1. LA VERITÁ NASCOSTA Istituto S. “A.Manzoni” Suzzara (MN) Liceo Scienze sociali classe:3°SA a.s.2009/2010
2. Quando e perché la scelta del progetto? La classe 3^SA del Liceo delle Scienze sociali, dopo la lettura di una circolare riguardante la partecipazione al bando di concorso dal tema “FERMIAMO LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, insieme è possibile” proposto dalla Commissione Pari Opportunita’ della Provincia di Mantova , ha discusso sull’importanza di questo argomento e così ha deciso di iscriversi perché caldamente interessata al tema. Questo progetto è stato inserito all’interno della codocenza di storia e diritto e con i due insegnanti coinvolti abbiamo iniziato a documentarci………! Con il passare dei giorni e l’approfondimento del tema abbiamo potuto constatare non solo che il problema è vastissimo ma anche che riguarda purtroppo un’alta percentuale di donne. Il percorso è stato coinvolgente, lungo e faticoso, ma alla fine il raggiungimento degli obiettivi prefissati ci ha dato anche molta soddisfazione. “ La verita’ nascosta……….nascondi tu la verita’?”
3. IL PROGETTO È DIVISO IN TRE FASI: I fase Ricerca e Documentazione II fase Conoscenza del problema sul territorio III fase Proposte e progettazione
7. La violenza fisica è graduata dalle forme più lievi a quelle più gravi: la minaccia di essere colpita fisicamente, l’essere spinta, afferrata o strattonata, l’essere colpita con un oggetto, schiaffeggiata, presa a calci, pugni o a morsi, il tentativo di strangolamento, di soffocamento, di ustione e la minaccia con armi.
8. Si tratta di situazioni in cui la donna è costretta a fare o a subire contro la propria volontà atti sessuali di diverso tipo: tentato stupro, stupro, molestia fisica - sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle conseguenze, attività sessuali degradanti e umilianti. Rientrano in questo tipo di violenza anche la gravidanza e la sterilizzazione forzate, la schiavitù sessuale, le mutilazioni dei genitali femminili, le infezioni deliberate con virus AIDS.
9. Denigrazioni, controllo dei comportamenti, strategie di isolamento, intimidazioni, forti limitazioni economiche imposte dal partner, urla, atti di prepotenza, abusi verbali, ricatti, atti persecutori, stalking.
10. Controllo del reddito familiare, appropriazione del salario della donna, negazione dell’accesso all’educazione o al lavoro, privazione deliberata del cibo, dei vestiti, dei beni essenziali come le medicine .
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12. La violenza domestica è quasi sempre un insieme di aggressioni fisiche, psicologiche e sessuali a cui si accompagnano spesso le deprivazioni economiche. non sono violenza solo le percosse, le ferite o le ossa rotte, ma anche le minacce, gli insulti, i ricatti, le umiliazioni, la derisione, il prendere la donna per scema o per pazza, spesso in presenza di figli terrorizzati, l’impedirle d’incontrare i propri amici o familiari e l’imposizione violenta dei rapporti sessuali. Infatti………
13. La VIOLENZA DOMESTICA… E’ un fenomeno trasversale e universale E’ un fenomeno di rilevanza pubblica E’ un fenomeno difficile da percepire, riconoscere, valutare, ma soprattutto da estirpare Si basa sull’assegnazione di ruoli in funzione del sesso definiti da stereotipi che pongono le donne in situazioni di inferiorità e di sottomissione rispetto agli uomini
14. Il partner violento agisce in modo da creare un clima di tensione e isolamento che si realizza attraverso minacce, denigrazione, controlli, divieti, colpevolizzazione della donna. In questo clima si innescano episodi di violenza che diventano sempre più gravi e frequenti fino a quando la donna, dopo aver messo in atto strategie di sopravvivenza (minimizzazione degli episodi, auto- colpevolizzazione, giustificazione del partner), decide di sottrarsi con richieste di aiuto, fuga, molte volte temporanea, ricorso ad avvocati, forze dell’ordine e servizi nel tentativo di attuare una strategia di intimidazioni e pressioni sul partner. Dopo l’esplosione della violenza e una prima reazione da parte della donna, l’uomo, sentendosi sotto pressione e temendo di perdere la partner, cerca di giustificarsi promettendo un cambiamento. Alla tensione si sostituisce un periodo di idillio familiare definito “luna di miele”, ma a questo segue nuovamente un accumulo di tensione che andrà a provocare un nuovo ciclo di violenze . FASE 1 FASE 2 FASE 3
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17. - Pensi che dietro un uomo violento ci sia sempre una donna colpevole? - Pensi che, se non c’è violenza fisica, non si possa parlare di violenza vera e propria? - Pensi che l’atto di violenza sia dovuto ad una perdita di controllo occasionale? In realtà l’uomo violento tende ad umiliare la donna, a farla sentire inadeguata a ad attribuirle la colpa della violenza. La violenza non è mai giustificata . In realtà ogni tipo di violenza incide sull’equilibrio psico-fisico della donna. In realtà l’atto di violenza è quasi sempre un atto premeditato poiché risponde alla necessità di controllo sulla donna. SPESSO LA VERITA’…. E’ NASCOSTA
18. La Legge N°154/01 ha aperto una nuova prospettiva di tutela verso la persona convivente che subisce abusi, riconoscendo l'applicazione di misure cautelari , come l'allontanamento dalla casa familiare di chi compie violenza anche in caso di convivenza di fatto. Non solo, questa norma introduce anche nuove misure per contrastare in maniera più incisiva i casi di violenza tra le mura domestiche. Il giudice, inoltre, può sollecitare in maniera rapida l'intervento dei servizi sociali e imporre all'imputato allontanato dal nucleo familiare il pagamento di un assegno per il mantenimento al familiare.
19. Negli ultimi anni anche diverse Regioni hanno legiferato in materia, dotandosi di normative per garantire una maggiore tutela alle donne vittime di violenza in diversi ambiti, da quello familiare a quello lavorativo, promuovendo centri di accoglienza per i soggetti maltrattati. L’Italia non ha ancora realizzato un piano d’azione nazionale per combattere la violenza contro le donne, mentre altri paesi membri dell’Unione Europea hanno già attivato questi piani e realizzato norme specifiche.
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21. Dopo una prima documentazione, la ricerca si è rivolta al nostro territorio con l’obbiettivo di conoscere enti pubblici, associazioni, organizzazioni e istituzioni che si occupano del problema. La difficoltà più grande è stata la selezione: Chi chiamare? Chi intervistare? Chi eliminare? ABBIAMO DECISO DI LIMITARE IL CAMPO D’ INDAGINE AL NOSTRO TERRITORIO (BASSO MANTOVANO) INTERPELLANDO GLI ENTI CHE OPERANO CON L’ASL di SUZZARA , per poi restringere ulteriormente il campo e focalizzare l’attenzione e la ricerca soprattutto sulla nostra SCUOLA. Per documentarci in maniera approfondita abbiamo intervistato alcune persone referenti: l’assistente sociale Coghi Laura , la psicologa Anna Maria Carrella dell’ ASL di Suzzara, l’avvocato penalista Ferrari Paola collaboratore dell’ASL, la nostra insegnante Carretta Bianca volontaria dell’Associazione “ Telefono Rosa” e, infine, la psicologa della CARITAS e operatrice della “Casa della Rosa” Acerbi Laura . Risultati sconcertanti !
22. SI OCCUPA dei bisogni socio-sanitari espressi dal cittadino. È intesa come punto di accoglienza sul territorio in grado di fornire informazioni, attivare domande e pratiche, presentare richieste di assistenza che coinvolgono le competenze di più strutture, accogliere reclami. ACCOGLIE non solo donne che hanno subito violenza ma anche coloro che hanno problemi familiari, sessuali, economici, le ragazze madri e le ragazze che non hanno un buon rapporto con la loro famiglia. TIPO DI UTENZA Il numero di donne italiane e straniere che si affida all’ASL è più o meno uguale, ma le straniere hanno problemi più contingenti che vanno dalla mancanza della famiglia rimasta nel paese natale a un eventuale perdita del lavoro, a gravidanze inaspettate. Le donne italiane al contrario hanno problemi più profondi: sono sole, non hanno un buon rapporto né con la famiglia né con i loro partners, ci sono inoltre figli più grandi che maltrattano le loro madri. LE DONNE CHE SI RIVOLGONO chiedono aiuto perché sono arrivate al punto di non riuscire più a sostenere la situazione, quindi non chiedono aiuto al primo maltrattamento, ma prima provano ad eliminare il problema illudendosi che non accadrà più. Hanno poca autostima, si autoconvincono di non essere capaci e in grado di soddisfare il marito. AZIENDA SOCIO-SANITARIA LOCALE
23. Si trova a: Suzzara - Via Marangoni, 4/A Tel.: 0376 506100 - Fax: 0376 506277 Numero verde (gratuito): 800 390088
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25. INCONTRO CON L’AVVOCATO: Paola Ferrari 03/12/2009 Dalla normativa del Codice penale, il Soggetto vittima della violenza può sporgere Querela entro sette giorni dall’accaduto, la denuncia può essere ritirata entro e non oltre tre mesi. Così inizia il “meccanismo giudiziario”: informato il Tribunale, la Procura inizia le indagini, il Pubblico Ministero sentirà la vittima, leggerà i referti del Pronto Soccorso, eventualmente ascoltando anche i medici testimoni, dando inizio all’ iter complesso del Processo. Occorre sapere però che esiste il Principio di garanzia: la persona non è considerata colpevole fino a quando non inizia il processo vero e proprio. Solo da questo momento da indagata diventa imputata. Se la lesione è grave, anche senza denuncia da parte della vittima, soprattutto se si tratta di minori, c’è la PROCEDIBILITA’ D’UFFICIO. Il medico del Pronto Soccorso, per legge, avverte i Carabinieri mandando il referto; la Procura, una volta avvertita, procede automaticamente…! La denuncia in questo caso non è ritirabile perché lo Stato ha il compito e il dovere di tutelare la vittima. SPESSO LE VITTIME NON SONO A CONOSCENZA che ESISTE IL: -GRATUITO PATROCINO: lo Stato paga le spese legali per chi non ha i soldi per permettersi l’avvocato. --- L’ORDINE DI PROTEZIONE: chi è accusato di maltrattamenti/violenze deve essere allontanato dalla famiglia. In sede di SEPARAZIONE: l’ affidamento dei figli non è condiviso ma rimane esclusivo. -REATO DI MALTRATTAMENTO, dal 1930, con il Codice Zanardelli, il maltrattamento veniva considerato reato solo all’interno della famiglia, oggi è considerato tale anche nelle unioni di fatto e/o convivenze. Se la vittima è un MINORE, lo Stato può intervenire per togliere la patria potestà al genitore.
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27. 2. Chi si rivolge alla Casa? “ Vi si rivolgono donne e ragazze in gravidanza che vengono abbandonate dal marito e non hanno un posto dove andare a dormire. Spesso sono con figli o gravide. Molte vivono per strada perchè non hanno buoni rapporti con la famiglia. Spesso le donne accolte non hanno un lavoro perché il meccanismo del maltrattamento passa anche attraverso le segregazioni in casa. Vivere qui per loro significa rompere tutti i ponti. Ci sono attualmente circa 24 donne sia straniere sia italiane di cui 15 necessitano di protezione.”
28. 3. Qual è il numero delle donne che subiscono violenza? “ Il numero delle donne italiane e di quelle straniere è più o meno lo stesso: le donne straniere hanno problemi come la perdita del lavoro, l’abbandono, gravidanze inaspettate; le donne italiane hanno storie più radicate e maggior solitudine. Sono più che altro donne giovani sui 20-35 anni e le donne straniere sono forse più giovani. Negli ultimi due anni su 24 donne che sono entrate 5 provengono dalla zona di Suzzara e dintorni.”
29. 4. In che modo aiutate le donne che chiedono il vostro aiuto? - A ccoglienza protetta: solo le persone autorizzate possono entrare e uscire dalla Casa. Gli ingressi sono sorvegliati. Ciò è necessario perché i mariti tornano spesso a cercarle…. -Individuazione di un percorso personalizzato per affrontare la sofferenza e le difficoltà. - Progetto individuale che prevede : tempi di permanenza nella Casa, collaborazione con il Comune di residenza per il lavoro e l’assistenza sanitaria, raggiungimento dell’autonomia economica e psicologica, reinserimento graduale nella società.
30. 5. In che modo le donne reagiscono alle violenze subite? “ Spesso la loro prima reazione è di riprendere i contatti con chi ha causato loro violenza, soprattutto se è il marito e i figli vogliono vedere il padre. L’atteggiamento più frequente è quello di mantenere il numero di cellulare vecchio, anche se è d’obbligo cambiarlo.” 6. Com’è il loro rapporto con i figli? “ C’è una tutela anche nei confronti dei figli delle donne maltrattate perché c’è il timore di ritorsioni su di loro da parte dell’adulto maltrattante.”
31. “ Per la donna che subisce violenza i confini tra bene e male, ciò che è giusto o ingiusto diventano molto difficili da distinguere. La persona si percepisce speso come fallita, con la paura del marito dietro le spalle e davanti quella dello smarrimento ! Spesso si sente ancora legata affettivamente al partner violento perché senza di Lui, Lei si percepisce come nulla…, invece con Lui ancora è qualcuno anche se equivale a una semplice “cosa”!” 7 Quale percezione ha di sè una donna che ha subito violenza….?
32. 7. Cosa bisognerebbe fare per diminuire il numero di violenze? “ Per ridurre le violenze c’è bisogno di far conoscere le violenze. Di sicuro con delle maggiori campagne d’informazione il problema verrebbe preso più in considerazione.” Si ringrazia: Dott.ssa psicologa Acerbi Laura
33. Tel. 0376 22 56 56 www.telefonorosamantova.it [email_address] ASSOCIAZIONE DI GENERE
34. Opera per sostenere donne italiane e straniere in situazioni di disagio causate da motivi di diversa natura: solitudine, problemi relazionali con il partner e con figure parentali o sul luogo di lavoro, mancanza di progetti personali, violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, separazioni e stalking. Promuove occasioni di incontro e confronto con la cittadinanza attraverso dibattiti, seminari e incontri a tema. Favorisce e Valorizza l’informazione e la formazione della donna mediante incontri, corsi, seminari e convegni. Offre Un centro di ascolto attivo il lunedì e il giovedì, incontri individuali, consulenza legale e psicologica, gruppi di aiuto, biblioteca, laboratorio di lettura e sportello di stalking. Dall’intervista alla nostra prof.ssa Bianca Carretta IL TELEFONO ROSA
48. C .I. C .A. V. 1) Che cos’ è il C.I.C.A.V. ? Centro informazione, consulenza, ascolto, volontariato. E’ un centro di ascolto rivolto a tutti gli studenti dell’Istituto, composto da una commissione di tre insegnanti: Carretta Bianca , Fornaciari Lorella e Sissa Gianluca 2) Un po’ di storia … ? È presente nella nostra scuola da oltre dieci anni, prima come C.I.C. poi come C.I.C.A.V.
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50. 4)Qual è il suo compito specifico? Rispondere al bisogno di ascolto degli studenti attraverso uno sportello durante l’orario scolastico. Individuazione dei casi di disagio e, attraverso incontri periodici con le esperte ASL (psicologhe), attivazione di possibili soluzioni d’intervento. 5) Nell’ascolto delle problematiche degli alunni che usufruiscono di questo servizio, ha rilevato casi familiari che possono rientrare nella violenza domestica/familiare di genere? Sì! 6)Quanti in percentuale sui casi sentiti? 10% circa 7)Ha potuto constatare di che tipo di violenza domestica si trattasse? Sessuale, fisica, psicologica o di privazione delle risorse? Fisica, psicologica e anche sessuale
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57. Per tutto questo abbiamo realizzato un filmato con la sceneggiatura in due versioni : 1)Versione lunga con dialoghi e voce fuori campo (12 minuti) 2)Versione breve solo con voce fuori campo (5 minuti)
58. FILMATI: VERSIONE 1: LA VERITA’ NASCOSTA 11,49’ VERSIONE 2: LA VERITA’ NASCOSTA 5,57’
59. PREPARAZIONE E STESURA: SCENEGGIATURA Che cos’è? La sceneggiatura è un testo destinato ad essere girato o filmato e diventare quindi un film. Costituisce il primo e fondamentale passo nella realizzazione di tutte le opere cinematografiche. Nella sceneggiatura vengono riportati i dialoghi dei personaggi, con alcune indicazioni sulle loro intenzioni, e vengono descritte le azioni e gli ambienti in cui si svolgono.
60. PRIMA VERSIONE: VOCE FUORI CAMPO CON BREVI DIALOGHI Scena 1: Aula Voce fuori campo : Alice era una ragazza solare, allegra e con un ottimo rendimento scolastico. Improvvisamente qualcosa cambiò: i suoi voti peggiorarono, era spesso assente, parlava poco ed era irascibile. L’insegnante di matematica le consegna una verifica andata male, dicendole: Prof. di matematica : Bianchi! Ancora una volta non ci siamo, eh!... Cos’hai?? Sei innamorata?? Eri partita tanto bene… impegnati di più. Non mi diverto a dare insufficienze! Lascia stare gli amici e il fidanzato, devi concentrarti! (Alice va al posto e ignora l’amica che tenta di parlarle.) Sara : Ehi, ma cosa ti sta succedendo?? Ultimamente vai male e poi sei anche distante: non esci più, insomma non capisco!! Alice : Lasciami stare! Non puoi capire… Sara : Certo che non posso capire! Se non mi parli!!
61. Scena 2: Spogliatoio palestra Voce fuori campo : Erica e Alice si preparano per la classica partita di pallavolo. Mentre Alice si allaccia le scarpe, Erika nota sulla schiena dell’amica un grosso ematoma… Erika : Cos’ hai fatto? Alice : Niente… vado perché sono già in ritardo. Erika le afferra il braccio per farla sedere accanto a sé e, vedendo la smorfia di dolore dell’amica, le alza la manica e scopre un altro livido. Erika : No, adesso voglio che mi dica cosa ti sta succedendo veramente. Alice : Ma non è niente!! Ma capisci?? Erika alza la maglia ad Alice. Erika : E questo cos’ è? Niente?? Alice si siede sulla panca. Alice : Mio padre… non sempre… ma a volte… si arrabbia e… e insomma vedi… Erika : Oh… (qualche secondo di silenzio) Non puoi farti trattare così!! Devi reagire, devi fare qualcosa… Io… vedrai… ti starò accanto…! Secondo me dobbiamo parlarne con qualche prof.. Questa è una cosa grave…!
62. Scena 3: CLASSE -BAGNO Voce fuori campo : Durante la visione di un film, “Ti do i miei occhi”, che parla della violenza domestica (scena in cui il marito umilia la moglie), Alice si sente male; presa dal disagio corre in bagno e si “accuccia” per terra. La professoressa, insospettita, la raggiunge in bagno e le chiede che cosa non vada. Prof.ssa di filosofia : Sei corsa via così… c’è qualcosa che non va? Alice : No, prof… solo un momento di stanchezza… La professoressa sta per andarsene ma… Alice : No, prof., non c’è niente che va bene… mio padre, non so perché, ma in questi ultimi mesi mi tratta male… Prof.ssa (allarmata) : Male? In che senso? Alice alza la maglia e mostra gli ematomi… Voce fuori campo : I cambiamenti non avvengono per caso e, quando si tratta di cambiamenti negativi, si può fare qualcosa per contrastarne gli effetti. Così la professoressa si rivolse al CICAV organizzando un incontro per la ragazza a cui, forse per paura della reazione dell’uomo che le avrebbe dovuto voler bene, ella non si presentò.
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65. SECONDA VERSIONE: VOCE FUORI CAMPO Scena 1: Aula Alice era una ragazza solare, allegra e con un ottimo rendimento scolastico. Improvvisamente qualcosa cambiò: i suoi voti peggiorarono, era spesso assente, parlava poco ed era irascibile. L’insegnante di matematica mentre le consegna una verifica gravemente insufficiente le dice di studiare di più e la rimprovera per lo scarso impegno sottolineando di trascorrere meno tempo col fidanzato e più sui libri, altrimenti per lei saranno guai. Alice va al posto e ignora l’amica che tenta di parlarle…! Scena 2: Spogliatoio palestra Alice ed Erika si spogliano per la classica partita a pallavolo. Mentre Alice si allaccia le scarpe, Erika nota sulla schiena dell’amica un grosso ematoma…! Erika le afferra il braccio per farla sedere accanto a sé e vedendo la smorfia di dolore dell’amica le alza la manica e scopre un altro livido. Alice si siede sulla panca e comincia a raccontare, non senza qualche titubanza, gli episodi sempre più frequenti con cui suo padre ultimamente la umilia e la maltratta, arrivando addirittura alle botte. Erika esterrefatta e rimanendo sorpresa di questa cosa per lei assurda e incomprensibile oltre che inaccettabile, rimane a fianco dell’amica dandole l’unica cosa che per il momento ha bisogno: il suo sostegno e la sua disponibilità oltre a spronarla a parlare dell’accaduto anche a qualche prof.
66. Scena 3: Classe - bagno Durante la visione di un film, “Ti do i miei occhi”, che parla della violenza domestica (scena in cui il marito umilia la moglie), Alice si sente male e, presa dal disagio, corre in bagno e si “accuccia” per terra. La professoressa, insospettita, la raggiunge in bagno e le chiede che cosa non vada. In un primo momento Alice, a mezza voce, le sussurra che è solo un po’ di stanchezza, ma, mentre la professoressa sta per andarsene, l’abbraccia e scoppia in un pianto disperato. Alice non riesce a parlare ma alza la maglia e le fa vedere i segni evidenti dei maltrattamenti. L’abbraccio si fa più intenso. L’insegnante, preoccupata, conforta Alice chiedendole di raccontare… e le propone, se se la sente, di parlare in sua presenza con alcuni colleghi del C.I.C.A.V.. Organizzato l’incontro Alice tuttavia non si presenta. Scena 4: Presidenza Informata la Preside, vengono convocati i genitori per illustrare loro lo “scarso” rendimento della ragazza e capire se dietro “le quinte” ci sia effettivamente un caso di maltrattamento. Al colloquio, a cui presenziano entrambi i genitori, la ragazza e l’insegnante, si assiste ad una situazione assurda. A rispondere è sempre il padre, che zittisce ripetutamente la madre anche su domande rivolte direttamente alla donna. Egli incolpa la cattiva compagnia che, a suo dire, la figlia sta frequentando. Qualche giorno dopo, in seguito a una telefonata della madre, la Preside viene a sapere che i maltrattamenti sono reali in quanto subiti anche dalla donna. A questo punto vengono informati i Servizi sociali.
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68. MONTAGGIO Che cos’è? Il montaggio è la principale fase della cosiddetta post-produzione di un filmato. Il materiale disponibile viene visionato, analizzato e ricomposto in base ad esigenze narrative, strutturali, ritmiche ed espressive. La "composizione" avviene attraverso tagli e unioni per mezzo di attrezzature meccaniche o informatiche.