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I centri della vita e
della cultura nel
Medioevo
I monasteri
Il clero regolare
La struttura del
monastero
Benedettino
Lo scriptorium
I manoscritti
La giornata monastica
I castelli
La struttura del
castello
Gli abitanti del
castello
La donna medievale
I paggi e le damigelle
La giornata nel
castello
Il periodo intermedio fra il mondo antico e il mondo
moderno venne ribattezzato nel Rinascimento come
Medioevo, ovvero “età di mezzo”. Tutt’oggi molte
persone definiscono, erroneamente, il Medioevo come
i “secoli bui” che interruppero due epoche luminose
(appunto antica e moderna). Convenzionalmente il
Medioevo inizia nel 476 d.C. con la caduta
dell’impero romano d’Occidente e termina nel 1492
con la scoperta dell’America. In questi poco più di
mille anni in realtà il mondo si è trasformato
lentamente dando vita poi all’età moderna.
Secondo il vescovo Adalberone di Laon
la società, per volere di Dio, era
tripartita: « Gli uni pregano, gli altri
combattono, i terzi lavorano.»
Oratores Coloro che
pregano: il clero;
Bellatores Coloro che
combattono: i cavalieri;
Laboratores Coloro che
lavorano: i contadini.
Nel Medioevo la Chiesa svolse un ruolo importantissimo nella
società, una società dove tutti erano cristiani e praticanti. Dei
credenti si occupavano i vescovi e i sacerdoti, ovvero il clero
secolare, chiamato così perché viveva nel mondo, in mezzo ai
laici. Per entrare pubblicamente nel mondo della Chiesa
bisognava innanzitutto diventare chierico. Durante la cerimonia
in segno di umiltà veniva rasata la cima della testa, per
l’appunto chierica. I chierici sapevano sempre leggere e scrivere
e nella maggior parte dei casi sapevano anche il latino.
Curiosità: I chierici venivano impiegati nelle amministrazioni
civili, da qui deriva la parola inglese clerk (impiegato).
Per diventare sacerdote si compiva un lungo percorso segnato da 7 tappe:
1. Ostiario, che apriva e chiudeva la porta della chiesa e suonava le
campane;
2. Lettore, che leggeva durante la messa alcune parti;
3. Esorcista, che attraverso certe preghiere doveva scacciare il demonio;
4. Accolito, che aiutava durante la celebrazione della messa;
5. Suddiacono, che aiutava nelle funzioni liturgiche e affiancava il
diacono;
6. Diacono, che amministrava i beni della chiesa e predicava il Vangelo;
7. Sacerdote, il solo che poteva celebrare la messa e amministrare i
sacramenti;
Ovviamente non tutti arrivavano alla fine del percorso.
I monaci costituivano il clero
regolare, perché obbedivano alla
regola che avevano scelto.
Benedetto di Aniane è riconosciuto
come il secondo fondatore
dell’ordine benedettino poiché la sua
impronta monastica durò per 8
secoli.
I monaci non dovevano guidare e
istruire i fedeli, bensì trascorrevano
una vita di penitenze, preghiera e
meditazione.
I monaci erano relegati fra le mura
dei monasteri che sorgevano di solito
in zone isolate in cima ai monti o fra
i boschi.
Notturno
(2 o 3 di
notte) Mattutino o
ora prima
(6 di
mattina)
Ora terza o
Messa
prima
(9 di
mattina)
Ora sesta e
messa
cantata
( 12:00)
Ora nona(3
pomeridiane)
Vespri
(5 del
pomeriggio)
Compieta
(7 di sera)
Riposo
Lo scriptorium era una stanza comune dove i monaci
ricopiavano manoscritti o dipingevano miniature. Per esercitarsi
utilizzavano tavolette di cera, incidendole con un’asticella di
ferro o d’osso appuntito.
Per scritti più importanti si usava la pergamena, cioè pelle di
pecora opportunamente preparata.
Curiosità: Per scrivere tutta una Bibbia occorreva la pelle di
almeno 100 pecore. Questo significava sacrificare un intero
gregge per un unico manoscritto.
1. Un monaco fa la punta a un
calmano;
2. Un monaco scrive appunti;
3. Un monaco tende la pelle sul
telai;
4. Un monaco taglia la pelle in fogli;
5. Un monaco mostra il lavoro a un
giovane;
6. Un monaco completa un disegno;
7. Un monaco cuce le pagine;
8. Un monaco rilega il tutto;
9. Un monaco prepara una
copertina;
10. Un monaco prepara una
chiusura con borchie;
11. Il manoscritto è pronto.
Le miniature, come questa
di fianco, servivano come
decoro delle prime lettere
di un capitolo. In questo
caso rappresenta un
monaco amanuense.
Fu merito dei monasteri nel
Medioevo il salto di qualità
nella produzione della birra.
Anche le suore la producevano,
e poi veniva data ai malati e ai
pellegrini. La birra prodotta
prima della rivoluzione
industriale, era principalmente
fatta e venduta dai monasteri
europei. Ma, durante la
rivoluzione industriale, la
produzione di birra passò da
una dimensione artigianale ad
una prettamente industriale.
Nel castello viveva solitamente un signore feudale con la
sua famiglia. Vi erano poi i paggi, figli di vassalli o di altri
nobili alleati. Ai paggi corrispondevano nel mondo
femminile le damigelle che svolgevano il ruolo di
accompagnatrici della moglie del signore. Il buon
andamento di un castello era affidato a un servo anziano di
fiducia detto “castellano”, che faceva da vicario del signore
quando questi era lontano. C’era poi un diacono che
fungeva da cappellano e si occupava dei riti religiosi.
Essendo spesso il solo letterato del castello, veniva
impiegato anche come scrivano. La servitù comprendeva
un cuoco, i suoi sguatteri, servi e serve che formavano la
forza lavoro per le faccende di tutti i giorni.
I paggi
Di età compresa tra i 9 e i
14 anni, i paggi, erano
addetti alla persona del
signore e compivano piccoli
servizi di fiducia. A 15 anni
divenivano scudieri, erano
addestrati al combattimento
ed accompagnavano il
signore in battaglia,
curando i suoi bisogni e le
sue armi.
Le damigelle
Al contrario di quello che si
pensa le damigelle erano
giovanissime perché, essendo
la normale età del matrimonio
stabilita a 14 anni per la
donna, esse, una volta sposate,
se ne andavano. Se a 18 anni
non fossero riuscite a trovare
un marito sarebbero dovute
entrare in convento come
monache.
La posizione della donna nel medioevo non era di certo invidiabile: se era
nobile veniva usata come “merce di scambio” tra famiglie in matrimoni
combinati ( a volte quando i futuri sposi erano ancora in fasce ), per
accrescere la potenza del casato; se povera era considerata poco più di un
animale da procreazione. Nel castello il numero delle donne era inferiore
a quello degli uomini. La moglie del signore, la castellana, aveva ai suoi
ordini damigelle di estrazione nobiliare dedite ai servizi e alla tessitura. Le
serve, le balie e le lavandaie erano invece di origine popolare. La
castellana aveva un ruolo importante nell’amministrazione del castello:
organizzava il lavoro della servitù, provvedeva a calcolare le scorte di cibo
e vestiario e pensava alla manutenzione della rocca. Un compito
importante della castellana era la direzione dell’industria più importante
del castello: i lavori di filatura, tessitura, maglia, cucito e ricamo che
garantivano vesti e biancheria a tutti gli abitanti del castello.
Il signore, alzatosi, compieva la sua toeletta mattutina, che generalmente
non richiedeva molto tempo. Indossata la camicia, i calzoni e le scarpe e
procedeva ad una sommaria pulizia personale: si lavava la faccia e le
mani. Terminata la toeletta e recitate le preghiere del mattino, il nobile con
la consorte ed i figli assisteva alla messa nella cappella del castello. Era
una consuetudine largamente diffusa presso tutte le grandi famiglie
feudali. Consumata la prima colazione, il signore si dedicava ai suoi
molteplici impegni quotidiani. Nella grande sala, detta anche soggiorno,
generalmente si esercitava anche la giustizia. In questa sala, nel corso della
mattinata, il signore riceveva il personale che, con diverse funzioni,
sovraintendeva all'amministrazione delle sue terre. Sbrigate le varie
incombenze, prima dell'ora di pranzo, il signore aveva ancora un po' di
tempo a sua disposizione. Con i figli e gli scudieri andava ad armeggiare
nella sala delle armi, scendeva nella corte a fare una visita alle scuderie o
al canile, finché, dall'alto di un bastione, il suono di un corno da caccia
annunciava che il pranzo è pronto
Prima di sedersi sugli sgabelli o sui banchi
accostati ai tavoli, i convitati si lavavano le mani in
bacinelle che i domestici porgevano loro. La stessa
cosa facevano durante e dopo il pranzo, dal
momento che i cibi si prendevano in gran parte
con le mani. Non si usavano forchette e neppure
tovaglioli. Durante il pasto ognuno si puliva le
mani e la bocca con un lembo dell'ampia tovaglia
che copriva il tavolo. Le vivande erano presentate
su grandi piatti di servizio che i servi via via
deponevano sui tavoli. La base dell'alimentazione
nell'età feudale era costituita dai prodotti che il
signore ricava dalle sue terre e dalla caccia. La
base dell'alimentazione delle classi signorili era la
carne, in particolar modo quella di maiale, di
cinghiale, di cervo, di selvaggina in genere. Oltre
alla carne, si mangiavano legumi, latticini, uova e
pane (quello dei signori era bianco, quello del
popolo era di segale, perciò scuro). Le bevande più
diffuse erano il vino, la birra e il sidro, ricavato
dalle mele. Oltre al pranzo vi era anche il “dessert”:
torte, focacce, pasticcini dolcificati con il miele, e
poi frutta fresca e secca, come pere, mele, noci,
fichi.
Le occupazioni pomeridiane del signore erano, di solito, meno
impegnative di quelle del mattino. Terminato il pranzo, egli
riposava, oppure indugiava con i familiari e gli ospiti nel
giardino annesso al castello, giocava a carte, a dama, a scacchi,
andava a fare un giro nel villaggio, oppure andava a caccia.
In determinati giorni il signore si dedicava all'amministrazione
della giustizia. Per svolgere il suo compito di giudice, il signore
si basava su leggi scritte, oppure si affidava alla consuetudine,
alla tradizione orale.
La giornata al castello si concludeva con la cena, molto simile al
pranzo, ma di proporzioni assai più modeste. D’inverno tutta la
famiglia si riuniva intorno al camino, dove ardevano grossi
ceppi e il menestrello arpeggiava una soave melodia
I centri della vita e della cultura nel medioevo

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I centri della vita e della cultura nel medioevo

  • 1.
  • 2. I centri della vita e della cultura nel Medioevo I monasteri Il clero regolare La struttura del monastero Benedettino Lo scriptorium I manoscritti La giornata monastica I castelli La struttura del castello Gli abitanti del castello La donna medievale I paggi e le damigelle La giornata nel castello
  • 3. Il periodo intermedio fra il mondo antico e il mondo moderno venne ribattezzato nel Rinascimento come Medioevo, ovvero “età di mezzo”. Tutt’oggi molte persone definiscono, erroneamente, il Medioevo come i “secoli bui” che interruppero due epoche luminose (appunto antica e moderna). Convenzionalmente il Medioevo inizia nel 476 d.C. con la caduta dell’impero romano d’Occidente e termina nel 1492 con la scoperta dell’America. In questi poco più di mille anni in realtà il mondo si è trasformato lentamente dando vita poi all’età moderna.
  • 4.
  • 5. Secondo il vescovo Adalberone di Laon la società, per volere di Dio, era tripartita: « Gli uni pregano, gli altri combattono, i terzi lavorano.» Oratores Coloro che pregano: il clero; Bellatores Coloro che combattono: i cavalieri; Laboratores Coloro che lavorano: i contadini.
  • 6. Nel Medioevo la Chiesa svolse un ruolo importantissimo nella società, una società dove tutti erano cristiani e praticanti. Dei credenti si occupavano i vescovi e i sacerdoti, ovvero il clero secolare, chiamato così perché viveva nel mondo, in mezzo ai laici. Per entrare pubblicamente nel mondo della Chiesa bisognava innanzitutto diventare chierico. Durante la cerimonia in segno di umiltà veniva rasata la cima della testa, per l’appunto chierica. I chierici sapevano sempre leggere e scrivere e nella maggior parte dei casi sapevano anche il latino. Curiosità: I chierici venivano impiegati nelle amministrazioni civili, da qui deriva la parola inglese clerk (impiegato).
  • 7. Per diventare sacerdote si compiva un lungo percorso segnato da 7 tappe: 1. Ostiario, che apriva e chiudeva la porta della chiesa e suonava le campane; 2. Lettore, che leggeva durante la messa alcune parti; 3. Esorcista, che attraverso certe preghiere doveva scacciare il demonio; 4. Accolito, che aiutava durante la celebrazione della messa; 5. Suddiacono, che aiutava nelle funzioni liturgiche e affiancava il diacono; 6. Diacono, che amministrava i beni della chiesa e predicava il Vangelo; 7. Sacerdote, il solo che poteva celebrare la messa e amministrare i sacramenti; Ovviamente non tutti arrivavano alla fine del percorso.
  • 8.
  • 9.
  • 10. I monaci costituivano il clero regolare, perché obbedivano alla regola che avevano scelto. Benedetto di Aniane è riconosciuto come il secondo fondatore dell’ordine benedettino poiché la sua impronta monastica durò per 8 secoli. I monaci non dovevano guidare e istruire i fedeli, bensì trascorrevano una vita di penitenze, preghiera e meditazione. I monaci erano relegati fra le mura dei monasteri che sorgevano di solito in zone isolate in cima ai monti o fra i boschi.
  • 11.
  • 12. Notturno (2 o 3 di notte) Mattutino o ora prima (6 di mattina) Ora terza o Messa prima (9 di mattina) Ora sesta e messa cantata ( 12:00) Ora nona(3 pomeridiane) Vespri (5 del pomeriggio) Compieta (7 di sera) Riposo
  • 13. Lo scriptorium era una stanza comune dove i monaci ricopiavano manoscritti o dipingevano miniature. Per esercitarsi utilizzavano tavolette di cera, incidendole con un’asticella di ferro o d’osso appuntito. Per scritti più importanti si usava la pergamena, cioè pelle di pecora opportunamente preparata. Curiosità: Per scrivere tutta una Bibbia occorreva la pelle di almeno 100 pecore. Questo significava sacrificare un intero gregge per un unico manoscritto.
  • 14. 1. Un monaco fa la punta a un calmano; 2. Un monaco scrive appunti; 3. Un monaco tende la pelle sul telai; 4. Un monaco taglia la pelle in fogli; 5. Un monaco mostra il lavoro a un giovane; 6. Un monaco completa un disegno; 7. Un monaco cuce le pagine; 8. Un monaco rilega il tutto; 9. Un monaco prepara una copertina; 10. Un monaco prepara una chiusura con borchie; 11. Il manoscritto è pronto.
  • 15. Le miniature, come questa di fianco, servivano come decoro delle prime lettere di un capitolo. In questo caso rappresenta un monaco amanuense.
  • 16. Fu merito dei monasteri nel Medioevo il salto di qualità nella produzione della birra. Anche le suore la producevano, e poi veniva data ai malati e ai pellegrini. La birra prodotta prima della rivoluzione industriale, era principalmente fatta e venduta dai monasteri europei. Ma, durante la rivoluzione industriale, la produzione di birra passò da una dimensione artigianale ad una prettamente industriale.
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  • 19. Nel castello viveva solitamente un signore feudale con la sua famiglia. Vi erano poi i paggi, figli di vassalli o di altri nobili alleati. Ai paggi corrispondevano nel mondo femminile le damigelle che svolgevano il ruolo di accompagnatrici della moglie del signore. Il buon andamento di un castello era affidato a un servo anziano di fiducia detto “castellano”, che faceva da vicario del signore quando questi era lontano. C’era poi un diacono che fungeva da cappellano e si occupava dei riti religiosi. Essendo spesso il solo letterato del castello, veniva impiegato anche come scrivano. La servitù comprendeva un cuoco, i suoi sguatteri, servi e serve che formavano la forza lavoro per le faccende di tutti i giorni.
  • 20. I paggi Di età compresa tra i 9 e i 14 anni, i paggi, erano addetti alla persona del signore e compivano piccoli servizi di fiducia. A 15 anni divenivano scudieri, erano addestrati al combattimento ed accompagnavano il signore in battaglia, curando i suoi bisogni e le sue armi. Le damigelle Al contrario di quello che si pensa le damigelle erano giovanissime perché, essendo la normale età del matrimonio stabilita a 14 anni per la donna, esse, una volta sposate, se ne andavano. Se a 18 anni non fossero riuscite a trovare un marito sarebbero dovute entrare in convento come monache.
  • 21. La posizione della donna nel medioevo non era di certo invidiabile: se era nobile veniva usata come “merce di scambio” tra famiglie in matrimoni combinati ( a volte quando i futuri sposi erano ancora in fasce ), per accrescere la potenza del casato; se povera era considerata poco più di un animale da procreazione. Nel castello il numero delle donne era inferiore a quello degli uomini. La moglie del signore, la castellana, aveva ai suoi ordini damigelle di estrazione nobiliare dedite ai servizi e alla tessitura. Le serve, le balie e le lavandaie erano invece di origine popolare. La castellana aveva un ruolo importante nell’amministrazione del castello: organizzava il lavoro della servitù, provvedeva a calcolare le scorte di cibo e vestiario e pensava alla manutenzione della rocca. Un compito importante della castellana era la direzione dell’industria più importante del castello: i lavori di filatura, tessitura, maglia, cucito e ricamo che garantivano vesti e biancheria a tutti gli abitanti del castello.
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  • 24. Il signore, alzatosi, compieva la sua toeletta mattutina, che generalmente non richiedeva molto tempo. Indossata la camicia, i calzoni e le scarpe e procedeva ad una sommaria pulizia personale: si lavava la faccia e le mani. Terminata la toeletta e recitate le preghiere del mattino, il nobile con la consorte ed i figli assisteva alla messa nella cappella del castello. Era una consuetudine largamente diffusa presso tutte le grandi famiglie feudali. Consumata la prima colazione, il signore si dedicava ai suoi molteplici impegni quotidiani. Nella grande sala, detta anche soggiorno, generalmente si esercitava anche la giustizia. In questa sala, nel corso della mattinata, il signore riceveva il personale che, con diverse funzioni, sovraintendeva all'amministrazione delle sue terre. Sbrigate le varie incombenze, prima dell'ora di pranzo, il signore aveva ancora un po' di tempo a sua disposizione. Con i figli e gli scudieri andava ad armeggiare nella sala delle armi, scendeva nella corte a fare una visita alle scuderie o al canile, finché, dall'alto di un bastione, il suono di un corno da caccia annunciava che il pranzo è pronto
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  • 26. Prima di sedersi sugli sgabelli o sui banchi accostati ai tavoli, i convitati si lavavano le mani in bacinelle che i domestici porgevano loro. La stessa cosa facevano durante e dopo il pranzo, dal momento che i cibi si prendevano in gran parte con le mani. Non si usavano forchette e neppure tovaglioli. Durante il pasto ognuno si puliva le mani e la bocca con un lembo dell'ampia tovaglia che copriva il tavolo. Le vivande erano presentate su grandi piatti di servizio che i servi via via deponevano sui tavoli. La base dell'alimentazione nell'età feudale era costituita dai prodotti che il signore ricava dalle sue terre e dalla caccia. La base dell'alimentazione delle classi signorili era la carne, in particolar modo quella di maiale, di cinghiale, di cervo, di selvaggina in genere. Oltre alla carne, si mangiavano legumi, latticini, uova e pane (quello dei signori era bianco, quello del popolo era di segale, perciò scuro). Le bevande più diffuse erano il vino, la birra e il sidro, ricavato dalle mele. Oltre al pranzo vi era anche il “dessert”: torte, focacce, pasticcini dolcificati con il miele, e poi frutta fresca e secca, come pere, mele, noci, fichi.
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  • 28. Le occupazioni pomeridiane del signore erano, di solito, meno impegnative di quelle del mattino. Terminato il pranzo, egli riposava, oppure indugiava con i familiari e gli ospiti nel giardino annesso al castello, giocava a carte, a dama, a scacchi, andava a fare un giro nel villaggio, oppure andava a caccia. In determinati giorni il signore si dedicava all'amministrazione della giustizia. Per svolgere il suo compito di giudice, il signore si basava su leggi scritte, oppure si affidava alla consuetudine, alla tradizione orale. La giornata al castello si concludeva con la cena, molto simile al pranzo, ma di proporzioni assai più modeste. D’inverno tutta la famiglia si riuniva intorno al camino, dove ardevano grossi ceppi e il menestrello arpeggiava una soave melodia