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Chi decide se fare il tampone?
In caso di sintomi sospetti, il pediatra o il medico possono
richiedere il tampone per l’alunno o per l’operatore scolastico
sospetto, e comunicarlo al Dipartimento di prevenzione che
provvede all’esecuzione del test. Gli operatori scolastici e gli
alunni hanno priorità nell’esecuzione dei test diagnostici. Se il
caso è confermato il Dipartimento di prevenzione inizia
l’indagine epidemiologica per individuare i contatti stretti.
È previsto l’isolamento dell’alunno e dei
suoi familiari in attesa del risultato del
tampone?
Chiunque faccia il tampone è tenuto a rispettare l’isolamento
in attesa del risultato. I suoi contatti stretti – cioè diretti e
continuativi, come i familiari conviventi e i compagni di classe
– non sono tenuti all’isolamento domiciliare fiduciario, anche
se è fortemente consigliato un comportamento prudente ai
contatti stretti con rapporti costanti, come i genitori e i fratelli
conviventi: dovrebbero indossare sempre le mascherine e
ridurre al minimo i contatti sociali.
È previsto l’isolamento dei compagni di
classe in attesa del risultato del
tampone?
No, non è previsto, cosa che rende particolarmente
necessario un esito rapido dei tamponi.
Cosa succede se l’alunno o l’operatore
scolastico risulta negativo al tampone?
Se il tampone molecolare è negativo, l’alunno o
l’operatore scolastico dovrà comunque restare a casa
fino alla guarigione clinica, seguendo le indicazioni del
pediatra o del medico curante, che poi fornirà una
attestazione per consentire il rientro a scuola.
Cosa succede se l’alunno o l’operatore
scolastico è positivo al tampone?
Se l’alunno o l’operatore è positivo al tampone, il
Dipartimento di prevenzione avvia la ricerca dei contatti e
indica alla scuola le operazioni di sanificazione straordinaria
da fare e in quali aree della struttura farle. L’alunno o
l’operatore potrà tornare a scuola quando sarà clinicamente
guarito, cioè quando non mostrerà più sintomi e dopo aver
fatto un tampone negativo. Se non sarà negativo, la persona
non sarà considerata guarita e dovrà proseguire l’isolamento.
L’alunno o l’operatore sanitario potrà tornare a scuola con
l’attestazione di avvenuta guarigione e il nulla osta
all’ingresso o rientro in comunità, che viene rilasciato dal
Cosa succede se risulta positivo un alunno
asintomatico?
Se un alunno che è contatto stretto di un positivo non mostra
alcun sintomo, sarà il Dipartimento di prevenzione a decidere
se fare un tampone o meno. Se dovesse risultare positivo, e
l’alunno fosse quindi asintomatico, il Dipartimento di
prevenzione individua i contatti stretti delle 48 ore precedenti
al giorno in cui è stato fatto il tampone. La quarantena inizierà
comunque dal giorno dell’ultimo contatto.
Cosa succede agli altri alunni di una
classe con un caso positivo?
Il Referente scolastico per la Covid-19 deve fornire al
Dipartimento di prevenzione l’elenco dei compagni di classe e
degli insegnanti che sono stati a contatto con la persona
positiva nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. Il
Dipartimento di prevenzione individuerà, caso per caso, i
contatti stretti che dovranno essere posti in quarantena per
14 giorni a partire dall’ultimo contatto o in isolamento
fiduciario per 10, a patto di fare poi un tampone molecolare o
antigenico. Per esempio se un alunno risultato positivo è
assente da scuola, si partirà dal suo ultimo giorno di presenza
in classe, non dal momento in cui viene comunicata la
Cosa succede agli altri alunni di una
scuola con una classe in isolamento?
A meno che previsto diversamente dal Dipartimento di
prevenzione, possono frequentare normalmente le
lezioni, anche se hanno condiviso lo stesso turno in
mensa della classe in isolamento o lo stesso orario di
ingresso o uscita dalla scuola.
I familiari conviventi degli alunni in
isolamento devono restare in
isolamento?
No, i familiari dell’alunno in isolamento dopo il contatto con un
alunno accertato positivo non sono tenuti a restare in
isolamento. Questo vale anche per fratelli o altri alunni
conviventi, che possono andare a scuola: quindi anche se un
bambino deve restare isolato a casa, i suoi fratelli possono
andare a scuola; possono anche continuare a frequentare
attività extra-scolastiche, e sono i singoli a decidere se
evitarlo per prudenza. I conviventi di un caso accertato
positivo sono invece trattati come contatti stretti e, sempre su
decisione del Dipartimento di prevenzione, posti in
isolamento.
Come funziona per i figli di genitori
separati posti in isolamento?
Questa situazione non è al momento normata. Quello che si
sa è che l’alunno di una classe con un altro alunno positivo
deve seguire l’isolamento sempre nello stesso domicilio,
quindi non può essere spostato da una casa all’altra. Non è
chiaro se i genitori potranno accordarsi su quale dei due
prenderà in carico il bambino durante l’isolamento o se dovrà
svolgersi nella casa in cui risiede. Per ora, pare possibile che
il genitore che non ospita il figlio possa andare a trovarlo nella
casa dell’altro, non dovendo i genitori rispettare l’isolamento,
pur con tutte le cautele del caso.
Che misure sul lavoro sono previste per
un genitore che deve occuparsi di un
alunno in isolamento?
Il genitore dipendente del settore pubblico e privato,
convivente di un minore di 14 anni sottoposto a isolamento
per contatti scolastici può usufruire del lavoro da remoto e di
congedi straordinari, come stabilito dal decreto legge
111 dell’8 settembre 2020.
In particolare, può lavorare da remoto «per tutto o parte del periodo
corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente». Se il
lavoro non può avvenire da casa, «uno dei genitori, alternativamente
all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo»
dell’isolamento. Per i periodi di congedo è riconosciuta un’indennità pari
al 50 per cento della retribuzione e saranno versati anche i contributi
figurativi; il governo ha stanziato 50 milioni di euro per coprire il
Gli alunni in isolamento potranno essere
affidati a persone non conviventi?
Al momento non c’è una norma che proibisce o prevede di
non affidare i minori in isolamento ad altri familiari o baby
sitter, anche se è sconsigliato dal buon senso e dalla
prudenza in particolare se si parla di persone anziane, come i
nonni.
Cosa succede se gli alunni o l’operatore
scolastico in isolamento mostrano dei
sintomi?
Lo stato di salute delle persone in isolamento va monitorato
attentamente e bisogna misurare quotidianamente la
temperatura corporea. In caso di sintomi, bisogna avvisare il
pediatra o il medico che, sempre valutando caso per caso,
dovrà predisporre un tampone molecolare. Solo in caso di
sintomi molto gravi, si può chiamare il numero di emergenza
112 0 118, ricordandosi di specificare che l’alunno è un
contatto diretto di un positivo.

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  • 1. Chi decide se fare il tampone? In caso di sintomi sospetti, il pediatra o il medico possono richiedere il tampone per l’alunno o per l’operatore scolastico sospetto, e comunicarlo al Dipartimento di prevenzione che provvede all’esecuzione del test. Gli operatori scolastici e gli alunni hanno priorità nell’esecuzione dei test diagnostici. Se il caso è confermato il Dipartimento di prevenzione inizia l’indagine epidemiologica per individuare i contatti stretti.
  • 2. È previsto l’isolamento dell’alunno e dei suoi familiari in attesa del risultato del tampone? Chiunque faccia il tampone è tenuto a rispettare l’isolamento in attesa del risultato. I suoi contatti stretti – cioè diretti e continuativi, come i familiari conviventi e i compagni di classe – non sono tenuti all’isolamento domiciliare fiduciario, anche se è fortemente consigliato un comportamento prudente ai contatti stretti con rapporti costanti, come i genitori e i fratelli conviventi: dovrebbero indossare sempre le mascherine e ridurre al minimo i contatti sociali.
  • 3. È previsto l’isolamento dei compagni di classe in attesa del risultato del tampone? No, non è previsto, cosa che rende particolarmente necessario un esito rapido dei tamponi.
  • 4. Cosa succede se l’alunno o l’operatore scolastico risulta negativo al tampone? Se il tampone molecolare è negativo, l’alunno o l’operatore scolastico dovrà comunque restare a casa fino alla guarigione clinica, seguendo le indicazioni del pediatra o del medico curante, che poi fornirà una attestazione per consentire il rientro a scuola.
  • 5. Cosa succede se l’alunno o l’operatore scolastico è positivo al tampone? Se l’alunno o l’operatore è positivo al tampone, il Dipartimento di prevenzione avvia la ricerca dei contatti e indica alla scuola le operazioni di sanificazione straordinaria da fare e in quali aree della struttura farle. L’alunno o l’operatore potrà tornare a scuola quando sarà clinicamente guarito, cioè quando non mostrerà più sintomi e dopo aver fatto un tampone negativo. Se non sarà negativo, la persona non sarà considerata guarita e dovrà proseguire l’isolamento. L’alunno o l’operatore sanitario potrà tornare a scuola con l’attestazione di avvenuta guarigione e il nulla osta all’ingresso o rientro in comunità, che viene rilasciato dal
  • 6. Cosa succede se risulta positivo un alunno asintomatico? Se un alunno che è contatto stretto di un positivo non mostra alcun sintomo, sarà il Dipartimento di prevenzione a decidere se fare un tampone o meno. Se dovesse risultare positivo, e l’alunno fosse quindi asintomatico, il Dipartimento di prevenzione individua i contatti stretti delle 48 ore precedenti al giorno in cui è stato fatto il tampone. La quarantena inizierà comunque dal giorno dell’ultimo contatto.
  • 7. Cosa succede agli altri alunni di una classe con un caso positivo? Il Referente scolastico per la Covid-19 deve fornire al Dipartimento di prevenzione l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti che sono stati a contatto con la persona positiva nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. Il Dipartimento di prevenzione individuerà, caso per caso, i contatti stretti che dovranno essere posti in quarantena per 14 giorni a partire dall’ultimo contatto o in isolamento fiduciario per 10, a patto di fare poi un tampone molecolare o antigenico. Per esempio se un alunno risultato positivo è assente da scuola, si partirà dal suo ultimo giorno di presenza in classe, non dal momento in cui viene comunicata la
  • 8. Cosa succede agli altri alunni di una scuola con una classe in isolamento? A meno che previsto diversamente dal Dipartimento di prevenzione, possono frequentare normalmente le lezioni, anche se hanno condiviso lo stesso turno in mensa della classe in isolamento o lo stesso orario di ingresso o uscita dalla scuola.
  • 9. I familiari conviventi degli alunni in isolamento devono restare in isolamento? No, i familiari dell’alunno in isolamento dopo il contatto con un alunno accertato positivo non sono tenuti a restare in isolamento. Questo vale anche per fratelli o altri alunni conviventi, che possono andare a scuola: quindi anche se un bambino deve restare isolato a casa, i suoi fratelli possono andare a scuola; possono anche continuare a frequentare attività extra-scolastiche, e sono i singoli a decidere se evitarlo per prudenza. I conviventi di un caso accertato positivo sono invece trattati come contatti stretti e, sempre su decisione del Dipartimento di prevenzione, posti in isolamento.
  • 10. Come funziona per i figli di genitori separati posti in isolamento? Questa situazione non è al momento normata. Quello che si sa è che l’alunno di una classe con un altro alunno positivo deve seguire l’isolamento sempre nello stesso domicilio, quindi non può essere spostato da una casa all’altra. Non è chiaro se i genitori potranno accordarsi su quale dei due prenderà in carico il bambino durante l’isolamento o se dovrà svolgersi nella casa in cui risiede. Per ora, pare possibile che il genitore che non ospita il figlio possa andare a trovarlo nella casa dell’altro, non dovendo i genitori rispettare l’isolamento, pur con tutte le cautele del caso.
  • 11. Che misure sul lavoro sono previste per un genitore che deve occuparsi di un alunno in isolamento? Il genitore dipendente del settore pubblico e privato, convivente di un minore di 14 anni sottoposto a isolamento per contatti scolastici può usufruire del lavoro da remoto e di congedi straordinari, come stabilito dal decreto legge 111 dell’8 settembre 2020. In particolare, può lavorare da remoto «per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente». Se il lavoro non può avvenire da casa, «uno dei genitori, alternativamente all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo» dell’isolamento. Per i periodi di congedo è riconosciuta un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione e saranno versati anche i contributi figurativi; il governo ha stanziato 50 milioni di euro per coprire il
  • 12. Gli alunni in isolamento potranno essere affidati a persone non conviventi? Al momento non c’è una norma che proibisce o prevede di non affidare i minori in isolamento ad altri familiari o baby sitter, anche se è sconsigliato dal buon senso e dalla prudenza in particolare se si parla di persone anziane, come i nonni.
  • 13. Cosa succede se gli alunni o l’operatore scolastico in isolamento mostrano dei sintomi? Lo stato di salute delle persone in isolamento va monitorato attentamente e bisogna misurare quotidianamente la temperatura corporea. In caso di sintomi, bisogna avvisare il pediatra o il medico che, sempre valutando caso per caso, dovrà predisporre un tampone molecolare. Solo in caso di sintomi molto gravi, si può chiamare il numero di emergenza 112 0 118, ricordandosi di specificare che l’alunno è un contatto diretto di un positivo.