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METODOLOGIA DELLA
RICERCA APPLICATA
Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, Canale J
Docente: NADIA SATURNINI
Studenti: Aurilio, Krizia
Castiglione, Daniele
Fornaciari, Francesca
Martinez, Victor
Pisapia, Elisa
INDICE
PAGINA
1. PREMESSA E SCOPO DEL LAVORO 3
2. SCELTA DEL PROBLEMA 3
3. REVISIONE DELLA LETTERATURA 3
4. DEFINIZIONE DELLE IPOTESI DELLA RICERCA 14
5. SCELTA DEL CAMPIONE E MODALITA’ DI STUDIO: TIPO DI
RICERCA, METODI E ISTRUMENTI
14
6. QUESTIONARIO 15
7. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI RISULTATI 19
8. CONCLUSIONI 31
9. APPLICAZIONE ALLA PRATICA INFERMIERISTICA 33
10. BIBLIOGRAFIA 35
11. SITOGRAFIA 35
1. Premessa e scopo del lavoro
Attraverso questa nostra ricerca abbiamo intenzione di capire in che modo, e se, gli studenti del
corso J del terzo anno di Infermieristica “La Sapienza” sono in grado di far fronte alla gestione di
un arresto cardiaco extraospedaliero, sulla base di quattro variabili principali: l’esperienza
personale, la formazione pratica, la formazione teorica e l’emotività.
La nostra idea nasce da ripetuti confronti fra noi studenti e dal desiderio di dare alla Formazione un
riscontro pratico su cui poter basare le scelte per quanto riguarda la futura distribuzione dei tirocini
e dello studio, anche a seguire negli anni.
2. Scelta del problema
Gli studenti di infermieristica del 3 anno del corso J della Sapienza non si sentono pronti per
affrontare l’arresto cardiocircolatorio extra-ospedaliero.
3. Revisione della letteratura
L’arresto Cardiaco: Che cos’è?
L'arresto cardiaco è una situazione clinica caratterizzata dall'inefficacia o assenza
dell'attività cardiaca.
Eziologia:
Può originare da alterazioni di varia natura dell'impulso elettrico, o da ostacoli di natura meccanica.
Sia nel caso che la genesi sia primitivamente elettrica o meccanica, si determina l'inefficacia di
entrambe le componenti.
Decorso:
La conseguenza immediata è l'assenza di perfusione sistemica. L'arresto cardiaco è una condizione
di morte clinica reversibile che, se non adeguatamente trattata, è destinata ad evolvere in morte
biologica irreversibile a causa della ipoossigenazione cerebrale. Le cause di arresto cardiaco
possono essere: cardiache (tra le quali la più frequente è la cardiopatia ischemica), non cardiache,
meno frequenti, a loro volta suddivisibili in meccaniche (tamponamento cardiaco, embolia
polmonare, pneumotorace iperteso, e altre) e anossiche (ad esempio ostruzione delle vie aeree ed
eventi neurologici)
L'insorgenza dell'arresto cardiaco è spesso spontanea, senza segni clinici o sintomi premonitori. In
alcuni casi il paziente può avvertire una sintomatologia riferibile alla condizione clinica che è causa
dell'arresto: palpitazioni, vertigini, dispnea, dolore toracico o al braccio sinistro. L'obiettività in
corso di arresto cardiaco è caratterizzata dall'assenza del polso centrale (carotideo), dalla perdita di
coscienza, e da una serie di segni clinici che compaiono dopo un lasso di tempo
variabile: midriasi, pallore o cianosi cutanea, respiro agonico, incontinenza sfinterica, rilassamento
della muscolatura scheletrica. L'evoluzione dell'arresto cardiaco verso la morte biologica
irreversibile dipende in maniera critica dal tempo che intercorre tra l'evento primario e la messa in
atto delle manovre assistenziali. Il cervello è molto sensibile all'anossia derivante dall'arresto di
circolo: in pochi secondi si ha perdita di coscienza, mentre dopo circa 4 minuti si hanno danni
irreversibili. Il cuore è meno sensibile, ma anche l'attività cardiaca va deteriorandosi nel giro di
qualche minuto; la tachicardia ventricolare senza polso (TV) e la fibrillazione ventricolare (FV), che
sono in genere i ritmi di esordio dell'arresto cardiaco da ischemia miocardica, decadono in qualche
minuto a FV a basso voltaggio, e infine ad asistolia. In pochi altri minuti sopravviene la morte
biologica.
Soccorso:
Il successo delle manovre mediche applicate a un paziente in arresto cardiaco è correlato in maniera
significativa al tipo di ritmo inizialmente rilevato dal monitor-defibrillatore (il cosiddetto ritmo di
presentazione). I ritmi di presentazione si possono schematicamente classificare in due categorie:
ritmi defibrillabili (TV-senza polso e FV), ritmi non defibrillabili (asistolia e pulseless electrical
activity, o PEA).
Se il soccorritore si trova di fronte ad un ritmo TV-senza polso/FV, ha discrete probabilità che le
manovre di rianimazione abbiano successo; se rileva un'asistolia, le probabilità di successo si
abbassano. La defibrillazione, se attuabile, deve avvenire nel minor tempo possibile dall'arresto
cardiaco; si ritiene che per ogni minuto trascorso le probabilità di successo decadano del 7-10%.
Inoltre, alcuni fattori possono intervenire riducendo le probabilità di successo, ad esempio
l'ipotermia, l'ipossia, l'acidosi e l'elevata impedenza toracica. L'evoluzione dell'arresto cardiaco in
morte biologica può essere impedita da un insieme di comportamenti sequenziali coordinati, detti
catena della sopravvivenza o catena del soccorso.
BLS – rianimazione cardio-polmonare:
Il Basic Life Support (sostegno di base alle funzioni vitali) noto anche con l'acronimo BLS, è una
tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di
un infortunato. Per paziente infortunato si intendono molte condizioni, tra le quali:
- persona priva di sensi (persona svenuta);
- persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola dei bambini, acqua
nei soggetti che affogano);
- persona sottoposta a elettrica;
- paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma.
La tecnica BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella sequenza
di supporto di base alle funzioni vitali. La definizione BLSD si riferisce al protocollo BLS con
l'aggiunta della procedura di defibrillazione standard progressivo nei corsi di formazione per
soccorritori laici).
Funzione:
Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenati il cervello e il muscolo cardiaco,
insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul
torace, un minimo di circolazione del sangue.
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico cerebrale;
si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello) è presente nell'aria-
ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente nell'aria espirata dai polmoni è circa
del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo soltanto circa un quarto dell'ossigeno presente
nell'aria, e ciò significa che, teoricamente, la stessa aria può essere respirata al massimo 4 volte);
questa constatazione ci fa capire come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la
bocca) piuttosto che con la respirazione artificiale evoluta (pallone auto espandibile, bombola di
ossigeno, soccorso avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica
respirazione bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui
ossigeno è già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato
quell'aria), e perciò sarà un'aria meno efficace.
Altrettanto importante è la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio,
mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10
minuti, in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non
impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al
cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno).
La catena della sopravvivenza:
La sopravvivenza è strettamente dipendente dalla realizzazione ordinata di una serie di interventi; la
metafora della "catena" sta a simboleggiare da un lato l'importanza della sequenza, e il fatto che se
una delle fasi di soccorso è mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime.
La catena è formata da quattro anelli, che sono nell'ordine:
1. Accesso precoce al sistema di emergenza (118 Numero nazionale per le emergenze
sanitarie).
2. Inizio precoce delle procedure di BLS.
3. Defibrillazione precoce, cioè l'arrivo precoce sul posto di un'équipe in grado di praticare la
defibrillazione.
4. Inizio precoce del trattamento intensivo (da parte di personale medico e infermieristico
adeguatamente formato).
Procedura del BLS:
Premessa: Il BLS laico
La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guide dell'European Resuscitation Council, ed è
pensata per essere eseguita da chiunque (anche personale non sanitario). Per questo non richiede
capacità mediche né l'utilizzo di particolari attrezzature. Per questo è definito "BLS laico". La
procedura che prevede l'utilizzo di presidi (pallone Ambu, cannula faringea, etc.), è pensata per il
personale medico-infermieristico e per i soccorritori certificati ed abilitati.
Fare sempre riferimento al 118 prima di intervenire in qualunque modo sui pazienti, soprattutto se
esposti a trauma. Nel caso ci si trovasse nella situazione di dover applicare il BLS si consiglia
fortemente, se si è a conoscenza di questa procedura, di intervenire.
Si consiglia inoltre a tutti di frequentare i corsi gratuiti alla cittadinanza organizzati dalle varie
organizzazioni di soccorso presenti sul territorio: la spiegazione è sicuramente più approfondita di
quella che può dare la semplice lettura di un testo ed in più c'è la presenza di simulazioni pratiche.
Va detto inoltre che le linee guida dell'ERC cambiano e si aggiornano col tempo: le ultime sono
quelle del 2010, che apportano non poche modifiche alle precedenti (ricerca del punto di
compressione, entità dell'insufflazione, ecc.)
Valutazione della scena:
All'arrivo sulla scena, prima di effettuare qualsiasi azione sul soggetto, il soccorritore deve
accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli che potrebbero pregiudicare la salute del
soccorritore e dell'assistito. Per esempio, è necessario prestare la massima attenzione nell'accertarsi
che il soggetto non sia a contatto con parti sotto tensione, che non vi siano odori di gas o liquidi
dannosi, che non siano presenti cavi elettrici sotto tensione; un altro fattore da tener presente è,
d'inverno, la possibile fuoriuscita di monossido di carbonio da caldaie o stufe malfunzionanti. Nel
caso in un cui la zona non sia sicura è necessario avvertite le autorità competenti, ad esempio i
Vigili del fuoco. Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con le manovre del BLS. La
rianimazione viene praticata esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al
richiamo verbale e agli stimoli tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di un
malore oppure di un trauma; nel secondo caso non muovere il paziente e contattare immediatamente
il 118.
Nel caso in cui, trovandosi di fronte alla vittima incosciente di un trauma, si debba
obbligatoriamente intervenire (non c'è possibilità di chiamare soccorsi oppure si è preposti a questa
funzione: es. assistente bagnanti, personale medico ecc.), bisogna sapere che il BLS avrà due
procedimenti leggermente diversi a seconda che si tratti di malore (o l'annegamento) o
specificamente di trauma; perciò va detto che quando non si ha la possibilità di valutare con
certezza la causa dell'evento (per es. non si era presenti e non ci sono né testimoni né segni evidenti
di cosa possa essere avvenuto), bisogna agire considerando l'infortunato vittima di "trauma
sospetto", operando quindi appunto come se il trauma fosse realmente avvenuto.
Valutazione dello stato di coscienza:
Il soccorritore che ha valutato che il luogo in cui si trova ed in cui deve operare è sicuro, inizia la
valutazione dello stato di coscienza. La comunicazione con la persona deve avvenire sfruttando tutti
i cinque sensi. Posti di fronte al corpo steso, per evitare movimenti del collo dell'infortunato, la
persona deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata ad alta voce. Si noti che il solo
stimolo vocale può risultare inutile in caso di persone sorde. Nell'eseguire questa operazione, il
soccorritore presterà attenzione nel reggere una mano dell'assistito, per prevenire la sua incolumità
nel caso questo si risvegli e, in preda al panico o sotto l'effetto di stupefacenti, tenti di aggredire il
soccorritore. Se il paziente non reagisce, allora la persona è definita incosciente e va fatta
immediata richiesta a chi ci sta vicino di chiamare il Numero telefonico per le emergenze mediche
(118 in Italia, 144 in Svizzera, 112 nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea) dichiarando
che la persona è incosciente. Nel caso in cui il paziente sia cosciente, può essere comunque allertata
la centrale per l'invio di personale qualificato al fine di controlli più accurati.
Valutato lo stato di coscienza, si prosegue con le manovre di BLS.
ABC:
La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle iniziali delle
parole inglesi Airway, Breathing, Circulation. Per iniziare l'ABC il soccorritore deve porre la
persona su un piano rigido (generalmente per terra) con gli arti e la testa allineati in posizione
supina (pancia in alto) e con il torace scoperto. Nel fare ciò si tenga presente che l'infortunato possa
aver subito un trauma e della presenza di lesioni al rachide cervicale. A questo punto si inizia la
valutazione vera e propria.
A: Airways
Il pericolo che corre una persona incosciente è l'ostruzione delle vie aeree: anche la stessa lingua
può cadere all'indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura.
Prima di ogni altra cosa si procede al controllo del cavo orale tramite la "manovra a borsellino" che
si effettua ruotando assieme l'indice e il pollice sulla bocca del paziente, come se si dovesse aprire
un portaspiccioli. Se sono presenti oggetti che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi, con
pinze, non introducendo mai le dita in bocca all'infortunato e facendo attenzione a non spingere il
corpo estraneo ancora più in profondità. Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un
annegamento) bisognerà inclinare lateralmente la testa dell'infortunato (o tutto il corpo in più
persone se c'è un sospetto trauma del rachide cervicale, per non muovere il collo) per permettere al
liquido di fuoriuscire. Una volta verificata la pervietà delle vie aeree e quindi l'assenza di oggetti
che possano ostruire il passaggio dell'aria si effettua l'iperestensione della testa, proprio per evitare
un auto-soffocamento con la lingua (questa manovra va fatta successivamente all'ispezione orale per
non spingere ancora più in basso eventuali corpi estranei presenti all'interno). Per effettuare la
manovra dell'iperestensione, vanno poste una mano sulla fronte, per portare indietro la testa, e due
dita sotto il mento, per sollevarlo. La manovra di iperestensione non dovrà essere violenta né brusca
(il collo è molto delicato) ma dovrà comunque essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso
vi sia un trauma cervicale anche solo sospetto, l'iperestensione dovrà essere sempre evitata insieme
a tutti gli altri movimenti del paziente: solo se dovesse rendersi assolutamente necessaria (in caso
ad esempio di un paziente in arresto respiratorio), la manovra dovrà essere solo parziale. La
posizione di iperestensione va mantenuta fino alla fine della valutazione ABC.
B: Breathing
La fase GAS:
Dopo la fase di Airway è necessario controllare se l'infortunato respira. La posizione ideale per farlo
è accostare la guancia alla sua bocca (a circa 3–5 cm), avendo preventivamente scoperto il torace
dagli abiti osservo il torace. Questa manovra è detta "GAS" che sta per Guardo, Ascolto, Sento:
1. Guardare il movimento del torace
2. Ascoltare il respiro
3. Sentire il flusso d'aria sulla guancia
Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce, mantenendo la
testa del paziente iperestesa nel caso si sia certi dell'assenza di un trauma, (nel trauma è necessario
mantenere la posizione neutra del capo e liberare le vie aeree a mezzo della sublussazione della
mascella, onde evitare lesioni al rachide cervicale). Contare ad alta voce serve a chi interviene nel
frattempo, e conosce i fondamenti della BLS, a capire senza interrompervi che può essere
necessario il suo aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e gorgoglii emessi in
caso di arresto respiratorio con la respirazione normale.
C: Circulation
Mentre si effettua la manovra GAS il soccorritore valuta se sono presenti elementi che manifestino
la presenza di circolazione interna: movimenti della persona, degli arti, colpi di tosse, respiro. La
manovra è definita MO.TO.RE. (MOvimenti, TOsse, REspiro). Oltre a queste due operazioni, è
possibile la ricerca del polso (anche se varia da regione a regione per i protocolli 118 di
competenza), preferibilmente carotideo (premere con i polpastrelli di indice e medio sulla carotide,
posta lateralmente al pomo di Adamo), giacché permette la percezione di battito cardiaco anche ad
una pressione arteriosa sistolica (massima) di 50 mmHg, mentre il polso radiale e femorale non
permettono di reperire battito con pressione arteriosa sistolica inferiore a 80 mmHg. Comunque,
poiché non è facile cercare il polso carotideo soprattutto se non si è esperti, la presenza di
MO.TO.RE., anche quando il polso carotideo non è apprezzabile, è una prova certa che il cuore sta
battendo.
La ricerca di segni di circolo (MO.TO.RE.) non deve in nessun modo ritardare le operazioni di
soccorso, per cui in caso di dubbio, si assume che l'attività cardiaca sia assente.
In assenza di MO.TO.RE. è indispensabile iniziare la rianimazione cardio-polmonare RCP. Se si è
da soli a soccorrere si chiama in questo momento il 118. Se i soccorsi sono stati già chiamati, è
importante confermare che c'è una persona in arresto respiratorio e senza segni di circolo.
Rianimazione cardio-polmonare:
La procedura della rianimazione cardio-polmonare, da effettuarsi su un paziente su una superficie
rigida (una superficie morbida o cedevole rende completamente inutili le compressioni) consiste in
queste fasi:
Massaggio cardiaco:
- Il soccorritore si inginocchia a fianco del torace, con la sua gamba all'altezza della spalla
dell'infortunato.
- Rimuove, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti dell'infortunato. La manovra
richiede il contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione delle mani.
- Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all'altra, al centro del petto. Per
evitare di rompere le costole, solo il palmo delle mani dovrebbe toccare il torace. Più in
particolare, il punto di contatto dovrebbe essere l'eminenza palmare, ovvero la parte più
inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta in asse con l'arto.
Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le dita e sollevarle leggermente.
- Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le sue spalle non sono
direttamente sopra le mani.
- Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, il soccorritore si muove su e giù con
determinazione facendo perno sul bacino. Per essere efficace, la pressione sul torace
deve provocare un movimento di circa 4–5 cm per ciascuna compressione. È
fondamentale, per la riuscita dell'operazione, che il soccorritore rilasci completamente il
petto dopo ogni compressione, evitando assolutamente che il palmo delle mani si stacchi
dal torace causando un dannoso effetto di rimbalzo.
- Il ritmo di compressione corretto deve essere di almeno 100 compressioni al minuto ma
non superiore a 120 compressioni al minuto, ovvero 3 ogni 2 secondi.
Respirazione bocca a bocca:
- Dopo ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione
artificiale. La testa viene ruotata all'indietro, il soccorritore chiude il naso con una mano
mentre estende la mandibola con l'altra per mantenere la bocca aperta. Si noti che,
dimenticando di chiudere il naso, l'operazione risulterà completamente inefficace. È
fondamentale che durante le insufflazioni il capo rimanga iperesteso, giacché una
scorretta posizione delle vie aeree espone la vittima al rischio che entri aria nello
stomaco, provocando così facilmente rigurgito. Quest'ultimo è provocato anche dalla
potenza con cui si soffia: se si soffia troppo forte si manda aria nello stomaco. La
respirazione bocca a bocca comporta l'insufflazione forzata di aria nel sistema
respiratorio dell'infortunato, con l'ausilio di una mascherina o di un boccaio. In caso di
mancanza, un fazzoletto di cotone può essere impiegato per proteggere il soccorritore dal
contatto diretto con la bocca dell'infortunato. Le nuove linee guida del 2005 mettono in
guardia il soccorritore dai rischi dell'iperventilazione: aumento eccessivo della pressione
intratoracica, rischio di insufflazione di aria nello stomaco, eccessivo ritorno venoso al
cuore; per questa ragione le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche,
ma emettere una quantità d'aria non superiore a 500–600 cm³ (mezzo litro, in un tempo
non superiore al secondo). In ultimo va ricordato che l'aria inspirata dal soccorritore
prima di insufflare deve essere il più possibile "pura", e cioè contenere la più alta
percentuale possibile di ossigeno: per questo tra un'insufflazione e l'altra il soccorritore
dovrà alzare la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché non inspiri l'aria
emessa dalla vittima, che presenta una densità di ossigeno minore.
- Ritorna dalla parte del torace e riposiziona le mani nella posizione corretta.
- Ripete il ciclo di 30:2 finché non ci sono segni di MO.TO.RE. senza mai fermarsi, tranne
che per esaurimento fisico o per l'arrivo dei soccorsi.
- Se invece i segni di MO.TO.RE. ritornano presenti (la vittima muove un braccio,
tossisce, muove gli occhi, parla ecc.), occorre tornare al punto B: se quindi la
respirazione è presente, si potrà disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di
Sicurezza), altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10-12 al minuto),
ricontrollando ogni minuto i segni di MO.TO.RE. fino alla ripresa completa della
respirazione normale (che è di circa 10-20 atti al minuto).
- La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo nel caso in cui si
tratti di trauma o la vittima sia un bambino: in questi casi si comincerà con 5
insufflazioni, per poi proseguire normalmente con l'alternanza compressioni-
insufflazioni. Questo avviene perché in caso di trauma si presume che l'ossigeno
presente nei polmoni dell'infortunato non sia in quantità sufficiente a garantire
l'efficienza della circolazione sanguigna; a maggior ragione, a titolo precauzionale, si
inizierà con le insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che è
presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si trovi in stato di
arresto cardiaco per cause dovute con maggiore probabilità a trauma o ad un corpo
estraneo penetrato nelle vie aeree.
Il soccorritore smetterà il massaggio cardiaco esclusivamente se:
- Si modificano le condizioni del luogo, che non diventa più sicuro. In caso di grave
pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in salvo.
- Arriva l'ambulanza con medico a bordo o l'auto medica inviata dal 118.
- Arriva soccorso qualificato con una più efficace attrezzatura
- è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si chiedono i cambi, che
dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni, in maniera tale da non interrompere il
ciclo compressioni-insufflazioni).
- Il soggetto riprende le funzioni vitali
La posizione laterale di sicurezza (PLS):
Se la respirazione torna ad essere presente, ma il paziente è ancora in stato di incoscienza e non si
suppone un trauma, esso va posizionato in posizione laterale di sicurezza. Per far ciò bisogna
flettere un ginocchio e portare il piede della medesima gamba sotto il ginocchio della gamba
opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla gamba flessa sul terreno finché non sia
perpendicolare al tronco. L'altro braccio va posto sul torace, in modo che la mano passi sul lato del
collo. Successivamente il soccorritore deve porsi sul fianco che non presenta il braccio esteso
esternamente, infilare il proprio braccio fra l'arco formato dalle gambe del paziente e con l'altro
afferrare la testa. Facendo leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare delicatamente il paziente sul
fianco del braccio esterno, accompagnando il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e
mantenuta in tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non tocca terra.
Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree pervie ed evitare che improvvisi getti di
vomito occludano la cavità respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone l'integrità. Con la
posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori dal corpo.
BLS nei neonati:
Il metodo per la BLS nei bambini da 12 mesi a 8 anni è analogo a quello utilizzato per gli adulti. Ci
sono tuttavia delle differenze, che tengono conto della minore capacità polmonare dei bambini e del
loro ritmo di respirazione più veloce. Inoltre, è necessario ricordare che le compressioni devono
essere meno profonde di quanto sia necessario negli adulti.
Si comincia con 5 insufflazioni, prima di procedere al massaggio cardiaco che ha un rapporto fra
compressioni e insufflazioni di 15:2. A seconda della corpulenza del bambino, si potranno effettuare
compressioni con entrambi gli arti, un arto solo, o anche soltanto due dita (neonati).
In ultimo va ricordato che, dal momento che nei bambini la normale frequenza cardiaca è più
elevata che negli adulti, in presenza di un bambino che presenti attività circolatoria con frequenza
cardiaca inferiore a 60 puls./min bisognerà comportarsi come in caso di arresto cardiaco.
La Competenza:
Cercare di dare una definizione univoca del concetto di competenza è assai arduo, poiché di questa
nozione esistono molteplici definizioni e categorizzazioni, dipendenti dalla disciplina cui si fa
riferimento (linguistica, psicologia, scienze dell'educazione, gestione delle risorse umane), oppure
dal contesto e dalla cultura in cui viene utilizzata (vi è per esempio una specifica differenza di
utilizzo della nozione di competenza nella cultura anglosassone e in quella francofona). Per questo
motivo una definizione completa del concetto di competenza è praticamente impossibile da
presentare.
Etimologia:
Il termine "Competenza" deriva dal verbo latino competere, (da cum e petere “chiedere, dirigersi a”
(Dizionario Devoto-Oli,2005) che significa andare insieme, far convergere in un medesimo punto,
ossia mirare ad un obiettivo comune, nonché finire insieme, incontrarsi, corrispondere, coincidere e
gareggiare. Qualsiasi percorso si scelga nella vita la competizione è inevitabile, poiché solo
attraverso di essa si selezionano i migliori; occorre tuttavia rispettare le regole del gioco, dettate da
migliaia di anni di civiltà (De Masi, 2010) e dalla politica.
Il significato dell’aggettivo competente, riferito a colui che ha autorità in un certo ambito, deriva dal
diritto romano (dal latino competens –entis) e lo ritroviamo ancora oggi nel diritto e sta ad indicare
la qualità di un individuo che è responsabile, autorizzato, qualificato e quindi abilitato. Inoltre,
secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana di Cortellazzo e Zolli (1994), competente
significa essere conveniente, congruo e appropriato. Competente è dunque chi agisce in maniera
volutamente responsabile, secondo criteri relativi (quindi adattabili alle illimitate esigenze) e
variabili, nonché socialmente e politicamente riconosciuti sia in termini di una prestazione
tecnicamente valida che eticamente corretta e coerente con i valori di un gruppo (professionale).
Definizione:
Come detto, non è possibile essere esaustivi rispetto alle diverse definizioni di questo termine (una
ricerca del 2005 ne ha evidenziate almeno una trentina) ma, nell'ambito delle scienze della
formazione o della gestione delle risorse umane è data grande importanza alla contestualizzazione,
ovvero al fatto che una competenza è tale se attivata in un contesto specifico. Guy Le Boterf ritiene
la competenza “Un insieme, riconosciuto e provato, delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e
comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato”.
Rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti possono essere riassunti col termine
risorse, portandoci ad affermare che la competenza è una qualità specifica del soggetto: quella di
saper combinare diverse risorse, per gestire o affrontare in maniera efficace delle situazioni, in un
contesto dato. (Le Boterf, G., 1990, De la compétence: Essai sur un attracteur étrange, Les Ed. de
l’Organisation). Rosario Drago (2000), d’altra parte, integra nella sua definizione una
considerazione inerente alla percezione delle competenze: “La competenza è essenzialmente ciò che
una persona dimostra di saper fare (anche intellettualmente) in modo efficace, in relazione ad un
determinato obbiettivo, compito o attività in un determinato ambito disciplinare o professionale. Il
risultato dimostrabile ed osservabile di questo comportamento competente è la prestazione o la
performance". (La nuova maturità – Rosario Drago – Centro studi Erickson – Aggiornamento
2000). Al di là delle numerose definizioni presenti in letteratura è possibile fissare alcuni elementi
condivisi e acquisiti nel dibattito:
- La natura dinamica e processuale della competenza poiché indica la “mobilizzazione”
delle proprie risorse in rapporto ad un contesto (Le Boterf 1997).
- Il significato meta-cognitivo poiché indica un agire combinatorio che converte elementi
più semplici in un livello di apprendimento e di funzionamento “superiore”.
- Il focus sul rapporto soggetto-contesto: ogni competenza è appresa e agita da un soggetto
in un contesto;
- Il suo ruolo crescente e centrale nei modelli e strumenti intervento nei sistemi
organizzativi (gestione per competenze, organizzazione per competenze). Ciò indica che
la competenza è un concetto di sistesi capace di dare una struttura significativa a
fenomeni e categorie di natura diversa (comportamenti, motivazioni, tratti, abilità, ecc.)
- L’esistenza di una componente tacita e di una esplicita nella competenza.
Agire per competenza:
Per avere successo in tutti gli ambiti della vita (privato, scolastico e in particolar modo
professionale), non è sufficiente disporre di un elevato Quoziente Intellettivo o essere abili da un
punto di vista professionale; occorre anche poter disporre di quella che Daniel
Goleman chiama intelligenza emotiva. Quest'ultima, si fonda su due tipi di competenza, una
personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una sociale, legata al modo in cui
gestiamo le relazioni sociali con gli altri. Per esempio: il fatto che io possieda una serie di
conoscenze sulla tecnica automobilistica, che sappia riparare o diagnosticare un determinato
componente, che abbia gli attrezzi adatti, che abbia una spiccata passione per la meccanica e per
l’elettronica, non fa di me un meccanico appetibile sul mercato del lavoro.
Oggigiorno, oltre alle conoscenze tecniche specifiche del ramo, le aziende richiedono viepiù
competenze sociali (per es.: responsabilità, cooperazione, disponibilità,...), metodiche-riflessive (per
es.: metodo di lavoro, capacità decisionali, flessibilità,...), personali (per es.: motivazione,
consapevolezza, padronanza di sé, ...). Essere competenti o agire con competenza, significa quindi
essere in grado di far fronte a situazioni complesse, mobilitando e fondendo in maniera pertinente
una grande quantità di risorse personali, sociali oltre che a risorse del tipo tecnico specialistiche.
Emergenza:
Significato : Situazione critica; ciò che emerge.
Etimologia: da [emergere], dal latino: [emergere] composto di [e] fuori e [mergere] affondare,
tuffare.
Che cos'è un'emergenza?:
Un’emergenza può essere definita come qualsiasi condizione critica che si manifesta in
conseguenza del verificarsi di un evento, di un fatto od una circostanza (ad esempio un
incendio, un terremoto, il rilascio di sostanze nocive, un black out elettrico…) che determina
una situazione potenzialmente pericolosa per la incolumità delle persone e/o dei beni e
strutture e che richiede interventi eccezionali ed urgenti per essere gestita e riportata alla
normalità.
Le emergenze possono derivare da comportamenti umani (attentati, errori, negligenze,
violazioni…), da avarie o guasti di macchine, apparecchiature od impianti, da eventi di natura
tecnica (corto circuito, esplosione, innesco…) o come conseguenza di eventi naturali
(terremoto, alluvioni, fulmini…).
Come va gestita un'emergenza?:
Gestire un’emergenza significa attuare tutta una serie di azioni finalizzate a contenere i danni
a persone o cose ed a riportare la situazione in condizioni di normalità il più velocemente
possibile. Prima di tutto quindi, gestire l’emergenza significa gestire il transitorio tra il
momento nel quale è stato rilevato l’evento e quello in cui intervengono i soccorsi
professionali al fine di:
- salvaguardare l’incolumità delle persone e dei beni presenti nella zona dell’evento.
- limitare le conseguenze negative determinate dall’evento.
In un secondo momento si pongono in atto azioni finalizzate a supportare i soccorritori per
ricondurre il sistema allo stato di normalità il più velocemente possibile.
L’esperienza insegna che gli interventi effettuati in una situazione di emergenza e volti a
ripristinare le condizioni ordinarie sono tanto più efficaci quanto più attuati in modo sistemico
e pre - organizzato. Per questa ragione l’Ateneo Udinese si è dotato di un sistema organizzato
per la gestione delle emergenze: S.I.G.EM. - Sistema Interno per la Gestione delle
EMergenze.
Ogni addetto del sistema dispone degli strumenti necessari ad affrontare nel modo più
efficace l’evento. In particolare il sistema è dotato degli strumenti conoscitivi che permettono
di valutare la situazione e dei mezzi e delle dotazioni che consentono di portare l’intervento in
modo efficace e rapido e di proteggere la incolumità degli operatori.
Cosa devo fare se scopro un'emergenza?
Avvisare dell’evento in atto anche il responsabile della propria struttura o unità organizzativa
presente al momento in cui si verifica l’evento.
Telefonare direttamente ai soccorsi esterni in caso di estrema urgenza o quando ci siano
persone in imminente pericolo di vita.
Anche in questo caso, avvisare in qualche modo il sistema interno di gestione delle
emergenze avvertendo della situazione in atto. Ciò al fine di consentire il necessario raccordo
con i soccorritori al momento del loro arrivo.
Emergenza in sanità:
Il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza - SSUEM 118 o più semplicemente
Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM 118) è il numero telefonico attivo in
Italia per la richiesta di soccorso medico per emergenza sanitaria. È un numero unico
nazionale, attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, gratuito su tutto il territorio, sia da
telefoni fissi che mobili. Il servizio di centralino all'interno dell'AREU 118 è gestito da
personale Infermieristico che attiva un servizio di emergenza-urgenza tramite le ambulanze
convenzionate o nei casi di maxi urgenza attiva l'auto medica dove sul posto arrivano medico
ed infermiere per la gestione del soccorso.
È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di
indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria
di emergenza).
4. Definizione delle ipotesi di ricerca:
- Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché i tirocini nei reparti di
emergenza non sono sufficienti.
- Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non l’hanno mai
affrontate.
- Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non riescono a gestire le
proprie emozioni in maniera adeguata.
- Gli studenti non si sentono in grado di affrontare situazioni di emergenza perché non hanno una
base teorica solida.
5. Scelta del campione e Modalità di studio (tipo di ricerca, metodi e strumenti):
L’universo del nostro studio è composto dagli studenti del 3 anno della Laurea in Scienze
Infermieristiche del Corso J dell’Università La Sapienza di Roma. Questo universo è composto da
30 persone (l’universo reale è composto da 42 soggetti, ma abbiamo preso in considerazione solo
gli studenti frequentanti e che, quindi, sono utili ai fini della ricerca); 16 maschi e 14 femmine con
un range di età che va dai 21 anni fino ai 48. L’età media del gruppo è di 24’64 anni. L’età media
delle femmine (25,21 anni) è leggermente superiore a quella dei maschi (24,07 anni) ma questo dato
non è significativo visto che tra le femmine di questo gruppo si trova una donna di 48 anni che fa
innalzare la media generale del gruppo femminile. Calcolando la deviazione standard della media
femminile questa piccola differenza viene messa in evidenzia.
Questa è un’indagine conoscitiva e lo strumento utilizzato per la nostra indagine è stato un
questionario a risposta multipla, composto da tre parti: nella prima parte viene mostrato un titolo per
mostrare al campione l’argomento che andremo a trattare, lo scopo della nostra ricerca e le modalità
di compilazione, nella seconda parte vengono richiesti il sesso, l’età e la scolarità. Infine la terza
parte è composta da quesiti a risposta multipla sull’argomento scelto, seguite da una serie di
domande di controllo per verificare che non ci siano discrepanza tra quello che lo studente crede di
conoscere e quello che effettivamente sa.
Per la realizzazione di questo progetto abbiamo utilizzato sia domande dirette, sia scale di
valutazione Likert per misurare gli atteggiamenti del gruppo in rapporto a diverse affermazioni o
negazioni da noi proposte.
6. Questionario
PAGINA INTRODUTTIVA
Salve,
siamo un gruppo di studenti del corso J di Infermieristica di “La Sapienza” di Roma. Ti chiediamo
di rispondere ad un breve questionario che occuperà solo qualche minuto del tuo tempo.
Il questionario è compilato mantenendo il rispetto dell’Anonimato e confidenzialità, NON scrivere
il tuo nome o alcuna forma di identificazione su di esso.
.
I dati raccolti saranno registrati, elaborati, gestiti e archiviati in forma cartacea, automatizzata e
informatizzata per le esclusive finalità connesse con la ricerca, in forma assolutamente anonima. I
dati , collettivamente raccolti , saranno soggetti ad elaborazione statistica e in questa forma,
sempre assolutamente anonima, verranno rappresentati durante l’esposizione del progetto.
I risultati complessivi della ricerca saranno presentati nel corso dell’esposizione del progetto al
quale sarai partecipe.
.
Il questionario è composto da 36 domande a risposta multipla ,le domande sono state formulate
non tanto con lo scopo di conoscere il grado di preparazione degli studenti, piuttosto di capire in
che modo 4 variabili principali:
- Esperienza personale
- Preparazione teorica
- Preparazione pratica
- Emotività
influenzano l’approccio al paziente con arresto cardio-respiratorio extraospedaliero da parte degli
studenti del nostro corso.
.
Ti chiediamo di compilare con assoluta serietà il questionario in quanto è stato formulato allo
scopo di dare alla formazione uno strumento utile per migliorare e sopperire ad eventuali
mancanze che potrebbero essere messe in evidenza grazie, anche al tuo contributo.
QUESTIONARIO
1. Età:
2. Sesso: (2.1) Maschio (2.2) Femina
3. Scolarità
4. Penso che la formazione
universitaria pratica
ricevuta sulla gestione del
paziente extra-ospedaliero
in arresto cardiaco sia:
(4.1) Assente (4.2) Scarsa
(4.3) Buona (4.4) Ottima
5. Hai mai fatto tirocinio in
un reparto di Area Critica?
(5.1) Si (5.2) No
6. Hai mai realizzato un
corso BLS accreditato?
(6.1) Si (6.2) No
7. Il tuo corso di Laurea
prevede delle esercitazioni
rianimatorie
cardiopolmonari su un
manichino?
(7.1) Si (7.2) No
8. Pensi che le ore teoriche
dedicate alla gestione
dell’arresto cardiaco extra-
ospedaliero siano :
(8.1)Insufficienti (8.2) Sufficienti
(8.3) Buone (8.4) Ottime
9. Pensi che i contenuti
teorici che hanno trattato la
gestione dell’arresto
cardiaco extra-ospedaliero
siano stati:
(9.1) Incompleti (9.2)Parzialmente
incompleti
(9.3)Parzialmente
completi
(9.4) Completi
10. Pensi di essere riuscito
ad assimilare in maniera
completa i contenuti teorici
del BLS?
(10.1) Si (10.2) No
11. Conosci i farmaci da
utilizzare in caso di arresto
cardiaco extra-ospedaliero?
(11.1) Si (11.2) No
12. Hai mai assistito ad un
episodio di arresto cardiaco
extra-ospedaliero?
(12.1) Si (12.2) No
13. Hai mai realizzato la
rianimazione
cardiopolmonare extra-
ospedaliera?
(13.1) Si (13.2) No
Dai alle seguenti affermazioni un punteggio da 1 a 4.
1= Totalmente in dissacordo 3= Parzialmente d’accordo
2= Parzialmente in dissacordo 4= Totalmente D’accordo
Di fronte ad una situazione di arresto cardiacorespiratorio extra-ospedaliero:
1 2 3 4
14. Sono formato, mi sento
preparato e pronto ad agire
15. Entro in panico e mi
blocco
16. Non saprei da dove
iniziare
17. Prendo in mano la
situazione riuscendo a
gestire le mie emozioni
18. Preferisco lasciare fare
agli altri e mi limito a
chiamare al 118
19. Faccio finta di non
vedere niente e mi
allontano perché non voglio
responsabilità
20. Dopo quanti minuti di
anossia cerebrale inizia il
danno neurologico
irreversibile:
(20.1) 3 minuti (20.2) 4 minuti
(20.3) 5 minuti (20.4) 6 minuti
21. Qual è la giusta
(21.1) BLS precoce – Allarme precoce – Defibrillazione precoce – ACLS
precoce
(21.2) Defibrillazione precoce - Allarme precoce - BLS precoce - ACLS
sequenza delle fasi di
soccorso nella “catena
della Sopravivenza”?
precoce
(21.3) Allarme precoce - BLS precoce - Defibrillazione precoce - ACLS
precoce
(21.4) BLS precoce - ACLS precoce - Allarme precoce - Defibrillazione
precoce
22. Il Gasping:
(22.1) Indica di la necessità di effettuare le compressioni toraciche
esterne
(22.2) È un respiro inefficace da ostruzione delle vie aere inferiori da
corpo estraneo
(22.3) È un tipo di respirazione inefficace che rende indicata la
respirazione assistita
(22.4) È una respirazione efficace
23. Il DAE va acceso:
(23.1) Se la vittima è incosciente
(23.2) Se la vittima non respira
(23.3) Se sono assenti segni di circolo
(23.4) Dopo aver accertato che sono presenti tutte le condizioni
precedenti
24. Dove vanno posizionate
le piastre adesive del DAE:
(24.1) Sul torace del torace, in posizione sottoclaveare sinistra e
ascellare media destra
(24.2) Sul torace del paziente, in posizione sottoclaveare destra e tra
le linee ascellari media e anteriore sinistra
(24.3) In posizione antero-posteriore
(24.4) Non è importante
25. Qual è il giusto rapporto
tra compressioni toraciche
e insufflazioni:
(25.1) 15:2 (25.2) 30:2
(25.3) 30:3 (25.4)15:3
26. Quali farmaci possono
essere utilizzati nella
gestione dell’arresto
(26.1)Adrenalina (26.2)Amiodarone
(26.3)Cordarone (26.4) Tutte le
precedenti sono
cardiaco extra-ospedaliero: corrette
27. Qual’ è il punteggio
massimo e minimo della
Scala di Glasgow:
(27.1) 12 e 3 (27.2) 15 e 3
(27.3) 9 e 3 (27.4) 10 e 1
28. In quali di queste
situazioni puoi utilizzare il
defibrillatore?
(28.1)
Asistolia
(28.2)
Fibrillazione
atriale
(28.3)
Fibrillazione
ventricolare
(28.4) Tutte le
risposte sono
corrette
7. Rappresentazione grafica dei risultati della ricerca
Abbiamo deciso di presentare i grafici in singole unità-soggetto già che l’universo è piccolo e
pensiamo possa essere controproducente (sovradimensionando le risposte) utilizzare
indiscriminatamente solo le percentuali. Insieme ad ogni grafico presentiamo un piccolo commento
dello stesso in termini percentuali che insieme ai valori assoluti ci danno una migliore idea della
distribuzione e grandezza delle risposte date ad ogni item.
Il 48% dell’universo pensa che la formazione universitaria pratica ricevuta sulla gestione del
paziente extra-ospedaliero in arresto cardiaco sia scarsa. Ci sono delle differenze tra i due sessi visto
che questa scarsa preparazione pratica viene confermata dal 62,5 % dei maschi e invece solo dal
35,7% delle femmine, che si dimostrano più ottimiste e pensano in un 57% dei casi che la pratica
ricevuta sia “Buona” (solo il 18,75% dei maschi pensa lo stesso. La media dei due sessi conforma
un 36,6% per questa opzione; la seconda più scelta dagli studenti).
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Il 90% degli studenti non ha mai realizzato un tirocinio in un reparto di Area Critica (93,75% dei
maschi e 85,71% delle femmine) da cui si evince chiaramente la mancanza esperienza pratico-
professionale dell’universo in questo campo di attività.
Solo il 26,6% dell’universo ha realizzato un corso BLS accreditato e anche in questo item le
differenze tra i sessi sono significative. Quasi l’86% delle studentesse non ha mai realizzato un
corso BLS accreditato in confronto al 62,5% degli studenti maschi. Ci sono tre volte più “uomini
BLS accreditati” che donne con la stessa formazione.
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Il 62,5% dei maschi e il 64,28% delle femmine (totale 63,3%) assicura che il suo corso di Laurea
prevede delle esercitazioni rianimatorie cardiopolmonari su un manichino.
Il 62,5% dei maschi (opzione più scelta dei maschi) ed il 28,5% delle femmine credono che le ore
teoriche dedicate alla gestione dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero siano insufficienti (totale:
46% . Differenza tra maschi e femmine: 34%). Il 50 % delle donne pensa che le ore teoriche siano
sufficienti (opzione più scelta tra le donne), contro il 31,25% degli uomini che sbarrarono la stessa
opzione come seconda scelta più numerosa (Differenza: quasi un 20% più nelle donne)
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D ^,/
D/E
Per quanto riguarda i contenuti teorici che hanno trattato la gestione dell’arresto cardiaco extra-
ospedaliero non ci sono delle differenze molto significative tra i due sessi. Se si osserva il grafico
radar si possono notare delle piccole variazioni numeriche che comunque riescono a conformare
una sovrapposizione di due poligoni (maschi-femmine) che ci indicano la tendenza generale delle
risposte. Per il 53% delle persone questi contenuti sono stati parzialmente completi. Per il 26,6%
parzialmente incompleti. Anche qui si può osservare graficamente a colpo d’occhio la tendenza
delle donne a rispondere più positivamente rispetto ai maschi.
Quasi il 77% dell’universo studiato pensa di essere riuscito ad assimilare in maniera completa i
contenuti teorici del BLS con una diversa ripartizione percentuale tra maschi e femmine (85,7%
delle studentesse hanno sbarrato “Si” contro 68,75% degli uomini)
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D/E
D ^,/
Solo quasi il 27% degli studenti pensa di conoscere i farmaci da utilizzare in caso di arresto
cardiaco extra-ospedaliero senza differenze significative tra i due sottogruppi.
Solo il 6% dell’universo afferma di aver assistito ad un episodio di arresto cardiaco extra-
ospedaliero
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D ^,/
Solo una femmina del campione composto da 30 individui ha realizzato una rianimazione
cardiopolmonare extra-ospedaliera.
Abbiamo realizzato delle scale di Likert specifiche per quanto riguarda l’atteggiamento dei soggetti
in rapporto ad una serie di 6 frasi affermative o negative proposte da noi ricercatori. Abbiamo
chiesto agli studenti di esprimere il loro grado d’accordo o disaccordo utilizzando dei valori
numerici contenuti nel range (1-4), ove:
1 “Totalmente in disaccordo”,
2 “parzialmente in disaccordo”,
3 “parzialmente d’accordo”,
4 “totalmente d’accordo”.
Abbiamo evitato l’utilizzo di scale Likert dispari vista la predisposizione innata dei soggetti a
posizionarsi tendenzialmente nei valori intermedi, e quindi per obbligare in ultima stanza, a
posizionarsi chiaramente entro valori non neutrale.
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D/E
All’affermazione “Sono formato, mi sento preparato e pronto ad agire” il 40% dell’universo si è
dimostrato parzialmente in disaccordo, con una netta predominanza maschile (il doppio dei maschi
hanno scelto questa opzione in confronto alle femmine, solo quattro di loro hanno scelto questa
opzione). Il 30% degli studenti afferma essere parzialmente d’accordo, con una leggera
predominanza femminile in questa opzione di risposta. Solo un maschio di tutto l’universo è
totalmente d’accordo con questa affermazione.
Il 43% degli studenti è parzialmente in dissacordo con l’affermazione “entro in panico e mi blocco”
senza differenze molto significative tra i sessi. I maschi si mostrano più sicuri di sé affermando di
essere totalmente in dissacordo più del doppio delle volte delle femmine. Si evidenzia una tendenza
generale in questi tipi di scale a posizionarsi tra i valori 2 e 3, ovvero “parzialmente in disaccordo”,
“parzialmente d’accordo”, quei valori più vicini al valore 3 su 5 teoricamente neutrale, valore che
noi abbiamo evitato di inserire come detto in precedenza.
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D/E
Il 43% dei soggetti si mostra totalmente in disaccordo con l’affermazione “non saprei da dove
iniziare”, con una leggera predominanza femminile. Per ordine di scelta sussegue la risposta
“parzialmente d’accordo” con un 33,3% (senza differenze significative tra i sessi) e “totalmente in
disaccordo” con un 23% e predominanza maschile nella risposta (più del doppio).
Il 46% è parzialmente d’accordo con l’affermazione “prendo in mano la situazione riuscendo a
gestire le mie emozioni“ con una chiara predominanza maschile (Il 56% maschi contro il 35% delle
femmine hanno scelto questa opzione dimostrando una volta ancora che i maschi hanno più fiducia
nelle loro capacità rispetto alle femmine). Il 50% delle femmine è parzialmente in disaccordo con
l’affermazione riducendosi al 31% nel gruppo maschile.
La metà dei maschi dell’universo studiato preferische lasciar fare ai professionisti addetti al 118
anche se come visto in precedenza sono il gruppo sessuale che si mostra più sicuro delle sue
capacità. Paradossalmente le femmine, che si mostrano meno sicure delle loro capacità, sono quelle
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D/E
che preferiscono posizionarsi su un punto più attivo sbarrando l’opzione “parzialmente in
dissacordo” quando si afferma “preferisco lasciare fare agli altri e mi limito a chiamare al 118” con
quasi un 43%.
La grande maggioranza (tranne un maschio), e senza differenze significative per gruppo di sesso,
non farebbe finta di non vedere niente e non si allontanarebbe della scena fuggendo dalle
responsabilità.
Abbiamo realizzato delle domande di controllo per verificare la concordanza o meno tra quello che
i soggetti dichiarano di percepire di sé, la sua autoimagine, l’autopercezione … è quello che sano
obbiettivamente.
Il 44% dell’universo (risultati simili tra maschi e femmine) non risponde o lo fa erroneamente e
quindi non sa che dopo 4 minuti di anossia cerebrale inizia il danno neurologico irreversibile.
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D/E
Quasi il 37% del gruppo oggetto di studio non sa la giusta sequenza della catena della sopravivenza
“Alarme precoce- BLS Precoce- Defibrillazione precoche – ACLS precoce”.
Quasi il 57% degli studenti non sa cosa sia il gasping, sia perché non hanno risposto sia perché
abbiano scelto una risposta sbagliata.
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Il 50% degli studenti sa quando va accesso un defibrillatore.
Solo Il 50% dei soggetti sa dove vengono posizionate essattamente le piastre adesive del DAE
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D/E
Il 66% dell’universo sa il rapporto giusto tra compressioni toraciche e insufflazioni. La differenza
tra maschi è femmine è importante e sempre in favore delle donne che rispondono adeguatamente
nel 85,7% dei casi in confronto ai maschi che solo nel 50% dei casi rispondono correttamente.
Anche se solo il 73% degli studenti pensa di non conoscere bene i farmaci da utilizzare in caso di
arresto cardiaco extra-ospedaliero (grafico 11), l’80% dei soggetti sa identificare l’adrenalina come
farmaco da utilizzare nella gestione dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero. Solo una donna
risponde erroneamente e 5 soggetti non sbarrano nessuna opzione (16% dell’universo).
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D/E
Il 53,3% dei soggetti sa que il punteggio massimo e minimo della Scala di Glasgow (15 e 3
rispettivamente). La percentuale di risposta correta sglosata per sesso sale indica che il 68,75% dei
soggetti maschi risponde correttamente e solo il 35,7% delle donne lo fa allo stesso modo.
Solo il 36,6% degli individui identifica la fibrillazione ventricolare come situazione ove utilizzare il
defibrillatore (37,5% dei maschi e 35,7% delle femmine rispondono correttamente).
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D/E
8. Conclusioni:
In base alle quattro ipotesi di partenza, in cui le variabili che abbiamo preso in considezione sono
esperienza personale, formazione pratica, formazione teorica ed emotività, abbiamo così concluso:
L’ipotesi gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché i tirocini nei reparti
di emergenza non sono sufficienti” è confermata. La scarsa preparazione per quanto riguarda la
gestione dell’arresto cardiaco extraospedaliero risulta essere legata alla quasi totale assenza di
tirocini in reparti di Area Critica, anche se solo la metà degli studenti afferma che la formazione
pratica del Corso di Laurea sia scarsa.
L’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non l’hanno mai
affrontata” è confermata. Gli studenti dimostrano, ad eccezione di una percentuale minima rispetto
al campione, di non aver mai né assistito ad un arresto cardiaco cardiaco extraospedaliero né di aver
praticato una rianimazione cardio-polmonare. Solo il 30% circa del campione ha frequentato un
corso BLS accreditato. E’ ovvio quindi che la scarsità o totale assenza di una reale esperienza
pratica influisce sulla percezione di sé e delle proprie capacità di affrontare situazioni così delicate.
Per quanto riguarda l’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché
non riescono a gestire le proprie emozioni in maniera adeguata” , una buona percentuale di studenti
afferma di non sentirsi del tutto formato, preparato e pronto ad agire anche all’affermazione “entro
in panico e mi blocco” la maggior parte degli studenti si ritiene parzialmente in disaccordo. In
particolare gli uomini affermano di sentirsi abbastanza pronti a prendere in mano la situazione
riuscendo a gestire il carico di emozioni, ma in una successiva domanda la metà degli studenti
uomini affermano di preferire di lasciar fare i professionisti limitandosi a chiamare il 118.
Il carico di emozioni in un momento come quello di gestire l’arresto cardiaco è comunque
sicuramente così intenso e, come abbiamo riscontrato, così poco provato dal campione, che si tratta
sempre di reazioni presupposte, notiamo infatti la discordanza tra alcune risposte.
L’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare situazioni di emergenza perché non
hanno una base teorica solida” è confermata, come è possibile riscontrare nelle domande di
controllo. Quasi la metà degli studenti sostiene che la preparazione teorica ricevuta sia “buona”, ma
la quasi totalità del campione sostiene che le ore teoriche dedicate dal Corso di Laurea alla gestione
dell’arresto cardiaco extraospedaliero siano insufficienti mentre i contenuti teorici siano stati
parzialmente completi.
Il 77% dell’universo studiato sostiene, inoltre, di essere riuscito ad assimilare in maniera completa i
contenuti teorici del BLS ma: il 37% degli studenti non conosce le fasi basilari della catena della
sopravvivenza (Alarme precoce- BLS Precoce- Defibrillazione precoche – ACLS precoce), il 57%
non sa cosa sia il gasping, il 50% degli studenti non sa quando deve essere utilizzato un
defibrillatore, il 50% non sa dove devono essere posizionate le piastre adesive del DAE, e solo il
66% conosce il giusto rapporto tra compressioni toraciche e insufflazioni (30:2). Infine solo circa
1/3 degli studenti riconosce la fibrillazione ventricolare come condizione che richiede l’utilizzo del
DAE.
Concludendo, quindi, possiamo dedurre che gli studenti del terzo anno del corso J di Infermieristica
“La Sapienza”, pur essendo emotivamente pronti a gestire un arresto cardiaco extraospedaliero,
sono carenti dal punto di vista sia della preparazione pratica che teorica, nonché dell’esperienza
personale.
9. Applicazione alla pratica infermieristica
Analizzando e valutando attentamente i dati, siamo arrivati alla conclusione che la formazione, per
fare in modo che lo studente del Corso J di Scienze Infermieristiche dell’Università La Sapienza di
Roma possa sentirsi praticamente e teoricamente pronto ad affrontare un episodio di arresto
cardiaco extraospedaliero, potrebbe:
- In relazione al carente numero delle ore di tirocinio da destinare ai reparti di area critica;
aumentare tali ore in modo da rendere lo studente più pronto ad affrontare situazioni di
emergenza. Gli ambiti della formazione rappresentano l’aspetto saliente della formazione
,prevedendo esperienze nei servizi specifici per il profilo professionale in formazione ,dove
attività tutoriali, programmi specifici e strumenti di supporto adeguati creino l’opportunità
formativa per l’acquisizione delle competenze proprie. Si individua la figura del tutor come
risorsa indispensabile per la preparazione, gestione e controllo del contesto favorevole di
tirocinio per il raggiungimento degli obbiettivi proposti e per una guida specifica alle
necessità del singolo studente.
- In relazione alla scarsa formazione pratica potrebbe organizzare dei corsi di BLS accreditati
per tutti gli studenti. Il corso B.L.S. deve far parte del bagaglio di conoscenze di un futuro
infermiere come parte del suo essere professionale: nell’affrontare un’emergenza deve
essere conscio e consapevole del fatto che può essere l’unico professionista sanitario
presente nel momento critico e che l’acquisizione di processi mentali ben strutturati rende il
professionista sicuro delle azioni compie e freddo nell’eseguirle scrupolosamente. Il B.L.S.
(Basic Life Support) è una tecnica di primo soccorso determinante per poter salvare una
vita; esso è composto da una serie di tecniche che servono a sostituire artificialmente la
pervietà delle vie aeree, la respirazione e il circolo. Lo scopo del B.L.S. è quello di
mantenere ossigenato il cervello e il muscolo cardiaco insufflando artificialmente aria nei
polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di
circolazione sanguigna. Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi
casi, come già detto precedentemente, è il danno anossico cerebrale che può portare a danni
irreversibili cerebrali in pochi minuti, importante diventa quindi la tempestività
dell’intervento; dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio mediamente la probabilità di
sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto, già dopo 9-10 minuti, in assenza di
una rianimazione cardio-polmonare (RCP), diventa molto difficile se non impossibile
recuperare dal danno anossico cerebrale definitivo. Il B.L.S. è inserito all’interno della
catena della sopravvivenza, una sequenza metodologica fondamentale per il salvataggio di
una vita che deve essere scrupolosamente seguita in ambiente extraospedaliero ma anche in
quello intra-ospedaliero.
- In relazione alla scarsa formazione teorica la formazione potrebbe aumentare le ore teoriche
di infermieristica in area critica In modo tale da far acquisire ai discenti la capacità di:
A. Identificare i bisogni di assistenza infermieristica, pianificare gestire e valutare il
processo assistenziale nella persona adulta assistita in area critica
B. Realizzare assistenza infermieristica centrata sui problemi di salute della persona adulta
assistita in area critica.
C. Identificare interventi assistenziali di comprovata efficacia
D. Applicare i modelli di organizzazione dell’assistenza infermieristica.
E. Applicare modelli relazionali efficaci per l’interazione con la persona assistita, con i
familiari e con i sanitari.
- Inoltre la formazione potrebbe mettere a disposizione materiale per esercitazioni pratiche
eventualmente su manichino adatto, dovrebbe inoltre mettere a disposizione un manichino
pediatrico e un simulatore avanzato di vie aeree (ventilazione, intubazione, broncoscopia
tracheotomia percutanea ecc).
- La formazione potrebbe organizzare degli incontri per valutare le paure, le ansie ,le
preoccupazioni degli studenti nell’affrontare una situazione critica. I principali requisiti
dell’infermiere professionale da destinare ad un servizio di urgenza/emergenza sono:
1. Attenzione
2. Sicurezza
3. Precisione
4. Manualità Tecnica
5. Autocontrollo
6. Disponibilità
7. Calma
8. Rapida osservazione, determinazione e capacità di Problem Solving
9. Elevata preparazione e specializzazione
10.Iniziativa e interesse verso la professione spirito di collaborazione.
Il Pronto Soccorso rientra in quelle aree definite “critiche”, quindi, l’infermiere deve essere in grado
in breve tempo di valutare la necessità assistenziale e relativi bisogni del paziente. Fondamentale è
che il personale infermieristico sia realmente motivato, visto che è il primo a soccorrere una persona
nel momento successivo ad una situazione critica. Sono molti i casi in cui di fronte ad una richiesta
di soccorso non molto precisa l’infermiere è colto da un senso di ansia, emotività e preoccupazione.
L’ansia e la preoccupazione sopraggiungono evidenti nei comportamenti, nei segni e nei sintomi
per paura di non essere in grado di affrontare la situazione o per non essere sufficientemente
attrezzati. Affinché questo non avvenga l’unica strategia da attuare è quella di gestire l’emotività.
L’etica professionale si forma con l’autocontrollo e con la riflessione e presuppone rispetto della
legislazione vigente. Svolgere le proprie funzioni con competenza e coscienza è il più importante
impegno etico dell’infermiere. La legge, con particolari disposizioni giuridiche, esprime al meglio
la professionalità dell’infermiere, quando in essa sono compresi rispetto delle persone, competenza
e soprattutto autonomia giuridica. Tutto questo facilita e garantisce un comportamento etico da
parte dell’infermiere quando si trova ad affrontare situazioni di emergenza,premettendo che lo
scopo essenziale dell’emergenza è salvare la vita evitando traumi che la peggiorino e alleviare il
dolore per quanto sia di competenza infermieristica.
- La formazione in relazione alla scarsa conoscenza di farmaci da utilizzare in caso di arresto
cardiaco extraospedaliero potrebbe organizzare dei corsi di approfondimento sulla
somministrazione di farmaci in pazienti con arresto cardiaco.
- La formazione potrebbe mettere a disposizione degli studenti dei manuali sull’utilizzo del
defibrillatore in modo da conoscere bene il presidio e di essere in grado di utilizzarlo nel
caso di manovre rianimatorie.
Bibliografia:
- Lynn P. Manuale di tecniche e procedure infermieristiche di Tylor. Edizione della Piccin
2011
- Chirletti P. Medicina D’urgenza. Piccin 2009
- Robbins A. Le basi patologiche delle malattie. Elsevier 2011.
- Berman A, Snyder A, Jackson C. Nursing clinico: Tecniche e procedure di Kozier. Edises
2007
- Nettina S.M Vademecum dell'infermiere. Piccin. 2012
- Gullo A. Basic Life Support, Rianimazione cardiopolmonare. Springer Verlag. 2007
- Fiorito A. Manuale di Rianimazione Cardiopolmonare e Primo Soccorso, La Mandragora
Editrice. 2010
Sitografia:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Competenza
- http://it.thefreedictionary.com/competenza
- http://www.ipasvi.it/archivio_news/download/769_1302123333_157.pdf
- http://www.ipasvibo.it/atti_san.htm
- http://it.wikipedia.org/wiki/Arresto_cardiaco
- http://www.arrestocardiaco.com/sudden_cardiac_arrest/IT/www.arrestocardiaco.com/Thera
pyAwareness/home/1089723778235.htm
- http://www.sapere.it/sapere/medicina-e-salute/enciclopedia-medica/Cuore-
(cardiologia)/arresto-cardiaco.html
- http://www.medtronic.it/tua-salute/morte-cardiaca-improvvisa/index.htm
- http://www.ipasvi.it/ecm/rivista-linfermiere/rivista-linfermiere-page-11-articolo-124.htm
- http://LWZLNLSHGLDRUJZLNL%DVLFB/LIHB6XSSRUW
- http://www.sportinforma.it › Home › Aree Tematiche › Cardiologia
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- http://www.farmacoecura.it
- http://it.wikipedia.org/wiki/(PHUJHQ]D
- http://www.emergenzaQHWGHIDXOWDVS[SDJ  QDY ,7 OQJ LW-LW
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- https://it.wikipedia.org/wiki/118_-_Emergenza_VDQLWDULD
- http://ZZZDUHVLW
- http://dizionari.corriere.it
PER/RIS 1 1_NS/NR 2_1 2_2 2_NS/NR
1 24 1
2 24 1
3 23 1
4 23 1
5 28 1
6 1 1
7 23 1
8 24 1
9 23 1
10 25 1
11 25 1
12 22 1
13 29 1
14 1 1
15 23 1
16 21 1
17 25 1
18 23 1
19 23 1
20 48 1
21 25 1
22 22 1
23 23 1
24 21 1
25 21 1
26 26 1
27 23 1
28 23 1
29 22 1
30 28 1
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
TOTALE 690 2 16 14 0
TOTALE MASCHI 16
TOTALE FEMINE 14
LEGGENDA PER = Persona
RIS = Risposta
NS/NR= Non So/ Non Risponde
ETA MEDIA TOTALE 24,64286
ETA MEDIA MASCHI 24,07143
ETA MEDIA FEMINE 25,21429
3 3__NS/NR 4_1 4_2 4_3 4_4 4_NS/NR 5_1
1 1
1 1
SCIENTIFICO 1
AGRARIO 1
DIPLOMA TECNICO 1
1 1
I.T.I 1
DIPLOMA TECNICO 1
SCIENTIFICO 1
1 1
LAUREA 1
SCIENTIFICO 1
TECNICO AERONAUTICO 1
CLASSICO 1
1 1 1
SCIENTIFICO 1
TECNICO ECONOMICO 1
SCIENZE SOCIALI 1
CLASSICO 1 1
LAUREA 1
RAGIONERIA 1
SOCIOPSICOPEDAGOGICO 1
SCIENTIFICO 1
TECNICO TURISMO 1
LINGUISTICO 1
ARTISTICO 1
1 1
1 1 1
SCIENTIFICO 1
CLASSICO 1
#VALORE! 7 4 15 11 0 0 3
5 3 10 3 0 0 1
2 1 5 8 0 0 2
ASSENTE SCARSA BUONA OTTIMA SI
MASCHI 3 10 3 0 MASCHI 1
FEMMINE 1 5 8 0 FEMMINE 2
5_2 5_NS/NR 6_1 6_2 6_NS/NR 7_1 7_2 7_NS/NR 8_1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1
1 1 1
1 1 1 1
27 0 8 22 0 19 10 1 14
15 0 6 10 0 10 6 0 10
12 0 2 12 0 9 4 1 4
NO SI NO SI NO NS/NR
15 MASCHI 6 10 MASCHI 10 6 0
12 FEMMINE 2 12 FEMMINE 9 4 INSUFFICIENTI
MASCHI 10
FEMMINE 4
8_2 8_3 8_4 8_NS/NR 9_1 9_2 9_3 9_4 9_NS/NR
1
1
1 1
1
1 1
1 1
1
1
1 1
1 1
1
1
1
1 1
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1 1
1 1
1
1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
12 4 0 0 3 8 16 3 0
5 1 0 0 2 5 7 2 0
7 3 0 0 1 3 9 1 0
INCOMPLETIPARZIALMENTE INCOMPLETIPARZIALMENTE COMPLETICOMPLETI
MASCHI 2 5 7 2 MASCHI
SUFFICIENTIBUONE OTTIME FEMMINE 1 3 9 1 FEMMINE
5 1 0
7 3 0
10_1 10_2 10_NS/NR 11_1 11_2 11_NS/NR 12_1 12_2 12_NS/NR
1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
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1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
1 1 1
23 7 0 8 22 0 2 28 0
11 5 0 4 12 0 1 15 0
12 2 0 4 10 0 1 13 0
SI NO SI NO SI NO
11 5 MASCHI 4 12 MASCHI 1 15 MASCHI
12 2 FEMMINE 4 10 FEMMINE 1 13 FEMMINE
13_1 13_2 13_NS/NR 14_1 14_2 14_3 14_4 14_NS/NR 15_1
1 1
1 1
1 1
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1 1
1 1
1 1
1 29 0 6 12 11 1 0 7
0 16 0 2 8 5 1 0 5
1 13 0 4 4 6 0 0 2
SI NO TOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACOR
0 16 MASCHI 2 8 5 1 MASCHIO 5
1 13 FEMMINE 4 4 6 0 FEMMINE 2
15_2 15_3 15_4 15_NS/NR 16_1 16_2 16_3 16_4 16_NS/NR
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1
1
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1
1 1
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1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
13 9 1 0 13 7 10 0 0
6 5 0 0 6 5 5 0 0
7 4 1 0 7 2 5 0 0
PARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO
6 5 0 MASCHIO 6 5 5 0 MASCHIO
7 4 1 FEMMINE 7 2 5 0 FEMMINE
17_1 17_2 17_3 17_4 17_NS/NR 18_1 18_2 18_3 18_4
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
0 12 14 4 0 6 10 11 3
0 5 9 2 0 3 4 8 1
0 7 5 2 0 3 6 3 2
TOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO
0 5 9 2 MASCHIO 3 4 8 1
0 7 5 2 FEMMINE 3 6 3 2
18_NS/NR 19_1 19_2 19_3 19_4 19_NS/NR 20_1 20_2 20_3
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
0 26 1 1 2 0 6 17 4
0 14 0 1 1 0 2 9 3
0 12 1 0 1 0 4 8 1
TOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO3 MINUTI 4 MINUTI 5 MINUTI
MASCHIO 14 0 1 1 MASCHIO 2 9 3
FEMMINE 12 1 0 1 FEMMINE 4 8 1
20_4 20_NS/NR 21_1 21_2 21_3 21_4 21_NS/NR 22_1 22_2
1 1 1
1
1
1
1
1
1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1
1
1 1
1
1
1
1
1
1
1 1
1
1
1
1
1
2 1 10 1 19 0 0 1 6
1 1 6 0 10 0 0 1 5
1 0 4 1 9 0 0 0 1
6 MINUTI NS/NR Indica la necessità di effettuare le compresè un respiro inefficace da ostru
1 1 MASCHI 1 5
1 0 FEMMINE 0 1
BLS precoce-Allarme recoce-Defibrillazione precoce-Defibrillazione precoce-Allarme precoce-BLS precoceAllarme precoce-BLS precoce-Defibrillazione precoceBLS precoce-ACLS precoce-Allarme precoce-Defibrilla
MASCHI 6 0 10 0
FEMMINE 4 1 9 0
22_3 22_4 22_NS/NR 23_1 23_2 23_3 23_4 23_NS/NR 24_1
1
1 1 1
1 1
1 1
1 1
1 1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1 1
1
1
1
1 1
1 1 1
1 1 1
1 1
1 1
1 1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
13 2 8 0 0 8 15 7 9
7 0 3 0 0 4 9 3 6
6 2 5 0 0 4 6 4 3
è un tipo di respirazione inefficace che rende indiè una respirazione efficaceNS/NR Sul torace, in posizione sottocla
7 0 3 MASCHI 6
6 2 5 FEMMINE 3
rme precoce-Defibrillazione precoce Se la vittima è incoscienteSe la vittima non respiraSe sono assenti segni di circoloDopo aver accertato che sono presenti tutte le condNS/NR
MASCHI 0 0 4 9 3
FEMMINE 0 0 4 6 4
24_2 24_3 24_4 24_NS/NR 25_1 25_2 25_3 25_4 25_NS/NR
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1
1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
15 0 0 6 4 20 2 3 1
8 0 0 2 4 8 1 2 1
7 0 0 4 0 12 1 1 0
Sul torace del paziente, in posizione sottoclaveareIn posizione antero-posterioreNon è importanteNS/NR
8 0 0 2 MASCHI
7 0 0 4 FEMMINE
15 e 2 30 e 2 30 e 3 15 e 3 NS/NR
MASCHI 4 8 1 2 1
FEMMINE 0 12 1 1 0
26_1 26_2 26_3 26_4 26_NS/NR 27_1 27_2 27_3 27_4
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1 1
1 1
1 1
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1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
1
1
1
1 1
1 1
1 1
1 1
1 1
24 0 0 1 5 1 16 4 4
14 0 0 0 2 0 11 1 2
10 0 0 1 3 1 5 3 2
ADRENALINAAMIODARONECORDARONETUTTE LE PRECEDENTI SONO CORRETTENS/NR
14 0 0 0 2
10 0 0 1 3
12 e 3 15 e 3 9 e 3 10 e 1
MASCHI 0 11 1 2
FEMMINE 1 5 3 2
27_NS/NR 28_1 28_2 28_3 28_4 28_NS/NR
1
1
1
1 1
1
1
1
1
1 1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1 1
1 1
1 1
1
1
1
1
1
5 4 3 11 6 6
2 1 1 6 5 3
3 3 2 5 1 3
ASISTOLIAFIBRILLAZIONE ATRIALEFIBRILLAZIONE VENTRICOLARETUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTENS/NR
MASCHI 1 1 6 5 3
FEMMINE 3 2 5 1 3
NS/NR
2
3
Laurea in Scienze Infermieristiche, Canale J
RICERCA DOCUMENTALE
Docente: Roberto Orlandini
Studenti: Aurilio, Krizia
Fornaciari, Francesca
Martinez, Victor
QUESITO: Il quesito posto in questa revisione letteraria è la gestione infermieristica per il
rimarginamento e la guarigione delle ulcere venose con presidi medicali di natura meccanica.
Problema: Inefficace perfusione tessutale periferica: arti inferiori (Dominio 4 Attività/ Riposo;
numero 00024. NANDA, 2009)
Intervento: Bendaggi elastici compressivi
Confronto: Sistemi compressivi anelastici mono e pluristratificato.
Outcome: Rimarginamento perilesionale e guarigione ulcero-venosa.
KEYWORDS: Venous Ulcer, Compression Therapy, Compression Stockings, Bandage Systems,
Layer Systems, Leg Ulcer
STRATEGIA DI RICERCA:
Internet: siti specialistici; banche dati generali, Medline (Pubmed), Cochrane, Google Scholar
(motore di ricerca specifico di articoli accademici).
Biblioteca.
CRITERI DI SELEZIONE:
Considerati solo gli articoli in lingua inglese
Considerate solo le pubblicazioni dal 2003 al 2013
Selezionati gli articoli dopo valutazione dell’ abstract o full text
Considerati i documenti Full text e Abstract.
ABSTRACT:
Our research goal is to demonstrate through a revision of the state of the art that inelastic
layer compression stockings systems are able to improve healing in patients affected by
venous leg ulcers. It has been consulted several English speech articles, studies and clinical
reviews that were analyzed and structured in an evidence based scientific brief. It affords
to explain in a simple way what studies evidences are showing up regarding ulcer leg
therapies in last 10 years.
INTRODUZIONE AL LAVORO:
Prima di tutto dobbiamo sottolineare la difficoltà che abbiamo riscontrato, all’inizio della ricerca,
per quanto riguarda l'accesso all'informazione, specialmente per gli studi, revisioni e articoli
cosiddetti “Full text”. Abbiamo tentato di selezionare la maggior parte degli articoli Full text in
inglese perchè abbiamo la convinzione che, le informazioni ottenute con la semplice lettura
dell'abstract, spesso non siano una sintesi completa del testo ed, inoltre, gli articoli in lingua italiana
sono veramente scarsi . Dobbiamo ringraziare il Collegio Ipasvi di Roma per il servizio e l'accesso
all'informazione offerto, sopratutto per quanto riguarda il Database di Pubmed. Con il procedere
della ricerca abbiamo scoperto altri database citati dagli autori e ci siamo incuriositi; il principale è
sicuramente Cochrane. Anche in questo caso l'accesso all'informazione è risultato faticoso, ma
fortunatamente è stato possibile visualizzare almeno i titoli degli articoli. Abbiamo introdotto i titoli
nel motore di ricerca di Google Scholar, specializzato in articoli accademici internazionali; infatti
nella sezione “Mesh” della griglia di ricerca compare il nome dell’articolo completo e questo ci ha
permesso di fare delle ricerche mirate ed avere accesso gratuito a due su tre articoli che Cochrane
mostrava solo in pagamento.
Ringrazieamo, anche per questo motivo, Google Scholar che rende un po' più democratico
l'accesso all'informazione degli studenti.
GRIGLIA DI RICERCA:
BANCA DATI MESH DOCUMENTI
RILEVATI
DOCUMENTI
SELEZIONATI
DESCRIZIONE
ARTICOLO
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by Wound
Repair Regen. Centre for
Research 
Implementation of
Clinical Practice,
Thames Valley
University, London,
United Kingdom. 2003
May-Jun;11(3):166-71
(Full text)
Randomized trial of
four-layer and
two-layer bandage
systems in the
management of
chronic venous
ulceration
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by Ostomy
Wound Manage.1995
May;41(4):16-8, 20, 22-
5. (Full text)
Venous leg ulceration:
treatment by high
compression
bandaging
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by
Trials. Department of
Epidemiology and
Preventive Medicine,
School of Public Health
and Preventive
Medicine, Level 3
Burnet Building, The
Alfred Hospital, Monash
University, Melbourne,
Australia 2010 Mar
9;11:26. doi:
10.1186/1745-6215-11-
26 (Full text)
Protocol for a pilot
randomised
controlled clinical
trial to compare
the effectiveness
of a graduated
three layer straight
tubular bandaging
system when
compared to a
standard short
stretch
compression
bandaging system
in the management
of people with
venous ulceration.
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 study by Cochrane
Database Syst Rev.
Department of Health
Sciences, University of
York, York, UK 2012
Nov 14;11 (Full text)
Compression for venous
leg ulcers
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by Cochrane
Database Syst Rev.
School of Healthcare,
University of Leeds,
Leeds, UK 2012 Aug
15;8 (Full text)
Compression for
preventing
recurrence of
venous ulcers
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 review by Clin Cosmet
Investig Dermatol. 2011;
4: 7–14. (Full text)
Venous ulcer review
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 study by Clin Evid
(Online). 2008; 2008:
1902. (Full text)
Venous leg ulcers
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by BMC
Nursing. 2011; 10: 20.
(Full text)
The Canadian
Bandaging Trial:
Evidence-informed leg
ulcer care and the
effectiveness of two
compression
technologies
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 article by BMJ
Department of Surgery,
Charing Cross and
Westminster Medical
School, London. 2008
Nov 5;297(6657):1159-
61. (Full text)
Sustained compression
and healing of
chronic venous
ulcers.
Medline (Pubmed) Leg ulcer
(MESH)
compression
treatment and
layer treatment
53
1 Review by J Vasc
Nurs. St John's Mercy
Medical Center, St
Louis, Mo., USA. 2003
Dec;17(4):89-97; quiz
98-9. (Full text)
Compression wraps for
venous ulcer
healing: a review.
Internet Associazione
Italiana Ulcere
Cutanee
1
1 article by
Acta Vulnol 2009;7
Data accesso 18.05.2013
(Full text)
Compression therapy in
the treatment of leg
ulcers
Internet
The Cochrane
Library 1
1 article by Cochrane
Database of Systematic
Reviews 2011, Issue 2.
Art. No.: CD001899.
DOI:
10.1002/14651858.CD0
01899.pub3.
Data accesso 21.05.2013
(Abstract)
Intermittent pneumatic
compression for treating
venous leg ulcers
Internet Informa Health
Care
1 1 Article by
Vardcentralen
Marieberg,
Primary
Health Care Centre,
Motala, Sweden. (Full
text)
A cost-effectiveness
study of leg ulcer
treatment in care:
Comparison of saline-
gauze and hydrocolloid
treatment in a
prospective, randomized
study
Google Scholar
Multicentre,
randomised,
controlled trial of
four-layer
bandaging versus
short-stretch
bandaging in the
treatment of
venous leg ulcers
1
1 article by Vasa.
Wilhelminenspital,
Wien, Austria. 2001
May;30(2):108-13. (Full
text)
Multicentre, randomised,
controlled trial of four-
layer bandaging versus
short-stretch bandaging
in the treatment of
venous leg ulcers
Google Scholar
Functional and
biopsychosocial
restrictions among
patients with a
venous ulcer
1
1 article by Arch Med
Sci. Termedia 
Banach. 2006; 2, 1: 36-
41 ( Full text)
Functional and
biopsychosocial
restrictions among
patients with a venous
ulcer
Google Scholar
A randomised
controlled study of
four-layer
compression
versus Unna's
Boot for venous
ulcers
1
1 article by Journal of
Wound Care, Vol. 13,
Iss 1, 03 Jan 2004, pp 21
- 24 (Abstract)
A randomised controlled
study of four-layer
compression versus
Unna's Boot for venous
ulcers
CHIAVE DI LETTURA DELLE EVIDENZE ED EVIDENZE A CONFRONTO:
Ancora oggi le ulcere venose sono un problema terapeutico di grande rilievo nella pratica
infermieristica che rende difficile, in maniera diversa, il mantenimento dell’omeostasi bio-psico-
sociale del paziente assistito. Si è visto che alcuni sintomi dell'ulcera venosa, principalmente il
dolore, sono caratteristici e sono in grado di condizionare e restringere le attività della vita
quotidiana della persona. È per questo che il controllo dei sintomi dovrebbe avere la priorità
assoluta fra interventi assistenziali (Walshe).
Secondo i dati ricavati dallo studio di Moffatt et al., la prevalenza complessiva delle ulcere venose
nel Regno Unito, Svezia e Australia è dell'1% nella popolazione adulta, e nel Regno Unito le ulcere
di origine venosa rappresentano il 70 - 90% di tutte le ulcere insorte. I dati riportati negli studi di
Nelson et al. sono molto simili; l'1% della popolazione mondiale adulta svilupperà almeno una volta
nella sua vita una ulcera venosa.
L’eradicazione dei fattori predisponenti, che concorrono a nutrire lo sviluppo dell’ulcera venosa,
rappresenta lo step basilare su cui poggiano i diversi possibili interventi infermieristici volti alla
guarigione della ferita cronica (Kramer et al.). Innanzitutto bisogna riconoscere i contributi del
lavoro di Stemmer sul trattamento delle ulcere venose in quanto fu il pioniere della tecnica. Egli
aprì il campo di studio accorgendosi che applicando alti livelli pressori sugli arti (all'incirca 40
mmHg) il reflusso venoso e i suoi effetti negativi (ulcere venose in ultima istanza) si riducevano o
addirittura scomparivano (Moffatt et al.).
La ricerca di Jawién et al. sottolinea che la terapia compressiva risulta efficace in questo tipo di
lesione e rappresenta il Gold Standard per il trattamento delle ulcere a eziologia venosa. I risultati
della ricerca scientifica mostrano che è raccomandabile l'utilizzo della compressione allo scopo di
neutralizzare l'edema e gli altri effetti dannosi derivati dall’ ipertensione venosa. La compressione
esercitata in maniera corretta può minimizzare o addirittura invertire il decorso dei cambiamenti
dermo-vascolari inerenti al fallimento venoso cronico.
Il raggiungimento di effetti paragonabili alla rimozione permanente della superficie inefficiente
delle vene, perforanti o non, richiede un uso consistente della compressione a lungo termine. Nella
maggior parte dei casi, si richiede un uso permanente della terapia compressiva per tutta la vita
come dimostrano gli studi di Nelson et al. La maggior parte delle ulcere venose guarisce con i
bendaggi compressivi, ma l'incidenza delle recidive è molto alta. Per questo motivo le linee guida
cliniche raccomandano preventivamente l'uso continuato di calzamaglie, calzini e bendaggi
compressivi (Acta Vulnol 2009;7 Associazione Italiana Ulcere Cutanee).
Come evidenziato nella ricerca di Bevis et al., esistono oggi delle sostanze. come la Pentoxifilina,
in grado di accelerare il processo di rimarginamento e guarigione delle lesioni di continuo ad
eziologia venosa. Ci limitiamo solo ad accennare questa realtà, secondo noi importante, ma che non
è oggetto del nostro studio, prevalentemente di tipo meccanico e non farmacologico.
Nel trattamento delle ulcere venose si possono utilizzare diversi bendaggi speciali, calze
compressive e sistemi di compressione preconfezionati. Tutte queste forme differiscono nella loro
composizione strutturale, fisica e chimica, ed agiscono ed influenzano in maniera diversa i tessuti
sottostanti. La composizione fisico-chimica, l'elasticità e la distensione del materiale determinano il
valore finale delle caratteristiche pressorie terapeutiche.
Secondo Larsen i materiali a base di fibre elastiche permettono una distensione maggiore di essi
riuscendo a mantenere una pressione primaria ottimale, ma devono essere rimossi nelle ore
notturne. I materiali anelastici, invece, possono essere lasciati in sede per diversi giorni ma possono
perdere rapidamente la pressione primaria terapeutica se fissati non correttamente.
Il vantaggio principale dei materiali anelastici, secondo lo studio di Blair sulla guarigione delle
ferite ulcero-venose croniche, è la loro capacità di generare pressioni attive tanto elevate da
prevenire il rigonfiamento dell'arto in caso di edema. L'autore dimostra che la compressione
stratificata con materiali anelastici offre una maggiore efficacia di quella con materiali elastici per il
trattamento delle ulcere, in quanto mantiene un relativa pressione immutabile per diversi giorni.
Altri autori come Partsch, Damstra et al. dimostrano e riaffermano lo stesso principio nelle loro
ricerche.
La revisione della letteratura mette alla luce dei dati scientifici che dimostrano che ogni tipo di
compressione diversa (bendaggio, sistemi mono-strato, multistrato,ecc) migliora la guarigione delle
ulcere venose ( O'Meara et al.). Alcuni autori americani, come Kramer, ritengono difficile
determinare il metodo più efficace fra tutti i disponibili, visto che ci sono dei fattori prognostici
paziente-dipendenti (Nelson et al.) da tenere in considerazione; uno dei più importanti per Kramer
è l'area ulcerata iniziale.
Gli studi di Blair sull'argomento evidenziano una notevole superiorità terapeutica dei sistemi
multistrato. Blair conduce la sua ricerca e dimostra che il 74% delle ulcere venose (area iniziale
media della soluzione di continuo = 15,4cm2) che non riescono a guarire con il bendaggio
compressivo, o sistema mono-strato, guariscono con il sistema pluri-strato. Questi dati sono stati
confermati da successive ricerche messe in atto da Scriven e Taylor, anche se con percentuali di
successo inferiori (62%).
Gli studi di Polignano et al. e Doherty et al. riaffermano ancora una volta l'evidenza scientifica
secondo cui i sistemi compressivi anelastici multistrato sono più efficaci di quelli tradizionali a
compressione elastica per prevenire il reflusso venoso , l'edema e la conseguente ulcerazione
venosa. Stabiliscono, dunque, una successiva distinzione tra i sistemi a due e a quattro strati
dimostrando la maggiore efficacia di questi ultimi in rapporto ai primi. Dallo studio di Doherty si
deduce, inoltre, che la riepitelizzazione completa delle lesioni di continuo, dopo 24 settimane di
terapia, è del 88%, se utilizzati sistemi compressivi anelastici multistrato, in confronto al 77%, se
utilizzati bendaggi compressivi elastici. Questo dimostra quindi una maggiore efficacia dei primi
rispetto ai secondi. Anche gli studi di Moffatt et al. riaffermano questa efficacia e mostrano come i
sistemi a quattro strati aumentano la compliance del paziente alla terapia riducendo il numero di
eventi avversi e abbassano il costo finale del trattamento complessivo dimostrandosi quindi più
efficienti.
CONCLUSIONI:
L'utilizzo dei sistemi compressivi multistrato anelastici sono più efficaci per il rimarginamento e la
guarigione delle ulcere venose in rapporto ai bendaggi compressivi elastici tradizionali, pur
essendoci dei fattori paziente-dipendenti che possono modificare l'outcome finale.
BIBLIOGRAFIA:
- Moffatt CJ, McCullagh L, O'Connor T, Doherty DC, Hourican C, Stevens J, Mole
T, Franks PJ. Randomized trial of four-layer and two-layer bandage systems in the
management of chronic venous ulceration. Wound Repair Regen. 2003
May-Jun;11(3):166-71. PubMed PMID: 12753596.
- Moffatt CJ, O'Hare L. Venous leg ulceration: treatment by high compression bandaging. Ostomy
Wound Manage. 1995 May;41(4):16-8, 20, 22-5. Review. PubMed PMID: 7598780.
- Weller CD, Evans S, Reid CM, Wolfe R, McNeil J. Protocol for a pilot randomised controlled
clinical trial to compare the effectiveness of a graduated three layer straight tubular bandaging
system when compared to a standard short stretch compression bandaging system in the
management of people with venous ulceration: 3VSS2008. Trials. 2010 Mar 9;11:26. doi:
10.1186/1745-6215-11-26. PubMed PMID: 20214822; PubMed Central PMCID: PMC2847559.
- O'Meara S, Cullum N, Nelson EA, Dumville JC. Compression for venous leg ulcers. Cochrane
Database Syst Rev. 2012 Nov 14;11:CD000265. Doi: 10.1002/14651858.CD000265.pub3. Review.
PubMed PMID: 23152202.
- Nelson EA, Bell-Syer SE. Compression for preventing recurrence of venous ulcers. Cochrane
Database Syst Rev. 2012 Aug 15;8:CD002303. Doi: 10.1002/14651858.CD002303.pub2. Review.
PubMed PMID: 22895929.
- Bevis, P, Earnshaw, J. Venous Ulcer Review.Clin Cosmet Investig Dermatol. 2011; 4: 7–14.
2011 March 3. Doi:10.2147/CCID.S10171 PMCID: PMC3108280
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CORSO DI LAUREA IN SCIENZE
INFERMIERISTICHE, CANALE “J”
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Prof. Maurizio Sanmartin Victor M. Martinez
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  • 2. INDICE PAGINA 1. PREMESSA E SCOPO DEL LAVORO 3 2. SCELTA DEL PROBLEMA 3 3. REVISIONE DELLA LETTERATURA 3 4. DEFINIZIONE DELLE IPOTESI DELLA RICERCA 14 5. SCELTA DEL CAMPIONE E MODALITA’ DI STUDIO: TIPO DI RICERCA, METODI E ISTRUMENTI 14 6. QUESTIONARIO 15 7. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI RISULTATI 19 8. CONCLUSIONI 31 9. APPLICAZIONE ALLA PRATICA INFERMIERISTICA 33 10. BIBLIOGRAFIA 35 11. SITOGRAFIA 35
  • 3. 1. Premessa e scopo del lavoro Attraverso questa nostra ricerca abbiamo intenzione di capire in che modo, e se, gli studenti del corso J del terzo anno di Infermieristica “La Sapienza” sono in grado di far fronte alla gestione di un arresto cardiaco extraospedaliero, sulla base di quattro variabili principali: l’esperienza personale, la formazione pratica, la formazione teorica e l’emotività. La nostra idea nasce da ripetuti confronti fra noi studenti e dal desiderio di dare alla Formazione un riscontro pratico su cui poter basare le scelte per quanto riguarda la futura distribuzione dei tirocini e dello studio, anche a seguire negli anni. 2. Scelta del problema Gli studenti di infermieristica del 3 anno del corso J della Sapienza non si sentono pronti per affrontare l’arresto cardiocircolatorio extra-ospedaliero. 3. Revisione della letteratura L’arresto Cardiaco: Che cos’è? L'arresto cardiaco è una situazione clinica caratterizzata dall'inefficacia o assenza dell'attività cardiaca. Eziologia: Può originare da alterazioni di varia natura dell'impulso elettrico, o da ostacoli di natura meccanica. Sia nel caso che la genesi sia primitivamente elettrica o meccanica, si determina l'inefficacia di entrambe le componenti. Decorso: La conseguenza immediata è l'assenza di perfusione sistemica. L'arresto cardiaco è una condizione di morte clinica reversibile che, se non adeguatamente trattata, è destinata ad evolvere in morte biologica irreversibile a causa della ipoossigenazione cerebrale. Le cause di arresto cardiaco possono essere: cardiache (tra le quali la più frequente è la cardiopatia ischemica), non cardiache, meno frequenti, a loro volta suddivisibili in meccaniche (tamponamento cardiaco, embolia polmonare, pneumotorace iperteso, e altre) e anossiche (ad esempio ostruzione delle vie aeree ed eventi neurologici) L'insorgenza dell'arresto cardiaco è spesso spontanea, senza segni clinici o sintomi premonitori. In alcuni casi il paziente può avvertire una sintomatologia riferibile alla condizione clinica che è causa dell'arresto: palpitazioni, vertigini, dispnea, dolore toracico o al braccio sinistro. L'obiettività in corso di arresto cardiaco è caratterizzata dall'assenza del polso centrale (carotideo), dalla perdita di coscienza, e da una serie di segni clinici che compaiono dopo un lasso di tempo variabile: midriasi, pallore o cianosi cutanea, respiro agonico, incontinenza sfinterica, rilassamento della muscolatura scheletrica. L'evoluzione dell'arresto cardiaco verso la morte biologica irreversibile dipende in maniera critica dal tempo che intercorre tra l'evento primario e la messa in atto delle manovre assistenziali. Il cervello è molto sensibile all'anossia derivante dall'arresto di circolo: in pochi secondi si ha perdita di coscienza, mentre dopo circa 4 minuti si hanno danni
  • 4. irreversibili. Il cuore è meno sensibile, ma anche l'attività cardiaca va deteriorandosi nel giro di qualche minuto; la tachicardia ventricolare senza polso (TV) e la fibrillazione ventricolare (FV), che sono in genere i ritmi di esordio dell'arresto cardiaco da ischemia miocardica, decadono in qualche minuto a FV a basso voltaggio, e infine ad asistolia. In pochi altri minuti sopravviene la morte biologica. Soccorso: Il successo delle manovre mediche applicate a un paziente in arresto cardiaco è correlato in maniera significativa al tipo di ritmo inizialmente rilevato dal monitor-defibrillatore (il cosiddetto ritmo di presentazione). I ritmi di presentazione si possono schematicamente classificare in due categorie: ritmi defibrillabili (TV-senza polso e FV), ritmi non defibrillabili (asistolia e pulseless electrical activity, o PEA). Se il soccorritore si trova di fronte ad un ritmo TV-senza polso/FV, ha discrete probabilità che le manovre di rianimazione abbiano successo; se rileva un'asistolia, le probabilità di successo si abbassano. La defibrillazione, se attuabile, deve avvenire nel minor tempo possibile dall'arresto cardiaco; si ritiene che per ogni minuto trascorso le probabilità di successo decadano del 7-10%. Inoltre, alcuni fattori possono intervenire riducendo le probabilità di successo, ad esempio l'ipotermia, l'ipossia, l'acidosi e l'elevata impedenza toracica. L'evoluzione dell'arresto cardiaco in morte biologica può essere impedita da un insieme di comportamenti sequenziali coordinati, detti catena della sopravvivenza o catena del soccorso. BLS – rianimazione cardio-polmonare: Il Basic Life Support (sostegno di base alle funzioni vitali) noto anche con l'acronimo BLS, è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato. Per paziente infortunato si intendono molte condizioni, tra le quali: - persona priva di sensi (persona svenuta); - persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola dei bambini, acqua nei soggetti che affogano); - persona sottoposta a elettrica; - paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma. La tecnica BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella sequenza di supporto di base alle funzioni vitali. La definizione BLSD si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura di defibrillazione standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori laici). Funzione: Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenati il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue. Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico cerebrale; si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello) è presente nell'aria-
  • 5. ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente nell'aria espirata dai polmoni è circa del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo soltanto circa un quarto dell'ossigeno presente nell'aria, e ciò significa che, teoricamente, la stessa aria può essere respirata al massimo 4 volte); questa constatazione ci fa capire come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la bocca) piuttosto che con la respirazione artificiale evoluta (pallone auto espandibile, bombola di ossigeno, soccorso avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica respirazione bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui ossigeno è già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato quell'aria), e perciò sarà un'aria meno efficace. Altrettanto importante è la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 minuti, in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno). La catena della sopravvivenza: La sopravvivenza è strettamente dipendente dalla realizzazione ordinata di una serie di interventi; la metafora della "catena" sta a simboleggiare da un lato l'importanza della sequenza, e il fatto che se una delle fasi di soccorso è mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime. La catena è formata da quattro anelli, che sono nell'ordine: 1. Accesso precoce al sistema di emergenza (118 Numero nazionale per le emergenze sanitarie). 2. Inizio precoce delle procedure di BLS. 3. Defibrillazione precoce, cioè l'arrivo precoce sul posto di un'équipe in grado di praticare la defibrillazione. 4. Inizio precoce del trattamento intensivo (da parte di personale medico e infermieristico adeguatamente formato). Procedura del BLS: Premessa: Il BLS laico La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guide dell'European Resuscitation Council, ed è pensata per essere eseguita da chiunque (anche personale non sanitario). Per questo non richiede capacità mediche né l'utilizzo di particolari attrezzature. Per questo è definito "BLS laico". La procedura che prevede l'utilizzo di presidi (pallone Ambu, cannula faringea, etc.), è pensata per il personale medico-infermieristico e per i soccorritori certificati ed abilitati. Fare sempre riferimento al 118 prima di intervenire in qualunque modo sui pazienti, soprattutto se esposti a trauma. Nel caso ci si trovasse nella situazione di dover applicare il BLS si consiglia fortemente, se si è a conoscenza di questa procedura, di intervenire. Si consiglia inoltre a tutti di frequentare i corsi gratuiti alla cittadinanza organizzati dalle varie
  • 6. organizzazioni di soccorso presenti sul territorio: la spiegazione è sicuramente più approfondita di quella che può dare la semplice lettura di un testo ed in più c'è la presenza di simulazioni pratiche. Va detto inoltre che le linee guida dell'ERC cambiano e si aggiornano col tempo: le ultime sono quelle del 2010, che apportano non poche modifiche alle precedenti (ricerca del punto di compressione, entità dell'insufflazione, ecc.) Valutazione della scena: All'arrivo sulla scena, prima di effettuare qualsiasi azione sul soggetto, il soccorritore deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli che potrebbero pregiudicare la salute del soccorritore e dell'assistito. Per esempio, è necessario prestare la massima attenzione nell'accertarsi che il soggetto non sia a contatto con parti sotto tensione, che non vi siano odori di gas o liquidi dannosi, che non siano presenti cavi elettrici sotto tensione; un altro fattore da tener presente è, d'inverno, la possibile fuoriuscita di monossido di carbonio da caldaie o stufe malfunzionanti. Nel caso in un cui la zona non sia sicura è necessario avvertite le autorità competenti, ad esempio i Vigili del fuoco. Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con le manovre del BLS. La rianimazione viene praticata esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al richiamo verbale e agli stimoli tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di un malore oppure di un trauma; nel secondo caso non muovere il paziente e contattare immediatamente il 118. Nel caso in cui, trovandosi di fronte alla vittima incosciente di un trauma, si debba obbligatoriamente intervenire (non c'è possibilità di chiamare soccorsi oppure si è preposti a questa funzione: es. assistente bagnanti, personale medico ecc.), bisogna sapere che il BLS avrà due procedimenti leggermente diversi a seconda che si tratti di malore (o l'annegamento) o specificamente di trauma; perciò va detto che quando non si ha la possibilità di valutare con certezza la causa dell'evento (per es. non si era presenti e non ci sono né testimoni né segni evidenti di cosa possa essere avvenuto), bisogna agire considerando l'infortunato vittima di "trauma sospetto", operando quindi appunto come se il trauma fosse realmente avvenuto. Valutazione dello stato di coscienza: Il soccorritore che ha valutato che il luogo in cui si trova ed in cui deve operare è sicuro, inizia la valutazione dello stato di coscienza. La comunicazione con la persona deve avvenire sfruttando tutti i cinque sensi. Posti di fronte al corpo steso, per evitare movimenti del collo dell'infortunato, la persona deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata ad alta voce. Si noti che il solo stimolo vocale può risultare inutile in caso di persone sorde. Nell'eseguire questa operazione, il soccorritore presterà attenzione nel reggere una mano dell'assistito, per prevenire la sua incolumità nel caso questo si risvegli e, in preda al panico o sotto l'effetto di stupefacenti, tenti di aggredire il soccorritore. Se il paziente non reagisce, allora la persona è definita incosciente e va fatta immediata richiesta a chi ci sta vicino di chiamare il Numero telefonico per le emergenze mediche (118 in Italia, 144 in Svizzera, 112 nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea) dichiarando che la persona è incosciente. Nel caso in cui il paziente sia cosciente, può essere comunque allertata la centrale per l'invio di personale qualificato al fine di controlli più accurati. Valutato lo stato di coscienza, si prosegue con le manovre di BLS.
  • 7. ABC: La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation. Per iniziare l'ABC il soccorritore deve porre la persona su un piano rigido (generalmente per terra) con gli arti e la testa allineati in posizione supina (pancia in alto) e con il torace scoperto. Nel fare ciò si tenga presente che l'infortunato possa aver subito un trauma e della presenza di lesioni al rachide cervicale. A questo punto si inizia la valutazione vera e propria. A: Airways Il pericolo che corre una persona incosciente è l'ostruzione delle vie aeree: anche la stessa lingua può cadere all'indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura. Prima di ogni altra cosa si procede al controllo del cavo orale tramite la "manovra a borsellino" che si effettua ruotando assieme l'indice e il pollice sulla bocca del paziente, come se si dovesse aprire un portaspiccioli. Se sono presenti oggetti che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi, con pinze, non introducendo mai le dita in bocca all'infortunato e facendo attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in profondità. Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un annegamento) bisognerà inclinare lateralmente la testa dell'infortunato (o tutto il corpo in più persone se c'è un sospetto trauma del rachide cervicale, per non muovere il collo) per permettere al liquido di fuoriuscire. Una volta verificata la pervietà delle vie aeree e quindi l'assenza di oggetti che possano ostruire il passaggio dell'aria si effettua l'iperestensione della testa, proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua (questa manovra va fatta successivamente all'ispezione orale per non spingere ancora più in basso eventuali corpi estranei presenti all'interno). Per effettuare la manovra dell'iperestensione, vanno poste una mano sulla fronte, per portare indietro la testa, e due dita sotto il mento, per sollevarlo. La manovra di iperestensione non dovrà essere violenta né brusca (il collo è molto delicato) ma dovrà comunque essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso vi sia un trauma cervicale anche solo sospetto, l'iperestensione dovrà essere sempre evitata insieme a tutti gli altri movimenti del paziente: solo se dovesse rendersi assolutamente necessaria (in caso ad esempio di un paziente in arresto respiratorio), la manovra dovrà essere solo parziale. La posizione di iperestensione va mantenuta fino alla fine della valutazione ABC. B: Breathing La fase GAS: Dopo la fase di Airway è necessario controllare se l'infortunato respira. La posizione ideale per farlo è accostare la guancia alla sua bocca (a circa 3–5 cm), avendo preventivamente scoperto il torace dagli abiti osservo il torace. Questa manovra è detta "GAS" che sta per Guardo, Ascolto, Sento: 1. Guardare il movimento del torace 2. Ascoltare il respiro 3. Sentire il flusso d'aria sulla guancia Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce, mantenendo la testa del paziente iperestesa nel caso si sia certi dell'assenza di un trauma, (nel trauma è necessario mantenere la posizione neutra del capo e liberare le vie aeree a mezzo della sublussazione della mascella, onde evitare lesioni al rachide cervicale). Contare ad alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i fondamenti della BLS, a capire senza interrompervi che può essere necessario il suo aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e gorgoglii emessi in
  • 8. caso di arresto respiratorio con la respirazione normale. C: Circulation Mentre si effettua la manovra GAS il soccorritore valuta se sono presenti elementi che manifestino la presenza di circolazione interna: movimenti della persona, degli arti, colpi di tosse, respiro. La manovra è definita MO.TO.RE. (MOvimenti, TOsse, REspiro). Oltre a queste due operazioni, è possibile la ricerca del polso (anche se varia da regione a regione per i protocolli 118 di competenza), preferibilmente carotideo (premere con i polpastrelli di indice e medio sulla carotide, posta lateralmente al pomo di Adamo), giacché permette la percezione di battito cardiaco anche ad una pressione arteriosa sistolica (massima) di 50 mmHg, mentre il polso radiale e femorale non permettono di reperire battito con pressione arteriosa sistolica inferiore a 80 mmHg. Comunque, poiché non è facile cercare il polso carotideo soprattutto se non si è esperti, la presenza di MO.TO.RE., anche quando il polso carotideo non è apprezzabile, è una prova certa che il cuore sta battendo. La ricerca di segni di circolo (MO.TO.RE.) non deve in nessun modo ritardare le operazioni di soccorso, per cui in caso di dubbio, si assume che l'attività cardiaca sia assente. In assenza di MO.TO.RE. è indispensabile iniziare la rianimazione cardio-polmonare RCP. Se si è da soli a soccorrere si chiama in questo momento il 118. Se i soccorsi sono stati già chiamati, è importante confermare che c'è una persona in arresto respiratorio e senza segni di circolo. Rianimazione cardio-polmonare: La procedura della rianimazione cardio-polmonare, da effettuarsi su un paziente su una superficie rigida (una superficie morbida o cedevole rende completamente inutili le compressioni) consiste in queste fasi: Massaggio cardiaco: - Il soccorritore si inginocchia a fianco del torace, con la sua gamba all'altezza della spalla dell'infortunato. - Rimuove, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti dell'infortunato. La manovra richiede il contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione delle mani. - Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all'altra, al centro del petto. Per evitare di rompere le costole, solo il palmo delle mani dovrebbe toccare il torace. Più in particolare, il punto di contatto dovrebbe essere l'eminenza palmare, ovvero la parte più inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta in asse con l'arto. Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le dita e sollevarle leggermente. - Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le sue spalle non sono direttamente sopra le mani. - Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, il soccorritore si muove su e giù con determinazione facendo perno sul bacino. Per essere efficace, la pressione sul torace deve provocare un movimento di circa 4–5 cm per ciascuna compressione. È fondamentale, per la riuscita dell'operazione, che il soccorritore rilasci completamente il petto dopo ogni compressione, evitando assolutamente che il palmo delle mani si stacchi dal torace causando un dannoso effetto di rimbalzo.
  • 9. - Il ritmo di compressione corretto deve essere di almeno 100 compressioni al minuto ma non superiore a 120 compressioni al minuto, ovvero 3 ogni 2 secondi. Respirazione bocca a bocca: - Dopo ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale. La testa viene ruotata all'indietro, il soccorritore chiude il naso con una mano mentre estende la mandibola con l'altra per mantenere la bocca aperta. Si noti che, dimenticando di chiudere il naso, l'operazione risulterà completamente inefficace. È fondamentale che durante le insufflazioni il capo rimanga iperesteso, giacché una scorretta posizione delle vie aeree espone la vittima al rischio che entri aria nello stomaco, provocando così facilmente rigurgito. Quest'ultimo è provocato anche dalla potenza con cui si soffia: se si soffia troppo forte si manda aria nello stomaco. La respirazione bocca a bocca comporta l'insufflazione forzata di aria nel sistema respiratorio dell'infortunato, con l'ausilio di una mascherina o di un boccaio. In caso di mancanza, un fazzoletto di cotone può essere impiegato per proteggere il soccorritore dal contatto diretto con la bocca dell'infortunato. Le nuove linee guida del 2005 mettono in guardia il soccorritore dai rischi dell'iperventilazione: aumento eccessivo della pressione intratoracica, rischio di insufflazione di aria nello stomaco, eccessivo ritorno venoso al cuore; per questa ragione le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche, ma emettere una quantità d'aria non superiore a 500–600 cm³ (mezzo litro, in un tempo non superiore al secondo). In ultimo va ricordato che l'aria inspirata dal soccorritore prima di insufflare deve essere il più possibile "pura", e cioè contenere la più alta percentuale possibile di ossigeno: per questo tra un'insufflazione e l'altra il soccorritore dovrà alzare la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché non inspiri l'aria emessa dalla vittima, che presenta una densità di ossigeno minore. - Ritorna dalla parte del torace e riposiziona le mani nella posizione corretta. - Ripete il ciclo di 30:2 finché non ci sono segni di MO.TO.RE. senza mai fermarsi, tranne che per esaurimento fisico o per l'arrivo dei soccorsi. - Se invece i segni di MO.TO.RE. ritornano presenti (la vittima muove un braccio, tossisce, muove gli occhi, parla ecc.), occorre tornare al punto B: se quindi la respirazione è presente, si potrà disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di Sicurezza), altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10-12 al minuto), ricontrollando ogni minuto i segni di MO.TO.RE. fino alla ripresa completa della respirazione normale (che è di circa 10-20 atti al minuto). - La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo nel caso in cui si tratti di trauma o la vittima sia un bambino: in questi casi si comincerà con 5 insufflazioni, per poi proseguire normalmente con l'alternanza compressioni- insufflazioni. Questo avviene perché in caso di trauma si presume che l'ossigeno presente nei polmoni dell'infortunato non sia in quantità sufficiente a garantire l'efficienza della circolazione sanguigna; a maggior ragione, a titolo precauzionale, si inizierà con le insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che è presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si trovi in stato di arresto cardiaco per cause dovute con maggiore probabilità a trauma o ad un corpo
  • 10. estraneo penetrato nelle vie aeree. Il soccorritore smetterà il massaggio cardiaco esclusivamente se: - Si modificano le condizioni del luogo, che non diventa più sicuro. In caso di grave pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in salvo. - Arriva l'ambulanza con medico a bordo o l'auto medica inviata dal 118. - Arriva soccorso qualificato con una più efficace attrezzatura - è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si chiedono i cambi, che dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni, in maniera tale da non interrompere il ciclo compressioni-insufflazioni). - Il soggetto riprende le funzioni vitali La posizione laterale di sicurezza (PLS): Se la respirazione torna ad essere presente, ma il paziente è ancora in stato di incoscienza e non si suppone un trauma, esso va posizionato in posizione laterale di sicurezza. Per far ciò bisogna flettere un ginocchio e portare il piede della medesima gamba sotto il ginocchio della gamba opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla gamba flessa sul terreno finché non sia perpendicolare al tronco. L'altro braccio va posto sul torace, in modo che la mano passi sul lato del collo. Successivamente il soccorritore deve porsi sul fianco che non presenta il braccio esteso esternamente, infilare il proprio braccio fra l'arco formato dalle gambe del paziente e con l'altro afferrare la testa. Facendo leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare delicatamente il paziente sul fianco del braccio esterno, accompagnando il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e mantenuta in tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non tocca terra. Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree pervie ed evitare che improvvisi getti di vomito occludano la cavità respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone l'integrità. Con la posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori dal corpo. BLS nei neonati: Il metodo per la BLS nei bambini da 12 mesi a 8 anni è analogo a quello utilizzato per gli adulti. Ci sono tuttavia delle differenze, che tengono conto della minore capacità polmonare dei bambini e del loro ritmo di respirazione più veloce. Inoltre, è necessario ricordare che le compressioni devono essere meno profonde di quanto sia necessario negli adulti. Si comincia con 5 insufflazioni, prima di procedere al massaggio cardiaco che ha un rapporto fra compressioni e insufflazioni di 15:2. A seconda della corpulenza del bambino, si potranno effettuare compressioni con entrambi gli arti, un arto solo, o anche soltanto due dita (neonati). In ultimo va ricordato che, dal momento che nei bambini la normale frequenza cardiaca è più elevata che negli adulti, in presenza di un bambino che presenti attività circolatoria con frequenza cardiaca inferiore a 60 puls./min bisognerà comportarsi come in caso di arresto cardiaco.
  • 11. La Competenza: Cercare di dare una definizione univoca del concetto di competenza è assai arduo, poiché di questa nozione esistono molteplici definizioni e categorizzazioni, dipendenti dalla disciplina cui si fa riferimento (linguistica, psicologia, scienze dell'educazione, gestione delle risorse umane), oppure dal contesto e dalla cultura in cui viene utilizzata (vi è per esempio una specifica differenza di utilizzo della nozione di competenza nella cultura anglosassone e in quella francofona). Per questo motivo una definizione completa del concetto di competenza è praticamente impossibile da presentare. Etimologia: Il termine "Competenza" deriva dal verbo latino competere, (da cum e petere “chiedere, dirigersi a” (Dizionario Devoto-Oli,2005) che significa andare insieme, far convergere in un medesimo punto, ossia mirare ad un obiettivo comune, nonché finire insieme, incontrarsi, corrispondere, coincidere e gareggiare. Qualsiasi percorso si scelga nella vita la competizione è inevitabile, poiché solo attraverso di essa si selezionano i migliori; occorre tuttavia rispettare le regole del gioco, dettate da migliaia di anni di civiltà (De Masi, 2010) e dalla politica. Il significato dell’aggettivo competente, riferito a colui che ha autorità in un certo ambito, deriva dal diritto romano (dal latino competens –entis) e lo ritroviamo ancora oggi nel diritto e sta ad indicare la qualità di un individuo che è responsabile, autorizzato, qualificato e quindi abilitato. Inoltre, secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana di Cortellazzo e Zolli (1994), competente significa essere conveniente, congruo e appropriato. Competente è dunque chi agisce in maniera volutamente responsabile, secondo criteri relativi (quindi adattabili alle illimitate esigenze) e variabili, nonché socialmente e politicamente riconosciuti sia in termini di una prestazione tecnicamente valida che eticamente corretta e coerente con i valori di un gruppo (professionale). Definizione: Come detto, non è possibile essere esaustivi rispetto alle diverse definizioni di questo termine (una ricerca del 2005 ne ha evidenziate almeno una trentina) ma, nell'ambito delle scienze della formazione o della gestione delle risorse umane è data grande importanza alla contestualizzazione, ovvero al fatto che una competenza è tale se attivata in un contesto specifico. Guy Le Boterf ritiene la competenza “Un insieme, riconosciuto e provato, delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato”. Rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti possono essere riassunti col termine risorse, portandoci ad affermare che la competenza è una qualità specifica del soggetto: quella di saper combinare diverse risorse, per gestire o affrontare in maniera efficace delle situazioni, in un contesto dato. (Le Boterf, G., 1990, De la compétence: Essai sur un attracteur étrange, Les Ed. de l’Organisation). Rosario Drago (2000), d’altra parte, integra nella sua definizione una considerazione inerente alla percezione delle competenze: “La competenza è essenzialmente ciò che una persona dimostra di saper fare (anche intellettualmente) in modo efficace, in relazione ad un determinato obbiettivo, compito o attività in un determinato ambito disciplinare o professionale. Il risultato dimostrabile ed osservabile di questo comportamento competente è la prestazione o la performance". (La nuova maturità – Rosario Drago – Centro studi Erickson – Aggiornamento 2000). Al di là delle numerose definizioni presenti in letteratura è possibile fissare alcuni elementi condivisi e acquisiti nel dibattito:
  • 12. - La natura dinamica e processuale della competenza poiché indica la “mobilizzazione” delle proprie risorse in rapporto ad un contesto (Le Boterf 1997). - Il significato meta-cognitivo poiché indica un agire combinatorio che converte elementi più semplici in un livello di apprendimento e di funzionamento “superiore”. - Il focus sul rapporto soggetto-contesto: ogni competenza è appresa e agita da un soggetto in un contesto; - Il suo ruolo crescente e centrale nei modelli e strumenti intervento nei sistemi organizzativi (gestione per competenze, organizzazione per competenze). Ciò indica che la competenza è un concetto di sistesi capace di dare una struttura significativa a fenomeni e categorie di natura diversa (comportamenti, motivazioni, tratti, abilità, ecc.) - L’esistenza di una componente tacita e di una esplicita nella competenza. Agire per competenza: Per avere successo in tutti gli ambiti della vita (privato, scolastico e in particolar modo professionale), non è sufficiente disporre di un elevato Quoziente Intellettivo o essere abili da un punto di vista professionale; occorre anche poter disporre di quella che Daniel Goleman chiama intelligenza emotiva. Quest'ultima, si fonda su due tipi di competenza, una personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una sociale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni sociali con gli altri. Per esempio: il fatto che io possieda una serie di conoscenze sulla tecnica automobilistica, che sappia riparare o diagnosticare un determinato componente, che abbia gli attrezzi adatti, che abbia una spiccata passione per la meccanica e per l’elettronica, non fa di me un meccanico appetibile sul mercato del lavoro. Oggigiorno, oltre alle conoscenze tecniche specifiche del ramo, le aziende richiedono viepiù competenze sociali (per es.: responsabilità, cooperazione, disponibilità,...), metodiche-riflessive (per es.: metodo di lavoro, capacità decisionali, flessibilità,...), personali (per es.: motivazione, consapevolezza, padronanza di sé, ...). Essere competenti o agire con competenza, significa quindi essere in grado di far fronte a situazioni complesse, mobilitando e fondendo in maniera pertinente una grande quantità di risorse personali, sociali oltre che a risorse del tipo tecnico specialistiche. Emergenza: Significato : Situazione critica; ciò che emerge. Etimologia: da [emergere], dal latino: [emergere] composto di [e] fuori e [mergere] affondare, tuffare. Che cos'è un'emergenza?: Un’emergenza può essere definita come qualsiasi condizione critica che si manifesta in conseguenza del verificarsi di un evento, di un fatto od una circostanza (ad esempio un incendio, un terremoto, il rilascio di sostanze nocive, un black out elettrico…) che determina una situazione potenzialmente pericolosa per la incolumità delle persone e/o dei beni e strutture e che richiede interventi eccezionali ed urgenti per essere gestita e riportata alla normalità. Le emergenze possono derivare da comportamenti umani (attentati, errori, negligenze, violazioni…), da avarie o guasti di macchine, apparecchiature od impianti, da eventi di natura tecnica (corto circuito, esplosione, innesco…) o come conseguenza di eventi naturali (terremoto, alluvioni, fulmini…).
  • 13. Come va gestita un'emergenza?: Gestire un’emergenza significa attuare tutta una serie di azioni finalizzate a contenere i danni a persone o cose ed a riportare la situazione in condizioni di normalità il più velocemente possibile. Prima di tutto quindi, gestire l’emergenza significa gestire il transitorio tra il momento nel quale è stato rilevato l’evento e quello in cui intervengono i soccorsi professionali al fine di: - salvaguardare l’incolumità delle persone e dei beni presenti nella zona dell’evento. - limitare le conseguenze negative determinate dall’evento. In un secondo momento si pongono in atto azioni finalizzate a supportare i soccorritori per ricondurre il sistema allo stato di normalità il più velocemente possibile. L’esperienza insegna che gli interventi effettuati in una situazione di emergenza e volti a ripristinare le condizioni ordinarie sono tanto più efficaci quanto più attuati in modo sistemico e pre - organizzato. Per questa ragione l’Ateneo Udinese si è dotato di un sistema organizzato per la gestione delle emergenze: S.I.G.EM. - Sistema Interno per la Gestione delle EMergenze. Ogni addetto del sistema dispone degli strumenti necessari ad affrontare nel modo più efficace l’evento. In particolare il sistema è dotato degli strumenti conoscitivi che permettono di valutare la situazione e dei mezzi e delle dotazioni che consentono di portare l’intervento in modo efficace e rapido e di proteggere la incolumità degli operatori. Cosa devo fare se scopro un'emergenza? Avvisare dell’evento in atto anche il responsabile della propria struttura o unità organizzativa presente al momento in cui si verifica l’evento. Telefonare direttamente ai soccorsi esterni in caso di estrema urgenza o quando ci siano persone in imminente pericolo di vita. Anche in questo caso, avvisare in qualche modo il sistema interno di gestione delle emergenze avvertendo della situazione in atto. Ciò al fine di consentire il necessario raccordo con i soccorritori al momento del loro arrivo. Emergenza in sanità: Il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza - SSUEM 118 o più semplicemente Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM 118) è il numero telefonico attivo in Italia per la richiesta di soccorso medico per emergenza sanitaria. È un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, gratuito su tutto il territorio, sia da telefoni fissi che mobili. Il servizio di centralino all'interno dell'AREU 118 è gestito da personale Infermieristico che attiva un servizio di emergenza-urgenza tramite le ambulanze convenzionate o nei casi di maxi urgenza attiva l'auto medica dove sul posto arrivano medico ed infermiere per la gestione del soccorso. È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza).
  • 14. 4. Definizione delle ipotesi di ricerca: - Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché i tirocini nei reparti di emergenza non sono sufficienti. - Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non l’hanno mai affrontate. - Gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non riescono a gestire le proprie emozioni in maniera adeguata. - Gli studenti non si sentono in grado di affrontare situazioni di emergenza perché non hanno una base teorica solida. 5. Scelta del campione e Modalità di studio (tipo di ricerca, metodi e strumenti): L’universo del nostro studio è composto dagli studenti del 3 anno della Laurea in Scienze Infermieristiche del Corso J dell’Università La Sapienza di Roma. Questo universo è composto da 30 persone (l’universo reale è composto da 42 soggetti, ma abbiamo preso in considerazione solo gli studenti frequentanti e che, quindi, sono utili ai fini della ricerca); 16 maschi e 14 femmine con un range di età che va dai 21 anni fino ai 48. L’età media del gruppo è di 24’64 anni. L’età media delle femmine (25,21 anni) è leggermente superiore a quella dei maschi (24,07 anni) ma questo dato non è significativo visto che tra le femmine di questo gruppo si trova una donna di 48 anni che fa innalzare la media generale del gruppo femminile. Calcolando la deviazione standard della media femminile questa piccola differenza viene messa in evidenzia. Questa è un’indagine conoscitiva e lo strumento utilizzato per la nostra indagine è stato un questionario a risposta multipla, composto da tre parti: nella prima parte viene mostrato un titolo per mostrare al campione l’argomento che andremo a trattare, lo scopo della nostra ricerca e le modalità di compilazione, nella seconda parte vengono richiesti il sesso, l’età e la scolarità. Infine la terza parte è composta da quesiti a risposta multipla sull’argomento scelto, seguite da una serie di domande di controllo per verificare che non ci siano discrepanza tra quello che lo studente crede di conoscere e quello che effettivamente sa. Per la realizzazione di questo progetto abbiamo utilizzato sia domande dirette, sia scale di valutazione Likert per misurare gli atteggiamenti del gruppo in rapporto a diverse affermazioni o negazioni da noi proposte.
  • 15. 6. Questionario PAGINA INTRODUTTIVA Salve, siamo un gruppo di studenti del corso J di Infermieristica di “La Sapienza” di Roma. Ti chiediamo di rispondere ad un breve questionario che occuperà solo qualche minuto del tuo tempo. Il questionario è compilato mantenendo il rispetto dell’Anonimato e confidenzialità, NON scrivere il tuo nome o alcuna forma di identificazione su di esso. . I dati raccolti saranno registrati, elaborati, gestiti e archiviati in forma cartacea, automatizzata e informatizzata per le esclusive finalità connesse con la ricerca, in forma assolutamente anonima. I dati , collettivamente raccolti , saranno soggetti ad elaborazione statistica e in questa forma, sempre assolutamente anonima, verranno rappresentati durante l’esposizione del progetto. I risultati complessivi della ricerca saranno presentati nel corso dell’esposizione del progetto al quale sarai partecipe. . Il questionario è composto da 36 domande a risposta multipla ,le domande sono state formulate non tanto con lo scopo di conoscere il grado di preparazione degli studenti, piuttosto di capire in che modo 4 variabili principali: - Esperienza personale - Preparazione teorica - Preparazione pratica - Emotività influenzano l’approccio al paziente con arresto cardio-respiratorio extraospedaliero da parte degli studenti del nostro corso. . Ti chiediamo di compilare con assoluta serietà il questionario in quanto è stato formulato allo scopo di dare alla formazione uno strumento utile per migliorare e sopperire ad eventuali mancanze che potrebbero essere messe in evidenza grazie, anche al tuo contributo.
  • 16. QUESTIONARIO 1. Età: 2. Sesso: (2.1) Maschio (2.2) Femina 3. Scolarità 4. Penso che la formazione universitaria pratica ricevuta sulla gestione del paziente extra-ospedaliero in arresto cardiaco sia: (4.1) Assente (4.2) Scarsa (4.3) Buona (4.4) Ottima 5. Hai mai fatto tirocinio in un reparto di Area Critica? (5.1) Si (5.2) No 6. Hai mai realizzato un corso BLS accreditato? (6.1) Si (6.2) No 7. Il tuo corso di Laurea prevede delle esercitazioni rianimatorie cardiopolmonari su un manichino? (7.1) Si (7.2) No 8. Pensi che le ore teoriche dedicate alla gestione dell’arresto cardiaco extra- ospedaliero siano : (8.1)Insufficienti (8.2) Sufficienti (8.3) Buone (8.4) Ottime 9. Pensi che i contenuti teorici che hanno trattato la gestione dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero siano stati: (9.1) Incompleti (9.2)Parzialmente incompleti (9.3)Parzialmente completi (9.4) Completi 10. Pensi di essere riuscito ad assimilare in maniera completa i contenuti teorici del BLS? (10.1) Si (10.2) No 11. Conosci i farmaci da utilizzare in caso di arresto cardiaco extra-ospedaliero? (11.1) Si (11.2) No
  • 17. 12. Hai mai assistito ad un episodio di arresto cardiaco extra-ospedaliero? (12.1) Si (12.2) No 13. Hai mai realizzato la rianimazione cardiopolmonare extra- ospedaliera? (13.1) Si (13.2) No Dai alle seguenti affermazioni un punteggio da 1 a 4. 1= Totalmente in dissacordo 3= Parzialmente d’accordo 2= Parzialmente in dissacordo 4= Totalmente D’accordo Di fronte ad una situazione di arresto cardiacorespiratorio extra-ospedaliero: 1 2 3 4 14. Sono formato, mi sento preparato e pronto ad agire 15. Entro in panico e mi blocco 16. Non saprei da dove iniziare 17. Prendo in mano la situazione riuscendo a gestire le mie emozioni 18. Preferisco lasciare fare agli altri e mi limito a chiamare al 118 19. Faccio finta di non vedere niente e mi allontano perché non voglio responsabilità 20. Dopo quanti minuti di anossia cerebrale inizia il danno neurologico irreversibile: (20.1) 3 minuti (20.2) 4 minuti (20.3) 5 minuti (20.4) 6 minuti 21. Qual è la giusta (21.1) BLS precoce – Allarme precoce – Defibrillazione precoce – ACLS precoce (21.2) Defibrillazione precoce - Allarme precoce - BLS precoce - ACLS
  • 18. sequenza delle fasi di soccorso nella “catena della Sopravivenza”? precoce (21.3) Allarme precoce - BLS precoce - Defibrillazione precoce - ACLS precoce (21.4) BLS precoce - ACLS precoce - Allarme precoce - Defibrillazione precoce 22. Il Gasping: (22.1) Indica di la necessità di effettuare le compressioni toraciche esterne (22.2) È un respiro inefficace da ostruzione delle vie aere inferiori da corpo estraneo (22.3) È un tipo di respirazione inefficace che rende indicata la respirazione assistita (22.4) È una respirazione efficace 23. Il DAE va acceso: (23.1) Se la vittima è incosciente (23.2) Se la vittima non respira (23.3) Se sono assenti segni di circolo (23.4) Dopo aver accertato che sono presenti tutte le condizioni precedenti 24. Dove vanno posizionate le piastre adesive del DAE: (24.1) Sul torace del torace, in posizione sottoclaveare sinistra e ascellare media destra (24.2) Sul torace del paziente, in posizione sottoclaveare destra e tra le linee ascellari media e anteriore sinistra (24.3) In posizione antero-posteriore (24.4) Non è importante 25. Qual è il giusto rapporto tra compressioni toraciche e insufflazioni: (25.1) 15:2 (25.2) 30:2 (25.3) 30:3 (25.4)15:3 26. Quali farmaci possono essere utilizzati nella gestione dell’arresto (26.1)Adrenalina (26.2)Amiodarone (26.3)Cordarone (26.4) Tutte le precedenti sono
  • 19. cardiaco extra-ospedaliero: corrette 27. Qual’ è il punteggio massimo e minimo della Scala di Glasgow: (27.1) 12 e 3 (27.2) 15 e 3 (27.3) 9 e 3 (27.4) 10 e 1 28. In quali di queste situazioni puoi utilizzare il defibrillatore? (28.1) Asistolia (28.2) Fibrillazione atriale (28.3) Fibrillazione ventricolare (28.4) Tutte le risposte sono corrette
  • 20. 7. Rappresentazione grafica dei risultati della ricerca Abbiamo deciso di presentare i grafici in singole unità-soggetto già che l’universo è piccolo e pensiamo possa essere controproducente (sovradimensionando le risposte) utilizzare indiscriminatamente solo le percentuali. Insieme ad ogni grafico presentiamo un piccolo commento dello stesso in termini percentuali che insieme ai valori assoluti ci danno una migliore idea della distribuzione e grandezza delle risposte date ad ogni item. Il 48% dell’universo pensa che la formazione universitaria pratica ricevuta sulla gestione del paziente extra-ospedaliero in arresto cardiaco sia scarsa. Ci sono delle differenze tra i due sessi visto che questa scarsa preparazione pratica viene confermata dal 62,5 % dei maschi e invece solo dal 35,7% delle femmine, che si dimostrano più ottimiste e pensano in un 57% dei casi che la pratica ricevuta sia “Buona” (solo il 18,75% dei maschi pensa lo stesso. La media dei due sessi conforma un 36,6% per questa opzione; la seconda più scelta dagli studenti). Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ ^^Ed ^ Z^ hKE Kdd/D ϰ͘ WĞŶƐŽ ĐŚĞ ůĂ ĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞ ƵŶŝǀĞƌƐŝƚĂƌŝĂ ƉƌĂƚŝĐĂ ƌŝĐĞǀƵƚĂ ƐƵůůĂ ŐĞƐƚŝŽŶĞ ĚĞů ƉĂnjŝĞŶƚĞ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ ŝŶ ĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ƐŝĂ͗ D ^,/ DD/E
  • 21. Il 90% degli studenti non ha mai realizzato un tirocinio in un reparto di Area Critica (93,75% dei maschi e 85,71% delle femmine) da cui si evince chiaramente la mancanza esperienza pratico- professionale dell’universo in questo campo di attività. Solo il 26,6% dell’universo ha realizzato un corso BLS accreditato e anche in questo item le differenze tra i sessi sono significative. Quasi l’86% delle studentesse non ha mai realizzato un corso BLS accreditato in confronto al 62,5% degli studenti maschi. Ci sono tre volte più “uomini BLS accreditati” che donne con la stessa formazione. ϭ ϭϱ Ϯ ϭϮ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ϯϬ ^/ EK ϱ͘ ,Ăŝ ŵĂŝ ĨĂƚƚŽ ƚŝƌŽĐŝŶŝŽ ŝŶ ƵŶ ƌĞƉĂƌƚŽ Ěŝ ƌĞĂ ƌŝƚŝĐĂ͍ DD/E D ^,/ ϲ ϭϬ Ϯ ϭϮ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ^/ EK ϲ͘,Ăŝ ŵĂŝ ƌĞĂůŝnjnjĂƚŽ ƵŶ ĐŽƌƐŽ ^ ĂĐĐƌĞĚŝƚĂƚŽ͍ D/E D ^,/
  • 22. Il 62,5% dei maschi e il 64,28% delle femmine (totale 63,3%) assicura che il suo corso di Laurea prevede delle esercitazioni rianimatorie cardiopolmonari su un manichino. Il 62,5% dei maschi (opzione più scelta dei maschi) ed il 28,5% delle femmine credono che le ore teoriche dedicate alla gestione dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero siano insufficienti (totale: 46% . Differenza tra maschi e femmine: 34%). Il 50 % delle donne pensa che le ore teoriche siano sufficienti (opzione più scelta tra le donne), contro il 31,25% degli uomini che sbarrarono la stessa opzione come seconda scelta più numerosa (Differenza: quasi un 20% più nelle donne) ϭϬ ϲ Ϭ ϵ ϰ ^/ EK E^ͬEZ ϳ͘/ů ƚƵŽ ĐŽƌƐŽ Ěŝ ĂƵƌĞĂ ƉƌĞǀĞĚĞ ĚĞůůĞ ĞƐĞƌĐŝƚĂnjŝŽŶŝ ƌŝĂŶŝŵĂƚŽƌŝĞ ĐĂƌĚŝŽƉŽůŵŽŶĂƌŝ ƐƵ ƵŶ ŵĂŶŝĐŚŝŶŽ͍ D ^,/ D/E Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ /E^h//Ed/ ^h//Ed/ hKE Kdd/D ϴ͘ WĞŶƐŝ ĐŚĞ ůĞ ŽƌĞ ƚĞŽƌŝĐŚĞ ĚĞĚŝĐĂƚĞ ĂůůĂ ŐĞƐƚŝŽŶĞ ĚĞůůΖĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ ƐŝĂŶŽ͗ D ^,/ D/E
  • 23. Per quanto riguarda i contenuti teorici che hanno trattato la gestione dell’arresto cardiaco extra- ospedaliero non ci sono delle differenze molto significative tra i due sessi. Se si osserva il grafico radar si possono notare delle piccole variazioni numeriche che comunque riescono a conformare una sovrapposizione di due poligoni (maschi-femmine) che ci indicano la tendenza generale delle risposte. Per il 53% delle persone questi contenuti sono stati parzialmente completi. Per il 26,6% parzialmente incompleti. Anche qui si può osservare graficamente a colpo d’occhio la tendenza delle donne a rispondere più positivamente rispetto ai maschi. Quasi il 77% dell’universo studiato pensa di essere riuscito ad assimilare in maniera completa i contenuti teorici del BLS con una diversa ripartizione percentuale tra maschi e femmine (85,7% delle studentesse hanno sbarrato “Si” contro 68,75% degli uomini) Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ /EKDWd/ W Z/ DEd /EKDWd/ W Z/ DEd KDWd/ KDWd/ ϵ͘ WĞŶƐŝ ĐŚĞ ŝ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝ ƚĞŽƌŝĐŝ ĐŚĞ ŚĂŶŶŽ ƚƌĂƚƚĂƚŽ ůĂ ŐĞƐƚŝŽŶĞ ĚĞůůΖĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ ƐŝĂŶŽ ƐƚĂƚŝ͗ D ^,/ D/E ϭϭ ϱ ϭϮ Ϯ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ^/ EK ϭϬ͘ WĞŶƐŝ Ěŝ ĞƐƐĞƌĞ ƌŝƵƐĐŝƚŽ ĂĚ ĂƐƐŝŵŝůĂƌĞ ŝŶ ŵĂŶŝĞƌĂ ĐŽŵƉůĞƚĂ ŝ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝ ƚĞŽƌŝĐŝ ĚĞů ^ D/E D ^,/
  • 24. Solo quasi il 27% degli studenti pensa di conoscere i farmaci da utilizzare in caso di arresto cardiaco extra-ospedaliero senza differenze significative tra i due sottogruppi. Solo il 6% dell’universo afferma di aver assistito ad un episodio di arresto cardiaco extra- ospedaliero ϰ ϭϮϰ ϭϬ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ^/ EK ϭϭ͘ ŽŶŽƐĐŝ ŝ ĨĂƌŵĂĐŝ ĚĂ ƵƚŝůŝnjnjĂƌĞ ŝŶ ĐĂƐŽ Ěŝ ĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ͍ D/E D ^,/ ϭ ϭϱ ϭ ϭϯ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ϯϬ ^/ EK ϭϮ͘ ,Ăŝ ŵĂŝ ĂƐƐŝƐƚŝƚŽ ĂĚ ƵŶ ĞƉŝƐŽĚŝŽ Ěŝ ĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ͍ D/E D ^,/
  • 25. Solo una femmina del campione composto da 30 individui ha realizzato una rianimazione cardiopolmonare extra-ospedaliera. Abbiamo realizzato delle scale di Likert specifiche per quanto riguarda l’atteggiamento dei soggetti in rapporto ad una serie di 6 frasi affermative o negative proposte da noi ricercatori. Abbiamo chiesto agli studenti di esprimere il loro grado d’accordo o disaccordo utilizzando dei valori numerici contenuti nel range (1-4), ove: 1 “Totalmente in disaccordo”, 2 “parzialmente in disaccordo”, 3 “parzialmente d’accordo”, 4 “totalmente d’accordo”. Abbiamo evitato l’utilizzo di scale Likert dispari vista la predisposizione innata dei soggetti a posizionarsi tendenzialmente nei valori intermedi, e quindi per obbligare in ultima stanza, a posizionarsi chiaramente entro valori non neutrale. Ϭ ϭϲ ϭ ϭϯ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ϯϬ ϯϱ ^/ EK ϭϯ͘ ,Ăŝ ŵĂŝ ƌĞĂůŝnjnjĂƚŽ ƵŶĂ ƌĞĂŶŝŵĂnjŝŽŶĞ ĐĂƌĚŝŽƉŽůŵŽŶĂƌĞ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌĂ͍ D/E D ^,/ Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϰ͘ ^ŽŶŽ ĨŽƌŵĂƚŽ͕ ŵŝ ƐĞŶƚŽ ƉƌĞƉĂƌĂƚŽ Ğ ƉƌŽŶƚŽ ĂĚ ĂŐŝƌĞ D ^,/ D/E
  • 26. All’affermazione “Sono formato, mi sento preparato e pronto ad agire” il 40% dell’universo si è dimostrato parzialmente in disaccordo, con una netta predominanza maschile (il doppio dei maschi hanno scelto questa opzione in confronto alle femmine, solo quattro di loro hanno scelto questa opzione). Il 30% degli studenti afferma essere parzialmente d’accordo, con una leggera predominanza femminile in questa opzione di risposta. Solo un maschio di tutto l’universo è totalmente d’accordo con questa affermazione. Il 43% degli studenti è parzialmente in dissacordo con l’affermazione “entro in panico e mi blocco” senza differenze molto significative tra i sessi. I maschi si mostrano più sicuri di sé affermando di essere totalmente in dissacordo più del doppio delle volte delle femmine. Si evidenzia una tendenza generale in questi tipi di scale a posizionarsi tra i valori 2 e 3, ovvero “parzialmente in disaccordo”, “parzialmente d’accordo”, quei valori più vicini al valore 3 su 5 teoricamente neutrale, valore che noi abbiamo evitato di inserire come detto in precedenza. Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϱ͘ ŶƚƌŽ ŝŶ ƉĂŶŝĐŽ Ğ ŵŝ ďůŽĐĐŽ D ^,/K D/E Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϲ͘ EŽŶ ƐĂƉƌĞŝ ĚĂ ĚŽǀĞ ŝŶŝnjŝĂƌĞ D ^,/K D/E
  • 27. Il 43% dei soggetti si mostra totalmente in disaccordo con l’affermazione “non saprei da dove iniziare”, con una leggera predominanza femminile. Per ordine di scelta sussegue la risposta “parzialmente d’accordo” con un 33,3% (senza differenze significative tra i sessi) e “totalmente in disaccordo” con un 23% e predominanza maschile nella risposta (più del doppio). Il 46% è parzialmente d’accordo con l’affermazione “prendo in mano la situazione riuscendo a gestire le mie emozioni“ con una chiara predominanza maschile (Il 56% maschi contro il 35% delle femmine hanno scelto questa opzione dimostrando una volta ancora che i maschi hanno più fiducia nelle loro capacità rispetto alle femmine). Il 50% delle femmine è parzialmente in disaccordo con l’affermazione riducendosi al 31% nel gruppo maschile. La metà dei maschi dell’universo studiato preferische lasciar fare ai professionisti addetti al 118 anche se come visto in precedenza sono il gruppo sessuale che si mostra più sicuro delle sue capacità. Paradossalmente le femmine, che si mostrano meno sicure delle loro capacità, sono quelle Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϳ͘ WƌĞŶĚŽ ŝŶ ŵĂŶŽ ůĂ ƐŝƚƵĂnjŝŽŶĞ ƌŝƵƐĐĞŶĚŽ Ă ŐĞƐƚŝƌĞ ůĞ ŵŝĞ ĞŵŽnjŝŽŶŝ D ^,/K D/E Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϴ͘ WƌĞĨĞƌŝƐĐŽ ůĂƐĐŝĂƌĞ ĨĂƌĞ ĂŐůŝ Ăůƚƌŝ Ğ ŵŝ ůŝŵŝƚŽ Ă ĐŚŝĂŵĂƌĞ Ăů ϭϭϴ D ^,/K D/E
  • 28. che preferiscono posizionarsi su un punto più attivo sbarrando l’opzione “parzialmente in dissacordo” quando si afferma “preferisco lasciare fare agli altri e mi limito a chiamare al 118” con quasi un 43%. La grande maggioranza (tranne un maschio), e senza differenze significative per gruppo di sesso, non farebbe finta di non vedere niente e non si allontanarebbe della scena fuggendo dalle responsabilità. Abbiamo realizzato delle domande di controllo per verificare la concordanza o meno tra quello che i soggetti dichiarano di percepire di sé, la sua autoimagine, l’autopercezione … è quello che sano obbiettivamente. Il 44% dell’universo (risultati simili tra maschi e femmine) non risponde o lo fa erroneamente e quindi non sa che dopo 4 minuti di anossia cerebrale inizia il danno neurologico irreversibile. Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ dKd DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd /E /^^ KZK W Z/ DEd Ζ KZK dKd DEd Ζ KZK ϭϵ͘ ĂĐĐŝŽ ĨŝŶƚĂ Ěŝ ŶŽŶ ǀĞĚĞƌĞ ŶŝĞŶƚĞ Ğ ŵŝ ĂůůŽŶƚĂŶŽ ƉĞƌĐŚĠ ŶŽŶ ǀŽŐůŝŽ ĚĞůůĞ ƌĞƐƉŽŶƐĂďŝůŝƚă D ^,/K D/E Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ ϯ D/Ehd/ ϰ D/Ehd/ ϱ D/Ehd/ϲ D/Ehd/ E^ͬEZ ϮϬ͘ ŽƉŽ ƋƵĂŶƚŝ ŵŝŶƵƚŝ Ěŝ ĂŶŽƐƐŝĂ ĐĞƌĞďƌĂůĞ ŝŶŝnjŝĂ ŝů ĚĂŶŶŽ ŶĞƵƌŽůŽŐŝĐŽ ŝƌƌĞǀĞƌƐŝďŝůĞ͍ D ^,/K D/E
  • 29. Quasi il 37% del gruppo oggetto di studio non sa la giusta sequenza della catena della sopravivenza “Alarme precoce- BLS Precoce- Defibrillazione precoche – ACLS precoce”. Quasi il 57% degli studenti non sa cosa sia il gasping, sia perché non hanno risposto sia perché abbiano scelto una risposta sbagliata. ϲ ϭϬ ϰ ϭ ϵ Ϭ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ ^ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ůůĂƌŵĞ ƌĞĐŽĐĞͲ ĞĨŝďƌŝůůĂnjŝŽŶĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ^͙ ĞĨŝďƌŝůůĂnjŝŽŶĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ůůĂƌŵĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲ^ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ^͙ ůůĂƌŵĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲ^ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ĞĨŝďƌŝůůĂnjŝŽŶĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ^͙ ^ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ^ ƉƌĞĐŽĐĞͲ ůůĂƌŵĞ ƉƌĞĐŽĐĞͲĞĨŝďƌŝůůĂnjŝŽŶĞ͙ Ϯϭ͘ YƵĂůΖğ ůĂ ŐŝƵƐƚĂ ƐĞƋƵĞŶnjĂ ĚĞůůĞ ĨĂƐŝ Ěŝ ƐŽĐĐŽƌƐŽ ŶĞůůĂ ΗĐĂƚĞŶĂ ĚĞůůĂ ƐŽƉƌĂǀŝǀĞŶnjĂΗ͍ D ^,/ D/E ϭ ϱ ϳ Ϭ ϯ Ϭ ϭ ϲ Ϯ ϱ Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ ϭϮ ϭϰ /ŶĚŝĐĂ ůĂ ŶĞĐĞƐƐŝƚă Ěŝ ĞĨĨĞƚƚƵĂƌĞ ůĞ ĐŽŵƉƌĞƐƐŝŽŶŝ ƚŽƌĂĐŝĐŚĞĞƐƚĞƌŶĞ ğ ƵŶ ƌĞƐƉŝƌŽ ŝŶĞĨĨŝĐĂĐĞ ĚĂ ŽƐƚƌƵnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞ ǀŝĞ ĂĞƌĞĞ ŝŶĨĞƌŝŽƌŝ ĚĂ ĐŽƌƉŽ ĞƐƚƌĂŶĞŽ ğ ƵŶ ƚŝƉŽ Ěŝ ƌĞƐƉŝƌĂnjŝŽŶĞ ŝŶĞĨĨŝĐĂĐĞ ĐŚĞ ƌĞŶĚĞ ŝŶĚŝĐĂƚĂ ůĂ ƌĞƐƉŝƌĂnjŝŽŶĞ ĂƐƐŝƐƚŝƚĂ ğ ƵŶĂ ƌĞƐƉŝƌĂnjŝŽŶĞ ĞĨĨŝĐĂĐĞ E^ͬEZ ϮϮ͘ /ů 'ĂƐƉŝŶŐ͗ D ^,/ D/E
  • 30. Il 50% degli studenti sa quando va accesso un defibrillatore. Solo Il 50% dei soggetti sa dove vengono posizionate essattamente le piastre adesive del DAE Ϭ Ϭ ϰ ϵ ϯ Ϭ Ϭ ϰ ϲ ϰ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ ^Ğ ůĂ ǀŝƚƚŝŵĂ ğ ŝŶĐŽƐĐŝĞŶƚĞ ^Ğ ůĂ ǀŝƚƚŝŵĂ ŶŽŶ ƌĞƐƉŝƌĂ ^Ğ ƐŽŶŽ ĂƐƐĞŶƚŝ ƐĞŐŶŝ Ěŝ ĐŝƌĐŽůŽ ŽƉŽ ĂǀĞƌ ĂĐĐĞƌƚĂƚŽ ĐŚĞ ƐŽŶŽ ƉƌĞƐĞŶƚŝ ƚƵƚƚĞ ůĞ ĐŽŶĚŝnjŝŽŶŝ͙ E^ͬEZ Ϯϯ͘ /ů ǀĂ ĂĐĐĞƐŽ͗ D ^,/ D/E ϲ ϴ Ϭ Ϭ Ϯ ϯ ϳ Ϭ Ϭ ϰ Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ ϭϮ ϭϰ ϭϲ ^Ƶů ƚŽƌĂĐĞ͕ ŝŶ ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ ƐŽƚƚŽĐůĂǀĞĂƌĞ ƐŝŶŝƐƚƌĂ Ğ ĂƐĐĞůůĂƌĞ ŵĞĚŝĂ ĚĞƐƚƌĂ ^Ƶů ƚŽƌĂĐĞ ĚĞů ƉĂnjŝĞŶƚĞ͕ ŝŶ ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ ƐŽƚƚŽĐůĂǀĞĂƌĞ ĚĞƐƚƌĂ Ğ ƚƌĂ ůĞ ůŝŶĞĞ ĂƐĐĞůůĂƌŝ͙ /Ŷ ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ ĂŶƚĞƌŽͲƉŽƐƚĞƌŝŽƌĞ EŽŶ ğ ŝŵƉŽƌƚĂŶƚĞ E^ͬEZ Ϯϰ͘ ŽǀĞ ǀĂŶŶŽ ƉŽƐŝnjŝŽŶĂƚĞ ůĞ ƉŝĂƐƚƌĞ ĂĚĞƐŝǀĞ ĚĞů ͍ D ^,/ D/E
  • 31. Il 66% dell’universo sa il rapporto giusto tra compressioni toraciche e insufflazioni. La differenza tra maschi è femmine è importante e sempre in favore delle donne che rispondono adeguatamente nel 85,7% dei casi in confronto ai maschi che solo nel 50% dei casi rispondono correttamente. Anche se solo il 73% degli studenti pensa di non conoscere bene i farmaci da utilizzare in caso di arresto cardiaco extra-ospedaliero (grafico 11), l’80% dei soggetti sa identificare l’adrenalina come farmaco da utilizzare nella gestione dell’arresto cardiaco extra-ospedaliero. Solo una donna risponde erroneamente e 5 soggetti non sbarrano nessuna opzione (16% dell’universo). ϰ ϴ ϭ Ϯ ϭ Ϭ ϭϮ ϭ ϭ Ϭ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ϭϱ Ğ Ϯ ϯϬ Ğ Ϯ ϯϬ Ğ ϯ ϭϱ Ğ ϯ E^ͬEZ Ϯϱ͘ YƵĂůΖğ ŝů ŐŝƵƐƚŽ ƌĂƉƉŽƌƚŽ ƚƌĂ ĐŽŵƉƌĞƐƐŝŽŶŝ ƚŽƌĂĐŝĐŚĞ Ğ ŝŶƐƵĨĨůĂnjŝŽŶŝ͍ D ^,/ D/E ϭϰ Ϭ Ϭ ϭ Ϯ ϭϬ Ϭ Ϭ ϯ Ϭ ϱ ϭϬ ϭϱ ϮϬ Ϯϱ ϯϬ ZE /E D/K ZKE KZ ZKE dhdd WZEd/ ^KEK KZZdd E^ͬEZ Ϯϲ͘ YƵĂůŝ ĨĂƌŵĂĐŝ ƉŽƐƐŽŶŽ ĞƐƐĞƌĞ ƵƚŝůŝnjnjĂƚŝ ŶĞůůĂ ŐĞƐƚŝŽŶĞ ĚĞůůΖĂƌƌĞƐƚŽ ĐĂƌĚŝĂĐŽ ĞdžƚƌĂͲŽƐƉĞĚĂůŝĞƌŽ͍ D ^,/ D/E
  • 32. Il 53,3% dei soggetti sa que il punteggio massimo e minimo della Scala di Glasgow (15 e 3 rispettivamente). La percentuale di risposta correta sglosata per sesso sale indica che il 68,75% dei soggetti maschi risponde correttamente e solo il 35,7% delle donne lo fa allo stesso modo. Solo il 36,6% degli individui identifica la fibrillazione ventricolare come situazione ove utilizzare il defibrillatore (37,5% dei maschi e 35,7% delle femmine rispondono correttamente). Ϭ Ϯ ϰ ϲ ϴ ϭϬ ϭϮ ϭϮ Ğ ϯ ϭϱ Ğ ϯ ϵ Ğ ϯϭϬ Ğ ϭ E^ͬEZ Ϯϳ͘ YƵĂůΖğ ŝů ƉƵŶƚĞŐŐŝŽ ŵĂƐƐŝŵŽ Ğ ŵŝŶŝŵŽ ĚĞůůĂ ^ĐĂůĂ Ěŝ 'ůĂƐŐŽǁ͍ D ^,/ D/E Ϭ ϭ Ϯ ϯ ϰ ϱ ϲ ^/^dK/ /Z/ /KE dZ/ /Z/ /KE sEdZ/K Z dhdd Z/^WK^d͙ E^ͬEZ Ϯϴ͘ /Ŷ ƋƵĂůŝ Ěŝ ƋƵĞƐƚĞ ƐŝƚƵĂnjŝŽŶŝ ƉƵŽŝ ƵƚŝůŝnjnjĂƌĞ ŝů ĚĞĨŝďƌŝůůĂƚŽƌĞ͍ D ^,/ D/E
  • 33. 8. Conclusioni: In base alle quattro ipotesi di partenza, in cui le variabili che abbiamo preso in considezione sono esperienza personale, formazione pratica, formazione teorica ed emotività, abbiamo così concluso: L’ipotesi gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché i tirocini nei reparti di emergenza non sono sufficienti” è confermata. La scarsa preparazione per quanto riguarda la gestione dell’arresto cardiaco extraospedaliero risulta essere legata alla quasi totale assenza di tirocini in reparti di Area Critica, anche se solo la metà degli studenti afferma che la formazione pratica del Corso di Laurea sia scarsa. L’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non l’hanno mai affrontata” è confermata. Gli studenti dimostrano, ad eccezione di una percentuale minima rispetto al campione, di non aver mai né assistito ad un arresto cardiaco cardiaco extraospedaliero né di aver praticato una rianimazione cardio-polmonare. Solo il 30% circa del campione ha frequentato un corso BLS accreditato. E’ ovvio quindi che la scarsità o totale assenza di una reale esperienza pratica influisce sulla percezione di sé e delle proprie capacità di affrontare situazioni così delicate. Per quanto riguarda l’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare l’emergenza perché non riescono a gestire le proprie emozioni in maniera adeguata” , una buona percentuale di studenti afferma di non sentirsi del tutto formato, preparato e pronto ad agire anche all’affermazione “entro in panico e mi blocco” la maggior parte degli studenti si ritiene parzialmente in disaccordo. In particolare gli uomini affermano di sentirsi abbastanza pronti a prendere in mano la situazione riuscendo a gestire il carico di emozioni, ma in una successiva domanda la metà degli studenti uomini affermano di preferire di lasciar fare i professionisti limitandosi a chiamare il 118. Il carico di emozioni in un momento come quello di gestire l’arresto cardiaco è comunque sicuramente così intenso e, come abbiamo riscontrato, così poco provato dal campione, che si tratta sempre di reazioni presupposte, notiamo infatti la discordanza tra alcune risposte. L’ipotesi “gli studenti non si sentono in grado di affrontare situazioni di emergenza perché non hanno una base teorica solida” è confermata, come è possibile riscontrare nelle domande di controllo. Quasi la metà degli studenti sostiene che la preparazione teorica ricevuta sia “buona”, ma la quasi totalità del campione sostiene che le ore teoriche dedicate dal Corso di Laurea alla gestione dell’arresto cardiaco extraospedaliero siano insufficienti mentre i contenuti teorici siano stati parzialmente completi. Il 77% dell’universo studiato sostiene, inoltre, di essere riuscito ad assimilare in maniera completa i contenuti teorici del BLS ma: il 37% degli studenti non conosce le fasi basilari della catena della sopravvivenza (Alarme precoce- BLS Precoce- Defibrillazione precoche – ACLS precoce), il 57% non sa cosa sia il gasping, il 50% degli studenti non sa quando deve essere utilizzato un defibrillatore, il 50% non sa dove devono essere posizionate le piastre adesive del DAE, e solo il 66% conosce il giusto rapporto tra compressioni toraciche e insufflazioni (30:2). Infine solo circa 1/3 degli studenti riconosce la fibrillazione ventricolare come condizione che richiede l’utilizzo del DAE. Concludendo, quindi, possiamo dedurre che gli studenti del terzo anno del corso J di Infermieristica “La Sapienza”, pur essendo emotivamente pronti a gestire un arresto cardiaco extraospedaliero,
  • 34. sono carenti dal punto di vista sia della preparazione pratica che teorica, nonché dell’esperienza personale. 9. Applicazione alla pratica infermieristica Analizzando e valutando attentamente i dati, siamo arrivati alla conclusione che la formazione, per fare in modo che lo studente del Corso J di Scienze Infermieristiche dell’Università La Sapienza di Roma possa sentirsi praticamente e teoricamente pronto ad affrontare un episodio di arresto cardiaco extraospedaliero, potrebbe: - In relazione al carente numero delle ore di tirocinio da destinare ai reparti di area critica; aumentare tali ore in modo da rendere lo studente più pronto ad affrontare situazioni di emergenza. Gli ambiti della formazione rappresentano l’aspetto saliente della formazione ,prevedendo esperienze nei servizi specifici per il profilo professionale in formazione ,dove attività tutoriali, programmi specifici e strumenti di supporto adeguati creino l’opportunità formativa per l’acquisizione delle competenze proprie. Si individua la figura del tutor come risorsa indispensabile per la preparazione, gestione e controllo del contesto favorevole di tirocinio per il raggiungimento degli obbiettivi proposti e per una guida specifica alle necessità del singolo studente. - In relazione alla scarsa formazione pratica potrebbe organizzare dei corsi di BLS accreditati per tutti gli studenti. Il corso B.L.S. deve far parte del bagaglio di conoscenze di un futuro infermiere come parte del suo essere professionale: nell’affrontare un’emergenza deve essere conscio e consapevole del fatto che può essere l’unico professionista sanitario presente nel momento critico e che l’acquisizione di processi mentali ben strutturati rende il professionista sicuro delle azioni compie e freddo nell’eseguirle scrupolosamente. Il B.L.S. (Basic Life Support) è una tecnica di primo soccorso determinante per poter salvare una vita; esso è composto da una serie di tecniche che servono a sostituire artificialmente la pervietà delle vie aeree, la respirazione e il circolo. Lo scopo del B.L.S. è quello di mantenere ossigenato il cervello e il muscolo cardiaco insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione sanguigna. Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi, come già detto precedentemente, è il danno anossico cerebrale che può portare a danni irreversibili cerebrali in pochi minuti, importante diventa quindi la tempestività dell’intervento; dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio mediamente la probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto, già dopo 9-10 minuti, in assenza di una rianimazione cardio-polmonare (RCP), diventa molto difficile se non impossibile recuperare dal danno anossico cerebrale definitivo. Il B.L.S. è inserito all’interno della catena della sopravvivenza, una sequenza metodologica fondamentale per il salvataggio di una vita che deve essere scrupolosamente seguita in ambiente extraospedaliero ma anche in quello intra-ospedaliero. - In relazione alla scarsa formazione teorica la formazione potrebbe aumentare le ore teoriche di infermieristica in area critica In modo tale da far acquisire ai discenti la capacità di: A. Identificare i bisogni di assistenza infermieristica, pianificare gestire e valutare il processo assistenziale nella persona adulta assistita in area critica B. Realizzare assistenza infermieristica centrata sui problemi di salute della persona adulta assistita in area critica.
  • 35. C. Identificare interventi assistenziali di comprovata efficacia D. Applicare i modelli di organizzazione dell’assistenza infermieristica. E. Applicare modelli relazionali efficaci per l’interazione con la persona assistita, con i familiari e con i sanitari. - Inoltre la formazione potrebbe mettere a disposizione materiale per esercitazioni pratiche eventualmente su manichino adatto, dovrebbe inoltre mettere a disposizione un manichino pediatrico e un simulatore avanzato di vie aeree (ventilazione, intubazione, broncoscopia tracheotomia percutanea ecc). - La formazione potrebbe organizzare degli incontri per valutare le paure, le ansie ,le preoccupazioni degli studenti nell’affrontare una situazione critica. I principali requisiti dell’infermiere professionale da destinare ad un servizio di urgenza/emergenza sono: 1. Attenzione 2. Sicurezza 3. Precisione 4. Manualità Tecnica 5. Autocontrollo 6. Disponibilità 7. Calma 8. Rapida osservazione, determinazione e capacità di Problem Solving 9. Elevata preparazione e specializzazione 10.Iniziativa e interesse verso la professione spirito di collaborazione. Il Pronto Soccorso rientra in quelle aree definite “critiche”, quindi, l’infermiere deve essere in grado in breve tempo di valutare la necessità assistenziale e relativi bisogni del paziente. Fondamentale è che il personale infermieristico sia realmente motivato, visto che è il primo a soccorrere una persona nel momento successivo ad una situazione critica. Sono molti i casi in cui di fronte ad una richiesta di soccorso non molto precisa l’infermiere è colto da un senso di ansia, emotività e preoccupazione. L’ansia e la preoccupazione sopraggiungono evidenti nei comportamenti, nei segni e nei sintomi per paura di non essere in grado di affrontare la situazione o per non essere sufficientemente attrezzati. Affinché questo non avvenga l’unica strategia da attuare è quella di gestire l’emotività. L’etica professionale si forma con l’autocontrollo e con la riflessione e presuppone rispetto della legislazione vigente. Svolgere le proprie funzioni con competenza e coscienza è il più importante impegno etico dell’infermiere. La legge, con particolari disposizioni giuridiche, esprime al meglio la professionalità dell’infermiere, quando in essa sono compresi rispetto delle persone, competenza e soprattutto autonomia giuridica. Tutto questo facilita e garantisce un comportamento etico da parte dell’infermiere quando si trova ad affrontare situazioni di emergenza,premettendo che lo scopo essenziale dell’emergenza è salvare la vita evitando traumi che la peggiorino e alleviare il dolore per quanto sia di competenza infermieristica. - La formazione in relazione alla scarsa conoscenza di farmaci da utilizzare in caso di arresto cardiaco extraospedaliero potrebbe organizzare dei corsi di approfondimento sulla somministrazione di farmaci in pazienti con arresto cardiaco.
  • 36. - La formazione potrebbe mettere a disposizione degli studenti dei manuali sull’utilizzo del defibrillatore in modo da conoscere bene il presidio e di essere in grado di utilizzarlo nel caso di manovre rianimatorie. Bibliografia: - Lynn P. Manuale di tecniche e procedure infermieristiche di Tylor. Edizione della Piccin 2011 - Chirletti P. Medicina D’urgenza. Piccin 2009 - Robbins A. Le basi patologiche delle malattie. Elsevier 2011. - Berman A, Snyder A, Jackson C. Nursing clinico: Tecniche e procedure di Kozier. Edises 2007 - Nettina S.M Vademecum dell'infermiere. Piccin. 2012 - Gullo A. Basic Life Support, Rianimazione cardiopolmonare. Springer Verlag. 2007 - Fiorito A. Manuale di Rianimazione Cardiopolmonare e Primo Soccorso, La Mandragora Editrice. 2010 Sitografia: - http://it.wikipedia.org/wiki/Competenza - http://it.thefreedictionary.com/competenza - http://www.ipasvi.it/archivio_news/download/769_1302123333_157.pdf - http://www.ipasvibo.it/atti_san.htm - http://it.wikipedia.org/wiki/Arresto_cardiaco - http://www.arrestocardiaco.com/sudden_cardiac_arrest/IT/www.arrestocardiaco.com/Thera pyAwareness/home/1089723778235.htm - http://www.sapere.it/sapere/medicina-e-salute/enciclopedia-medica/Cuore- (cardiologia)/arresto-cardiaco.html - http://www.medtronic.it/tua-salute/morte-cardiaca-improvvisa/index.htm - http://www.ipasvi.it/ecm/rivista-linfermiere/rivista-linfermiere-page-11-articolo-124.htm - http://LWZLNLSHGLDRUJZLNL%DVLFB/LIHB6XSSRUW
  • 37. - http://www.sportinforma.it › Home › Aree Tematiche › Cardiologia - http://www.arrestocardiaco.com/.../application7daf.html? - http://www.farmacoecura.it - http://it.wikipedia.org/wiki/(PHUJHQ]D - http://www.emergenzaQHWGHIDXOWDVS[SDJ QDY ,7 OQJ LW-LW - http://www.emergenzasanitariaQHW - https://it.wikipedia.org/wiki/118_-_Emergenza_VDQLWDULD - http://ZZZDUHVLW - http://dizionari.corriere.it
  • 38. PER/RIS 1 1_NS/NR 2_1 2_2 2_NS/NR 1 24 1 2 24 1 3 23 1 4 23 1 5 28 1 6 1 1 7 23 1 8 24 1 9 23 1 10 25 1 11 25 1 12 22 1 13 29 1 14 1 1 15 23 1 16 21 1 17 25 1 18 23 1 19 23 1 20 48 1 21 25 1 22 22 1 23 23 1 24 21 1 25 21 1 26 26 1 27 23 1 28 23 1 29 22 1 30 28 1 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 TOTALE 690 2 16 14 0 TOTALE MASCHI 16 TOTALE FEMINE 14 LEGGENDA PER = Persona RIS = Risposta NS/NR= Non So/ Non Risponde ETA MEDIA TOTALE 24,64286 ETA MEDIA MASCHI 24,07143 ETA MEDIA FEMINE 25,21429
  • 39. 3 3__NS/NR 4_1 4_2 4_3 4_4 4_NS/NR 5_1 1 1 1 1 SCIENTIFICO 1 AGRARIO 1 DIPLOMA TECNICO 1 1 1 I.T.I 1 DIPLOMA TECNICO 1 SCIENTIFICO 1 1 1 LAUREA 1 SCIENTIFICO 1 TECNICO AERONAUTICO 1 CLASSICO 1 1 1 1 SCIENTIFICO 1 TECNICO ECONOMICO 1 SCIENZE SOCIALI 1 CLASSICO 1 1 LAUREA 1 RAGIONERIA 1 SOCIOPSICOPEDAGOGICO 1 SCIENTIFICO 1 TECNICO TURISMO 1 LINGUISTICO 1 ARTISTICO 1 1 1 1 1 1 SCIENTIFICO 1 CLASSICO 1 #VALORE! 7 4 15 11 0 0 3 5 3 10 3 0 0 1 2 1 5 8 0 0 2 ASSENTE SCARSA BUONA OTTIMA SI MASCHI 3 10 3 0 MASCHI 1 FEMMINE 1 5 8 0 FEMMINE 2
  • 40. 5_2 5_NS/NR 6_1 6_2 6_NS/NR 7_1 7_2 7_NS/NR 8_1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 27 0 8 22 0 19 10 1 14 15 0 6 10 0 10 6 0 10 12 0 2 12 0 9 4 1 4 NO SI NO SI NO NS/NR 15 MASCHI 6 10 MASCHI 10 6 0 12 FEMMINE 2 12 FEMMINE 9 4 INSUFFICIENTI MASCHI 10 FEMMINE 4
  • 41. 8_2 8_3 8_4 8_NS/NR 9_1 9_2 9_3 9_4 9_NS/NR 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 12 4 0 0 3 8 16 3 0 5 1 0 0 2 5 7 2 0 7 3 0 0 1 3 9 1 0 INCOMPLETIPARZIALMENTE INCOMPLETIPARZIALMENTE COMPLETICOMPLETI MASCHI 2 5 7 2 MASCHI SUFFICIENTIBUONE OTTIME FEMMINE 1 3 9 1 FEMMINE 5 1 0 7 3 0
  • 42. 10_1 10_2 10_NS/NR 11_1 11_2 11_NS/NR 12_1 12_2 12_NS/NR 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 23 7 0 8 22 0 2 28 0 11 5 0 4 12 0 1 15 0 12 2 0 4 10 0 1 13 0 SI NO SI NO SI NO 11 5 MASCHI 4 12 MASCHI 1 15 MASCHI 12 2 FEMMINE 4 10 FEMMINE 1 13 FEMMINE
  • 43. 13_1 13_2 13_NS/NR 14_1 14_2 14_3 14_4 14_NS/NR 15_1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 29 0 6 12 11 1 0 7 0 16 0 2 8 5 1 0 5 1 13 0 4 4 6 0 0 2 SI NO TOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACOR 0 16 MASCHI 2 8 5 1 MASCHIO 5 1 13 FEMMINE 4 4 6 0 FEMMINE 2
  • 44. 15_2 15_3 15_4 15_NS/NR 16_1 16_2 16_3 16_4 16_NS/NR 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 13 9 1 0 13 7 10 0 0 6 5 0 0 6 5 5 0 0 7 4 1 0 7 2 5 0 0 PARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO 6 5 0 MASCHIO 6 5 5 0 MASCHIO 7 4 1 FEMMINE 7 2 5 0 FEMMINE
  • 45. 17_1 17_2 17_3 17_4 17_NS/NR 18_1 18_2 18_3 18_4 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 12 14 4 0 6 10 11 3 0 5 9 2 0 3 4 8 1 0 7 5 2 0 3 6 3 2 TOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO 0 5 9 2 MASCHIO 3 4 8 1 0 7 5 2 FEMMINE 3 6 3 2
  • 46. 18_NS/NR 19_1 19_2 19_3 19_4 19_NS/NR 20_1 20_2 20_3 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 26 1 1 2 0 6 17 4 0 14 0 1 1 0 2 9 3 0 12 1 0 1 0 4 8 1 TOTALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE IN DISSACORDOPARZIALMENTE D'ACCORDOTOTALMENTE D'ACCORDO3 MINUTI 4 MINUTI 5 MINUTI MASCHIO 14 0 1 1 MASCHIO 2 9 3 FEMMINE 12 1 0 1 FEMMINE 4 8 1
  • 47. 20_4 20_NS/NR 21_1 21_2 21_3 21_4 21_NS/NR 22_1 22_2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 10 1 19 0 0 1 6 1 1 6 0 10 0 0 1 5 1 0 4 1 9 0 0 0 1 6 MINUTI NS/NR Indica la necessità di effettuare le compresè un respiro inefficace da ostru 1 1 MASCHI 1 5 1 0 FEMMINE 0 1 BLS precoce-Allarme recoce-Defibrillazione precoce-Defibrillazione precoce-Allarme precoce-BLS precoceAllarme precoce-BLS precoce-Defibrillazione precoceBLS precoce-ACLS precoce-Allarme precoce-Defibrilla MASCHI 6 0 10 0 FEMMINE 4 1 9 0
  • 48. 22_3 22_4 22_NS/NR 23_1 23_2 23_3 23_4 23_NS/NR 24_1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 13 2 8 0 0 8 15 7 9 7 0 3 0 0 4 9 3 6 6 2 5 0 0 4 6 4 3 è un tipo di respirazione inefficace che rende indiè una respirazione efficaceNS/NR Sul torace, in posizione sottocla 7 0 3 MASCHI 6 6 2 5 FEMMINE 3 rme precoce-Defibrillazione precoce Se la vittima è incoscienteSe la vittima non respiraSe sono assenti segni di circoloDopo aver accertato che sono presenti tutte le condNS/NR MASCHI 0 0 4 9 3 FEMMINE 0 0 4 6 4
  • 49. 24_2 24_3 24_4 24_NS/NR 25_1 25_2 25_3 25_4 25_NS/NR 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 15 0 0 6 4 20 2 3 1 8 0 0 2 4 8 1 2 1 7 0 0 4 0 12 1 1 0 Sul torace del paziente, in posizione sottoclaveareIn posizione antero-posterioreNon è importanteNS/NR 8 0 0 2 MASCHI 7 0 0 4 FEMMINE 15 e 2 30 e 2 30 e 3 15 e 3 NS/NR MASCHI 4 8 1 2 1 FEMMINE 0 12 1 1 0
  • 50. 26_1 26_2 26_3 26_4 26_NS/NR 27_1 27_2 27_3 27_4 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 24 0 0 1 5 1 16 4 4 14 0 0 0 2 0 11 1 2 10 0 0 1 3 1 5 3 2 ADRENALINAAMIODARONECORDARONETUTTE LE PRECEDENTI SONO CORRETTENS/NR 14 0 0 0 2 10 0 0 1 3 12 e 3 15 e 3 9 e 3 10 e 1 MASCHI 0 11 1 2 FEMMINE 1 5 3 2
  • 51. 27_NS/NR 28_1 28_2 28_3 28_4 28_NS/NR 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 5 4 3 11 6 6 2 1 1 6 5 3 3 3 2 5 1 3 ASISTOLIAFIBRILLAZIONE ATRIALEFIBRILLAZIONE VENTRICOLARETUTTE LE RISPOSTE SONO CORRETTENS/NR MASCHI 1 1 6 5 3 FEMMINE 3 2 5 1 3 NS/NR 2 3
  • 52. Laurea in Scienze Infermieristiche, Canale J RICERCA DOCUMENTALE Docente: Roberto Orlandini Studenti: Aurilio, Krizia Fornaciari, Francesca Martinez, Victor
  • 53. QUESITO: Il quesito posto in questa revisione letteraria è la gestione infermieristica per il rimarginamento e la guarigione delle ulcere venose con presidi medicali di natura meccanica. Problema: Inefficace perfusione tessutale periferica: arti inferiori (Dominio 4 Attività/ Riposo; numero 00024. NANDA, 2009) Intervento: Bendaggi elastici compressivi Confronto: Sistemi compressivi anelastici mono e pluristratificato. Outcome: Rimarginamento perilesionale e guarigione ulcero-venosa. KEYWORDS: Venous Ulcer, Compression Therapy, Compression Stockings, Bandage Systems, Layer Systems, Leg Ulcer STRATEGIA DI RICERCA: Internet: siti specialistici; banche dati generali, Medline (Pubmed), Cochrane, Google Scholar (motore di ricerca specifico di articoli accademici). Biblioteca. CRITERI DI SELEZIONE: Considerati solo gli articoli in lingua inglese Considerate solo le pubblicazioni dal 2003 al 2013 Selezionati gli articoli dopo valutazione dell’ abstract o full text Considerati i documenti Full text e Abstract. ABSTRACT: Our research goal is to demonstrate through a revision of the state of the art that inelastic layer compression stockings systems are able to improve healing in patients affected by venous leg ulcers. It has been consulted several English speech articles, studies and clinical reviews that were analyzed and structured in an evidence based scientific brief. It affords to explain in a simple way what studies evidences are showing up regarding ulcer leg therapies in last 10 years. INTRODUZIONE AL LAVORO: Prima di tutto dobbiamo sottolineare la difficoltà che abbiamo riscontrato, all’inizio della ricerca, per quanto riguarda l'accesso all'informazione, specialmente per gli studi, revisioni e articoli cosiddetti “Full text”. Abbiamo tentato di selezionare la maggior parte degli articoli Full text in inglese perchè abbiamo la convinzione che, le informazioni ottenute con la semplice lettura dell'abstract, spesso non siano una sintesi completa del testo ed, inoltre, gli articoli in lingua italiana sono veramente scarsi . Dobbiamo ringraziare il Collegio Ipasvi di Roma per il servizio e l'accesso
  • 54. all'informazione offerto, sopratutto per quanto riguarda il Database di Pubmed. Con il procedere della ricerca abbiamo scoperto altri database citati dagli autori e ci siamo incuriositi; il principale è sicuramente Cochrane. Anche in questo caso l'accesso all'informazione è risultato faticoso, ma fortunatamente è stato possibile visualizzare almeno i titoli degli articoli. Abbiamo introdotto i titoli nel motore di ricerca di Google Scholar, specializzato in articoli accademici internazionali; infatti nella sezione “Mesh” della griglia di ricerca compare il nome dell’articolo completo e questo ci ha permesso di fare delle ricerche mirate ed avere accesso gratuito a due su tre articoli che Cochrane mostrava solo in pagamento. Ringrazieamo, anche per questo motivo, Google Scholar che rende un po' più democratico l'accesso all'informazione degli studenti. GRIGLIA DI RICERCA: BANCA DATI MESH DOCUMENTI RILEVATI DOCUMENTI SELEZIONATI DESCRIZIONE ARTICOLO Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by Wound Repair Regen. Centre for Research Implementation of Clinical Practice, Thames Valley University, London, United Kingdom. 2003 May-Jun;11(3):166-71 (Full text) Randomized trial of four-layer and two-layer bandage systems in the management of chronic venous ulceration Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by Ostomy Wound Manage.1995 May;41(4):16-8, 20, 22- 5. (Full text) Venous leg ulceration: treatment by high compression bandaging Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by Trials. Department of Epidemiology and Preventive Medicine, School of Public Health and Preventive Medicine, Level 3 Burnet Building, The Alfred Hospital, Monash University, Melbourne, Australia 2010 Mar 9;11:26. doi: 10.1186/1745-6215-11- 26 (Full text) Protocol for a pilot randomised controlled clinical trial to compare the effectiveness of a graduated three layer straight tubular bandaging system when compared to a standard short stretch compression bandaging system in the management of people with venous ulceration. Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 study by Cochrane Database Syst Rev. Department of Health Sciences, University of York, York, UK 2012 Nov 14;11 (Full text) Compression for venous leg ulcers
  • 55. Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by Cochrane Database Syst Rev. School of Healthcare, University of Leeds, Leeds, UK 2012 Aug 15;8 (Full text) Compression for preventing recurrence of venous ulcers Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 review by Clin Cosmet Investig Dermatol. 2011; 4: 7–14. (Full text) Venous ulcer review Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 study by Clin Evid (Online). 2008; 2008: 1902. (Full text) Venous leg ulcers Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by BMC Nursing. 2011; 10: 20. (Full text) The Canadian Bandaging Trial: Evidence-informed leg ulcer care and the effectiveness of two compression technologies Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 article by BMJ Department of Surgery, Charing Cross and Westminster Medical School, London. 2008 Nov 5;297(6657):1159- 61. (Full text) Sustained compression and healing of chronic venous ulcers. Medline (Pubmed) Leg ulcer (MESH) compression treatment and layer treatment 53 1 Review by J Vasc Nurs. St John's Mercy Medical Center, St Louis, Mo., USA. 2003 Dec;17(4):89-97; quiz 98-9. (Full text) Compression wraps for venous ulcer healing: a review. Internet Associazione Italiana Ulcere Cutanee 1 1 article by Acta Vulnol 2009;7 Data accesso 18.05.2013 (Full text) Compression therapy in the treatment of leg ulcers Internet The Cochrane Library 1 1 article by Cochrane Database of Systematic Reviews 2011, Issue 2. Art. No.: CD001899. DOI: 10.1002/14651858.CD0 01899.pub3. Data accesso 21.05.2013 (Abstract) Intermittent pneumatic compression for treating venous leg ulcers Internet Informa Health Care 1 1 Article by Vardcentralen Marieberg, Primary Health Care Centre, Motala, Sweden. (Full text) A cost-effectiveness study of leg ulcer treatment in care: Comparison of saline- gauze and hydrocolloid treatment in a prospective, randomized study
  • 56. Google Scholar Multicentre, randomised, controlled trial of four-layer bandaging versus short-stretch bandaging in the treatment of venous leg ulcers 1 1 article by Vasa. Wilhelminenspital, Wien, Austria. 2001 May;30(2):108-13. (Full text) Multicentre, randomised, controlled trial of four- layer bandaging versus short-stretch bandaging in the treatment of venous leg ulcers Google Scholar Functional and biopsychosocial restrictions among patients with a venous ulcer 1 1 article by Arch Med Sci. Termedia Banach. 2006; 2, 1: 36- 41 ( Full text) Functional and biopsychosocial restrictions among patients with a venous ulcer Google Scholar A randomised controlled study of four-layer compression versus Unna's Boot for venous ulcers 1 1 article by Journal of Wound Care, Vol. 13, Iss 1, 03 Jan 2004, pp 21 - 24 (Abstract) A randomised controlled study of four-layer compression versus Unna's Boot for venous ulcers CHIAVE DI LETTURA DELLE EVIDENZE ED EVIDENZE A CONFRONTO: Ancora oggi le ulcere venose sono un problema terapeutico di grande rilievo nella pratica infermieristica che rende difficile, in maniera diversa, il mantenimento dell’omeostasi bio-psico- sociale del paziente assistito. Si è visto che alcuni sintomi dell'ulcera venosa, principalmente il dolore, sono caratteristici e sono in grado di condizionare e restringere le attività della vita quotidiana della persona. È per questo che il controllo dei sintomi dovrebbe avere la priorità assoluta fra interventi assistenziali (Walshe). Secondo i dati ricavati dallo studio di Moffatt et al., la prevalenza complessiva delle ulcere venose nel Regno Unito, Svezia e Australia è dell'1% nella popolazione adulta, e nel Regno Unito le ulcere di origine venosa rappresentano il 70 - 90% di tutte le ulcere insorte. I dati riportati negli studi di Nelson et al. sono molto simili; l'1% della popolazione mondiale adulta svilupperà almeno una volta nella sua vita una ulcera venosa. L’eradicazione dei fattori predisponenti, che concorrono a nutrire lo sviluppo dell’ulcera venosa, rappresenta lo step basilare su cui poggiano i diversi possibili interventi infermieristici volti alla guarigione della ferita cronica (Kramer et al.). Innanzitutto bisogna riconoscere i contributi del lavoro di Stemmer sul trattamento delle ulcere venose in quanto fu il pioniere della tecnica. Egli aprì il campo di studio accorgendosi che applicando alti livelli pressori sugli arti (all'incirca 40
  • 57. mmHg) il reflusso venoso e i suoi effetti negativi (ulcere venose in ultima istanza) si riducevano o addirittura scomparivano (Moffatt et al.). La ricerca di Jawién et al. sottolinea che la terapia compressiva risulta efficace in questo tipo di lesione e rappresenta il Gold Standard per il trattamento delle ulcere a eziologia venosa. I risultati della ricerca scientifica mostrano che è raccomandabile l'utilizzo della compressione allo scopo di neutralizzare l'edema e gli altri effetti dannosi derivati dall’ ipertensione venosa. La compressione esercitata in maniera corretta può minimizzare o addirittura invertire il decorso dei cambiamenti dermo-vascolari inerenti al fallimento venoso cronico. Il raggiungimento di effetti paragonabili alla rimozione permanente della superficie inefficiente delle vene, perforanti o non, richiede un uso consistente della compressione a lungo termine. Nella maggior parte dei casi, si richiede un uso permanente della terapia compressiva per tutta la vita come dimostrano gli studi di Nelson et al. La maggior parte delle ulcere venose guarisce con i bendaggi compressivi, ma l'incidenza delle recidive è molto alta. Per questo motivo le linee guida cliniche raccomandano preventivamente l'uso continuato di calzamaglie, calzini e bendaggi compressivi (Acta Vulnol 2009;7 Associazione Italiana Ulcere Cutanee). Come evidenziato nella ricerca di Bevis et al., esistono oggi delle sostanze. come la Pentoxifilina, in grado di accelerare il processo di rimarginamento e guarigione delle lesioni di continuo ad eziologia venosa. Ci limitiamo solo ad accennare questa realtà, secondo noi importante, ma che non è oggetto del nostro studio, prevalentemente di tipo meccanico e non farmacologico. Nel trattamento delle ulcere venose si possono utilizzare diversi bendaggi speciali, calze compressive e sistemi di compressione preconfezionati. Tutte queste forme differiscono nella loro composizione strutturale, fisica e chimica, ed agiscono ed influenzano in maniera diversa i tessuti sottostanti. La composizione fisico-chimica, l'elasticità e la distensione del materiale determinano il valore finale delle caratteristiche pressorie terapeutiche. Secondo Larsen i materiali a base di fibre elastiche permettono una distensione maggiore di essi riuscendo a mantenere una pressione primaria ottimale, ma devono essere rimossi nelle ore notturne. I materiali anelastici, invece, possono essere lasciati in sede per diversi giorni ma possono perdere rapidamente la pressione primaria terapeutica se fissati non correttamente. Il vantaggio principale dei materiali anelastici, secondo lo studio di Blair sulla guarigione delle ferite ulcero-venose croniche, è la loro capacità di generare pressioni attive tanto elevate da prevenire il rigonfiamento dell'arto in caso di edema. L'autore dimostra che la compressione stratificata con materiali anelastici offre una maggiore efficacia di quella con materiali elastici per il trattamento delle ulcere, in quanto mantiene un relativa pressione immutabile per diversi giorni. Altri autori come Partsch, Damstra et al. dimostrano e riaffermano lo stesso principio nelle loro ricerche. La revisione della letteratura mette alla luce dei dati scientifici che dimostrano che ogni tipo di compressione diversa (bendaggio, sistemi mono-strato, multistrato,ecc) migliora la guarigione delle ulcere venose ( O'Meara et al.). Alcuni autori americani, come Kramer, ritengono difficile determinare il metodo più efficace fra tutti i disponibili, visto che ci sono dei fattori prognostici paziente-dipendenti (Nelson et al.) da tenere in considerazione; uno dei più importanti per Kramer è l'area ulcerata iniziale. Gli studi di Blair sull'argomento evidenziano una notevole superiorità terapeutica dei sistemi multistrato. Blair conduce la sua ricerca e dimostra che il 74% delle ulcere venose (area iniziale
  • 58. media della soluzione di continuo = 15,4cm2) che non riescono a guarire con il bendaggio compressivo, o sistema mono-strato, guariscono con il sistema pluri-strato. Questi dati sono stati confermati da successive ricerche messe in atto da Scriven e Taylor, anche se con percentuali di successo inferiori (62%). Gli studi di Polignano et al. e Doherty et al. riaffermano ancora una volta l'evidenza scientifica secondo cui i sistemi compressivi anelastici multistrato sono più efficaci di quelli tradizionali a compressione elastica per prevenire il reflusso venoso , l'edema e la conseguente ulcerazione venosa. Stabiliscono, dunque, una successiva distinzione tra i sistemi a due e a quattro strati dimostrando la maggiore efficacia di questi ultimi in rapporto ai primi. Dallo studio di Doherty si deduce, inoltre, che la riepitelizzazione completa delle lesioni di continuo, dopo 24 settimane di terapia, è del 88%, se utilizzati sistemi compressivi anelastici multistrato, in confronto al 77%, se utilizzati bendaggi compressivi elastici. Questo dimostra quindi una maggiore efficacia dei primi rispetto ai secondi. Anche gli studi di Moffatt et al. riaffermano questa efficacia e mostrano come i sistemi a quattro strati aumentano la compliance del paziente alla terapia riducendo il numero di eventi avversi e abbassano il costo finale del trattamento complessivo dimostrandosi quindi più efficienti. CONCLUSIONI: L'utilizzo dei sistemi compressivi multistrato anelastici sono più efficaci per il rimarginamento e la guarigione delle ulcere venose in rapporto ai bendaggi compressivi elastici tradizionali, pur essendoci dei fattori paziente-dipendenti che possono modificare l'outcome finale. BIBLIOGRAFIA: - Moffatt CJ, McCullagh L, O'Connor T, Doherty DC, Hourican C, Stevens J, Mole T, Franks PJ. Randomized trial of four-layer and two-layer bandage systems in the management of chronic venous ulceration. Wound Repair Regen. 2003 May-Jun;11(3):166-71. PubMed PMID: 12753596. - Moffatt CJ, O'Hare L. Venous leg ulceration: treatment by high compression bandaging. Ostomy Wound Manage. 1995 May;41(4):16-8, 20, 22-5. Review. PubMed PMID: 7598780. - Weller CD, Evans S, Reid CM, Wolfe R, McNeil J. Protocol for a pilot randomised controlled clinical trial to compare the effectiveness of a graduated three layer straight tubular bandaging system when compared to a standard short stretch compression bandaging system in the management of people with venous ulceration: 3VSS2008. Trials. 2010 Mar 9;11:26. doi: 10.1186/1745-6215-11-26. PubMed PMID: 20214822; PubMed Central PMCID: PMC2847559. - O'Meara S, Cullum N, Nelson EA, Dumville JC. Compression for venous leg ulcers. Cochrane Database Syst Rev. 2012 Nov 14;11:CD000265. Doi: 10.1002/14651858.CD000265.pub3. Review. PubMed PMID: 23152202. - Nelson EA, Bell-Syer SE. Compression for preventing recurrence of venous ulcers. Cochrane Database Syst Rev. 2012 Aug 15;8:CD002303. Doi: 10.1002/14651858.CD002303.pub2. Review. PubMed PMID: 22895929.
  • 59. - Bevis, P, Earnshaw, J. Venous Ulcer Review.Clin Cosmet Investig Dermatol. 2011; 4: 7–14. 2011 March 3. Doi:10.2147/CCID.S10171 PMCID: PMC3108280 - Nelson EA, Jones, J. Venous leg ulcers. Clin Evid. 2008 - Nelson EA, Harrison MB, VanDenKerhof EG, Hopman WM, Graham ID, Carley ME. The Canadian Bandaging Trial: Evidence-informed leg ulcer care and the effectiveness of two compression technologies. BMC Nurs. 2011; 10-20. Doi: 10.1186/1472 -6955-10-20. PMCID: PMC3214126 - Nelson EA, Mani R, Thomas K, Vowden K. Intermittent pneumatic compression for treating venous leg ulcers. Cochrane Wounds Group. 2011. - Apostoli A, Caula C. Cura e assistenza al paziente con ferite acute e ulcere croniche. Manuale per l'infermiere. Maggioli S.p.A. 2011 - Kolari P, Pekanmaki K, Pohola RT. Transcutaneous oxygen tension in patients with post- thrombolic leg ulcers: treatment with intermittent pneumatic compression.Volume 22, issue2. Pp 138-141. Oxford Journals 2009 - Ohlsson P, Larsson K, Lindholm C, Moller M. A cost-effectiveness study of leg ulcer treatment in care Comparison of saline-gauze and hydrocolloid treatment in a prospective, randomized study Primary Health Care Centre, Motala, Sweden. 2007 - Blair SD, Wright DD, Backhouse CM, Riddle E, McCollum CN. Sustained compression and healing of chronic venous ulcers.BMJ. 2005 - Kramer SA. Compression wraps for venous ulcer healing: a review. J Vasc Nurs. St John's Mercy Medical Center, St Louis, Mo., USA.2004 - Larsen AM, Guttrup I. Watch the pressure it drops. EWMA. 2004;4:8–12. - Partsch H, Damstra RJ et al. Multicentre, randomised, controlled of four-layer bandaging versus short-stretch bandaging in the treatment of venous leg ulcers. VASA 2008;30:108-113 - Jawién A, et al. Unctional and biopsychosocial restrictions among patietns with a venous ulcer. Arch Med Sci 2006; 2,1:36-41 - Polignano R, Boneado P, Gasbarro S, Allegra C. A randomised controlled study of four-layer compression versus Unna's Boot for venous ulcers. Journal of Wound Care, Vol.13, ISS.1, 03 Jan 2004, pp 21 - 24 - Mosti G, Mattaliano V, Polignano R, Masina M. Compression therapy in the treatment of leg ulcers. Acta Vulnol 2009;7
  • 60. ȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱ ȱ ȱ ȱ ȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱ ȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱ ȱ ȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱȱ ȱ ȱ ȱ CORSO DI LAUREA IN SCIENZE INFERMIERISTICHE, CANALE “J” LA TERAPIAA PRESSIONE NEGATIVA E LE LESIONI DI CONTINUO TOPICHE Corso di SOCIOLOGIA E METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIALE Anno Accademico 2012/2013 Docente Studente Prof. Maurizio Sanmartin Victor M. Martinez