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138
GIORN ITAL PSICOPAT 2005; 11: 138-150
ARTICOLO SPECIALE
SPECIAL ARTICLE
I cicli rapidi nel disturbo bipolare
Rapid cycling in Bipolar Disorder
Il disturbo bipolare ha morbilità e mortalità elevate;
più della metà dei pazienti con episodio depressivo e
più dell’80% di quelli con un episodio maniacale pre-
senterà un nuovo episodio durante il decorso della
malattia 1
. Questo rischio è ridotto dalla farmacotera-
pia; in una rassegna della letteratura recente, la pro-
babilità di ricorrenza è stata stimata in un range dal
10 al 30%, qualora i pazienti aderiscano ad un tratta-
mento profilattico 2
. In alcuni pazienti il decorso del
disturbo assume caratteristiche di elevata ciclicità
G. PERUGI* **
G. RESTUCCIA*
*
Dipartimento di Psichiatria, NFB,
Università di Pisa; **
Istituto
di Scienze del Comportamento
«G. De Lisio», Carrara-Pisa
Key words
Rapid cycling • Bipolar disorder • An-
ticonvulsants • Atypical antipsychotics
Summary
Objectives
To review current literature on rapid cycling bipolar disorder.
Methods
Pubmed search of the last 10 years publications with key words Rapid Cycling,
Bipolar Disorder. Manual research for previous relevant papers and chapter of
books.
Results
Rapid cycling (RC) is an evolution of bipolar disorder and is present when four
or more episodes of mania, hypomania or major depression were identified during
the last twelve months. Episodes are demarcated either by partial or full remis-
sion for at least 2 months or a switch to an episode of opposite polarity. As
concern length of cycles, RC can be divided into the classical type (between 3
days and 12 weeks), the ultra-rapid type (less than 3 days) and the ultra-ultra
rapid or ultradian type (24 hours or less). Moreover, it is possible to distinguish
between RC with early or late onset and between RC characterized by the pres-
ence or absence of precipitating factors, such as pharmaceutical interventions or
other factors. The ultradian type has been proposed as separate subtype due to
its possibly specific epidemiological and clinical characteristics and the overlap
with mixed states. Mixed states and severe mood instability are very common in
youths and among drug abusers. On the contrary, classic RC is somehow rare in
youths, unipolar depressives and in patients with drug abuse. 10-20% of bipolar
patients develop RC; 70-90% of RC are women and they have a depressive onset
after 40 years; the most frequent diagnosis is bipolarII. Hypothyroidism and the
role of female sexual hormones have been suggested to explain the high preva-
lence of women in RC. Modification of biological rhythms seems to play a role
in the induction and the maintenance of RC, particularly sleep-wake manipula-
tions, such as sleep deprivation, although the exact mechanism of such influences
is still unknown. It has been hypothesized that antidepressants might induce (and
maintain) RC. Tricyclics and older monoamine oxidase inhibitors probably do not
differ in their risk of inducing switches. It is unclear whether selective serotonin
reuptake inhibitors have a lower risk of switching than tricyclics. The use of anti-
convulsants such as valproate and carbamazepine are of great importance in the
prophylaxis and treatment of RC. Among the new anticonvulsants lamotrigine has
been shown as the most promising. Atypical antipsychotics such as olanzapine
will probably have an increasing role. ECT and levothiroxine are important options
in treatment-resistant cases of RC. In many treatment-resistant cases drug combi-
nations are utilized even though related empirical data are scarce.
Conclusion
Rapid cycling can be considered a not infrequent variant form of bipolar disor-
ders. Ultrarapid and ultradian forms probably represent a distinct clinical and
epidemiological group (probably placed on top of mixed states). Diagnosis and
treatment for rapid cycling should be further refined to reduce the overall morbidity
and mortality of patients with this stable course modifier.
Correspondence: Dr. Giulio Perugi,
Dipartimento di Psichiatria, via Ro-
ma 67, 56100 Pisa, Italy
Tel. + 39 050 835414
Fax + 39 050 21581
E-mail: gperugi@med.unipi.it
con numerosi episodi di entrambe le polarità depres-
sive ed espansive.
Secondo la definizione classica proposta da Dunner e
Fieve nel 1974, si può parlare di presentazione del di-
sturbo bipolare a cicli rapidi (RC) quando sono pre-
senti almeno quattro o più episodi di mania, ipoma-
nia o depressione maggiore nell’ultimo anno 3
. Il me-
desimo criterio, quattro o più episodi distinti di ma-
nia, ipomania, depressione o stato misto negli ultimi
12 mesi, è utilizzato per la diagnosi di RC secondo il
DSM-IV. Affinché gli episodi siano considerati sepa-
rati, è necessario che sia presente un viraggio («swit-
ch») in un episodio contropolare o un periodo di re-
missione clinica parziale o totale di almeno due me-
si; la remissione parziale è definita come la presenza
di sintomi di un episodio depressivo maggiore o ma-
niacale senza che siano soddisfatti tutti i criteri per la
presenza del disturbo 4
.
Nel DSM-IV, i RC sono considerati un decorso spe-
cifico del disturbo dell’umore e non un sottotipo di-
stinto della malattia 4
. Secondo la durata media del
ciclo (per esempio il periodo che va dall’esordio di
un episodio a quello di un nuovo episodio della stes-
sa polarità) i RC possono essere distinti in: a) forma
classica, la durata del ciclo va da tre giorni a 12 set-
timane, con almeno quattro episodi l’anno; b) forma
ultra-rapida, durata del ciclo fino a tre giorni; con
quattro o più episodi al mese; c) forma ultra-ultra ra-
pida o rapida ultradiana, la durata del ciclo è infe-
riore a 24 ore 5
. Quest’ultima forma è stata proposta
come un sottotipo separato 6
in quanto sembra pre-
sentare caratteristiche epidemiologiche e cliniche
specifiche. Inoltre le forme ultrarapida ed ultradiana
sono difficilmente distinguibili da alcuni stati misti e
da quadri bipolari ad esordio in età evolutiva o asso-
ciati ad uso di sostanze che sono caratterizzati da
grande instabilità dell’umore con marcata reattività
ed oscillazioni continue. È verosimile che la distribu-
zione delle varie forme nelle diverse casistiche stu-
diate possa influire sui risultati delle ricerche clini-
che, patogenetiche e sulla risposta ai trattamenti.
I RC possono essere anche ulteriormente distinti in
relazione alla presenza di fattori precipitanti e posso-
no essere classificati come: a) spontanei o b) in rela-
zione a fattori esterni come farmaci, abuso di sostan-
ze, gravidanza e vari disturbi fisici e mentali 5 7 8
. I
fattori esterni, tuttavia, possono essere più o meno fa-
cilmente individuabili. Infine, per quanto riguarda
l’età d’insorgenza, si possono distinguere: a) esordio
molto precoce (< 20 anni), b) esordio precoce (< 30
anni) ed esordio tardivo (< 40 anni) 5
.
Caratteristiche epidemiologiche e cliniche
La prevalenza di RC tra i pazienti affetti da disturbo
bipolare si aggira intorno al 10-20%; il 70-90% dei
pazienti con RC è costituto da donne 9 10
. Alcuni stu-
di non sono stati in grado di documentare la preva-
lenza nel sesso femminile 11
, anche se una meta-ana-
lisi delle ricerche condotte ha mostrato, su di un tota-
le di 2.057 pazienti, una prevalenza delle donne (72%
vs. 28%) con un rapporto di circa 3 a 1 10
. È verosi-
mile che le differenze osservate siano riferibili a ca-
sistiche con un numero elevato di forme ultrarapide o
ultradiane, nelle quali il sesso maschile è più rappre-
sentato. Ipotiroidismo, maggiore utilizzo di antide-
pressivi e ruolo degli steroidi gonadici sono stati
chiamati in causa come una possibile spiegazione
della prevalenza maggiore di RC nelle donne 12
.
I RC sono una condizione rara nei pazienti con de-
corso unipolare del disturbo dell’umore e, qualora
siano presenti, di solito si associano ad una storia
familiare positiva per i disturbi bipolari 13
. Gli epi-
sodi di solito non presentano una periodicità prede-
terminata; le manifestazioni cliniche, infatti, inclu-
dono un ampio spettro di situazioni dove ad un
estremo si collocano casi con disturbo bipolare con
caratteristiche classiche in cui il numero degli epi-
sodi per anno è occasionalmente elevato e dall’altro
i casi con un umore estremamente instabile, caratte-
rizzati da rapidi viraggi da una polarità all’altra nel-
l’arco di poche ore 14
.
La maggior parte dei pazienti bipolari che presenta
una fase del loro disturbo caratterizzata da RC, pre-
senterà anche dei periodi liberi da essi 15-17
. La pro-
gnosi relativamente al tempo totale trascorso in fase
di malattia, pertanto, non sembra essere influenzata
dalla presenza del pattern RC, nonostante che i pa-
zienti i cui episodi sono caratterizzati da viraggi in
fasi contropolari abbiano una prognosi peggiore ri-
spetto a coloro la cui malattia è caratterizzata da in-
tervalli liberi inter-episodici 18 19
.
Gli individui con depressione maggiore, che presen-
tano un temperamento ciclotimico premorboso, pre-
sentano una considerevole vulnerabilità allo sviluppo
di mania e soprattutto ipomania e sembrano presen-
tare anche un rischio elevato per lo sviluppo di RC,
soprattutto all’inizio della loro sintomatologia affet-
tiva 20 21
. Gli individui con temperamento ipertimico,
soprattutto di sesso femminile, presentano solitamen-
te un esordio tardivo dei RC 22
.
Come sopra riportato, ciclicità ultra-rapida ed ultra-
diana sono caratteristiche peculiari del disturbo bipo-
lare in età evolutiva. In uno studio recente, la durata
degli episodi risultava molto breve nell’80% di 26
bambini e adolescenti bipolari di età compresa tra i 7
e 18 anni; l’età media di esordio era intorno agli otto
anni e mezzo, mentre erano spesso riscontrati iperat-
tività, stati misti, suicidi e caratteristiche psicotiche 23
.
I RC, nella manifestazione ultra-rapida e ultradiana,
rappresentavano il fenotipo più frequente anche in
un’altra ricerca condotta su 60 bambini bipolari in
età prepubere e nella prima adolescenza 23
. Infine, in
139
I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
una casistica più ampia di 90 bambini ed adolescen-
ti, di età tra i 5 ed i 17 anni, che soddisfacevano i cri-
teri del DSM-IV per la diagnosi di disturbo bipolare
I, la storia longitudinale era caratterizzata da una fre-
quenza elevata di episodi (50%), con pochi intervalli
liberi 24
.
Il fatto che la variante ultradiana dei RC sia più co-
mune tra i giovani bipolari I, con un rapporto ma-
schi femmine di 1 a 1, sembra indicare una influen-
za di fattori evolutivi nella loro patogenesi, poiché
dopo il completamento dello sviluppo pediatrico, la
prevalenza dei RC raggiunge quella dei soggetti bi-
polari adulti 25
. Inoltre, in età adulta prevalgono le
forme classiche, che sono tipiche del sesso femmi-
nile con un disturbo bipolare II piuttosto che bipo-
lare I 26 27
.
Nei pazienti con RC la malattia abitualmente inizia
con la depressione ed è seguita dalla mania e dall’eu-
timia (D-M-E) 28 29
. In alcuni studi il pattern D-M-E
si è dimostrato abbastanza costante durante il follow-
up dei pazienti con RC 20 29
, mentre in altri studi que-
sta modalità non è stata osservata 30-32
. In uno studio
recente, che ha esaminato le caratteristiche cliniche e
il decorso di pazienti bipolari in relazione agli episo-
di depressivi seguiti da eutimia o mania, non sono
state trovate differenze tra i due gruppi riguardante la
lunghezza degli episodi depressivi e la loro predispo-
sizione alla ciclicità 33
.
Nella maggioranza degli studi, le casistiche di RC
sono costituite prevalentemente da pazienti affetti
da disturbo bipolare II con un esordio dopo 40 anni
di tipo depressivo 30 31 34-36
. In queste forme classiche
l’uso di sostanze e gli stati misti sono molto rari, gli
episodi hanno una chiara demarcazione l’uno dal-
l’altro e, indipendentemente dalla durata, che co-
munque è quasi sempre compresa tra alcuni giorni e
qualche settimana, sono separati da viraggi contro-
polari o fasi di remissione. I risultati di due ricerche
recenti sono in linea con queste osservazioni. In una
casistica di 320 pazienti bipolari, quelli con episodi
depressivi all’esordio della malattia avevano un ri-
schio significativamente più elevato di RC; d’altra
parte quelli che presentavano uno stato misto all’e-
sordio mostravano più spesso un decorso cronico,
con episodi misti prevalenti ed assenza di RC. In
questa popolazione clinica, stati misti e RC sembra-
vano rappresentare evoluzioni diverse del disturbo
bipolare 35
. Nel secondo studio, condotto su 360 pa-
zienti (218 BP I e 42 BP II) inseriti in un follow-up
della durata di 13,3 anni, il rischio per lo sviluppo
di RC (15,6% dei casi) era più elevato nei bipolari
II (30,3%) che nei bipolari I (6,0%). I pazienti con
RC mostravano più spesso ciclotimia premorbosa,
primo episodio di tipo depressivo ed età di esordio
più tardiva 34
.
Per quanto riguarda altre caratteristiche cliniche, la
rapida ciclicità è stata associata alla comorbidità con
altri disturbi di asse I, soprattutto disturbi di ansia ed
abuso di sostanze 37
. È poco chiaro se l’assunzione di
alcool o droghe sia direttamente coinvolta nell’indu-
zione di RC 38
. Un ruolo dell’uso di sostanze nella
patogenesi dell’instabilità affettiva e della ciclicità
ultradiana sembrano confermati dal fatto che entram-
bi questi fenomeni sono legati al disturbo bipolare ad
esordio giovanile ed al sesso maschile; comunque, i
RC con disturbo di uso di sostanze non sono stati stu-
diati adeguatamente. A questo proposito, Calabrese
et al. hanno recentemente suggerito che l’associazio-
ne tra RC e bipolari II di sesso femminile sia legata
alla presentazione senza comorbidità. In uno studio
su 110 pazienti con RC che avevano abusato recente-
mente o erano dipendenti da alcool, cannabinoidi o
cocaina (crack), la prevalenza maggiore era tra i bi-
polari I di sesso maschile 38 39
.
Patogenesi
La maggior parte della ricerca si è focalizzata sul
ruolo dell’ereditarietà, sull’influenza della funzione
tiroidea, del ciclo riproduttivo e dei ritmi biologici e
sociali così come sulla possibilità che i RC siano pro-
vocati e mantenuti dall’impiego di trattamenti anti-
depressivi. Interessante, per quanto ancora speculati-
va, appare, infine, l’ipotesi del kindling.
FAMILIARITÀ
È stato osservato che una storia familiare positiva
per disturbi dell’umore è più frequente nei pazienti
bipolari con RC rispetto quelli senza questo tipo di
evoluzione del disturbo 30
. Altre ricerche hanno mo-
strato che i familiari di primo grado di pazienti con
RC presentano più frequentemente un decorso omo-
logo, alcolismo ed abuso di sostanze rispetto a fa-
miliari di primo grado di bipolari senza RC. D’altro
lato, altri studi non hanno riscontrato differenze nel-
la storia familiare di pazienti con o senza RC ed
hanno concluso che i pazienti con questo tipo di de-
corso non presentano un’aggregazione familiare
specifica 5 16 17 40
.
Recentemente, sono stati studiati 110 pazienti senza
e 55 pazienti con RC con tecniche di biologia mole-
colare ed è stata dimostrata un’associazione tra que-
sti ultimi ed una bassa attività dell’allele del gene
per le catecol-o-metiltransferasi (COMT), localiz-
zato sul cromosoma 22q11.2. I portatori dell’allele
con bassa attività mostrerebbero un rischio aumen-
tato di RC 41
. Questa associazione era stata anche
osservata in 6 pazienti bipolari con cicli ultradiani,
5 dei quali erano omozigoti per la bassa attività del-
l’allele 42
. Questi risultati sono da considerare preli-
minari e sono necessarie ulteriori indagini per defi-
nire meglio il ruolo che l’ereditarietà gioca nello
sviluppo di RC.
G. PERUGI, G. RESTUCCIA
140
141
I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
FUNZIONE TIROIDEA
In pazienti con RC, sono stati osservati valori bassi di
ormoni tiroidei o valori di TSH elevati, così come al-
tre evidenze di ipofunzione tiroidea 43 44
. In particola-
re, è stata riscontrata una frequenza di ipotiroidismo
più elevata nelle donne con RC 45
, ma è stato anche
ipotizzato che la maggiore prevalenza di donne tra i
RC potrebbe aumentare la presenza di ipotiroidismo,
senza che ci sia una reale associazione tra queste due
condizioni 43
. Inoltre, i pazienti che assumono litio e
terapia sostitutiva tiroidea sono maggiormente predi-
sposti a sviluppare questo tipo di decorso 46
. Sulla ba-
se di queste osservazioni, è stata avanzata l’ipotesi
che l’ipotiroidismo rappresenti un fattore di rischio
per lo sviluppo di RC 43
.
Diversi studi, tuttavia, non sostengono una relazio-
ne diretta tra RC ed alterazioni della funzione tiroi-
dea 29 31 32
. In particolare, in uno studio NIMH, non
sono state dimostrate importanti differenze nella
presenza di ipotiroidismo nei pazienti bipolari con o
senza RC (rispettivamente 47% vs. 37%) 29
. La
mancanza di associazione tra ipotiroidismo e RC è
stata recentemente riportata anche in altri studi 47 48
e non sono state osservate differenze significative
dei valori di FT4 e FT3 e TSH in pazienti con e sen-
za RC 4
. Infine, in uno studio su pazienti che assu-
mevano terapia profilattica con litio, non è stata os-
servata una prevalenza più elevata di RC tra le don-
ne con un ipotiroidismo subclinico 49
, ed è stata an-
che avanzata l’ipotesi che le disfunzioni tiroidee in
pazienti RC siano un epifenomeno dovuto all’as-
sunzione di litio 29
.
In uno studio abbastanza recente, la presenza di anti-
corpi antitiroperossidasi (TPO-Abs) in pazienti bipo-
lari era associata con un’insufficienza tiroidea, ma
non con RC; l’insufficienza tiroidea era stata anche
osservata durante l’esposizione al litio, specialmente
in presenza di TPO-Abs, ma non era comunque asso-
ciata a RC, anche tenendo conto dell’impiego sosti-
tutivo di ormone tiroideo 48
. D’altro lato, è possibile
che l’ipotiroidismo sia da porre in relazione all’esor-
dio dei RC i quali in seguito potrebbero avere un’e-
voluzione autonoma, indipendentemente dal fatto
che si mantenga l’ipotiroidismo o si venga a ripristi-
nare uno stato eutiroideo 43
. L’osservazione di una
frequenza elevata di disfunzioni tiroidee durante
l’anno precedente l’esordio di RC è compatibile con
questa ipotesi (Bauer et al., 1990). In aggiunta, è sta-
ta riportata un’associazione tra sviluppo di TPO-Abs
e storia di RC 30
.
In conclusione, il rapporto tra ipotiroidismo e RC ri-
mane poco chiaro; gli studi più vecchi hanno sugge-
rito l’esistenza di una relazione tra queste due condi-
zioni, che alcuni studi più recenti non sembrano con-
fermare e perciò è stata proposta una sua rivalutazio-
ne 47
. A questo proposito, va tenuto conto del fatto
che nelle casistiche più recenti potrebbero essere in-
clusi in misura maggiore pazienti con cicli ultra rapi-
di ed ultradiani che potrebbero mascherare l’influen-
za delle disfunzioni tiroidee. Queste ultime sembrano
infatti più comuni nelle donne, bipolari II, sopra i 40
anni con decorso RC classico.
CICLO RIPRODUTTIVO
È stato osservato che le donne affette da disturbo bi-
polare a RC presentano maggiormente sindrome pre-
mestruale rispetto ai controlli. In aggiunta, questo ti-
po di decorso è frequente nel periodo post-partum o
durante la fase post-menopausale 22 50
, ed anche l’uti-
lizzo della terapia estrogenica è stato messo in rela-
zione con i RC 5
. Altri studi, in ogni modo, hanno
concluso che i cicli maniaco-depressivi, nelle donne
con e senza RC, sono indipendenti dal ciclo mestrua-
le 30
; anche la fase premenopausale e menopausale
non sembra mostrare alcuna relazione con questo ti-
po di decorso 29
. Uno studio prospettico su 25 pa-
zienti bipolari con RC in fase pre-menopausale non
ha messo in evidenza importanti influenze del ciclo
mestruale sulle oscillazioni dell’umore 43
.
In conclusione, anche se un qualche ruolo del ciclo
riproduttivo nella genesi dei RC non può essere com-
pletamente escluso, certamente non sembra essere
uno dei fattori più importanti.
RITMI BIOLOGICI E SOCIALI
Alterazioni del ritmo sonno/veglia così come del rit-
mo circadiano si associano di regola ai disturbi del-
l’umore 51 52
. Alterazioni del profilo ipnico nei pa-
zienti depressi o (ipo)maniacali non sono soltanto
sintomi di malattia, ma sembrano avere significato
patogenetico, poiché il sonno viene considerato dota-
to di proprietà depressogene 53
, mentre la deprivazio-
ne di sonno ha un effetto antidepressivo e può indur-
re viraggi espansivi 52
.
La relazione tra profilo ipnico e disturbo dell’umore
è stata studiata per un periodo di 18 mesi in 11 bipo-
lari con RC. Tra i parametri indagati, l’alterazione
quantitativa del profilo ipnico e il risveglio precoce
erano considerati fattori prognostici per lo sviluppo
di mania ed ipomania nel giorno successivo 54
. Inol-
tre, variazioni diurne dei viraggi sono state osservate
in 15 pazienti con RC; il viraggio verso la polarità
maniacale si realizzava preferibilmente durante il
giorno, mentre quello verso la polarità depressiva du-
rante la notte 55
.
Anche le alterazioni del ritmo circadiano potrebbero
favorire l’evoluzione verso la ciclicità rapida, come
è stato riportato in un caso ad esordio improvviso di
un ciclo di 48 ore instauratosi a seguito di un volo
transatlantico 56
. Comunque, la relazione tra disturbo
bipolare e ritmo circadiano è meno caratterizzata ri-
spetto a quella esistente tra oscillazioni dell’umore
ed alterazioni del ritmo sonno-veglia 57
. In studi con-
dotti su animali, è stata osservato che la durata del
sonno nel cambiamento di stagione è regolata da un
pacemaker fotoperiodico, contenente due oscillatori
di cui uno relativo al crepuscolo/notte (oscillatore
serale) e l’altro relativo alla luce (oscillatore mattu-
tino) 58
. I dati di studi effettuati sull’uomo sono con-
cordi con quanto osservato negli animali 57
. La rego-
lazione abnorme degli oscillatori, anche quando se-
condaria ad alterazioni della tiroide, potrebbe svol-
gere un ruolo importante nella patogenesi dei RC 45
.
Secondo la teoria delle interazioni colinergiche/mo-
noaminergiche, per la piena regolazione del
sonno/veglia e della attività circadiana, lo squilibrio
disfunzionale dei due sistemi avrebbe un ruolo nella
patogenesi dei RC dopo l’utilizzo di antidepressivi 59
.
Anche il sistema dopaminergico potrebbe essere
coinvolto nel viraggio dell’umore, poiché è stato os-
servato lo sviluppo dei RC dopo la somministrazione
di L-dopa 60
.
Per quanto riguarda il ritmo circadiano più lungo, un
paziente bipolare con RC è stato osservato ogni setti-
mana per un periodo di un anno per valutare se gli or-
moni plasmatici e le catecolamine urinarie fossero in
grado di predire gli episodi affettivi. È stato osserva-
to che valori elevati di cortisolo nelle urine erano in
relazione alla comparsa di umore depresso, mentre
valori elevati di dopamina nelle urine con l’umore
maniacale. La noradrenalina urinaria era associata al-
la gravità dell’episodio in corso e la prolattina era di-
minuita durante la fase depressiva 61
.
Lo sconvolgimento del ritmo sociale è stato ben pro-
posto come modello eziologico per lo sviluppo dell’e-
pisodio depressivo negli individui che presentano una
vulnerabilità genetica 62
. In pazienti bipolari con RC ci
sono tre sintomi costantemente presenti durante l’epi-
sodio depressivo, la facile affaticabilità, una riduzione
delle attività lavorative e l’ipersonnia 63
, ciò supporta
l’ipotesi che i RC possano essere un disturbo di ipe-
rattivazione ed il suo management deve essere orien-
tato verso la normalizzazione del livello funzionale del
paziente 64
. La relazione tra ritmo sociale e disturbo
dell’umore a cicli rapidi sembra esplicare un ruolo im-
portante, poiché markers ridotti di livello funzionale
quotidiano sono stati osservati nei pazienti rispetto ai
controlli 65
. Inoltre, il tempo dedicato alle attività quo-
tidiane mattutine è ritardato durante la fase depressiva,
in confronto alle fasi (ipo)maniacali 65
. Tutto ciò so-
stiene l’ipotesi che l’oscillatore della mattina, piutto-
sto che quello serale è coinvolto nella patogenesi del
disturbo bipolare a RC 64 66
.
ANTIDEPRESSIVI
Secondo alcuni Autori la prevalenza dei RC sarebbe
drammaticamente aumentata dopo l’introduzione e
l’utilizzo di farmaci antidepressivi 22
. È stato, infatti,
osservato come questi farmaci abbiano la capacità
potenziale di indurre viraggi maniacali 20 35 68
. Le don-
ne sembrano avere un rischio più elevato per lo svi-
luppo di mania indotta da antidepressivi 64
, mentre la
storia personale di un episodio maniacale rappresen-
ta il predittore più importante per l’induzione di vi-
raggi 69
.
I farmaci antidepressivi potrebbero provocare e man-
tenere i RC nei pazienti bipolari 70
, verosimilmente
attraverso l’aumento di biodisponibilità di catecola-
mine a livello sinaptico 27 71
. Ghaemi et al. riportano
un rischio pari a 48,8% di viraggio maniacale duran-
te il trattamento con antidepressivi nei pazienti bipo-
lari, una terapia stabilizzante in associazione a quel-
la antidepressiva riduceva marcatamente questo ri-
schio (31,6% contro 84,2%). Ci sono ormai molte
evidenze cliniche che depongono per un rapporto ri-
schio/beneficio sfavorevole sull’impiego di antide-
pressivi nei bipolari, infatti questi ultimi, non solo
hanno un rischio elevato di indurre mania durante la
loro somministrazione, ma anche durante la loro so-
spensione, soprattutto se brusca. Altri studi hanno ri-
portato un peggioramento del decorso del disturbo
bipolare, che si riflette in una peggiore risposta pro-
filattica al litio 72
ed in un aumento della frequenza e
del numero di cicli 73
.
È stato suggerito anche che l’induzione di RC da an-
tidepressivi sia dovuta soprattutto a farmaci ad azione
noradrenergica (desipramina) e in misura minore a
farmaci ad azione serotoninergica 74
, mentre non è
stata osservata alcuna differenza tra antidepressivi tri-
ciclici (TCA) e MAOIs 75 76
. Per quanto riguarda i RI-
MA (moclobemide), è stato riportato un basso rischio
di induzione di switch 77
. I farmaci inibitori specifici
del reuptake della serotonina (SSRI) sembrano pre-
sentare un rischio minore rispetto ai TCA di provoca-
re viraggi contropolari 78-80
, ma in alcuni studi non so-
no state osservate chiare differenze in proposito 32
e ci
sono difficoltà per il raggiungimento di conclusioni
solide. Il Bupropione si è rivelato dotato di un basso
profilo attivante viraggi espansivi in un solo studio su
una casistica limitata di 19 pazienti bipolari 81
.
Lo sviluppo di RC si realizza più verosimilmente du-
rante il primo anno dopo l’assunzione di antidepres-
sivi 64 67
. È possibile che i RC siano provocati dall’u-
tilizzo di antidepressivi e mantenuti dalla continua-
zione della loro assunzione, oppure potrebbero avere
un’evoluzione indipendente anche dopo la loro so-
spensione, come sembra suggerire uno studio nel
quale, al momento dell’esordio dei RC, il 73% dei
pazienti assumeva antidepressivi, mentre il manteni-
mento dei RC era in relazione all’utilizzo di antide-
pressivi solo nel 51% dei casi 29
. D’altra parte, alcu-
ni studi suggeriscono che l’utilizzo di antidepressivi
in molti casi non sembra responsabile di viraggi
espansivi o induzione di RC 82
, ma che questi feno-
meni compaiono in pazienti che avrebbero presenta-
to comunque questa modalità evolutiva 31 79
.
Visto che molti casi di RC risultano comunque colle-
gati al trattamento con antidepressivi, bisognerebbe
G. PERUGI, G. RESTUCCIA
142
limitare il loro impiego solo a casi selezionati; per-
tanto se la depressione è lieve e non c’è alcun rischio
di suicidio si può continuare con la sola terapia stabi-
lizzante, attendendo la risoluzione spontanea dell’epi-
sodio. Qualora sia indispensabile ricorrere ad un anti-
depressivo, sarebbe opportuno che fossero impiegati
dosaggi bassi per periodi limitati di tempo, e dovreb-
bero essere utilizzati composti con un rischio minore
di indurre viraggi, per arrivare solo in ultima ratio ad
utilizzare molecole con un rischio elevato di indurre
switch maniacali come i triciclici (TCA) 27
ed inter-
romperne la somministrazione non appena possibile.
ALTRI FARMACI
Gli antipsicotici tipici utilizzati per il trattamento del-
la mania possono essere responsabili di depressione 83
e il loro utilizzo cronico appare aumentare il rischio di
depressioni ricorrenti 84
, ma non sembrano agire come
trigger e, quindi, non potrebbero essere in grado di
slatentizzare, precipitare o, addirittura, causare RC.
Gli antipsicotici atipici non sembrano indurre RC,
questi farmaci posseggono un effetto stabilizzante del-
l’umore, sono ampiamente utilizzati come augmenta-
tion nella terapia della depressione resistente e nel trat-
tamento profilattico a lungo termine delle forme che
non rispondono ai soli stabilizzatori 75 85 86
.
Per quanto riguarda gli stabilizzanti dell’umore, vec-
chi e nuovi, in vari studi a doppio cieco ed in studi
case report non ci sono evidenze che il loro utilizzo
possa causare RC 69
. Anche l’impiego a lungo termi-
ne di sali di litio, con l’induzione di ipotiroidismo ia-
trogeno non sembra associarsi in misura significativa
all’induzione di ciclicità rapida.
L’IPOTESI DEL «KINDLING»
Molti fattori ambientali sembrano associarsi all’esor-
dio del disturbo dell’umore 87
. Gli stressors psicoso-
ciali giocherebbero un ruolo rilevante nelle fasi ini-
ziali della malattia e negli episodi iniziali, mentre
sembrerebbero svolgere un ruolo minore nello svi-
luppo degli episodi successivi durante il decorso na-
turale del disturbo. Eventi di separazione nell’infan-
zia, eventi di uscita ed induttori di bassa autostima 88
,
attraverso una facilitazione di meccanismi neurobio-
logici a livello limbico-diencefalico, potrebbero ren-
dere più vulnerabili gli individui predisposti ad even-
ti che si verificano in epoche successive. I nuovi epi-
sodi potrebbero essere scatenati anche in presenza di
stress di lieve entità fino allo sviluppo di una ciclicità
«spontanea», sganciata da eventi esterni 89
.
Basandosi su queste osservazioni, sembra che un sot-
togruppo di pazienti divenga più vulnerabile, o «sen-
sibile» alla ricorrenza degli episodi affettivi; inoltre i
sintomi presenti durante e tra gli episodi producono
un effetto «Kindling» o di «sensibilizzazione», per-
ciò la presenza di queste ultime caratteristiche con-
duce progressivamente ad una soglia più bassa per
l’instaurarsi di nuovi episodi. Secondo la teoria pro-
posta da Post 89 90
, i processi biochimici e fisiologici
coinvolti nel disturbo divengono progressivamente
trigger per l’instaurarsi di episodi affettivi in manie-
ra spontanea ed autonoma. L’esperienza di un episo-
dio affettivo 4 e le sue alterazioni a livello di neuro-
trasmettitori e di peptidi, lascia tracce mnemoniche
che predispongono ad ulteriori episodi.
La «memoria» neurobiologica per la vulnerabilità
agli stress potrebbe rappresentare un marker perenne
per l’individuo 89
. Gli stressor psicosociali, in deter-
minate circostanze, potrebbero essere responsabili di
alterazioni permanenti nella modulazione dell’e-
spressione genica, pertanto rimangono memorizzati
elementi di vulnerabilità che predispongono al ripe-
tersi della malattia affettiva 89
.
L’ipotesi di sensitization-conditioning suggerisce che
i componenti simbolici di triggers precedenti ad una
risposta depressiva potrebbero essere codificati o
condizionati per cui sono capaci di provocare depres-
sione in assenza di stimoli condizionati; per esempio
«vero» stress o un evento di perdita.
I cicli rapidi potrebbero essere considerati il risultato
degli effetti del fenomeno del Kindling, come frutto
di una graduale e progressiva riduzione della lun-
ghezza del ciclo. Attualmente la frequenza della ri-
correnza e i RC aumentano non solo con l’età, ma an-
che in funzione del numero di episodi precedenti, ciò
sta ad indicare che, la malattia evolve con una certa
ritmicità e spontaneità, indipendentemente dalla pre-
senza di life events nei pazienti che hanno sviluppa-
to rapidità dei cicli 91 92
.
Dall’altro canto, in ogni modo, non è stato osservata
una riduzione della lunghezza del ciclo in uno studio
di follow-up durato 7 anni 93
; perciò, il ruolo del Kind-
ling o dei comportamenti di sensibilizzazione nell’e-
ziologia dei cicli maniaco-depressivi rimane una teo-
ria che ad oggi non è supportata da dati empirici.
Conseguentemente, a fronte del suo valore scientifi-
co, l’ipotesi dovrebbe essere vista come un tentativo
per raccogliere elementi ulteriori che depongano a
suo favore.
Trattamento
L’impiego di composti stabilizzanti in tutte le fasi del
disturbo bipolare è da considerare un dato acquisito e
riportato in tutte le linee guida internazionali. Gli
obiettivi centrali del trattamento sono, oltre alla riso-
luzione dell’episodio ed alla prevenzione delle ricor-
renze, anche quello di ridurre la frequenza dei cicli e
l’instabilità dell’umore.
Un primo intervento per trattare le forme a RC con-
siste nel valutare e trattare le condizioni mediche pre-
disponenti che possono contribuire questo tipo di
evoluzione quali, ad esempio, l’impiego di antide-
143
I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
pressivi, l’ipotiroidismo e l’uso di sostanze o di al-
cool. La raccolta anamnestica accurata deve fornire
informazioni utili per identificare un’eventuale cor-
relazione tra uso di farmaci e RC. In particolare, l’u-
tilizzo di antidepressivi può risultare un fattore de-
stabilizzante in molti pazienti con depressione bipo-
lare e può essere responsabile di viraggi ipomaniaca-
li e maniacali, dell’induzione di stati misti e dell’ac-
celerazione dei cicli con sviluppo di RC 94
. Per le ra-
gioni sopra esposte, gli stabilizzanti dell’umore ven-
gono considerati come prima scelta nella depressione
bipolare, con l’aggiunta di antidepressivi nelle forme
più gravi e di antipsicotici, soprattutto atipici, in
quelle con sintomi psicotici o gravi condotte aggres-
sive ed impulsive.
SALI DI LITIO
Le forme a RC sembrano risponde meno favorevol-
mente al litio 50
. Nello studio nel quale, inizialmente,
Dunner e Lieve identificarono e definirono i RC,
l’82% dei pazienti con questo tipo di decorso non
avevano risposto alla terapia con litio a confronto del
41% dei pazienti non RC. Nonostante la frequenza
elevata di insuccessi terapeutici, alcuni pazienti ave-
vano presentato, tuttavia, un periodo di benessere
maggiore con allungamento del ciclo. Da allora, nu-
merosi studi hanno messo in evidenza un’efficacia
minore dei sali di litio nei RC e negli stati misti 76 84
anche se, alcuni Autori 46
, hanno riportato una rispo-
sta adeguata anche in questo tipo di pazienti.
Koukopoulos et al. 67
hanno osservato che, tra i pa-
zienti che mostrano una scarsa risposta al litio, è più
comune la presenza di cicli depressione-mania-inter-
vallo libero (DMI). Questo tipo di andamento del ci-
clo è più comune tra i pazienti con RC. A questo pro-
posito, Faedda et al. 95
hanno condotto una meta-ana-
lisi dei risultati di cinque studi e la loro conclusione
sostiene la scarsa risposta ai sali di litio nei pazienti
con DMI. Essi osservarono anche che i bipolari II
sembravano presentare più spesso una risposta favo-
revole rispetto ai bipolari I (49,3% vs. 37,6%), e che,
almeno in una minoranza di casi, la sospensione de-
gli antidepressivi era in grado di migliorare la rispo-
sta ai sali di litio nei pazienti con RC.
VALPROATO
Il Valproato (VPA) ha rivelato una efficacia sulla ma-
nia euforica analoga al litio, inoltre è risultato più ef-
ficace nel trattamento dei RC 78
. I dati disponibili sul
trattamento della depressione bipolare con VPA in
monoterapia sono, invece, limitati e la sua azione an-
tidepressiva è da considerarsi modesta. In una rasse-
gna della letteratura 96 97
, hanno concluso che il val-
proato ha un effetto antimaniacale acuto marcato ed
un effetto antidepressivo limitato.
Tra i predittori di risposta favorevole al VPA sono
stati riportati il disturbo bipolare II, lo stato misto,
l’assenza di assunzione di litio precedente, una storia
familiare positiva per disturbi dell’umore. Il VPA
sembra mostrare una azione favorevole anche in quei
pazienti con ciclicità ultrapida ed ultradiana dove è
presente una notevole instabilità affettiva ed una cer-
ta resistenza ai sali di litio.
CARBAMAZEPINA
Secondo alcuni studi la carbamazepina (CBZ) presen-
terebbe un buon profilo di efficacia nei RC 98
. Questi
ultimi assieme a stati misti, condizioni neurologiche
associate, ritardo mentale, storia di traumi cranici, pre-
senza di alterazioni EEGrafiche, familiarità negativa
per disturbi dell’umore sono stati riconosciuti come
predittori di risposta favorevole alla CBZ ed insuffi-
ciente al litio. Secondo Joffe 99
i pazienti con RC po-
trebbero trarre beneficio dalla combinazione di litio e
carbamazepina. Altri Autori hanno riportato dati simi-
li circa la necessità di combinare la carbamazepina con
il litio 100
. Esistono comunque anche osservazioni nel-
le quali è riportata una scarsa efficacia della CBZ nel
trattamento della rapida ciclicità 101
.
NUOVI ANTIEPILETTICI
I nuovi antiepilettici sembrano rappresentare degli
strumenti promettenti per il trattamento del disturbo
bipolare, nei casi in cui siano presenti episodi de-
pressivi resistenti agli stabilizzanti classici, stati mi-
sti e RC. Questi farmaci potrebbero, inoltre, svolgere
un ruolo importante in molti casi di comorbidità con
disturbi d’ansia, abuso di alcool/sostanze e disturbi
della condotta alimentare. Il profilo maggiore di tol-
lerabilità e di sicurezza di questi nuovi composti ci
consente, infine, il loro utilizzo anche in popolazioni
speciali come bambini, adolescenti ed anziani.
Nonostante gli studi in aperto siano tutti concordi
nell’affermare l’efficacia della gabapentina (GBP)
nei disturbi dello spettro bipolare, i risultati delle
prove cliniche controllate, sono negativi. In uno stu-
dio di confronto in cross-over fra GBP, LTG e place-
bo 102
condotto su pazienti bipolari resistenti, tra i
quali molti presentavano RC, la LTG risultava supe-
riore sia al placebo che al GBP. In una sperimenta-
zione controllata con placebo, in doppio cieco, con-
dotta su di un piccolo campione di pazienti con Di-
sturbo Bipolare resistente (n = 18), Guille et al. non
hanno trovato differenze statisticamente significative
fra i due gruppi in relazione alla sintomatologia ma-
niacale, tuttavia, quella depressiva, è risultata signifi-
cativamente migliorata con GBP. Recentemente, Pe-
rugi et al. 103
hanno valutato i predittori di risposta a
GBP, impiegata in aperto come terapia aggiuntiva in
43 pazienti con disturbo bipolare I (DSM-III-R) resi-
stente. Il farmaco era somministrato in combinazione
ad altri stabilizzanti, benzodiazepine, antidepressivi
o neurolettici, per un periodo di 8 settimane ed a do-
saggi compresi fra 600 e 2.400 mg/die. Predittori di
G. PERUGI, G. RESTUCCIA
144
risposta favorevole sono risultati la presenza in co-
morbidità di fobia sociale, disturbo da panico ed abu-
so di alcol. Nei pazienti bipolari con comorbidità con
disturbi d’ansia o da uso di sostanze può essere van-
taggioso aggiungere un secondo stabilizzante allo
scopo di ottimizzare la risposta terapeutica. In questi
casi il GBP sembra offrire interessanti prospettive,
sia per quanto riguarda la tollerabilità che un possi-
bile meccanismo di azione sinergico a quello di altri
antiepilettici o del litio. Pertanto GBP continua ad es-
sere utilizzato in alcuni pazienti bipolari generalmen-
te come terapia aggiuntiva.
Tra i nuovi antiepilettici, la lamotrigina (LTG) sem-
bra mostrare una efficacia specifica nel trattamento
della depressione bipolare. In uno studio 104
in doppio
cieco, della durata di 7 settimane, condotto su 195
pazienti bipolari in fase depressiva, è stata dimostra-
ta l’efficacia di LTG a dosi di 50 mg e di 200 mg/die
rispetto al placebo. Secondo i punteggi del CGI, il
48% dei pazienti che assumevano 50 mg/die ed il
56% di quelli trattati con 200 mg/die di LTG riporta-
vano una remissione clinica, contro il 29% dei pa-
zienti che avevano assunto placebo 104
. Successiva-
mente, in un altro studio in doppio cieco 105
, lamotri-
gina (n = 103) è stata confrontata con placebo (n =
103) in pazienti depressi bipolari I e II. Il farmaco at-
tivo risultava significativamente efficace nei bipolari
I e non nei bipolari II; tuttavia nell’interpretare i ri-
sultati di questo studio è importante tenere conto del
fatto che il placebo mostrava una risposta del 49%.
Questa elevata risposta al placebo complicava l’in-
terpretazione dei risultati e rendeva difficile l’eviden-
ziazione di una efficacia differenziale di LTG. In en-
trambi questi studi, LTG non mostrava una associa-
zione significativa con viraggi ipomaniacali o mania-
cali, né propensione per l’induzione di RC.
L’efficacia di LTG nella terapia di mantenimento nei
pazienti con disturbo bipolare a RC è stata valutata
nello studio in doppio cieco sopra riportato, nel qua-
le sono stati confrontati LTG, GBP e placebo 104
. La
maggior parte dei pazienti (23 su 31) presentavano
una forma a RC, lo studio prevedeva la somministra-
zione di LTG, GBP o placebo in monoterapia, i risul-
tati hanno mostrato un miglioramento globale alla
GGI (moderato o marcato) nel 52% dei casi trattati
con LTG, nel 26% di quelli con GBP e nel 23% con
placebo. Anche per quanto riguarda la prevenzione
delle ricadute, LTG è risultata efficace nell’allungare
l’intervallo di tempo tra gli episodi depressivi, meno
consistenti invece sono i risultati relativi all’efficacia
del farmaco nel ritardare la comparsa degli episodi
maniacali, ipomaniacali o misti 106
. Esistono, infine,
dati interessanti anche sull’efficacia della LTG nel
trattamento di pazienti con disturbo bipolare tipo II a
RC 107
.
Verosimilmente utile nel trattamento della mania
acuta e nella prevenzione della mania 108
, il topira-
mato sembra meno efficace nel trattamento delle de-
pressioni acute e nella prevenzione delle depressioni
bipolari; non esistono studi controllati sul suo impie-
go nella profilassi a lungo termine di episodi depres-
sivi o maniacali. Il farmaco è considerato, da alcuni,
utile come terapia aggiuntiva in pazienti bipolari con
aumento del peso e problemi di obesità iatrogena e
nei casi in comorbidità con bulimia nervosa e distur-
bi del controllo degli impulsi.
L-TIROXINA
Sebbene il ruolo dell’ipotiroidismo nello sviluppo dei
RC non sia ancora definito chiaramente, l’aggiunta di
L-tiroxina, indipendentemente dalla presenza di una
disfunzione tiroidea sembra migliorare la capacità
profilattica dell’associazione litio ed anticonvulsivan-
ti. Alcuni ricercatori hanno documentato la risposta
positiva alla L-tiroxina di pazienti RC 109-111
alle dosi
di 0,5 mg/die. Esistono tuttavia anche osservazioni
negative con questo tipo di trattamento 45
.
Nonostante i dati al momento siano contraddittori, la
maggior parte delle esperienze cliniche riportate è
concorde nel sostenere che in alcuni pazienti con RC,
soprattutto quando questo tipo di decorso è insorto in
seguito alla perdita di efficacia del litio, si possono
trarre dei vantaggi terapeutici dall’introduzione come
potenziamento di una terapia sostitutiva tiroidea.
Questa strategia terapeutica dovrebbe essere impie-
gata anche in pazienti con funzione tiroidea normale,
in quanto la risposta favorevole non è stata messa in
relazione alla comparsa di alterazioni della funzione
tiroidea spontanee o indotte da litio. Il potenziamen-
to con ormone tiroideo sembra essere più efficace nel
sesso femminile rispetto a quello maschile.
ANTIPSICOTICI
Gli antipsicotici sono ampiamente utilizzati nel trat-
tamento a breve e lungo termine di pazienti bipolari
soprattutto nelle forme più gravi o in quelle con sin-
tomi psicotici. È ormai ampiamente riconosciuto che,
nei pazienti bipolari, i neurolettici tipici favoriscono
e prolungano le fasi depressive, si associano spesso a
gravi effetti extrapiramidali e ad un rischio elevato di
discinesie tardive. Sotto questi aspetti gli antipsicoti-
ci atipici si sono dimostrati parimenti efficaci ma me-
glio tollerati dei neurolettici tipici. Per quanto riguar-
da l’efficacia nei RC i dati disponibili non sono nu-
merosi, sono stati riportati comunque dati in favore
dell’utilità di clozapina 112-114
ed olanzapina; tali com-
posti, non solo si associano ad un ridotto rischio di
discinesie tardive, ma sarebbero dotati di proprietà
stabilizzanti. In un report 112
la clozapina ha ridotto la
frequenza, durata e gravità degli episodi in due pa-
zienti bipolari con RC, che precedentemente non
avevano ottenuto alcuna risposta con l’utilizzo dei
neurolettici tipici in associazione ad altri farmaci.
L’olanzapina è stata studiata anche nel trattamento di
145
I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
pazienti bipolari in fase depressiva. Due prove clini-
che sono risultate indicative di una buona efficacia
antidepressiva del composto, sia in monoterapia che
in associazione a fluoxetina. Shelton et al. 115
hanno
condotto uno studio in doppio cieco con 28 pazienti
con diagnosi di depressione ricorrente, unipolare, re-
sistente ai trattamenti, senza sintomi psicotici. La re-
sistenza era definita con la mancata risposta ad alme-
no 2 cicli di trattamento precedenti con antidepressivi
di classi diverse a dosi adeguate. I soggetti erano as-
segnati in maniera randomizzata a tre gruppi: olanza-
pina più placebo, fluoxetina più placebo o olanzapina
più fluoxetina. La monoterapia con olanzapina produ-
ceva solo miglioramenti modesti nei punteggi di gra-
vità della depressione, quando associata a fluoxetina,
invece, produceva un miglioramento significativa-
mente superiore rispetto ad entrambi i farmaci utiliz-
zati in monoterapia. Più recentemente Tohen et al. 116
hanno riportato i risultati di uno studio multicentrico
su di un campione vasto di pazienti bipolari trattati
con olanzapina monoterapia (n = 370), olanzapina più
fluoxetina (n = 86) e placebo (n = 377). Il composto
attivo sia in monoterapia, che soprattutto in associa-
zione con fluoxetina, risultava più efficace del place-
bo. Le percentuali di risposta erano del 48,2% per
olanzapina in monoterapia, del 64,8% per olanzapina
più fluoxetina e del 36,1% per il placebo; complessi-
vamente questi risultati indicavano un’efficacia, al-
meno parziale, di olanzapina sulla depressione bipo-
lare. Da questi studi non emergevano differenze di
efficacia tra RC e non RC.
CALCIO ANTAGONISTI
I bloccanti dei canali al calcio come la nimodipina e
la nifedipina possiedono un’alta lipofilia 117
ed alcuni
dati clinici suggeriscono un possibile effetto antima-
niacale di questi composti, soprattutto negli individui
che rispondono al litio, ma che non possono tollerar-
lo. L’efficacia di questi agenti nel trattamento dei di-
sturbi bipolari a RC al momento è poco convincente.
Kilzieh et al. 118
non hanno riscontrato effetti favore-
voli con verapamil e nifedipina in pazienti con RC.
Uno studio 119
controllato preliminare, invece, ha evi-
denziato l’utilità della nimodipina negli RC. In que-
sto report, tuttavia, i pazienti che rispondevano me-
glio erano quelli con cicli ultrarapidi e marcata insta-
bilità; ovvero pazienti con episodi affettivi della du-
rata inferiore ad una settimana.
TERAPIA ELETTROCONVULSIVANTE
La terapia elettroconvulsivante (TEC) è usata general-
mente nei pazienti bipolari in fase maniacale o depres-
siva acute, quando gli strumenti farmacologici non so-
no stati efficaci oppure ben tollerati, in particolar mo-
do nei pazienti anziani che, a causa degli effetti colla-
terali, non sopportano altre terapie. La TEC risulta
molto utile in caso in cui è presente un rischio elevato
ed immediato di suicidio, per cui non è possibile at-
tuare provvedimenti terapeutici che potrebbero aiutare
il paziente in tempi abbastanza rapidi. L’Expert Con-
sensus considera l’ECT un valido presidio terapeutico
nei casi di RC caratterizzati dalla presenza di episodi
depressivi resistenti alla farmacoterapia. Alcuni dati 120
indicano che, in caso di fallimento degli interventi di
profilassi farmacologica, è ancora possibile ottenere la
stabilizzazione dell’umore ricorrendo, come cura di
mantenimento, alla terapia elettroconvulsivante. Sono
stati descritti casi di rapida ciclicità resistente a tratta-
menti farmacologici in cui la TEC ha dimostrato una
notevole efficacia sia nella fase acuta che di manteni-
mento 60 121
. Molte evidenze cliniche indicano che nei
casi non complicati di depressione maggiore grave, la
TEC produce un miglioramento sostanziale in almeno
80 pazienti depressi su 100, migliorando il loro decor-
so, rispetto agli antidepressivi 122
.
Conclusioni
Il decorso classico a RC del disturbo bipolare è più
comune nel sesso femminile, dopo 40 anni di età, in
pazienti affetti da disturbo bipolare II, con decorso di
tipo DMI e con aspetti temperamentali ipertimici o
ciclotimici. Le forme ultrarapide ed ultradiane rap-
presentano verosimilmente un sottogruppo distinto
dal punto di vista epidemiologico e clinico, più col-
legato alla presenza di stati misti e di grande instabi-
lità affettiva. Queste forme sono più comuni nei gio-
vani e nei pazienti che abusano di alcol o sostanze.
Non esistono evidenze che i RC rappresentino una
diagnosi distinta; perciò possono essere considerati
una variante del decorso del disturbo bipolare.
Gli studi sulla patogenesi dei RC non sono giunti ad
una posizione univoca. Una serie di fattori sono stati
associati allo sviluppo ed al mantenimento di questo
tipo di decorso: una probabile disfunzione dell’asse
ipotalamo-ipofisi-tiroide, alterazioni degli ormoni
del ciclo femminile, modificazioni dei ritmi biologi-
ci, fenomeni di Kindling e la farmacoterapia con an-
tidepressivi. Alcuni di questi fattori probabilmente
interagiscono sinergicamente tra di loro e conducono
all’instaurazione ed al mantenimento dei RC.
La diagnosi appropriata ed il trattamento adeguato
della depressione bipolare sono elementi cruciali per
la profilassi dei RC. Gli antidepressivi si sono rivela-
ti, infatti, un fattore importante nell’induzione di vi-
raggi espansivi, RC e resistenza ai trattamenti. Non
ci sono evidenze che privilegino l’utilizzo di una
classe di antidepressivi rispetto ad altre e questi far-
maci dovrebbero essere utilizzati con cautela nei pa-
zienti bipolari.
Come per altre forme bipolari il trattamento farmaco-
logico dei RC si fonda sull’impiego di stabilizzanti
dell’umore. In particolare, gli anticonvulsivanti come
G. PERUGI, G. RESTUCCIA
146
147
I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
il valproato e la carbamazepina si sono rivelati più ef-
ficaci del litio in alcuni studi 9 123
. Tra i nuovi antiepi-
lettici la lamotrigina potrebbe assumere un’importan-
te posizione nel trattamento del disturbo bipolare a
RC, come pure l’impiego degli antipsicotici atipici
come l’olanzapina che ha rivelato proprietà stabiliz-
zanti in diversi studi controllati 116 124
. Gli antipsicoti-
ci atipici molto probabilmente in futuro avranno un
ruolo maggiore nella profilassi dei RC. Infine la tera-
pia aggiuntiva con L-Tiroxina e la TEC sono opzioni
terapeutiche importanti nei casi resistenti.
Nei casi in cui il primo farmaco stabilizzante risul-
ti parzialmente efficace può essere utile aggiunge-
re altri stabilizzanti. Nella pratica clinica i RC so-
no trattati spesso con l’associazione di diversi far-
maci, anche se non esistono ricerche sistematiche
che supportino questa modalità di intervento. Il ra-
zionale di questa strategia terapeutica è quella di
ottenere un ulteriore beneficio e di massimizzare
l’effetto terapeutico aggiungendo un farmaco che
agisca su sistemi neurotrasmettitoriali differenti.
Sono necessarie, tuttavia, ricerche cliniche specifi-
che per delineare i dosaggi, la sequenza ottimale
d’utilizzazione nelle varie fasi del disturbo bipola-
re, nonché le migliori associazioni di stabilizzanti
da utilizzare.
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Perugi

  • 1. 138 GIORN ITAL PSICOPAT 2005; 11: 138-150 ARTICOLO SPECIALE SPECIAL ARTICLE I cicli rapidi nel disturbo bipolare Rapid cycling in Bipolar Disorder Il disturbo bipolare ha morbilità e mortalità elevate; più della metà dei pazienti con episodio depressivo e più dell’80% di quelli con un episodio maniacale pre- senterà un nuovo episodio durante il decorso della malattia 1 . Questo rischio è ridotto dalla farmacotera- pia; in una rassegna della letteratura recente, la pro- babilità di ricorrenza è stata stimata in un range dal 10 al 30%, qualora i pazienti aderiscano ad un tratta- mento profilattico 2 . In alcuni pazienti il decorso del disturbo assume caratteristiche di elevata ciclicità G. PERUGI* ** G. RESTUCCIA* * Dipartimento di Psichiatria, NFB, Università di Pisa; ** Istituto di Scienze del Comportamento «G. De Lisio», Carrara-Pisa Key words Rapid cycling • Bipolar disorder • An- ticonvulsants • Atypical antipsychotics Summary Objectives To review current literature on rapid cycling bipolar disorder. Methods Pubmed search of the last 10 years publications with key words Rapid Cycling, Bipolar Disorder. Manual research for previous relevant papers and chapter of books. Results Rapid cycling (RC) is an evolution of bipolar disorder and is present when four or more episodes of mania, hypomania or major depression were identified during the last twelve months. Episodes are demarcated either by partial or full remis- sion for at least 2 months or a switch to an episode of opposite polarity. As concern length of cycles, RC can be divided into the classical type (between 3 days and 12 weeks), the ultra-rapid type (less than 3 days) and the ultra-ultra rapid or ultradian type (24 hours or less). Moreover, it is possible to distinguish between RC with early or late onset and between RC characterized by the pres- ence or absence of precipitating factors, such as pharmaceutical interventions or other factors. The ultradian type has been proposed as separate subtype due to its possibly specific epidemiological and clinical characteristics and the overlap with mixed states. Mixed states and severe mood instability are very common in youths and among drug abusers. On the contrary, classic RC is somehow rare in youths, unipolar depressives and in patients with drug abuse. 10-20% of bipolar patients develop RC; 70-90% of RC are women and they have a depressive onset after 40 years; the most frequent diagnosis is bipolarII. Hypothyroidism and the role of female sexual hormones have been suggested to explain the high preva- lence of women in RC. Modification of biological rhythms seems to play a role in the induction and the maintenance of RC, particularly sleep-wake manipula- tions, such as sleep deprivation, although the exact mechanism of such influences is still unknown. It has been hypothesized that antidepressants might induce (and maintain) RC. Tricyclics and older monoamine oxidase inhibitors probably do not differ in their risk of inducing switches. It is unclear whether selective serotonin reuptake inhibitors have a lower risk of switching than tricyclics. The use of anti- convulsants such as valproate and carbamazepine are of great importance in the prophylaxis and treatment of RC. Among the new anticonvulsants lamotrigine has been shown as the most promising. Atypical antipsychotics such as olanzapine will probably have an increasing role. ECT and levothiroxine are important options in treatment-resistant cases of RC. In many treatment-resistant cases drug combi- nations are utilized even though related empirical data are scarce. Conclusion Rapid cycling can be considered a not infrequent variant form of bipolar disor- ders. Ultrarapid and ultradian forms probably represent a distinct clinical and epidemiological group (probably placed on top of mixed states). Diagnosis and treatment for rapid cycling should be further refined to reduce the overall morbidity and mortality of patients with this stable course modifier. Correspondence: Dr. Giulio Perugi, Dipartimento di Psichiatria, via Ro- ma 67, 56100 Pisa, Italy Tel. + 39 050 835414 Fax + 39 050 21581 E-mail: gperugi@med.unipi.it
  • 2. con numerosi episodi di entrambe le polarità depres- sive ed espansive. Secondo la definizione classica proposta da Dunner e Fieve nel 1974, si può parlare di presentazione del di- sturbo bipolare a cicli rapidi (RC) quando sono pre- senti almeno quattro o più episodi di mania, ipoma- nia o depressione maggiore nell’ultimo anno 3 . Il me- desimo criterio, quattro o più episodi distinti di ma- nia, ipomania, depressione o stato misto negli ultimi 12 mesi, è utilizzato per la diagnosi di RC secondo il DSM-IV. Affinché gli episodi siano considerati sepa- rati, è necessario che sia presente un viraggio («swit- ch») in un episodio contropolare o un periodo di re- missione clinica parziale o totale di almeno due me- si; la remissione parziale è definita come la presenza di sintomi di un episodio depressivo maggiore o ma- niacale senza che siano soddisfatti tutti i criteri per la presenza del disturbo 4 . Nel DSM-IV, i RC sono considerati un decorso spe- cifico del disturbo dell’umore e non un sottotipo di- stinto della malattia 4 . Secondo la durata media del ciclo (per esempio il periodo che va dall’esordio di un episodio a quello di un nuovo episodio della stes- sa polarità) i RC possono essere distinti in: a) forma classica, la durata del ciclo va da tre giorni a 12 set- timane, con almeno quattro episodi l’anno; b) forma ultra-rapida, durata del ciclo fino a tre giorni; con quattro o più episodi al mese; c) forma ultra-ultra ra- pida o rapida ultradiana, la durata del ciclo è infe- riore a 24 ore 5 . Quest’ultima forma è stata proposta come un sottotipo separato 6 in quanto sembra pre- sentare caratteristiche epidemiologiche e cliniche specifiche. Inoltre le forme ultrarapida ed ultradiana sono difficilmente distinguibili da alcuni stati misti e da quadri bipolari ad esordio in età evolutiva o asso- ciati ad uso di sostanze che sono caratterizzati da grande instabilità dell’umore con marcata reattività ed oscillazioni continue. È verosimile che la distribu- zione delle varie forme nelle diverse casistiche stu- diate possa influire sui risultati delle ricerche clini- che, patogenetiche e sulla risposta ai trattamenti. I RC possono essere anche ulteriormente distinti in relazione alla presenza di fattori precipitanti e posso- no essere classificati come: a) spontanei o b) in rela- zione a fattori esterni come farmaci, abuso di sostan- ze, gravidanza e vari disturbi fisici e mentali 5 7 8 . I fattori esterni, tuttavia, possono essere più o meno fa- cilmente individuabili. Infine, per quanto riguarda l’età d’insorgenza, si possono distinguere: a) esordio molto precoce (< 20 anni), b) esordio precoce (< 30 anni) ed esordio tardivo (< 40 anni) 5 . Caratteristiche epidemiologiche e cliniche La prevalenza di RC tra i pazienti affetti da disturbo bipolare si aggira intorno al 10-20%; il 70-90% dei pazienti con RC è costituto da donne 9 10 . Alcuni stu- di non sono stati in grado di documentare la preva- lenza nel sesso femminile 11 , anche se una meta-ana- lisi delle ricerche condotte ha mostrato, su di un tota- le di 2.057 pazienti, una prevalenza delle donne (72% vs. 28%) con un rapporto di circa 3 a 1 10 . È verosi- mile che le differenze osservate siano riferibili a ca- sistiche con un numero elevato di forme ultrarapide o ultradiane, nelle quali il sesso maschile è più rappre- sentato. Ipotiroidismo, maggiore utilizzo di antide- pressivi e ruolo degli steroidi gonadici sono stati chiamati in causa come una possibile spiegazione della prevalenza maggiore di RC nelle donne 12 . I RC sono una condizione rara nei pazienti con de- corso unipolare del disturbo dell’umore e, qualora siano presenti, di solito si associano ad una storia familiare positiva per i disturbi bipolari 13 . Gli epi- sodi di solito non presentano una periodicità prede- terminata; le manifestazioni cliniche, infatti, inclu- dono un ampio spettro di situazioni dove ad un estremo si collocano casi con disturbo bipolare con caratteristiche classiche in cui il numero degli epi- sodi per anno è occasionalmente elevato e dall’altro i casi con un umore estremamente instabile, caratte- rizzati da rapidi viraggi da una polarità all’altra nel- l’arco di poche ore 14 . La maggior parte dei pazienti bipolari che presenta una fase del loro disturbo caratterizzata da RC, pre- senterà anche dei periodi liberi da essi 15-17 . La pro- gnosi relativamente al tempo totale trascorso in fase di malattia, pertanto, non sembra essere influenzata dalla presenza del pattern RC, nonostante che i pa- zienti i cui episodi sono caratterizzati da viraggi in fasi contropolari abbiano una prognosi peggiore ri- spetto a coloro la cui malattia è caratterizzata da in- tervalli liberi inter-episodici 18 19 . Gli individui con depressione maggiore, che presen- tano un temperamento ciclotimico premorboso, pre- sentano una considerevole vulnerabilità allo sviluppo di mania e soprattutto ipomania e sembrano presen- tare anche un rischio elevato per lo sviluppo di RC, soprattutto all’inizio della loro sintomatologia affet- tiva 20 21 . Gli individui con temperamento ipertimico, soprattutto di sesso femminile, presentano solitamen- te un esordio tardivo dei RC 22 . Come sopra riportato, ciclicità ultra-rapida ed ultra- diana sono caratteristiche peculiari del disturbo bipo- lare in età evolutiva. In uno studio recente, la durata degli episodi risultava molto breve nell’80% di 26 bambini e adolescenti bipolari di età compresa tra i 7 e 18 anni; l’età media di esordio era intorno agli otto anni e mezzo, mentre erano spesso riscontrati iperat- tività, stati misti, suicidi e caratteristiche psicotiche 23 . I RC, nella manifestazione ultra-rapida e ultradiana, rappresentavano il fenotipo più frequente anche in un’altra ricerca condotta su 60 bambini bipolari in età prepubere e nella prima adolescenza 23 . Infine, in 139 I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
  • 3. una casistica più ampia di 90 bambini ed adolescen- ti, di età tra i 5 ed i 17 anni, che soddisfacevano i cri- teri del DSM-IV per la diagnosi di disturbo bipolare I, la storia longitudinale era caratterizzata da una fre- quenza elevata di episodi (50%), con pochi intervalli liberi 24 . Il fatto che la variante ultradiana dei RC sia più co- mune tra i giovani bipolari I, con un rapporto ma- schi femmine di 1 a 1, sembra indicare una influen- za di fattori evolutivi nella loro patogenesi, poiché dopo il completamento dello sviluppo pediatrico, la prevalenza dei RC raggiunge quella dei soggetti bi- polari adulti 25 . Inoltre, in età adulta prevalgono le forme classiche, che sono tipiche del sesso femmi- nile con un disturbo bipolare II piuttosto che bipo- lare I 26 27 . Nei pazienti con RC la malattia abitualmente inizia con la depressione ed è seguita dalla mania e dall’eu- timia (D-M-E) 28 29 . In alcuni studi il pattern D-M-E si è dimostrato abbastanza costante durante il follow- up dei pazienti con RC 20 29 , mentre in altri studi que- sta modalità non è stata osservata 30-32 . In uno studio recente, che ha esaminato le caratteristiche cliniche e il decorso di pazienti bipolari in relazione agli episo- di depressivi seguiti da eutimia o mania, non sono state trovate differenze tra i due gruppi riguardante la lunghezza degli episodi depressivi e la loro predispo- sizione alla ciclicità 33 . Nella maggioranza degli studi, le casistiche di RC sono costituite prevalentemente da pazienti affetti da disturbo bipolare II con un esordio dopo 40 anni di tipo depressivo 30 31 34-36 . In queste forme classiche l’uso di sostanze e gli stati misti sono molto rari, gli episodi hanno una chiara demarcazione l’uno dal- l’altro e, indipendentemente dalla durata, che co- munque è quasi sempre compresa tra alcuni giorni e qualche settimana, sono separati da viraggi contro- polari o fasi di remissione. I risultati di due ricerche recenti sono in linea con queste osservazioni. In una casistica di 320 pazienti bipolari, quelli con episodi depressivi all’esordio della malattia avevano un ri- schio significativamente più elevato di RC; d’altra parte quelli che presentavano uno stato misto all’e- sordio mostravano più spesso un decorso cronico, con episodi misti prevalenti ed assenza di RC. In questa popolazione clinica, stati misti e RC sembra- vano rappresentare evoluzioni diverse del disturbo bipolare 35 . Nel secondo studio, condotto su 360 pa- zienti (218 BP I e 42 BP II) inseriti in un follow-up della durata di 13,3 anni, il rischio per lo sviluppo di RC (15,6% dei casi) era più elevato nei bipolari II (30,3%) che nei bipolari I (6,0%). I pazienti con RC mostravano più spesso ciclotimia premorbosa, primo episodio di tipo depressivo ed età di esordio più tardiva 34 . Per quanto riguarda altre caratteristiche cliniche, la rapida ciclicità è stata associata alla comorbidità con altri disturbi di asse I, soprattutto disturbi di ansia ed abuso di sostanze 37 . È poco chiaro se l’assunzione di alcool o droghe sia direttamente coinvolta nell’indu- zione di RC 38 . Un ruolo dell’uso di sostanze nella patogenesi dell’instabilità affettiva e della ciclicità ultradiana sembrano confermati dal fatto che entram- bi questi fenomeni sono legati al disturbo bipolare ad esordio giovanile ed al sesso maschile; comunque, i RC con disturbo di uso di sostanze non sono stati stu- diati adeguatamente. A questo proposito, Calabrese et al. hanno recentemente suggerito che l’associazio- ne tra RC e bipolari II di sesso femminile sia legata alla presentazione senza comorbidità. In uno studio su 110 pazienti con RC che avevano abusato recente- mente o erano dipendenti da alcool, cannabinoidi o cocaina (crack), la prevalenza maggiore era tra i bi- polari I di sesso maschile 38 39 . Patogenesi La maggior parte della ricerca si è focalizzata sul ruolo dell’ereditarietà, sull’influenza della funzione tiroidea, del ciclo riproduttivo e dei ritmi biologici e sociali così come sulla possibilità che i RC siano pro- vocati e mantenuti dall’impiego di trattamenti anti- depressivi. Interessante, per quanto ancora speculati- va, appare, infine, l’ipotesi del kindling. FAMILIARITÀ È stato osservato che una storia familiare positiva per disturbi dell’umore è più frequente nei pazienti bipolari con RC rispetto quelli senza questo tipo di evoluzione del disturbo 30 . Altre ricerche hanno mo- strato che i familiari di primo grado di pazienti con RC presentano più frequentemente un decorso omo- logo, alcolismo ed abuso di sostanze rispetto a fa- miliari di primo grado di bipolari senza RC. D’altro lato, altri studi non hanno riscontrato differenze nel- la storia familiare di pazienti con o senza RC ed hanno concluso che i pazienti con questo tipo di de- corso non presentano un’aggregazione familiare specifica 5 16 17 40 . Recentemente, sono stati studiati 110 pazienti senza e 55 pazienti con RC con tecniche di biologia mole- colare ed è stata dimostrata un’associazione tra que- sti ultimi ed una bassa attività dell’allele del gene per le catecol-o-metiltransferasi (COMT), localiz- zato sul cromosoma 22q11.2. I portatori dell’allele con bassa attività mostrerebbero un rischio aumen- tato di RC 41 . Questa associazione era stata anche osservata in 6 pazienti bipolari con cicli ultradiani, 5 dei quali erano omozigoti per la bassa attività del- l’allele 42 . Questi risultati sono da considerare preli- minari e sono necessarie ulteriori indagini per defi- nire meglio il ruolo che l’ereditarietà gioca nello sviluppo di RC. G. PERUGI, G. RESTUCCIA 140
  • 4. 141 I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE FUNZIONE TIROIDEA In pazienti con RC, sono stati osservati valori bassi di ormoni tiroidei o valori di TSH elevati, così come al- tre evidenze di ipofunzione tiroidea 43 44 . In particola- re, è stata riscontrata una frequenza di ipotiroidismo più elevata nelle donne con RC 45 , ma è stato anche ipotizzato che la maggiore prevalenza di donne tra i RC potrebbe aumentare la presenza di ipotiroidismo, senza che ci sia una reale associazione tra queste due condizioni 43 . Inoltre, i pazienti che assumono litio e terapia sostitutiva tiroidea sono maggiormente predi- sposti a sviluppare questo tipo di decorso 46 . Sulla ba- se di queste osservazioni, è stata avanzata l’ipotesi che l’ipotiroidismo rappresenti un fattore di rischio per lo sviluppo di RC 43 . Diversi studi, tuttavia, non sostengono una relazio- ne diretta tra RC ed alterazioni della funzione tiroi- dea 29 31 32 . In particolare, in uno studio NIMH, non sono state dimostrate importanti differenze nella presenza di ipotiroidismo nei pazienti bipolari con o senza RC (rispettivamente 47% vs. 37%) 29 . La mancanza di associazione tra ipotiroidismo e RC è stata recentemente riportata anche in altri studi 47 48 e non sono state osservate differenze significative dei valori di FT4 e FT3 e TSH in pazienti con e sen- za RC 4 . Infine, in uno studio su pazienti che assu- mevano terapia profilattica con litio, non è stata os- servata una prevalenza più elevata di RC tra le don- ne con un ipotiroidismo subclinico 49 , ed è stata an- che avanzata l’ipotesi che le disfunzioni tiroidee in pazienti RC siano un epifenomeno dovuto all’as- sunzione di litio 29 . In uno studio abbastanza recente, la presenza di anti- corpi antitiroperossidasi (TPO-Abs) in pazienti bipo- lari era associata con un’insufficienza tiroidea, ma non con RC; l’insufficienza tiroidea era stata anche osservata durante l’esposizione al litio, specialmente in presenza di TPO-Abs, ma non era comunque asso- ciata a RC, anche tenendo conto dell’impiego sosti- tutivo di ormone tiroideo 48 . D’altro lato, è possibile che l’ipotiroidismo sia da porre in relazione all’esor- dio dei RC i quali in seguito potrebbero avere un’e- voluzione autonoma, indipendentemente dal fatto che si mantenga l’ipotiroidismo o si venga a ripristi- nare uno stato eutiroideo 43 . L’osservazione di una frequenza elevata di disfunzioni tiroidee durante l’anno precedente l’esordio di RC è compatibile con questa ipotesi (Bauer et al., 1990). In aggiunta, è sta- ta riportata un’associazione tra sviluppo di TPO-Abs e storia di RC 30 . In conclusione, il rapporto tra ipotiroidismo e RC ri- mane poco chiaro; gli studi più vecchi hanno sugge- rito l’esistenza di una relazione tra queste due condi- zioni, che alcuni studi più recenti non sembrano con- fermare e perciò è stata proposta una sua rivalutazio- ne 47 . A questo proposito, va tenuto conto del fatto che nelle casistiche più recenti potrebbero essere in- clusi in misura maggiore pazienti con cicli ultra rapi- di ed ultradiani che potrebbero mascherare l’influen- za delle disfunzioni tiroidee. Queste ultime sembrano infatti più comuni nelle donne, bipolari II, sopra i 40 anni con decorso RC classico. CICLO RIPRODUTTIVO È stato osservato che le donne affette da disturbo bi- polare a RC presentano maggiormente sindrome pre- mestruale rispetto ai controlli. In aggiunta, questo ti- po di decorso è frequente nel periodo post-partum o durante la fase post-menopausale 22 50 , ed anche l’uti- lizzo della terapia estrogenica è stato messo in rela- zione con i RC 5 . Altri studi, in ogni modo, hanno concluso che i cicli maniaco-depressivi, nelle donne con e senza RC, sono indipendenti dal ciclo mestrua- le 30 ; anche la fase premenopausale e menopausale non sembra mostrare alcuna relazione con questo ti- po di decorso 29 . Uno studio prospettico su 25 pa- zienti bipolari con RC in fase pre-menopausale non ha messo in evidenza importanti influenze del ciclo mestruale sulle oscillazioni dell’umore 43 . In conclusione, anche se un qualche ruolo del ciclo riproduttivo nella genesi dei RC non può essere com- pletamente escluso, certamente non sembra essere uno dei fattori più importanti. RITMI BIOLOGICI E SOCIALI Alterazioni del ritmo sonno/veglia così come del rit- mo circadiano si associano di regola ai disturbi del- l’umore 51 52 . Alterazioni del profilo ipnico nei pa- zienti depressi o (ipo)maniacali non sono soltanto sintomi di malattia, ma sembrano avere significato patogenetico, poiché il sonno viene considerato dota- to di proprietà depressogene 53 , mentre la deprivazio- ne di sonno ha un effetto antidepressivo e può indur- re viraggi espansivi 52 . La relazione tra profilo ipnico e disturbo dell’umore è stata studiata per un periodo di 18 mesi in 11 bipo- lari con RC. Tra i parametri indagati, l’alterazione quantitativa del profilo ipnico e il risveglio precoce erano considerati fattori prognostici per lo sviluppo di mania ed ipomania nel giorno successivo 54 . Inol- tre, variazioni diurne dei viraggi sono state osservate in 15 pazienti con RC; il viraggio verso la polarità maniacale si realizzava preferibilmente durante il giorno, mentre quello verso la polarità depressiva du- rante la notte 55 . Anche le alterazioni del ritmo circadiano potrebbero favorire l’evoluzione verso la ciclicità rapida, come è stato riportato in un caso ad esordio improvviso di un ciclo di 48 ore instauratosi a seguito di un volo transatlantico 56 . Comunque, la relazione tra disturbo bipolare e ritmo circadiano è meno caratterizzata ri- spetto a quella esistente tra oscillazioni dell’umore ed alterazioni del ritmo sonno-veglia 57 . In studi con- dotti su animali, è stata osservato che la durata del
  • 5. sonno nel cambiamento di stagione è regolata da un pacemaker fotoperiodico, contenente due oscillatori di cui uno relativo al crepuscolo/notte (oscillatore serale) e l’altro relativo alla luce (oscillatore mattu- tino) 58 . I dati di studi effettuati sull’uomo sono con- cordi con quanto osservato negli animali 57 . La rego- lazione abnorme degli oscillatori, anche quando se- condaria ad alterazioni della tiroide, potrebbe svol- gere un ruolo importante nella patogenesi dei RC 45 . Secondo la teoria delle interazioni colinergiche/mo- noaminergiche, per la piena regolazione del sonno/veglia e della attività circadiana, lo squilibrio disfunzionale dei due sistemi avrebbe un ruolo nella patogenesi dei RC dopo l’utilizzo di antidepressivi 59 . Anche il sistema dopaminergico potrebbe essere coinvolto nel viraggio dell’umore, poiché è stato os- servato lo sviluppo dei RC dopo la somministrazione di L-dopa 60 . Per quanto riguarda il ritmo circadiano più lungo, un paziente bipolare con RC è stato osservato ogni setti- mana per un periodo di un anno per valutare se gli or- moni plasmatici e le catecolamine urinarie fossero in grado di predire gli episodi affettivi. È stato osserva- to che valori elevati di cortisolo nelle urine erano in relazione alla comparsa di umore depresso, mentre valori elevati di dopamina nelle urine con l’umore maniacale. La noradrenalina urinaria era associata al- la gravità dell’episodio in corso e la prolattina era di- minuita durante la fase depressiva 61 . Lo sconvolgimento del ritmo sociale è stato ben pro- posto come modello eziologico per lo sviluppo dell’e- pisodio depressivo negli individui che presentano una vulnerabilità genetica 62 . In pazienti bipolari con RC ci sono tre sintomi costantemente presenti durante l’epi- sodio depressivo, la facile affaticabilità, una riduzione delle attività lavorative e l’ipersonnia 63 , ciò supporta l’ipotesi che i RC possano essere un disturbo di ipe- rattivazione ed il suo management deve essere orien- tato verso la normalizzazione del livello funzionale del paziente 64 . La relazione tra ritmo sociale e disturbo dell’umore a cicli rapidi sembra esplicare un ruolo im- portante, poiché markers ridotti di livello funzionale quotidiano sono stati osservati nei pazienti rispetto ai controlli 65 . Inoltre, il tempo dedicato alle attività quo- tidiane mattutine è ritardato durante la fase depressiva, in confronto alle fasi (ipo)maniacali 65 . Tutto ciò so- stiene l’ipotesi che l’oscillatore della mattina, piutto- sto che quello serale è coinvolto nella patogenesi del disturbo bipolare a RC 64 66 . ANTIDEPRESSIVI Secondo alcuni Autori la prevalenza dei RC sarebbe drammaticamente aumentata dopo l’introduzione e l’utilizzo di farmaci antidepressivi 22 . È stato, infatti, osservato come questi farmaci abbiano la capacità potenziale di indurre viraggi maniacali 20 35 68 . Le don- ne sembrano avere un rischio più elevato per lo svi- luppo di mania indotta da antidepressivi 64 , mentre la storia personale di un episodio maniacale rappresen- ta il predittore più importante per l’induzione di vi- raggi 69 . I farmaci antidepressivi potrebbero provocare e man- tenere i RC nei pazienti bipolari 70 , verosimilmente attraverso l’aumento di biodisponibilità di catecola- mine a livello sinaptico 27 71 . Ghaemi et al. riportano un rischio pari a 48,8% di viraggio maniacale duran- te il trattamento con antidepressivi nei pazienti bipo- lari, una terapia stabilizzante in associazione a quel- la antidepressiva riduceva marcatamente questo ri- schio (31,6% contro 84,2%). Ci sono ormai molte evidenze cliniche che depongono per un rapporto ri- schio/beneficio sfavorevole sull’impiego di antide- pressivi nei bipolari, infatti questi ultimi, non solo hanno un rischio elevato di indurre mania durante la loro somministrazione, ma anche durante la loro so- spensione, soprattutto se brusca. Altri studi hanno ri- portato un peggioramento del decorso del disturbo bipolare, che si riflette in una peggiore risposta pro- filattica al litio 72 ed in un aumento della frequenza e del numero di cicli 73 . È stato suggerito anche che l’induzione di RC da an- tidepressivi sia dovuta soprattutto a farmaci ad azione noradrenergica (desipramina) e in misura minore a farmaci ad azione serotoninergica 74 , mentre non è stata osservata alcuna differenza tra antidepressivi tri- ciclici (TCA) e MAOIs 75 76 . Per quanto riguarda i RI- MA (moclobemide), è stato riportato un basso rischio di induzione di switch 77 . I farmaci inibitori specifici del reuptake della serotonina (SSRI) sembrano pre- sentare un rischio minore rispetto ai TCA di provoca- re viraggi contropolari 78-80 , ma in alcuni studi non so- no state osservate chiare differenze in proposito 32 e ci sono difficoltà per il raggiungimento di conclusioni solide. Il Bupropione si è rivelato dotato di un basso profilo attivante viraggi espansivi in un solo studio su una casistica limitata di 19 pazienti bipolari 81 . Lo sviluppo di RC si realizza più verosimilmente du- rante il primo anno dopo l’assunzione di antidepres- sivi 64 67 . È possibile che i RC siano provocati dall’u- tilizzo di antidepressivi e mantenuti dalla continua- zione della loro assunzione, oppure potrebbero avere un’evoluzione indipendente anche dopo la loro so- spensione, come sembra suggerire uno studio nel quale, al momento dell’esordio dei RC, il 73% dei pazienti assumeva antidepressivi, mentre il manteni- mento dei RC era in relazione all’utilizzo di antide- pressivi solo nel 51% dei casi 29 . D’altra parte, alcu- ni studi suggeriscono che l’utilizzo di antidepressivi in molti casi non sembra responsabile di viraggi espansivi o induzione di RC 82 , ma che questi feno- meni compaiono in pazienti che avrebbero presenta- to comunque questa modalità evolutiva 31 79 . Visto che molti casi di RC risultano comunque colle- gati al trattamento con antidepressivi, bisognerebbe G. PERUGI, G. RESTUCCIA 142
  • 6. limitare il loro impiego solo a casi selezionati; per- tanto se la depressione è lieve e non c’è alcun rischio di suicidio si può continuare con la sola terapia stabi- lizzante, attendendo la risoluzione spontanea dell’epi- sodio. Qualora sia indispensabile ricorrere ad un anti- depressivo, sarebbe opportuno che fossero impiegati dosaggi bassi per periodi limitati di tempo, e dovreb- bero essere utilizzati composti con un rischio minore di indurre viraggi, per arrivare solo in ultima ratio ad utilizzare molecole con un rischio elevato di indurre switch maniacali come i triciclici (TCA) 27 ed inter- romperne la somministrazione non appena possibile. ALTRI FARMACI Gli antipsicotici tipici utilizzati per il trattamento del- la mania possono essere responsabili di depressione 83 e il loro utilizzo cronico appare aumentare il rischio di depressioni ricorrenti 84 , ma non sembrano agire come trigger e, quindi, non potrebbero essere in grado di slatentizzare, precipitare o, addirittura, causare RC. Gli antipsicotici atipici non sembrano indurre RC, questi farmaci posseggono un effetto stabilizzante del- l’umore, sono ampiamente utilizzati come augmenta- tion nella terapia della depressione resistente e nel trat- tamento profilattico a lungo termine delle forme che non rispondono ai soli stabilizzatori 75 85 86 . Per quanto riguarda gli stabilizzanti dell’umore, vec- chi e nuovi, in vari studi a doppio cieco ed in studi case report non ci sono evidenze che il loro utilizzo possa causare RC 69 . Anche l’impiego a lungo termi- ne di sali di litio, con l’induzione di ipotiroidismo ia- trogeno non sembra associarsi in misura significativa all’induzione di ciclicità rapida. L’IPOTESI DEL «KINDLING» Molti fattori ambientali sembrano associarsi all’esor- dio del disturbo dell’umore 87 . Gli stressors psicoso- ciali giocherebbero un ruolo rilevante nelle fasi ini- ziali della malattia e negli episodi iniziali, mentre sembrerebbero svolgere un ruolo minore nello svi- luppo degli episodi successivi durante il decorso na- turale del disturbo. Eventi di separazione nell’infan- zia, eventi di uscita ed induttori di bassa autostima 88 , attraverso una facilitazione di meccanismi neurobio- logici a livello limbico-diencefalico, potrebbero ren- dere più vulnerabili gli individui predisposti ad even- ti che si verificano in epoche successive. I nuovi epi- sodi potrebbero essere scatenati anche in presenza di stress di lieve entità fino allo sviluppo di una ciclicità «spontanea», sganciata da eventi esterni 89 . Basandosi su queste osservazioni, sembra che un sot- togruppo di pazienti divenga più vulnerabile, o «sen- sibile» alla ricorrenza degli episodi affettivi; inoltre i sintomi presenti durante e tra gli episodi producono un effetto «Kindling» o di «sensibilizzazione», per- ciò la presenza di queste ultime caratteristiche con- duce progressivamente ad una soglia più bassa per l’instaurarsi di nuovi episodi. Secondo la teoria pro- posta da Post 89 90 , i processi biochimici e fisiologici coinvolti nel disturbo divengono progressivamente trigger per l’instaurarsi di episodi affettivi in manie- ra spontanea ed autonoma. L’esperienza di un episo- dio affettivo 4 e le sue alterazioni a livello di neuro- trasmettitori e di peptidi, lascia tracce mnemoniche che predispongono ad ulteriori episodi. La «memoria» neurobiologica per la vulnerabilità agli stress potrebbe rappresentare un marker perenne per l’individuo 89 . Gli stressor psicosociali, in deter- minate circostanze, potrebbero essere responsabili di alterazioni permanenti nella modulazione dell’e- spressione genica, pertanto rimangono memorizzati elementi di vulnerabilità che predispongono al ripe- tersi della malattia affettiva 89 . L’ipotesi di sensitization-conditioning suggerisce che i componenti simbolici di triggers precedenti ad una risposta depressiva potrebbero essere codificati o condizionati per cui sono capaci di provocare depres- sione in assenza di stimoli condizionati; per esempio «vero» stress o un evento di perdita. I cicli rapidi potrebbero essere considerati il risultato degli effetti del fenomeno del Kindling, come frutto di una graduale e progressiva riduzione della lun- ghezza del ciclo. Attualmente la frequenza della ri- correnza e i RC aumentano non solo con l’età, ma an- che in funzione del numero di episodi precedenti, ciò sta ad indicare che, la malattia evolve con una certa ritmicità e spontaneità, indipendentemente dalla pre- senza di life events nei pazienti che hanno sviluppa- to rapidità dei cicli 91 92 . Dall’altro canto, in ogni modo, non è stato osservata una riduzione della lunghezza del ciclo in uno studio di follow-up durato 7 anni 93 ; perciò, il ruolo del Kind- ling o dei comportamenti di sensibilizzazione nell’e- ziologia dei cicli maniaco-depressivi rimane una teo- ria che ad oggi non è supportata da dati empirici. Conseguentemente, a fronte del suo valore scientifi- co, l’ipotesi dovrebbe essere vista come un tentativo per raccogliere elementi ulteriori che depongano a suo favore. Trattamento L’impiego di composti stabilizzanti in tutte le fasi del disturbo bipolare è da considerare un dato acquisito e riportato in tutte le linee guida internazionali. Gli obiettivi centrali del trattamento sono, oltre alla riso- luzione dell’episodio ed alla prevenzione delle ricor- renze, anche quello di ridurre la frequenza dei cicli e l’instabilità dell’umore. Un primo intervento per trattare le forme a RC con- siste nel valutare e trattare le condizioni mediche pre- disponenti che possono contribuire questo tipo di evoluzione quali, ad esempio, l’impiego di antide- 143 I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
  • 7. pressivi, l’ipotiroidismo e l’uso di sostanze o di al- cool. La raccolta anamnestica accurata deve fornire informazioni utili per identificare un’eventuale cor- relazione tra uso di farmaci e RC. In particolare, l’u- tilizzo di antidepressivi può risultare un fattore de- stabilizzante in molti pazienti con depressione bipo- lare e può essere responsabile di viraggi ipomaniaca- li e maniacali, dell’induzione di stati misti e dell’ac- celerazione dei cicli con sviluppo di RC 94 . Per le ra- gioni sopra esposte, gli stabilizzanti dell’umore ven- gono considerati come prima scelta nella depressione bipolare, con l’aggiunta di antidepressivi nelle forme più gravi e di antipsicotici, soprattutto atipici, in quelle con sintomi psicotici o gravi condotte aggres- sive ed impulsive. SALI DI LITIO Le forme a RC sembrano risponde meno favorevol- mente al litio 50 . Nello studio nel quale, inizialmente, Dunner e Lieve identificarono e definirono i RC, l’82% dei pazienti con questo tipo di decorso non avevano risposto alla terapia con litio a confronto del 41% dei pazienti non RC. Nonostante la frequenza elevata di insuccessi terapeutici, alcuni pazienti ave- vano presentato, tuttavia, un periodo di benessere maggiore con allungamento del ciclo. Da allora, nu- merosi studi hanno messo in evidenza un’efficacia minore dei sali di litio nei RC e negli stati misti 76 84 anche se, alcuni Autori 46 , hanno riportato una rispo- sta adeguata anche in questo tipo di pazienti. Koukopoulos et al. 67 hanno osservato che, tra i pa- zienti che mostrano una scarsa risposta al litio, è più comune la presenza di cicli depressione-mania-inter- vallo libero (DMI). Questo tipo di andamento del ci- clo è più comune tra i pazienti con RC. A questo pro- posito, Faedda et al. 95 hanno condotto una meta-ana- lisi dei risultati di cinque studi e la loro conclusione sostiene la scarsa risposta ai sali di litio nei pazienti con DMI. Essi osservarono anche che i bipolari II sembravano presentare più spesso una risposta favo- revole rispetto ai bipolari I (49,3% vs. 37,6%), e che, almeno in una minoranza di casi, la sospensione de- gli antidepressivi era in grado di migliorare la rispo- sta ai sali di litio nei pazienti con RC. VALPROATO Il Valproato (VPA) ha rivelato una efficacia sulla ma- nia euforica analoga al litio, inoltre è risultato più ef- ficace nel trattamento dei RC 78 . I dati disponibili sul trattamento della depressione bipolare con VPA in monoterapia sono, invece, limitati e la sua azione an- tidepressiva è da considerarsi modesta. In una rasse- gna della letteratura 96 97 , hanno concluso che il val- proato ha un effetto antimaniacale acuto marcato ed un effetto antidepressivo limitato. Tra i predittori di risposta favorevole al VPA sono stati riportati il disturbo bipolare II, lo stato misto, l’assenza di assunzione di litio precedente, una storia familiare positiva per disturbi dell’umore. Il VPA sembra mostrare una azione favorevole anche in quei pazienti con ciclicità ultrapida ed ultradiana dove è presente una notevole instabilità affettiva ed una cer- ta resistenza ai sali di litio. CARBAMAZEPINA Secondo alcuni studi la carbamazepina (CBZ) presen- terebbe un buon profilo di efficacia nei RC 98 . Questi ultimi assieme a stati misti, condizioni neurologiche associate, ritardo mentale, storia di traumi cranici, pre- senza di alterazioni EEGrafiche, familiarità negativa per disturbi dell’umore sono stati riconosciuti come predittori di risposta favorevole alla CBZ ed insuffi- ciente al litio. Secondo Joffe 99 i pazienti con RC po- trebbero trarre beneficio dalla combinazione di litio e carbamazepina. Altri Autori hanno riportato dati simi- li circa la necessità di combinare la carbamazepina con il litio 100 . Esistono comunque anche osservazioni nel- le quali è riportata una scarsa efficacia della CBZ nel trattamento della rapida ciclicità 101 . NUOVI ANTIEPILETTICI I nuovi antiepilettici sembrano rappresentare degli strumenti promettenti per il trattamento del disturbo bipolare, nei casi in cui siano presenti episodi de- pressivi resistenti agli stabilizzanti classici, stati mi- sti e RC. Questi farmaci potrebbero, inoltre, svolgere un ruolo importante in molti casi di comorbidità con disturbi d’ansia, abuso di alcool/sostanze e disturbi della condotta alimentare. Il profilo maggiore di tol- lerabilità e di sicurezza di questi nuovi composti ci consente, infine, il loro utilizzo anche in popolazioni speciali come bambini, adolescenti ed anziani. Nonostante gli studi in aperto siano tutti concordi nell’affermare l’efficacia della gabapentina (GBP) nei disturbi dello spettro bipolare, i risultati delle prove cliniche controllate, sono negativi. In uno stu- dio di confronto in cross-over fra GBP, LTG e place- bo 102 condotto su pazienti bipolari resistenti, tra i quali molti presentavano RC, la LTG risultava supe- riore sia al placebo che al GBP. In una sperimenta- zione controllata con placebo, in doppio cieco, con- dotta su di un piccolo campione di pazienti con Di- sturbo Bipolare resistente (n = 18), Guille et al. non hanno trovato differenze statisticamente significative fra i due gruppi in relazione alla sintomatologia ma- niacale, tuttavia, quella depressiva, è risultata signifi- cativamente migliorata con GBP. Recentemente, Pe- rugi et al. 103 hanno valutato i predittori di risposta a GBP, impiegata in aperto come terapia aggiuntiva in 43 pazienti con disturbo bipolare I (DSM-III-R) resi- stente. Il farmaco era somministrato in combinazione ad altri stabilizzanti, benzodiazepine, antidepressivi o neurolettici, per un periodo di 8 settimane ed a do- saggi compresi fra 600 e 2.400 mg/die. Predittori di G. PERUGI, G. RESTUCCIA 144
  • 8. risposta favorevole sono risultati la presenza in co- morbidità di fobia sociale, disturbo da panico ed abu- so di alcol. Nei pazienti bipolari con comorbidità con disturbi d’ansia o da uso di sostanze può essere van- taggioso aggiungere un secondo stabilizzante allo scopo di ottimizzare la risposta terapeutica. In questi casi il GBP sembra offrire interessanti prospettive, sia per quanto riguarda la tollerabilità che un possi- bile meccanismo di azione sinergico a quello di altri antiepilettici o del litio. Pertanto GBP continua ad es- sere utilizzato in alcuni pazienti bipolari generalmen- te come terapia aggiuntiva. Tra i nuovi antiepilettici, la lamotrigina (LTG) sem- bra mostrare una efficacia specifica nel trattamento della depressione bipolare. In uno studio 104 in doppio cieco, della durata di 7 settimane, condotto su 195 pazienti bipolari in fase depressiva, è stata dimostra- ta l’efficacia di LTG a dosi di 50 mg e di 200 mg/die rispetto al placebo. Secondo i punteggi del CGI, il 48% dei pazienti che assumevano 50 mg/die ed il 56% di quelli trattati con 200 mg/die di LTG riporta- vano una remissione clinica, contro il 29% dei pa- zienti che avevano assunto placebo 104 . Successiva- mente, in un altro studio in doppio cieco 105 , lamotri- gina (n = 103) è stata confrontata con placebo (n = 103) in pazienti depressi bipolari I e II. Il farmaco at- tivo risultava significativamente efficace nei bipolari I e non nei bipolari II; tuttavia nell’interpretare i ri- sultati di questo studio è importante tenere conto del fatto che il placebo mostrava una risposta del 49%. Questa elevata risposta al placebo complicava l’in- terpretazione dei risultati e rendeva difficile l’eviden- ziazione di una efficacia differenziale di LTG. In en- trambi questi studi, LTG non mostrava una associa- zione significativa con viraggi ipomaniacali o mania- cali, né propensione per l’induzione di RC. L’efficacia di LTG nella terapia di mantenimento nei pazienti con disturbo bipolare a RC è stata valutata nello studio in doppio cieco sopra riportato, nel qua- le sono stati confrontati LTG, GBP e placebo 104 . La maggior parte dei pazienti (23 su 31) presentavano una forma a RC, lo studio prevedeva la somministra- zione di LTG, GBP o placebo in monoterapia, i risul- tati hanno mostrato un miglioramento globale alla GGI (moderato o marcato) nel 52% dei casi trattati con LTG, nel 26% di quelli con GBP e nel 23% con placebo. Anche per quanto riguarda la prevenzione delle ricadute, LTG è risultata efficace nell’allungare l’intervallo di tempo tra gli episodi depressivi, meno consistenti invece sono i risultati relativi all’efficacia del farmaco nel ritardare la comparsa degli episodi maniacali, ipomaniacali o misti 106 . Esistono, infine, dati interessanti anche sull’efficacia della LTG nel trattamento di pazienti con disturbo bipolare tipo II a RC 107 . Verosimilmente utile nel trattamento della mania acuta e nella prevenzione della mania 108 , il topira- mato sembra meno efficace nel trattamento delle de- pressioni acute e nella prevenzione delle depressioni bipolari; non esistono studi controllati sul suo impie- go nella profilassi a lungo termine di episodi depres- sivi o maniacali. Il farmaco è considerato, da alcuni, utile come terapia aggiuntiva in pazienti bipolari con aumento del peso e problemi di obesità iatrogena e nei casi in comorbidità con bulimia nervosa e distur- bi del controllo degli impulsi. L-TIROXINA Sebbene il ruolo dell’ipotiroidismo nello sviluppo dei RC non sia ancora definito chiaramente, l’aggiunta di L-tiroxina, indipendentemente dalla presenza di una disfunzione tiroidea sembra migliorare la capacità profilattica dell’associazione litio ed anticonvulsivan- ti. Alcuni ricercatori hanno documentato la risposta positiva alla L-tiroxina di pazienti RC 109-111 alle dosi di 0,5 mg/die. Esistono tuttavia anche osservazioni negative con questo tipo di trattamento 45 . Nonostante i dati al momento siano contraddittori, la maggior parte delle esperienze cliniche riportate è concorde nel sostenere che in alcuni pazienti con RC, soprattutto quando questo tipo di decorso è insorto in seguito alla perdita di efficacia del litio, si possono trarre dei vantaggi terapeutici dall’introduzione come potenziamento di una terapia sostitutiva tiroidea. Questa strategia terapeutica dovrebbe essere impie- gata anche in pazienti con funzione tiroidea normale, in quanto la risposta favorevole non è stata messa in relazione alla comparsa di alterazioni della funzione tiroidea spontanee o indotte da litio. Il potenziamen- to con ormone tiroideo sembra essere più efficace nel sesso femminile rispetto a quello maschile. ANTIPSICOTICI Gli antipsicotici sono ampiamente utilizzati nel trat- tamento a breve e lungo termine di pazienti bipolari soprattutto nelle forme più gravi o in quelle con sin- tomi psicotici. È ormai ampiamente riconosciuto che, nei pazienti bipolari, i neurolettici tipici favoriscono e prolungano le fasi depressive, si associano spesso a gravi effetti extrapiramidali e ad un rischio elevato di discinesie tardive. Sotto questi aspetti gli antipsicoti- ci atipici si sono dimostrati parimenti efficaci ma me- glio tollerati dei neurolettici tipici. Per quanto riguar- da l’efficacia nei RC i dati disponibili non sono nu- merosi, sono stati riportati comunque dati in favore dell’utilità di clozapina 112-114 ed olanzapina; tali com- posti, non solo si associano ad un ridotto rischio di discinesie tardive, ma sarebbero dotati di proprietà stabilizzanti. In un report 112 la clozapina ha ridotto la frequenza, durata e gravità degli episodi in due pa- zienti bipolari con RC, che precedentemente non avevano ottenuto alcuna risposta con l’utilizzo dei neurolettici tipici in associazione ad altri farmaci. L’olanzapina è stata studiata anche nel trattamento di 145 I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE
  • 9. pazienti bipolari in fase depressiva. Due prove clini- che sono risultate indicative di una buona efficacia antidepressiva del composto, sia in monoterapia che in associazione a fluoxetina. Shelton et al. 115 hanno condotto uno studio in doppio cieco con 28 pazienti con diagnosi di depressione ricorrente, unipolare, re- sistente ai trattamenti, senza sintomi psicotici. La re- sistenza era definita con la mancata risposta ad alme- no 2 cicli di trattamento precedenti con antidepressivi di classi diverse a dosi adeguate. I soggetti erano as- segnati in maniera randomizzata a tre gruppi: olanza- pina più placebo, fluoxetina più placebo o olanzapina più fluoxetina. La monoterapia con olanzapina produ- ceva solo miglioramenti modesti nei punteggi di gra- vità della depressione, quando associata a fluoxetina, invece, produceva un miglioramento significativa- mente superiore rispetto ad entrambi i farmaci utiliz- zati in monoterapia. Più recentemente Tohen et al. 116 hanno riportato i risultati di uno studio multicentrico su di un campione vasto di pazienti bipolari trattati con olanzapina monoterapia (n = 370), olanzapina più fluoxetina (n = 86) e placebo (n = 377). Il composto attivo sia in monoterapia, che soprattutto in associa- zione con fluoxetina, risultava più efficace del place- bo. Le percentuali di risposta erano del 48,2% per olanzapina in monoterapia, del 64,8% per olanzapina più fluoxetina e del 36,1% per il placebo; complessi- vamente questi risultati indicavano un’efficacia, al- meno parziale, di olanzapina sulla depressione bipo- lare. Da questi studi non emergevano differenze di efficacia tra RC e non RC. CALCIO ANTAGONISTI I bloccanti dei canali al calcio come la nimodipina e la nifedipina possiedono un’alta lipofilia 117 ed alcuni dati clinici suggeriscono un possibile effetto antima- niacale di questi composti, soprattutto negli individui che rispondono al litio, ma che non possono tollerar- lo. L’efficacia di questi agenti nel trattamento dei di- sturbi bipolari a RC al momento è poco convincente. Kilzieh et al. 118 non hanno riscontrato effetti favore- voli con verapamil e nifedipina in pazienti con RC. Uno studio 119 controllato preliminare, invece, ha evi- denziato l’utilità della nimodipina negli RC. In que- sto report, tuttavia, i pazienti che rispondevano me- glio erano quelli con cicli ultrarapidi e marcata insta- bilità; ovvero pazienti con episodi affettivi della du- rata inferiore ad una settimana. TERAPIA ELETTROCONVULSIVANTE La terapia elettroconvulsivante (TEC) è usata general- mente nei pazienti bipolari in fase maniacale o depres- siva acute, quando gli strumenti farmacologici non so- no stati efficaci oppure ben tollerati, in particolar mo- do nei pazienti anziani che, a causa degli effetti colla- terali, non sopportano altre terapie. La TEC risulta molto utile in caso in cui è presente un rischio elevato ed immediato di suicidio, per cui non è possibile at- tuare provvedimenti terapeutici che potrebbero aiutare il paziente in tempi abbastanza rapidi. L’Expert Con- sensus considera l’ECT un valido presidio terapeutico nei casi di RC caratterizzati dalla presenza di episodi depressivi resistenti alla farmacoterapia. Alcuni dati 120 indicano che, in caso di fallimento degli interventi di profilassi farmacologica, è ancora possibile ottenere la stabilizzazione dell’umore ricorrendo, come cura di mantenimento, alla terapia elettroconvulsivante. Sono stati descritti casi di rapida ciclicità resistente a tratta- menti farmacologici in cui la TEC ha dimostrato una notevole efficacia sia nella fase acuta che di manteni- mento 60 121 . Molte evidenze cliniche indicano che nei casi non complicati di depressione maggiore grave, la TEC produce un miglioramento sostanziale in almeno 80 pazienti depressi su 100, migliorando il loro decor- so, rispetto agli antidepressivi 122 . Conclusioni Il decorso classico a RC del disturbo bipolare è più comune nel sesso femminile, dopo 40 anni di età, in pazienti affetti da disturbo bipolare II, con decorso di tipo DMI e con aspetti temperamentali ipertimici o ciclotimici. Le forme ultrarapide ed ultradiane rap- presentano verosimilmente un sottogruppo distinto dal punto di vista epidemiologico e clinico, più col- legato alla presenza di stati misti e di grande instabi- lità affettiva. Queste forme sono più comuni nei gio- vani e nei pazienti che abusano di alcol o sostanze. Non esistono evidenze che i RC rappresentino una diagnosi distinta; perciò possono essere considerati una variante del decorso del disturbo bipolare. Gli studi sulla patogenesi dei RC non sono giunti ad una posizione univoca. Una serie di fattori sono stati associati allo sviluppo ed al mantenimento di questo tipo di decorso: una probabile disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, alterazioni degli ormoni del ciclo femminile, modificazioni dei ritmi biologi- ci, fenomeni di Kindling e la farmacoterapia con an- tidepressivi. Alcuni di questi fattori probabilmente interagiscono sinergicamente tra di loro e conducono all’instaurazione ed al mantenimento dei RC. La diagnosi appropriata ed il trattamento adeguato della depressione bipolare sono elementi cruciali per la profilassi dei RC. Gli antidepressivi si sono rivela- ti, infatti, un fattore importante nell’induzione di vi- raggi espansivi, RC e resistenza ai trattamenti. Non ci sono evidenze che privilegino l’utilizzo di una classe di antidepressivi rispetto ad altre e questi far- maci dovrebbero essere utilizzati con cautela nei pa- zienti bipolari. Come per altre forme bipolari il trattamento farmaco- logico dei RC si fonda sull’impiego di stabilizzanti dell’umore. In particolare, gli anticonvulsivanti come G. PERUGI, G. RESTUCCIA 146
  • 10. 147 I CICLI RAPIDI NEL DISTURBO BIPOLARE il valproato e la carbamazepina si sono rivelati più ef- ficaci del litio in alcuni studi 9 123 . Tra i nuovi antiepi- lettici la lamotrigina potrebbe assumere un’importan- te posizione nel trattamento del disturbo bipolare a RC, come pure l’impiego degli antipsicotici atipici come l’olanzapina che ha rivelato proprietà stabiliz- zanti in diversi studi controllati 116 124 . Gli antipsicoti- ci atipici molto probabilmente in futuro avranno un ruolo maggiore nella profilassi dei RC. Infine la tera- pia aggiuntiva con L-Tiroxina e la TEC sono opzioni terapeutiche importanti nei casi resistenti. Nei casi in cui il primo farmaco stabilizzante risul- ti parzialmente efficace può essere utile aggiunge- re altri stabilizzanti. Nella pratica clinica i RC so- no trattati spesso con l’associazione di diversi far- maci, anche se non esistono ricerche sistematiche che supportino questa modalità di intervento. Il ra- zionale di questa strategia terapeutica è quella di ottenere un ulteriore beneficio e di massimizzare l’effetto terapeutico aggiungendo un farmaco che agisca su sistemi neurotrasmettitoriali differenti. Sono necessarie, tuttavia, ricerche cliniche specifi- che per delineare i dosaggi, la sequenza ottimale d’utilizzazione nelle varie fasi del disturbo bipola- re, nonché le migliori associazioni di stabilizzanti da utilizzare. Bibliografia 1 NIMH/NIH Consensus Development Conference State- ment. Mood disorders, pharmacologic prevention of recur- rences. Am J Psychiatry 1985;142:469-76. 2 Hirschfeld RMA. Clinical importance of long-term antide- pressant treatment. Br J Psychiatry 2001;179(Suppl 42):4- 8. 3 Dunner DC, Fieve RR. Clinical factors in lithium carbona- te prophylaxis failure. Arch Gen Psychiatry 1974;30:229- 33. 4 APA. Diagnostic and statistical manual of mental disor- ders, 4th revision (DSM-IV). American Psychiatric Press 1994. 5 Alarcon RD. 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  • 11. G. PERUGI, G. RESTUCCIA 148 29 Wehr TA, Sack DA, Rosenthal NE, Cowdry RW. Rapid cy- cling affective disorder: contributing factors and treatment responses in 51 patients. Am J Psychiatry 1988;145:179-84. 30 Bauer MS, Calabrese J, Dunner DL, Post R, Whybrow PC, Gyulai L, et al. Multisite data reanalysis of the validity of rapid cycling as a course modifier for bipolar disorder in DSM-IV. Am J Psychiatry 1994;151:506-15. 31 Coryell W, Endicott J, Keller M. Rapidly cycling affective disorder: demographics, diagnosis, family history and course. Arch Gen Psychiatry 1992;49:126-31. 32 Maj M, Magliano L, Pirozzi R, Marasco C, Guarneri M. Va- lidity of rapid cycling as a course specifier for bipolar di- sorder. Am J Psychiatry 1994;151:1015-9. 33 Gitlin M, Boerlin H, Fairbanks L, Hammen C. The effect of previous mood states on switch rates: a naturalistic study. Bipolar Disord 2003;5:150-2. 34 Baldessarini LU, Tondo L, Floris G, Hennen J. 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  • 13. G. PERUGI, G. RESTUCCIA 150 J Clin Psychopharmacol 2000;20:607-14. 103 Perugi G, Toni C, Frare F, Ruffolo G, Moretti L, Torti C, et al. Effectiveness of adjunctive gabapentin in resistant bipo- lar disorder: is it due to anxious-alcohol abuse comorbi- dity? J Clin Psychopharmacol 2002;22:584-91. 104 Calabrese JR, Bowden CL, Sachs GS, Ascher JA, Mona- ghan E, Rudd GD. A double-blind placebo-controlled study of lamotrigine monotherapy in outpatients with bipolar I depression. Lamictal 602 Study Group. J Clin Psychiatry 1999;60:79-88. 105 Bowden CL. Novel treatments for bipolar disorder. Expert Opin Investig Drugs 2001;10:1205. 106 Calabrese JR, Bowden CL, Sachs G, Yatham LN, Behnke K, Mehtonen OP, et al.; Lamictal 605 Study Group. A pla- cebo-controlled 18-month trial of lamotrigine and lithium maintenance treatment in recently depressed patients with bipolar I disorder. J Clin Psychiatry 2003;64:1013-24. 107 Bowden CL, Calabrese JR, McElroy SL, Rhodes LJ, Keck PE Jr, Cookson J, et al. The efficacy of lamotrigine in rapid cycling and non-rapid cycling patients with bipolar disor- der. Biol Psychiatry 1999;45:953-8. 108 Erfurth A, Kuhn G. Topiramate monotherapy in the mainte- nance treatment of bipolar I disorder: effects on mood, wei- ght and serum lipids. Neuropsychobiology 2000;42(Suppl 1):50-1. 109 Bauer MS, Whybrow PC. Rapid cycling bipolar affective disorder. II. Treatment of refractory rapid cycling with hi- gh-dose levothyroxine: a preliminary study. Arch Gen Psy- chiatry 1990;47:435-40. 110 Stancer HC, Persad E. Treatment of intractable rapid-cy- cling manic-depressive disorder with levothyroxine. Clini- cal observations. Arch Gen Psychiatry 1982;39:311-2. 111 O’Shanick GJ, Ellinwood EH. Persistent elevation of thy- roid-stimulating hormone in women with bipolar affective disorder. Am J Psychiatry 1982;139:513-4. 112 Calabrese JR, Meltzer HY, Markovitz PJ. Clozapine prophylaxis in rapid cycling bipolar disorder. J Clin Psy- chopharmacol 1991;11:396-7. 113 Suppes T, Phillips KA, Judd CR. Clozapine treatment of nonpsychotic rapid cycling bipolar disorder: a report of three cases. Biol Psychiatry 1994;36:338-40. 114 Novac A. Atypical antipsychotics as enhancement therapy in rapid cycling mood states: a case study. Ann Clin Psy- chiatry 1998;10:107-11. 115 Shelton RC, Tollefson GD, Tohen M, Stahl S, Gannon KS, Jacobs TG, et al. A novel augmentation strategy for treating resistant major depression. Am J Psychiatry 2001;158:131- 4. 116 Tohen M, Chengappa KN, Suppes T, Zarate CA Jr, Cala- brese JR, Bowden CL, et al. Efficacy of olanzapine in com- bination with valproate or lithium in the treatment of mania in patients partially nonresponsive to valproate or lithium monotherapy. Arch Gen Psychiatry 2002;59:62-9. 117 Brunet G, Cerlich B, Robert P, Dumas S, Souetre E, Dar- court G. Open trial of a calcium antagonist, nimodipine, in acute mania. Clin Neuropharmacol 1990;13:224-8. 118 Kilzieh N, Akiskal HS. Rapid-cycling bipolar disorder: an overview of recent research and clinical experience. Psy- chiatr Clin North Am 1999;22:585-607. 119 Pazzaglia PJ, Post RM, Ketter TA, George MS, Marangell LB. Preliminary controlled trial of nimodipine in ultra-ra- pid cycling affective dysregulation. Psychiatr Res 1993;49:257-72. 120 Vanelle JM, Loo H, Galinowski A, de Carvalho W, Bour- del MC, Brochier P, et al. Maintenance ECT in intracta- ble manic-depressive disorders. Convuls Ther 1994;10:195-205. 121 Berman E, Wolpert E. A intractable manic-depressive psy- chosis with rapid cycling in an 18-year-old woman succes- sfully treated with electroconvulsive therapy. J Nerv Ment Dis 1987;4. 122 Kukopulos A, Reginaldi D, Tondo L, Bernabei A, Caliari B. Spontaneous length of depression and response to ECT. Psychol Med 1977;7:625-9. 123 Erfurth A, Loew M, Wendler G, Floreanu A. Depressive di- sorders in neurologic rehabilitation: therapy with paroxeti- ne. Psychiatr Prax 2001;1. 124 Vieta E, Calabrese JR, Hennen J, Colom F, Martinez-Aran A, Sanchez-Moreno J, et al. Comparison of rapid-cycling and non-rapid-cycling bipolar I manic patients during treatment with olanzapine: analysis of pooled data. J Clin Psychiatry 2004;65:1420-8.