Lo sviluppo della relazione e della comunicazione v
1. Lo sviluppo della relazione e
della comunicazione
Corso di formazione
7 Settembre 2006
Carolina Coco
2. Lo sviluppo della relazione nei primi
anni di vita
• A partire dagli anni settanta, gli studi sullo
sviluppo del bambino hanno focalizzato la
loro attenzione sulla relazione madre
bambino
• E’ all’interno degli scambi interattivi
madre-bambino che si sviluppano le abilità
sociali, cognitive, linguistiche del bambino.
3. Lo sviluppo della relazione nei primi
anni di vita
Gli studi sull’interazione madre-bambino hanno
evidenziato che
• Alla nascita il bambino possiede una
predispozione innata al comportamento sociale
• Tale predisposizione puo essere
– Strutturale: meccanismi di origine endogena con cui
entrare in rapporto con la persona che si prende cura
del bambino (es: apparato orale per la suzione)
– Funzionale: presenza di un comportamento
spontaneo e attivo, pre-programmato secondo una
struttura ritmica endogena che si modula su eventi
esterni (organizzazione temporale dei ritmi di suzione)
4. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• La madre compie una
serie di gesti e attività che
costituiscono una
“cornice” in cui il piccolo
si sviluppa
• Il piccolo
progressivamente
emerge da uno stato di
apparente passività e
assume un ruolo sempre
più attivo nella relazione
Es: allattamento
E stato definito come “origine del dialogo” tra madre bambino in quanto
l’alternanza attività-pausa che lo caratterizza è alla base della
comunicazione
5. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• Il comportamento materno con il suo fluire
continuo, con il rispetto dei ritmi attività-
pausa, con l’alternanza del turno nelle
vocalizzazione fornisce la prima
esperienza della struttura di base della
comunicazione.
• Attraverso questi primi dialoghi il bambino
acquisisce le nozioni di intenzionalità e
reciprocità
6. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• La conquista dell’intenzionalità avviene in modo
graduale. Nei primi mesi è la mamma che dà
significato ai comportamenti del bambino
considerandoli come “segnali” del suo stato di
bisogno (ad es: il pianto, le smorfie)
• La madre tratta il bambino “come se” fosse in
grado di comunicare intenzionalmente
• Successivamente il bambino si rende conto che
il suo comportamento ha valore comunicativo e
può essere usato per influenzare gli altri.
• L’intenzionalità è acquisita alla fine del primo
anno di vita e matura negli scambi interattivi.
7. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• Con Reciprocità si intende il ruolo degli
interlocutori in una sequenza interattiva.
• E’ acquisita quando il bambino è in grado
di sostenere all’interno della
comunicazione un ruolo pari a quello
dell’adulto.
• All’inizio i dialoghi sono unidirezionali ma
alla fine del primo anno, quando il
bambino assume un ruolo attivo,
diventano bidirezionali.
8. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• Intenzionalità e reciprocità sono i pre-
requisiti della comunicazione linguistica in
quanto per essere tale deve essere
intenzionale e deve avvenire sotto forma
di dialogo e di scambio tra due
interlocutori
• Il bambino comunica intenzionalmente
quando inizia ad utilizzare il gesto
dell’indicare: è in grado di attribuire
all’altro la capacità di comprendere la sua
intenzione e la volontà di soddisfarla
9. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• Le esperienze di interazione devono avere
regolarità, stabilità e continuità
• Il bambino per sviluppare le sue abilità
mentali necessita della mente della madre
(o di altro adulto che si prende cura) che
condivida con lui le esperienze,
attribuendo significati e ordine
10. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• Esperienze di interazione discontinue, frettolose,
in cui la madre è poco disponibile, impediscono
al bambino di sperimentare il piacere del
contatto fisico, vocale, visivo.
• Il bambino entra in contatto con stimolazioni
improvvise, non organizzate, troppo differenti e
ha difficoltà ad organizzarle, a dare un senso, e
a costruirsi una trama di esperienze piacevoli da
cui partire per stabilire un contatto positivo con il
mondo.
11. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• La Responsiveness (comprensività, sensibilità,
empatia) comprende le risposte contingenti e
pronte dei genitori ai comportamenti del
bambino
• Influenza lo sviluppo mentale e sociale del
bambino
• Si manifesta in seguito ai segnali infantili:
vocalizzazioni non di disagio, esplorazione
visiva, vocalizzazione di disagio
• La madre risponde con comportamenti imitativi
iniziando un affettuoso gioco sociale
12. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
l’intersoggettività
• A partire dai rigorosi studi naturalistici e biologici,
Trevarthen è giunto ad individuare il ruolo delle
emozioni nello sviluppo della mente infantile.
• La reciproca regolazione emotiva di bambini e
nel corso della comunicazione rende possibile lo
sviluppo della funzioni psicologiche.
• Ha compiuto studi sullo sviluppo
dell’Intersoggettività nell’ambito della relazione
madre-bambino
13. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
• L’intersoggettività è il processo di condivisione
dell’attività mentale tra soggetti durante un qualsiasi atto
comunicativo
• Si manifesta come immediata e naturale
consapevolezza della presenza dell’altro
• Dipende dalla produzione e dal riconoscimento di
movimenti di del corpo, del viso, del tratto vocale, delle
mani predisposti per la funzione comunicative
• È una capacità innata, non richiede abilità cognitive
astratte e non dipende dall’apprendimento culturale
• Lo sviluppo dell’intersoggettività avviene per sequenze di
fasi geneticamente prederminate da successive
organizzazione del sistema nervoso
14. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Prima fase:
Intersoggettività
primaria
• Dalla nascita fino al
secondo mese di vita
• Progressivo aumento
di interesse per la
mamma
15. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Indicatori
• Imitazione neonatale
Ampio repertorio di comportamenti espressivi
• Protoconversazioni
Interazioni spontanee a carattere affettivo positivo
tra madre e bambino in cui entrambi collaborano
nella creazione di scambi gestuali, vocali ed
espressivi caratterizzati da una certa alternanza
del turno
16. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Nella fase dell’intersoggettività primaria
• Si attivano le predisposizioni strutturali
e funzionali del bambino
• Si attivano i comportamenti istintivi
della madre
Il bambino necessita di uno stretto contatto
fisico con la madre per acquisire sicurezza
emotiva, per sentire la presenza di chi lo
tranquillizza e lo protegge se le
stimolazioni diventano eccessive
17. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Fase dei Giochi
Primo periodo: da 2 a 6 mesi
• Emerge l’interesse per gli oggetti
Lo sguardo del bambino e la sua attenzione si
sposta dall’oggetto alla mamma
• Cominciano i giochi interpersonali basati sulla
presenza e manipolazione di aspettative
reciproche.
L’intersoggettività è molto forte nei giochi
interpersonali senza oggetti caratterizzati da
ritmi veloci, scherzi, aspettativa impaurita,
eccitazione, canzoni
18. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Fase dei Giochi
Secondo periodo: fino ai 9 mesi
I giochi interpersonali crescono per
intensità, quantità e durata : imitazioni
reciproche, batti batti le manine,, gioco
del cucu’
Il bambino diviene esperto a giocare con
le intenzioni altrui.
19. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Fase dei Giochi
Primo periodo: fino ai 9 mesi
Appaiono:
• I protosegni o protosimboli: il
bambino utilizza comportamenti per
interagire con altri che non vengono
compresi
• L’attenzione condivisa: capacità di
focalizzare l’attenzione sull’oggetto
dell’attenzione altrui
• La referenzialità emotiva: il
riconoscimento della reazione
emotiva di un adulto come commento
a un oggetto o una persona
20. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Ultima fase: Intersoggettività
secondaria
Periodo: dai nove mesi ai 14
mesi
Si verifica:
• Sviluppo di una grande
quantità di relazioni
triadiche, con oggetti e con
altri
• Compaiono comportamenti di
segnali più convenzionali:
indicare (richiestivo e
dichiarativo)
21. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Il contatto fisico diviene meno importante e la
relazione viene mantenuta grazie allo sguardo e
alla voce: il bambino può in questo modo
allontanarsi per esplorare l’ambiente, conoscerlo
e padroneggiarlo.
Nella relazione la mamma guarda il bambino che
gioca, che esplora che manipola gli oggetti,
condividono l’attenzione
Con il gesto dell’indicare il bambino approda alla
comunicazione intenzionale e diventa partenr
attivo nella comunicazione
Puo’ indicare per chiedere un oggetto (indicare
richiestivo, “voglio”) o per dirigire l’attenzione
dell’altro sull’oggetto (indicare dichiarativo,
“guarda”)
22. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Il bambino “da lontano” legge lo sguardo
della madre, capisce le sue intenzioni e il
messaggio che gli sta inviando (di
incoraggiamento o di divieto)
E l’inizio della Teoria della mente: la
capacità di capire ciò che gli altri vogliono
dire, attribuire agli altri stati mentali,
intenzioni, pensieri.
23. Lo sviluppo della relazione nella
disabilità
• La disabilità influisce sull’interazione madre-
bambino
• Compromissione delle strutture geneticamente
predeterminate per entrare in relazione (l’udito,
la vista, le strutture cerebrali per
l’intersoggettività nell’autismo)
• Le reazioni emotive dei genitori (rifiuto,
negazione)
• Gli aspetti istintivi materni che non sono
strutturati per interagire con la disabilità
24. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• L’’interazione tra madre udente e bambino
sordo risultano essere problematiche rispetto
alle interazioni madre-bambino udenti
• Lo scambio interattivo spesso viene interrotto
da errori nella comunicazione, con
conseguente riduzione del tempo totale di
interazione tra la madre udente e il bambino
sordo o hard-of hearing
25. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
Gli studi sull’interazione madre udente-bambino
sordo hanno evidenziato che
• le madri sono più intrusive, rigide e meno
inclini a rispondere al focus di attenzione del
bambino o a condividere la scelta del gioco
• I bambini si lasciano coinvolgere meno
nell’interazione e sono meno attivi
26. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Secondo alcuni ricercatori il comportamento
istintivo che la madre ha per interagire con il
suo bambino non si adatta efficacemente agli
specifici bisogni percettivi e comunicativi del
bambino.
• Per la madre e il bambino può essere più
difficile raggiungere uno stile di relazione
adeguato quando le capacità recettive di uno
dei partner dell’interazione sono diverse dalle
proprie
27. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Le madri udenti sembrano adattarsi ai bisogni
comunicativi dei loro bambini sordi o hard-of-
hearing usando di più la comunicazione
visiva e il contatto;
• Alcune madri di bambini sordi o hard of hearing
creano dei momenti di scherzo, di scambio
affettivo e di un clima emotivo di accettazione
mentre altre sembrano distanti e bloccate dal
punto di vista emotivo come se non avessero
pienamente elaborato la perdita del bambino
perfetto
28. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• La sordità del
bambino non ha un
impatto negativo sugli
aspetti sociali della
relazione, sulla
qualità
dell’attaccamento,
sugli aspetti affettivi,
ma sulla
comunicazione
29. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Il 93% di madri di bambini con disabilità uditiva sono udenti, 87%
dei padri sono udenti
• 70% dei bambini con disabilità uditiva hanno membri della
famiglia che non “segnano” loro con regolarità a casa (Galludet
University, 1999–2000), e a circa il 44% di questi bambini si
insegna loro con soli metodi parlati (Galludet University, 1999–
2000). Quasi il 30% di studenti con disabilità uditiva trascorrono
26 hr per settimana integrati con studenti udenti per l’istruzione
accademica (Galludet University, 1999–2000)
• La difficoltà dei bambini a comunicare verbalmente con i genitori
e con altri può essere fonte di frustrazione e di altri sentimenti
negativi
30. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• La vista è la primaria modalità
sensoriale per la conoscenza
del mondo e per l’interazione
con gli altri.
• Il contatto visivo con la madre
rappresenta una delle prime
modalità di scambio affettivo
con lei e costituisce la base
per lo sviluppo di altre funzioni
importanti.
• la risposta del sorriso
all’apparire del volto materno,
è uno dei segnali che
gratificano maggiormente la
madre e alimentano il suo
attaccamento al figlio
31. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Nei primi 2-4 giorni di vita
i neonati guardano
preferenzialmente il viso
della madre rispetto al
viso di un’estranea,
• lo sguardo preferenziale
che i neonati rivolgono al
viso della madre viene
interpretato come il
riconoscimento dello
stesso viso materno
32. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Nella relazione
madre-bambino cieco
viene a mancare la
competenza
espressiva innata con
conseguente
progressiva
diminuzione di
reciprocità mimica
33. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Per le madri di
bambini non vedenti è
difficile interpretare i
segnali non verbali
dei loro bambini e
questo può avere
implicazioni negative
sulla continuazione
dell’interazione
34. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Il bambino non vedente, già a quattro settimane
di vita, come avviene nel vedente, mostra un
sorriso selettivo in risposta alla voce della madre
• Durante il primo anno il bambino non vedente
risponde in maniera sempre più selettiva e
differenziata alla voce della madre, del padre e
delle persone più importanti
• Dopo i sette-otto mesi manifesta una chiara
preferenza per la madre e se posto in braccio ad
un estraneo, protesta e si irrigidisce
35. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• Lo sviluppo del bambino non vedente può
presentare un certo ritardo nel processo di
differenziazione-individuazione, che porta il
bambino a separarsi progressivamente dalla
madre, mentalmente e fisicamente
• Nel bambino non vedente tale processo è
compromesso dal ritardo nello sviluppo della
locomozione e quindi della possibilità di
allontanarsi fisicamente dalla madre e di
esplorare il mondo
• Queste difficoltà possono determinare un
prolungamento della dipendenza infantile
36. Lo sviluppo della relazione nella disabilità
• La cecità non è un ostacolo per l’instaurarsi di legami
affettivi
• Tali legami sono di fondamentale importanza per favorire
nel bambino il costruirsi delle rappresentazioni stabili e
coerenti del mondo circostante, che gli viene presentato
attraverso altri canali sensoriali (la vista, il tatto)
• Un forte legame affettivo con la madre, interazioni
caratterizzate da continuità, stabilità facilitano nel
bambino non vedente la costruzione dell’immagine della
mamma prima e successivamente delle persone che
interagiscono con lui
• L’andare e venire della madre, il seguirla attraverso
elementi guida uditivi e successivamente il cercarla
muovendosi, condurranno il bambino non vedente al
concetto di una madre che esiste anche quando egli ha
perso il contatto con lei
37. Costruire la relazione e la comunicazione
• La comunicazione è uno scambio tra due
o più persone per trasmettere un
messaggio che non si conosce.
• E’ essere in relazione con un’altra persona
con parole, gesti, atti per far conoscere
proprie idee, opinioni, sentimenti e
conoscere quelle degli altri
38. Costruire la relazione e la comunicazione
•Conoscenza reciproca
•Sospendere l’azione e creare una
“attenzione calma” per osservare il bambino
e la sua modalità di entrare in relazione
• Cogliere i comportamenti di disagio, le
“chiusure, le stereotipie e le situazioni in cui
si verificano e dare significato
39. Costruire la relazione e la comunicazione
• Considerare i comportamenti di
“chiusura” le stereotipie possono essere
messe quando ci sono cambiamenti nel
grado di coinvolgimento della relazione
o nella scoperta di capacità legate
all’autonomia
40. Costruire la relazione e la comunicazione
• Creare delle attività condivise come il gioco, il
movimento, il toccarsi per sperimentare
situazioni di alternanza ritmica del turno, per
attivare l’intenzionalità e la reciprocità
• La sperimentazione dei materiali crea un
ponte per giungere alla condivisione del
piacere, di azioni sul corpo e alla
verbalizzazione delle sensazione provate (la
sabbia sulla pelle, l’aria calda soffiata sulle
mani, la schiuma morbida
Nel bambino
41. Costruire la relazione e la comunicazione
• Lavorare sul desiderio di curare il
proprio corpo e il proprio aspetto
• Stimolare la relazione con gli altri
• Affrontare il mondo esterno, i mezzi
pubblici, i negozi, la gente e le paure
connesse a queste esperienze.
Nell’adolescente
42. Costruire la relazione e la comunicazione
Affrontare il problema della comunicazione con
tecniche di comunicazione aumentative e
facilitanti (Lingua dei segni, Braille, uso di
immagini…)
Le tecniche di comunicazione aumentative e
facilitanti comprendono tutte le strategie
messe in atto per facilitare la possibilità di
partecipazione, interazione, scambio in
contesti di vita quotidiana delle persone che
non parlano o presentano disabilità sensoriali
Sia nel bambino che nell’adolescente
43. Costruire la relazione e la comunicazione
L’uso di tali tecniche è possibile se si è
costruita una relazione
Presuppongono reciprocità, intenzionalità,
condivisione ma nello stesso tempo
rafforzano questi aspetti
Le tecniche di comunicazione alternativa
facilitano il rapporto di socializzazione
con i pari
Sia nel bambino che nell’adolescente
44. Costruire la relazione e la comunicazione
L’uso di tali tecniche è possibile se si è
costruita una relazione
Presuppongono reciprocità, intenzionalità,
condivisione ma nello stesso tempo
rafforzano questi aspetti
Le tecniche di comunicazione alternativa
facilitano il rapporto di socializzazione
con i pari
Sia nel bambino che nell’adolescente
45. Costruire la relazione e la comunicazione
• Sono delle tecniche che devono essere
inserite in un progetto globale che coinvolga
tutte le persone che si occupano della
persona con disabilità
• E’ necessario creare le occasioni per
comunicare, le esperienze da comunicare e
utilizzare ogni situazione per comunicare.
• Non devono essere utilizzate solo per
apprendimenti all’interno della scuola ma
devono avere come fine l’espressione dei
bisogni e della volontà
Sia nel bambino che nell’adolescente