno di stanze che non
vanno viste tutte o tutte insieme. Un labirinto in
cui deve essere piacevole passeggiare senza che il
lettore però perda mai il filo.
8. La nascita di internet
1958 - nel corso della guerra fredda gli Usa creano
l'Arpa (Advanced Research Projects Agency) per
trovare una soluzione alle problematiche legate alla
sicurezza e disponibilità di una rete di
telecomunicazioni.
1968 - Joseph Lickider (ex direttore dell'Arpa) e
Robert Taylor (direttore Ipto - Information
Processing Techniques Office dell'Arpa) scrivono
un articolo in cui ipotizzano un nuovo modello di
informatica basato su un dispositivo in grado di
permettere interazione oltre che trasferire
informazioni. E' un modello user centered in cui
l'enfasi è sulla persona e non sulla macchina, per
poter gestore sia le informazioni (informatici) e I
loro processi d'uso (umanisti).
9. La nascita di internet
29 ottobre 1969 - Robert Taylor grazie ad un
finanziamento del 1966 dell'Arpa mette in
collegamento I primi due nodi a cui presto si
uniscono altri centri. Si tratta di centri di ricerca
universitari e l'obiettivo è poter scambiare
informazioni in breve tempo senza doversi spostare
fisicamente o dover cambiare terminale. Il sistema
è quello “a pacchetto” secondo la logica del packet-
swiching.
La rete si estende rapidamente negli Usa: I nodi
diventano 15 nel '71 e oltre 50 nel '72. E'
comunque un prototipo e non assomiglia a Internet
che nascerà alcuni anni dopo. La rete è stata
concepita per la commutazione di pacchetto ma
adotta la più semplice commutazione di circuito.
Inoltre, il protocollo centrale di Internet, il
TCP/IP non è ancora stato inventato.
10. La nascita di internet
29 ottobre 1969 - A differenza del sistema
tradizionale (telefonata) una rete a commutazione
di pacchetto è caratterizzata, anziché da centrali di
commutazione, da calcolatori collegati fra loro da
linee del tipo "punto-a-punto".
In fase di trasmissione i dati numerici sono divisi in
tanti pacchetti (es. msg da 100mila diviso in dieci
pacchetti da diecimila bit ciascuno).
I pacchetti saranno poi inviati al calcolatore più
vicino e da questo al secondo, e così via. Per
migliorare l'efficienza globale della rete, i pacchetti
potranno seguire percorsi diversi.
Lo scopo principale è la piena utilizzazione delle
risorse trasmissive. Il modello è quello del cervello
umano dove i neuroni e i loro collegamenti sono
molteplici e sovrabbondanti.
11. La nascita di internet
1973 - Vinton Cerf e Bob Kahn sviluppano un
nuovo protocollo per la comunicazione di base tra
gli host: il TCP/IP (Transmission Control
Protocol/Internet Protocol).
TCP/IP implementava in modo semplice ed
efficiente le idee di trasmissione a pacchetti in una
rete decentrata, ma soprattutto permetteva
facilmente di integrare in un unico ambiente
comunicativo reti e mezzi di comunicazione diversi.
TCP/IP è un modello a quattro strati (fisico, rete
(IP), trasporto (TCP) ed applicativo) ognuno dei
quali traduce la parte di interfaccia di rete sino a
quella di interfaccia con l'utente.
L'originario sistema telematico progettato da
Taylor si va trasformando in una inter-rete.
12. La nascita di internet
1982 - Arpanet viene suddivisa in due parti: la
prima parte, chiamata Milnet, viene dedicata alle
applicazioni militari; la seconda denominata
Internet (con la "I" maiuscolo per distinguerla dalla
sua tecnologia, che porterà lo stesso nome con la
"i" minuscola) viene lasciata agli accademici e alle
altre applicazioni civili.
13. La nascita del web
6 agosto 1991 - l'informatico inglese Tim Berners-
Lee pubblica il primo sito web. L'idea del World
Wide Web era nata due anni prima, nel 1989,
presso il Cern di Ginevra. Alla base c'era il progetto
di elaborare un software per la condivisione di
documentazione scientifica in formato elettronico
indipendentemente dalla piattaforma informatica
utilizzata, con il fine di migliorare la
comunicazione, e quindi la cooperarazione, tra i
ricercatori dell'istituto.
A lato della creazione del software, iniziò anche la
definizione di standard e protocolli per scambiare
documenti su reti di calcolatori: il linguaggio Html
(HyperText Markup Language) e il protocollo di
rete Http (HyperText Transfer Protocol).
14. La nascita del web
Questi standard e protocolli supportavano
inizialmente la sola gestione di pagine Html
statiche, vale a dire file ipertestuali -preparati
precedentemente- visualizzabili e, soprattutto,
navigabili utilizzando opportune applicazioni
(browser web).
30 aprile 1993 - il Cern decide di mettere il www a
disposizione del pubblico rinunciando ad ogni
diritto d'autore. La semplicità della tecnologia
decretò un immediato successo: in pochi anni
divenne la modalità più diffusa al mondo per inviare
e ricevere dati su Internet.
15. La nascita del web
HTML: non è un linguaggio di programmazione
ma un linguaggio di markup che descrive le
modalità di impaginazione, formattazione o
visualizzazione grafica (layout) del contenuto,
testuale e non, di una pagina web attraverso tag di
formattazione.
Un web browser scarica da uno o più web server il
contenuto Html ed eventuali documenti collegati e
li elabora, ossia ne interpreta il codice, al fine di
generare la visualizzazione della pagina desiderata
sullo schermo del computer.
HTTP: è un protocollo di trasferimento
dell'ipertesto. Funziona su un meccanismo
richiesta/risposta (client/server): il client esegue
una richiesta e il server restituisce la risposta.
Nell'uso comune il client corrisponde al browser ed
il server al sito web.
16. Il sito web (website)
Un sito internet o sito web è un insieme di pagine
web collegate che posseggono lo stesso URL
(Uniform Resource Locator) che spesso
corrisponde al nome del dominio.
Un sito è caricato su un server web accessibile da
internet o da un network privato. L'insieme dei siti
accessibili pubblicamente costituisce il World Wide
Web.
Una pagina web è un documento, solitamente
testuale con una determinata formattazione data in
Hypertext Markup Language (HTML, XHTML).
Le pagine web sono accessibili e inviabili con
l'Hypertext Transfer Protocol (HTTP o HTTPS).
Un browser si occupa di trasformare le
informazioni html in un output sul display.
(Wikipedia.it)
17. La struttura di un sito
Ogni sito possiede una sua struttura che consiste
nell'organizzazione dei contenuti presenti.
La struttura determina I percorsi e la divisione
logica dei materiali ed è gestibile attraverso I link
interni del sito (per esempio a partire dal menù).
La struttura influenza sia la grafica che I contenuti.
18. La home page
E’ la presentazione, il biglietto da visita di un sito.
ESEMPI
Per questo motivo dev’essere la pagina più curata.
L’home page c’era anche nei libri ed era il
www.harvard.edu
frontespizio e l’indice.
www.paris-sorbonne.fr
Su Web si è trasformata di poco. Spesso riproduce
la facciata di un edificio, il primo piano di una
www.unibs.it
persona, oppure la sintesi dei contenuti principali o
della struttura di un sito.
19. La home page
L'home page di un sito è la prima pagina che si
ottiene digitando il solo nome di dominio.
Per esempio, nell'indirizzo
www.w3c.org/Consortium/Offices/role.html: ESEMPI
* www.w3c.org/ è la radice, o nome di dominio
* Consortium/Offices/ sono le sottocartelle, www.harvard.edu
separate dal simbolo "/"
* role.html è il nome della pagina www.paris-sorbonne.fr
Solitamente le pagine di un sito risiedono tutte www.unibs.it
sullo stesso Web server, e la ramificazione in
sottocartelle dell'indirizzo corrisponde ad una
uguale ramificazione nell'hard disk dello stesso
server.
20. La home page
Logo
Link di collegamento all’home page ESEMPI
Login
Presentazione
Funzionalità di ricerca www.harvard.edu
Spazio per immagini
Animazioni www.paris-sorbonne.fr
Certificazioni del sito (fad)
Contenuti e suddivisione degli stessi www.unibs.it
Prevalenza di testo o immagini
Organizzazione su testo o immagini
21. La bussola dell'ipertesto
BUSSOLA....
- Chi siamo
- Dove siamo
-Link Home
-Contatti
- Prodotto
-Porfolio-storico
- (Faq)
- Mappa del sito – menu
- Log
- Rss
- Newsletter
- Tag
- Titolo
22. La grafica di un sito
La grafica di un sito veicola molta della sua
comunicazione e influenza anche I contenuti
testuali.
Essa può essere analizzata (grafica statica) come una
pagina scritta tradizionale anche se:
- le modalità di fruzione dei contenuti sul web
- l'interattività
Hanno determinato standardizzazioni e modelli
molto differenti da quelli del testo scritto.
I livelli più evidenti sono quello:
- astratto/plastico (linee, forme, colori)
- contenuto (immagini figurative presenti)
23. Target e stile
Sul Web il pubblico di massa non esiste più (esclusi
i grandi portali che però possono essere suddivisi in
pubblici diversi).
Emergono piccoli gruppi che si formano intorno a
interessi comuni e limitati.
24. Target e stile
La maggior parte dei destinatari richiede la
conoscenza degli argomenti di suo interesse,
l’utilizzo di parole che usa, l’organizzazione degli
argomenti nel modo in cui pensa.
Solo conoscendo queste caratteristiche si può
‘modellare’ il sito, sfruttando i dati degli utenti
esaminando il loro profilo: dati anagrafici,
preferenze personali, i report annuali, il dialogo
con chi conosce i consumatori, contatti con i
consumatori stessi e sapere qual è il loro lavoro e
l’appartenenza a gruppi.
25. Target e stile
La prima operazione da svolgere quindi è adottare
lo stile del gruppo a cui si rivolge.
Un secondo elemento fondamentale è la
personalizzazione all’interno della loro area su cui
influiscono. Gli utenti vogliono essere riconosciuti.
Si può usare la visualizzazione del nome, la
specificazione dei contenuti richiesti, la creazione e
l’accesso di un account e di un profilo utente, le e-
mail personalizzate, dare controllo al consumatore
su alcune parti del sito.
26. Lo stile del web
- http://www.redbull.it
- http://www.tizianoferro.com/it/
- http://www.fabrifibra.it/it/
- http://www.lonelyplanetitalia.it/
- http://www.accademiadellacrusca.it/
- http://www.emergency.it
28. Il web 1.0
Il web 1.0 è internet sino al 2004-5 e sino a
quando la partecipazione degli utenti resta una delle
possibilità di interazione ma non di produzione,
rielaborazione e ricerca dei materiali.
La prima fase inizia con l'introduzione di Mosaic, il
primo browser grafico, nel 1993 e termina nel
2004 dopo lo scoppio della bolla speculativa.
Le caratteristiche tecnicnologiche del Web 1.0
sono la staticità delle pagine (i primi utenti attivi
della rete realizzano delle homepage e molte
imprese entrano in rete con siti web che sono la
versione digitale delle brochure pubblicitarie
aziendali), la loro interattività minima e inesistente
e il fatto che vengono realizzate utilizzando in molti
casi tecnologie proprietarie.
29. Il web 2.0
Web 2.0 is a loosely defined intersection of web
application features that facilitate participatory
information sharing, interoperability, user-centered
design,[1] and collaboration on the World Wide
Web. A Web 2.0 site allows users to interact and
collaborate with each other in a social media
dialogue as creators (prosumers) of user-generated
content in a virtual community, in contrast to
websites where users (consumers) are limited to
the passive viewing of content that was created for
them. Examples of Web 2.0 include social
networking sites, blogs, wikis, video sharing sites,
hosted services, web applications, mashups and
folksonomies.
en.wikipedia.org/wiki/Web_2.0
31. Dal controllo alla libertà
Controllo e centralità del produttore
Media tradizionali
Il web
Il social web
Partecipazione degli utenti alla creazione dei contenuti
33. Il termine web 2.0
Il termine web 2.0 (coniato nel 1999) è associato a
Tim O'Reilly che l'ha usato con grande successo
nella O'Reilly Media Web 2.0 conference in 2004.
La O’Reilly Media è una media company
americana fondata da Tim O'Reilly che pubblica
libri, siti web e realizza conferenze su temi legati
all’informatica (per ulteriori precisazioni si
veda il sito http://www.oreilly.com).
Sebbene il termine suggerisca la nascita di un nuovo
web, non troviamo dei significativi cambiamenti
tecnologici ma degli sviluppi nei software e nel
ruolo dei consumatori del web.
34. La partecipazione collettiva
Un concetto fondante il Web 2.0 è quello di
partecipazione collettiva. Una delle forme, anzi la
forma base attraverso cui essa si concretizza, è
l’hyperlinking, la continua e reciproca
integrazione di informazione da parte degli utenti
attraverso il web.
Quando gli utenti aggiungono alla Rete nuovi
concetti o nuovi siti, questi sono integrati alla
struttura del web dagli altri utenti che ne
scoprono il contenuto e creano link.
35. La partecipazione collettiva
Come esemplificazione di questo principio,
O’Reilly cita Yahoo! che nasce come una
directory di link, cioè dall’aggregazione del
lavoro svolto da migliaia e poi milioni di utenti del
Web.
Fondata nel 1995 da Jerry Yang e David Filo,
fornisce una grande quantità di prodotti e di servizi:
portale web, motore di ricerca, directory,
servizio mail, news, posting.
Nonostante Yahoo! abbia implementato e arricchito
i servizi offerti e di conseguenza il proprio
business, creando contenuti di vario tipo,
tuttavia permane centrale, se si stima il suo
valore, la componente del lavoro collettivo svolto
dagli utenti.
36. La partecipazione collettiva
Un altro esempio è ebay. Fondata il 6 settembre
1995 da Pierre Omidyar, ebay è un sito di aste on-
line come è possibile visionare dal documento di
accordo utenti presente nella mappa del sito.
eBay è una piattaforma (marketplace) che offre ai
propri utenti la possibilità di vendere e comprare
oggetti sia nuovi che usati, in qualsiasi momento, da
qualunque postazione Internet e con diverse
modalità, incluse le vendite a prezzo fisso e a
prezzo dinamico, comunemente definite come
"aste online".
ebay cresce in modo organico rispondendo
all’attività svolta dagli utenti. Il ruolo della
società che lo gestisce è quello di mettere a
disposizione un contesto in cui l’attività degli utenti
possa aver luogo.
37. La partecipazione collettiva
Anche Amazon, rispetto ad altri store online,
fonda la propria filosofia aziendale sull’invito alla
partecipazione da parte degli utenti e usa l’attività
svolta da quest’ultimi per produrre risultati di
ricerca migliori.
Chi ha comprato questo libro ha comprato anche...
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38. La partecipazione collettiva
Wikipedia è una enciclopedia multilingue
collaborativa, online e gratuita, nata con il progetto
omonimo intrapreso da Wikimedia Foundation,
che è una organizzazione non a scopo di lucro
statunitense. Etimologicamente Wikipedia significa
cultura veloce, dal termine hawaiano wiki (veloce),
con l'aggiunta del suffisso di origine greca -pedia
(cultura).
Wikipedia prese il via nel 2000 come progetto
complementare di Nupedia, un progetto per la
creazione di una enciclopedia libera online le cui
voci erano scritte da esperti attraverso un processo
formale di revisione. Wikipedia partì nel 2001.
39. La partecipazione collettiva
Su Internet esistono o sono esistiti molti altri
progetti di enciclopedie. Alcuni si basano sulle
consuete politiche editoriali di proprietà
intellettuale sulle voci. Siti web più informali
servono come guide generali le cui voci sono scritte
e controllate da persone comuni. Progetti come
Wikipedia prevedono voci sviluppate da numerosi
autori e in cui non esiste alcun processo formale di
revisione e con un contenuto rilasciato sotto la
licenza GNU Free Documentation License.
Wikipedia possiede un insieme di linee guida volte
ad identificare quali tipi di informazioni siano adatte
ad esservi inserite. Ad esse si fa spesso riferimento
nelle dispute per decidere se un particolare
contenuto debba essere aggiunto, rivisto, trasferito
ad un progetto affine oppure rimosso.
40. La folksonomy
Folks + taxonomy (Thomas Vander Wal 2004)
Si tratta di una nuova forma di tassonomia popolare
una cosiddetta etnoclassificazione.
La classificazione avviene per parole chiave (tag) ed
è priva di una struttura di partenza e di relazioni
predefinite tra gli elementi.
Non c'è più un'autorità che categorizza i contenuti
della cultura ma sono gli utenti a svolgere tale
azione riflettendo I propri modelli concettuali.
41. La folksonomy
La folksonomy è uno stile di categorizzazione
collaborativa dei siti che utilizza parole chiave
liberamente scelte, che sono definite tag. Il tagging
consente di ottenere, anziché rigide categorie, una
associazione multipla e in sovrapposizione, la
stessa usata dal cervello umano. Inoltre, la
stessa infrastruttura del Web, includendo Linux
e Apache, tiene in grande considerazione i
metodi di peer-production promossi dalla cultura
open source.
42. La folksonomy
ESEMPI DI FOLKSONOMY
Siti di Social bookmarking
Siti di condivisione video
YouTube
Siti di condivisione immagini
Siti di condivisione audio
Siti di condivisione di materiali didattici
Siti di aggregazione e condivisione notizie RSS
Progetto di performing media per l'etichettatura
sociale
Motori di ricerca
44. Il problema della ricerca
MENONE: Ma in quale modo, Socrate, andrai
cercando quello che assolutamente ignori? E quali
delle cose che ignori farai oggetto di ricerca? E se
per un caso l'imbrocchi, come farai ad accorgerti
che è proprio quella che cercavi, se non la
conoscevi?"
SOCRATE: "Capisco quello che vuoi dire,
Menone! Vedi un po' che bel discorso eristico
proponi! L'argomento secondo cui non è possibile
all'uomo cercare né quello che sa né quello che non
sa: quel che sa perché conoscendolo non ha bisogno
di cercarlo; quel che non sa perché neppure sa che
cosa cerca."
Platone, Menone, 80d-81a
45. Il problema della ricerca
- Soddisfazione per la conclusione alla quale
perveniamo
- Conoscenza che deriva sempre da altra
conoscenza
- Supposizione pregiudiziale del risultato (Cartesio)
LA RICERCA NON E' UN'OPERAZIONE
NEUTRA
46. La ricerca nel web
Nel web le ricerche topologiche hanno dimostrato l'assenza di democrazia e valori egualitari.
Ne deriva che l'accesso alle risorse non è libero e totale per gli utenti.
E lo strumento a cui ci si affida, I motori di ricerca, è anche la prima e principale limitazione al
loro raggiungimento.
47. L'uso dei motori di ricerca (Search engine)
- Circa la metà degli americani consulta un motore
di ricerca (2008)
- Il 90% dei giovani utilizzatori del web comincia il
proprio percorso di ricerca da Google e si ritiene
soddisfatto dei risultati ottenuti (2008)
I motori di ricerca sono e si propongono come
filtro e mezzo di organizzazione dell'informazione
mondiale.
Un filtro percepito come efficiente, neutrale e
garante dell'accesso alle informazioni in rete.
50. Come funziona un motore di ricerca
- Crawlers (detti anche spider o robot) esplorano il
web seguendo I link (più link, più la visita è facile;
no link no analisi)
- Page repository: magazzino di tutti I dati delle
pagine indicizzate associate così a delle parole
chiave con una copia cache della pagina (non si
interroga il web ma il repository)
- Queries: sono le parole inserite dall'utente per
fare la ricerca che dovrebbero concettualizzare la
stessa (query suggestion, keyword advertising)
- Algoritmo di ranking: in Google sfrutta le
interconnesioni tra le pagine web per valutare la
loro autorità e anche il numero di cliccaggi
(processo autostimolante)
51. Come funziona un motore di ricerca
Le Search Engine Result Pages sono le pagine dei
risultati.
Molti motori mettono in cima dei risultati legati
alle keywords ma sponsorizzati (es. Google
AdWords).
In più possono anche comparire veri e propri
annunci legati alla ricerca (es. Google AdSense).
Dal punto di vista del web marketing oggi tutti
puntano sui principali motori di ricerca alla Searc
engine optimization (Seo) ossia la salita del proprio
sito tra le prime risposte offerte.
Le ricerche possono anche essere limitate (es.
Google Books, News, Scholars etc)
52. Come funziona un motore di ricerca
La maggior parte dei motori di ricerca che opera sul
web è gestito da compagnie private che utilizzano
algoritmi proprietari e database tenuti segreti.
Esistono comunque diversi tentativi di dar vita a
motori di ricerca fondati sul software libero, alcuni
esempi sono:
- Lucene (usato da wikipedia)
- Wikia Search (diventato oggi Wiki Answer)
- YaCy (motore peer to peer non censurabile)
53. Le alternative
- METAMOTORI: MetaCrawler, BigSearcher,
Ixquick, Vivìsimo
- RICERCA SEMANTICA: WolframAlpha
- STRUMENTI per INVISIBLE WEB: Deepdyve
- DOMANDE: YahooAnswer, Chacha
55. La Google Generation
Il nuovo ambiente comunicativo e le caratteristiche
delle sua piattaforme hanno, come I media
tradizionali in passato, influito sulle modalità di
conoscenza delle nuove generazioni.
- Disponibilità con pochi limiti di spazio e tempo
delle informazioni e dei contatti
- Approccio multitasking
- Logica non lineare
- Passaggio dalla sequenza finita al flusso
56. L'era della democrazia?
- Per oltre un decennio gli esperti della rete hanno
scommesso sull'effetto virtuoso delle tecnologie
digitali.
- Internet non è ambiente egualitario ma basato su
leggi di potenza (Barabasi 2004). La vera forza è il
capitale reputazionale che si accresce in modo
esponenziale.
- Pochi siti fanno da passaggio chiave per l'intera
rete
57. Cambiano spazio e tempo
- Internet ha amplificato la trasformazione della
percezione di spazio e tempo indotta dalla
modernità e dai media nel secolo scorso.
- Oggi domina sempre più un'idea di simultaneità
che enfatizza la pluralità degli spazi vissuti, rende
spazio e tempo soggettivi e presentifica ogni
esperienza.
58. Una nuova mente
- Le scienze cognitive e anche quelle biomediche hanno
dimostrato che il nostro cervello si modifica
plasticamente attraverso l'esperienza. Si creano nuovi
collegamenti e se ne recidono altri inutilizzati.
- Chi legge un libro (linguaggio, processi visuali) usa
parti diverse da chi naviga su una pagina web (regioni
prefrontali di assunzione decisioni e risoluzione
problemi). Impariamo a saltare in superficie,
continuando a prendere scelte che riteniano passibili di
modifica
- Alcune capacità mnemoniche diminuiscono (verbale,
numerica, racconto sequenziale, tatto) altre sono più
attive (vista, udito).
- Queste attività plasmano un pensiero meno razionale,
apodittico, simile al pensiero magico.
59. I nativi digitali
- Il termine è stato usato da Prensky nel 2001 e
indica chi è nato e cresciuto nell'era di internet.
- Non leggono libri, non scrivono a mano, delegano
al computer la propria memoria e sono in grado di
dare risposte molto veloci. Aumenta la flessibilità
nell'uso personale del tempo e di mantenere aperta
ogni scelta.
- Pensano che l'informazione sia un bene da
condividere ma amano mettere un marchio alle
cose (cfr. Il condividi di Fb). Cercano sempre modi
per essere più veloci.
- Cade l'aspirazione all'unicità e prevale il desiderio
di risolvere il compito, ottenere consenso e
condivisione.
60. I rischi
- Sensazione di ansia crescente di fronte a troppe
informazione e difficoltà nel gestirle
- L'idea di Always on (De Kerckhove 2010)
- Conoscenza priva di riflessione critica (Shah
Nishant 2011)
- Informazione piatta e standardizzata
- Logica del domanda-risposta
62. I modelli economici nel web
Anche sul web possono essere individuati dei
modelli di business e alcuni di essi si fondano sulla
natura partecipative del web:
- FREE (Youtube): servizio free in cambio di comunicazione
pubblicitaria (modello media tradizionali)
- NOTHING FREE (iTunes, Google AdSense): I servizi sono a
pagamento
- FREE TO USE, PAY TO SERVICE (OO): per esempio
software open source che a pagamento possono essere
personalizzati o assistiti
FREEDOM TO PAY (WinRar, Wikipedia): periodo di prova
o donazione volontaria
FREEMIUM (Antivir, SlideShare): il livello base è gratuito,
l'avanzato a pagamento, anche a più livelli
(Di Bari 2007)
63. I modelli economici nel web
Il primo vantaggio del web è la gratuità o il basso
costo di chi lo utilizza come produttore:
- Azzeramento costi di distribuzione
- Abbassamento costi di produzione di testi
64. I modelli economici nel web
La Creative Commons è una organizzazione no
profit che si occupa di tutelare le opere che
vengono create dagli utenti attribuendo loro delle
specifiche licenze che permettono a quanti
detengono I diritti di copyright di trasmettere
alcuni diritti al pubblico e conservarne altri.
In particolare si può agire su:
- Uso commerciale
- Creazione opere derivate
- Condivisione delle stesse
68. I social network (reali)
Una rete sociale (in inglese social network) consiste
di un qualsiasi gruppo di individui connessi tra loro
da diversi legami sociali.
Le reti sociali operano a più livelli e svolgono un
ruolo cruciale nel determinare le modalità di
risoluzione di problemi e i sistemi di gestione delle
organizzazioni, nonché le possibilità dei singoli
individui di raggiungere i propri obiettivi.
La versione di Internet delle reti sociali (Social
media) è una delle forme più evolute di
comunicazione in rete. Si tratta di una rete virtuale
e non fisica e che opera su un piano mediatizzato.
(Wikipedia)
69. I social media
Social media è un termine generico che indica
tecnologie e pratiche online che le persone
adottano per condividere contenuti testuali,
immagini, video e audio.
Andreas Kaplan e Michael Haenlein hanno definito i
social media come un gruppo di applicazioni
Internet che consentono la creazione e lo scambio
di contenuti generati dagli utenti.
I social media rappresentano un cambiamento nel
modo in cui la gente apprende, legge e condivide
informazioni e contenuti. In essi si verifica una
fusione tra sociologia e tecnologia che trasforma il
monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a
molti).
(Wikipedia)
70. I social media
I social media integrano quindi un supporto
tecnologico, un'iterazione sociale e dei contenuti
multimediale che vengono creati e scambiati.
- 3 americani su 4 usano social media (2008)
- i 2/3 di chi naviga usa social network (2009)
- visitare social network è tra le 4 attività più
popolari del web (2009)
- sui social network si spende il 10% del tempo
dedicato al web (2009)
71. Forme di social media
Social Networks
News & Bookmarking
Blogs - Microblogging
Video - Photo Sharing
Message boards
Wikis
Virtual Reality
Social Gaming
Related: Podcasts, Real Simple Syndication (RSS)
72. Il blog
I blog nati nel 1997 negli Usa si affermano in Italia
dal 2001. Si configurano come diari online
all'interno dei quali si possono inserire in ogni
momento dei contenuti (post) che possono essere
letti, condivisi e commentati da tutti.
Per facilitare la condivisione e la lettura dei blog si
sono affermati I reader e gli Rss che servono a
raggruppare I blog che si intendono seguire e che
offrono la possibilità di avere gli aggiornamenti dei
blog che si seguono.
(Prunesti 2009)
73. Il blog
Il popolo dei blog in tutto il mondo arriva a sfiorare
i 150 milioni.
Su Technorati, i dieci principali blog risultano
Huffington Post, Techcrunch, Gizmodo, Mashable,
Gawker, Endgadget, The Daily Beast, BoingBoing e
ReadWriteWeb.
Questi dieci favolosi blog sono veri e propri
opinion makers globali, dotati di una notevole
influenza sull'intero web, oltre gli stessi blog.
(Rapporto Technorati 2010)
74. Il blog in Italia
I gestori di blog sono 1,7 milioni (nel 2009 erano
1,2 milioni), il 23% dell’utenza Internet, ovvero
5,6 milioni di individui, si dichiara lettore assiduo
di blog (+10% rispetto al 2009).
In particolare i blog di attualità sono consultati da
4,9 milioni di individui anche se i lettori assidui di
questo tipo di blog sono in calo rispetto al 2009, a
1,8 milioni (30% in un solo anno).
(Rapporto Human Highway e Liquida 2010)
75. La blogosfera
Blogosfera è un neologismo (calco dell'inglese
blogosphere o blogsphere) che indica, nell'ambito
di internet, l'insieme dei blog e più specificamente
la comunità virtuale che hanno generato come
collettività.
I blog sono fortemente interconnessi: i bloggers (o
blogghisti o blogonauti) leggono blog altrui, li
linkano (creano dei collegamenti), e li citano nei
propri post (messaggi). A causa di ciò i blog fra loro
interconnessi hanno sviluppato una propria cultura.
Si può notare una certa assonanza con il termine
biosfera.
(Wikipedia)
77. Blog & SN
L’87% dei blogger oggi usa Facebook. L’81% lo
usa per promuovere il proprio blog. Il 64% lo usa
per interagire con i lettori. Il 45% dice che
Facebook ha un’efficacia maggiore nel veicolare
traffico rispetto allo scorso anno.
Il 73% di chi ha un blog a livello hobbistico e l’88%
di chi lo ha a livello professionale usa Twitter. Il
34% dice che Twitter ha un’efficacia maggiore nel
veicolare traffico rispetto allo scorso anno.Fra gli
altri social, quelli che emergono sono LinkedIn (per
chi opera in ambito business) e YouTube/Flickr,"
(Rapporto Technorati 2010)
78. La crescita del microblogging
Il microblogging (o micro-blogging o micro
blogging) è una forma di pubblicazione costante di
piccoli contenuti in Rete, sotto forma di messaggi
di testo (normalmente fino a 140 caratteri),
immagini, video, audio MP3 ma anche segnalibri,
citazioni, appunti. Questi contenuti vengono
pubblicati in un servizio di Social Network, visibili
a tutti o soltanto alle persone della propria
community.
Il servizio più diffuso è Twitter, lanciato nel giugno
2006 da Evan Williams e diventato popolare alla
South by Southwest Conference di Austin, Texas.
Un altro servizio famoso e diffuso è FriendFeed.
(Wikipedia)
79. La crescita del microblogging
Per quanto riguarda il tasso di click-throughs –
ovvero la percentuale di utenti che, una volta visto
il messaggio a loro destinato, lo hanno ricliccato -, i
social network dominano con il 60% del CTR,
rispetto ad un nettamente inferiore 31% delle e-
mail.
Tra i Social network, Facebook è ancora il più
utilizzato per condividere le notizie, tanto da
raggiungere il 78% dell’utilizzo.
Twitter viene invece al terzo posto, ma quello che
sorprende è la sua percentuale di CTR è molto più
alta rispetto a quella di Facebook: il CTR di
Facebook risulta del 287%, mentre quello di
Twitter del 1.904%, sarebbe a dire cher per ogni
link link condiviso, Facebook genera 2,87 click,
mentre Twitter 19,04.
(Social Twist)
80. Tipologie di SN
PROFILE-BASED SN: incentrati sul profilo
dell’utente e quindi sulla componente di self
expression costituendo soprattutto uno strumento
per esprimersi e per comunicare con i propri
contatti (Facebook, MySpace).
CONTENT BASED SN: incentrati sugli user
contents intorno ai quali si creano gruppi e
discussioni (Flickr, YouTube, LastFM).
BUSINESS SN: rivolti lla creazione e alla gestione
di network di tipo professionale La propria rete di
contatti serve per entrare in contatto con altri
utenti, sfruttando le referenze positive (LinkedIn).
(http://socialnetworkschool.blogspot.com)
81. Tipologie di SN
ETHNIC SN: rivolti a particolari gruppi etnici, che
fanno dell’appartenenza a quel determinato gruppo
l’elemento caratterizzante (la società americana
Community Connect ha lanciato AsianAvenue.com,
BlackPlanet.com, MiGente.com, Glee.com).
ENTERTAINMENT SN: rivolti al gaming on line. La
componente social consente agli utenti di sfidare
online gli altri utenti, utilizzando la funzionalità di
instant messagging per comunicare (Hi5).
BLOG BASED SN: costituiti principalmente intorno
alla funzionalità di blogging (LiveJournal).
MICRO-BLOGGING SN: consentono, attraverso
l’utilizzo di messaggi molto brevi, di comunicare in
tempo reale il proprio status, ciò che cioè si sta
facendo oppure sta accedendo (Twitter)
(http://socialnetworkschool.blogspot.com)
82. Tipologie di SN
THEMATIC SN: incentrati su particolari tematiche o
interessi. Sono tantissimi e rappresentano soprattutto
degli upgrade dei forum tematici a cui si sono
aggiunte funzionalità di social networking (Care2, ,
Dogster e Catster, Couchsurfing).
MOBILE SN: una particolare categoria di mobile
social network i “location based mobile social
network” che integrano le funzionalità tipiche dei
social network con le potenzialità offerte dai servizi
di localizzazione (Foursquare e Gowilla).
FEED AGGREGATOR: consentono di raggruppare
tutti gli aggiornamenti e le attività dei propri contatti
sui differenti social network in un’unica pagina web,
dando anche la possibilità di interagirvi senza però
mai abbandonare la pagina stessa e di gestire tutte le
attività online di self expression (FriendFeed)
(http://socialnetworkschool.blogspot.com)
83. La crescita dei social media
Fonte: dati dei relativi siti (inizio 2012)