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Il presente atlante istologico – patologico è stato realizzato dagli alunni Fortini Erik 4 S
e Sammaritani Eleonora 4 T (anno scolastico 2011-12) nell’ambito di una convenzione
stipulata tra l’Istituto Bassi Burgatti e l’ Istituto Ramazzini Cooperativa Sociale Onlus -
Centro di Ricerca sul Cancro "Cesare Maltoni" di Bentivoglio (BO) .
Firmatari della convenzione sono; per l’Isit Bassi Burgatti il dirigente Mauro Borsarini,
per l’Istituto Ramazzini la dottoressa Fiorella Belpoggi che si è avvalsa della sua equipe
costituita dai dottori Eva Tibaldi, Fabiana Manservisi, Marco Manservigi, Luana De
Angelis
La fase organizzativa è stata curata dal prof. Somenzi Bruno delegato dal dipartimento
di biologia dell’Istituto Bassi Burgatti
Tutte le foto sono originali, realizzate con la supervisione dei ricercatori dell’Istituto
Ramazzini, microscopio e fotocamera digitale sono stati messi a disposizione
dell’Istituto Ramazzini, i preparati istologici sono stati realizzati dagli alunni e dai
ricercatori dell’Istituto Ramazzini che ne è anche il proprietario.
I commenti alle foto sono originali.




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Questa presentazione è stata creata per mostrare ciò che noi abbiamo potuto osservare
durante lo stage all’Istituto di ricerca CRCCM/IR. Durante queste settimane abbiamo potuto
lavorare con i ricercatori dell’istituto, apprendere alcune tecniche pratiche utilizzate nei
laboratori, in particolare abbiamo incluso i tessuti di ratto SD in paraffina e abbiamo studiato
alcuni organi descrivendone le caratteristiche normali e patologiche attraverso fotografie al
microscopio; per le fotografie sono stati scelti questi organi:
- Fegato;
- Ghiandole Mammarie;
- Polmoni;
- Pancreas;
- Reni ;
- Vescica.




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TUMORE: Processo di crescita locale eccessiva, derivato da una proliferazione autonoma
progressiva e afinalistica di alcune cellule dell’organismo.
I tumori si differenziano in benigni e maligni in base a certe caratteristiche: presenza di
capsula esterna, tipo di cellule presenti e architettura del tessuto, grado di
atipia, dimensione e forma cellulare, metastasi, rapporto nucleo/citoplasma, infiltrazione dei
tessuti adiacenti.

TUMORE BENIGNI
I tumori epiteliali benigni, con cellule cubico/cilindriche e nucleo tondeggiante, possono
derivare dall’epidermide (Papilloma squamocellulare) o dalle mucose interne (Polipo
adenomatoso o ghiandolare) oppure derivano da organi solidi parenchimatosi (Adenoma del
polmone, del fegato, della ghiandola mammaria).
I tumori mesenchimali benigni           con cellule a forma affusolata/stellata e nucleo
allungato, derivano da vari tipi di cellule che costituiscono i tessuti
connettivi, muscolari, nervosi, ossei e dei vasi (Es. Leiomioma dell’utero, Lipoma del tessuto
adiposo maturo, Angioma dei vasi sanguigni,                Fibroma del sottocute, Osteoma
dell’osso, Neurinoma dei nervi).



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TUMORI MALIGNI
I tumori epiteliali maligni vengono chiamati Carcinomi, quelli che hanno origine in organi
ghiandolari          parenchimatosi          si    differenziano        in      Adenocarcinomi
(papillari/cistici, solidi/midollari con stroma, mucinosi con cellule producenti muco), mentre
quelli che originano da epitelio pavimentoso si indicano come Carcinomi squamocellulari con
cellule spinose differenziate (cute, cavo orale, Zymbal, prestomaco, cervice uterina).
I tumori mesenchimali maligni del connettivo e dei tessuti di sostegno si chiamano Sarcomi.

DIFFERENZE TUMORI BENIGNI E MALIGNI
-Benigni: viene rispettata la struttura dell’organo, ma è alterato il controllo della crescita
cellulare, le cellule sono più grandi e c’è un’espansione cellulare comprimente il tessuto
circostante, è presente una capsula esterna, la forma delle cellule è regolare ma con scarsa
atipia e rare mitosi, il rapporto nucleo/citoplasma è normale e non vi è metastasi (Es.
Adenoma, Papilloma, Polipo, Fibroma).
-Maligni: si ha la perdita dell’architettura cellulare originaria (distruzione del tessuto
originario), un’alta velocità di crescita, l’infiltrazione dei tessuti circostanti, l’assenza o la
rottura della capsula, l’atipia cellulare con la perdita di forma e funzione rispetto alla cellula
originaria, le mitosi sono frequenti, i nuclei sono ipercromatici con rapporto
nucleo/citoplasma alterato a favore del nucleo e dei nucleoli prominenti, necrosi, ulcere e vi è
la presenza di metastasi (Es. Adenocarcinomi, Carcinomi squamocellulari, Sarcomi).



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Il fegato è una ghiandola che svolge varie funzioni:
-metaboliche: sintesi del glicogeno;
-detossificazione: scarti o farmaci;
-sintesi di proteine;
-secrezione della bile.
L’unità funzionale è il lobulo epatico costituito da lamine di cellule epatiche, gli epatociti, separati da ampi canali vascolari, i sinusoidi. I lobuli
sono circondati da sottili setti di tessuto connettivo non completi. Al centro di ogni lobulo è presente una venula epatica che drena i prodotti
di un singolo lobulo e dal quale gli epatociti si dispongono a raggiera. Ognuno di essi ha confini irregolari ed è delimitato da spazi portali e
scarso tessuto connettivo. Gli epatociti (cellula base del fegato) sono disposti, invece, secondo una tipica struttura detta a «cordone». Queste
due strutture sono separate tramite uno stretto spazio, detto di Disse che drena i vasi linfatici.
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Le patologie osservabili nel fegato di roditori
            (topo e ratto) sono:


STEATOSI (o degenerazione grassa) ;
FOCUS EOSINOFILO ;
ADENOMA EPATOCELLULARE ;
ADENOCARCINOMA EPATOCELLULARE ;
COLANGIOMA ;




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-STEATOSI (o degenerazione grassa):




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E’ una perturbazione nella disposizione e nel metabolismo dei lipidi nel fegato. Negli epatociti si possono notare uno o più vacuoli rotondi ben
definiti di grandezza variabile, inizialmente si hanno goccioline di piccole dimensioni che successivamente si uniscono creando vacuoli via via
sempre più grandi, i quali comprimono il nucleo e il citoplasma degli epatociti verso la periferia.



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-FOCUS EOSINOFILO :




     E’ una proliferazione localizzata di epatociti, fenotipicamente differenti dagli epatociti che costituiscono il parenchima
     normale, in quanto presentano ipertrofia e colorazione distinta.


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-ADENOMA EPATOCELLULARE:




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E’ una neoplasia benigna che interessa gli epatociti, può originarsi da un’Iperplasia che degenera poi in Adenoma. Pur essendo un tumore
benigno può successivamente degenerare in una forma maligna detta Adenocarcinoma. Il tessuto lesionato si presenta in noduli
circondati da tessuto sano, il quale viene compresso verso l’esterno. Si può ben vedere in foto la linea di demarcazione tra nodulo e
parenchima grazie alla disposizione perpendicolare dei cordoni di epatociti tumorali rispetto a quelli del tessuto sano.
Si ha una perdita della normale architettura lobulare, la lesione può essere singola o multipla e a volte circondata da una capsula fibrosa.
Gli epatociti della lesione sono ipertrofici oppure mostrano segni di alterazione degenerativa, come inclusioni e vacuoli (puntini viola
all’interno dei sinusoidi in foto).


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-ADENOCARCINOMA EPATOCELLULARE :




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E’ una neoplasia di tipo maligno che interessa gli epatociti ma, a differenza dell’Adenoma, la zona lesionata non si presenta come un nodulo
ben definito ma continua ad ingrandirsi infiltrando tutto il parenchima epatico. Nella zona lesionata, come si può ben vedere dalla foto a
destra, gli epatociti perdono la loro disposizione a cordoni singoli, formando raggruppamenti di due o più file di epatociti; essi possiedono
,infatti, un elevato indice mitotico.
Il tumore può originarsi in due distinti modi:
-per evoluzione seguendo un percorso continuo che da Focus ipertrofico si sviluppa in Adenoma e quindi in Carcinoma;
-la degenerazione cellulare può risultare immediatamente in trasformazione maligna.

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Nell’Adenocarcinoma epatocellulare la zona
lesionata può avere tre differenti pattern (aspetto
morfologico):
-Trabecolare, composto da epatociti ben
differenziati formanti trabecole pluristratificate;
-Ghiandolare, gli epatociti maligni formano un
singolo strato attorno ad uno spazio centrale
cistico;
-Solido, sono presenti cellule piccole ed
ipercromatiche e strutture vascolari, entrambe
scarsamente differenziate.
All’interno della neoplasia si possono osservare
dotti biliari, aree emorragiche, necrosi e foci di
ematopoiesi. Per esempio, nella foto a lato, è ben
visibile una zona necrotica generata dalla risposta
immunitaria dell’organismo alla neoplasia.
Una malattia spesso associata a questo tumore è la
Steatosi, ben evidente in foto, e la Fibrosi epatica
che in patologia umana viene definita «Cirrosi».




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                                                       12
-COLANGIOMA :




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E’ un tumore benigno dei dotti biliari, generato da una loro iperproliferazione, nella
quale si uniscono e si ingrandiscono andando a costituire un’unica massa
tumorale, nella foto in alto, infatti, si può notare una netta separazione tra il
tessuto sano e la zona dove sono convogliati tutti i dotti.
Questo è un esempio di tumore cistico.
Gli acini sono delimitati da un singolo strato di cellule cuboidali, ben visibile nella
foto in basso a destra.


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GHIANDOLE MAMMARIE




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Queste ghiandole sono presenti sia nel maschio che nella femmina, ma in quest’ultima si sviluppano di più al fine dell’allattamento della
prole. I ratti hanno 12 ghiandole mammarie che iniziano nella zona cervicale e terminano nella zona caudale.
Esse sono sottili e si trovano sotto pelle, ciò spiega la presenza del tessuto muscolare presente in foto. L’unità funzionale è costituita da
acini, immersi nel tessuto adiposo, che secernono (nel ratto femmina) il latte negli appositi vacuoli presenti al loro interno, da qua il latte
passerà in un dotto di media grandezza per poi passare in un dotto più grande dove vengono convogliate le secrezioni di tutti gli acini
terminando nel capezzolo.
Come si può notare in figura (in alto a destra) gli acini sono delimitati da cellule cuboidali e separati tra loro da tessuto fibroso (parte rosa).


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Le patologie osservabili nelle ghiandole
           mammarie di roditori sono:

 IPERPLASIA ;
 ADENOMA ;
 FIBROADENOMA ;
  ADENOCARCINOMA ;

Per le ghiandole mammarie si è evidenziato il loro possibile percorso degenerativo, partendo
dall’iperplasia, passando per gli adenomi e poi arrivare all’Adenocarcinoma.




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-IPERPLASIA :




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Gli acini in foto sono affetti da Iperplasia, si nota bene la
proliferazione cellulare e la tendenza ad organizzarsi in strutture
preadenoma; essi sono secernenti come si può vedere nella foto
a destra, infatti, nei vacuoli è possibile apprezzare le vescicole di
secreto.
Nel tessuto sano sarebbe fisiologica nel periodo di
allattamento, ma se si presenta in modo continuativo non si
tratta più di una risposta ad una necessità dell’organismo, bensì
                                                                        400X
di un Adenoma.
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-ADENOMA :




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 Nella foto a sinistra si può notare il passaggio da Iperplasia ad Adenoma; esso è un tumore benigno derivato da un’Ipertrofia nelle cellule
 neoplastiche.
 Nella foto a destra è ben visibile come l’attività di secrezione nelle cellule sia ad alti livelli, infatti gli acini sono ingranditi e pieni di secreto
 (zona rosa in foto).
 Un altro tumore benigno che può presentarsi dopo un’Iperplasia è il Fibroadenoma.




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-FIBROADENOMA :




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Esso è un tumore benigno dove è presente, oltre al tessuto ghiandolare, una parte di tessuto connettivo fibroso che si presenta con cellule
allungate (fibrociti ben differenziati) che producono una discreta quantità di collagene (parte più rossa in foto).
Gli alveoli sono costituiti da un singolo strato di cellule contenenti vacuoli lipidici, nel lume alveolare può essere presente materiale
secretorio.
Nei tumori più grandi l’aumento di fibre collagene può portare alla costrizione e all’atrofia dell’epitelio ghiandolare, infatti in foto si nota bene
come la zona fibrosa costringa gli alveoli presenti in alto e a sinistra.




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- ADENOCARCINOMA :




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Esso è un tumore maligno dove i lobuli di cellule perdono la loro
organizzazione. Vi è un alta variabilità nel pattern, anche all’interno della
singola lesione (cistico, solido, etc).
L’epitelio è organizzato in strutture tubolari che assomigliano a quelle delle
ghiandole, a volte potrebbero essere presenti cisti di fluido (attività secretoria).
Un indice di elevata malignità si ha quando gli acini si ingrandiscono e gli spazi
interni si riempiono di cellule neoplastiche, staccatesi dalla membrana basale,
che vanno ad originare strutture simili a quelle degli acini, si avrà quindi un
acino dentro ad un altro (vedi foto in altro a destra).


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POLMONI




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Nella prima foto si può osservare una porzione di polmone di ratto SP, si nota la particolare spugnosità del tessuto in quanto è composto da
tante piccole cavità (zone bianche della foto) chiamate alveoli, mentre le cavità più grandi sono bronchioli e vasi polmonari.
I bronchioli (foto in alto a destra) sono vie respiratorie che presentano un diametro inferiore al millimetro e non contengono cartilagine o
ghiandole sottomucose; l’epitelio di cui è costituito è pseudostratificato con cellule ciliate, aventi grandi nuclei, e cellule caliciformi. Molto
spesso i bronchioli sono accompagnati, come nella foto in alto a sinistra, da vasi polmonari di tipo venoso o arterioso (VP).
Gli alveoli sono costituiti da tre elementi: epitelio, connettivo e vasi ematici. Il primo forma un rivestimento continuo ed è costituito da due
tipi di cellule, la maggior parte delle quali sono larghe ed estremamente appiattite (pneumociti di tipo uno), il secondo tipo di
cellule, pneumociti di tipo due, sono, invece, rotondi e con un citoplasma pieno di vacuoli che secernono i surfactanti (tensioattivo che
impedisce il collasso degli alveoli); il tessuto connettivo forma uno strato di supporto mentre i vasi ematici hanno il compito di completare
gli scambi gassosi all’interno dell’alveolo.

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Le patologie osservabili nei polmoni di
               roditore sono:

ADENOMA BRONCO/ALVEOLARE;
ADENOCARCINOMA BRONCO/ALVEOLARE;




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-ADENOMA BRONCO/ALVEOLARE :




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Questo tumore benigno colpisce i pneumociti di tipo due, localizzandosi nella periferia del polmone con la tipica struttura a noduli di piccole
dimensioni; essi son ben delimitati e caratterizzati da un alta densità cellulare dove le cellule neoplastiche sono relativamente uniformi.
L’attività mitotica è rara o assente, occasionalmente il tumore infiltra bronchioli adiacenti.
Sono possibili due pattern:
-Solido, spazio alveolare riempito da cellule neoplastiche con nucleo tondo e abbondante citoplasma granulato o vacuolato, frequentemente
queste zone sono circondate da alveoli delimitati da cellule di tipo due iperplastiche; è presente una scarsa demarcazione tra tumore e
parenchima.
-Papillare, composto maggiormente da strutture papillari circondate da cellule cuboidali con un’architettura regolare ben demarcata dal
tessuto circostante; può essere associato a zone periferiche affette da iperplasia, ma non vi è distruzione o invasione di tessuti adiacenti.
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-ADENOCARCINOMA BRONCO/ALVEOLARE :




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Questo tumore maligno è caratterizzato da una rapida crescita cellulare irregolare scarsamente circoscritta e che si espande fino ad occupare
un intero lobo. Si ha una variabilità nella forma cellulare, un incremento dell’attività mitotica con invasione delle pareti dei bronchioli dei
tessuti interstiziali e della pleura, modificazione dell’architettura e dell’organizzazione delle cellule tumorali che varia da regione a regione.
Anch’esso, come l’Adenoma, può originarsi da pneumociti di tipo due.
In questa foto il pattern è di tipo papillare: presenza di cellule cuboidali e colonnari o pleomorfiche che formano strutture papillari
supportate da tessuto connettivo.




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PANCREAS




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Il pancreas è una ghiandola ricca di lobuli, rivestita da uno strato di connettivo che fa penetrare dei setti tra essi.
E’ una ghiandola con funzione sia esocrina che endocrina. Il pancreas esocrino, che costituisce gran parte dell’organo, ha la funzione di
secernere il succo pancreatico contenente enzimi digestivi; mentre quello endocrino, costituito dalle isole di Langerhans, secerne insulina e
glucagone, ormoni che regolano la quantità di glucosio presente nel sangue (indice glicemico).
 La componente esocrina è formata da acini secretori che drenano principalmente nel dotto pancreatico principale. Ogni acino è costituito
da un aggregato di cellule secretorie piramidali, che drenano nei dotti intercalari (vedi foto a destra), essi poi confluiscono nei dotti
interlobulari. I dotti sono rivestiti da un epitelio cubico semplice che diventa stratificato all’aumentare delle loro dimensioni.
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La componente endocrina è costituita da aggregati di tessuto endocrino, detti «isole di Langerhans», di dimensioni diverse e più numerosi
nella coda del pancreas. Sono costituite da differenti tipi cellulari, ognuno dei quali è responsabile della sintesi di uno specifico ormone
peptidico (principalmente insulina e glucagone).
Le isole di Langerhans sono formate da aggregati di cellule secernenti (anche tremila) irrorate da numerosi capillari; una sottile capsula
reticolare circonda ogni isola. Le cellule endocrine sono piccole e con un citoplasma debolmente colorato, ciò rappresenta l’abbondanza di
reticolo endoplasmatico rugoso che secerne una grande quantità di proteine.
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Le patologie osservabili nel pancreas di
                 roditore sono:

   ADENOMA ESOCRINO;
   ADENOMA ENDOCRINO;
   ADENOCARCINOMA ESOCRINO;
   ADENOCARCINOMA ENDOCRINO;
   ADENOMA MISTO ACINARE/ISOLE DI LANGERHANS;




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-ADENOMA ESOCRINO :




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L’adenoma è un tumore benigno che si presenta sottoforma di
noduli: i tumori più piccoli sono generalmente costituiti da una
singola massa, mentre quelli più estesi sono di tipo
multinodulare. Le cellule degli acini sono organizzate in strutture
tubulari ramificate e mantengono un alto livello di
differenziazione; generalmente all’interno di un adenoma sono
presenti dotti, ma non le isole di Langerhans.
                                                                      200x

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-ADENOMA ENDOCRINO :




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                             E’ un adenoma che colpisce le isole di Langerhans, generalmente si
                             presenta sottoforma di singoli noduli ben circoscritti, che possono
                             comprimere il tessuto acinare adiacente. Alcuni adenomi non capsulati
                             incorporano gruppi di cellule acinari che si trovano vicino alla sua
                             periferia. A volte le cellule possono essere organizzate in strutture a
                             cordoni separate da tessuto fibrovascolare oppure in solidi
                       25x   raggruppamenti.



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In figura è possibile apprezzare la transizione del tumore da
benigno a maligno, ovvero da Adenoma ad
Adenocarcinoma.
La neoplasia tenta di «sfondare» la capsula, infiltrandosi nel
parenchima circostante, si possono notare le aree di
atipia, ovvero zone con modificazione cellulare.




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-ADENOCARCINOMA ESOCRINO :




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Generalmente è costituito da cellule acinari ben differenziate, la perdita
della struttura degli acini e il pattern di crescita eterogenea sono criteri per
distinguere l’Adenocarcinoma dall’Adenoma.
Nella foto in basso a destra si nota come le cellule siano disordinate e come
gli acini abbiano perso la loro organizzazione.
Nella foto in alto a sinistra si apprezza, invece, una metastasi, ovvero un
distaccamento del tumore originario che si è infiltrato in una zona di tessuto
ancora sano.

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-ADENOCARCINOMA ENDOCRINO :




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L’Adenocarcinoma delle isole di Langerhans è simile alla sua
controparte benigna, ma il pattern di crescita è molto più
variegato. La presenza di metastasi è molto rara.
Esso è caratterizzato dall’espansione del tumore al di fuori della
capsula primitiva e quindi all’invasione di tutto l’organo.



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-ADENOMA MISTO ACINARE/ISOLE DI LANGERHANS :




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E’ un tumore molto raro, nel quale la neoplasia coinvolge sia il
tessuto esocrino che quello endocrino; le cellule acinari sono
generalmente ingrandite e con un alto contenuto di citoplasma
basofilico.
Nella foto in alto a destra si osserva chiaramente che le cellule
acinari esocrine sono quelle più grandi e scure, mentre le altre più
chiare sono quelle delle isole di Langerhans.
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RENE




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E’ l’organo principale del sistema urinario ed è costituito da due
regioni: quella corticale, più esterna, e quella midollare, più interna.
Nella zona corticale sono presenti i corpuscoli renali e i tubuli che
convergono verso il loro apice formando una struttura piramidale che
sbocca nella pelvi.
I corpuscoli renali appaiono come dense strutture rotonde, i
glomeruli, circondati da stretti spazi detti di «Bowman». Essi filtrano il
sangue e il filtrato passa successivamente in una serie di tubuli
(prossimale, distale, ansa di Henle e dotto collettore) per poi
confluire nella pelvi.                                                       200x


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              Nella foto in basso a sinistra sono ben visibili i corpuscoli renali.
              L’arteriola renale afferente penetra la capsula di Bowman ramificandosi e
              formando il glomerulo. I capillari sono sostenuti da tessuto connettivo
              specializzato, il mesangio, composto di materiale simile a quello delle
              membrane basali. Le cellule mesangiali sono incluse all’interno del
              mesangio mentre il lume dei capillari è delimitato da cellule endoteliali, la
              capsula di Bowman è rivestita, invece, da cellule pavimentose. I tubuli
              adiacenti ai glomeruli, invece, sono i contorti prossimali e distali.
              Nelle altre foto si ha invece un dettaglio dei tubuli renali, in particolare
              dell’ansa di Henle, costituita da varie parti. L’ansa si origina dal tubulo
              prossimale, scende nella zona midollare formando, appunto, un’ansa per
              poi risalire fino ad arrivare al tubulo distale.
              L’ansa di Henle è costituita, nei suoi vari tratti, da diversi tipi di tessuti
              epiteliali: pavimentoso semplice nella zona discendente, cubico nella zona
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              ascendente e colonnare nei dotti collettori.
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Nella foto in alto a sinistra si ha una panoramica della papilla renale, dei
tubuli e dei dotti collettori che vi confluiscono, mentre nella foto in alto a         100x
destra si ha un particolare della papilla renale.
Il tubulo collettore si origina dalla parte terminale del tubulo contorto distale,
parecchi tubuli confluiscono in un unico dotto collettore che
progressivamente si unisce ad altri dotti per formare i dotti del Bellini. I tubuli
collettori sono rivestiti da epitelio cubico semplice e costituiti da due tipi di
cellule: le principali e le intercalate.
La papilla renale forma l’apice della piramide midollare e confluisce nello
spazio pelvi-caliceale; i dotti di Bellini confluiscono qui per scaricare l’urina in
questo spazio.
Nella foto in basso si può osservare l’epitelio di transizione, detto «Urotelio»,
rinvenibile nei canali di conduzione dell’apparato urinario. E’ costituito da un
numero variabile di strati, da tre a sei; le cellule dello strato basale sono
compatte e di forma cubica, quelle intermedie sono più poligonali, mentre
quelle di superficie vengono dette ad «ombrello», che permettono di
mantenere l’epitelio impermeabile all’urina.                                                  200x
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Le patologie osservabili nei reni di roditore
                  sono:

   MINERALIZZAZIONE DELLE PELVI;
   DEGENERAZIONE CISTICA ;
   ADENOMA DEI TUBULI ;
   ADENOCARCINOMA ;
   LIPOMA ;
   LIPOSARCOMA ;




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-MINERALIZZAZIONE DELLA PELVI :                                             -DEGENERAZIONE CISTICA :




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 Nella foto è rappresentato un fenomeno di mineralizzazione                E’ una degenerazione dei tubuli renali all’interno dei quali si
 situato all’interno dei dotti di Bellini nell’apice renale, le zone più   accumula materiale proteico formando la struttura visibile in foto
 scure sono le mineralizzazioni, ovvero precipitati di vari sali           detta a «cilindri ialini». Non è un tumore, ma una degenerazione
 presenti nell’urina (Calcoli renali).                                     tipica di organismi in età avanzata che può però essere associata a
                                                                           neoplasia.
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-ADENOMA DEI TUBULI :




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E’ costituito da una massa di cellule epiteliali di piccole dimensioni e ben circoscritta, può originarsi da una degenerazione ed è costituita da una
compattazione dei tubuli renali. Possono essere presenti piccole emorragie, aree necrotiche e infiltrazioni nel parenchima circostante. Nella foto
in alto a destra si può notare la grande proliferazione cellulare e la compattazione dei tubuli.




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Questa foto rappresenta la transizione della neoplasia da
Adenoma ad Adenocarcinoma, si ha un tumore
«borderline» in cui è ben visibile un’infiltrazione del
tumore nel parenchima che sta passando da benigno a
maligno.
Si può ben vedere come una zona circoscritta nodulare
abbia rotto la capsula dalla quale era avvolta e come si stia
infiltrando nel tessuto adiacente della zona pelvica.




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-ADENOCARCINOMA :




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L’Adenocarcinoma dei tubuli renali si differenzia dall’Adenoma in quanto
è generalmente più esteso, più vascolarizzato e con atipia cellulare.
Emorragie ed aree necrotiche sono tipiche di questo tipo di tumore.
Nella prima foto si vede la zona di tessuto sano affiancata al tessuto
malato con grande presenza di aree necrotiche, delle quali si può
vedere un dettaglio molto evidente nella foto affianco.                    200x




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- LIPOMA :




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                                                                                                                                            200x




Nella foto a sinistra si osserva un lipoma, ovvero un tumore benigno che interessa il tessuto adiposo, in questo caso presente all’interno di un
rene. I tumori del tessuto adiposo sono meno comuni di quelli epiteliali e colpiscono maggiormente i ratti in età avanzata. I lipomi di piccole
dimensioni sono presenti nella zona midollare, mentre quelli più grandi sono presenti nelle zone più profonde della zona midollare oppure
possono estendersi in quella corticale.
Nella foto a destra si vede come all’interno del citoplasma le goccioline lipidiche comprimano il nucleo della cellula formando una struttura che
prende il nome di «ring cells» (cellula ad anello) in quanto il nucleo si trova schiacciato dalla cisti lipidica alla periferia della cellula.



                                                                                                                                       41
- LIPOSARCOMA :




                                                          25x
                                                                                         200x




E’ un tumore di tipo maligno dei lipociti e non dei tubuli renali.
Nella prima foto si può notare la zona di tessuto sano a sinistra e la zona di tessuto
malato a destra, con un’evidenziazione della zona di transizione ingrandita nella foto
in alto a destra.
In un Liposarcoma il citoplasma delle cellule è quasi assente in quanto viene
occupato dai lipociti e i nuclei vengono schiacciati.
Si sviluppa da un Lipoma e può raggiungere anche il peritoneo (membrana che
avvolge tutta la cavità addominale) in quanto esso è lipofilo.



                                                                                         400x

                                                                                         42
VESCICA




                                                            25x


                                                                                                                                                  200x




La vescica è la struttura atta a raccogliere l’urina che vi confluisce dai reni.
La parete della vescica è costituita da tre strati formati da muscolatura liscia e da fibre elastiche che si detraggono durante la minzione. L’epitelio
di transizione che riveste la vescica si introflette in numerose pieghe; lo strato esterno avventiziale contiene arterie, vene e vasi linfatici.




                                                                                                                                             43
- PAPILLOMA :




                                                                   25x



E’ un tumore benigno che colpisce il tessuto epiteliale di transizione che
riveste la vescica.
Nella foto in alto a destra si ha un dettaglio del Papilloma dove il tessuto
epiteliale forma multistrati di cellule oltre a creare la grande
estroflessione evidente nella foto a sinistra.
Il tumore forma delle estroflessioni (papille) costituite internamente da
tessuto fibrovascolare circondate da tessuto epiteliale stratificato.
                                                                                200x




                                                                               44
GRAZIE PER L’ATTENZIONE




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Casi di Patologie più frequenti nei ratti Sprague-Dawley

  • 1. 1
  • 2. Il presente atlante istologico – patologico è stato realizzato dagli alunni Fortini Erik 4 S e Sammaritani Eleonora 4 T (anno scolastico 2011-12) nell’ambito di una convenzione stipulata tra l’Istituto Bassi Burgatti e l’ Istituto Ramazzini Cooperativa Sociale Onlus - Centro di Ricerca sul Cancro "Cesare Maltoni" di Bentivoglio (BO) . Firmatari della convenzione sono; per l’Isit Bassi Burgatti il dirigente Mauro Borsarini, per l’Istituto Ramazzini la dottoressa Fiorella Belpoggi che si è avvalsa della sua equipe costituita dai dottori Eva Tibaldi, Fabiana Manservisi, Marco Manservigi, Luana De Angelis La fase organizzativa è stata curata dal prof. Somenzi Bruno delegato dal dipartimento di biologia dell’Istituto Bassi Burgatti Tutte le foto sono originali, realizzate con la supervisione dei ricercatori dell’Istituto Ramazzini, microscopio e fotocamera digitale sono stati messi a disposizione dell’Istituto Ramazzini, i preparati istologici sono stati realizzati dagli alunni e dai ricercatori dell’Istituto Ramazzini che ne è anche il proprietario. I commenti alle foto sono originali. 2
  • 3. Questa presentazione è stata creata per mostrare ciò che noi abbiamo potuto osservare durante lo stage all’Istituto di ricerca CRCCM/IR. Durante queste settimane abbiamo potuto lavorare con i ricercatori dell’istituto, apprendere alcune tecniche pratiche utilizzate nei laboratori, in particolare abbiamo incluso i tessuti di ratto SD in paraffina e abbiamo studiato alcuni organi descrivendone le caratteristiche normali e patologiche attraverso fotografie al microscopio; per le fotografie sono stati scelti questi organi: - Fegato; - Ghiandole Mammarie; - Polmoni; - Pancreas; - Reni ; - Vescica. 3
  • 4. TUMORE: Processo di crescita locale eccessiva, derivato da una proliferazione autonoma progressiva e afinalistica di alcune cellule dell’organismo. I tumori si differenziano in benigni e maligni in base a certe caratteristiche: presenza di capsula esterna, tipo di cellule presenti e architettura del tessuto, grado di atipia, dimensione e forma cellulare, metastasi, rapporto nucleo/citoplasma, infiltrazione dei tessuti adiacenti. TUMORE BENIGNI I tumori epiteliali benigni, con cellule cubico/cilindriche e nucleo tondeggiante, possono derivare dall’epidermide (Papilloma squamocellulare) o dalle mucose interne (Polipo adenomatoso o ghiandolare) oppure derivano da organi solidi parenchimatosi (Adenoma del polmone, del fegato, della ghiandola mammaria). I tumori mesenchimali benigni con cellule a forma affusolata/stellata e nucleo allungato, derivano da vari tipi di cellule che costituiscono i tessuti connettivi, muscolari, nervosi, ossei e dei vasi (Es. Leiomioma dell’utero, Lipoma del tessuto adiposo maturo, Angioma dei vasi sanguigni, Fibroma del sottocute, Osteoma dell’osso, Neurinoma dei nervi). 4
  • 5. TUMORI MALIGNI I tumori epiteliali maligni vengono chiamati Carcinomi, quelli che hanno origine in organi ghiandolari parenchimatosi si differenziano in Adenocarcinomi (papillari/cistici, solidi/midollari con stroma, mucinosi con cellule producenti muco), mentre quelli che originano da epitelio pavimentoso si indicano come Carcinomi squamocellulari con cellule spinose differenziate (cute, cavo orale, Zymbal, prestomaco, cervice uterina). I tumori mesenchimali maligni del connettivo e dei tessuti di sostegno si chiamano Sarcomi. DIFFERENZE TUMORI BENIGNI E MALIGNI -Benigni: viene rispettata la struttura dell’organo, ma è alterato il controllo della crescita cellulare, le cellule sono più grandi e c’è un’espansione cellulare comprimente il tessuto circostante, è presente una capsula esterna, la forma delle cellule è regolare ma con scarsa atipia e rare mitosi, il rapporto nucleo/citoplasma è normale e non vi è metastasi (Es. Adenoma, Papilloma, Polipo, Fibroma). -Maligni: si ha la perdita dell’architettura cellulare originaria (distruzione del tessuto originario), un’alta velocità di crescita, l’infiltrazione dei tessuti circostanti, l’assenza o la rottura della capsula, l’atipia cellulare con la perdita di forma e funzione rispetto alla cellula originaria, le mitosi sono frequenti, i nuclei sono ipercromatici con rapporto nucleo/citoplasma alterato a favore del nucleo e dei nucleoli prominenti, necrosi, ulcere e vi è la presenza di metastasi (Es. Adenocarcinomi, Carcinomi squamocellulari, Sarcomi). 5
  • 6. 25x 200 x Il fegato è una ghiandola che svolge varie funzioni: -metaboliche: sintesi del glicogeno; -detossificazione: scarti o farmaci; -sintesi di proteine; -secrezione della bile. L’unità funzionale è il lobulo epatico costituito da lamine di cellule epatiche, gli epatociti, separati da ampi canali vascolari, i sinusoidi. I lobuli sono circondati da sottili setti di tessuto connettivo non completi. Al centro di ogni lobulo è presente una venula epatica che drena i prodotti di un singolo lobulo e dal quale gli epatociti si dispongono a raggiera. Ognuno di essi ha confini irregolari ed è delimitato da spazi portali e scarso tessuto connettivo. Gli epatociti (cellula base del fegato) sono disposti, invece, secondo una tipica struttura detta a «cordone». Queste due strutture sono separate tramite uno stretto spazio, detto di Disse che drena i vasi linfatici. 6
  • 7. Le patologie osservabili nel fegato di roditori (topo e ratto) sono: STEATOSI (o degenerazione grassa) ; FOCUS EOSINOFILO ; ADENOMA EPATOCELLULARE ; ADENOCARCINOMA EPATOCELLULARE ; COLANGIOMA ; 7
  • 8. -STEATOSI (o degenerazione grassa): 25x 200x E’ una perturbazione nella disposizione e nel metabolismo dei lipidi nel fegato. Negli epatociti si possono notare uno o più vacuoli rotondi ben definiti di grandezza variabile, inizialmente si hanno goccioline di piccole dimensioni che successivamente si uniscono creando vacuoli via via sempre più grandi, i quali comprimono il nucleo e il citoplasma degli epatociti verso la periferia. 8
  • 9. -FOCUS EOSINOFILO : E’ una proliferazione localizzata di epatociti, fenotipicamente differenti dagli epatociti che costituiscono il parenchima normale, in quanto presentano ipertrofia e colorazione distinta. 9
  • 10. -ADENOMA EPATOCELLULARE: 100x 400x E’ una neoplasia benigna che interessa gli epatociti, può originarsi da un’Iperplasia che degenera poi in Adenoma. Pur essendo un tumore benigno può successivamente degenerare in una forma maligna detta Adenocarcinoma. Il tessuto lesionato si presenta in noduli circondati da tessuto sano, il quale viene compresso verso l’esterno. Si può ben vedere in foto la linea di demarcazione tra nodulo e parenchima grazie alla disposizione perpendicolare dei cordoni di epatociti tumorali rispetto a quelli del tessuto sano. Si ha una perdita della normale architettura lobulare, la lesione può essere singola o multipla e a volte circondata da una capsula fibrosa. Gli epatociti della lesione sono ipertrofici oppure mostrano segni di alterazione degenerativa, come inclusioni e vacuoli (puntini viola all’interno dei sinusoidi in foto). 10
  • 11. -ADENOCARCINOMA EPATOCELLULARE : 25x 200x E’ una neoplasia di tipo maligno che interessa gli epatociti ma, a differenza dell’Adenoma, la zona lesionata non si presenta come un nodulo ben definito ma continua ad ingrandirsi infiltrando tutto il parenchima epatico. Nella zona lesionata, come si può ben vedere dalla foto a destra, gli epatociti perdono la loro disposizione a cordoni singoli, formando raggruppamenti di due o più file di epatociti; essi possiedono ,infatti, un elevato indice mitotico. Il tumore può originarsi in due distinti modi: -per evoluzione seguendo un percorso continuo che da Focus ipertrofico si sviluppa in Adenoma e quindi in Carcinoma; -la degenerazione cellulare può risultare immediatamente in trasformazione maligna. 11
  • 12. Nell’Adenocarcinoma epatocellulare la zona lesionata può avere tre differenti pattern (aspetto morfologico): -Trabecolare, composto da epatociti ben differenziati formanti trabecole pluristratificate; -Ghiandolare, gli epatociti maligni formano un singolo strato attorno ad uno spazio centrale cistico; -Solido, sono presenti cellule piccole ed ipercromatiche e strutture vascolari, entrambe scarsamente differenziate. All’interno della neoplasia si possono osservare dotti biliari, aree emorragiche, necrosi e foci di ematopoiesi. Per esempio, nella foto a lato, è ben visibile una zona necrotica generata dalla risposta immunitaria dell’organismo alla neoplasia. Una malattia spesso associata a questo tumore è la Steatosi, ben evidente in foto, e la Fibrosi epatica che in patologia umana viene definita «Cirrosi». 200x 12
  • 13. -COLANGIOMA : 25x 100x E’ un tumore benigno dei dotti biliari, generato da una loro iperproliferazione, nella quale si uniscono e si ingrandiscono andando a costituire un’unica massa tumorale, nella foto in alto, infatti, si può notare una netta separazione tra il tessuto sano e la zona dove sono convogliati tutti i dotti. Questo è un esempio di tumore cistico. Gli acini sono delimitati da un singolo strato di cellule cuboidali, ben visibile nella foto in basso a destra. 400x 13
  • 14. GHIANDOLE MAMMARIE 100X 400X Queste ghiandole sono presenti sia nel maschio che nella femmina, ma in quest’ultima si sviluppano di più al fine dell’allattamento della prole. I ratti hanno 12 ghiandole mammarie che iniziano nella zona cervicale e terminano nella zona caudale. Esse sono sottili e si trovano sotto pelle, ciò spiega la presenza del tessuto muscolare presente in foto. L’unità funzionale è costituita da acini, immersi nel tessuto adiposo, che secernono (nel ratto femmina) il latte negli appositi vacuoli presenti al loro interno, da qua il latte passerà in un dotto di media grandezza per poi passare in un dotto più grande dove vengono convogliate le secrezioni di tutti gli acini terminando nel capezzolo. Come si può notare in figura (in alto a destra) gli acini sono delimitati da cellule cuboidali e separati tra loro da tessuto fibroso (parte rosa). 14
  • 15. Le patologie osservabili nelle ghiandole mammarie di roditori sono: IPERPLASIA ; ADENOMA ; FIBROADENOMA ;  ADENOCARCINOMA ; Per le ghiandole mammarie si è evidenziato il loro possibile percorso degenerativo, partendo dall’iperplasia, passando per gli adenomi e poi arrivare all’Adenocarcinoma. 15
  • 16. -IPERPLASIA : 100X Gli acini in foto sono affetti da Iperplasia, si nota bene la proliferazione cellulare e la tendenza ad organizzarsi in strutture preadenoma; essi sono secernenti come si può vedere nella foto a destra, infatti, nei vacuoli è possibile apprezzare le vescicole di secreto. Nel tessuto sano sarebbe fisiologica nel periodo di allattamento, ma se si presenta in modo continuativo non si tratta più di una risposta ad una necessità dell’organismo, bensì 400X di un Adenoma. 16
  • 17. -ADENOMA : 25X 100X Nella foto a sinistra si può notare il passaggio da Iperplasia ad Adenoma; esso è un tumore benigno derivato da un’Ipertrofia nelle cellule neoplastiche. Nella foto a destra è ben visibile come l’attività di secrezione nelle cellule sia ad alti livelli, infatti gli acini sono ingranditi e pieni di secreto (zona rosa in foto). Un altro tumore benigno che può presentarsi dopo un’Iperplasia è il Fibroadenoma. 17
  • 18. -FIBROADENOMA : 100X 200X Esso è un tumore benigno dove è presente, oltre al tessuto ghiandolare, una parte di tessuto connettivo fibroso che si presenta con cellule allungate (fibrociti ben differenziati) che producono una discreta quantità di collagene (parte più rossa in foto). Gli alveoli sono costituiti da un singolo strato di cellule contenenti vacuoli lipidici, nel lume alveolare può essere presente materiale secretorio. Nei tumori più grandi l’aumento di fibre collagene può portare alla costrizione e all’atrofia dell’epitelio ghiandolare, infatti in foto si nota bene come la zona fibrosa costringa gli alveoli presenti in alto e a sinistra. 18
  • 19. - ADENOCARCINOMA : 25X 100X Esso è un tumore maligno dove i lobuli di cellule perdono la loro organizzazione. Vi è un alta variabilità nel pattern, anche all’interno della singola lesione (cistico, solido, etc). L’epitelio è organizzato in strutture tubolari che assomigliano a quelle delle ghiandole, a volte potrebbero essere presenti cisti di fluido (attività secretoria). Un indice di elevata malignità si ha quando gli acini si ingrandiscono e gli spazi interni si riempiono di cellule neoplastiche, staccatesi dalla membrana basale, che vanno ad originare strutture simili a quelle degli acini, si avrà quindi un acino dentro ad un altro (vedi foto in altro a destra). 400x 19
  • 20. POLMONI VP 25x 100x Nella prima foto si può osservare una porzione di polmone di ratto SP, si nota la particolare spugnosità del tessuto in quanto è composto da tante piccole cavità (zone bianche della foto) chiamate alveoli, mentre le cavità più grandi sono bronchioli e vasi polmonari. I bronchioli (foto in alto a destra) sono vie respiratorie che presentano un diametro inferiore al millimetro e non contengono cartilagine o ghiandole sottomucose; l’epitelio di cui è costituito è pseudostratificato con cellule ciliate, aventi grandi nuclei, e cellule caliciformi. Molto spesso i bronchioli sono accompagnati, come nella foto in alto a sinistra, da vasi polmonari di tipo venoso o arterioso (VP). Gli alveoli sono costituiti da tre elementi: epitelio, connettivo e vasi ematici. Il primo forma un rivestimento continuo ed è costituito da due tipi di cellule, la maggior parte delle quali sono larghe ed estremamente appiattite (pneumociti di tipo uno), il secondo tipo di cellule, pneumociti di tipo due, sono, invece, rotondi e con un citoplasma pieno di vacuoli che secernono i surfactanti (tensioattivo che impedisce il collasso degli alveoli); il tessuto connettivo forma uno strato di supporto mentre i vasi ematici hanno il compito di completare gli scambi gassosi all’interno dell’alveolo. 20
  • 21. Le patologie osservabili nei polmoni di roditore sono: ADENOMA BRONCO/ALVEOLARE; ADENOCARCINOMA BRONCO/ALVEOLARE; 21
  • 22. -ADENOMA BRONCO/ALVEOLARE : 25x 200x Questo tumore benigno colpisce i pneumociti di tipo due, localizzandosi nella periferia del polmone con la tipica struttura a noduli di piccole dimensioni; essi son ben delimitati e caratterizzati da un alta densità cellulare dove le cellule neoplastiche sono relativamente uniformi. L’attività mitotica è rara o assente, occasionalmente il tumore infiltra bronchioli adiacenti. Sono possibili due pattern: -Solido, spazio alveolare riempito da cellule neoplastiche con nucleo tondo e abbondante citoplasma granulato o vacuolato, frequentemente queste zone sono circondate da alveoli delimitati da cellule di tipo due iperplastiche; è presente una scarsa demarcazione tra tumore e parenchima. -Papillare, composto maggiormente da strutture papillari circondate da cellule cuboidali con un’architettura regolare ben demarcata dal tessuto circostante; può essere associato a zone periferiche affette da iperplasia, ma non vi è distruzione o invasione di tessuti adiacenti. 22
  • 23. -ADENOCARCINOMA BRONCO/ALVEOLARE : 25x 200x Questo tumore maligno è caratterizzato da una rapida crescita cellulare irregolare scarsamente circoscritta e che si espande fino ad occupare un intero lobo. Si ha una variabilità nella forma cellulare, un incremento dell’attività mitotica con invasione delle pareti dei bronchioli dei tessuti interstiziali e della pleura, modificazione dell’architettura e dell’organizzazione delle cellule tumorali che varia da regione a regione. Anch’esso, come l’Adenoma, può originarsi da pneumociti di tipo due. In questa foto il pattern è di tipo papillare: presenza di cellule cuboidali e colonnari o pleomorfiche che formano strutture papillari supportate da tessuto connettivo. 23
  • 24. PANCREAS 25x 200x Il pancreas è una ghiandola ricca di lobuli, rivestita da uno strato di connettivo che fa penetrare dei setti tra essi. E’ una ghiandola con funzione sia esocrina che endocrina. Il pancreas esocrino, che costituisce gran parte dell’organo, ha la funzione di secernere il succo pancreatico contenente enzimi digestivi; mentre quello endocrino, costituito dalle isole di Langerhans, secerne insulina e glucagone, ormoni che regolano la quantità di glucosio presente nel sangue (indice glicemico). La componente esocrina è formata da acini secretori che drenano principalmente nel dotto pancreatico principale. Ogni acino è costituito da un aggregato di cellule secretorie piramidali, che drenano nei dotti intercalari (vedi foto a destra), essi poi confluiscono nei dotti interlobulari. I dotti sono rivestiti da un epitelio cubico semplice che diventa stratificato all’aumentare delle loro dimensioni. 24
  • 25. 200x 100x La componente endocrina è costituita da aggregati di tessuto endocrino, detti «isole di Langerhans», di dimensioni diverse e più numerosi nella coda del pancreas. Sono costituite da differenti tipi cellulari, ognuno dei quali è responsabile della sintesi di uno specifico ormone peptidico (principalmente insulina e glucagone). Le isole di Langerhans sono formate da aggregati di cellule secernenti (anche tremila) irrorate da numerosi capillari; una sottile capsula reticolare circonda ogni isola. Le cellule endocrine sono piccole e con un citoplasma debolmente colorato, ciò rappresenta l’abbondanza di reticolo endoplasmatico rugoso che secerne una grande quantità di proteine. 25
  • 26. Le patologie osservabili nel pancreas di roditore sono:  ADENOMA ESOCRINO;  ADENOMA ENDOCRINO;  ADENOCARCINOMA ESOCRINO;  ADENOCARCINOMA ENDOCRINO;  ADENOMA MISTO ACINARE/ISOLE DI LANGERHANS; 26
  • 27. -ADENOMA ESOCRINO : 25x L’adenoma è un tumore benigno che si presenta sottoforma di noduli: i tumori più piccoli sono generalmente costituiti da una singola massa, mentre quelli più estesi sono di tipo multinodulare. Le cellule degli acini sono organizzate in strutture tubulari ramificate e mantengono un alto livello di differenziazione; generalmente all’interno di un adenoma sono presenti dotti, ma non le isole di Langerhans. 200x 27
  • 28. -ADENOMA ENDOCRINO : 200x E’ un adenoma che colpisce le isole di Langerhans, generalmente si presenta sottoforma di singoli noduli ben circoscritti, che possono comprimere il tessuto acinare adiacente. Alcuni adenomi non capsulati incorporano gruppi di cellule acinari che si trovano vicino alla sua periferia. A volte le cellule possono essere organizzate in strutture a cordoni separate da tessuto fibrovascolare oppure in solidi 25x raggruppamenti. 28
  • 29. In figura è possibile apprezzare la transizione del tumore da benigno a maligno, ovvero da Adenoma ad Adenocarcinoma. La neoplasia tenta di «sfondare» la capsula, infiltrandosi nel parenchima circostante, si possono notare le aree di atipia, ovvero zone con modificazione cellulare. 100x 29
  • 30. -ADENOCARCINOMA ESOCRINO : 25x 25x Generalmente è costituito da cellule acinari ben differenziate, la perdita della struttura degli acini e il pattern di crescita eterogenea sono criteri per distinguere l’Adenocarcinoma dall’Adenoma. Nella foto in basso a destra si nota come le cellule siano disordinate e come gli acini abbiano perso la loro organizzazione. Nella foto in alto a sinistra si apprezza, invece, una metastasi, ovvero un distaccamento del tumore originario che si è infiltrato in una zona di tessuto ancora sano. 400x 30
  • 31. -ADENOCARCINOMA ENDOCRINO : 25x L’Adenocarcinoma delle isole di Langerhans è simile alla sua controparte benigna, ma il pattern di crescita è molto più variegato. La presenza di metastasi è molto rara. Esso è caratterizzato dall’espansione del tumore al di fuori della capsula primitiva e quindi all’invasione di tutto l’organo. 400x 31
  • 32. -ADENOMA MISTO ACINARE/ISOLE DI LANGERHANS : 25x E’ un tumore molto raro, nel quale la neoplasia coinvolge sia il tessuto esocrino che quello endocrino; le cellule acinari sono generalmente ingrandite e con un alto contenuto di citoplasma basofilico. Nella foto in alto a destra si osserva chiaramente che le cellule acinari esocrine sono quelle più grandi e scure, mentre le altre più chiare sono quelle delle isole di Langerhans. 200x 32
  • 33. RENE 25x E’ l’organo principale del sistema urinario ed è costituito da due regioni: quella corticale, più esterna, e quella midollare, più interna. Nella zona corticale sono presenti i corpuscoli renali e i tubuli che convergono verso il loro apice formando una struttura piramidale che sbocca nella pelvi. I corpuscoli renali appaiono come dense strutture rotonde, i glomeruli, circondati da stretti spazi detti di «Bowman». Essi filtrano il sangue e il filtrato passa successivamente in una serie di tubuli (prossimale, distale, ansa di Henle e dotto collettore) per poi confluire nella pelvi. 200x 33
  • 34. 200x 25x 400x Nella foto in basso a sinistra sono ben visibili i corpuscoli renali. L’arteriola renale afferente penetra la capsula di Bowman ramificandosi e formando il glomerulo. I capillari sono sostenuti da tessuto connettivo specializzato, il mesangio, composto di materiale simile a quello delle membrane basali. Le cellule mesangiali sono incluse all’interno del mesangio mentre il lume dei capillari è delimitato da cellule endoteliali, la capsula di Bowman è rivestita, invece, da cellule pavimentose. I tubuli adiacenti ai glomeruli, invece, sono i contorti prossimali e distali. Nelle altre foto si ha invece un dettaglio dei tubuli renali, in particolare dell’ansa di Henle, costituita da varie parti. L’ansa si origina dal tubulo prossimale, scende nella zona midollare formando, appunto, un’ansa per poi risalire fino ad arrivare al tubulo distale. L’ansa di Henle è costituita, nei suoi vari tratti, da diversi tipi di tessuti epiteliali: pavimentoso semplice nella zona discendente, cubico nella zona 400x ascendente e colonnare nei dotti collettori. 34
  • 35. 25x Nella foto in alto a sinistra si ha una panoramica della papilla renale, dei tubuli e dei dotti collettori che vi confluiscono, mentre nella foto in alto a 100x destra si ha un particolare della papilla renale. Il tubulo collettore si origina dalla parte terminale del tubulo contorto distale, parecchi tubuli confluiscono in un unico dotto collettore che progressivamente si unisce ad altri dotti per formare i dotti del Bellini. I tubuli collettori sono rivestiti da epitelio cubico semplice e costituiti da due tipi di cellule: le principali e le intercalate. La papilla renale forma l’apice della piramide midollare e confluisce nello spazio pelvi-caliceale; i dotti di Bellini confluiscono qui per scaricare l’urina in questo spazio. Nella foto in basso si può osservare l’epitelio di transizione, detto «Urotelio», rinvenibile nei canali di conduzione dell’apparato urinario. E’ costituito da un numero variabile di strati, da tre a sei; le cellule dello strato basale sono compatte e di forma cubica, quelle intermedie sono più poligonali, mentre quelle di superficie vengono dette ad «ombrello», che permettono di mantenere l’epitelio impermeabile all’urina. 200x 35
  • 36. Le patologie osservabili nei reni di roditore sono:  MINERALIZZAZIONE DELLE PELVI;  DEGENERAZIONE CISTICA ;  ADENOMA DEI TUBULI ;  ADENOCARCINOMA ;  LIPOMA ;  LIPOSARCOMA ; 36
  • 37. -MINERALIZZAZIONE DELLA PELVI : -DEGENERAZIONE CISTICA : 200x 200x Nella foto è rappresentato un fenomeno di mineralizzazione E’ una degenerazione dei tubuli renali all’interno dei quali si situato all’interno dei dotti di Bellini nell’apice renale, le zone più accumula materiale proteico formando la struttura visibile in foto scure sono le mineralizzazioni, ovvero precipitati di vari sali detta a «cilindri ialini». Non è un tumore, ma una degenerazione presenti nell’urina (Calcoli renali). tipica di organismi in età avanzata che può però essere associata a neoplasia. 37
  • 38. -ADENOMA DEI TUBULI : 100x 400x E’ costituito da una massa di cellule epiteliali di piccole dimensioni e ben circoscritta, può originarsi da una degenerazione ed è costituita da una compattazione dei tubuli renali. Possono essere presenti piccole emorragie, aree necrotiche e infiltrazioni nel parenchima circostante. Nella foto in alto a destra si può notare la grande proliferazione cellulare e la compattazione dei tubuli. 38
  • 39. Questa foto rappresenta la transizione della neoplasia da Adenoma ad Adenocarcinoma, si ha un tumore «borderline» in cui è ben visibile un’infiltrazione del tumore nel parenchima che sta passando da benigno a maligno. Si può ben vedere come una zona circoscritta nodulare abbia rotto la capsula dalla quale era avvolta e come si stia infiltrando nel tessuto adiacente della zona pelvica. 25x 39
  • 40. -ADENOCARCINOMA : 25x L’Adenocarcinoma dei tubuli renali si differenzia dall’Adenoma in quanto è generalmente più esteso, più vascolarizzato e con atipia cellulare. Emorragie ed aree necrotiche sono tipiche di questo tipo di tumore. Nella prima foto si vede la zona di tessuto sano affiancata al tessuto malato con grande presenza di aree necrotiche, delle quali si può vedere un dettaglio molto evidente nella foto affianco. 200x 40
  • 41. - LIPOMA : 25x 200x Nella foto a sinistra si osserva un lipoma, ovvero un tumore benigno che interessa il tessuto adiposo, in questo caso presente all’interno di un rene. I tumori del tessuto adiposo sono meno comuni di quelli epiteliali e colpiscono maggiormente i ratti in età avanzata. I lipomi di piccole dimensioni sono presenti nella zona midollare, mentre quelli più grandi sono presenti nelle zone più profonde della zona midollare oppure possono estendersi in quella corticale. Nella foto a destra si vede come all’interno del citoplasma le goccioline lipidiche comprimano il nucleo della cellula formando una struttura che prende il nome di «ring cells» (cellula ad anello) in quanto il nucleo si trova schiacciato dalla cisti lipidica alla periferia della cellula. 41
  • 42. - LIPOSARCOMA : 25x 200x E’ un tumore di tipo maligno dei lipociti e non dei tubuli renali. Nella prima foto si può notare la zona di tessuto sano a sinistra e la zona di tessuto malato a destra, con un’evidenziazione della zona di transizione ingrandita nella foto in alto a destra. In un Liposarcoma il citoplasma delle cellule è quasi assente in quanto viene occupato dai lipociti e i nuclei vengono schiacciati. Si sviluppa da un Lipoma e può raggiungere anche il peritoneo (membrana che avvolge tutta la cavità addominale) in quanto esso è lipofilo. 400x 42
  • 43. VESCICA 25x 200x La vescica è la struttura atta a raccogliere l’urina che vi confluisce dai reni. La parete della vescica è costituita da tre strati formati da muscolatura liscia e da fibre elastiche che si detraggono durante la minzione. L’epitelio di transizione che riveste la vescica si introflette in numerose pieghe; lo strato esterno avventiziale contiene arterie, vene e vasi linfatici. 43
  • 44. - PAPILLOMA : 25x E’ un tumore benigno che colpisce il tessuto epiteliale di transizione che riveste la vescica. Nella foto in alto a destra si ha un dettaglio del Papilloma dove il tessuto epiteliale forma multistrati di cellule oltre a creare la grande estroflessione evidente nella foto a sinistra. Il tumore forma delle estroflessioni (papille) costituite internamente da tessuto fibrovascolare circondate da tessuto epiteliale stratificato. 200x 44