6. Incontro di restituzione verifica e confronto del
percorso svolto con le insegnanti di classe
Incontro di restituzione con i genitori
Maggio 2012
7. “Sono "abilità di vita" e "per la vita" che mettono in grado
l’individuo di adottare strategie efficaci per affrontare i
diversi problemi che si presentano”
l’uso di droghe,
il bullismo,
i comportamenti sessuali non protetti,
i disturbi alimentari.
Per l’OMS le life skills
8. “LIFE SKILLS”: LA LISTA OMS
Consapevolezza di sé: conoscere i propri punti forti e deboli
Gestione delle emozioni: essere consapevoli della loro
influenza sul comportamento
Gestione dello stress: conoscere e controllare le fonti di
tensione
Senso critico: analizzare informazioni ed esperienze in modo
oggettivo
Decision making: decidere in modo consapevole e costruttivo
Problem solving: affrontare e risolvere i problemi
Creatività: generare idee originali, utili per le decisioni e
le soluzioni necessarie
Comunicazione efficace: esprimersi in modo efficace e congruo
Capacità di relazioni interpersonali: creare e mantenere
relazioni soddisfacenti
Empatia: immedesimarsi negli altri; saper offrire sostegno a
che ha bisogno di cure
9. “ Insegnare l’alfabeto
delle emozioni è un
processo simile a
quello in cui si impara
a leggere, poiché
comporta la promozione
della capacità di
leggere e comprendere
le proprie ed altrui
emozioni e l’utilizzo
di tali abilità per
comprendere meglio se
stessi e gli altri ”.
(Kindlon e Thompson, 2000 –
Intelligenza emotiva per un bambino
che diventerà uomo)
10. Competenza emotiva
► Un bambino deve imparare ad interagire con i
sentimenti, ciò significa che deve sviluppare
intelligenza emotiva
► Competenza emotiva significa diventare competenti
nel riconoscere i propri sentimenti e i sentimenti
degli altri
► La competenza emotiva comprende:
– Consapevolezza riguardo la propria condizione emotiva
– Capacità di riconoscere le emozioni degli altri
– Utilizzo del vocabolario dei sentimenti
– Empatia
– La capacità di far fronte ad emozioni negative
11. ► I bambini che sanno
interagire in modo competente
con le loro emozioni hanno
uno sviluppo migliore
► I bambini che sanno
interagire in modo competente
con le loro emozioni sono
competenti anche socialmente,
hanno migliori risultati
scolastici e possono essere
definiti psicologicamente
sani
A che scopo i bambini devono
acquisire lo sviluppo di una
competenza emotiva?
16. Regolazione delle
emozioni
Regolare le emozioni
significa portare la
condizione emotiva ad una
misura ottimale
rispetto a misura ed
intensità, tale da
permettere di
raggiungere i propri
obiettivi e di
rispettare norme e
regole della società
17. Empatia
►Empatia significa, mettersi nei panni di
un altro, pensare, cosa pensa l‘altro e
come ci si potrebbe sentire al suo posto
►L‘empatia non è una caratteristica propria
della personalità, bensì una capacità che
va appresa
18. “… Ovviamente nessun percorso è una risposta al problema. Ma
data la crisi che i bambini si trovano a fronteggiare, e
data la speranza alimentata dai percorsi di alfabetizzazione
emozionale, non dovremmo, ora più che mai, insegnare ad ogni
bambino queste abilità, che sono essenziali per la vita? E
se non ora, quando? ”
(Goleman, 1996)
19. “Un’efficace azione antibullismo passa attraverso la
responsabilizzazione e il coinvolgimento del gruppo di coetanei.
In questo modo si possono riscontrare vantaggi sul piano della
crescita emotivo-comportamentale, dell’acquisizione di
abilità sociali e comunicative.”
(Daniele Fedeli Bullismo “Strategie per un’azione efficace a scuola tra i pari”, Psicologiae scuola, nov. Dic. 2008)
20. Alunni delle classi quarte
della Scuola Primaria
3 incontri di 2 ore ciascuno
per ciascuna classe
31. I NOSTRI ACCORDI
•Alzo la mano quando voglio parlare
•Ascolto senza interrompere
•Non ci sono risposte giuste o sbagliate
•Rispetto gli altri senza prendermi gioco
di loro
•Cerco di capire i compagni senza
giudicarli
•Non vado a raccontare in giro quello
che dicono i miei compagni
•Sono libero di parlare o di non parlare
Firme
E’ il nome di un progetto di prevenzione primaria mirato in modo specifico ai bambini della scuola primaria. La frequenza e l’importanza di situazioni che comunemente vengono definite “a rischio” e “a disagio” è in costante aumento all’interno del mondo della scuola. Tali fenomeni però non sono altro che la manifestazione più evidente di una situazione di disagio e di difficoltà ben più diffusa e profonda legata a vari elementi (famiglia, interazione con gli altri, apprendimento,...). L’attività preventiva proposta all’interno delle scuole non ha lo scopo di lavorare e intervenire sui casi di “disagio”, ma quello di favorire e incentivare “l’agio”: cioè, in parole semplici, il non fissarsi sulle difficoltà o i problemi (che esistono senz’altro), ma il potenziare e valorizzare le qualità e realtà positive del minore e creare attorno ad esso un ambiente più positivo, accogliente e stimolante sul piano umano che lo aiuti a trovare in sé la capacità per affrontare la vita e i problemi correlati.
Fasi del progetto
Al termine del percorso una ulteriore convocazione del consiglio di classe è il momento nel quale il conduttore riporta ai docenti osservazioni, ipotesi di lettura e suggerimenti educativi per proseguire il lavoro nella classe.
Il progetto, partendo da una logica di promozione del benessere fa sua la definizione dell’OMS di life skill
Questo è l’elenco delle abilità per la vita che l’Oms individua come bagaglio indispensabile per i nostri bambini e ragazzi per fornirli di una serie di competenze che li rendano più resilienti.
La scuola può essere un luogo fondamentale di apprendimento sociale e istituzionale, di educazione alla cittadinanza, al benessere, ad essere autori della propria esistenza attraverso una relazione di interdipendenza con gli altri. La scuola può essere per i giovani il ponte tra passato e futuro, fra Sé e gli Altri. La scuola è tra i contesti in cui ha più senso investire per la promozione di una cultura della formazione come luogo di “apprendimento della relazione” e di “partecipazione/appartenenza” ad una comunità e ad un’istituzione come quella cittadina. E’ il territorio di elezione per la prevenzione di comportamenti a rischio. La scuola è luogo di partecipazione se guarda al futuro dei giovani, il futuro che è loro. Se riesce, cioè, a vederli non solo come futuri cittadini, ma come cittadini del futuro, proiettati nel contesto sociale di riferimento. Da diversi ambienti, punti di vista ed esperienze si conferma che la partecipazione e il senso di appartenenza possono costituirsi come un potente strumento di prevenzione del disagio giovanile, in grado di attivare le risorse vitali delle persone. Purtroppo il sistema di relazioni e di appartenenze tradizionali sono oggi meno efficaci. C’è meno famiglia e meno comunità, ci sono meno relazioni stabili. C’è più incertezza, frammentazione e la scuola è chiamata ad educare – con difficoltà - in questo nuovo contesto. Indispensabile il coinvolgimento della famiglia
destinatari
Potenziare la capacità individuale di esprimere ciò che si vive e ciò che si prova.
Migliorare la capacità di mettersi nei panni degli altri.
Sensibilizzare i bambini sul tema del bullismo.
Rielaborare il peso e il significato delle offese e delle prese in giro.
Decodificare i vissuti e i sentimenti dei protagonisti in episodi di prepotenza.
Far emergere situazioni di prepotenza.
Far comprendere che tutti possono fare qualcosa. Contrastare il bullismo vuol dire innanzitutto prendere la parola. Spezzare l’omertà. Interrompere il silenzio
Trovare insieme strategie per affrontare le prepotenze.