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IL SOLDATO EGIZIO
Per difendere dalle razzie nemiche i vitali raccolti del delta del Nilo,
i faraoni creano un esercito di mestiere. Fin dall’inizio, però, lo utilizzano per
guerre di conquista. Composto in gran parte di soldati reclutati tra le classi
più povere, l’esercito fa ampio uso di mercenari stranieri. Essere un soldato
del faraone permette di accedere alla distribuzione di terre, carne e misure
di grano. I guerrieri più meritevoli, oltre a una rapida carriera, ricevono
generose ricompense in oggetti preziosi, gioielli, oro e argento.
L’esercito di Ramsete II deve la sua fama agli arcieri montati su carri
da guerra e all’implacabile disciplina. È organizzato in diverse divisioni
al comando di un generale, poste sotto la protezione di un dio in terra,
il faraone, per il quale i soldati sono pronti a combattere fino alla morte.
EGITTO XIIIsec.a.C.
nemes,
tipico copricapo
di tessuto
scudo in vimini
perizoma di lino
khopesh
(falcetto)
in bronzo
sandali in papiro
intrecciato
8
GRECIA
Da sempre cittadino-soldato, l’oplita greco imbraccia le armi per difendere
le sue terre e la polis, la sua città-stato, quando sono minacciate. Quest’ultima
provvede al suo equipaggiamento, altrimenti troppo costoso. Armato di una
lunga lancia e di un pesante scudo rotondo, l’oplon, a cui deve il suo nome,
combatte in formazione chiusa, gomito a gomito e spalla a spalla con i suoi
commilitoni, su otto, sedici o trentadue file: la falange oplitica assomiglia a
una muraglia di ferro irta di picche, invalicabile. L’intera formazione carica a
passo di corsa e l’urto formidabile che provoca sulle linee nemiche non può
far altro che annientarle. Già temibile, la falange è perfezionata da Filippo
il Macedone, il quale la dota di lance ancora più lunghe, le sarisse, che
arrivano a 6 metri. Questa innovazione permetterà a suo figlio Alessandro di
conquistare un immenso impero.
L’OPLITA GRECO
IV sec. a.C.
sandali di cuoio
schinieri
xiphos, spada corta
oplon, scudo
in legno ricoperto
di placche
di bronzo
paragnatidi
(proteggi-guance)
criniera
paranaso
elmo corinzio
spallacci
thorax,
corazza di bronzo
dory, lancia
di frassino
o corniolo e ferro
tallone
(di bronzo o ferro)
16
IMPERO ROMANO
IL LEGIONARIO
ROMANO
Roma ha conquistato il suo vasto impero, che si estende tutto intorno
al Mediterraneo e con l’imperatore Traiano raggiunge la sua massima
estensione, grazie alla potenza dei suoi eserciti. La legione, che ne forma
l’unità di base, deve la sua superiorità innanzitutto al fatto di essere composta
da uomini temprati da un intenso addestramento. Oltre al maneggio delle
armi, i legionari si addestrano alla corsa, al salto, al lancio del pilum, al nuoto,
all’equitazione e soprattutto alla marcia. Il soldato, con un equipaggiamento
di quasi 45 chili, deve coprire distanze notevoli per presidiare il territorio
e sorvegliare le frontiere, percorrendo anche 25 chilometri al giorno. Alla
fine della marcia, deve anche predisporre l’accampamento dove passare
la notte, scavando il fossato ed erigendo la palizzata. A questi lavori si
aggiungono anche le corvé per approvvigionarsi di legna e acqua. La sua
forma fisica è costantemente messa alla prova sia in guerra, sia nei periodi
di pace, quando è chiamato a costruire strade, ponti e persino città.
II sec. d.C.
umbone
(centro dello scudo,
in metallo)
scudo rettangolare
spallacci
paranuca
paragnatidi
(proteggi-guance)
cassis (elmo)
balteus (cinturone)
lorica segmentata
(corazza a lamina)
gladio
caligae
apron
(strisce di cuoio
borchiate applicate
al balteo)
pilum (giavellotto
pesante con
la punta che si
piega all’impatto,
per non poterlo
rilanciare indietro)
22
IX-X secoloEUROPA DEL NORD
Originari della Scandinavia, i Vichinghi sono guerrieri feroci, marinai
esperti e abili mercanti che scambiano pellicce, legno e ambra con vino,
argento e armi. Alla perenne ricerca di terre, prestigio e ricchezze, si
organizzano in bande armate dedite alle scorrerie. Grazie ai precedenti
contatti, conoscono perfettamente i luoghi e sanno che è meglio attaccare
durante una festa religiosa o durante una grande fiera. La loro maneggevole
nave, il drakkar, permette di risalire i fiumi e di attaccare di sorpresa ricche
città o opulenti abbazie, che saccheggiano e mettono a ferro e fuoco prima
di ripartire così fulmineamente come sono arrivati. Esplorano terre lontane e
solcano ogni mare, toccando le coste dell’Europa e del Mediterraneo fino
a Costantinopoli. Fondano delle colonie persino in Groenlandia e Islanda,
raggiungendo l’America probabilmente prima di Cristoforo Colombo.
IL GUERRIERO
VICHINGO
elmo a maschera
tunica imbottita
pugnale
lacci
spada
ascia
paranaso
cimiero
braghe
scudo in legno
mantello di lana
kyahan
(schinieri)
sandali
di paglia
cosciali
kabuto (elmo)
paranuca
goletta
(proteggi collo)
corazza
26
I Samurai sono dei formidabili guerrieri. Dapprima guardie dell’imperatore,
passano al servizio dell’alta nobiltà formando una élite, ma in seguito alcuni
di loro si impadroniscono del potere e governano il Giappone per secoli.
La loro vita è consacrata al servizio del proprio signore fino alla morte, pronti
a praticare il “Seppuku”, il suicidio rituale, per preservare la propria dignità.
Seguono un codice d’onore, il “Bushido”, la “via del guerriero”, che
detta loro il comportamento e prescrive le sette virtù a cui ispirarsi: giustizia,
coraggio, magnanimità, rispetto, sincerità, onore e lealtà. Addestrati a ogni
tipo di combattimento, i samurai guerreggiano a piedi e a cavallo. La loro
armatura (yoroi) è costituita da una moltitudine di lamelle metalliche unite da
legacci di seta. Resistente, flessibile e leggera, permette di muoversi agilmente
sui territori più scoscesi, nelle risaie e perfino di traversare a nuoto un fiume.
Il samurai
XII-XIV sec.GIAPPONE
corna decorative
e intimidatorie
mempo
(maschera)
spallacci
guanti d’arme
katana
(sciabola lunga)
wakizashi
(sciabola corta)
28
TERRASANTA - FRANCIA
IL CAVALIERE
TEMPLARE
XII-XIV sec.
Nell’XI secolo, Papa Urbano II chiama i cavalieri cristiani a liberare
Gerusalemme dal dominio musulmano, dando inizio alle Crociate. Sulla
tunica portano una croce, simbolo della loro devozione alla religione.
Alcuni di essi, nello stesso tempo monaci e soldati, si organizzano in un
ordine monastico militare, come gli Ospitalieri e i Templari. Si occupano
della sicurezza dei pellegrini e delle linee di comunicazione, costruiscono
fortezze e presidiano i luoghi santi, tra cui il Santo Sepolcro. Accumulano
rapidamente vaste ricchezze, che impiegano per finanziare nuove crociate
e per aiutare persino dei re, come i Templari che forniscono gran parte del
riscatto per liberare Luigi IX (San Luigi) durante la Settima crociata. Ma nel
XIV secolo, il re Filippo il Bello decide di porre fine al loro crescente potere
e di impadronirsi dei loro beni. Tra il 1307 e il 1314 migliaia di essi sono
giustiziati per eresia e l’ordine viene disciolto.
soprascarpe
in maglia
speroni
fodero
della spada
mantello
elmo pentolare
croce
dei Templari
guanti
d’arme
scudo
usbergo
camaglio
cotta d’arme
(tunica sopra
l’usbergo )
54
INGHILTERRA
Per molto tempo i soldati di uno stesso esercito hanno portato tenute
diverse, secondo la classe sociale, il gusto e le possibilità economiche dei
combattenti e dei loro comandanti.
L’esercito ottomano è il primo a identificare ogni unità con colori specifici
e l’idea è ripresa nel XVII secolo durante la Guerra dei Trent’Anni dal re di
Svezia, subito seguito dagli altri sovrani europei. Da allora il blu, il verde e il
giallo sbocciano sui campi di battaglia.
Nello stesso periodo, durante la prima Guerra Civile Inglese, l’Esercito
Parlamentare (cosiddetto di Nuovo Tipo - New Model Army) che si opponeva
alle truppe realiste era vestito con una lunga cappa rosso-scarlatto. Dopo
la vittoria il rosso diviene il colore della divisa dell’intero esercito inglese, che
la usa in combattimento, in Europa, America e Asia, fino al XX secolo. Oggi
le giubbe rosse sono scomparse, ma in certi corpi, tra cui le Guardie Reali,
rimangono come divisa da parata.
LA GIUBBA ROSSA
XVIII secolo
coccarda
tricorno
paramani
gilet
zaino
fodero
della baionetta
giberna
risvolti
della giacca
baionetta
buffetteria
ghette
70
FRANCIA 1870
Napoleone III, nipote di Napoleone, ristabilisce l’Impero e trascina la
Francia in una serie di operazioni avventurose in Crimea, Italia e Messico.
Quest’ultima termina con un disastro e quando la Francia è spinta dalla
Prussia a dichiararle guerra nel 1870, i soldati francesi, poco addestrati, mal
comandati e mal equipaggiati, inferiori in numero, sono impreparati di fronte
al nemico. Con i loro pantaloni rossi sgargianti, i fanti sono facili bersagli.
Malgrado l’eroismo e il sacrificio, l’esercito francese è batttuto severamente.
La capitolazione di Napoleone III a Sedan provoca la caduta del II Impero
e la proclamazione della Repubblica. La perdita dell’Alsazia e della Lorena
si aggiunge all’umiliazione della sconfitta e suscita un desiderio di rivincita
che contribuirà allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Il fante francese
gamella (si utilizza
come pentolino/
piatto/bicchiere)
spalline
cappotto
fucile Chassepot
gambali
képi
zaino
bisaccia
fodero della
baionetta
scarponi
ghette
72
ITALIA
Costituito nel 1836, il Corpo dei Bersaglieri si distingue durante la Guerra
di Crimea (1856), dove ottiene l’unanime apprezzamento degli Alleati.
Partecipa poi a tutte le campagne risorgimentali, di cui diviene il simbolo:
saranno proprio i Bersaglieri i primi a entrare a Roma nel 1870 dalla
famosa Breccia di Porta Pia. Il bersagliere è un soldato di fanteria leggera,
abile tiratore (da qui il nome) e, caso unico al mondo, si muove di corsa
e non marciando. Ogni reparto ha una fanfara composta principalmente
da trombe, che suona le famose arie per ritmare la corsa. La divisa ha un
caratteristico cappello, detto “Vaira”, ricoperto di piume di gallo cedrone, per
proteggere l’occhio del tiratore dal sole. Le mostrine sono di una particolare
tonalità rosso-violacea, il cremisi (da qui il soprannome “fiamme cremisi”).
Questi particolari sono tuttora mantenuti nell’uniforme del bersagliere
contemporaneo, così come l’abitudine ad andare di corsa: nelle caserme dei
Bersaglieri è frequente trovare il cartello: Mezzi al passo, Bersaglieri di corsa.
IL BERSAGLIERE
A PORTA PIA
1870
cappello piumato,
Vaira
baionetta
zaino
filettatura
cremisi
moschetto
valenki, stivali di feltro
colbacco
con la Stella Rossa
tenuta mimetica
mitra PPSH
vanghetta
zappetta
88
Quando nel 1941 la Germania rompe il patto segreto di non aggressione
concluso con l’Unione Sovietica, le sue divisioni dilagano nell’immensità del
territorio russo, riportando vittoria su vittoria. Ma come la Grande Armée
di Napoleone, l’esercito tedesco si trova intrappolato nei rigori dell’inverno
a pochi chilometri da Mosca. L’anno seguente, durante la Battaglia di
Stalingrado, la sua avanzata è definitivamente fermata dall’Armata Rossa,
che continuerà la sua controffensiva fino a Berlino.
Durante l’inverno, il soldato sovietico adotta una tenuta mimetica bianca,
compreso anche l’elmetto, per confondersi con l’ambiente circostante. Sul
fronte russo tutti i belligeranti, fin dalla Guerra d’Inverno con la Finlandia,
utilizzano questo espediente, con il rischio di non riuscire a identificare il
nemico. Viene pertanto meno il principio per cui si è cominciato a usare
le uniformi, cioé di riconoscere a distanza le unità e l’appartenenza a un
esercito.
UNIONE SOVIETICA - RUSSIA 1941-1945
il soldato sovietico
98
XX-XXI sec.STATI UNITI
Oggigiorno i nuovi conflitti dettano le esigenze nel modernizzare l’equi-
paggiamento dei soldati.
Le nazioni non vogliono più piangere i loro Caduti per la Patria, ormai è
più importante evitare le perdite che infliggerle al nemico.
Nessun altro soldato nella Storia ha mai beneficiato di una tecnologia così
avanzata, e non è mai stato così ben protetto grazie all’adozione di materiali
compositi ultra leggeri e performanti. Con il suo giubbetto antiproiettile in
kevlar, equivalente moderno della corazza dei cavalieri, i suoi occhiali per
la visione notturna, il visore termico e gli apparati di comunicazione che lo
mantengono in costante contatto con i superiori, il soldato si trasforma in una
vera e propria macchina da guerra. Il mimetismo digitale accentua questa
disumanizzazione, forse l’ultima tappa prima dell’apparizione dei robot da
combattimento, che già annunciano i droni.
IL SOLDATO
AMERICANO
telecamera
occhiali per
visione notturna
soggolo con
mentoniera
stivaletti da
combattimento
pistola Beretta M9
elmetto “Fritz”
(di foggia simile
a quello tedesco
della Seconda
guerra mondiale)
shemagh (sciarpa
beduina per
proteggiersi da
polvere e sole)
fucile M4
fondina cosciale
radio
mimetica desertica
MARPAT
giubbetto
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in kevlar
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Uniformi

  • 1. 4 IL SOLDATO EGIZIO Per difendere dalle razzie nemiche i vitali raccolti del delta del Nilo, i faraoni creano un esercito di mestiere. Fin dall’inizio, però, lo utilizzano per guerre di conquista. Composto in gran parte di soldati reclutati tra le classi più povere, l’esercito fa ampio uso di mercenari stranieri. Essere un soldato del faraone permette di accedere alla distribuzione di terre, carne e misure di grano. I guerrieri più meritevoli, oltre a una rapida carriera, ricevono generose ricompense in oggetti preziosi, gioielli, oro e argento. L’esercito di Ramsete II deve la sua fama agli arcieri montati su carri da guerra e all’implacabile disciplina. È organizzato in diverse divisioni al comando di un generale, poste sotto la protezione di un dio in terra, il faraone, per il quale i soldati sono pronti a combattere fino alla morte. EGITTO XIIIsec.a.C. nemes, tipico copricapo di tessuto scudo in vimini perizoma di lino khopesh (falcetto) in bronzo sandali in papiro intrecciato
  • 2. 8 GRECIA Da sempre cittadino-soldato, l’oplita greco imbraccia le armi per difendere le sue terre e la polis, la sua città-stato, quando sono minacciate. Quest’ultima provvede al suo equipaggiamento, altrimenti troppo costoso. Armato di una lunga lancia e di un pesante scudo rotondo, l’oplon, a cui deve il suo nome, combatte in formazione chiusa, gomito a gomito e spalla a spalla con i suoi commilitoni, su otto, sedici o trentadue file: la falange oplitica assomiglia a una muraglia di ferro irta di picche, invalicabile. L’intera formazione carica a passo di corsa e l’urto formidabile che provoca sulle linee nemiche non può far altro che annientarle. Già temibile, la falange è perfezionata da Filippo il Macedone, il quale la dota di lance ancora più lunghe, le sarisse, che arrivano a 6 metri. Questa innovazione permetterà a suo figlio Alessandro di conquistare un immenso impero. L’OPLITA GRECO IV sec. a.C. sandali di cuoio schinieri xiphos, spada corta oplon, scudo in legno ricoperto di placche di bronzo paragnatidi (proteggi-guance) criniera paranaso elmo corinzio spallacci thorax, corazza di bronzo dory, lancia di frassino o corniolo e ferro tallone (di bronzo o ferro)
  • 3. 16 IMPERO ROMANO IL LEGIONARIO ROMANO Roma ha conquistato il suo vasto impero, che si estende tutto intorno al Mediterraneo e con l’imperatore Traiano raggiunge la sua massima estensione, grazie alla potenza dei suoi eserciti. La legione, che ne forma l’unità di base, deve la sua superiorità innanzitutto al fatto di essere composta da uomini temprati da un intenso addestramento. Oltre al maneggio delle armi, i legionari si addestrano alla corsa, al salto, al lancio del pilum, al nuoto, all’equitazione e soprattutto alla marcia. Il soldato, con un equipaggiamento di quasi 45 chili, deve coprire distanze notevoli per presidiare il territorio e sorvegliare le frontiere, percorrendo anche 25 chilometri al giorno. Alla fine della marcia, deve anche predisporre l’accampamento dove passare la notte, scavando il fossato ed erigendo la palizzata. A questi lavori si aggiungono anche le corvé per approvvigionarsi di legna e acqua. La sua forma fisica è costantemente messa alla prova sia in guerra, sia nei periodi di pace, quando è chiamato a costruire strade, ponti e persino città. II sec. d.C. umbone (centro dello scudo, in metallo) scudo rettangolare spallacci paranuca paragnatidi (proteggi-guance) cassis (elmo) balteus (cinturone) lorica segmentata (corazza a lamina) gladio caligae apron (strisce di cuoio borchiate applicate al balteo) pilum (giavellotto pesante con la punta che si piega all’impatto, per non poterlo rilanciare indietro)
  • 4. 22 IX-X secoloEUROPA DEL NORD Originari della Scandinavia, i Vichinghi sono guerrieri feroci, marinai esperti e abili mercanti che scambiano pellicce, legno e ambra con vino, argento e armi. Alla perenne ricerca di terre, prestigio e ricchezze, si organizzano in bande armate dedite alle scorrerie. Grazie ai precedenti contatti, conoscono perfettamente i luoghi e sanno che è meglio attaccare durante una festa religiosa o durante una grande fiera. La loro maneggevole nave, il drakkar, permette di risalire i fiumi e di attaccare di sorpresa ricche città o opulenti abbazie, che saccheggiano e mettono a ferro e fuoco prima di ripartire così fulmineamente come sono arrivati. Esplorano terre lontane e solcano ogni mare, toccando le coste dell’Europa e del Mediterraneo fino a Costantinopoli. Fondano delle colonie persino in Groenlandia e Islanda, raggiungendo l’America probabilmente prima di Cristoforo Colombo. IL GUERRIERO VICHINGO elmo a maschera tunica imbottita pugnale lacci spada ascia paranaso cimiero braghe scudo in legno mantello di lana
  • 5. kyahan (schinieri) sandali di paglia cosciali kabuto (elmo) paranuca goletta (proteggi collo) corazza 26 I Samurai sono dei formidabili guerrieri. Dapprima guardie dell’imperatore, passano al servizio dell’alta nobiltà formando una élite, ma in seguito alcuni di loro si impadroniscono del potere e governano il Giappone per secoli. La loro vita è consacrata al servizio del proprio signore fino alla morte, pronti a praticare il “Seppuku”, il suicidio rituale, per preservare la propria dignità. Seguono un codice d’onore, il “Bushido”, la “via del guerriero”, che detta loro il comportamento e prescrive le sette virtù a cui ispirarsi: giustizia, coraggio, magnanimità, rispetto, sincerità, onore e lealtà. Addestrati a ogni tipo di combattimento, i samurai guerreggiano a piedi e a cavallo. La loro armatura (yoroi) è costituita da una moltitudine di lamelle metalliche unite da legacci di seta. Resistente, flessibile e leggera, permette di muoversi agilmente sui territori più scoscesi, nelle risaie e perfino di traversare a nuoto un fiume. Il samurai XII-XIV sec.GIAPPONE corna decorative e intimidatorie mempo (maschera) spallacci guanti d’arme katana (sciabola lunga) wakizashi (sciabola corta)
  • 6. 28 TERRASANTA - FRANCIA IL CAVALIERE TEMPLARE XII-XIV sec. Nell’XI secolo, Papa Urbano II chiama i cavalieri cristiani a liberare Gerusalemme dal dominio musulmano, dando inizio alle Crociate. Sulla tunica portano una croce, simbolo della loro devozione alla religione. Alcuni di essi, nello stesso tempo monaci e soldati, si organizzano in un ordine monastico militare, come gli Ospitalieri e i Templari. Si occupano della sicurezza dei pellegrini e delle linee di comunicazione, costruiscono fortezze e presidiano i luoghi santi, tra cui il Santo Sepolcro. Accumulano rapidamente vaste ricchezze, che impiegano per finanziare nuove crociate e per aiutare persino dei re, come i Templari che forniscono gran parte del riscatto per liberare Luigi IX (San Luigi) durante la Settima crociata. Ma nel XIV secolo, il re Filippo il Bello decide di porre fine al loro crescente potere e di impadronirsi dei loro beni. Tra il 1307 e il 1314 migliaia di essi sono giustiziati per eresia e l’ordine viene disciolto. soprascarpe in maglia speroni fodero della spada mantello elmo pentolare croce dei Templari guanti d’arme scudo usbergo camaglio cotta d’arme (tunica sopra l’usbergo )
  • 7. 54 INGHILTERRA Per molto tempo i soldati di uno stesso esercito hanno portato tenute diverse, secondo la classe sociale, il gusto e le possibilità economiche dei combattenti e dei loro comandanti. L’esercito ottomano è il primo a identificare ogni unità con colori specifici e l’idea è ripresa nel XVII secolo durante la Guerra dei Trent’Anni dal re di Svezia, subito seguito dagli altri sovrani europei. Da allora il blu, il verde e il giallo sbocciano sui campi di battaglia. Nello stesso periodo, durante la prima Guerra Civile Inglese, l’Esercito Parlamentare (cosiddetto di Nuovo Tipo - New Model Army) che si opponeva alle truppe realiste era vestito con una lunga cappa rosso-scarlatto. Dopo la vittoria il rosso diviene il colore della divisa dell’intero esercito inglese, che la usa in combattimento, in Europa, America e Asia, fino al XX secolo. Oggi le giubbe rosse sono scomparse, ma in certi corpi, tra cui le Guardie Reali, rimangono come divisa da parata. LA GIUBBA ROSSA XVIII secolo coccarda tricorno paramani gilet zaino fodero della baionetta giberna risvolti della giacca baionetta buffetteria ghette
  • 8. 70 FRANCIA 1870 Napoleone III, nipote di Napoleone, ristabilisce l’Impero e trascina la Francia in una serie di operazioni avventurose in Crimea, Italia e Messico. Quest’ultima termina con un disastro e quando la Francia è spinta dalla Prussia a dichiararle guerra nel 1870, i soldati francesi, poco addestrati, mal comandati e mal equipaggiati, inferiori in numero, sono impreparati di fronte al nemico. Con i loro pantaloni rossi sgargianti, i fanti sono facili bersagli. Malgrado l’eroismo e il sacrificio, l’esercito francese è batttuto severamente. La capitolazione di Napoleone III a Sedan provoca la caduta del II Impero e la proclamazione della Repubblica. La perdita dell’Alsazia e della Lorena si aggiunge all’umiliazione della sconfitta e suscita un desiderio di rivincita che contribuirà allo scoppio della Prima guerra mondiale. Il fante francese gamella (si utilizza come pentolino/ piatto/bicchiere) spalline cappotto fucile Chassepot gambali képi zaino bisaccia fodero della baionetta scarponi
  • 9. ghette 72 ITALIA Costituito nel 1836, il Corpo dei Bersaglieri si distingue durante la Guerra di Crimea (1856), dove ottiene l’unanime apprezzamento degli Alleati. Partecipa poi a tutte le campagne risorgimentali, di cui diviene il simbolo: saranno proprio i Bersaglieri i primi a entrare a Roma nel 1870 dalla famosa Breccia di Porta Pia. Il bersagliere è un soldato di fanteria leggera, abile tiratore (da qui il nome) e, caso unico al mondo, si muove di corsa e non marciando. Ogni reparto ha una fanfara composta principalmente da trombe, che suona le famose arie per ritmare la corsa. La divisa ha un caratteristico cappello, detto “Vaira”, ricoperto di piume di gallo cedrone, per proteggere l’occhio del tiratore dal sole. Le mostrine sono di una particolare tonalità rosso-violacea, il cremisi (da qui il soprannome “fiamme cremisi”). Questi particolari sono tuttora mantenuti nell’uniforme del bersagliere contemporaneo, così come l’abitudine ad andare di corsa: nelle caserme dei Bersaglieri è frequente trovare il cartello: Mezzi al passo, Bersaglieri di corsa. IL BERSAGLIERE A PORTA PIA 1870 cappello piumato, Vaira baionetta zaino filettatura cremisi moschetto
  • 10. valenki, stivali di feltro colbacco con la Stella Rossa tenuta mimetica mitra PPSH vanghetta zappetta 88 Quando nel 1941 la Germania rompe il patto segreto di non aggressione concluso con l’Unione Sovietica, le sue divisioni dilagano nell’immensità del territorio russo, riportando vittoria su vittoria. Ma come la Grande Armée di Napoleone, l’esercito tedesco si trova intrappolato nei rigori dell’inverno a pochi chilometri da Mosca. L’anno seguente, durante la Battaglia di Stalingrado, la sua avanzata è definitivamente fermata dall’Armata Rossa, che continuerà la sua controffensiva fino a Berlino. Durante l’inverno, il soldato sovietico adotta una tenuta mimetica bianca, compreso anche l’elmetto, per confondersi con l’ambiente circostante. Sul fronte russo tutti i belligeranti, fin dalla Guerra d’Inverno con la Finlandia, utilizzano questo espediente, con il rischio di non riuscire a identificare il nemico. Viene pertanto meno il principio per cui si è cominciato a usare le uniformi, cioé di riconoscere a distanza le unità e l’appartenenza a un esercito. UNIONE SOVIETICA - RUSSIA 1941-1945 il soldato sovietico
  • 11. 98 XX-XXI sec.STATI UNITI Oggigiorno i nuovi conflitti dettano le esigenze nel modernizzare l’equi- paggiamento dei soldati. Le nazioni non vogliono più piangere i loro Caduti per la Patria, ormai è più importante evitare le perdite che infliggerle al nemico. Nessun altro soldato nella Storia ha mai beneficiato di una tecnologia così avanzata, e non è mai stato così ben protetto grazie all’adozione di materiali compositi ultra leggeri e performanti. Con il suo giubbetto antiproiettile in kevlar, equivalente moderno della corazza dei cavalieri, i suoi occhiali per la visione notturna, il visore termico e gli apparati di comunicazione che lo mantengono in costante contatto con i superiori, il soldato si trasforma in una vera e propria macchina da guerra. Il mimetismo digitale accentua questa disumanizzazione, forse l’ultima tappa prima dell’apparizione dei robot da combattimento, che già annunciano i droni. IL SOLDATO AMERICANO telecamera occhiali per visione notturna soggolo con mentoniera stivaletti da combattimento pistola Beretta M9 elmetto “Fritz” (di foggia simile a quello tedesco della Seconda guerra mondiale) shemagh (sciarpa beduina per proteggiersi da polvere e sole) fucile M4 fondina cosciale radio mimetica desertica MARPAT giubbetto antiproiettile in kevlar ginocchiere