SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 35
TEMPO E SPAZIO IN 
PSICOANALISI 
LA PROSPETTIVA DELLA 
PSICOLOGIA ANALITICA DI 
CARL GUSTAV JUNG 
LUCA BIASCI 07 DICEMBRE 2007
Per capire perché si può considerare una 
prospettiva privilegiata quella della 
psicologia analitica, per affrontare una 
comprensione delle categorie di spazio e 
tempo da un punto di vista psicoanalitico, è 
necessario soffermarci sulle differenze fra: 
il concetto di inconscio secondo Freud 
ed 
il concetto di inconscio secondo Jung
• Freud vedeva nell’inconscio anzitutto 
l’ambito in cui esistono pulsioni sessuali 
rimosse 
• Per Jung, l’inconscio è anche ed 
essenzialmente lo sfondo creativo della 
psiche, in cui si costellano 
- come percezioni interne oscillanti – 
I PRECURSORI DELLE IDEE: 
ovverosia le anticipazioni dei processi 
psichici coscienti.
• Ma che cos’è la PSICHE per Jung? 
(differenze con I e II topica freudiana) 
E’ una rete di “complessi a tonalità 
affettiva”, ovverosia un insieme di 
rappresentazioni mentali con un evidente 
tono emozionale derivanti da un nucleo 
originario che si costituisce nell’incontro 
tra una disposizione ideativa innata ed 
un oggetto percettivo esterno e che si 
accresce fungendo da polo attrattivo per 
materiale associativo (esempio della 
perla)
• E’ con l’esperimento associativo 
(Galton, Binet) che Jung scopre 
(all’ospedale psichiatrico di Zurigo) 
l’esistenza dei complessi come vere e 
proprie personalità psiche inconscie, 
parziali e autonome rispetto all’Io, 
correlabili non solamente a fenomeni 
mentali ma anche endosomatici ed 
extrasomatici, esperibili cioè come eventi 
interni al sé ed esterni: nella dimensione 
spaziale e temporale in cui il sé si trova 
immerso.
• Quindi per Jung la psiche è costituite da tre 
strati concentrici: 
• 1. IL CONSCIO: tutto gli aspetti psichici 
correlabili al complesso dell’Io e classificabili 
come conosciuti 
• 2. l’ INCONSCIO: tutta la restante rete 
complessuale non conosciuta ma conoscibile 
(se supera la soglia della coscienza) 
• 3. LO PSICOIDE: nodi complessuali 
inconoscibili se non indirettamente attraverso il 
verifericarsi di eventi somatici e/o materiali in 
correlazione spazio-temporale con emozioni 
esperite dal sé. 
Ai tre strati si aggiunge la cornice del SE’= 
completezza
• Conscio inconscio psicoide SE
• Quei nodi “A priori” che costituiscono l’ordito 
della trama psichica sono denominati da Jung 
ARCHETIPI: disposizioni innate o strutture 
psichiche inosservabili che riproducono 
l’essenza di rappresentazioni, pensieri, 
emozioni, fantasie, strutturalmente simili, in 
situazioni ricorrenti, tipiche. 
• IMMAGINI ARCHETIPICHE: le immagini 
attraverso le quali la determinante archetipica 
inconoscibile, atemporale si manifesta nello 
spazio-tempo individuale - una volta attivata 
dall’incontro del sé con una manifestazione 
complementare contingente (l’ambiente 
storico-sociale) – attraverso la produzione di 
elementi simbolici simili nella loro essenza 
strutturale ma anche molto diversi nel risultato 
figurativo-appercettivo (es. della minaccia 
irrompente nell’ansia infantile).
• Gli Archetipi e le immagini che da essi 
“derivano” non sono entità ipostatiche 
come le idee platoniche né categorie 
assolute rigide e monadiche come quelle 
dello strutturalismo (il crudo ed il cotto di 
Lévi-Strauss). 
• Si tratta invece di tentativi ipotetici di 
dare ragione della “presenza” di entità 
psiche altrimenti inrappresentabili, 
attraverso l’identificazione di elementi 
simbolici sfumati ed embricati che 
indicano macchie di senso più che 
significati isolati.
• Gli archetipi per Jung possono essere 
rappresentati come un continuum in uno 
spettro che va da un polo “ultravioletto” ad 
un polo “infrarosso. 
• Polo ultravioletto: immagini archetipiche che 
si impongono come intuizioni fulminanti o 
idee prevalenti. Lo psichico tende alla 
rarefazione ed alla astrazione fino a sconfinare 
nel versante spirituale. 
• Polo infrarosso: immagini archetipiche che 
tendono a presentarsi come sensazioni 
corporee o come eventi che accadono nello 
spazio circostante. Lo psichico tende alla 
solidificazione ed alla concretizzazione fino ad 
apparire nel soma e nella materia.
SPETTRO ARCHETIPICO 
MATERIA SPIRITO 
SOMA IDEE 
MADRE PADRE 
SPAZIO TEMPO 
MISTERIUM CONJUNCTIONIS 
UNUS MUNDUS
• Jung si muove da una prospettiva 
fenomenologico-empirica 
• Le sue affermazioni non sono irruzioni nel 
campo della metafisica né spiegazioni di 
una presunta realtà definitiva 
• Sono descrizioni derivate dalla clinica su 
come l’uomo esperisce, 
tendenzialmente, l’apparire nel suo campo 
esperienziale di quei fenomeni che può 
conoscere, prevalentemente, o tramite i 
sensi fisici o attraverso le sue funzioni 
cognitive ed affettive (i sensi interni)
• La psiche vive i fenomeni della sua stessa 
natura, ovverosia psichici, e quelli 
apparentemente non psichici, cioè concreti, 
come un continuum senza soluzione di 
continuo e questo è un dato di fatto 
riscontrabile nelle azioni, nei comportamenti, nei 
pensieri, ma soprattutto nei sogni e nelle 
fantasie dell’uomo comune di ogni società, di 
ogni epoca. 
• Per comprendere le categorie dello spazio e del 
tempo da un punto di vista psicologico 
dobbiamo tenere conto di questa evidenza: 
spirito e materia sono due opposti psichici 
misteriosamente congiunti
LO SPAZIO PER LA PSICOLOGIA ANALITICA 
• Le immagini archetipiche attraverso le quali la 
psiche si rappresenta ed esperisce lo spazio 
rimandano tutte all’archetipo della “Madre” 
• Lo spazio è quella dimensione in cui siamo 
accolti e contenuti come nel grembo materno, 
che rappresenta il versante personale, incarnato 
dell’archetipo (la nostra madre, lo spazio del 
feto) 
• Noi abitiamo lo spazio con il nostro corpo ed il 
nostro corpo è lo spazio in cui abitiamo. 
• Ma il corpo, come concretizzazione degli istinti 
e della natura, rimanda a sua volta alla “Madre”
• “La Madre” come entità generatrice e 
quindi materia fecondabile è il recipiente 
che concepisce, porta e nutre: è lo spazio 
in cui la vita nasce e si accresce (il 
versante positivo dell’archetipo) 
• “La Madre” è anche, però, il grembo 
oscuro, il recesso angusto in cui si può 
rimanere inglobati ed in cui si è costretti a 
dissolversi: è lo spazio della morte in cui 
l’individualità si annulla nella materia 
indifferenziata dalla quale era sorta (il 
versante negativo)
• Lo spazio quindi, visto dal versante 
archetipico, è una dimensione assoluta e 
totalizzante, la matrice originiaria nella 
quale e dalla quale non si può non essere, 
passivamente, contenuti e soggiogati 
• La psicologia analitica fornisce però gli 
strumenti per vivere lo spazio anche come 
una opportunità dinamica e 
trasformativa: lo spazio dell’analisi 
secondo la visione del maestro svizzero 
• Per Jung, l’analisi, è quello spazio in cui 
si può, in una prima fase, regredire 
profondamente nella “Madre” (La 
traversata notturna per mare dell’eroe)
• In una seconda fase, invece, l’analisi 
diventa lo spazio del Sé, ovverosia la 
dimensione della comprensione del 
senso di ciò che noi veramente siamo: la 
ricerca dello spazio del senso della propria 
vita. 
• E’ il processo di individuazione, cioè la 
costante e paziente autocritica del 
complesso dell’Io che porta alla 
separazione dalla madre e quindi alla 
creazione di uno spazio nuovo, quello in 
cui noi stessi (nella totalità di conscio ed 
inconscio) diventiamo l’oggetto della 
nostra conoscenza
• Ecco che allora però, citando lo spazio analitico, 
non ci si riferisce più ad una dimensione pura 
dello spazio, esclusiva. 
• Entra in gioco il tempo: lo spazio analitico è 
uno spazio relazionale dove intanto due diversi 
spazi vitali si incontrano e si incrociano (quattro 
in realtà) e quindi siamo in uno spazio 
esponenziale. In più l’analisi è un processo ed 
ha quindi una sua, peculiare, scansione 
temporale 
• Quindi lo spazio in analisi è spazio dinamico-trasformativo 
e non statico-conservativo, grazie 
all’elemento temporale che innesca una 
tensione creativa
• IL TEMPO PER LA PSICOLOGIA ANALITICA 
• Il tempo è una delle fondamentali esperienze 
archetipiche dell’umanità e sfugge ad ogni 
tentativo di spiegazione puramente razionale 
• I Greci equiparavano il tempo all’antichissimo 
fiume Oceano che nella visione del mito 
abbracciava la terra come un serpente che si 
morde la coda e che si chiamava anche 
Chronos e fu in seguito equiparato a Crono 
padre di Zeus 
• Ma per i Greci esisteva anche Aion che 
significava anzitutto il succo vitale che pervade 
ogni essere e quindi il suo tempo vitale ed il 
suo destino
• Aion simboleggia l’aspetto dinamico dell’essere, 
qualcosa che oggi possiamo definire un 
principio di energia psicofisica 
• In Cina è lo Yang il principio maschile che nel I 
Ching viene simboleggiato da una riga intera 
mentre lo spazio appartiene allo Yin. Insieme 
rendono manifesto il Tao 
• Una simile simbolizzazione del tempo come 
divinità e come flusso di vita e di morte si trova 
anche in India. Nella Bhagavadgita il dio Krisna 
si manifesta nell’eroe Arjuna ed afferma di 
essere il tempo che annienta tutto il mondo, 
apparso per afferrare tutti gli umomini. Ma anche 
Siva rappresenta il tempo ed incarna nella sua 
danza eterna con la sua Sakti (la materia) le 
potenze dello sviluppo, della conservazione e 
della dissoluzione del mondo
• Al di là delle infinite raffigurazioni mitologiche 
del tempo nelle varie culture ed epoche e dei 
suoi risvolti filosofici, argomento che esula dalla 
nostra trattazione, e tenendo conto della 
contemporanea presenza di più modelli di 
tempo, ad esempio il tempo circolare 
dell’eterno ritorno ed il tempo lineare della 
scansione storica degli avvenimenti, quello che 
ci interessa da un punto di vista psicologico è la 
dimensione del tempo come principio attivo, 
dinamico, transformativo, è il tempo dell’anima 
e dell’interiorità di Agostino, è il tempo 
messianico della ricapitolazione vertiginosa di 
Paolo di Tarso, sono quelle visioni del tempo 
che pongono l’accento sul cambiamento.
• Il tempo quindi, da un punto di vista 
psicologico, si configura come un 
principio prevalentemente maschile, 
identificabile nello Spirito secondo 
l’accezione della tradizione giudaico-cristiana. 
E’ quel principio vivificatore che 
consente la consapevolezza 
dell’acquisizione di una identità, di una 
responsabilità personale e di un proprio 
specifico, irripetibile, destino, attraverso la 
frattura del cordone ombellicale che lega 
al mondo senza tempo della “Madre”. 
• E’ l’archetipo del “Padre” nella sua 
accezione positiva come elemento 
discriminativo, de-cisivo e normativo
• Il versante negativo dell’archetipo del 
“Padre” si identifica nella immagine 
mitologico-archetipica del vecchio Crono- 
Saturno raffigurato come un anziano 
signore dall’aspetto cupo e crudele 
nell’atto di ttaagglliiaarree llaa tteessttaa, con la falce di 
cui è dotato, al “Puer Aeternus” al figlio 
della “Madre”. E’ l’ingresso di una 
dimensione temporale rallentata, irrigidita, 
cinica della sofferenza psichica della 
Melanconia, della Ossessività, della 
Paranoia. Il tempo che diventa nemico 
dell’uomo perché ne uccide le capacità 
creative, l’elasticità del pensiero, la fiducia 
in ciò che altro da se.
• Come abbiamo fatto per lo spazio dobbiamo 
fare un accenno al tempo per l’analisi e 
nell’analisi. Durante la seduta analitica, che ha 
comunque, i suoi tempi, i suoi ritmi, scanditi dal 
setting, la dimensione temporale transformativa 
irrompe quando accade l’evento della fruizione 
(da parte della coppia analista-paziente) di una 
immagine carica di senso che dona la capacità 
(inshight) di sciogliere, dipanare, le nodosità 
delle problematiche complessuali la cui rete 
imbriglia il nostro Io, consentendoci di accedere 
ad una nuova scansione del tempo della 
nostra vita che è il tempo della consapevolezza, 
è il tempo scandito dalla conoscenza del Sé, 
cioè del senso più intimo e profondo della nostra 
esistenza
• In questo senso possiamo fare un brevissimo 
accostamento simbolico tra la psicologia 
analitica e la teoria della relatività di Einstein, 
sulla base del fatto che in analisi si ha una 
relativizzazione del tempo e dello spazio che 
diventano variabili dipendenti dalla posizione 
dell’osservatore, come accade nella fisica delle 
particelle subatomiche e delle alte energie. 
Quando queste particelle interagiscono tra loro 
alla velocità della luce, la loro posizione nello 
spazio e la loro collocazione temporale 
diventano relative, cioè non sono oggettivabili 
a prescindere dalla posizione dell’osservatore 
(principio di indeterminazione di Heisenberg)
• Anche in analisi si ha una relativizzazione dei parametri 
spaziali e temporali dei singoli partecipanti rispetto alla 
coppia analitica e, gradatamente, scompare una 
oggettività del singolo, mentre si delinea una 
configurazione spazio-temporale integralmente 
dipendente dalla posizione assunta a quel punto, in 
quel momento da entrambi i membri della coppia. 
• Sappiamo che per Einstein la gravitazione, cioè 
l’opposta attrazione di masse corporee, suscita una 
curvatura della geometria dello spazio attraverso 
campi di gravitazione, cosa che influenza anche gli 
intervalli di tempo. Il tempo non scorre alla velocità di 
uno spazio tempo piano e poiché la curvatura muta da 
luogo a luogo, secondo la distribuzione delle masse 
corporee, muta anche la velocità del flusso 
temporale.
• Possiamo supporre che anche in analisi, 
metaforicamente, l’effetto di attrazione tra 
il mondo interiore dell’analista e quello del 
paziente, provochi una curvatura della 
dimensione spazio-temporale di 
entrambi, in quel fenomeno che 
tecnicamente si chiama transfert. 
• L’interazione dello spazio-tempo psichico 
dei membri e nei membri della coppia 
analitica provocherebbe una mutazione 
retroattiva negli orizzonti spazio-temporali 
dei singoli; nelle pieghe di questa 
particolare “curvatura” si nasconderebbero 
i cosiddetti fattori terapeutici.
LA SINCRONICITA’ 
• Jung in un suo notissimo saggio del 1952 
ha esposto una dottrina psicologica che 
ammette una correlazione tra stati 
interiori ed eventi esteriori, e quindi un 
parallelismo temporale, spaziale e di 
significato tra condizione psichica ed 
evento fisico. 
• Il titolo del saggio è: La sincronicità 
come principio dei nessi acausali. In 
questo contesto Jung ha teorizzato la non 
esclusività del principio causale 
esplicativo riscontrando anche la 
presenza, nella psiche, di fattori acausali
• Sono detti eventi sincronistici i tre tipi di 
fenomeni: 
• 1. Coincidenza di uno stato psichico 
dell’osservatore con un evento esterno 
contemporaneo ed obiettivo 
• 2. stessa coincidenza ma con evento che 
si svolge fuori dall’ambito percettivo 
del soggetto 
• Stessa coincidenza ma con un evento 
futuro che può essere verificato solo a 
posteriori
• Jung definisce la sincronicità come nesso 
acausale in quanto cade la causalità che 
è legata all’esistenza di spazio e tempo e 
di mutazione dei corpi, dal momento che 
essa consiste nella successione di 
causa ed effetto. Nel suo insieme la 
sincronicità è un tentativo di rispondere al 
seguente interrogativo: come è possibile 
che venga a rendersi nota una situazione 
di fatto che proprio in un certo 
momento ed in un certo spazio non 
può esserlo?
• Condizione necessaria per l’evento 
sincronistico è la presenza nel soggetto di 
un fattore affettivo che, sotto forma di un 
sentimento di attesa, svolga uno 
specifico ruolo di condizionamento 
significativo. 
• Questo perché l’affetto provoca una 
modificazione della coscienza tale da 
farla cadere sotto l’influsso delle 
immagini archetipiche e delle 
percezioni subliminari ad esse correlate.
• In occidente siamo così legati all’idea di 
causa ed effetto che quasi non possiamo 
prescinderne, né da un punto di vista 
linguistico, né da un punto di vista logico. 
Eppure da sempre l’uomo di fronte agli 
eventi si pone due domande, una 
implicita e l’altra esplicita: 
• Perché questo è accaduto? (causalità) 
• Qual è il senso di questo accadimento 
che coincide con questo mio stato 
d’animo? (acausalità)
Sempre per tornare alla metafora presa dalle 
scienze della natura, così come 
in fisica abbiamo la fisica classica, newtoniana, 
ma abbiamo anche quella subatomica e/o della 
relatività, eppure la prima la percepiamo con i 
sensi, la seconda quasi mai, 
in psicologia abbiamo gli eventi causali, esperiti 
costantemente nella vita di tutti i giorni e, in 
condizioni particolari di tensione emotiva, 
esperiamo degli eventi sincronistici. Il sistema 
causale ed acausale coesistono ma il secondo 
viene in causa solo occasionalmente. Lo stato 
affettivo intenso potrebbe essere paragonato, 
simbolicamente, ad una accelerazione 
dell’osservatore alla velocità della luce.
• Agli archetipi è legata l’esistenza di una 
sorta di sapere in forma di immagini 
simboliche, una specie di luminosità 
(un’altra coscienza) circoscritta all’ambito 
archetipico, di cui l’Io è inconsapevole, e 
che irrompe talvolta, senza previsione né 
regola, nello spazio coscienziale. 
• L’evento sincronistico in genera avviene in 
due fasi. 
• A) affiora una immagine inconscia 
come visione onirica o presentimento 
• B) un fatto oggettivo coincide con 
questo contenuto immaginativo-affettivo
• In questo senso per Jung spazio e tempo, 
sono contenuti in un solo e medesimo 
mondo, sono in contatto costante e 
poggiano entrambi su fattori non 
rappresentabili. Da un punto di visto 
psichico spazio e tempo,così come le 
categorie più generali di Spirito e materia, 
confluiscono una dimensione unica. 
• Infatti il non psichico e lo psichico si 
influenzano continuamente l’uno e l’altro 
senza nesso causale.

Mais conteúdo relacionado

Mais procurados

2 sostanza e soggetto fino a kant percorso
2   sostanza e soggetto  fino a kant percorso2   sostanza e soggetto  fino a kant percorso
2 sostanza e soggetto fino a kant percorso
giovanni quartini
 
1. schopenhauer 1_
1. schopenhauer 1_1. schopenhauer 1_
1. schopenhauer 1_
Elisa2088
 
Michele Aramini
Michele AraminiMichele Aramini
Michele Aramini
agrilinea
 
psicanalisi
psicanalisipsicanalisi
psicanalisi
imartini
 
Conger jung reich 1
Conger jung reich 1Conger jung reich 1
Conger jung reich 1
imartini
 
Immanuel Kant (1724 1804)
Immanuel Kant (1724 1804)Immanuel Kant (1724 1804)
Immanuel Kant (1724 1804)
Gianni Zeno
 

Mais procurados (20)

2 sostanza e soggetto fino a kant percorso
2   sostanza e soggetto  fino a kant percorso2   sostanza e soggetto  fino a kant percorso
2 sostanza e soggetto fino a kant percorso
 
Hegel: i capisaldi del sistema
Hegel: i capisaldi del sistemaHegel: i capisaldi del sistema
Hegel: i capisaldi del sistema
 
6. enneagramma
6. enneagramma6. enneagramma
6. enneagramma
 
1. schopenhauer 1_
1. schopenhauer 1_1. schopenhauer 1_
1. schopenhauer 1_
 
Michele Aramini
Michele AraminiMichele Aramini
Michele Aramini
 
3. hegel 3
3. hegel 33. hegel 3
3. hegel 3
 
psicanalisi
psicanalisipsicanalisi
psicanalisi
 
Conger jung reich 1
Conger jung reich 1Conger jung reich 1
Conger jung reich 1
 
2. kant 2
2. kant 22. kant 2
2. kant 2
 
Kant
KantKant
Kant
 
Schopenhauer
SchopenhauerSchopenhauer
Schopenhauer
 
Hegel (1770 - 1831)
Hegel (1770 - 1831)Hegel (1770 - 1831)
Hegel (1770 - 1831)
 
Kant
KantKant
Kant
 
Immanuel Kant (1724 1804)
Immanuel Kant (1724 1804)Immanuel Kant (1724 1804)
Immanuel Kant (1724 1804)
 
Kant
KantKant
Kant
 
Critica Della Ragion Pura
Critica Della Ragion PuraCritica Della Ragion Pura
Critica Della Ragion Pura
 
Schopenhauer e la musica
Schopenhauer e la musicaSchopenhauer e la musica
Schopenhauer e la musica
 
1. kant 1
1. kant 11. kant 1
1. kant 1
 
La Fenomenologia dello Spirito
La Fenomenologia dello SpiritoLa Fenomenologia dello Spirito
La Fenomenologia dello Spirito
 
Leibniz (1646 1716)
Leibniz (1646 1716)Leibniz (1646 1716)
Leibniz (1646 1716)
 

Semelhante a tempo espazio

Te sp psican c
Te sp psican cTe sp psican c
Te sp psican c
imartini
 
198 jung fdc
198 jung fdc198 jung fdc
198 jung fdc
imartini
 
198 jung fd
198 jung fd198 jung fd
198 jung fd
imartini
 
4. berkeley 4
4. berkeley 44. berkeley 4
4. berkeley 4
Elisa2088
 
5) Arthur Schopenhauer.pptx
5) Arthur Schopenhauer.pptx5) Arthur Schopenhauer.pptx
5) Arthur Schopenhauer.pptx
MatteoEolini
 
Neoplatonismo e Plotino
Neoplatonismo e PlotinoNeoplatonismo e Plotino
Neoplatonismo e Plotino
Elisa2088
 

Semelhante a tempo espazio (20)

Te sp psican c
Te sp psican cTe sp psican c
Te sp psican c
 
Hegel
HegelHegel
Hegel
 
La Logoterapia di Viktor Frankl (prima parte)
La Logoterapia di Viktor Frankl (prima parte)La Logoterapia di Viktor Frankl (prima parte)
La Logoterapia di Viktor Frankl (prima parte)
 
ARTHUR_SCHOPENHAUER_1788_Danzica__1861_Francoforte.ppt
ARTHUR_SCHOPENHAUER_1788_Danzica__1861_Francoforte.pptARTHUR_SCHOPENHAUER_1788_Danzica__1861_Francoforte.ppt
ARTHUR_SCHOPENHAUER_1788_Danzica__1861_Francoforte.ppt
 
9244
92449244
9244
 
9244
92449244
9244
 
La Volontã  come direzione verticale
La Volontã  come direzione verticaleLa Volontã  come direzione verticale
La Volontã  come direzione verticale
 
198 jung fdc
198 jung fdc198 jung fdc
198 jung fdc
 
Epicuro
EpicuroEpicuro
Epicuro
 
L’ io filosofico- Progetto di Filosofia
L’ io filosofico- Progetto di Filosofia L’ io filosofico- Progetto di Filosofia
L’ io filosofico- Progetto di Filosofia
 
024 - L'uomo e i suoi limiti
024 - L'uomo e i suoi limiti024 - L'uomo e i suoi limiti
024 - L'uomo e i suoi limiti
 
198 jung fd
198 jung fd198 jung fd
198 jung fd
 
2.spinoza 2
2.spinoza 22.spinoza 2
2.spinoza 2
 
Gli archetipi e la libertà dell’uomo. Cerchio Ifior, L'Uno e i molti, v.12
Gli archetipi e la libertà dell’uomo. Cerchio Ifior, L'Uno e i molti, v.12Gli archetipi e la libertà dell’uomo. Cerchio Ifior, L'Uno e i molti, v.12
Gli archetipi e la libertà dell’uomo. Cerchio Ifior, L'Uno e i molti, v.12
 
4. berkeley 4
4. berkeley 44. berkeley 4
4. berkeley 4
 
5) Arthur Schopenhauer.pptx
5) Arthur Schopenhauer.pptx5) Arthur Schopenhauer.pptx
5) Arthur Schopenhauer.pptx
 
Neoplatonismo e Plotino
Neoplatonismo e PlotinoNeoplatonismo e Plotino
Neoplatonismo e Plotino
 
emozioni corpore italiano 2022 PDF 2022.
emozioni corpore italiano 2022 PDF 2022.emozioni corpore italiano 2022 PDF 2022.
emozioni corpore italiano 2022 PDF 2022.
 
Presentazione Freud
Presentazione FreudPresentazione Freud
Presentazione Freud
 
Vivere il presente
Vivere il presenteVivere il presente
Vivere il presente
 

Mais de imartini (20)

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambino
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizing
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotiva
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematica
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbale
 
Adhd u
Adhd uAdhd u
Adhd u
 
DSA
DSADSA
DSA
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsa
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
 
scrittura
scritturascrittura
scrittura
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsa
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa n
 
dislessia
dislessiadislessia
dislessia
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimento
 
DSA
DSADSA
DSA
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce eta
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scrittura
 

tempo espazio

  • 1. TEMPO E SPAZIO IN PSICOANALISI LA PROSPETTIVA DELLA PSICOLOGIA ANALITICA DI CARL GUSTAV JUNG LUCA BIASCI 07 DICEMBRE 2007
  • 2. Per capire perché si può considerare una prospettiva privilegiata quella della psicologia analitica, per affrontare una comprensione delle categorie di spazio e tempo da un punto di vista psicoanalitico, è necessario soffermarci sulle differenze fra: il concetto di inconscio secondo Freud ed il concetto di inconscio secondo Jung
  • 3. • Freud vedeva nell’inconscio anzitutto l’ambito in cui esistono pulsioni sessuali rimosse • Per Jung, l’inconscio è anche ed essenzialmente lo sfondo creativo della psiche, in cui si costellano - come percezioni interne oscillanti – I PRECURSORI DELLE IDEE: ovverosia le anticipazioni dei processi psichici coscienti.
  • 4. • Ma che cos’è la PSICHE per Jung? (differenze con I e II topica freudiana) E’ una rete di “complessi a tonalità affettiva”, ovverosia un insieme di rappresentazioni mentali con un evidente tono emozionale derivanti da un nucleo originario che si costituisce nell’incontro tra una disposizione ideativa innata ed un oggetto percettivo esterno e che si accresce fungendo da polo attrattivo per materiale associativo (esempio della perla)
  • 5. • E’ con l’esperimento associativo (Galton, Binet) che Jung scopre (all’ospedale psichiatrico di Zurigo) l’esistenza dei complessi come vere e proprie personalità psiche inconscie, parziali e autonome rispetto all’Io, correlabili non solamente a fenomeni mentali ma anche endosomatici ed extrasomatici, esperibili cioè come eventi interni al sé ed esterni: nella dimensione spaziale e temporale in cui il sé si trova immerso.
  • 6. • Quindi per Jung la psiche è costituite da tre strati concentrici: • 1. IL CONSCIO: tutto gli aspetti psichici correlabili al complesso dell’Io e classificabili come conosciuti • 2. l’ INCONSCIO: tutta la restante rete complessuale non conosciuta ma conoscibile (se supera la soglia della coscienza) • 3. LO PSICOIDE: nodi complessuali inconoscibili se non indirettamente attraverso il verifericarsi di eventi somatici e/o materiali in correlazione spazio-temporale con emozioni esperite dal sé. Ai tre strati si aggiunge la cornice del SE’= completezza
  • 7. • Conscio inconscio psicoide SE
  • 8. • Quei nodi “A priori” che costituiscono l’ordito della trama psichica sono denominati da Jung ARCHETIPI: disposizioni innate o strutture psichiche inosservabili che riproducono l’essenza di rappresentazioni, pensieri, emozioni, fantasie, strutturalmente simili, in situazioni ricorrenti, tipiche. • IMMAGINI ARCHETIPICHE: le immagini attraverso le quali la determinante archetipica inconoscibile, atemporale si manifesta nello spazio-tempo individuale - una volta attivata dall’incontro del sé con una manifestazione complementare contingente (l’ambiente storico-sociale) – attraverso la produzione di elementi simbolici simili nella loro essenza strutturale ma anche molto diversi nel risultato figurativo-appercettivo (es. della minaccia irrompente nell’ansia infantile).
  • 9. • Gli Archetipi e le immagini che da essi “derivano” non sono entità ipostatiche come le idee platoniche né categorie assolute rigide e monadiche come quelle dello strutturalismo (il crudo ed il cotto di Lévi-Strauss). • Si tratta invece di tentativi ipotetici di dare ragione della “presenza” di entità psiche altrimenti inrappresentabili, attraverso l’identificazione di elementi simbolici sfumati ed embricati che indicano macchie di senso più che significati isolati.
  • 10. • Gli archetipi per Jung possono essere rappresentati come un continuum in uno spettro che va da un polo “ultravioletto” ad un polo “infrarosso. • Polo ultravioletto: immagini archetipiche che si impongono come intuizioni fulminanti o idee prevalenti. Lo psichico tende alla rarefazione ed alla astrazione fino a sconfinare nel versante spirituale. • Polo infrarosso: immagini archetipiche che tendono a presentarsi come sensazioni corporee o come eventi che accadono nello spazio circostante. Lo psichico tende alla solidificazione ed alla concretizzazione fino ad apparire nel soma e nella materia.
  • 11. SPETTRO ARCHETIPICO MATERIA SPIRITO SOMA IDEE MADRE PADRE SPAZIO TEMPO MISTERIUM CONJUNCTIONIS UNUS MUNDUS
  • 12. • Jung si muove da una prospettiva fenomenologico-empirica • Le sue affermazioni non sono irruzioni nel campo della metafisica né spiegazioni di una presunta realtà definitiva • Sono descrizioni derivate dalla clinica su come l’uomo esperisce, tendenzialmente, l’apparire nel suo campo esperienziale di quei fenomeni che può conoscere, prevalentemente, o tramite i sensi fisici o attraverso le sue funzioni cognitive ed affettive (i sensi interni)
  • 13. • La psiche vive i fenomeni della sua stessa natura, ovverosia psichici, e quelli apparentemente non psichici, cioè concreti, come un continuum senza soluzione di continuo e questo è un dato di fatto riscontrabile nelle azioni, nei comportamenti, nei pensieri, ma soprattutto nei sogni e nelle fantasie dell’uomo comune di ogni società, di ogni epoca. • Per comprendere le categorie dello spazio e del tempo da un punto di vista psicologico dobbiamo tenere conto di questa evidenza: spirito e materia sono due opposti psichici misteriosamente congiunti
  • 14. LO SPAZIO PER LA PSICOLOGIA ANALITICA • Le immagini archetipiche attraverso le quali la psiche si rappresenta ed esperisce lo spazio rimandano tutte all’archetipo della “Madre” • Lo spazio è quella dimensione in cui siamo accolti e contenuti come nel grembo materno, che rappresenta il versante personale, incarnato dell’archetipo (la nostra madre, lo spazio del feto) • Noi abitiamo lo spazio con il nostro corpo ed il nostro corpo è lo spazio in cui abitiamo. • Ma il corpo, come concretizzazione degli istinti e della natura, rimanda a sua volta alla “Madre”
  • 15. • “La Madre” come entità generatrice e quindi materia fecondabile è il recipiente che concepisce, porta e nutre: è lo spazio in cui la vita nasce e si accresce (il versante positivo dell’archetipo) • “La Madre” è anche, però, il grembo oscuro, il recesso angusto in cui si può rimanere inglobati ed in cui si è costretti a dissolversi: è lo spazio della morte in cui l’individualità si annulla nella materia indifferenziata dalla quale era sorta (il versante negativo)
  • 16. • Lo spazio quindi, visto dal versante archetipico, è una dimensione assoluta e totalizzante, la matrice originiaria nella quale e dalla quale non si può non essere, passivamente, contenuti e soggiogati • La psicologia analitica fornisce però gli strumenti per vivere lo spazio anche come una opportunità dinamica e trasformativa: lo spazio dell’analisi secondo la visione del maestro svizzero • Per Jung, l’analisi, è quello spazio in cui si può, in una prima fase, regredire profondamente nella “Madre” (La traversata notturna per mare dell’eroe)
  • 17. • In una seconda fase, invece, l’analisi diventa lo spazio del Sé, ovverosia la dimensione della comprensione del senso di ciò che noi veramente siamo: la ricerca dello spazio del senso della propria vita. • E’ il processo di individuazione, cioè la costante e paziente autocritica del complesso dell’Io che porta alla separazione dalla madre e quindi alla creazione di uno spazio nuovo, quello in cui noi stessi (nella totalità di conscio ed inconscio) diventiamo l’oggetto della nostra conoscenza
  • 18. • Ecco che allora però, citando lo spazio analitico, non ci si riferisce più ad una dimensione pura dello spazio, esclusiva. • Entra in gioco il tempo: lo spazio analitico è uno spazio relazionale dove intanto due diversi spazi vitali si incontrano e si incrociano (quattro in realtà) e quindi siamo in uno spazio esponenziale. In più l’analisi è un processo ed ha quindi una sua, peculiare, scansione temporale • Quindi lo spazio in analisi è spazio dinamico-trasformativo e non statico-conservativo, grazie all’elemento temporale che innesca una tensione creativa
  • 19. • IL TEMPO PER LA PSICOLOGIA ANALITICA • Il tempo è una delle fondamentali esperienze archetipiche dell’umanità e sfugge ad ogni tentativo di spiegazione puramente razionale • I Greci equiparavano il tempo all’antichissimo fiume Oceano che nella visione del mito abbracciava la terra come un serpente che si morde la coda e che si chiamava anche Chronos e fu in seguito equiparato a Crono padre di Zeus • Ma per i Greci esisteva anche Aion che significava anzitutto il succo vitale che pervade ogni essere e quindi il suo tempo vitale ed il suo destino
  • 20. • Aion simboleggia l’aspetto dinamico dell’essere, qualcosa che oggi possiamo definire un principio di energia psicofisica • In Cina è lo Yang il principio maschile che nel I Ching viene simboleggiato da una riga intera mentre lo spazio appartiene allo Yin. Insieme rendono manifesto il Tao • Una simile simbolizzazione del tempo come divinità e come flusso di vita e di morte si trova anche in India. Nella Bhagavadgita il dio Krisna si manifesta nell’eroe Arjuna ed afferma di essere il tempo che annienta tutto il mondo, apparso per afferrare tutti gli umomini. Ma anche Siva rappresenta il tempo ed incarna nella sua danza eterna con la sua Sakti (la materia) le potenze dello sviluppo, della conservazione e della dissoluzione del mondo
  • 21. • Al di là delle infinite raffigurazioni mitologiche del tempo nelle varie culture ed epoche e dei suoi risvolti filosofici, argomento che esula dalla nostra trattazione, e tenendo conto della contemporanea presenza di più modelli di tempo, ad esempio il tempo circolare dell’eterno ritorno ed il tempo lineare della scansione storica degli avvenimenti, quello che ci interessa da un punto di vista psicologico è la dimensione del tempo come principio attivo, dinamico, transformativo, è il tempo dell’anima e dell’interiorità di Agostino, è il tempo messianico della ricapitolazione vertiginosa di Paolo di Tarso, sono quelle visioni del tempo che pongono l’accento sul cambiamento.
  • 22. • Il tempo quindi, da un punto di vista psicologico, si configura come un principio prevalentemente maschile, identificabile nello Spirito secondo l’accezione della tradizione giudaico-cristiana. E’ quel principio vivificatore che consente la consapevolezza dell’acquisizione di una identità, di una responsabilità personale e di un proprio specifico, irripetibile, destino, attraverso la frattura del cordone ombellicale che lega al mondo senza tempo della “Madre”. • E’ l’archetipo del “Padre” nella sua accezione positiva come elemento discriminativo, de-cisivo e normativo
  • 23. • Il versante negativo dell’archetipo del “Padre” si identifica nella immagine mitologico-archetipica del vecchio Crono- Saturno raffigurato come un anziano signore dall’aspetto cupo e crudele nell’atto di ttaagglliiaarree llaa tteessttaa, con la falce di cui è dotato, al “Puer Aeternus” al figlio della “Madre”. E’ l’ingresso di una dimensione temporale rallentata, irrigidita, cinica della sofferenza psichica della Melanconia, della Ossessività, della Paranoia. Il tempo che diventa nemico dell’uomo perché ne uccide le capacità creative, l’elasticità del pensiero, la fiducia in ciò che altro da se.
  • 24. • Come abbiamo fatto per lo spazio dobbiamo fare un accenno al tempo per l’analisi e nell’analisi. Durante la seduta analitica, che ha comunque, i suoi tempi, i suoi ritmi, scanditi dal setting, la dimensione temporale transformativa irrompe quando accade l’evento della fruizione (da parte della coppia analista-paziente) di una immagine carica di senso che dona la capacità (inshight) di sciogliere, dipanare, le nodosità delle problematiche complessuali la cui rete imbriglia il nostro Io, consentendoci di accedere ad una nuova scansione del tempo della nostra vita che è il tempo della consapevolezza, è il tempo scandito dalla conoscenza del Sé, cioè del senso più intimo e profondo della nostra esistenza
  • 25. • In questo senso possiamo fare un brevissimo accostamento simbolico tra la psicologia analitica e la teoria della relatività di Einstein, sulla base del fatto che in analisi si ha una relativizzazione del tempo e dello spazio che diventano variabili dipendenti dalla posizione dell’osservatore, come accade nella fisica delle particelle subatomiche e delle alte energie. Quando queste particelle interagiscono tra loro alla velocità della luce, la loro posizione nello spazio e la loro collocazione temporale diventano relative, cioè non sono oggettivabili a prescindere dalla posizione dell’osservatore (principio di indeterminazione di Heisenberg)
  • 26. • Anche in analisi si ha una relativizzazione dei parametri spaziali e temporali dei singoli partecipanti rispetto alla coppia analitica e, gradatamente, scompare una oggettività del singolo, mentre si delinea una configurazione spazio-temporale integralmente dipendente dalla posizione assunta a quel punto, in quel momento da entrambi i membri della coppia. • Sappiamo che per Einstein la gravitazione, cioè l’opposta attrazione di masse corporee, suscita una curvatura della geometria dello spazio attraverso campi di gravitazione, cosa che influenza anche gli intervalli di tempo. Il tempo non scorre alla velocità di uno spazio tempo piano e poiché la curvatura muta da luogo a luogo, secondo la distribuzione delle masse corporee, muta anche la velocità del flusso temporale.
  • 27. • Possiamo supporre che anche in analisi, metaforicamente, l’effetto di attrazione tra il mondo interiore dell’analista e quello del paziente, provochi una curvatura della dimensione spazio-temporale di entrambi, in quel fenomeno che tecnicamente si chiama transfert. • L’interazione dello spazio-tempo psichico dei membri e nei membri della coppia analitica provocherebbe una mutazione retroattiva negli orizzonti spazio-temporali dei singoli; nelle pieghe di questa particolare “curvatura” si nasconderebbero i cosiddetti fattori terapeutici.
  • 28. LA SINCRONICITA’ • Jung in un suo notissimo saggio del 1952 ha esposto una dottrina psicologica che ammette una correlazione tra stati interiori ed eventi esteriori, e quindi un parallelismo temporale, spaziale e di significato tra condizione psichica ed evento fisico. • Il titolo del saggio è: La sincronicità come principio dei nessi acausali. In questo contesto Jung ha teorizzato la non esclusività del principio causale esplicativo riscontrando anche la presenza, nella psiche, di fattori acausali
  • 29. • Sono detti eventi sincronistici i tre tipi di fenomeni: • 1. Coincidenza di uno stato psichico dell’osservatore con un evento esterno contemporaneo ed obiettivo • 2. stessa coincidenza ma con evento che si svolge fuori dall’ambito percettivo del soggetto • Stessa coincidenza ma con un evento futuro che può essere verificato solo a posteriori
  • 30. • Jung definisce la sincronicità come nesso acausale in quanto cade la causalità che è legata all’esistenza di spazio e tempo e di mutazione dei corpi, dal momento che essa consiste nella successione di causa ed effetto. Nel suo insieme la sincronicità è un tentativo di rispondere al seguente interrogativo: come è possibile che venga a rendersi nota una situazione di fatto che proprio in un certo momento ed in un certo spazio non può esserlo?
  • 31. • Condizione necessaria per l’evento sincronistico è la presenza nel soggetto di un fattore affettivo che, sotto forma di un sentimento di attesa, svolga uno specifico ruolo di condizionamento significativo. • Questo perché l’affetto provoca una modificazione della coscienza tale da farla cadere sotto l’influsso delle immagini archetipiche e delle percezioni subliminari ad esse correlate.
  • 32. • In occidente siamo così legati all’idea di causa ed effetto che quasi non possiamo prescinderne, né da un punto di vista linguistico, né da un punto di vista logico. Eppure da sempre l’uomo di fronte agli eventi si pone due domande, una implicita e l’altra esplicita: • Perché questo è accaduto? (causalità) • Qual è il senso di questo accadimento che coincide con questo mio stato d’animo? (acausalità)
  • 33. Sempre per tornare alla metafora presa dalle scienze della natura, così come in fisica abbiamo la fisica classica, newtoniana, ma abbiamo anche quella subatomica e/o della relatività, eppure la prima la percepiamo con i sensi, la seconda quasi mai, in psicologia abbiamo gli eventi causali, esperiti costantemente nella vita di tutti i giorni e, in condizioni particolari di tensione emotiva, esperiamo degli eventi sincronistici. Il sistema causale ed acausale coesistono ma il secondo viene in causa solo occasionalmente. Lo stato affettivo intenso potrebbe essere paragonato, simbolicamente, ad una accelerazione dell’osservatore alla velocità della luce.
  • 34. • Agli archetipi è legata l’esistenza di una sorta di sapere in forma di immagini simboliche, una specie di luminosità (un’altra coscienza) circoscritta all’ambito archetipico, di cui l’Io è inconsapevole, e che irrompe talvolta, senza previsione né regola, nello spazio coscienziale. • L’evento sincronistico in genera avviene in due fasi. • A) affiora una immagine inconscia come visione onirica o presentimento • B) un fatto oggettivo coincide con questo contenuto immaginativo-affettivo
  • 35. • In questo senso per Jung spazio e tempo, sono contenuti in un solo e medesimo mondo, sono in contatto costante e poggiano entrambi su fattori non rappresentabili. Da un punto di visto psichico spazio e tempo,così come le categorie più generali di Spirito e materia, confluiscono una dimensione unica. • Infatti il non psichico e lo psichico si influenzano continuamente l’uno e l’altro senza nesso causale.