3. Il ruolo del docente
• Cambia il ruolo del docente come dispensatore di lezioni frontali soltanto.
• Il docente progettista è regista delle attività in classe nell’imparare attraverso compiti
distribuiti.
• Il docente è stimolatore, dà supporto e suggerisce sperimentazioni e ricerche.
• Il docente individua opportunità nell’apprendimento blended.
• Il docente sostiene i processi di ciascuno nei tempi, nei modi, nei ritmi personalizzati.
• Il docente incarna le azioni in scelte situate.
• Il docente valorizza la costruzione di profili.
• Il docente usa la valutazione continua ed autentica.
4. La trasformazione delle strategie
didattiche
• La didattica diventa laboratoriale e basata
sull’apprendistato, sull’operare degli studenti, che
producono nel contesto artefatti.
• Gli studenti lavorano perché motivati da interessi, sfide,
esperienze, giochi motivazionali.
• La conoscenza è negoziata e costruita socialmente in
azioni generative, nello scambio di idee, nella riflessività.
• I processi sono determinati da problem finding e problem
solving.
5. Potenziamento delle pratiche
multimodali impegnate
Per consolidare gli apprendimenti, come esperienze
significative nella memoria, viene usato un mix di
strumenti mediatori, che simulano le operazioni
della mente nell’articolazione della percezione:
• Software di
editing,
• Software di
comunicazione e
di interazione.
• Testi,
• Suoni,
• Immagini,
• Video.
Testi
Tablet,
Smartphone,
Pc,
Aula multimediale,
Aula tradizionale.
6. La valutazione
• Valutazione continua e formativa, si identifica con tutto il percorso
assistito e ha le sue evidenze nelle esercitazioni pratiche, nelle gare di
gioco, nei webquest, nei brainstorming, nelle prove.
• La valutazione formativa è la ribalta di tutte le azioni, si adatta
all’apprendimento come processo.
• Fornisce feedback continuo e immediato sulla qualità delle risposte
degli alunni rispetto a prestazioni, prodotti, comportamenti.
• Ha il fine di migliorare e modellare le competenze nel loro sviluppo e
manifestazione.
7. Aspetti potenziati nella progettazione
EAS, rispetto alla Flipped Classroom
Come idea per una revisione in progress dell’attuazione flip
8. «La lezione» negli EAS
Non è affidata allo studente, all’inizio
dell’attività didattica, come completa e
monolitica a priori. Accompagna gli
studenti nel loro percorso di scoperta e di
produzione.
Si articola in una serie di
stimoli , tutorials, strumenti
di approfondimento,
proposte incomplete da
completare e da sviluppare
creativamente.
Fornisce framework
concettuali.
Fornisce indizi di ricerca e scorciatoie di
pensiero, chiede agli studenti di fare
esperienza, … di fare, ad esempio, analisi su
un testo, una ricerca, una lettura, un
esercizio e di pensare alle domande …
È CARATTERIZZATA DALL’APERTURA E DA INDICAZIONI GUIDA PER LO SVILUPPO DELLE
ATTIVITÀ.
SPINGE GLI STUDENTI AD INTERROGARSI E AD OPERARE. È UN PROBLEM FINDING,
CHE RICHIEDE RISPOSTE (PROBLEM SOLVING) PERSONALIZZATE E DIVERSIFICATE.
9. «La lezione» negli EAS
La lezione negli
EAS non viene del
tutto annullata
È caratterizzata dal porre domande
sugli input audio, video, testuali, da
approfondimenti, da riflessioni.
Consiste nel motivare ad una
consultazione, più che ad essere
oggetto di studio.
10. «La lezione» negli EAS
È A POSTERIORI (Freinet)
Si situa nel momento finale dell’EAS quando gli studenti,
stimolati e accompagnati dal docente, hanno:
• fatto esperienza e costruito i loro apprendimento;
• formulato ipotesi;
• risolto problemi;
• prodotto un artefatto di conoscenza.
La Lezione a posteriori potrà allora essere capita, riconosciuta,
partecipata dagli studenti e sarà uno stimolo per una ulteriore
autovalutazione di quello che è stato agito.
11. La «lezione» negli EAS come
documentazione
La lezione deve essere pubblicata e resa disponibile come
esperienza ed incarnazione situata di un modello procedurale.
Una volta pubblicata costituisce la documentazione, che può
essere consultata da chi vuole sperimentare e conoscere
stessi contenuti.
Non potrà essere adottata a specchio perché porta con sé le
variabili situate.
Può essere adottata come esempio e nel suo processo.
12. La lezione negli EAS come portfolio
La lezione è un esempio di lezione a posteriori
• È stata realizzata come situata.
• È il portfolio di attività, che sono state gestite in uno
specifico gruppo classe, con scelte contingentate da
interessi, bisogni.
• Trova la sua validità in riferimento alle competenze,
raggiunte dagli studenti.
• Le competenze sono pensate dall’alto, prima di
essere calate nell’esperienza, in quanto
rappresentano gli obiettivi.
13. Il processo di progettazione negli
EAS è fortemente pensato
Gli EAS sono determinati dalla scelta (Design) di un modello di azione, articolato in
3 momenti, come riferimento delle pratiche situate.
Momenti
EAS
Design Azioni
didattiche
Apprendimento
Preparatorio Trasposizione,
mediazione
Fare esperienza,
concettualizzare,
analizzare
Per acquisizione, per ricerca
Operatorio Regolazione Analizzare,
applicare
Attraverso la pratica, per
collaborazione
Ristrutturativo Documentazione Discutere,
pubblicare
Attraverso discussione, per
collaborazione
14. Negli EAS assoluto potenziamento del docente
(nello spirito del post-costruttivismo)
• Provoca costantemente l’apprendimento.
• Corregge false concezioni (aggiusta il tiro).
• Non rinuncia alla lezione frontale, ma la riduce a micro-
interventi e frequenti framework concettuali.
• Ascolta e valuta sempre.
• Stimola il lavoro di gruppo ed interviene con supporti
individualizzati.
• Sorveglia che per tutti ci siano pari opportunità di
sviluppo in base alle attitudini.
• Recupera i prerequisiti qualora fossero deboli ed incerti.
• Il suo sportello di consulenza è la classe blended.
IL DOCENTE