1. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
1
Differenze tra socializzazione e sviluppo sociale
SocializzazioneSocializzazione
le competenze sociali del bambino, fino agli anni ‘60, erano
concepite in chiave di acculturazione o di acquisizione del
controllo degli impulsi o di addestramento al ruolo, secondo
prospettive centrate sui processi di apprendimento o sul ruolo
di modellamento svolto dall’adulto
Oggi siOggi si
parla diparla di
Sviluppo socialeSviluppo sociale
il neonato, considerato un essere sociale fin da subito, diventa
sempre più consapevole e competente grazie alla funzione di
mediatore o di interlocutore svolta dall’adulto nell’organizzare
competenze e capacità
2. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
2
Sviluppo delle competenze sociali
Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione
che le persone sono dotate di stati interni, emozioni, pensieri,
intenzioni, scopi, che orientano il comportamento e le relazioni
con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali
ComprensionComprension
e degli altrie degli altri
ComprensionComprension
e di Sée di Sé
Procede parallelamenteProcede parallelamente
SOCIALITÀSOCIALITÀ
Scambio tra individualità percepite come separate e distinte
una dall’altra
Requisiti indispensabiliRequisiti indispensabili
3. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
3
La coscienza di Sé
La coscienza di Sécoscienza di Sé consiste nella consapevolezza di possedere
un’identità separata e si basa sul processo di differenziazione e
sulla rappresentazione del Sé come un’entità oggettiva che è
sentita come interna, ma anche pensata come esterna.
La coscienza di Sé si articola in:La coscienza di Sé si articola in:
Sé esistenzialeSé esistenziale
Componente implicita del
Sé che organizza
l’esperienza
Sé categoricoSé categorico
Componente esplicita del
Sé che deriva
dall’autoconsapevolezza
4. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
4
I diversi livelli di consapevolezza
Consapevolezza primariaConsapevolezza primaria
Coincide con ilCoincide con il
Sé esistenziale e si basaSé esistenziale e si basa
• sulla percezione immediata
e precoce proveniente dalle
informazioni sensoriali
• sulla comunicazione
verbale e non verbale nelle
interazioni diadiche
Consapevolezza secondariaConsapevolezza secondaria
Coincide con ilCoincide con il
Sé categorico e si basaSé categorico e si basa
• sulla capacità di
rappresentazione e di
autoriflessione
• sullo sviluppo delle
competenze linguistiche
La consapevolezza di Sé si articola in:
5. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
5
Comparsa della consapevolezza secondaria
• Uso di termini verbaliUso di termini verbali che si riferiscono a se stessi e agli altri
come entità distinte (me, tu, noi, …)
• Capacità di utilizzare alcune categorie esterioricategorie esteriori quali il sesso,
l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso
La consapevolezza di Séconsapevolezza di Sé, che appare tra i 15 e i 18 mesi, è
segnalata da alcuni indicatori:
• AutoriconoscimentoAutoriconoscimento capacità di percepire la propria immagine
fisica e di riconoscerla come stabile e continua nel tempo e nello
spazio
6. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
6
Capacità di comprendere che gli altri sono entità separate
dotate di caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie
COSCIENZA DEGLI ALTRICOSCIENZA DEGLI ALTRI
Un’indicazione indiretta del riconoscimento degli altri è la familiaritàfamiliarità, cioè il
riconoscimento dell’estraneo e la sua identificazione come diverso da sé e
dalle persone familiari
Lewis,Lewis,
BrooksBrooks
La paura dell’estraneo è una risposta adattiva all’estraneità di un
segnale di pericolo, capace di favorire i comportamenti di
vicinanza alla madre, utili per la sopravvivenza
BowlbyBowlby
Connessione tra sviluppo del Sé e reazione all’estraneo: i
bambini utilizzano gli schemi di conoscenza relativi al Sé per
comprendere gli altri, valutandoli come “simili o non simili a
me”
7. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
7
La rappresentazione degli altri
Il bambino, tra i 12 e i 18 mesi, inizia a riconoscere gli altri non
più solo sulla base di singoli tratti esteriori e comportamenti, ma
tramite un’attività di riflessione e valutazione che porta alla
creazione di
rappresentazionirappresentazioni
mentalimentali
RiconoscimentoRiconoscimento
delle emozioni deglidelle emozioni degli
altrialtri
Stabilità degliStabilità degli
oggetti e delleoggetti e delle
persone nel tempopersone nel tempo
e nello spazioe nello spazio
8. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
8
Indicatori della coscienza degli altri
• La comparsa delle emozioni sociali (colpa, vergogna ecolpa, vergogna e
imbarazzoimbarazzo) e la loro espressione indica che il bambino è
consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le
trasgressioni esercitano sul Sé
Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce
agli altri stati psicologici interni e diversi dai propri
• La nascita di una teoria della menteteoria della mente, ossia la comprensione
dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui gli
altri vedono e sentono la realtà
9. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
9
Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro
• Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso
di inferiorità (Erikson)
• Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione
• Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi
• Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti
• Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale comparsa del
gioco sociale (Piaget)
• Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di
attaccamento
• Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro capacità di role
taking
• Incremento della capacità narrativa, ora maggiormente centrata sulle
caratteristiche psicologiche di Sé e degli altri
10. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
10
Nascita del senso dell’autostima
AUTOSTIMAAUTOSTIMA
Si compone di un insieme di valutazioni che riguarda il Sé nei suoi
diversi aspetti di Sé fisico, capacità sociali e identità.
A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di
autovalutazioni complessive relative a qualità e capacità
personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso
l’autodescrizione
Il senso dell’autostima è promosso da:
Desiderio di essere accettatiDesiderio di essere accettati
Vulnerabilità al giudizio degli altriVulnerabilità al giudizio degli altri
Consapevolezza delle proprie competenzeConsapevolezza delle proprie competenze
11. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
11
Sviluppo dell’identità sessuale
Lo sviluppo dell’identità sessualeidentità sessuale procede inizialmente tramite
l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle proprie e a
quelle delle persone familiari
Creazione di categorie mentalicategorie mentali sulla differenza di genere,
grazie a cui il bambino apprende anche la propria identità
sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso
PortPort
a aa a
12. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
12
Studi sulle differenze di genere
Gli studi sul rapporto tra le caratteristiche di personalità e le differenze di
genere sostenevano l’esistenza di notevoli diversità tra i due sessi:
Tali studi sono stati giudicati non attendibili, in quanto influenzati da stereotipistereotipi
socialisociali; oggi si pensa che vi siano numerose somiglianzenumerose somiglianze tra maschi e
femmine, e che le differenzedifferenze si possano riscontrare:
maschimaschi
Maggiore aggressività, autostima, spinta al successo, dipendenza
dal campo, autorealizzazione
femminefemmine
Maggiore socievolezza, livello di ansia, suggestionabilità, paura
dell’insuccesso
- nella preferenza della scelta dei giocattoli- nella preferenza della scelta dei giocattoli
- nella scelta dei compagni di gioco- nella scelta dei compagni di gioco
- nello stile relazionale- nello stile relazionale
13. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
13
Fattori che influenzano la tipizzazione sessuale
La tipizzazione sessuale è il risultato dell’interazione di 4 fattori :
Sociali
Educativi
Cognitivi
Biologici
14. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
14
Identificazione con il genitore dello
stesso sesso e interiorizzazione del
ruolo sessuale
Teorie sulla tipizzazione sessuale
Valorizzazione dei meccanismi di
imitazione del comportamento degli
adulti e dei modelli sociali, che
rinforzano gli stereotipi legati alle
differenze di genere
TeorieTeorie
psicoanalitichepsicoanalitiche
TeorieTeorie
dell’apprendimentodell’apprendimento
socialesociale
15. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
15
La tipizzazione sessuale è un processo primariamente
cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per
categorie.
La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi:
Identità diIdentità di
generegenere
CongruenzaCongruenza
di generedi genere
Stabilità diStabilità di
generegenere
il bambino differenzia le 2 categorie di
appartenenza sociale, stabilendo la propria
il bambino comprende che le differenze
sessuali non cambiano nel tempo
il bambino comprende che la differenza di
genere è una caratteristica intrinseca e
immodificabile anche al variare dei segni
esteriori
Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale
16. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
16
Diverse dimensioni delle norme morali
SignificatoSignificato
affettivo-emotivoaffettivo-emotivo:
fornisce indicazioni su come
sentirsi se si rispettano o
meno le norme
sensazione moralesensazione morale
L’acquisizione di una norma morale è un processo che
contiene diverse dimensioni:
Guida per la condottaGuida per la condotta:
prescrizione di
comportamenti socialmente
desiderabili e sanzione di
quelli non desiderabili
Conoscenza delle normeConoscenza delle norme:
comprensione del significato
implicito ed esplicito delle
norme, favorita dallo
sviluppo intellettivo
17. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
17
Teorie sullo sviluppo morale
Teorie PsicoanaliticheTeorie Psicoanalitiche l’uomo è amorale per natura (dominio
del principio di piacere). L’interiorizzazione di norme e divieti
parentali precursori sociali e culturali formano il Super-Io, che
coincide con la coscienza (principio di realtà)
Teoria dell’apprendimento socialeTeoria dell’apprendimento sociale il bambino apprende le
norme attraverso l’osservazione e l’imitazione dei modelli proposti
dalla famiglia, dalle agenzie sociali e dai mass media. Importanza
del concetto di rinforzo per l’attivazione-disattivazione dei controlli
interni responsabili del comportamento morale
Teorie cognitivisteTeorie cognitiviste lo sviluppo intellettivo promuove lo sviluppo
morale. Importanza della valutazione cognitiva
18. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
18
Lo sviluppo morale secondo Piaget
Il metodo clinicometodo clinico e l’osservazione direttal’osservazione diretta consentono a Piaget di
delineare le diverse fasi dello sviluppo morale
RealismoRealismo
moralemorale
(morale(morale
eteronoma)eteronoma)
RelativismoRelativismo
moralemorale
(morale(morale
autonoma)autonoma)
AnomiaAnomia
(assenza(assenza
di regole)di regole)
19. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
19
Nel periodo del realismo morale (fino agli 8-9 anni), il bambino:
Realismo morale
• possiede un punto di vista egocentricoegocentrico: giudica la
responsabilità oggettivaresponsabilità oggettiva (conseguenza dell’azione) più
importante della responsabilità soggettivaresponsabilità soggettiva (intenzionalità)
• utilizza una morale eteronomamorale eteronoma: la validità dei principi morali è
strettamente connessa con l’autorità che li promuove
• rispetta le norme morali per paura delle sanzionipaura delle sanzioni
• considera la menzognamenzogna un comportamento sbagliato tanto più
grave quanto più si discosta dalla realtà
20. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
20
Nel periodo del relativismo morale (dai 9 anni), il bambino:
Relativismo morale
• considera le regole come determinate dal consenso
reciproco e quindi modificabili
• utilizza una morale autonomamorale autonoma: la validità dei principi morali è
svincolata dall’autorità che li promuove
• attribuisce importanza agli elementi specifici della situazione
e alle intenzioni (responsabilità soggettivaresponsabilità soggettiva)
• considera la menzognamenzogna immorale in sé perché danneggia la
fiducia reciproca e i rapporti interpersonali, minando la stabilità
e l’ordine sociale
• ritiene che tutti abbiano diritto al rispetto e alla giustizia
21. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
21
PRATICA DELLA REGOLAPRATICA DELLA REGOLA COSCIENZA DELLA REGOLACOSCIENZA DELLA REGOLA
Primo stadioPrimo stadio:: abitudini motorieabitudini motorie
il bambino manipola gli oggetti non secondo
regole, ma secondo regolarità individuali in
funzione dei suoi desideri e secondo schemi di
comportamento rituali. Il gioco è individuale e
mancano regole collettive
Primo livelloPrimo livello
La regola viene
inconsapevolmente subita
Secondo stadioSecondo stadio:: egocentrismoegocentrismo (2-5 anni)(2-5 anni)
il bambino imita le regole codificate che riceve
dall’esterno e imita i bambini più grandi
iniziando a praticare le regole. Gioca senza
entrare in rapporto con i compagni, senza
competere. Ognuno gioca per proprio conto,
senza preoccuparsi delle regole
Secondo livello (3-8 anni)Secondo livello (3-8 anni)
La regola viene considerata
sacra e intangibile, imposta
dagli adulti e per questo
intrinsecamente valida.
Modificare le regole
significa trasgredirle
Pratica e coscienza della regola secondo Piaget
22. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
22
PRATICA DELLA REGOLAPRATICA DELLA REGOLA COSCIENZA DELLA REGOLACOSCIENZA DELLA REGOLA
Terzo stadioTerzo stadio: cooperazione incipiente: cooperazione incipiente
(6-11 anni)(6-11 anni)
compare l’agonismo e ognuno vuole vincere.
Nasce l’esigenza di cooperare per codificare le
regole in base alle quali definire vincitori e vinti
Terzo livello (dai 9 anni)Terzo livello (dai 9 anni)
Le regole sono concepite
come frutto del consenso
reciproco e generale e,
come tali, possono essere
modificate
Quarto stadioQuarto stadio:: codificazione delle regolecodificazione delle regole
(da 11 anni)(da 11 anni)
Le regole assumono un significato collettivo e
ben definito che tutti conoscono.
Si acquisisce la consapevolezza che per
cambiare le regole è necessario l’accordo di
tutti
23. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
23
Lo sviluppo morale secondo Kohlberg
Lo sviluppo morale consiste nel passaggio da strutture cognitive
più elementari a strutture cognitive più mature ed evolute
Concetto chiave della teoria di Kolhberg è quello di
Conformarsi ed attenersi alle regole, alle aspettative, alle
convenzioni della società o dell’autorità proprio perché sono
regole, aspettative e convenzioni della società
““CONVENZIONALE”CONVENZIONALE”
24. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
24
Livelli di giudizio morale secondo Kohlberg
LivelloLivello
preconvenzionalepreconvenzionale
(fino a 9 - 10 anni)(fino a 9 - 10 anni)
valutazione delle
conseguenze delle
azioni sul soggetto
stesso
stadio 1stadio 1:
orientamentoorientamento
premio-punizionepremio-punizione
stadio 2stadio 2:
orientamentoorientamento
individualistico eindividualistico e
strumentalestrumentale
LivelloLivello
convenzionaleconvenzionale
(13 - 20 anni)(13 - 20 anni)
focalizzazione sui
rapporti
interpersonali e sui
valori sociali
stadio 3stadio 3:
orientamento delorientamento del
bravo ragazzobravo ragazzo
stadio 4stadio 4:
orientamento alorientamento al
mantenimentomantenimento
dell’ordine socialedell’ordine sociale
LivelloLivello
postconvenzionalepostconvenzionale
(dopo i 20 anni)(dopo i 20 anni)
focalizzazione su
principi etici astratti
stadio 5stadio 5:
orientamento delorientamento del
contratto socialecontratto sociale
stadio 6stadio 6:
orientamento dellaorientamento della
coscienza e deicoscienza e dei
principi universaliprincipi universali
25. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
25
Regole convenzionali e morali
Le regole moraliregole morali differiscono dalle regole convenzionaliregole convenzionali
Regole interiorizzate basate
su modelli di convivenza e
di relazione sociale,
rispettate perché ritenute
giuste e non per paura della
punizione
Regole che dipendono dalle
abitudini dei gruppi, delle
istituzioni e della famiglia,
favorite dalla interazione
sociale e dalle attività di
routine
I bambini sono in grado di discriminare i due tipi di regole già
in età prescolare e considerano più grave la trasgressione
delle regole morali
26. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
26
La disattivazione del controllo interno
Secondo Bandura, lo sviluppo morale avviene attraverso le
interazioni con gli adulti e con i coetanei, che permettono ai bambini
di acquisire processi di disimpegno morale.
Meccanismi di disimpegno morale
Giustificazione morale Dislocamento delle responsabilità
Etichettamento eufemistico Diffusione delle responsabilità
Confronto vantaggioso Deumanizzazione
Distorsione delle conseguenze Attribuzione della colpa
L’introduzione dei meccanismi di disimpegno morale consente di spiegare
la distanza intercorrente tra il pensiero morale e l’azione morale.
27. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
27
Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i
coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare
la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
• unidirezionalitàunidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde
l’azione coordinata dell’altro
• interazioniinterazioni speculari contemporeneespeculari contemporenee i bambini tendono a
fare la stessa cosa contemporaneamente
• interazioni speculari differiteinterazioni speculari differite il bambino imita l’azione
dell’altro bambino
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
28. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
28
Dopo i 3 anni, le interazioni diventano
complementari e reciproche. Si sviluppano le
attività di gruppo grazie all’incremento della
capacità di comunicare e delle capacità
simboliche giochi di finzione
Le relazioni diventano sempre più selettive,
basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota
una spiccata tendenza a scegliere compagni
dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Le relazioni diventano stimolo per il
confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima
Evoluzione del rapporto coi pari
Età prescolareEtà prescolare
AdolescenzaAdolescenza
InfanziaInfanzia
29. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
29
L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di
comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazione-
rifiuto” nel gruppo, distinguendo:
BambiniBambini
popolaripopolari
BambiniBambini
rifiutatirifiutati
Esibiscono comportamenti NV
rassicuranti e non aggressivi; mediano
i conflitti e difendono gli altri bambini
Esibiscono comportamenti NV di
minaccia, sono instabili nelle attività,
hanno scarsa concentrazione e attivano
interventi disorganizzati
Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner
30. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
30
Caratteristiche delle relazioni amicali
• amicizia come bisogno di
vicinanza e di rassicurazione
emotiva
• creazione di legami affiliativi
caratterizzati da affettività, difesa
dell’esclusività, prossimità fisica,
reciprocità, e rispondenza dei
segnali
• creazione di un mondo comune
condiviso
• rapporti meno esclusivi
• rapporti più flessibili
• interazioni basate su
scambi verbali
Prima infanziaPrima infanzia Età prescolareEtà prescolare
31. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
31
Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman
Stadio 0: 3-5 anniStadio 0: 3-5 anni
• compagni di gioco momentanei
• amicizia come ricerca di contatto
fisico
• assenza di comprensione dei
pensieri altrui
Stadio 3: dai 12 anniStadio 3: dai 12 anni
• condivisione mutualistica
• amicizia solida e duratura
caratterizzata da intimità e fiducia
reciproca
• ricerca di compatibilità
psicologica
Stadio 1: 6-8 anniStadio 1: 6-8 anni
• amicizia come aiuto unilaterale
• natura soggettiva del legame
• iniziale considerazione delle
caratteristiche psicologiche
dell’altro
Stadio 2: 9-12 anniStadio 2: 9-12 anni
• cooperazione in circostanze
favorevoli
• capacità di coordinare diversi
punti di vista
• iniziale consapevolezza della
reciprocità del rapporto
L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e
abilità di role-taking
32. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
32
Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia:
• promuovono i comportamenti prosociali
• facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto
• aiutano ad appianare i conflitti
• consentono di superare le emozioni negative di ira e paura
favorendo la collaborazione
• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
• aumentano le risposte simpatetiche
• incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il
disagio altrui
33. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
33
Amicizia e risoluzione dei conflitti
Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle
divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i
conflitti
Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare
strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto,
impiegando il compromesso, la controproposta, la
giustificazione e la riconciliazione
Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di
confronto utile a rafforzare l’identità
34. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
34
Tipologie di comportamenti aggressivi
• Distinzione in base alla forma e alle funzioni
• Distinzione in base alla presenza di componenti di attivazione
fisiologica (arousal)
Aggressività diretta
Aggressività indiretta
Aggressività ostile
Aggressività strumentale
Aggressione reattiva
Aggressività proattiva
35. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
35
Spiegazione della condotta aggressiva
Social Information Processing
Step di analisi dei comportamenti degli altri:
• codifica dei segnali sociali
• interpretazione dei segnali
• classificazione degli scopi
• esame delle possibili risposte da dare
• decisione della risposta da dare
• messa in atto della risposta
Disfunzioni in queste fasi possono generare diversi tipi di
condotte aggressive
36. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
36
Il Bullismo
Relazione di abuso sistematico di potere di un individuo (il bullo)
su un’altro (la vittima).
Caratteristiche:
• intenzionalità delle prepotenze;
• reiterazione delle prevaricazioni;
• squilibrio di potere, psicologico, fisico o sociale.
Bullismo diretto
Bullismo indiretto
Ruoli
• Aiutante del bullo
• Sostenitore del bullo
• Difensore della vittima
• Bystander
37. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
Lo sviluppo sociale6
37
Caratteristiche di un bullo (7 anni)
• Teoria della mente di secondo ordine
• Buone competenze narrative
• Livelli più elevati di machiavellismo
• Livelli di autostima nella media
• Buon senso di autoefficacia
• Atteggiamento positivo nei confronti della violenza
Vittime passive
Vittime provocatrici
Origine dei fenomeni di bullismo:
• caratteristiche dei sistemi familiari
• presenza di biases disfunzionali dei
processi attributivi
• carenti capacità di condivisione
empatica delle emozioni