3. Uno Sguardo d'insieme
La quota di bambini che fruisce dei servizi per la prima
infanzia è un indicatore utile per misurare l'attuazione
delle politiche volte alla conciliazione degli impegni casalavoro. I provvedimenti normativi degli ultimi anni sono
stati finalizzati all'ampliamento dell'offerta esiste su tutto il
territorio nazionale. A questo e ad altri tipi di servizi è
attribuito, inoltre, un ruolo chiave all'interno della politica
regionale unitaria, elaborata e descritta nel Quadro
strategico nazionale 2007-2013 (Qsn).
4. In questo caso l'obiettivo è di favorire la partecipazione
femminile al mercato del lavoro, elevando la percentuale
di bambini che fruiscono di servizi per l'infanzia dal 4,4
% del 2004 nelle regioni del Mezzogiorno ( baseline di
riferimento) al 12,0 % , valore da raggiungere alla fine
del periodo di programmazione ( 2013). Nel 2010 la
percentuale di bambini in età 0-2 anni che fruisce di
servizi per la prima infanzia comunali o finanziati dai
comuni ha raggiunto il 5,3% nelle regioni del
Mezzogiorno, mentre in Italia è passata dall'11,4% del
2004 al 14,0% del 2010.
5. Bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi per l'infanzia per tipologia
e ripartizione geografica
18
16
14
12
Asili nido
10
Servizi integrativi/innovativi
per l'infanzia
8
6
4
2
0
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Mezzogiorno
Italia
6. Definizioni Utilizzate
La percentuale dei bambini in età 0-2 anni (fino al
compimento dei 3 anni che hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia ( asili nido, micronidi, servizi integrativi e
innovativi) comunali o finanziati dai comuni, sul totale
della popolazione (che vediamo nella tabella) in età 0-2
anni residenti nelle regioni. Ai fini del meccanismo di
incentivazione definito nel Qsn, che prevede l'erogazione
di risorse premiali per le regioni del Mezzogiorno che
raggiungono determinati target (obiettivi di servizio).
7. L'indicatore di presa in carico pubblicato viene
rielaborato dal Ministero dello sviluppo economico,
secondo un criterio di ponderazione per tipo di servizio:
per assicurare che l'utenza servita in asili nido sia pari
almeno al 70% del totale della regione, l'eventuale
utenza servita da altre tipologie di servizio che superi la
soglia del 30% non viene considerata nel calcolo
dell'indicatore. Tale vincolo è volto ad assicurare una
base minima di servizio con standard omogenei sul
territorio nazionale.
8. Bambini tra 0-3 Anni
Emilia - Romagna
162108
Umbria
30609
Valle d'Aoste
4853
Trento
42349
Toscana
126000
Friuli-Venezia Giulia
40596
Lombardia
377315
Sardegna
51396
Marche
54932
Liguria
46460
Piemonte
150713
Lazio
207846
Veneto
181786
Abruzzo
44600
Basilicata
17968
Molise
9410
Sicilia
185274
Puglia
143488
Campania
224827
Calabria
68935
9. L'Italia e le sue Regioni
A livello regionale, il quadro relativo all'offerta pubblica
di servizi per l'infanzia è ancora molto disomogeneo: nel
2010 la percentuale di bambini che usufruisce dei
servizi per l'infanzia supera il 25 % in Emilia-Romagna,
Umbria e Valle d'Aosta, mentre non raggiunge il 3% in
Calabria e in Campania.Il divario tre I territori è ben
sintentizzato dal confronto tra I valori assunti al centronord (18,6 per cento) e nel Mezzogiorno (5,3 per cento).
10. Anche se rispetto all'anno base di riferimento si
intravedono alcuni segnali di miglioramento, la quota di
domanda soddisfata è ancora molto limitata rispetto al
potenziale bacino di utenza. Per quanto riguarda il
servizio di asilo nido, tra il 2004 e il 2010 si passa dal
9% dei bambini italiani di 0-2 anni fruitori dell'offerta
pubblica all'11,8% ; al centro-nord I bambini iscritti in
asilo nido sono il 15,7% dei residenti fra 0 e 2 anni,
mentre nel Mezzogiorno sono il 4,4 %. Per I servizi
integrativi/innovativi per l'infanzia, tra il 2004 e il 2010 si
passa dal 2,4 al 2,2 % dei bambini iscritti.
11. Se si considerano anche I bambini che frequentano un
asilo privato tout-court, nel 2011 risultano iscritti agli asili
nido il 18,7% del totale dei bambini da 0 a 2 anni
(indagine multiscopo sulle famiglie – aspetti della vita
quotidiana ). Per effetto della natura campionaria del
dato, considerata anche l'esigua numerosità del
fenomeno, la stima prodotta può variare da un minimo di
16,1% ad un massimo di 21,2%.