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Ing. Francesco Sicilia
Roma, 6 giugno 2016
Il ciclo produttivo del recupero
Seminario IN/ARCH: Rifiuti una risorsa per Roma
Classificare un rifiuto significa assegnargli un Codice tra quelli presenti nell’Elenco
Europeo dei Rifiuti costituito da 20 classi, 111 sottoclassi per un totale di 842 rifiuti di
cui 408 pericolosi e 434 non pericolosi.
Esempio:
CER 15 01 02 = imballaggi in plastica
CER 20 01 01 = carta e cartone
CER 20 01 23* = apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi
Norma di riferimento: Parte IV del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i.
Definizione di rifiuto [art. 183 comma 1 lett. a) D.Lgs. 152/06]: “qualsiasi sostanza od oggetto di
cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi”.
Classificazione dei rifiuti
DATI ANNO 2014
ITALIA:
 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI: 29.655.250 tons/anno
[488 kg/ab *anno - 1,34 Kg/ab *giorno (nel 2010 536 kg/ab*a) ]
 RACCOLTA DIFFERENZIATA: 45,2% (13.406,5 tons/anno)
[221 kg/ab *anno - 0,61 Kg/ab *giorno (nel 2010 35,3%) ]
 RICICLAGGIO: 40,4% (met. 4) – 45,2% (met. 2)
Dati fonte Ispra
ROMA:
 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI 2014: 1.719.848 tons/anno
[598,83 kg/ab *anno - 1,64 Kg/ab *giorno (nel 2010 636 kg/ab*a)]
 RACCOLTA DIFFERENZIATA: 35,18% (605.110 tons/anno)
[210 kg/ab *anno - 0,58 Kg/ab *giorno (nel 2010 21,1%) ]
OBIETTIVI DI LEGGE
 Raccolta differenziata: 65%
(art. 205 D.Lgs. 152/06)
 Riciclaggio: 50% entro il 2020
(art.178 D.Lgs. 152/06)
Non esiste una modalità di raccolta / un modello organizzativo
“migliore” degli altri.
I migliori risultati si ottengono combinando tra loro le diverse
tecniche di raccolta in relazione allo specifico contesto di intervento.
Esistono infatti diversi modelli organizzativi che possono essere scelti,
progettati e sviluppati in maniera integrata oppure separata, in funzione delle
diverse variabili (demografiche, urbanistiche, geografiche, specifiche di
settore, per flusso dei rifiuti, ecc.) interessate dal sistema di raccolta dei
rifiuti, con l’obiettivo comunque di:
1. massimizzare il recupero di materia
2. massimizzare il recupero di energia
3. minimizzare lo smaltimento e l’impatto ambientale complessivo
4. contenere i costi
I modelli organizzativi di raccolta
Il sistema impiantistico rappresenta senza dubbio l’anello fondamentale nella gestione dei
servizi di igiene urbana. Gli impianti di trattamento rifiuti urbani si dividono in 2 categorie:
1) impianti di recupero;
2) impianti di smaltimento (discariche, impianti di trattamento meccanico biologico,
inceneritori).
Gli impianti di recupero dei rifiuti urbani si possono dividere in 2 ulteriori macro categorie:
I) impianti di recupero frazioni secche, raee e ingombranti:
 impianti di recupero carta e cartone;
 impianti di recupero multimateriale pesante (vetro/plastica/metalli) e
multimateriale leggero (plastica/metalli);
 impianti di recupero rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (r.a.e.e.);
 impianti di recupero altri rifiuti (ingombranti in metallo, legno, etc.).
II) impianti di compostaggio:
 impianti di trattamento aerobico;
 impianti di trattamento anaerobico.
Gli impianti di recupero e smaltimento rifiuti
Recupero e Smaltimento
La definizioni di Recupero e Smaltimento sono riportate nell’art 183 del D.Lgs 152/06 e s.m.i:
 art. 183 comma 1 lett t) “recupero”: qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di
permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati
altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale
funzione, all'interno dell'impianto o nell'economia in generale. L'allegato C della parte IV del
presente decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero;
 art. 183 comma 1 lett z) “smaltimento”: qualsiasi operazione diversa dal recupero anche
quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia.
L’Allegato B alla parte IV del presente decreto riporta un elenco non esaustivo delle operazioni
di smaltimento;
Flusso rifiuti Comune di Roma
Schema a blocchi impianto recupero carta
Schema a blocchi impianto recupero plastica
 Separatore balistico: separa i rifiuti in base al peso,
il materiale “rotolante” (bottiglie, flaconi) viene
separato dal “piatto”, ovvero buste e film di varie
dimensioni.
 Separatore magnetico: separa i metalli ferrosi
 Separatore a induzione: separa i metalli non ferrosi
(alluminio, rame, .)
 Sistema Ottico a raggi infrarossi: scanner dotato di
4 lettori ottici distinti che “leggono” e separano
mediante getti d’aria i diversi materiali
 Cernita manuale: ultima fase della selezione
HDPE: polietilene ad alta densità (usato per
sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per
la spazzatura).
LDPE: polietilene a bassa densità (usato per
sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per
la spazzatura, tubi, giocattoli).
PP: Polipropilene (generalmente usato per flaconi di
detersivo e vaschette per frutta e carne).
PET: Polietilene Tereftalato in 3 varianti:
trasparente, azzurrato e colorato (e impiegato per le
bottiglie di acqua minerale e altre bibite).
Alcuni tipi di plastica in uscita dagli impianti di selezione
meccanica:
Da PET, PVC e PE riciclato si ottengono nuovi contenitori, fibre per
imbottiture, maglioni e indumenti in pile, moquette, interni per auto
Con il PVC riciclato si possono produrre tubi, scarichi per l'acqua
piovana, raccordi e molti altri prodotti del settore edile
Con il PE riciclato si ottengono nuovi contenitori per i detergenti di
casa o per uso personale, tappi, pellicole per imballaggi, casalinghi
Con la plastica riciclata eterogenea vengono fatti arredi per la città,
cartelloni stradali, recinzioni.
Schema a blocchi impianto compostaggio aerobico
SEPARATORE BALISTICO
(separazione gravimetrica): separazione dei rifiuti in
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operazioni a cui sono sottoposti i rifiuti prima di
essere inviati alla fase di selezione
manuale/automatica.
Il separatore balistico consente di classificare il
flusso di materiale in tre frazioni:
 materiale pesante/rotolante (3D): corpi cavi,
bottiglie (PET) e flaconi di plastica (polietilene
HD), lattine, legno, pietre…
 materiale piatto/leggero (2D): corpi piatti e
flessibili, buste, vaschette e film di plastica
(polietilene LD), tessuti, carta e cartone…
 sotto-vaglio fine: a seconda della dimensione
dei fori delle griglie sulle pale vaglianti è
possibile la classificazione di diverse grandezze
di granulazione. Questa frazione, tipicamente
non recuperabile, ha dimensioni dell’ordine di
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SEPARATORE AERAULICO o separatore ad aria
La separazione avviene grazie ad un flusso d’aria controllato,
che permette di dividere i rifiuti in base alla densità e al
fattore di forma in frazione leggera e frazione pesante.
Tale macchina consente di separare dimensionalmente un
flusso di rifiuti (plastica, carta/cartone o altri tipi di rifiuti).
La frazione leggera (sacchetti di plastica, film di plastica,
imballaggi leggeri) viene aspirata verso l’alto e continua il
proprio percorso all’interno di una serie di tubazioni (freccia
rossa), mentre la frazione pesante (bottiglie di plastica,
contenitori di plastica, oggetti pesanti) viene scaricata su un
secondo nastro trasportatore.
SEPARATORE OTTICO: un flusso dei corpi cavi
(CPL), originato dall’azione separatrice del vaglio balistico
viene convogliato a separatori ottici i quali effettuano il
riconoscimento del tipo di polimero costituente il
materiale plastico (PET, PE, PP, PS eccetera). L’unità di
separazione quindi, per mezzo di sensori ottici, analizza la
composizione degli oggetti presenti sul nastro. I separatori
possono essere tarati in diverso modo ad esempio per attuare il
riconoscimento di PET e PEHD, in questo caso l’azione
separatrice origina quindi tre distinti flussi in uscita, ossia:
1) CPL costituiti da PET;
2) CPL costituiti da PEHD;
3) CPL costituiti da altri polimeri.
In tal caso se l’oggetto è costituito da PET o PEHD, il sensore
ne registra la posizione sul nastro trasportatore e per mezzo di
un software aziona un getto d’aria compressa al momento della
caduta dell’oggetto dal nastro stesso. Come conseguenza
dell’azione del getto d’aria, l’oggetto in PET o PEHD subisce
una deviazione della traiettoria di caduta, e viene quindi
depositato in un nastro diverso da quello in cui cadono per
gravità gli oggetti che sono costituiti da altri polimeri.
Vaglio rotante: è costituito da una
parte rotante di forma cilindrica
opportunamente inclinata (ca. 4°), a pareti
forate co fori di diverse dimensioni (60mm -
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Permette una separazione dimensionale
del rifiuto in ingresso, in due o più
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Cic costi dell'organico e scenari
 

Francesco sicilia il ciclo e gli impianti

  • 1. Ing. Francesco Sicilia Roma, 6 giugno 2016 Il ciclo produttivo del recupero Seminario IN/ARCH: Rifiuti una risorsa per Roma
  • 2. Classificare un rifiuto significa assegnargli un Codice tra quelli presenti nell’Elenco Europeo dei Rifiuti costituito da 20 classi, 111 sottoclassi per un totale di 842 rifiuti di cui 408 pericolosi e 434 non pericolosi. Esempio: CER 15 01 02 = imballaggi in plastica CER 20 01 01 = carta e cartone CER 20 01 23* = apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi Norma di riferimento: Parte IV del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i. Definizione di rifiuto [art. 183 comma 1 lett. a) D.Lgs. 152/06]: “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi”. Classificazione dei rifiuti
  • 3. DATI ANNO 2014 ITALIA:  PRODUZIONE RIFIUTI URBANI: 29.655.250 tons/anno [488 kg/ab *anno - 1,34 Kg/ab *giorno (nel 2010 536 kg/ab*a) ]  RACCOLTA DIFFERENZIATA: 45,2% (13.406,5 tons/anno) [221 kg/ab *anno - 0,61 Kg/ab *giorno (nel 2010 35,3%) ]  RICICLAGGIO: 40,4% (met. 4) – 45,2% (met. 2) Dati fonte Ispra ROMA:  PRODUZIONE RIFIUTI URBANI 2014: 1.719.848 tons/anno [598,83 kg/ab *anno - 1,64 Kg/ab *giorno (nel 2010 636 kg/ab*a)]  RACCOLTA DIFFERENZIATA: 35,18% (605.110 tons/anno) [210 kg/ab *anno - 0,58 Kg/ab *giorno (nel 2010 21,1%) ] OBIETTIVI DI LEGGE  Raccolta differenziata: 65% (art. 205 D.Lgs. 152/06)  Riciclaggio: 50% entro il 2020 (art.178 D.Lgs. 152/06)
  • 4. Non esiste una modalità di raccolta / un modello organizzativo “migliore” degli altri. I migliori risultati si ottengono combinando tra loro le diverse tecniche di raccolta in relazione allo specifico contesto di intervento. Esistono infatti diversi modelli organizzativi che possono essere scelti, progettati e sviluppati in maniera integrata oppure separata, in funzione delle diverse variabili (demografiche, urbanistiche, geografiche, specifiche di settore, per flusso dei rifiuti, ecc.) interessate dal sistema di raccolta dei rifiuti, con l’obiettivo comunque di: 1. massimizzare il recupero di materia 2. massimizzare il recupero di energia 3. minimizzare lo smaltimento e l’impatto ambientale complessivo 4. contenere i costi I modelli organizzativi di raccolta
  • 5. Il sistema impiantistico rappresenta senza dubbio l’anello fondamentale nella gestione dei servizi di igiene urbana. Gli impianti di trattamento rifiuti urbani si dividono in 2 categorie: 1) impianti di recupero; 2) impianti di smaltimento (discariche, impianti di trattamento meccanico biologico, inceneritori). Gli impianti di recupero dei rifiuti urbani si possono dividere in 2 ulteriori macro categorie: I) impianti di recupero frazioni secche, raee e ingombranti:  impianti di recupero carta e cartone;  impianti di recupero multimateriale pesante (vetro/plastica/metalli) e multimateriale leggero (plastica/metalli);  impianti di recupero rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (r.a.e.e.);  impianti di recupero altri rifiuti (ingombranti in metallo, legno, etc.). II) impianti di compostaggio:  impianti di trattamento aerobico;  impianti di trattamento anaerobico. Gli impianti di recupero e smaltimento rifiuti
  • 6. Recupero e Smaltimento La definizioni di Recupero e Smaltimento sono riportate nell’art 183 del D.Lgs 152/06 e s.m.i:  art. 183 comma 1 lett t) “recupero”: qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all'interno dell'impianto o nell'economia in generale. L'allegato C della parte IV del presente decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero;  art. 183 comma 1 lett z) “smaltimento”: qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. L’Allegato B alla parte IV del presente decreto riporta un elenco non esaustivo delle operazioni di smaltimento;
  • 7.
  • 9. Schema a blocchi impianto recupero carta
  • 10. Schema a blocchi impianto recupero plastica  Separatore balistico: separa i rifiuti in base al peso, il materiale “rotolante” (bottiglie, flaconi) viene separato dal “piatto”, ovvero buste e film di varie dimensioni.  Separatore magnetico: separa i metalli ferrosi  Separatore a induzione: separa i metalli non ferrosi (alluminio, rame, .)  Sistema Ottico a raggi infrarossi: scanner dotato di 4 lettori ottici distinti che “leggono” e separano mediante getti d’aria i diversi materiali  Cernita manuale: ultima fase della selezione HDPE: polietilene ad alta densità (usato per sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per la spazzatura). LDPE: polietilene a bassa densità (usato per sacchetti, cassette, nastri adesivi, bottiglie, sacchi per la spazzatura, tubi, giocattoli). PP: Polipropilene (generalmente usato per flaconi di detersivo e vaschette per frutta e carne). PET: Polietilene Tereftalato in 3 varianti: trasparente, azzurrato e colorato (e impiegato per le bottiglie di acqua minerale e altre bibite). Alcuni tipi di plastica in uscita dagli impianti di selezione meccanica: Da PET, PVC e PE riciclato si ottengono nuovi contenitori, fibre per imbottiture, maglioni e indumenti in pile, moquette, interni per auto Con il PVC riciclato si possono produrre tubi, scarichi per l'acqua piovana, raccordi e molti altri prodotti del settore edile Con il PE riciclato si ottengono nuovi contenitori per i detergenti di casa o per uso personale, tappi, pellicole per imballaggi, casalinghi Con la plastica riciclata eterogenea vengono fatti arredi per la città, cartelloni stradali, recinzioni.
  • 11. Schema a blocchi impianto compostaggio aerobico
  • 12. SEPARATORE BALISTICO (separazione gravimetrica): separazione dei rifiuti in base alle diverse caratteristiche fisiche. E’ una delle operazioni a cui sono sottoposti i rifiuti prima di essere inviati alla fase di selezione manuale/automatica. Il separatore balistico consente di classificare il flusso di materiale in tre frazioni:  materiale pesante/rotolante (3D): corpi cavi, bottiglie (PET) e flaconi di plastica (polietilene HD), lattine, legno, pietre…  materiale piatto/leggero (2D): corpi piatti e flessibili, buste, vaschette e film di plastica (polietilene LD), tessuti, carta e cartone…  sotto-vaglio fine: a seconda della dimensione dei fori delle griglie sulle pale vaglianti è possibile la classificazione di diverse grandezze di granulazione. Questa frazione, tipicamente non recuperabile, ha dimensioni dell’ordine di 40-50 mm. SEPARATORE AERAULICO o separatore ad aria La separazione avviene grazie ad un flusso d’aria controllato, che permette di dividere i rifiuti in base alla densità e al fattore di forma in frazione leggera e frazione pesante. Tale macchina consente di separare dimensionalmente un flusso di rifiuti (plastica, carta/cartone o altri tipi di rifiuti). La frazione leggera (sacchetti di plastica, film di plastica, imballaggi leggeri) viene aspirata verso l’alto e continua il proprio percorso all’interno di una serie di tubazioni (freccia rossa), mentre la frazione pesante (bottiglie di plastica, contenitori di plastica, oggetti pesanti) viene scaricata su un secondo nastro trasportatore.
  • 13. SEPARATORE OTTICO: un flusso dei corpi cavi (CPL), originato dall’azione separatrice del vaglio balistico viene convogliato a separatori ottici i quali effettuano il riconoscimento del tipo di polimero costituente il materiale plastico (PET, PE, PP, PS eccetera). L’unità di separazione quindi, per mezzo di sensori ottici, analizza la composizione degli oggetti presenti sul nastro. I separatori possono essere tarati in diverso modo ad esempio per attuare il riconoscimento di PET e PEHD, in questo caso l’azione separatrice origina quindi tre distinti flussi in uscita, ossia: 1) CPL costituiti da PET; 2) CPL costituiti da PEHD; 3) CPL costituiti da altri polimeri. In tal caso se l’oggetto è costituito da PET o PEHD, il sensore ne registra la posizione sul nastro trasportatore e per mezzo di un software aziona un getto d’aria compressa al momento della caduta dell’oggetto dal nastro stesso. Come conseguenza dell’azione del getto d’aria, l’oggetto in PET o PEHD subisce una deviazione della traiettoria di caduta, e viene quindi depositato in un nastro diverso da quello in cui cadono per gravità gli oggetti che sono costituiti da altri polimeri. Vaglio rotante: è costituito da una parte rotante di forma cilindrica opportunamente inclinata (ca. 4°), a pareti forate co fori di diverse dimensioni (60mm - 100mm - …). Permette una separazione dimensionale del rifiuto in ingresso, in due o più frazioni. Il flusso detto sopravaglio costituisce la frazione di dimensioni maggiori, quello che in uscita dai fori è detto sottovaglio.
  • 14.
  • 15. Materiali in uscita dagli impianti di recupero Materia Prima Secondaria (MPS) per l’industria del riciclo Rifiuti per altri impianti di recupero
  • 16. Flusso economico rifiuti recuperabili Mercato (vendita MPS, vendita rifiuti recuperabili, vendita compost) Sistema consorzi obbligatori costituiti da produttori di imballaggi, apparecchiature elettriche elettroniche,.. Prezzi (anche legati alla CCIAA) fissati da contratti fra gestori servizio/impianti di recupero/industria riciclo Corrispettivi (€/t) fissati da accordi nazionali fra l’Anci ed i vari Consorzi
  • 17. Impianti per il trattamento della frazione “indifferenziata” dei rifiuti urbani con recupero di materia