1. Psicologia delle disabilità
Disabilità mentale
Roberta Camba
Sezione di Psicologia, Dip. di Scienze Antropologiche, Università di Genova
mail: robertacamba@tiscali.it
camba@nous.unige.it
2. Studi sull’intelligenza
Le teorie fattoriali, diffusesi durante la prima metà del secolo,
pur diverse tra loro, avevano in comune la ricerca di un
numero limitato di capacità mentali di base
Spearman: a) un fattore generale, presente in tutte le prestazioni intellettuali;
b) un insieme di fattori specifici, ciascuno dei quali è rilevante solo per un
certo compito
Turstone: prescinde dalla definizione di un fattore generale e descrive un
certo numero di fattori o abilità mentali primarie relativamente
indipendenti
Baroff (1986) e Lindsey (1990) includono nella definizione di
intelligenza (*): ragionamento, comprensione, acquisizione di
conoscenze, imparare e trarre vantaggio dall’esperienza, adattarsi a
situazioni diverse, motivazione alla riuscita, rapidità di risposta
3. L’intelligenza secondo Sternberg
L’intelligenza è un costrutto multidimensionale:
alcuni aspetti (saggezza, talento …) trovano
spesso pieno dispiegamento solo in età avanzata
Esistono elementi di continuità nello sviluppo
cognitivo dalla nascita alla vecchiaia (capacità di
far fronte alle novità, di risolvere problemi, di
adattarsi all’ambiente
Nel definire e valutare l’intelligenza hanno
importanza diversi aspetti: il momento storico, il
contesto e il punto di vista di chi osserva hanno
un’influenza
4. Comportamenti riconducibili
all’intelligenza
• Abilità di imparare e di trarre vantaggio
dall’esperienza acquisendo conoscenze
• Abilità di ragionamento; capacità di
inferire relazioni fra eventi
• Abilità ad adattarsi a condizioni mutevoli
• Motivazione a portare a termine un
compito, volontà di raggiungere risultati.
5. Definizione di ritardo mentale
(American Association on Mental Retardation - Aamr, 1983)
Criteri
• Livello di funzionamento intellettivo generale (QI)
significativamente sotto la media
• Concomitante incapacità o difficoltà di adattamento
• Un’insorgenza in età evolutiva, entro i 18 anni
Riferimento alla multidimensionalità limitato
6. Nuova Definizione (Aamr, 1992)
Elementi di attenzione
La valutazione deve tener conto anche delle differenze culturali e
linguistiche che possono influenzare la prestazione e la correttezza del
procedimento diagnostico (capacità del soggetto)
I limiti del comportamento adattivo sono relativi a specifici contesti e
connessi all’età del soggetto. Essi possono coesistere con punti di
forza in altre capacità (ambienti di vita)
Con un supporto adeguato il funzionamento vitale della persona con
deficit intellettivo è suscettibile di miglioramenti (funzionamento
reale)
Lo sforzo diagnostico si sposta dalla valutazione del livello di ritardo
(lieve, moderato, severo, profondo) a quella dell’intensità dei supporti
necessari (intermittente, limitata, estesa, pervasiva)
7. Per effettuare diagnosi di ritardo mentale, le abilità
intellettive inferiori alla media devono coesistere con
limitazioni in due o più delle seguenti aree di abilità
adattive:
Comunicazione
Cura di se stessi
Abilità domestiche
Abilità sociali
Capacità di utilizzare le risorse della comunità
Autonomia
Abilità nel provvedere alla propria salute e sicurezza
Abilità accademico-scolastiche
Abilità relative alla gestione del tempo libero
Abilità lavorative
Aree di abilità adattive
8. Critiche alla nuova definizione
Mancanza di precisione
• Livelli di quoziente intellettivo indicati come demarcazione tra la
normalità e la patologia (punteggio tra 70 e 75)
• Attendibilità delle misure del comportamento adattivo
• Regole per determinare l’intensità del supporto necessario
Prospettive teoriche sul ritardo mentale
1) Differenze qualitative tra un bambino con insufficienza mentale e uno
normodotato (vischiosità del pensiero quale caratteristica tipica
dell’insufficienza mentale) Studio di deficit relativi a settori
specifici
2) Lo sviluppo di tali individui è più lento ma non sostanzialmente diverso
da quello degli individui “normodotati”
Handicap mentale versus Ritardo mentale
9. Ritardo mentale (Masi e Stella,1995)
Il ritardo mentale è la via finale comune di diversi
processi patologici che coinvolgono il SNC
È una condizione clinica complessa, caratterizzata
dalla presenza di un deficit cognitivo, ma anche
da una distorsione complessiva, più o meno
massiccia, della personalità dell’individuo e delle
sue capacità di adattamento
Le aree di funzionamento possono essere più o
meno sviluppate, ma difficilmente si riscontrano
aree di normalità
10. L’incidenza e le cause
(American Psychiatric Association, 1994)
E’ un disturbo molto frequente: l’incidenza varia a seconda delle
statistiche dall’1 al 3%
Le cause sono ancora sconosciute in circa il 30% dei disturbi gravi
e nel 50% dei ritardi lievi
• 30-40% dei casi resta senza una precisa definizione eziologica
• 5% e riconducibile ad anomalie di natura genetica
• 30% ad alterazioni prenatali (vita intrauterina)
• 10% alterazioni perinatali (momento del parto come, ad esempio,
sofferenze del nascituro per grave prematurità)
• 5% alterazioni postnatali (traumi o incidenti vascolari a danno
dell’encefalo)
• 15-20% fattori psicosociali (deprivazione sociale, ecc.)
N.B.: Le percentuali suddette subiscono continui cambiamenti a causa del
continuo progredire delle conoscenze in campo biologico, medico e
genetico.
11. Cause del ritardo mentale 1
TIPOLOGIE Esempi delle
principali forme
Caratteristiche e frequenza
(Lindsey, 1990)
Possibilità di diagnosi e/o
intervento precoce
Anomalie dei cromosomi
non sessuali (autosomi)
Sindrome di Down
(trisomia 21)
Trisomia 18
Trisomia 13
Presenza di un cromosoma
21 in più: 1 su 600 nati vivi
Presenza di un cromosoma
18 in più: 1 su 7000 nati vivi
Presenza di un cromosoma
13 in più: 1 su 5000 nati vivi
Individuabili durante la
gravidanza (da undicesima
a dodicesima settimana)
tramite amniocentesi
(prelievo ed analisi del
liquido amniotico) o
biopsia della placenta (1°
trimestre di gravidanza)
ALTERAZIONI
CROMOSOMICHE
Anomalie dei cromosomi
sessuali. Il ritardo
mentale è
occasionalmente
presente, di solito in
forma lieve
Sindrome di
Klinefelter (XXY)
Sindrome di Turner
X fragile
Maschi con un cromosoma X
in più: 1 su 600 nati vivi
Femmine con un solo
cromosoma X: 1 su 2000 nati
vivi
Cromosoma X
configurazione anomala: 1 su
1000 nati vivi
Individuabili durante la
gravidanza tramite
amniocentesi per alcune
sindromi.
Trattamenti ormonali
durante l’adolescenza
EREDITARIETÀ
DOMINANTE
Condizioni causate da un
gene dominante presente
in uno dei genitori, che
può essere affetto
lievemente (espressività
variabile). Rischio di
una nascita su 2
Sclerosi tuberosa Malattia associata con
anormalità della pelle e del
sistema nervoso: 1 su
2/300000 individui. Ritardo
mentale in circa 2/3 dei casi;
aumenta con l'età.
12. Cause del ritardo mentale 2
TIPOLOGIE Esempi delle
principali forme
Caratteristiche e frequenza
(Lindsey, 1990)
Possibilità di diagnosi e/o
intervento precoce
EREDITARIETA'
RECESSIVA
Disfunzioni del
metabolismo. I
genitori sono entrambi
portatori ,
generalmente non
affetti. Il rischio è di
una nascita su 4
(abbinamento di una
coppia di geni
recessivi)
Fenilchetonuria
Sindrome di
Hurler
Ritardo mentale causato da un
livello eccessivo di
fenilanalina (amminoacido): 1
su 11500 individui
Sintomi fisici (es. nanismo),
sensoriali (cecità) e ritardo
mentale a causa di accumulo
nelle cellule di
mucopolisaccaridi
Individuabile nei portatori
Individuabile nel neonato
Ritardo mentale evitato o ridotto con
una dieta dalle prime settimane di
vita
Individuabile durante la gravidanza
tramite amniocentesi. Individuabile
nei portatori
EZIOLOGIA
MULTIPLA
Malformazioni: forme
primarie, genetiche,
talvolta associate ad
altre anomalie
congenite; forme
secondarie,
conseguenti a malattie
postnatali
Microcefalia
Macrocefalia
Cranio e cervello
eccessivamente piccoli
(circonferenza cranica minore
di 3 deviazioni standard sotto
la media. Spesso ritardo
mentale
Testa eccessivamente grande
per eccesso di liquido
cerebrale (idrocefalo: 1 su
1000) o per eccessiva
grandezza del cervello
(megacefalo, molto raro)
Riconoscibile alla nascita in base alle
cartteristiche della testa
Individuabile tramite CT scan.In
alcuni casi di di idrocefalo possibile
il trattamento chirurgico
malattie endocrine Ipotiroidismo
congenito
Produzione insufficiente di
ormone tiroxina. Ritardo
mentale: 1 su 6000 nati vivi
Individuabile nei primi mesi.
Trattamento precoce con tirossina
evita o riduce il ritardo mentale
13. CAUSE BIOLOGICHE NON GENETICHE (Baroff, 1986)
RISCHI
PRENATALI
RISCHI
PERINATALI
RISCHI
POSTNATALI
Infezioni in gravidanza (es:
rosolia toxoplasmosi,
cytomegalovirus)
Cause immunologiche:
incompatibilità del sangue
materno e fetale (es.:
incompatibilità Rh)
Assunzione materna di
farmaci teratogeni, droghe e
alcool
Agenti fisici: irradiazioni in
gravidanza
Malnutrizione in gravidanza
Problemi cronici di salute
materna (es.: diabete)
Nascita premature
Sofferenza alla
nascita: asfissia o
ipossiemia
Infezioni da
herpes genitale
materno
Trauma cranico
durante il parto
Infezioni (es: encefalite,
meningite)
Trauma cerebrale
Veleni o tossine
ambientali
Anossia
Carenza ormonale
(Ipotiroidismo
endemico, in aree
geografiche con carenza
di iodio)
Malnutrizione
14. Incidenza di cause
Biologiche non genetiche: non è facilmente quantificabile. Infatti non
sempre è possibile stabilire un rapporto di causa ed effetto fra tali
fattori di rischio e il manifestarsi di un deficit intellettivo. Influenze
genetiche ed ambientali non possono essere escluse a priori.
Ambientali: E’ ancora più difficile stabilire l’incidenza di tali cause.
L’importanza del riconoscimento del ruolo dell’ambiente in quanto
mette in crisi l’idea che il grado di deficit sia immutabile, facendo
largo al concetto che l’intelligenza è modificabile attraverso
l’intervento educativo e riabilitativo.
Teoria dei due gruppi: sostiene l’esistenza di due gruppi di soggetti con
ritardo, distinguibili in base all’eziologia prevalentemente organica o
ambientale
15. La diagnosi
Importante che sia corretta e funzionale al tipo di
intervento e per questo concorrono più tipi di
valutazione:
Diagnosi medica
Diagnosi psicometrica e psicologica
Valutazione clinica
16. La diagnosi psicometrica e psicologica
Ricorso a test standardizzati che valutano il
Quoziente intellettivo (QI)
per il riconoscimento e la quantificazione del ritardo
(es. le scale Wechsler)
Significativamente compromessi quegli individui il cui QI è due o
più deviazioni standard sotto la media della popolazione
(Media = 100, Deviazione standard = 15 70 è generalmente il
livello sotto il quale si parla di deficit intellettivo)
17. Valutazione dell’intelligenza
Punteggi di QI Livelli di ritardo Incidenza rispetto
alla popolazione
con ritardo
55-69
Lieve
85% circa
40-54 Moderato 10% circa
25-39 Grave 3/4% circa
0-24 profondo 1/2% circa
18. Valutazione dell’intelligenza
Quoziente di sviluppo nei primi anni di vita
Quoziente intellettivo dall’età prescolare
1) Età mentale/ età cronologica x100 (Età mentale: l’età equivalente a
quella dei soggetti normali di cui la persona sottoposta al test eguaglia il
rendimento)
2) Quoziente di deviazione
sulla base dello scarto fra la prestazione di un individuo e quella della media dei
suoi coetanei
QI verbale
QI di performance
Proposta di effettuare una valutazione nella primissima infanzia misurando
modalità di elaborazione dell’informazione maggiormente predittive dello
sviluppo cognitivo successivo (abituazione e risposta alla novità)
19. Limiti della valutazione tramite QI
I tradizionali strumenti di valutazione psicometrica non si prestano
all’analisi qualitativa di singole funzioni.
Il QI tende ad uniformare le prestazioni cognitive di persone con
ritardo mentale, sottostimando le differenze qualitative presenti tra
soggetti con QI simile.
Il Quoziente di intelligenza è espressione di ciò che l’individuo non sa
fare, e poco dice delle capacità residue o meglio delle potenzialità di
ciascuna persona.
N.B.: Strumenti di valutazione neuropsicologica, specificamente creati
per l’analisi funzionale delle diverse componenti in cui il sistema
cognitivo è articolato, danno insostituibili informazioni per
l’elaborazione di adeguati modelli interpretativi del ritardo mentale.
20. Valutazione clinica
Utile completamento della valutazione medica e psicometrica
Situa la prestazione del bambino in relazione alla progressione
stadiale proposta da Piaget
Strumento utile a una diagnosi dinamica del funzionamento mentale
Per effettuarla si usano il colloquio clinico e le prove piagettiane
alfine di stabilire che modalità di ragionamento vengono usate nel
risolvere particolari problemi (es. prove di conservazione dei liquidi)
Fornisce informazioni a carattere qualitativo sull’organizzazione del
pensiero ed è importante per capire in che misura l’individuo ha
accesso al pensiero simbolico e quanto è ancorato ai dati percettivi
nella soluzione di problemi
21. Caratteristiche di pensiero frequenti
nelle persone con ritardo mentale (1)
1) Concretezza: incapacità di raggiungere il pensiero astratto e
quindi in termini piagettiani, impossibilità a superare lo stadio delle
operazioni concrete e in molti casi permanenza, per la maggior parte
delle attività mentali, a uno stadio preoperatorio. L’individuo rimane
dunque centrato su una sola dimensione del problema, incapace di
rappresentarsi mentalmente un’azione ed il suo opposto
(irreversibilità del pensiero; es. conservazione del numero)
2) Rigidità: ostacola l’estensione di una conoscenza a situazioni
diverse da quella di acquisizione. E’ l’incapacità di adattarsi alla
mutabilità del reale. L’adattamento all’ambiente è elemento essenziale
nella definizione dell’intelligenza da parte dei teorici dell’intelligenza
(come Sternberg) come dello sviluppo (es.: Piaget)
22. Caratteristiche di pensiero frequenti
nelle persone con ritardo mentale (2)
3) Difficoltà nel capire categorie concettuali
4) Difficoltà nel generalizzare gli apprendimenti
5) Minor disponibilità ad utilizzare strategie
6) Pianificazione limitata (capacità di previsione)
7) Scarse capacità immaginative e creative
8) Mancanza di capacità critica
9) Suggestionabilità
23. Studio dei singoli processi cognitivi
Senza negare il peso del deficit sull’assetto globale della persona, si preferisce
attualmente indirizzare la ricerca allo studio di settori più specifici, riguardanti le
singole fasi di codifica, acquisizione, ritenzione e recupero dell’informazione,
all’interno dei quali valutare carenze e punti di forza dei singoli processi cognitivi.
Percezione: maggiore lentezza e imprecisione. E’ improntata al sincretismo, ossia
all’incapacità a collegare e integrare diversi dati percettivi in unità strutturate, a
cogliere le diverse parti di una configurazione nonché i rapporti tra le parti e il
tutto.
Attenzione e concentrazione: numero di risposte corrette significativamente minore
in un compito di attenzione visiva presentato al computer e maggiore tempo di
reazione. I tempi di reazione aumentano in proporzione alla diminuzione del QI.
Memoria: minore capacità di organizzare il materiale da ricordare, soprattutto verbale
organizzato su base semantica, sia al momento dell’immagazzinamento che del
recupero. Relativamente alla memoria a breve termine sembra che i deficit siano
legati all’uso della strategia di reiterazione.
24. Atteggiamento metacognitivo
Una prospettiva emergente sul ritardo mentale prende in considerazione
non soltanto la singola strategia deficitaria ma il più generale
atteggiamento metacognitivo che sarebbe causa delle lacune nella
generalizzazione dell’uso delle singole strategie
Abilità fondamentali che caratterizzano la metacognizione
(Brown,1987)
Predizione: potersi rappresentare mentalmente cosa avverrà applicando
una certa procedura per la soluzione di un compito
Progettazione: individuare e organizzare la procedura più idonea per il
conseguimento del risultato
Monitoraggio: saper controllare l’andamento di un processo cognitivo
Verifica e valutazione del risultato: che presuppone anche la capacità di
correggere eventuali errori
25. Abilità comunicativo-linguistiche
Nel ritardo mentale lieve e moderato esse vengono acquisite di norma nel
periodo prescolare, mentre nei casi di ritardo mentale grave
l’apprendimento risulterebbe incerto e più tardivo (periodo scolastico)
Estrema diversità delle abilità comunicative in bambini e adulti gravemente
ritardati (aree più compromesse nello sviluppo linguistico dei Down sono
quella fonologica e in parte morfologica mentre in quella lessicale e
sintattica si osserva una competenza maggiore
Sia le abilità di comprensione che quelle di espressione si evolvono con un
ritardo più o meno marcato
Si riscontra povertà lessicale, estrema semplicità e/o scorrettezza nella
struttura sintattica, difficoltà a livello pragmatico (sia nell’uso adeguato
rispetto ai contesti che nel fare presupposizioni corrette circa le conoscenze
e le aspettative dell’interlocutore)
Particolarmente compromesso può essere anche l’aspetto fonologico, in
concomitanza a difficoltà articolatorie legate a compromissione
dell’apparato vocale o a difficoltà nell’organizzazione dei movimenti
26. Apprendimenti scolastici
Maggiori cadute della prestazione:
utilizzo delle procedure apprese per la soluzione di semplici
problemi (es. esecuzione di addizioni e sottrazioni)
conquista delle autonomie sociali (cura e igiene personale,
autonomia in brevi spostamenti e nella scelta delle attività
ricreative)
Competenze non oggetto di istruzione scolastica esplicita:
uso funzionale della lettura
lettura dell’orologio
uso del denaro
27. Sviluppo sociale e della personalità
Il confronto tra due ricerche finalizzate a trovare caratteristiche comuni di
personalità in individui con deficit intellettivo ha portato ad evidenziare
che l’unica caratteristica riscontrata come prevalente in entrambi gli
studi è la ripetitività (nessuno dei comportamenti era tipico di tutta la
popolazione ma riguardava al massimo poco più della metà di essa)
I problemi di personalità sono spesso connessi alla gravità del deficit
intellettivo. Nell’insufficienza mentale profonda e severa si incontrano
spesso alterazioni relazionali massicce quali:
isolamento o vero ritiro affettivo
frequenti stereotipie sotto forma di dondolamenti
scariche aggressive o grande impulsività (in particolare, in caso di
disagio o di frustrazione, automutilazioni più o meno gravi)
espressione emotiva povera e primitiva
28. L’intervento
La presa in carico va rivolta tanto alla
dimensione strettamente cognitive quanto allo
sviluppo globale della personalità e in
particolare alla socializzazione
Partire da una valutazione centrata non solo sui
deficit ma soprattutto sulle potenzialità di
superamento considerando l’individuo come
portatore di una individualità propria
Qualunque intervento deve partire da una
valutazione di costi e benefici
29. Approccio comportamentale
Applicato per l’insegnamento di abilità e competenze in vari
settori (cognitivo, sociale, delle autonomie personali), il
miglioramento dei comportamenti adattivi e la riduzione dei
comportamenti devianti
Assunti di base
Gli interventi si fondano sistematicamente su dati empirici,
che riguardano sia l’analisi del compito che la valutazione di
potenzialità e deficit dell’individuo
Tali interventi sono rivolti al comportamento osservabile e
alle condizioni ambientali che contribuiscono a mantenerlo o
a modificarlo
Il comportamento è a sua volta guidato dalle sue
conseguenze (sistema di rinforzi positivi e negativi)
30. Riabilitazione della metacognizione
Studi sul ruolo della metacognizione si propongono di comprendere quale
livello di conoscenza del proprio funzionamento mentale possiede
l’individuo e come utilizza tale conoscenza nell’affrontare compiti di
vario tipo (mettendo in atto strategie e processi di controllo)
Dalla constatazione che il deficit è nella capacità di usare strategie e di
generalizzare le competenze acquisite
Quindi si tratta di spostare l’impegno dall’insegnamento di singole abilità
che spesso vengono dimenticate molto rapidamente a un insegnamento
di strategie, finalizzato al loro mantenimento nel tempo e alla loro
applicazione pratica
31. La natura del ritardo mentale:
problemi aperti
Mancanza di un modello interpretativo univoco che
consenta di comprendere perché i soggetti con ritardo
sono meno intelligenti degli altri, anche a causa:
– della difficoltà a stabilire corrispondenze attendibili tra
determinate localizzazioni e la compromissione cognitiva
generalizzata propria del ritardo mentale
– delle incertezze ancora presenti circa il significato dell’atto
cognitivo intelligente
Natura quantitativa versus qualitativa delle differenze fra
persone con e senza deficit
Valutazione dell’intelligenza come sistema integrato
versus attenzione ai singoli processi microcognitivi